Note
dell’autrice: Finalmente ce l’ho fatta a postare. Chiedo scusa a tutti voi, ma
ho dovuto partecipare ad un concorso (tra l’altro ho vinto un viaggio a Istanbul
con questo) e mi ha tenuta impegnatissima (pensate che, in piena sessione, ho
dormito 7 ore in tre notti). Però, eccomi qua, tenace e pronta per:
L’ANGOLO
DELLE RECENSIONI:
HIKARY:
Beh, al massimo ce lo possiamo dividere XD XD. Sai che Matthew Gray Gubler ha
doppiato Alvin and the chipmunks? E’ un grande, io l’ho sempre detto. Sì,
Criminal è una serie stupenda, peccato che l’abbiano interrotta. Spero che tu ce
l’abbia fatta a riprendere un po’ di fiato prima di questo capitolo. Beh, ti
dirò che hai trovato la metafora laddove non avevo intenzione di metterla. Il
fatto è che sto riprendendo molto dal film e la frase di Corny è ripresa da
quello. Guarda, per quanto riguarda Webber ti considero una causa
persa.
Grazie
per la recensione, spero che il capitolo ti piaccia.
ASHLEY
SNAPE: Beh, non pensavo di essere a livello “adorazione”, comunque grazie.
Domanda: ti piace l’inglese? Se sì, fammelo sapere che ti do il link di un sito
pieno zeppo di fiction su Basil, duemila volte più belle della mia. Non è molto
strano che Basil e Rattigan siano “amici”, almeno a scuola, molte fiction li
fanno diventare acerrimi nemici proprio tra i banchi (sempre colpa della Società
Che Uccide Ogni Libero Alunno). Spero tanto che ci sia un due, ma non m’importa
se è innamorato o meno, mi basta che lo facciano. Buona lettura.
Bene,
finalmente si può cominciare. Cosa sarà successo? Se lo stanno domandando tutti
e… ho capito ho capito, basta ciacciare e via col capitolo.
Capitolo
10
“Finalmente
ci siamo eh? Al capolinea. Non puoi sfuggirmi Basil e questa volta per davvero.
Sai, non pensavo che Cornelia ti avrebbe abbandonato così, ma del resto, credo
di averla spaventata a morte. Non temere comunque. Quando tu non ci sarai più,
la prenderò con me e avrò cura di lei. ADDIO BASIL DI BAKER
STREET!!”
Dopo
queste parole sollevò l’arma e…..
CLANG!!!
Un
calice dorato atterrò vicino al piede di Rattigan e rotolò un po’ più in là. Lui
lo osservò un po’ incuriosito, con il pugnale, puntato al cuore di Basil, ancora
sospeso a mezz’aria.
Un
attimo dopo, sentì un dolore lancinante alla nuca e la prima cosa che vide,
voltandosi, fu il gemello del calice che poco prima gli era rotolato accanto,
cadere a terra con un tonfo, poi, alzando lo sguardo, vide Cornelia, il braccio
destro stretto al petto, che lo guardava con un’espressione di gioiosa
incredulità.
“Sei
stata tu?” le chiese, irato,massaggiandosi la parte offesa. La ragazza (che, se
era spaventata, non lo dava a vedere) parve riflettere un attimo e poi
rispose:
“Posso
dire a mia discolpa che volevo colpirti solo la prima volta, ma purtroppo,
essendo destrorsa, i miei tiri sinistri sono scarsi. Quando ti ho mancato mi
sono innervosita, ho tirato un calcio alla prima cosa che mi è capitata a tiro
e.. beh, il resto l’hai visto, o, meglio, sentito.”
Rattigan
era infuriatissimo: come osava colpirlo così, alle spalle e per di più per un
puro colpo di fortuna? Riuscì però a controllarsi, ricordandosi della preda
semisvenuta che si era prefisso di uccidere.
“Cara
mia” disse con una voce mielosa che fece rabbrividire Cornelia “se volevi la mia
attenzione non avevi che da chiedermelo. Finisco un attimo di sistemare questa
spina che mi attanaglia da sempre il fianco e sono subito da te.”
Poi
si voltò per infliggere il colpo di grazia al detective.
