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Autore: Nene_92    28/06/2016    13 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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26 - Il disegno

Ciaoooo!
Lo so che molti di voi mi davano per dispersa, in realtà il capitolo era già pronto da un po' solo che quei simpaticoni dei miei genitori mi hanno informato giovedì sera che venerdì mattina si partiva per il mare. Ergo  ho fatto le valige e poi sono partita (senza computer e senza internet).
Ma ora sono qua... quindi... buona lettura! ;)
Ps: mi raccomando le note finali!

- Il disegno - 

Sabato 15 Marzo 2021, Hogwarts




Eleonore, con gli occhi ancora chiusi, rotolò su un fianco per fare spazio accanto a lei nel letto.
Tre secondi dopo, un peso abbassò il materasso e si accoccolò al suo fianco.
"Gre, sono le quattro di mattina." Borbottò la Corvonero sollevando le coperte e facendo rifugiare la sorella sotto. Poi la avvolse e se la trascinò più vicino, cercando di riscaldarla anche con il proprio calore corporeo. "Sei fuori dal dormitorio e sei congelata. Non mi dire che devo metterti in punizione o togliere dei punti a Grifondoro, perchè proprio non ne ho voglia." Disse con voce assonnata.
Sentendo che la sorella continuava a tremare accanto a lei, si decise ad aprire un occhio. Poi sistemò meglio le coperte, mentre la più piccola si ancorava al suo petto singhiozzando.
"Gre, che hai?" Domandò a quel punto allarmata, svegliandosi di colpo.
"Ti... ti ho sognata... stavi dormendo..." Riuscì a balbettare alla fine l'altra, continuando a tremare. "Ma non era un sonno normale... Eri fredda come il ghiaccio... immobile... con gli occhi roteati verso l'alto... pallida come un fantasma... e non c'era modo di risvegliarti." Riuscì a formulare tra un singhiozzo e l'altro.
Eleonore quasi sospirò di sollievo sentendo quella frase. Per un attimo aveva temuto di molto peggio. "Qui l'unica fredda come il ghiaccio al momento sei tu." Commentò iniziando a sfregarle le mani sul corpo per velocizzare il processo di riscaldamento. Ma ormai sentiva che la pelle della sorella stava tornando tiepida. "Comunque... hai letto il diario di Biancaneve o Rosaspina prima di andare a dormire? Perchè dalla descrizione credo tu abbia sognato una Fluchschlafes*."
Gretel rimase per un attimo ferma poi, molto lentamente, annuì con la testa. Aveva sempre meno freddo e i singhiozzi diminuivano contemporaneamente ai tremolii.
"Era solo un incubo. Anche a noi Grimm capitano. Siamo persone come tutte le altre." Cercò di tranquillizzarla la maggiore, accarezzandole la testa e soffocando uno sbadiglio. "Adesso che ne dici se dormiamo entrambe per qualche ora? Senza maledizioni ovviamente."
Fece per accomodarsi meglio nel letto, quando la voce della sorella la fece irrigidire. "Ma se dovesse succedere, chi ti risveglierebbe? Daniel non ce l'hai più."
"Se mai dovesse presentarsi il problema, sono sicura che una soluzione salterà fuori. Adesso dormi." Tagliò il discorso.
"Ci vai alla festa stasera?" La raggiunse di nuovo dopo un po' la voce ormai assonnata di Gretel.
"No, non ci vado. E' già tanto che come Caposcuola non la denunci alla Preside. Non parlarmene più: meno ne so e meglio è. Anzi, preferirei se non ci andassi neanche tu. Buonanotte."

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"Oh andiamo Dan! Sono sicura che ti divertirai!" Cercò di convincerlo per la decima volta Virginia.
"No, non ci vengo." Ribattè testardo lui.
"Eddai!" Provò di nuovo lei. "Ci sarà da bere, da divertirsi e anche tutti i nostri amici, non puoi non venire! E sarà qualcosa di molto più tranquillo e leggero, non come ad Halloween o al Ministero dove servivano tutti quegli abiti da cerimonia!" Continuò imperterrita.
Il ragazzo dovette trattenere al pelo una smorfia. Halloween e il Ministero. Proprio le due feste in cui si era divertito di più. "Virgi, sono serio. Apprezzo questo tuo tentativo ma no. Già sono un Caposcuola, quindi queste cose dovrei denunciarle alla Preside." Spiegò lui. "Ma partecipare anche? No grazie. Non verrò a quella festa. E meno ne so, meglio è."
La Tassorosso strinse gli occhi, come ogni volta in cui iniziava a perdere la pazienza. "Non vuoi andare alla festa oppure non vuoi scoprire che la vita può essere divertente anche senza Eleonore?"
Lo vide per un attimo sgranare gli occhi, incerto, poi portarsi le mani dietro alla testa e sdraiarsi sull'erba con un sospiro. Erano in un angolo riparato del cortile, dove non poteva sentirli nessuno. E quel giorno splendeva il sole, stranamente. "Che cosa c'entra lei? Se non ho voglia di andare ad una festa, non ci vado. Indipendentemente da chi mi circonda."
Virginia sospirò, sdraiandosi a sua volta per terra. "La mia amica Helena..." Iniziò a dire, sapendo già che lui l'avrebbe fermata.

