Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: Bebbe5    22/04/2009    5 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’autrice: Finalmente ce l’ho fatta a postare. Chiedo scusa a tutti voi, ma ho dovuto partecipare ad un concorso (tra l’altro ho vinto un viaggio a Istanbul con questo) e mi ha tenuta impegnatissima (pensate che, in piena sessione, ho dormito 7 ore in tre notti). Però, eccomi qua, tenace e pronta per:

 

L’ANGOLO DELLE RECENSIONI:

 

HIKARY: Beh, al massimo ce lo possiamo dividere XD XD. Sai che Matthew Gray Gubler ha doppiato Alvin and the chipmunks? E’ un grande, io l’ho sempre detto. Sì, Criminal è una serie stupenda, peccato che l’abbiano interrotta. Spero che tu ce l’abbia fatta a riprendere un po’ di fiato prima di questo capitolo. Beh, ti dirò che hai trovato la metafora laddove non avevo intenzione di metterla. Il fatto è che sto riprendendo molto dal film e la frase di Corny è ripresa da quello. Guarda, per quanto riguarda Webber ti considero una causa persa.

Grazie per la recensione, spero che il capitolo ti piaccia.

 

ASHLEY SNAPE: Beh, non pensavo di essere a livello “adorazione”, comunque grazie. Domanda: ti piace l’inglese? Se sì, fammelo sapere che ti do il link di un sito pieno zeppo di fiction su Basil, duemila volte più belle della mia. Non è molto strano che Basil e Rattigan siano “amici”, almeno a scuola, molte fiction li fanno diventare acerrimi nemici proprio tra i banchi (sempre colpa della Società Che Uccide Ogni Libero Alunno). Spero tanto che ci sia un due, ma non m’importa se è innamorato o meno, mi basta che lo facciano. Buona lettura.

 

Bene, finalmente si può cominciare. Cosa sarà successo? Se lo stanno domandando tutti e… ho capito ho capito, basta ciacciare e via col capitolo.

 

Capitolo 10

 

“Finalmente ci siamo eh? Al capolinea. Non puoi sfuggirmi Basil e questa volta per davvero. Sai, non pensavo che Cornelia ti avrebbe abbandonato così, ma del resto, credo di averla spaventata a morte. Non temere comunque. Quando tu non ci sarai più, la prenderò con me e avrò cura di lei. ADDIO BASIL DI BAKER STREET!!”

Dopo queste parole sollevò l’arma e…..

 

CLANG!!!

 

Un calice dorato atterrò vicino al piede di Rattigan e rotolò un po’ più in là. Lui lo osservò un po’ incuriosito, con il pugnale, puntato al cuore di Basil, ancora sospeso a mezz’aria.

Un attimo dopo, sentì un dolore lancinante alla nuca e la prima cosa che vide, voltandosi, fu il gemello del calice che poco prima gli era rotolato accanto, cadere a terra con un tonfo, poi, alzando lo sguardo, vide Cornelia, il braccio destro stretto al petto, che lo guardava con un’espressione di gioiosa incredulità.

 

“Sei stata tu?” le chiese, irato,massaggiandosi la parte offesa. La ragazza (che, se era spaventata, non lo dava a vedere) parve riflettere un attimo e poi rispose:

 

“Posso dire a mia discolpa che volevo colpirti solo la prima volta, ma purtroppo, essendo destrorsa, i miei tiri sinistri sono scarsi. Quando ti ho mancato mi sono innervosita, ho tirato un calcio alla prima cosa che mi è capitata a tiro e.. beh, il resto l’hai visto, o, meglio, sentito.”

 

Rattigan era infuriatissimo: come osava colpirlo così, alle spalle e per di più per un puro colpo di fortuna? Riuscì però a controllarsi, ricordandosi della preda semisvenuta che si era prefisso di uccidere.

 

“Cara mia” disse con una voce mielosa che fece rabbrividire Cornelia “se volevi la mia attenzione non avevi che da chiedermelo. Finisco un attimo di sistemare questa spina che mi attanaglia da sempre il fianco e sono subito da te.”

Poi si voltò per infliggere il colpo di grazia al detective.

