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Autore: Lamy_    04/07/2016    2 recensioni
Astrea Monteverde ha perso tutto: la sua famiglia, la sua casa, il suo onore e un anno fa é scomparso Thomas, il suo parabatai. Un incontro fortunato permetterà alla giovane Nephilim di scavare nel mistero dietro al quale si cela la verità sul rapimento del suo migliore amico. Tradimenti, imboscate, segreti, sangue e amore segneranno per sempre la sua vita. Perché si sa, il confine tra la verità e le bugie é labile quanto un foglio di carta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Raphael Santiago, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO PRIMO: Una nuova casa.
 
 
 
Quando attraversarono il portale il mondo sembrava essersi ridotto ad un ammasso viscido e colorato, le ricordava il budino ai mirtilli che preparava sua madre. Astrea dedicava pochi minuti al giorno nel ricordare i suoi genitori perché più teneva lontano il ricordo e più credeva che avrebbe dimenticato. Eppure non dimenticava mai. Spesso, quando camminava in mezzo alla gente, aveva l'impressione che l'aria fosse impregnata del profumo alla lavanda di sua madre, oppure sentiva la voce calda di suo padre chiamarla. Lei si voltava sorridente e quando si accorgeva che era solo un gioco della sua mente le si contorceva lo stomaco. Dall'altra parte del portale c'era Brooklyn. Quando Alec la trascinò si rese conto di trovarsi nella scalinata di un condomino. Sentiva odore di magia.
"Lightwood, che cosa nascondi qui? C'è magia dappertutto."
Il Cacciatore si fermò davanti ad una porta e infilò le chiavi nella toppa: due scatti e quella si aprì. Lui entrò per primo mentre Astrea rimase sulla soglia e i suoi occhi puntarono le lettere stampate sul campanello. M. Bane - A. Lightwood.
"Vuoi restare impalata lì? Entra, dai."
Con molta riluttanza Astrea entrò in casa chiudendosi la porta alle spalle, qualcosa in quella casa non quadrava. Non conosceva Alec da molto ma era più che certa che quell'arredamento non fosse opera sua.
"Tutto bene, Astrea?"
"Ehm...sei sicuro che questa sia casa tua?"
"Oh é più che sicuro che questa sia casa sua, cara!"
Una voce solenne interruppe la ragazza che ora stava guardando oltre le spalle del suo nuovo amico: con le mani sui fianchi, al centro del salotto, troneggiava un uomo con indosso un completo elegante, gioielli, viso truccato e glitter tra i capelli.
"Che succede, Alexander? Chi é questa...creatura?"
"Magnus, ti presento Astrea Monteverde. Shadowhunters di Lisbona."
La ragazza alzò una mano per salutare il Nascosto che ricambiò con un'occhiata di sufficienza.
"E perché mai l'hai portata qui? Non ti sembra che abbiamo già abbastanza problemi?"
"Ti ricordo che il mio compito é salv..."
"Conosco bene il tuo compito, Alec. Ma non ti puoi presentare qui con una sconosciuta bisognosa quando abbiamo altri problemi da affrontare."
"Che ha combinato questa volta Max?"
"Nulla di che, ha solo distrutto la mia collezione di libri sulla magia egizia!"
"Scusatemi! Io..."
I due uomini si voltarono verso di lei nello stesso momento facendola diventare piccola piccola.
"É chiaro che qui non mi vogliate ed é anche chiaro che non possiate aiutarmi. Ora, come faccio a tornare a casa?"
"No, Astrea! Ho giurato di darti una mano e farò tutto il possibile. Ci siamo marchiati, ricordi?"
"In che senso marchiati? Alexander, credo che tu mi debba delle spiegazioni!" sbraitò lo stregone fissando Alec come se volesse strozzarlo col pensiero.