Infatti.

"Non mi interessa." La bloccò subito. "Lo so già cosa mi stai per dire... mi sbava dietro da secoli ma non ha mai avuto il coraggio di farsi avanti perchè sono sempre stato con Elly. Mi dispiace per la tua amica, ma può puntare le sue attenzioni su qualcun altro. Non ho la testa per buttarmi in un'altra relazione. E di sicuro non lo farò con una ragazza il cui nome è uguale al suo secondo! Lo sai che suo padre" - continuò riferendosi a Brian Grimm - "la chiama sempre così? Penso di averlo sentito tre volte, da quando stiamo insieme, chiamarla con il suo vero nome. Mi dispiace, ma non ho la minima intenzione di uscire con un'altra ragazza in generale. E ancora meno se si chiama Helena."
La Tassorosso si tirò su di scatto. "Ma ti senti quando parli almeno?" Sbottò incredula "'Da quando stiamo insieme'? Parli ancora al presente di una storia che è finita da un mese e mezzo!"
"E che è durata più di due anni!" Esclamò Daniel in risposta, alzando la schiena di scatto. "Scusa tanto se non la considero ancora come qualcosa di concluso!" Prima che Virginia potesse dire qualsiasi altra cosa per trattenerlo, si alzò in piedi. "Fammi un favore: fatti gli affari tuoi. Non cercare di trascinarmi alle feste o combinarmi appuntamenti con le tue amiche. E' l'ultima cosa che mi serve. Ho già una vita abbastanza incasinata." Poi se ne andò, tornando a grandi falcate verso il Castello.

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"Raph!" Gabriela bloccò Raphael in mezzo al corridoio, raggiungendolo di corsa.
Il Serpeverde non potè fare a meno di aprirsi in un sorriso, vedendola sbucare da dietro l'angolo.
"Ehy!" Esclamò felice arrestando i suoi passi e aspettandola. "Ciao!" Avrebbe voluto baciarla, ma sapeva che sarebbe stata una pessima idea.
La ragazza gli sorrise di rimando, avvicinandosi ancora di più a lui, poi - in un sussurro e con fare cospiratorio - gli chiese "Tu ci vieni alla festa stasera?"
Il ragazzo rimase paralizzato per qualche secondo, mentre un angolo remoto della sua mente si chiedeva se quella della ragazza non fosse solo una domanda trabocchetto. Se lo ricordava molto bene quello che lei gli aveva detto subito dopo la partita, durante il tanto agognato chiarimento "Tocca un'altra goccia d'alcool e per me sei un lupo morto."
E di sicuro alla festa di alcool ne sarebbe girato. Tanto.
Fu per quel motivo che il ragazzo esitò prima di rispondere.
Quale sarebbe stata la risposta giusta? Sì, no?
Poi, con orrore, si accorse di un altro particolare, al quale non aveva inizialmente minimamente pensato. Lui non aveva chiesto a Gabriela di andare alla festa con lui. La cosa non gli era passata neanche per l'anticamera del cervello.
Il Serpeverde iniziò a sudare freddo.
Più ci pensava, più la sua situazione si faceva complicata
.
"Ehm..." Si ritrovò a boccheggiare incerto. E adesso che le avrebbe detto?