 

La mente della ragazza cominciò a lavorare frenetica, alla ricerca di un altro modo, più efficiente, per distrarre il ratto che si preparava a terminare la sua opera. Una lampadina le si accese nella testa e, benché continuasse a ripetersi che era una cosa veramente infima e meschina (ma, per l’amor del cielo, un’offesa per una vita era un prezzo più che ragionevole) disse:

 

“Sai, mi stavo dando dell’idiota per averti mancato al primo colpo.”

Rattigan non si voltò a guardarla, ma drizzò un orecchio nella sua direzione.

 

“Insomma, anche con un ‘tiro mancino ’ avrei dovuto colpire un ratto così grosso” proseguì lei sottolineando con cura le ultime tre parole.

 

Il pugnale calò e Basil, che si stava riprendendo proprio in quel momento, non poté fare a meno di trattenere un urlo, quando la lama lo trafisse.

 

Cornelia si portò le mani alla bocca, trattenendo il fiato e sbarrando gli occhi, orripilata:

 

non era possibile,

 

non era successo.

 

Altre lacrime amare stavano per uscirle dagli occhi (l’aveva appena ritrovato e già lo stava perdendo), quando Rattigan estrasse il pugnale e lei vide Basil portarsi una mano alla spalla sinistra sanguinante: il criminale l’aveva solo ferito, per fortuna. Cornelia tirò un lungo sospiro di sollievo, ma la frase che Rattigan disse due secondi dopo all’orecchio del detective la fece inspirare bruscamente:

 

“Per ora sei salvo, ma non preoccuparti, sistemo quella….. maleducata laggiù, che tu hai così abilmente plagiata e torno. Chissà che non decida di farvi morire insieme. Ti piacerebbe?”

 

Basil, ancora con la mente un po’ annebbiata per la botta alla testa e per la ferita appena riportata, cercò di socchiudere gli occhi per guardare in cagnesco il nemico, che gli sorrideva spavaldo con i suoi denti gialli.

 

“Non…. osare.” riuscì a dire a mezza voce.

 

Il ratto scoppiò a ridere.

“Ma guardati, riesci a malapena a parlare e vorresti anche intimidirmi? Arriva un momento nella vita in cui bisogna rendersi conto dei proprio limiti, caro mio, ma pare che tu non ne voglia sapere. Comunque non voglio che tu ti riprenda troppo presto, altrimenti la mia caccia rischia di durare troppo a lungo.”

 

Detto questo, sferrò un forte pugno a Basil che, già debole di per sé, perse nuovamente conoscenza. Poi si voltò verso i suoi scagnozzi che ancora trattenevano Topson e disse:

 

“Legatelo bene e andate a dare una mano agli altri. Io mi occupo della ragazza.”

 

‘Ahia, andiamo bene ’ pensò Cornelia ‘se non mi chiama più per nome sono veramente nei guai .‘

 

Intanto Rattigan si stava avvicinando a lei, raccogliendo una spada da terra lungo il tragitto.

 

‘Accidenti, devo inventarmi qualcosa. Se non altro ho distolto la sua attenzione da Basil. Speriamo che si riprenda in fretta sennò… è la fine.’

 

“Allora, mia cara” cominciò Rattigan minaccioso “penso di essere stato fin troppo paziente con te. Ti ho dato una seconda chance e l’hai gettata al vento, colpendomi ed insultandomi per di più.”

 

“Se per seconda chance intendi farmi rapire da un ragno” rispose Cornelia, alzando gli occhi al soffitto, solo per vedere Moriarty che stava osservando la scena dall’alto e poi proseguendo “strapparmi dal palco, tentare di uccidermi facendomi cadere nel vuoto beh… comprenderai che avevo i miei motivi per rifiutare. Per quanto riguarda la maleducazione sono stata sincera: cos’è, la verità fa male?”

‘Dannazione, questo non lo dovevo dire ’ si disse, schiaffeggiandosi mentalmente.

 

La reazione del ratto fu, infatti, terribile. Con un urlo tremendo si scagliò contro la ragazza che riuscì appena in tempo a scansarlo, per poi cominciare a correre a perdifiato con lui dietro.

Purtroppo, se mai avete provato, correre con una mano sola, e per di più non fasciata, non è per nulla semplice. E Rattigan era molto veloce, tanto che, in pochi secondi, aveva raggiunto Cornelia, l’aveva presa per la gola e sbattuta contro la colonna più vicina.