La
mente della ragazza cominciò a lavorare frenetica, alla ricerca di un altro
modo, più efficiente, per distrarre il ratto che si preparava a terminare la sua
opera. Una lampadina le si accese nella testa e, benché continuasse a ripetersi
che era una cosa veramente infima e meschina (ma, per l’amor del cielo,
un’offesa per una vita era un prezzo più che ragionevole) disse:
“Sai,
mi stavo dando dell’idiota per averti mancato al primo colpo.”
Rattigan
non si voltò a guardarla, ma drizzò un orecchio nella sua direzione.
“Insomma,
anche con un ‘tiro mancino ’ avrei dovuto colpire un ratto così grosso” proseguì lei
sottolineando con cura le ultime tre parole.
Il
pugnale calò e Basil, che si stava riprendendo proprio in quel momento, non poté
fare a meno di trattenere un urlo, quando la lama lo trafisse.
Cornelia
si portò le mani alla bocca, trattenendo il fiato e sbarrando gli occhi,
orripilata:
non
era possibile,
non
era successo.
Altre
lacrime amare stavano per uscirle dagli occhi (l’aveva appena ritrovato e già lo
stava perdendo), quando Rattigan estrasse il pugnale e lei vide Basil portarsi
una mano alla spalla sinistra sanguinante: il criminale l’aveva solo ferito, per
fortuna. Cornelia tirò un lungo sospiro di sollievo, ma la frase che Rattigan
disse due secondi dopo all’orecchio del detective la fece inspirare
bruscamente:
“Per
ora sei salvo, ma non preoccuparti, sistemo quella….. maleducata laggiù, che tu
hai così abilmente plagiata e torno. Chissà che non decida di farvi morire
insieme. Ti piacerebbe?”
Basil,
ancora con la mente un po’ annebbiata per la botta alla testa e per la ferita
appena riportata, cercò di socchiudere gli occhi per guardare in cagnesco il
nemico, che gli sorrideva spavaldo con i suoi denti gialli.
“Non….
osare.” riuscì a dire a mezza voce.
Il
ratto scoppiò a ridere.
“Ma
guardati, riesci a malapena a parlare e vorresti anche intimidirmi? Arriva un
momento nella vita in cui bisogna rendersi conto dei proprio limiti, caro mio,
ma pare che tu non ne voglia sapere. Comunque non voglio che tu ti riprenda
troppo presto, altrimenti la mia caccia rischia di durare troppo a
lungo.”
Detto
questo, sferrò un forte pugno a Basil che, già debole di per sé, perse
nuovamente conoscenza. Poi si voltò verso i suoi scagnozzi che ancora
trattenevano Topson e disse:
“Legatelo
bene e andate a dare una mano agli altri. Io mi occupo della
ragazza.”
‘Ahia,
andiamo bene ’ pensò Cornelia ‘se non mi chiama più per nome sono veramente nei
guai .‘
Intanto
Rattigan si stava avvicinando a lei, raccogliendo una spada da terra lungo il
tragitto.
‘Accidenti,
devo inventarmi qualcosa. Se non altro ho distolto la sua attenzione da Basil.
Speriamo che si riprenda in fretta sennò… è la fine.’
“Allora,
mia cara” cominciò Rattigan
minaccioso “penso di essere stato fin troppo paziente con te. Ti ho dato una
seconda chance e l’hai gettata al vento, colpendomi ed insultandomi per di
più.”
“Se
per seconda chance intendi farmi rapire da un ragno” rispose Cornelia, alzando
gli occhi al soffitto, solo per vedere Moriarty che stava osservando la scena
dall’alto e poi proseguendo “strapparmi dal palco, tentare di uccidermi
facendomi cadere nel vuoto beh… comprenderai che avevo i miei motivi per
rifiutare. Per quanto riguarda la maleducazione sono stata sincera: cos’è, la
verità fa male?”
‘Dannazione,
questo non lo dovevo dire ’ si disse, schiaffeggiandosi mentalmente.
La
reazione del ratto fu, infatti, terribile. Con un urlo tremendo si scagliò
contro la ragazza che riuscì appena in tempo a scansarlo, per poi cominciare a
correre a perdifiato con lui dietro.
Purtroppo,
se mai avete provato, correre con una mano sola, e per di più non fasciata, non
è per nulla semplice. E Rattigan era molto veloce, tanto che, in pochi secondi,
aveva raggiunto Cornelia, l’aveva presa per la gola e sbattuta contro la colonna
più vicina.