La ragazza sembrò intuire una parte del suo turbamento perchè gli venne inaspettatamente in aiuto. "Ti ho detto che se toccherai un'altra goccia di alcool per me sarai pari ad un uomo morto. Quindi la festa mi sembrava l'occasione giusta per vedere se hai intenzione di tener fede alla promessa... o no." Disse tutto d'un fiato, sempre a voce bassissima, guardandosi nervosamente attorno - non voleva di certo che un'insegnante lo venisse a sapere da lei.
Più che una promessa, quella a Raphael era sembrata da subito un'imposizione. Ma non gli sembrò il caso di contestarla. Avevano appena fatto pace, per Merlino! Ed erano sul filo del rasoio. "Sì, stavo pensando di andare a dare un'occhiata. Vuoi essere la mia dama?" Chiese velocemente "E sei autorizzata a prendermi a pugni se mi vedi anche solo allungare il collo verso il tavolo degli alcolici." Aggiunse, sperando di aver azzeccato la risposta giusta.

Dal sorriso soddisfatto della Grifondoro, suppose di sì.

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Federica, mano nella mano con Francisco, entrò nella Stanza delle Necessità addobbata ad hoc per l'occasione. Per fortuna che la stanza poteva ingrandirsi all'infinito - in quel caso era diventata uno stanzone enorme, ancora più grande della Camera dei Segreti - o tutti gli studenti presenti all'interno non ci sarebbero mai stati altrimenti.
Sembrava quasi che tutta la scuola si fosse data appuntamento lì. E forse era davvero così, pensò la giovane Serpeverde, riconoscendo alcune delle coppiette che si stavano già dando da fare sui divanetti.
"Vuoi qualcosa da bere?" La distrasse la voce del Grifondoro.
"Ehm... come?" Chiese lei riportando l'attenzione sul portiere..
"Ti ho chiesto se vuoi qualcosa da bere." Ripetè pazientemente lui. Le sembrava che la ragazza avesse un po' la testa tra le nuvole ultimamente. "Il sangue non è contemplato nel menù però." La prese in giro bonariamente.
Prima che la ragazza potesse replicare in qualche modo però, una voce che entrambi conoscevano - accompagnata da una melodia dolce - si espanse per la sala.
E Francisco approfittò dell'occasione per trascinarla sulla pista da ballo.



La voce non era altro che quella di Brian Hunt.
Alla fine, dopo un pressing infinito da parte di Anastasia e Page, che avevano volutamente sparso la voce prima tra i Corvonero e poi tra il resto dei compagni di scuola, aveva accettato di essere lui a svolgere l'accompagnamento acustico per tutta la durata della festa.
Aveva inizialmente cercato di sottrarsi - senza il suo gruppo non era poi così sicuro di riuscire a suonare in modo completo ed esaustivo - ma di fronte alle insistenze continue delle due ragazze, e poi dei vari amici, aveva dovuto cedere.
Aveva così prima suonato un pezzo abbastanza movimentato, seguito subito da altri tre, tanto per scaldare un po' la serata e movimentare gli animi, poi vedendo dal palco che il numero di coppie continuava ad aumentare, aveva deciso di agevolare la situazione intonando dei pezzi lenti.

 
Proprio su uno di questi pezzi lenti stava ballando Page, abbracciata dolcemente a Micah.
Era stata una vera e propria sorpresa, per lei, quando le aveva chiesto di andare con lui alla festa.
Non tanto per il fatto che lo avesse chiesto a lei - se avesse chiesto a qualcun altra gli avrebbe fatto passare di sicuro una bruttissima giornata - quanto il fatto che avesse anche solo pensato di andarci.
Se solo qualche mese prima le avessero detto che Micah Price, il suo perfettino ragazzo Micah Emmanuel Price, avrebbe deciso di partecipare ad una festa clandestina - ovvero non autorizzata dagli insegnanti - gli avrebbe come minimo riso in faccia. Se non addirittura preso per pazzo.
Micah non era il tipo da fare cose che gli insegnanti - o l'autorità in generale - non avessero espressamente concesso. Eppure ultimamente queste cose le faceva sempre più spesso.
Nel bene e nel male ciò che era successo quel Natale al Ministero lo aveva cambiato. E lo stava ancora cambiando.