 

“Credevi di riuscire ancora a sfuggirmi? Credevi di poterlo fare a lungo? Sei proprio uguale a lui, sempre con l’idea di poter riuscire a fare tutto” le sibilò a pochi centimetri dalla faccia “Beh, pare che stavolta abbia vinto io, ma sarò buono, farò sì che la tua morte sia dolce.”

 

“Cosa vuoi fare?” chiese lei con un filo di voce, a causa della stretta sulla sua gola.

 

“Speri che ti faccia morire con lui? E’ questo che speri? Eh? Beh, potrei anche farlo, ma di certo il colpo fatale te lo infliggerò qui, così non potrai più contrastarmi. Penso anche che ti darò un bacio, ma sarà uno d’addio.”

 

Con queste parole, cominciò a baciarla con violenza mentre puntava la lama all’addome di lei.

Cornelia aveva già cominciato a farsi una ragione di quello che stava per accadere, quando improvvisamente Rattigan si staccò da lei urlando dal dolore e lasciandola cadere a terra.

 

La ragazza tossì, cercando di riprendere un respiro regolare, ed osservò stupita la scena che le si parava davanti: Rudyard, Owen e Lionel erano saltati addosso al ratto, mentre Jerome gli tirava indietro la coda.

 

“RAGAZZI!!” riuscì ad urlare.

 

“Avevi ragione… Cornelia.” Riuscì a dirle Rudyard nella lotta.

 

“Non avremmo… concluso… nulla standocene rintanati.. sotto il tavolo” aggiunse Owen mentre cercava di bloccare un braccio di Rattigan.

 

“Così abbiamo.. deciso.. di aiutarti.. come potevamo.” Rincarò Lionel, aggrappato al collo del ratto.

 

“Forza, corri dal tuo amico finché riusciamo a.. trattenerlo.” Soggiunse Jerome che, mentre con un braccio tratteneva la coda di Rattigan, con l’altro si aggrappava al gambo di uno dei tavoli, cercando disperatamente di non farsi sbalzare via dallo scodinzolare furioso di quest’ultima.

 

“Grazie mille, siete unici.” Disse lei, che intanto si era ripresa, e, alzatasi in piedi, cominciò a tornare di corsa alla colonna dove era rimasto Basil.

 

“COSA FATE IDIOTI?!?! AAARGH, FERMATELA!!!!” gridò Rattigan e subito due scagnozzi si pararono davanti a Cornelia con due randelli. La ragazza aspettò che i due scagliassero i loro colpi, per poi abbassarsi rapidamente, facendo sì che i due si colpissero a vicenda. Subito un altro brutto ceffo le si parò davanti, ma lei, abbassandosi, gli sferrò un calcio alle caviglie, facendolo cadere a terra, poi lo colpì con un pugno della mano sinistra, facendolo svenire.

Era comunque troppo stancante fare così e allora decise di prendere la via lunga e salì una rampa di scale proprio alla sua destra: la sua intenzione era quella di raggiungere un’altra rampa, più vicina alla colonna dove si trovava il detective.

Un intero squadrone si gettò al suo inseguimento e lei, nella disperazione, vide un pianoforte a coda, piuttosto malmesso, appoggiato da una parte. Con un certo sforzo lo spinse fino all’orlo delle scale poi, dopo aver mormorato “Scusami” lo scagliò giù contro i topi che, per scansarsi, dovettero saltare giù dalla balaustra.

Vedendo la strada libera d fronte a sé, riprese a correre quanto più velocemente poteva.

Ad un certo punto un topo le balzò alle spalle, afferrandole le braccia.

Lei urlò e si dimenò, ma non sarebbe mai riuscita a scappare se una mano, che stringeva una bottiglia, non fosse sbucata fuori da dietro un viso lì vicino, colpendo la testa dell’aggressore.

Cornelia si fermò un attimo per vedere chi l’avesse salvata e scorse, con stupore, la regina.

 

“Vostra Maestà, ma cosa…”

 

“Non mi pare il momento per le spiegazioni figliola, e me ne devi tante. Forza, correte da Sir Basil (*) e fate qualcosa.”

 

“Agli ordini” rispose prontamente Cornelia e riprese a correre.

 

Finalmente arrivò alla rampa agognata e, scesala in fretta, si affrettò prima di tutto a slegare Topson, che era stato lasciato a terra dagli scagnozzi di Rattigan, sapendo che, in quella situazione, era l’unico a poter fare qualcosa per aiutare Basil.

