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Autore: Nene_92    17/07/2016    12 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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29 - L'attacco

Vi avviso subito: quasi nessun personaggio comparirà nel capitolo, che sarà molto Eleonore-centrico, sorry. XD

Ps: cito testualmente quanto già scritto nelle note del capitolo 25 'Il disegno' perchè non voglio storie:
non saranno importanti i "ma io ho sempre recensito" oppure eventuali "stai punendo il mio personaggio perchè non mi sono fatto sentire?". La storia era stata elaborata così dall'inizio. Io ho avvisato dal primo capitolo: se volevate la fiabetta della Disney non vi iscrivevate. Quindi se a qualcuno non andranno giù le morti del proprio personaggio da qui in avanti 'affari suoi'.

ps: io l'ho messo come avvertimento generale alla storia, ma non si sa mai: il capitolo ha contenuti forti.

Buona lettura(?)!

- L'attacco - 

Sabato 5 Aprile 2021, Hogwarts



"Quindi cosa vuoi fare? Far fuori il ragazzo?" 

"Non mi tentare! Sarebbe divertente ma no. Priviamola dei suoi amici. E quando sarà completamente sola, colpiremo."
Cap 25, Il disegno

La collana di Gabriela aveva un ciondolo molto particolare, a forma di stella, che si illuminava ogni volta che stava per arrivare un pericolo.
Cap 2, Un arrivo molto movimentato

Diamante guardò il foglio sconvolta, dove un volto stava assumendo sembianze a lei ben note, ripetuto più e più volte. Accanto ad ogni ritratto, lampeggiavano le lettere G ed M, unite alla parola MORTE.
Cap 7, Visioni


Gabriela stava camminando per uno dei corridoi deserti del Castello, quando avvertì una presenza alle sue spalle.
Si voltò di scatto, ma non vide nulla. Così si rigirò. Trovando davanti a lei all'improvviso una persona che conosceva benissimo. Fece un balzo all'indietro, portando una mano al petto.
"Oh scusa. Ti ho spaventata?" Chiese la figura con tono innocente.
Cercando di calmare il battito accelerato, la Grifondoro fece due profondi respiri per incamerare aria. "Giusto un po', ma solo perchè avevo sentito un rumore e..."
Un sorriso angelico sbucò sul volto di chi aveva di fronte. "Probabilmente sarà stato un ratto. Ce ne sono talmente tanti qui."
"E' molto probabile." Concesse la Elternteil. "Cosa ci fai qui comunque? E' molto presto per andare in giro." Cambiò poi discorso.

Non sapeva perchè, ma c'era qualcosa in quella situazione familiare che la metteva a disagio.
Il suo istinto le urlava di scappare.
E a conferma notò che anche la sua collana si era illuminata all'improvviso.

"Dobbiamo andare via di qui." Cambiò così bruscamente discorso, cercando di afferrare il polso della persona davanti a lei. "Non so cosa stia succedendo, ma siamo in pericolo."
"Forse tu." Si oppose liberandosi con uno strattone. Poi sbuffò infastidita. "Mi ero dimenticata di quella stupida collana. Diffindo! Accio! Confrigo." Disse gli incantesimi con una tale velocità che Gabriela fece fatica a distinguerli. Sapeva solo una cosa: era paralizzata dal terrore.

Perchè lo stava facendo? Perchè?


Con i frammenti della collana in mano, la persona mosse un passo verso di lei. "Ecco, adesso non abbiamo più scocciature."
E con un movimento della bacchetta respinse senza sforzo l'attacco che Gabriela aveva provato a spedirle contro, scoppiando a ridere. "Sei ridicola." La derise. "E i tuoi poteri sono inutili: io li ammazzo quelli come te. Come puoi anche solo pensare di contrastarmi?"