“Credevi
di riuscire ancora a sfuggirmi? Credevi di poterlo fare a lungo? Sei proprio
uguale a lui, sempre con l’idea di
poter riuscire a fare tutto” le sibilò a pochi centimetri dalla faccia “Beh,
pare che stavolta abbia vinto io, ma sarò buono, farò sì che la tua morte sia
dolce.”
“Cosa
vuoi fare?” chiese lei con un filo di voce, a causa della stretta sulla sua
gola.
“Speri
che ti faccia morire con lui? E’ questo che speri? Eh? Beh, potrei anche farlo,
ma di certo il colpo fatale te lo infliggerò qui, così non potrai più
contrastarmi. Penso anche che ti darò un bacio, ma sarà uno
d’addio.”
Con
queste parole, cominciò a baciarla con violenza mentre puntava la lama
all’addome di lei.
Cornelia
aveva già cominciato a farsi una ragione di quello che stava per accadere,
quando improvvisamente Rattigan si staccò da lei urlando dal dolore e
lasciandola cadere a terra.
La
ragazza tossì, cercando di riprendere un respiro regolare, ed osservò stupita la
scena che le si parava davanti: Rudyard, Owen e Lionel erano saltati addosso al
ratto, mentre Jerome gli tirava indietro la coda.
“RAGAZZI!!”
riuscì ad urlare.
“Avevi
ragione… Cornelia.” Riuscì a dirle Rudyard nella lotta.
“Non
avremmo… concluso… nulla standocene rintanati.. sotto il tavolo” aggiunse Owen
mentre cercava di bloccare un braccio di Rattigan.
“Così
abbiamo.. deciso.. di aiutarti.. come potevamo.” Rincarò Lionel, aggrappato al
collo del ratto.
“Forza,
corri dal tuo amico finché riusciamo a.. trattenerlo.” Soggiunse Jerome che,
mentre con un braccio tratteneva la coda di Rattigan, con l’altro si aggrappava
al gambo di uno dei tavoli, cercando disperatamente di non farsi sbalzare via
dallo scodinzolare furioso di quest’ultima.
“Grazie
mille, siete unici.” Disse lei, che intanto si era ripresa, e, alzatasi in
piedi, cominciò a tornare di corsa alla colonna dove era rimasto
Basil.
“COSA
FATE IDIOTI?!?! AAARGH, FERMATELA!!!!” gridò Rattigan e subito due scagnozzi si
pararono davanti a Cornelia con due randelli. La ragazza aspettò che i due
scagliassero i loro colpi, per poi abbassarsi rapidamente, facendo sì che i due
si colpissero a vicenda. Subito un altro brutto ceffo le si parò davanti, ma
lei, abbassandosi, gli sferrò un calcio alle caviglie, facendolo cadere a terra,
poi lo colpì con un pugno della mano sinistra, facendolo svenire.
Era
comunque troppo stancante fare così e allora decise di prendere la via lunga e
salì una rampa di scale proprio alla sua destra: la sua intenzione era quella di
raggiungere un’altra rampa, più vicina alla colonna dove si trovava il
detective.
Un
intero squadrone si gettò al suo inseguimento e lei, nella disperazione, vide un
pianoforte a coda, piuttosto malmesso, appoggiato da una parte. Con un certo
sforzo lo spinse fino all’orlo delle scale poi, dopo aver mormorato “Scusami” lo
scagliò giù contro i topi che, per scansarsi, dovettero saltare giù dalla
balaustra.
Vedendo
la strada libera d fronte a sé, riprese a correre quanto più velocemente
poteva.
Ad
un certo punto un topo le balzò alle spalle, afferrandole le braccia.
Lei
urlò e si dimenò, ma non sarebbe mai riuscita a scappare se una mano, che
stringeva una bottiglia, non fosse sbucata fuori da dietro un viso lì vicino,
colpendo la testa dell’aggressore.
Cornelia
si fermò un attimo per vedere chi l’avesse salvata e scorse, con stupore, la
regina.
“Vostra
Maestà, ma cosa…”
“Non
mi pare il momento per le spiegazioni figliola, e me ne devi tante. Forza,
correte da Sir Basil (*) e fate qualcosa.”
“Agli
ordini” rispose prontamente Cornelia e riprese a correre.
Finalmente
arrivò alla rampa agognata e, scesala in fretta, si affrettò prima di tutto a
slegare Topson, che era stato lasciato a terra dagli scagnozzi di Rattigan,
sapendo che, in quella situazione, era l’unico a poter fare qualcosa per aiutare
Basil.