"Magnus! Abbiamo fatto un patto e lo abbiamo suggellato con una runa. Cosa vai a pensare?"
Il Nascosto sembrò offeso ma immediatamente i suoi occhi furono sulla nuova ragazza.
"A quanto pare ti dovremo ospitare, perciò é bene ricominciare da capo. Io sono Magnus Bane, Sommo Stregone di Brooklyn." l'uomo le porse la mano con un sorriso felino e dalle sue dita fuoriuscivano scintille azzurre. Astrea ricambiò la stretta e si sentì pizzicare il braccio dalla magia del Nascosto.
"Sono Astrea."
"Benvenuta nella nostra umile dimora, Astrea."
La ragazza si sentì in imbarazzo e si limitò ad annuire, poi guardò nuovamente Alec.
"Da dove partiamo?" prima che Alec potesse rispondere, Magnus afferrò il braccio della giovane cacciatrice e la fece accomodare sul lussuoso divano di velluto verde.
"Ora devi raccontarci la tua storia. Almeno questo ce lo devi."
"Ehm...io..."
"Tranquilla, se non te la senti non importa." intervenne Lightwood sedendosi accanto a lei e posandole una mano sulla spalla.
"Per lo meno, dicci come possiamo esserti d'aiuto." propose Magnus, ora la sua espressione si era addolcita e non incuteva timore come prima. Con uno scocco di dita apparvero tre tazze di camomilla sul tavolino. Astrea ne bevve un sorso e prese a parlare.
"Un anno fa il mio parabatai, Thomas, é scomparso. Ci saremmo dovuti incontrare quel pomeriggio per allenarci come sempre, io lo aspettavo in biblioteca dove ci eravamo dati appuntamento. Che qualcosa non andasse bene mi era già chiaro: era in ritardo di un'ora e lui non è mai in ritardo. Odia i ritardatari. Non ci ho dato molto peso perché sapevo che sua zia Angela era sua ospite e pensavo che sicuramente lo aveva intrattenuto con le chiacchiere sui suoi gatti. Dopo due ore, però, un brutto presentimento si é abbattuto su di me, così sono uscita per raggiungere casa sua e assicurarmi che andasse tutto bene. Quando sono arrivata, la porta era spalancata e all'interno era tutto a soqquadro: qualcuno aveva rovistato in cerca di qualcosa. Corsi in camera di Thomas ma lui non c'era, sul suo letto campeggiava un foglio che mi ordinava di non cercare il mio parabatai altrimenti l'avrei pagata cara."
"E Angela?"
"Nei giorni successivi ho cercato sua zia dappertutto senza risultati. Scoprì una settimana dopo che aveva lasciato Lisbona in fretta e furia. Ovviamente mi sembrava strano che non fosse alla disperata ricerca del suo unico nipote, così decisi di avvertire i genitori di Thomas ma non hanno mai risposto alle mie chiamate. Ho cominciato a cercarlo da sola e stasera ho scoperto che é il soggiogato di Katia, capo-clan di Vampiri a Mosca."
La voce di Astrea ora era più incrinata e mandò giù un altro sorso di camomilla calda nella speranza di sciogliere il nodo alla gola che le provocava raccontare quella storia. Magnus ed Alec si scambiarono un'occhiata furtiva e poi lo Stregone si sentì in dovere di prendere la parola.
"Faremo tutto il possibile per aiutarti, cara. La notizia spiacevole é che dovrai fare affidamento solo su di me e Alec, i nostri amici non ci possono dare una mano perché sono in viaggio per una missione diplomatica."
Alec, allo scuro di tutto, si alzò con uno scatto e allargò le braccia in segno di disapprovazione.
"Quando pensavano di dirmelo che era oggi il giorno della partenza?"
"Oh tesoro mio, sai che recarsi ad Idris fa sempre parte di una missione segreta. Jace e Izzy non potevano dirtelo perché é stato loro impedito dal Clave."