Ormai terrorizzata - non capiva più nulla di ciò che stava succedendo, se non il fatto che era in pericolo - la Grifondoro giocò l'ultima carta che aveva in mano. La fuga.
Arrivò fino a metà corridoio gridando aiuto prima di essere sbalzata indietro da una forza invisibile, che la sbattè a terra violentemente, mozzandole il respiro.
"Mai sentito parlare delle anerkengunn?" Domandò l'altra con voce ironica. "Sono barriere che riescono a distinguere i purosangue da tutti gli altri, decidendo chi far passare. E tu, mia cara, sei un completo abominio. Mezzosangue e Sondereith. Non meriti di passare. Così come non meriti minimamente di vivere. Crucio."
Davanti alle lacrime della ragazza, che nel frattempo aveva bloccato a terra con incantesimo non verbale, aumentò solo il volume della risata. Le puntò la bacchetta contro, pronunciando una formula che in pochissimi conoscevano.
"Kreuzfolter."

Poi, dopo aver obliviato la memoria della Grifondoro - che era ormai preda di violentissimi spasmi a causa della maledizione - rimosse con un cenno della mano la barriera che fino a poco prima bloccava il passaggio. E se ne andò.

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"Elly, ti prego. Dammi un'altra possibilità! Dimmi cosa devo fare! Qualsiasi cosa, qualsiasi! Sono disposto a tutto."
Daniel, Cap 24: Un giorno di lezioni quasi normale



Eleonore si svegliò presto quella mattina, ritrovandosi avvolta nell'abbraccio di Daniel.
Ci avevano messo poco a riprendere le loro vecchie abitudini. Almeno lì dentro.
La Corvonero era innamorata, certo, ma non stupida. Quella riappacificazione non aveva cambiato le cose. Per nulla.
Fuori da lì non c'erano solo i Dempiries. C'era anche un pazzo scatenato che avrebbe fatto di tutto per riunificare la famiglia Grimm ... a suo modo. E lei era terrorizzata da quel 'suo modo'.

Ormai avvertiva la presenza di Jakob Grimm ovunque.

Era quasi come se fosse presente nella scuola... ed era convinta che non fossero affatto sue paranoie, come invece aveva cercato di suggerirle Lex.
Era una cosa che si sentiva sin dentro alle ossa. Era abituata ad avvertire il pericolo.
Per quello aveva letteralmente implorato Daniel di non far sapere a nessuno della loro riappacificazione.
Agli occhi di tutti si sarebbero dati una calmata solo come conseguenza delle minacce della Preside.
Non si sentiva tranquilla e molte notti le passava ad agitarsi continuamente nel letto, incapace di prendere sonno. 
Incredibilmente, il Tassorosso non aveva fatto storie, non si era apposto a questa sua richiesta.

Così come non le aveva chiesto nulla di quella fatidica giornata di fine gennaio che era stata alla base del loro litigio. Oppure dove si recasse così spesso il venerdì sera - usando i cristalli - e allontanandosi dal territorio della scuola. La sera prima si era semplicemente limitato ad aspettarla sul divano, sempre senza fare domande.
Sembrava voler tenere fede alla supplica che le aveva rivolto. Qualsiasi cosa. Appena sfioravano l'argomento 'Grimm' cambiava discorso alla velocità della luce.

"Mi ami Eleonore?"
"Sì."
"Allora non voglio sapere altro."

Sapevano entrambi che la situazione così com'era non sarebbe potuta durare per sempre. Che era un qualcosa di totalmente precario e instabile, che sarebbe bastato un nulla per far crollare tutto di nuovo.
Ma nessuno dei due vedeva delle vere alternative all'orizzonte. Non di quelle che potessero accordare entrambi. Soprattutto lei.
'Paranoica' Le risuonò per l'ennesima volta in testa la voce di Lex. 'Fino a pochi mesi fa non ti facevi di questi problemi sulla tua famiglia. Che cos'è cambiato?'
'Fino a pochi mesi fa erano in Germania e mi sembravano alquanto lontani. Con il loro arrivo a Natale è cambiato tutto.'

No, non voleva pensarci di nuovo. Si era già fatta troppe volte quel discorso in testa.

Aveva bisogno di distrarsi.