 

“Cara mia” disse lui non appena fu libero “Stai bene?”

 

“Sì, abbastanza. Coraggio, non c’è tempo da perdere. Andiamo da..”

 

“ATTENTA!!” Gridò Topson afferrandola per il polso destro e tirandola giù.

 

Il dolore era stato fortissimo, ma Cornelia non ci aveva quasi fatto caso, vedendo Jerome sbattere contro la colonna accanto alla quale poco prima stavano lei e Topson, e rimanere lì: Rattigan si era liberato anche degli altri ragazzi, che stavano distesi a terra, e si stava dirigendo verso di loro.

 

La ragazza stava per correre da Basil quando notò una cosa strana: Jerome aveva gli occhi semi-aperti, come se fosse sveglio, ed in effetti respirava normalmente. Provò a toccarlo, ma non ci fu alcuna reazione.

 

“Topson, che gli succede?”

 

Lui la guardò e rispose:

“Mentre venivi qui, Moriarty è sceso ed ha aiutato Rattigan a scappare, poi si è dileguato di nuovo. Spero solo che non torni,”

 

“Va bene, occupati di lui, mentre io vado da Basil.” Ordinò lei, per poi mettersi a correre verso il detective, mentre Rattigan si avvicinava inesorabilmente.

 

All’ultimo secondo si tuffò a terra, si affiancò a Basil e cominciò a scuoterlo nella speranza di svegliarlo. Quando vide che questo non provocava alcuna reazione, frugò nelle sue tasche ne estrasse il revolver.

 

Immediatamente si voltò, tenendolo in mano e puntandolo verso Rattigan che ormai era a meno di due metri da loro.

 

Lui si fermò all’istante, sorpreso. Poi sorrise:

 

“Tesoro, non vorrai spararmi per davvero.” Le disse.

 

“Se farai un altro passo sì, quindi non costringermi a farlo.”

 

“Non ne avresti il coraggio.”

 

“Vogliamo provare?”

 

Tra i due cadde il silenzio. Passarono alcuni minuti, durante i quali i due continuarono a guardarsi negli occhi, l’una con un’espressione decisa, l’altro un po’ incerto.

Ad un certo punto, però, gli occhi di Rattigan saettarono ad un punto imprecisato alle spalle di lei, che però non si voltò, sapendo benissimo che poteva essere un trucco.

 

Lui, riportando lo sguardo su di lei, disse:

 

“Senti, perché non proviamo a discuterne?”

 

“Discuterne? Dopo tutto il male che mi ha fatto? E’ un po’ tardi, non ti pare?.”

 

“Lo dico per il tuo bene. Non hai chance. Mi basta un piccolo gesto per neutralizzarti.”

 

“Non ti credo.”

 

“Davvero?”

 

“Davvero.”

 

“L’hai voluto tu.”

 

Detto questo, Rattigan fece schioccare le dita. Un dolore attraversò a schiena di Cornelia che, per istinto, premette il grilletto.

Mentre la vista le si annebbiava, vide Rattigan accasciarsi a terra, dolorante, reggendosi un fianco. Poi, fu il buio.

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Basil riprese lentamente conoscenza. La testa gli faceva un male tremendo e la spalla gli pulsava senza poso.

Sbattendo più volte le palpebre, riuscì finalmente a mettere a fuoco la vista e, con molta cautela, si levò a sedere.

La sala era praticamente distrutta. C’erano parecchi soldati a terra, alcuni di essi gravemente feriti. I drappi erano stracciati, uno in particolare congiungeva il pavimento al lampadario. I tavoli erano o rotti o rovesciati, così come i vari elementi degli eleganti serviti da cena utilizzati.

Sembrava che fosse passato un uragano e, più o meno, era stato così.

A proposito: dov’era finito Rattigan? E Moriarty? E Topson? E…. Cornelia?

 

Il suo sguardo vagò per tutta la sala, fino a soffermarsi su una figura interamente vestita di bianco, con lunghi capelli ricci, che stava stesa a terra con gli occhi semi-aperti.

 

“No.. no…” mormorò Basil trascinandosi verso il corpo (che, ormai l’avrete capito, era quello di Cornelia) e lo prese tra le braccia, stringendolo forte.

Lacrime amare gli scendevano sulle guance, mentre chinava la testa sulla fronte di lei.