"Tranquilli, voi due andrete benissimo. Voi dovrete solo aiutarmi a trovare il covo di Katia e un modo per avvicinarla, il resto é compito mio. Alec me lo ha giurato."
Il Cacciatore si ritrovò ad annuire.
"Bene, chiarito questo direi che é ora di cena. Max e Rafe saranno affamati." disse Magnus con un sorriso raggiante mentre si dirigeva in cucina.
"Chi sono Max e Rafe?" domandò Astrea ma Alec non ebbe il tempo di rispondere perché bussarono alla porta. Quando questa fu aperta Astrea poté scorgere tre figure: due bambini, uno dalla pelle blu e l'altro dalla carnagione normale e due occhi azzurri, e un ragazzo con gli occhiali con indosso una maglia di Star Wars.
"Astrea, ti presento Max e Rafe. Oh lui è Simon, il fidanzato di mia sorella Isabelle."
I piccoletti corsero in casa e raggiunsero Magnus mentre Alec stringeva la mano del mondano.
"Tu sei...?" chiese Simon.
"Sono Astrea Monteverde, sono una..."
"Shadowhunters, é una di noi." aggiunse Alec con un sorriso.
"Vorrei restare ma mia madre ha insistito per una cena, perciò devo andare. Piacere di averti conosciuto Astrea!"
La porta si chiuse alle spalle di Alec e delle risate riempirono l'appartamento. C'è aria di felicità, pensò Astrea. Qualche istante dopo Magnus e i due bambini tornarono in salotto per annunciare che la cena era pronta.
"Io ho famissima!" urlò il piccoletto dalla pelle blu mentre trascinava suo fratello verso il tavolo.
"Okay, non sto capendo. I figli di chi sono? Sono i tuoi, Alec?" disse la ragazza con gli occhi strabuzzati e le dita puntate in direzione dei bambini. Magnus rise e poi invitò la nuova arrivata a prendere posto.
"I figli sono miei e di Alexander." rispose lo Stregone versandosi nel bicchiere due dita di vino rosso.
"Voi due state insieme?! Non fraintendete, ma Alec non sembra il tipo..."
"Non sembra il tipo che sta con un uomo?" incalzò nuovamente Magnus, chiaramente offeso dalle parole delle ragazza.
"Non intendevo questo. Non c'è nulla di male nel vivere felicemente la propria essenza, Magnus. Mi sembra strano che un tipo semplice come Alec stia con una personalità eccentrica e...magica come te. Non volevo offendere."
"Certo che non volevi offendere, Astrea. Tranquilla." il Cacciatore le diede una pacca sulla spalla e le sorrise.
"Beh anche noi dopo anni non capiamo perché due persone tanto diverse si amino." disse Magnus con calma, fissando il liquido rossastro della bottiglia dinnanzi a sé.
"Si percepisce aria di casa e felicità qui. Era una sensazione che non provavo da tempo. Scusatemi." Astrea lasciò la stanza e uscì in terrazza, sentiva che da un momento all'altro le lacrime sarebbero venute fuori. Il buio aveva inghiottito quello che restava del sole, miriadi di stelle puntellavano il cielo e l'aria sapeva di smog e magia.
"Ritengo che questa sia la vista migliore di tutta la città." la voce pacata di Alec la sorprese, si voltò e lo vide poggiato alla ringhiera a pochi centimetri.
"Mi dispiace per prima, non volevo sembrare maleducata."
"Non dirlo neanche. Magnus tende sempre ad essere sulla difensiva. Sai, non é stato facile per noi ammettere la nostra relazione e adottare dei figli."
"Sono davvero contenta per voi, siete stati coraggiosi."
"É la prima cosa carina che dici." scherzò Alec facendo ridere la ragazza.
"Non ti ci abituare, Lightwood."
"Che ne dici di rientrare? La cena si fredda."
 