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Lex, con una bottiglia di burrobirra in mano, si rintanò in uno dei pochi angoli vuoti della stanza.
Da quando ad Hogwarts prolificavano le coppiette esaltate? Pensò infastidita. Ce n'è una in ogni angolo, non è possibile.
Ma forse non erano loro che si erano moltiplicate. Era a lei che mancava semplicemente Chris. Aveva provato a convincere Eleonore ad andare con lei, per fare una serata solo loro due, ma la Corvonero non aveva voluto saperne mezza.
Maledizione alla cocciutaggine della sua migliore amica!
La Serpeverde era talmente avvolta nei suoi pensieri che si accorse solo dopo un bel po' che non era sola. Nell'angolo del divano dove si era rifugiata, credendolo vuoto, c'era in realtà anche qualcun altro. Milly.
"Oh ciao!" La salutò leggermente annoiata. "Dove hai lasciato il fidanzato?" Chiese con una nota sarcastica.
"E' andato a prendere da bere." Rispose la Grifondoro con un sorriso, facendo finta di non cogliere il tono di voce dell'altra ragazza.
Molti studenti avevano scoperto a loro spese quanto fosse poco opportuno contrariare Caitriona in un momento no.
"Buon per voi." Commentò infatti Lex in un borbottio indistinto. "Se vi serve il divano tolgo il disturbo." Continuò con tono appena più alto, scorbutica.
Un'altra volta ancora Milly fece finta di non cogliere l'ironia. "C'è una fila tale al bar che non credo ce la farà per la prossima mezz'ora... Quindi chiacchieriamo: come va Lex?" Provò a fare conversazione.
"Come al solito." Rispose lei scrollando le spalle. "Tu?"
Ma la risposta di Milly venne interrotta dal suo ragazzo, tornato in quel momento con due enormi calici. E Lex sbuffò. "Questa festa è alquanto noiosa. Vado a letto. Ciao ragazzi!" Li salutò prima di alzarsi e andarsene.

Anche se non era proprio sicura che i due l'avessero sentita.

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Caos gettò un'occhiata al centro del bar, dove Michael stava preparando in maniera meccanica un cocktail dietro l'altro, preso da una strana frenesia.
Lasciando perdere quello che stava miscelando in quel momento lui, gli si avvicinò. Forse non era stata una buona idea permettergli di lavorare al bar con lui, ma quando l'altro ragazzo glielo aveva chiesto quasi implorandolo non era riuscito a dirgli di no.

"Non riuscirei a partecipare alla festa e divertirmi, ma almeno avrei la possibilità di uscire dalla mia camera e tenere la mente concentrata su qualcosa." Lo aveva praticamente supplicato solo qualche ora prima. "E tu hai bisogno di un aiuto al bar, non conosci quanto possono essere assatanati sotto a quel frangente i nostri compagni di scuola." Aveva insistito.

Caos avrebbe voluto replicare che un'idea più che opportuna in merito se l'era già fatta alla festa di Capodanno - anche lì aveva lavorato come barista - ma poi aveva ritenuto più opportuno non replicare.
Michael non era ancora molto in sè e già il fatto che si fosse proposto di aiutarlo indicava quanta buona volontà ci stesse mettendo per ritornare alla vita di prima. Andava incoraggiato, non frenato.
E Caos non aveva alcuna intenzione di ostacolarlo.

"Mike ehy!" Lo scosse leggermente facendolo sussultare. "Guarda, il cocktail va girato in questo modo o non sarà mai miscelato nel modo corretto." Gli spiegò compiendo i passaggi molto più lentamente di quanto sarebbe stato opportuno. E vedendo il Tassorosso seguire ogni sua singola mossa. "Hai capito tutto?" Domandò alla fine.

"Grazie." Fu la risposta inaspettata.
"Ehm... di cosa?" Chiese lui.
"Di farmi tenere la mente occupata. Avete ragione tutti: bisogna andare avanti."

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L'ennesimo lento terminò e Anastasia aprì gli occhi, trovandosi davanti lo sguardo profondo di Fabian.
Non si era poi sorpresa così tanto dell'invito del ragazzo alla festa. Ultimamente stavano passando sempre più tempo insieme.
L'amicizia che era nata da quegli eventi strani e terribili si stava rilevando un toccasana per entrambi.
Si stavano aiutando a vicenda. Si stavano guarendo a vicenda.
E forse quell'amicizia non era più solo una semplice amicizia. Forse era destinata a diventare qualcos'altro.

La Corvonero fissò il Tassorosso per qualche secondo. Forse fu l'alcool ad agire al suo posto. O forse solo la voglia di andare avanti.

Avevano entrambi diciassette anni, non potevano restare a rimpiangere qualcuno a vita. Qualcuno che era stato magari estremamente importante, ma che - nel bene e nel male - non poteva più far parte della loro.

Che fosse per un motivo o per l'altro, o per altri ancora e che nessuno dei due aveva minimamente considerato, quella sera le labbra di Anastasia Davies si appoggiarono per la prima volta su quelle di Fabian James Martin.

Trovandole estremamente morbide e adatte a lei.