“Cara
mia” disse lui non appena fu libero “Stai bene?”
“Sì,
abbastanza. Coraggio, non c’è tempo da perdere. Andiamo da..”
“ATTENTA!!”
Gridò Topson afferrandola per il polso destro e tirandola giù.
Il
dolore era stato fortissimo, ma Cornelia non ci aveva quasi fatto caso, vedendo
Jerome sbattere contro la colonna accanto alla quale poco prima stavano lei e
Topson, e rimanere lì: Rattigan si era liberato anche degli altri ragazzi, che
stavano distesi a terra, e si stava dirigendo verso di loro.
La
ragazza stava per correre da Basil quando notò una cosa strana: Jerome aveva gli
occhi semi-aperti, come se fosse sveglio, ed in effetti respirava normalmente.
Provò a toccarlo, ma non ci fu alcuna reazione.
“Topson,
che gli succede?”
Lui
la guardò e rispose:
“Mentre
venivi qui, Moriarty è sceso ed ha aiutato Rattigan a scappare, poi si è
dileguato di nuovo. Spero solo che non torni,”
“Va
bene, occupati di lui, mentre io vado da Basil.” Ordinò lei, per poi mettersi a
correre verso il detective, mentre Rattigan si avvicinava
inesorabilmente.
All’ultimo
secondo si tuffò a terra, si affiancò a Basil e cominciò a scuoterlo nella
speranza di svegliarlo. Quando vide che questo non provocava alcuna reazione,
frugò nelle sue tasche ne estrasse il revolver.
Immediatamente
si voltò, tenendolo in mano e puntandolo verso Rattigan che ormai era a meno di
due metri da loro.
Lui
si fermò all’istante, sorpreso. Poi sorrise:
“Tesoro,
non vorrai spararmi per davvero.” Le disse.
“Se
farai un altro passo sì, quindi non costringermi a farlo.”
“Non
ne avresti il coraggio.”
“Vogliamo
provare?”
Tra
i due cadde il silenzio. Passarono alcuni minuti, durante i quali i due
continuarono a guardarsi negli occhi, l’una con un’espressione decisa, l’altro
un po’ incerto.
Ad
un certo punto, però, gli occhi di Rattigan saettarono ad un punto imprecisato
alle spalle di lei, che però non si voltò, sapendo benissimo che poteva essere
un trucco.
Lui,
riportando lo sguardo su di lei, disse:
“Senti,
perché non proviamo a discuterne?”
“Discuterne?
Dopo tutto il male che mi ha fatto? E’ un po’ tardi, non ti pare?.”
“Lo
dico per il tuo bene. Non hai chance. Mi basta un piccolo gesto per
neutralizzarti.”
“Non
ti credo.”
“Davvero?”
“Davvero.”
“L’hai
voluto tu.”
Detto
questo, Rattigan fece schioccare le dita. Un dolore attraversò a schiena di
Cornelia che, per istinto, premette il grilletto.
Mentre
la vista le si annebbiava, vide Rattigan accasciarsi a terra, dolorante,
reggendosi un fianco. Poi, fu il buio.
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Basil
riprese lentamente conoscenza. La testa gli faceva un male tremendo e la spalla
gli pulsava senza poso.
Sbattendo
più volte le palpebre, riuscì finalmente a mettere a fuoco la vista e, con molta
cautela, si levò a sedere.
La
sala era praticamente distrutta. C’erano parecchi soldati a terra, alcuni di
essi gravemente feriti. I drappi erano stracciati, uno in particolare
congiungeva il pavimento al lampadario. I tavoli erano o rotti o rovesciati,
così come i vari elementi degli eleganti serviti da cena utilizzati.
Sembrava
che fosse passato un uragano e, più o meno, era stato così.
A
proposito: dov’era finito Rattigan? E Moriarty? E Topson? E….
Cornelia?
Il
suo sguardo vagò per tutta la sala, fino a soffermarsi su una figura interamente
vestita di bianco, con lunghi capelli ricci, che stava stesa a terra con gli
occhi semi-aperti.
“No..
no…” mormorò Basil trascinandosi verso il corpo (che, ormai l’avrete capito, era
quello di Cornelia) e lo prese tra le braccia, stringendolo forte.
Lacrime
amare gli scendevano sulle guance, mentre chinava la testa sulla fronte di
lei.