 
 
"Mi stai dicendo che sai far ruotare in aria i cuscini?"
Dopo cena Max e Rafe avevano trascinato Astrea in salotto entusiasti all'idea di poter giocare con qualcuno che non fossero gli zii e i loro genitori.
"Certo che sì! Forza, Max, falle vedere cosa sai fare." rispose Rafe con l'atteggiamento di sfida tipico degli Shadowhunters. Il piccolo stregone mosse le dita e i cuscini levitarono sopra le loro teste mentre scintille color oro si liberavano. Magnus, che li stava fissando da lontano, sorrise e pensò a quanto fosse fortunato.
"Allora? Cosa ne pensi?" gli sussurrò Alec non appena gli si affiancò.
"Beh devo dire che la magia con i cus..."
"Parlo di Astrea."
"Ah! Che dirti, Alexander, é una ragazza sola e molto triste. Leggo nei suoi occhi un profondo dolore che va oltre la sola scomparsa del suo parabatai, é ovvio che ci sia dell'altro. Per esempio, dove sono i suoi genitori? E le sue armi? Ha pochi marchi e io suo stilo sembra nuovo di zecca."
"Smettila di essere così sospettoso. La verità é che non si identifica come una Shadowhunters, non stima la nostra razza. Ci detesta. Mi ha detto che il nostro sistema é corrotto perché riteniamo che li vita di un ragazzo non valga il rischio, si riferiva a Thomas."
All'improvviso un rumore di vetri che esplodono riecheggiò nella stanza e calò il silenzio. Un cuscino si era abbattuto su una lampada riducendola in mille pezzi.
"Scusate..." esordì Max nascondendosi tra le braccia di Astrea. La ragazza sorrise e strinse le mani del piccolo stregone.
"Ho sempre odiato quella lampada." disse semplicemente Magnus mentre muoveva le mani per rimuovere i pezzi di vetro per evitare che qualcuno si facesse male.
"Io credo sia ora di andare a dormire. Domani Rafe ha gli allenamenti e noi dobbiamo metterci di impegno per aiutare Astrea." i bambini protestarono all'ordine di Alec ma subito lo seguirono come se fosse scattata in loro una molla. Magnus prese posto accanto ad Astrea e la osservò, un po' gli ricordava Alec: smarrita, dura, chiusa in sé stessa e con un grande peso sul cuore.
"Perché mi fissi?!"
"Stavo notando il colore dei tuoi capelli, é inusuale per i Nephilim tingersi. Perché hai scelto questa sfumatura metallica?"
Astrea si portò immediatamente le dita sulle punte dei capelli e li accarezzò.
"Volevo tingermi i capelli e Thomas mi disse che questo colore avrebbe risaltato i miei occhi, così ora ho i capelli color argento. É strano, lo so!"
Sembrava una bambina nella sua felpa consumata e troppo grande per la sua esile figura, gli occhi tristi e le unghie mangiucchiate.
"Thomas aveva ragione, questo colore ravviva il tuo sguardo. E poi non credo sia strano, voglio dire, hai visto i miei capelli? Sono sempre pieni di glitter!"
La ragazza annuì e rise insieme al Nascosto.
"Che avete voi due da ridere?" la voce di Alec li interruppe, si voltarono verso di lui e sorrisero.
"Geloso, Alexander?"
Ora Magnus e Alec erano a pochi passi di distanza, era evidente la complicità e l'amore che li univa.
"Sempre." rispose lo Shadowhunter schioccando un bacio sulla guancia dello Stregone, che rimase stupito dal gesto spontaneo del suo compagno davanti a qualcuno.
"Io vado a dare la buonanotte alle due pesti. Fiorellino, aiuta la nostra ospite a sistemarsi per la notte. Riposati, Astrea, domani ci aspetta una giornata intensa."
"Buonanotte, Stregone."
Stranamente Magnus non si offese a quell'epiteto, anzi le regalò un sorriso divertito e poi sparì nel corridoio che conduceva alle camere da letto.
"Dove dormo?"
"Per stanotte dovrai accontentarti del divano, poi vedremo come sistemarti meglio. Ti vado a prendere qualche coperta."
Astrea, rimasta sola, si sfilò gli anfibi usurati, si tolse la felpa e l'attaccò all'appendino accanto alla porta. Quando Alec tornò, aveva in mano due coperte e un cuscino e li disposero al meglio.
"Alec..."
"Sogni d'oro, Astrea."
Quando le luci si spensero e tutti furono a letto, Astrea si rannicchiò sotto la coperta e chiuse gli occhi nella speranza di riposare meglio rispetto agli ultimi mesi.

(Astrea as Jade Thirlwall)
 
 
 
Salve a tutti!
Questo é il primo capitolo della storia e spero vi abbia incuriositi.
Tenterò di pubblicare ogni domenica, sperando vivamente di farcela.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo inizio.
Alla prossima.
Baci :)
  
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