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Autore: princess_sweet_94    02/08/2016    2 recensioni
Levy perde la memoria durante una missione ma in modo alquanto particolare: si dimentica di una sola persona, Gajeel.
Nessuno sembra accorgersene fin quando il ragazzo, tornato da una lunga missione, non si vede completamente ignorato dalla compagna e le chiede spiegazioni scoprendo la cruda verità…
Come la prenderà? Riuscirà a farle tornare la memoria? E se avvenisse qualche complicazione?
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Una mini-long senza pretese nata da un’idea alquanto malsana.
{GajeelxLevy – Fluff, Malinconico, Romantico – Attenzione: potrebbe avere contenuti forti}
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Perché non ho nulla da fare!❤
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ notte. Io, Jet e Droy stiamo camminando per le strade di Magnolia dopo aver chiuso la Gilda.
Gli altri si stanno riprendendo dalle missioni appena affrontate ed hanno lasciato a noi il compito di chiuderla; le chiavi tintinnano nella mia tasca e mi ricordano che domattina devo alzarmi presto per aprire. Mira è sempre la prima ad arrivare in Gilda ed è l’ultima ad andarsene, mi chiedo come possa farlo tutti i giorni.
Sto camminando sul muretto che cinge il fiume, le braccia aperte per darmi equilibrio, mentre Jet e Droy conversano del più e del meno alle mie spalle; una serata normale, tutto sommato.
Eppure c’è qualcosa che non mi torna: io tutto questo l’ho già fatto.
Vorrei dirlo, vorrei dire ai ragazzi che discutono su chi possa essere il miglior fidanzato per me che io questo momento l’ho già vissuto, vorrei girarmi e dire: “Ehi, ho un déjà-vu” ma non lo faccio. Non ci riesco.
Mi limito a sorridere, senza neanche voltarmi, dicendo un: “Su, non litigate” alquanto materno. Perché non riesco a dire ciò che penso? Perché non sono padrona delle mie azioni? Mi sembra di star vedendo una specie di film nel quale io non sono altro che una spettatrice benché sia quella cammina, che parla e che sorride. Come se tutto fosse già stato deciso, come se fosse già stato fatto.
E’ notte, e l’aria di marzo è ferma e tiepida. O meglio, lo era.
Una gelida folata di vento mi taglia la pelle, facendomi rabbrividire, sento i miei due compagni gemere e mi volto di scatto: tutto ciò che incontro sono un paio di freddi occhi rossi prima di venire sbalzata indietro. Cado dal muretto e finisco in acqua, mi fa male la pancia e ho la nausea dovuta sia al colpo che all’acqua penetrata nelle mie narici. Apro gli occhi ma me ne pento subito dopo poiché mi bruciano tantissimo, li stringo e cerco di risalire in superficie, almeno per riprendere aria; una mano affonda a pochi centimetri del mio viso, avverto lo spostamento dell’acqua e vengo presa per i capelli. Cavolo se fa male!
Con poca grazia vengo gettata fuori, cozzo col ginocchio sul muretto e gemo dal dolore mentre mi accascio al suolo. Se pesco il responsabile… lo eunuco!
“Tsk!” è tutto ciò che percepisco in quel mare di dolore in cui sto affondando: la pancia, il ginocchio, la testa… mi fa male tutto. Non riesco a ragionare lucidamente, non penso nemmeno ad usare la mia magia, tiro fuori tutta la mia rabbia unita al mio lato represso: il peggiore.
Impreco. E anche in modo abbastanza colorito. Non sono quel tipo di persona volgare e scontrosa, ma anche io ho il mio repertorio e se lo tiro fuori sarei capace di far sbiancare i capelli di Erza!
Avete presente quando vi dicono di non far arrabbiare le persone timide perché sono le peggiori? Beh, non hanno tutti i torti.
Getto una maledizione in lingua antica a chiunque mi stia trascinando per un braccio, i sassolini e il terreno mi graffiano le gambe e le ferite bruciano. Avverto dei tonfi e vengo gettata su qualcosa di morbido, a stento capisco che sono i corpi privi di sensi di Jet e Droy.
Una figura mi sovrasta e, quando alzo lo sguardo tutto ciò che intravedo è il ghigno più orrendo che abbia mai visto in vita mai, probabilmente avrò gli incubi per una settimana.
Aspettate… ma io lo sto già avendo l’incubo!
E’ solo quando me ne rendo conto che il tempo si ferma, quasi avessero schiacciato il tasto pausa, e tutto ciò che mi circonda si frantuma come uno specchio, dissolvendosi nell’aria.
 