 

“Cornelia, ti prego, rispondimi.” Singhiozzò “Non puoi essere morta, non puoi.”

 

“Ed infatti non lo è.” Disse una voce alle sue spalle, facendolo leggermente sobbalzare.

Voltandosi vide il suo migliore amico.

 

“Topson, stai.. stai bene?” chiese.

 

“Sì, io sì, tu?”

 

“Solo un po’ di mal di testa.” Disse Basil sospirando e riportando lo sguardo sul volto di Cornelia. Mentre le scostava alcune ciocche di capelli dal viso chiese:

 

“Se non è morta, cosa le è successo?”

 

“La storia è lunga e avrà tempo di raccontartela lei. Per farla breve si è fatta inseguire da Rattigan, poi è tornata qui mentre lui veniva bloccato da quei suoi amici artisti. Quando è riuscito a liberarsi, lei ha preso il tuo revolver e gliel’ha puntato addosso. Sembrava che avesse la situazione sotto controllo, ma Moriarty le è sbucato da dietro e l’ha colpita con il suo veleno paralizzante. Come vedi, infatti, respira.“

 

Basil guardò di nuovo la ragazza e si accorse che effettivamente respirava.

 

“Ma… allora Rattigan?”

                                                  

“Lei gli ha sparato di riflesso quando è stata colpita e l’ha beccato al fianco destro. Non sembrava una bella ferita, perché sanguinava abbastanza copiosamente. Comunque lui ha ordinato la ritirata e questo è successo circa venti minuti fa.”

 

Il detective non riusciva a crederci: era una storia che aveva dell’inverosimile. Cornelia doveva essere stata veramente fantastica e, sicuramente, gli aveva salvato la vita, cosa che lui non era stato in grado di fare.

 

“Oh Topson, lei mi ha salvato, lei ha ferito Rattigan. Dove andrà a finire questo mondo se le donne cominciano a far meglio degli uomini? Guarda, porta anche i…. PORTA I PANTALONI!?!?” esclamò poi vedendo cosa indossava la ragazza.

 

“Eh sì, ma questo è il caso che te lo faccia spiegare da lei. Coraggio, chiamo na carrozza e torniamo a Baker Street dove potrò rimettervi in sesto eh?”

 

“L’ho già chiamata io.” disse un’imperiosa voce femminile.

 

Alzando lo sguardo, i due videro la regina.

 

“Vostra Maestà, vi ringrazio.” Si affrettò a dire Basil.

 

“Sa, Sir Basil” aggiunse poi la regina “dopo quello che ha fatto questa ragazza stasera, penso proprio che lei abbia trovato la sua degna compagna insieme al dottor Topson naturalmente.”

 

“Troppo gentile vostra Maestà.” Disse Topson alzandosi per baciare la mano regale.

 

“Ora forza, andatevene a casa e prendetevi un periodo di riposo. Tanto, con Rattigan ferito, penso che potremo stare tranquilli per un po’. Arrivederci”

 

E così il trio (Basil appoggiato a Topson e Cornelia in braccio ad una delle poche guardie rimaste sane) furono scortati in carrozza e poi a Baker Street, dove avrebbe avuto luogo la loro convalescenza.

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“Mi ha sparato!! Mi ha sparato!!! Capisci? Mi ha sparato!!”

 

“Signore, è ormai la decima volta che lo ripete, penso di aver capito ormai.”

Rattigan (che si stava fasciando il fianco) e Moriarty stavano avendo una discussione nel loro covo.

 

“Ah, ma sono disposto a perdonarla. L’ha fatto per istinto, non certo perché lo voleva fare.”

Il ragno alzò gli occhi al cielo: quel tipo era proprio senza speranze.

 

“Ah, ma aspetta che guarisca e vedrai cosa combino: ucciderò Basil e mi prenderò Cornelia. Aspetta che guarisca…”

 

Rattigan continuava a fantasticare e Moriarty colse l’occasione per andarsene via.

 

“Aspetta di vedere cosa combinerò io invece. Ah ah ah.” Disse tra i denti, sghignazzando.

FINE DEL CAPITOLO

 

Note: (*) nel cartone, alla fine, la regina nomina cavalieri sia Basil che Topson, da qui l'appellativo Sir.

Allora, cosa ve n’è parso? E’ valsa la pena aspettare? Spero che vi sia piaciuto.

A presto

Bebbe5

 

 

  
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