Si girò così verso il ragazzo che continuava a dormire tranquillo al suo fianco - beato lui! - e con una mano recuperò una piuma sfuggita al cuscino. Con un sorriso divertito, andò a solleticargli prima la punta del naso e poi l'attaccatura dei capelli.
A differenza del proprietario, che la mattina aveva i tempi di reazione di un orso in letargo, le parti del corpo solleticate reagirono subito allo stimolo. I capelli cambiarono colore, passando dal biondo al rosso e il naso cambiò forma e si ingrandì.
Eleonore non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, finendo per svegliarlo del tutto. Il ragazzo sorrise e la attirò ancora di più verso di sè per baciarla. "E' bello vederti allegra di prima mattina. Vorrei fossi sempre così." Le sussurrò accarezzandole uno zigomo.
"Magari... se tu tramutassi la tua faccia in quella di un ornitorinco..." Lo incalzò scherzosamente lei, circondandogli il collo con le braccia.
"Così?" Chiese lui tramutandola invece in quella di un criceto gigante.
"Che cretino!" Lo prese in giro lei ridacchiando.
"Allora così?" Domandò di nuovo lui, trasformandola in quella di un rospo. "Per tornare alla mia forma normale mi devi baciare però, se no non funziona!"
E lei l'avrebbe anche fatto, se una figura argentata non fosse schizzata nella stanza interrompendoli.

Un alano enorme.
Gretel.
"Elly, corridoio del quinto piano. Gabriela attaccata. Kreuzfolter. Sto facendo di tutto per tenerla stabile. Corri!"

Alla voce agitatissima - quasi isterica - della sorella che pronunciava quelle parole, la Corvonero impallidì. "No, no, no!"
Si alzò di scatto e si precipitò nella sua stanza, da dove tirò fuori alla massima velocità dei sacchetti di pelle e altri strumenti che Daniel - che l'aveva seguita altrettanto velocemente - non conosceva.
"Dan" Lo riscosse lei mentre con un colpo di bacchetta si trasfigurava i vestiti e con un altro radunava tutto il materiale in una borsa "Chiama un Grimm, il primo disponibile, e di' che è un'urgenza. Usa i cristalli."
Poi si precipitò fuori.

 


Quando arrivò sul posto trovò m
olti studenti che intasavano il corridoio, probabilmente attirati dalle urla.
"FATE LARGO!" Urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Immediatamente molti si scansarono per farla passare, aprendo così un varco verso sua sorella e Gabriela.


Capì a colpo d'occhio quanto critica fosse la situazione. Con una scivolata, si inginocchiò per terra, dove la sua amica d'infanzia era ormai preda di vere e proprie contorsioni e urlava come una forsennata a causa del dolore.
Dalla borsa estrasse un sacchettino che le depositò sulla fronte, iniziando a borbottare strane formule in una lingua sconosciuta. Immediatamente la Grifondoro sembrò calmarsi leggermente, ma Eleonore continuò imperterrita.

Magari fosse bastato così poco per contrastare quella maledizione!

Pochi minuti dopo, per lo stesso varco che aveva usato lei, passò anche Robert. "Che diamine...?"
"Kreuzfolter." Gli rispose Gretel ancora prima che finisse di formulare la domanda. Sua sorella non poteva interrompere in alcun modo la cantilena che aveva iniziato, o Gabriela non avrebbe avuto alcuna chance di sopravvivere. A momenti neanche respirava, per paura di interrompere il lieve contatto che era riuscita a creare.
L'imprecazione che seguì da parte del professore fece capire a tutti quanto la situazione fosse davvero grave.
Senza perdere tempo, l'uomo si unì alle due. "Ditemi cosa posso fare per aiutarvi."
"Disperdere la folla: il chiacchericcio deconcentra." Rispose la più piccola, mentre sbriciolava delle foglie stranissime - che aveva recuperato dalla borsa della Corvonero - dentro ad una ciotola e poi iniziava a schiacciarle e tritarle con un pestello. Quando la mistura raggiunse la densità giusta, le passò alla sorella, che cominciò a spargerle per il volto di Gabriela disegnando strani ghirigori - tutto questo senza mai smettere di recitare la sua cantilena.