Levy sbarrò gli occhi, rigida nel proprio letto, la bocca semi aperta e la gola bruciante per l’urlo che doveva aver trovato via libera quando era ancora nel sonno. La stanza era immersa nel buio più totale e lei era spaventata, respirava affannosamente e tremava, ancora scossa dal sogno.
Fu così che la trovarono Erza, Bisca e Juvia quando piombarono in camera sua sfondando la porta: la prima armata fino ai denti e con l’Armatura del Paradiso già addosso, la seconda puntando le proprie pistole ovunque alla ricerca di un bersaglio e Juvia che spuntava timidamente dalla porta, una sfera d’acqua già pronta in mano. Vedendo che l’unica pericolo presente era una Levy prossima ad una crisi di pianto misero giù le armi e corsero in suo soccorso.
La ragazza stette male per tutta la notte, o quello che ne rimase, a nulla valsero le rassicurazioni delle compagne, le tisane dopo-sbornia preparate da Cana o le cure di Wendy; più volte Bisca l’aveva sostenuta mentre rimetteva in bagno ed Erza l’aveva quasi soffocata col proprio seno nel tentativo di darle conforto.
Fu solo quando il sole era ormai alto che la ragazza riuscì a calmarsi e, finalmente, ad addormentarsi.
 
 
 
La calca che si era radunata intorno a Erza e Wendy appena varcarono il portone della Gilda, con gli evidenti segni della notte in bianco sul viso, non si poté descrivere: di solito le ragazze erano tra le prime ad arrivare perciò non era normale che, alle undici passate del mattino, si vedessero solo loro due. Cana era passata un paio d’ore prima ma solo per prendere due grossi barili di saké e andarsene di nuovo, senza nemmeno salutare.
“Si può sapere che è successo?” chiese Lucy, tra quella massa di voci, mentre Erza riportava il silenzio con un semplice sguardo.
“Levy stanotte è stata male” rispose Wendy “Credo abbia avuto una crisi di panico, non riuscivamo a calmarla”
“Levy cosa?” domandò Natsu, spuntando da sopra Grey e Alzack, abbassandogli il capo a forza con le mani.
“E levati!” sbottò Grey togliendoselo di dosso con un pugno “Stiamo cercando di capirlo, quindi sta zitto!” lo riprese.
“Ma ora come sta?” chiese Lucy, visibilmente preoccupata.
“Adesso sta bene” rispose Erza “Si è addormentata un paio di ore fa… quindi non pensate nemmeno di andare da lei” li avvertì, minacciosa “Bisca e Cana sono rimaste al dormitorio, non c’è bisogno di preoccuparsi. Adesso levatevi di torno, ho bisogno di torta” aggiunse facendo ritrarre tutti per potersi dirigere al bancone. L’unico che era rimasto in disparte fu Gajeel che venne presto raggiunto da Wendy, ben attenta a non farsi notare. Tutto ciò che fece fu rivolgerle un’occhiata di sbieco continuando a masticare dei bulloni.
“E’ meglio se non ti fai vedere da Erza” gli sussurrò piano, sapendo che col suo udito poteva sentirla benissimo. Il ragazzo smise di masticare e voltò gli occhi verso di lei, nulla fece trasparire l’interrogativo che aveva e l’ansia nel sentire la risposta. Ma Wendy capì, quella bambina capiva sempre più del dovuto. “Quando ha avuto la crisi, Levy-san ha iniziato a parlare, diceva frasi sconnesse ma abbiamo capito tutte a cosa si riferiva… credo che abbia ricordato quella notte”
Gli occhi cremisi del ragazzo si dilatarono per un solo istante prima di tornare inespressivi: “Cosa dovrei fare?” ringhiò, ma lei percepì la richiesta di aiuto dietro quella parole.
“Innanzitutto resta fuori dalla portata di Erza e Cana… è da quando è tornata a Fairy Hills col saké che ti sta lanciando maledizioni” spiegò, in risposta al suo sopracciglio (se così si può chiamare) alzato “Credo che non sia l’idea migliore che sia tu ad aiutarla a recuperare la memoria, se ti vedesse come minimo scapperebbe urlando”
“E allora cosa…?”
“Aspetta” rispose lei “Prima a poi potrebbe esserci bisogno di te”
Gajeel la guardò per un attimo, senza parlare, prima di alzarsi. Le lasciò una pacca sulla testa ed uscì a grandi passi dalla Gilda.
Il vociare sommesso che ne seguì fece da sottofondo alla Gilda per il resto della giornata, solo verso sera si ebbero notizie di Levy, quando Juvia finalmente si decise ad arrivare. Senza staccarsi un attimo dal braccio del suo Grey-sama spiegò che la ragazza si era ripresa abbastanza bene ma non voleva lasciare la camera, era ancora scossa e si rifiutava di parlare.
Oltretutto chiese al Master di chiamare un vetraio poiché Cana aveva rotto la finestra della camera di Bisca gettandogli contro un barile di saké: allo sguardo stralunato di tutti Juvia abbozzò un sorriso e si mise a raccontare gli eventi del pomeriggio…
 