“Cornelia,
ti prego, rispondimi.” Singhiozzò “Non puoi essere morta, non puoi.”
“Ed
infatti non lo è.” Disse una voce alle sue spalle, facendolo leggermente
sobbalzare.
Voltandosi
vide il suo migliore amico.
“Topson,
stai.. stai bene?” chiese.
“Sì,
io sì, tu?”
“Solo
un po’ di mal di testa.” Disse Basil sospirando e riportando lo sguardo sul
volto di Cornelia. Mentre le scostava alcune ciocche di capelli dal viso
chiese:
“Se
non è morta, cosa le è successo?”
“La
storia è lunga e avrà tempo di raccontartela lei. Per farla breve si è fatta
inseguire da Rattigan, poi è tornata qui mentre lui veniva bloccato da quei suoi
amici artisti. Quando è riuscito a liberarsi, lei ha preso il tuo revolver e
gliel’ha puntato addosso. Sembrava che avesse la situazione sotto controllo, ma
Moriarty le è sbucato da dietro e l’ha colpita con il suo veleno paralizzante.
Come vedi, infatti, respira.“
Basil
guardò di nuovo la ragazza e si accorse che effettivamente
respirava.
“Ma…
allora Rattigan?”
“Lei
gli ha sparato di riflesso quando è stata colpita e l’ha beccato al fianco
destro. Non sembrava una bella ferita, perché sanguinava abbastanza
copiosamente. Comunque lui ha ordinato la ritirata e questo è successo circa
venti minuti fa.”
Il
detective non riusciva a crederci: era una storia che aveva dell’inverosimile.
Cornelia doveva essere stata veramente fantastica e, sicuramente, gli aveva
salvato la vita, cosa che lui non era stato in grado di fare.
“Oh
Topson, lei mi ha salvato, lei ha ferito Rattigan. Dove andrà a finire questo
mondo se le donne cominciano a far meglio degli uomini? Guarda, porta anche i….
PORTA I PANTALONI!?!?” esclamò poi vedendo cosa indossava la
ragazza.
“Eh
sì, ma questo è il caso che te lo faccia spiegare da lei. Coraggio, chiamo
na carrozza e torniamo a Baker Street dove potrò rimettervi in sesto
eh?”
“L’ho
già chiamata io.” disse un’imperiosa voce femminile.
Alzando
lo sguardo, i due videro la regina.
“Vostra
Maestà, vi ringrazio.” Si affrettò a dire Basil.
“Sa,
Sir Basil” aggiunse poi la regina “dopo quello che ha fatto questa ragazza
stasera, penso proprio che lei abbia trovato la sua degna compagna insieme al
dottor Topson naturalmente.”
“Troppo
gentile vostra Maestà.” Disse Topson alzandosi per baciare la mano
regale.
“Ora
forza, andatevene a casa e prendetevi un periodo di riposo. Tanto, con Rattigan
ferito, penso che potremo stare tranquilli per un po’. Arrivederci”
E
così il trio (Basil appoggiato a Topson e Cornelia in braccio ad una delle poche
guardie rimaste sane) furono scortati in carrozza e poi a Baker Street, dove
avrebbe avuto luogo la loro convalescenza.
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“Mi
ha sparato!! Mi ha sparato!!! Capisci? Mi ha sparato!!”
“Signore,
è ormai la decima volta che lo ripete, penso di aver capito ormai.”
Rattigan
(che si stava fasciando il fianco) e Moriarty stavano avendo una discussione nel
loro covo.
“Ah,
ma sono disposto a perdonarla. L’ha fatto per istinto, non certo perché lo
voleva fare.”
Il
ragno alzò gli occhi al cielo: quel tipo era proprio senza speranze.
“Ah,
ma aspetta che guarisca e vedrai cosa combino: ucciderò Basil e mi prenderò
Cornelia. Aspetta che guarisca…”
Rattigan
continuava a fantasticare e Moriarty colse l’occasione per andarsene
via.
“Aspetta
di vedere cosa combinerò io invece. Ah ah ah.” Disse tra i denti,
sghignazzando.
FINE
DEL CAPITOLO
Note:
(*) nel cartone, alla fine, la regina nomina cavalieri sia Basil che Topson, da
qui l'appellativo Sir.
Allora,
cosa ve n’è parso? E’ valsa la pena aspettare? Spero che vi sia
piaciuto.
A
presto
Bebbe5