Uno sbuffo dorato fuoriuscì all'improvviso dal corpo a terra della Grifondoro, facendo sobbalzare tutti i presenti, che nel frattempo avevano iniziato ad allontanarsi sotto minaccia del professore.
Subito dopo il corpo di Gabriela si sollevò a mezz'aria, iniziando a girare su se stesso sempre più velocemente. E a quanto pare quella cosa non era prevista, perchè tutti i presenti nel corridoio poterono udire chiaramente il "No!" disperato di Eleonore, che non potè far altro che assistere impotente alla scena.


"Retlozuerk" Risuonò ad un certo punto una voce sconosciuta.
Il corpo di Gabriela venne raggiunto da un fascio azzurro e smise immediatamente di girare, tornando dolcemente a terra.
In mezzo al corridoio, con la bacchetta e gli occhi puntati addosso alla Grifondoro, c'era un ragazzo quasi a tutti sconosciuto.

Erik Grimm.
Per un attimo, fece vagare gli occhi chiari intorno a sè, poi, tre secondi dopo, era a sua volta inginocchiato vicino alle tre e senza chiedere nulla aveva iniziato a rovistare nella borsa di Eleonore.

"Hai messo anche un catalizzatore qui dentro, da qualche parte?" Domandò alla ragazza, con un forte accento tedesco.
La Corvonero, che aveva appena ricominciato a pronunciare la cantilena, annuì.
"Bene, perchè è venuto il momento di usarlo." Continuò lui estraendolo dalla sacca.
"Erik... no!" Provò a dissuaderlo Gretel mentre sgranava gli occhi.
"Volete dare una chance alla vostra amica oppure no?" Ribattè però a tono lui.
"Non vorrei neanch'io, ma la maledizione è troppo estesa." Cercò di spiegare "E ogni secondo che passa è un secondo che le togliete."

Passò un millesimo di secondo, in cui Eleonore alzò le iridi chiare verso il cugino.
Momento nel quale Gabriela iniziò a tossire e sputare sangue.
E fu quello a convincere la Corvonero ad annuire. Non avevano tempo. "Fallo."

Erik prese lo strumento tra le mani per attivarlo ma un'altra voce lo interruppe. "Non ti azzardare a toccare mia sorella!"
Un attimo di sconcerto, poi Eleonore si alzò di scatto in piedi. Per inchiodare Francisco alla parete. "Lascialo fare Fran. Sa cosa sta facendo."
"Certo che lo sa! Vuole uccidere mia sorella!" Urlò lui mentre cercava di forzare la presa della ragazza, senza però riuscirci. "E tu glielo stai permettendo!" Continuò a gridare, agitandosi sempre di più e iniziando ad usare i suoi poteri su di lei.
"Fran ti prego, calmati!" Cercò di farlo ragionare.
"Da quando sei passata dalla loro parte? Da quando sei diventata una vera Grimm?" Iniziò ad accusarla lui. "Da quando vuoi ucciderci?"
"Stiamo cercando di salvarla non di ucciderla!" Tentò di spiegare la Corvonero, mentre si limitava a parare i colpi.
"E allora perchè la state dissanguando?"

E poteva sembrare davvero così ad un occhio esterno.
Nel momento in cui il catalizzatore era stato appoggiato su Gabriela, dal suo corpo avevano iniziato ad aprirsi ferite sempre più estese, dalle quali uscivano copiosi rivoli di sangue. Che appena sfioravano il pavimento diventavano neri, prima di sparire evaporando.


Ormai tutti i presenti in corridoio non sapevano più dove guardare, nè cosa fare. E anche i professori accorsi nel frattempo erano paralizzati.

Da una parte c'erano Gretel ed Erik Grimm con quello strano aggeggio e dall'altra Francisco ed Eleonore che stavano ormai lottando in mezzo al corridoio. O meglio, lui stava furiosamente attaccando la ragazza e lei tentava di difendersi senza colpirlo, cercando al contempo di non farlo avanzare verso la meta dal Grifondoro tanto agognata. Sua sorella.

La Corvonero capì che non c'era soluzione: in quel momento era impossibile ragionare con Francisco Suarez.
Per quello si mosse velocemente colpendolo alla gola, mozzandogli il fiato e facendolo cadere a terra.