 
Levy si era svegliata solo verso le due, Cana le aveva preparato il bagno e Bisca era scesa nella cucina per vedere se riusciva a trovare qualcosa di commestibile che non fossero torte, liquori o biscotti a forma di Grey. Levy non aveva proferito parola per tutto il tempo, aveva semplicemente annuito o scosso la testa alle domande delle compagne, si era fatta un bagno caldo ed aveva mangiato la vellutata con le verdure che Bisca era riuscita a trovare. Aveva detto qualche parola solo per dire che stava bene, che aveva avuto solo un incubo e che voleva stare a letto ancora un po’. Nessuna delle due aveva obbiettato, quelle poche cose che si era lasciata sfuggire durante la notte erano chiarissime a tutte, sapevano cosa aveva sognato, o meglio, ricordato, e decisero di lasciarla nel riposo assoluto.
Alle tre Levy si era riaddormentata e Cana era rimasta accanto a lei mentre Bisca si prendeva un paio d’ore di sonno, per poi dare il cambio all’amica. La donna aveva avuto il privilegio di farsi appena un’oretta sul letto prima di essere bruscamente svegliata dal picchettio insistente contro la propria finestra.
Potete solo immaginare il suo stupore nel trovarsi Gajeel che bussava oltre il vetro. Maledicendo quell’idiota di un Dragon Slayers gli andò ad aprire, regalandogli anche qualche insulto.
“Dov’è la bisbetica ubriaca? chiese lui, guardandosi intorno spaventato. Bisca alzò gli occhi al cielo.
“In camera con Levy” sospirò.
“E Levy?”
“Dorme” si limitò a rispondere lei, fattasi seria. I due si guardarono in cagnesco per qualche secondo: non erano state molte le volte che si erano rivolti la parola, qualche volta la donna gli aveva chiesto di tenere Asuka mentre lei e Alzack andavano in missione ma nulla di più. Nonostante il pessimo carattere, tutti in Gilda sapevano che Gajeel era il migliore a trattare coi bambini.
“E’ vero quello che ha detto la piccoletta? E’ stata male per quello?” chiese, quasi tentennando.
“Si” rispose lei, senza remore “Ha parlato poco al suo risveglio ma stanotte sembrava un fiume in piena e ha detto… molte cose” concluse, non andando oltre “Certo, un po’ confuse, ma il concetto lo abbiamo capito”
Gajeel fermò lo sguardo sul comodino della donna, trovando improvvisamente interessanti le pistole poste su di esso: sapeva che lei lo stava guardando e sapeva di non poter reggere lo sguardo. Si sentiva un tantino in colpa.
Ma solo un tantino.
“Che cosa hai intenzione di fare?” domandò Bisca, incrociando le braccia sotto il seno, lo sguardo tagliente come lame.
“Nulla” rispose lui, neutro “E’ meglio che non mi faccia vedere per un po’, visto che lei praticamente mi odia e sia la bisbetica che l’isterica voglio uccidermi” commentò.
“Non vogliono ucciderti… forse Erza sì, ma lo sai com’è fatta. Cana è solo stressata per non aver dormito” scrollò le spalle, lei.
“Desidererei vedere le prossime albe” rispose lui, ironico.
“Allora è meglio che te ne vai: Erza ti ucciderebbe per essere entrato nel dormitorio femminile senza permesso” gli ricordò lei.
“La bisbetica mi ucciderebbe perché non l’ho fatta dormire, i due idioti mi ucciderebbero per aver fatto soffrire la loro dea e il Pistolero mi ucciderebbe per essere entrato in camera di sua moglie… dovrei mettere una biglietteria” disse, sarcastico, voltandosi per raggiungere la finestra. Ma ebbe appena il tempo di afferrare la maniglia che la porta venne aperta senza troppe cerimonie, la chioma castana di Cana fece la sua comparsa accompagnata da un grosso barile di saké mezzo vuoto che stava trascinando.
“Ehi, Bisca, per caso è tornata Erza…?”
Gajeel s’irrigidì e Cana si fermò sulla porta. Bisca guardò dall’uno all’atro, con orrore, togliendosi fulmineamente dalla traiettoria della compagna: era troppo presto perché Asuka restasse vedova di madre.
Il ragazzo si voltò lentamente, deglutendo alla vista dell’aura nera intorno alla ragazza.
“TU!” urlò puntandogli il dito contro “Io ti ammazzo!” sibilò, inviperita, e Gajeel si appuntò mentalmente di non far mai arrabbiare una Cana insonne e ubriaca.
“Mettiti in fila” rispose lui ma se ne pentì. Cana assottigliò lo sguardo e afferrò il barile con entrambi le mani, gettandolo contro di lui che si scansò. Il rumore del vetro infranto scosse l’intera costruzione mentre Gajeel se la dava a gambe, inseguito dalle urla della dolcissima figlia del mago più potente di Fairy Tail.
 