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"La tua impazienza sta diventando una debolezza che non ci possiamo più permettere Rivus." Commentò l'uomo con tono gelido.
"Sono stato liberato da quella gabbia per distruggere i Grimm e invece cosa ho ottenuto? Solo una lunga serie di sconfitte per mano loro!" Sbraitò in risposta il diretto interessato.
"Peccato che sia successo proprio a causa della tua impazienza." Fu il commento serafico - e anche leggermente canzonatorio - del primo.
"Ho aspettato trecento anni chiuso in quella gabbia!" Ululò a quel punto il mezzo vampiro "Ho aspettato ABBASTANZA. ADESSO-VOGLIO-LA-MIA-VENDETTA." Sibilò a denti stretti senza neanche staccare le parole.
"E non sapendo aspettare hai ottenuto solo sconfitte. Un ottimo risultato direi. Ma continua pure su quella strada, se è ciò che vuoi." Lo canzonò l'altro. "Oppure, se hai finito con i tuoi piani geniali - che si traducono sempre con l'attaccare a testa bassa senza ragionare - potresti sempre fermarti e decidere di seguire il mio, come avevamo preventivato dall'inizio."
Calcò in particolare sulla parola 'geniali' per sottolineare la differenza tra i due: il suo piano era geniale, quelli di Rivus... soltanto gesti istintivi dettati dalla rabbia.

Non c'era un disegno preciso dietro alle azioni di Rivus.
Invece il suo... il suo non era semplicemente un disegno: era un capolavoro. Lui era un maestro. Era rimasto in disparte per anni per realizzarlo. In un angolo della scena, dove chiunque avrebbe potuto avvertire la sua presenza, ma dove nessuno - in realtà - avrebbe mai potuto davvero ricollegarlo agli eventi. Era intervenuto solo poche, pochissime volte. Ma erano state fondamentali. Ed era riuscito ad arrivare fino a lì.
Muoversi nell'ombra, nell'oscurità, era la sua specialità.
Agire sugli eventi e piegarli al suo volere, fare in modo che le cose andassero esattamente come era stato preventivato da lui sin dall'inizio.
Per ogni piano da realizzare, crearne altri cinque di riserva. Per ottenere sempre il medesimo risultato.

"Come faccio a fidarmi" interruppe i suoi pensieri il mezzo dissenatore "dei piani di un uomo che non ha mai mostrato il suo volto?"
Non ti fideresti di me se mi vedessi a volto scoperto. Pensò lui. Ma disse tutt'altro. "I piani di quest'uomo incappucciato sono quelli che hanno permesso di trovare l'unica con sangue Grimm in corpo incapace di difendersi. Sono i piani che ti hanno liberato dalla gabbia dopo tre secoli. Sono quelli che ti permetteranno di ottenere la vendetta che hai covato per trecento anni. La vendetta che, senza i piani di quest'uomo, saresti stato incapace di realizzare. Senza i miei piani, adesso, saresti ancora rinchiuso dentro quella gabbia. A marcire. Adesso dimmelo tu: come fai a non fidarti?"

Davanti al silenzio di Rivus, l'incappucciato ritornò ai suoi ragionamenti.
Aveva la sua spia, ad Hogwarts come all'interno della famiglia Grimm. Qualcuno di insospettabile, del quale nessuno si sarebbe mai accorto. Del quale nessuno dei Grimm si sarebbe mai accorto.
Abbastanza forte per fare al caso suo, troppo debole per poterlo contrastare.