Tre secondi dopo venne però sbattuta violentemente contro il muro da Federica, intervenuta non appena aveva visto il fidanzato in difficoltà.
"
Vuoi ucciderci tutti?" Le domandò con un ringhio, prima di tirarle un pugno, che però prese in pieno la parete, crepandola. Eleonore si era velocemente scansata. E con un gesto della mano - sfruttando la magia - aveva creato una piccola onda d'urto che aveva buttato la mezza vampira al suolo.

Non voleva far loro del male, ma non aveva altra scelta. Doveva metterli fuori gioco finchè erano entrambi in difficoltà o sarebbero stati loro a mettere fuori gioco lei.
Per questo approfittò del momento per stringere lentamente la mano destra a pugno, alzandola verso l'alto.
"Traditrice." Boccheggiò
il ragazzo tossendo, portandosi le mani alla gola, a specchio con ciò che stava facendo anche Federica. Li stava soffocando. Poi entrambi crollarono a terra svenuti.

"Qualcuno li porti in infermeria per favore." Fu il commento della ragazza, prima di girargli le spalle e ritornare da suo cugino e sua sorella.

Nessuno osò più avvicinarsi.

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"Perchè lui?"
Eleonore si girò di scatto verso la Preside, comparsa all'improvviso di fianco a lei in infermeria. O forse non l'aveva semplicemente percepita arrivare. Era esausta. "Mi scusi?"

La Corvonero, da quando erano riusciti a stabilizzare la situazione, aveva seguito i gemelli Suarez e Federica in infermeria. Per non staccarsene neanche per l'ora di cena. Gretel, dopo aver provato a convincerla inutilmente a farlo, le aveva portato un panino, che però lei non aveva neanche toccato. Aveva lo stomaco sottosopra. E si sentiva tremendamente in colpa.

"Tuo cugino Erik. Perchè l'hai chiamato?" Specificò la donna. "Come faccio a sapere che non ha ragione Francisco?"
La ragazza fece un enorme respiro prima di rispondere. "Per quanto riguarda il perchè ho chiamato Erik, è presto detto: la maledizione che è stata lanciata su Gabriela, la kreuzfolter, è stata inventata da mio padre... e perfezionata da Erik.  Purtroppo però non posso darle motivazioni valide sul perchè Francisco ha torto. Può solo decidere se fidarsi oppure no." Spiegò tornando a girarsi verso Gabriela, che continuava a giacere sul letto pallida come un fantasma.

"Sopravvivrà almeno?" Domandò ancora la Preside.
La Corvonero, davanti a quella domanda, sentì la gola seccarsi. "Solo se riesce a passare la notte." Riuscì ad ammettere alla fine.
"Ma questo non dipende da me."

Nella mente della Corvonero risuonavano ancora le parole che Francisco - che si trovava a pochi passi di distanza ma che non era mai stato così lontano - le aveva rivolto solo poco prima, appena si era ripreso. "Spero per te che sopravviva. Non vorrei aver donato dieci anni della mia amicizia ad un'assassina."

Nascondendo la testa tra le mani e rannicchiandosi su se stessa, iniziò silenziosamente a piangere. Si sentiva uno schifo. E senza forze.