“Juvia ha visto tutto dalla sua camera e ha mandato subito Cana-san a dormire” terminò “Si è occupata Juvia di Levy-chan finché Lucy-san non le ha dato il cambio” concluse.
“In effetti mi chiedevo che fine avesse fatto la ferraglia” commentò Grey guardandosi intorno, come a marcare il fatto che Gajeel non si fosse fatto vedere per tutto il giorno.
“Quindi adesso c’è Lucy con Levy?” domandò Natsu e Juvia annuì.
“Juvia spera che Levy-chan si rimetta in fretta” mormorò la ragazza. Quasi nello stesso istante, lo stesso pensiero attraversò la mente dei presenti.
 
 
“Sicura che non vuoi leggere qualcosa?” domandò Lucy porgendole un libro “Di solito ti aiuta” ritentò. Levy guardò il libro e scosse la testa.
“Grazie, Lu-chan, ma adesso non ho proprio voglia di leggere” mormorò. Lucy si sedette sulla sedia accanto al letto e posò il libro sul comodino, non volendo insistere.
Levy alzò lo sguardo sull’amica e la osservò per un po’, in attesa di qualcosa.
“Vuoi chiedermi qualcosa, Levy?” domandò la bionda, dopo un po’. La turchina abbassò lo sguardo e prese un profondo respiro.
“Quello che ho sognato… insomma, me, Jet e Droy appesi all’albero… è successo davvero?” domandò, con voce tremante “Insomma, lui… ha davvero…?” lasciò la frase in sospeso, incapace di continuare. Lucy la guardò tristemente ma annuì.
“Si” rispose in un sussurro “E’ successo quando faceva ancora parte di Phantom Lord” spiegò “Ha attacco voi tre, ha distrutto la Gilda e ha rapito me”
Levy sussultò: gli ultimi due punti le erano sconosciuti. Alzò gli occhi sull’amica, sbarrati dall’orrore.
“E’ successo otto anni fa, Levy… è acqua passata” si affrettò a dire “Lo abbiamo perdonato tutti, tu per prima” disse, indicandola “Il Master lo ha accolto in Gilda e noi lo abbiamo accettato… ma solo perché lui è riuscito a farsi accettare. Tu non puoi ricordarlo ma ha fatto molto per noi” concluse.
Levy si guardava le mani, incapace di replicare.
“Ha fatto tutto quello che ha fatto solo perché gli è stato ordinato, in quando membro di quella gilda ha assoldato i compiti che gli sono stati assegnati, come facciamo anche noi” continuò. Levy si limitò ad annuire, persa in chissà quali pensieri, finché un rumore sordo proveniente dalla camera accanto non le fece sobbalzare entrambe.
Dopo qualche secondo la voce esasperata di Bisca arrivò attutita alle loro orecchie.
“Cana! Metti subito giù quella lampada… Gajeel, per la miseria, ESCI DALLA MIA CAMERA!”
Le due si guardarono per un istante, scioccate, prima di puntare nuovamente lo sguardo sulla porta chiusa dal quale si udivano le imprecazioni del ragazzo contro “la bisbetica ubriaca” e sul fatto che avrebbero dovuto farla dormire di più prima che la voce di Erza sovrastasse tutto. Il rumore che fece lo stivale della donna sul fondoschiena del Dragon Slayer quando lo gettò fuori dalla finestra lo udì tutta Magnolia.


Angolino della tizia3:
ok, questo capitolo è uscito un po' demenziale.
Matt: Ma esilirante... inizio ad amare Erza.
TRADITORE DEL TUO SANGUE!
Matt: PIANTALA CON QUESTA STORIA, IO E MELLO NON STIAMO INSIEME!
Si, invece, io sono la scrittrice ed io decido!
Matt: Ma porco..ddfhewuhfubfkjhriuhw! *si getta da un ponte*
Come stavo dicendo, il capitolo mi è uscito un po' demenziale verso la fine, ma non importa: tra tante disgrazie qualche sorrisino ci vuole. Ringrazio come sempre i recensori (MaxB, Gallade01 e angelo_nero) per aver speso parte del loro tempo a leggere i miei scleri: vi voglio bene *si asciuga una lacrima*.
Ebbene, cosa accadrà nel prossimo capitolo?
Non lo so nemmeno io ma ok! xD
Abbracci,
princess_sweet_94
  
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