"Cosa vuoi fare quindi?" Lo raggiunse di nuovo la voce del mezzo vampiro.
L'altro dovette trattenersi per non sbuffare per l'esasperazione. Si era scelto un rincoglionito per alleato. "Come ho detto troppe volte, la famiglia Grimm ha un solo punto debole. Eleonore Grimm. Non si sa bene come, ma quella patetica ragazzina li tiene tutti in pugno. Suo padre dipende da lei: ha stravolto tutti i suoi principi, per accontentarla sempre e comunque. Suo fratello farebbe qualsiasi cosa per lei. Sua sorella? L'ha scambiata per sua madre. La matrigna? Donna senza spina dorsale in continua ricerca di un po' d'affetto, che lei - nonostante tutto - le da. La cognata Ariel? Farebbe qualsiasi cosa per il marito, soprattutto adesso che aspettano un bambino. Tocca Eleonore e ci sarà un effetto domino. Impazziranno tutti e non saranno in grado di accorgersi di nient'altro." Spiegò.
"E suo nonno Jakob?"
La figura quasi scoppiò a ridere di fronte alla domanda. "Jakob non muoverà un passo per difenderla. La considerava già indegna di appartenere alla famiglia Grimm prima, perchè la forte somiglianza con la madre esprime quanto Brian Grimm non abbia rispettato le regole della famiglia. Senza contare la figuraccia che gli ha fatto fare al Ministero, aizzandogli contro il padre. Sarà solo felice di vederla morta."
A quella affermazione seguì un attimo di silenzio. "Sei sicuro che non possa accorgersi di nulla? Ha già dimostrato di avere un cervello notevole." Ragionò Rivus.
"Fortunatamente, al momento, non è in grado di accorgersi di niente: è troppo presa dalla rottura con il suo patetico fidanzato. E infatti non è stata in grado di ricollegare i pezzi. Credevo l'avrebbe fatto, dopo la discussione avuta con il cugino. Invece non si è neanche accorta che la persona che stanno cercando tutti da mesi è la stessa." Era stata la cosa che più lo aveva terrorizato. Che lei capisse, che ricomponesse i pezzi del puzzle. Ma... "Su cosa si è concentrata invece? Sul fatto che i Grimm sanno di quel metamorphomagus da quattro zellini. Patetica." Concluse con tono disgustato.
"Ed ecco la tua grande falla nel piano." Lo prese in giro l'altro. "La sopravvivenza di quella babbana." Ormai sembrava che Rivus si divertisse a metterlo in difficoltà.
Ma l'incappucciato si strinse le spalle con aria noncurante. "Ha i giorni contati. Non è adatta ad ospitare una Grimm, non essendolo."
"Quindi?" Riprese il discorso Rivus. "Cosa vuoi fare, a parte sproloquiare? Far fuori il ragazzo?" 
Le labbra dell'uomo si piegarono in un sorrisetto. "Non mi tentare! Sarebbe divertente - vederla agitarsi tanto per poi rendere vani i suoi tentativi di tenerlo al sicuro - ma no. Se uccidi il ragazzo le fornisci un martire. Uccidendo il ragazzo diventerebbe una furia scatenata, impossibile da controllare. Se non sai come abbattere un nemico, circondalo. Si è già privata da sola del fidanzato, priviamola anche dei suoi amici. Facciamo in modo che si isoli. E quando sarà completamente sola, colpiremo. Tutti."

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* maledizione del sonno

Allura... ho visto che la domanda di una festa è andata per la maggiore, quindi vi ho accontentato. Inoltre ho notato che Brian (Hunt) e la sua chitarra hanno riscosso molto successo, quindi l'ho riproposto.
E adesso mollo tutto per andare ad aprire un allevamento di snasi! *appare Caos: "Mio!"*

Passando alle note serie:

1) come avete capito siamo alla svolta (anzi secondo me qui avete davvero capito tutti, ma nel dubbio vi richiedo di non spoilerare nelle recensioni).
Il tutto sarà accompagnato, per i prossimi capitoli, da un cambio stilistico: ci saranno molte meno scene "spezzate" e pezzi molto più lunghi concentrati solo su alcuni personaggi, quindi se non vedrete comparire il vostro personaggio in futuro sarà solo ed unicamente per questo motivo (anche se cercherò sempre di farli comparire tutti o comunque il più possibile).

2) Come avrete capito, di qui a poco, ci saranno nuovi attacchi e qua VOGLIO ESSERE CHIARA: non saranno più importanti i "ma io ho sempre recensito" oppure eventuali "stai punendo il mio personaggio perchè non mi sono fatto sentire?". La storia era stata elaborata così dall'inizio (le morti che sono avvenute nel frattempo sono state dettate invece dagli autori spariti, queste future no).
Io ho avvisato dal primo capitolo, se volevate la fiabetta della Disney non vi iscrivevate qui.
Ma questo non significa che potete sparire... ci metto un attimo ad allargarmi o a far partire un incantesimo volante. u.u

3) Ho fatto un breve calcolo e mi mancano circa una decina di capitoli per concludere. E ho dato questa scansione: i mesi di marzo e aprile saranno INFINITI e le vacanze di Pasqua saranno collocate a fine aprile: quando i nostri beniamini torneranno a scuola (primi di maggio), si avrà la scena finale della storia (dopodichè ce ne saranno altre di routine come esami, Quidditch ecc ma la storia di fatto sarà già conclusa). Perciò chiedo: obiezioni?

Alla prossima!

  
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