"Daniel?"
Il ragazzo, appoggiato alla porta dell'infermeria, si voltò verso Gretel. "Dimmi."
"Sono preoccupata per mia sorella. Non si stacca da lì da quando è arrivata." Spiegò la ragazzina. "E ci scommetto anche che è dalla cena di ieri sera che non mangia."
Lentamente, il ragazzo si ritrovò ad annuire. "Temo tu abbia ragione." Davanti allo sguardo insistente della ragazzina, si ritrovò a richiedere "Ma io cosa posso farci?"
"Non potresti provare a parlarci?" Tentò lei.
Il ragazzo si strinse le spalle "
Non ha ascoltato te, dubito ascolterà me. E' sempre stata molto testarda, lo sai. E poi noi due abbiamo rotto, ricordi?"
"Veramente so che vi siete riappacificati. Lei mi dice tutto." Lo contraddisse la Grifondoro riducendo la voce ad un sussurro. Il silenzio che ne seguì le fece capire di avere l'attenzione del ragazzo. "E comunque, al momento, non serve che le parli. Basterebbe molto meno." Con un cenno della testa, Gretel lo invitò a guardare verso sua sorella.
Il Tassorosso spostò così lo sguardo verso la Corvonero, la cui testa aveva iniziato a ciondolare. Si era appena addormentata.
"Mi basterebbe se riuscissi a farla dormire tranquilla. Si è addormentata, non sarà un problema per te trasportarla fino in camera no? Almeno dormirebbe normalmente, anzichè tutta storta e scomoda!" Cercò di convincerlo la Grifonforo quasi implorante. 
Daniel si agitò, incerto. Da una parte non poteva far altro che darle ragione. Ma dall'altra sapeva che se Eleonore si fosse svegliata durante il tragitto, probabilmente si sarebbe opposta. E probabilmente avrebbero finito per litigare di nuovo. Se avesse voluto muoversi da lì, lo avrebbe già fatto.
"I Dempiries, i Grimm a Natale, il litigio con te... e adesso questo! Non ne posso più di vederla così! E' esausta!" Continuò Gretel con tono sempre più accorato. "Non puoi lasciarla qui, mentre è così stanca, con le stesse persone che si professavano suoi amici e che poco fa le hanno dato dell'assassina!" Concluse lanciando un'occhiataccia a Francisco e Federica.
"Cosa?" Domandò a quel punto il ragazzo, sgranando gli occhi. "Cosa le hanno detto?"
"Probabilmente una frase dettata dalla rabbia, ma Francisco gliel'ha detta. Dopo che lei è quasi morta dissanguata ad ottobre per salvarlo. Bella riconoscenza!" Commentò lei piena di rabbia.
"D'accordo. La porto via." Si convinse lui, avvicinandosi per prenderla tra le braccia e poi dirigendosi verso l'uscita. Nel sonno, Eleonore si rannicchiò sul suo petto.
"Grazie. Io torno alla Torre. Buonanotte." Si congedò Gretel con un sorriso, incamminandosi verso l'altro lato del corridoio.

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Gabriela si svegliò di soprassalto in piena notte, sudata e con il fiatone.
Era come se avesse corso per miglia e miglia senza mai fermarsi, senza mai riprendere fiato.
Aveva un grandissimo mal di testa.
E la gola secca e arsa.
Aveva una gran sete.
E, con sua profonda inquietudine, provò ad aprir bocca, non riuscendo però ad articolare il minimo suono.
Cercò almeno di tirarsi su con la schiena, scoprendo però di non riuscire a fare neanche quello.
Era bloccata.

"Ciao Gaby." La salutò una voce nota. "Ti vedo un tantino in difficoltà. Permettimi di aiutarti."
La Grifondoro sbattè le palpebre, confusa, mentre una forza le premeva sulla spina dorsale costringendola a sollevare la schiena.
"Tuo fratello sta dormendo un sonno profondo, quindi non può aiutarti. Ed è inutile che provi ad attaccarmi. Sei priva di poteri magici, sia quelli normali che da Elternteil. Ti sono stati rimossi giusto stamattina con un catalizzatore. Naturalmente, chi lo stava facendo, pensava di agire per il tuo bene. Non poteva sapere che, così facendo, avrebbe firmato la tua condanna a morte. Certo, non mi aspettavo saresti riuscita a sopravvivere alla kreuzfolter, ma non ha importanza. Domattina, per chiunque, sarai morta proprio a causa di questa. E se tutto andrà nella migliore delle ipotesi, la colpa ricadrà proprio su Eleonore. Buonanotte per sempre, Gabriela Suarez. Avada kedavra."

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Mettete via i forconi, vi ho avvisato sin troppe volte! u.u 

Detto ciò vi ripropongo un po' di domandine (lo so che vi mancavano!) La risposta me la dovete mandare per MP entro venerdì 22:
1) passo direttamente alla scena successiva o volete introspezione psicologica per i vostri personaggi nel prossimo capitolo?
2) e nel caso come reagiscono i vostri OC a questa ennesima morte?


 
  
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