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Autore: Nene_92    07/08/2016    11 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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32 - Vacanze di Pasqua

Buona lettura!


- VACANZE DI PASQUA -
 

Periodo compreso tra sabato 19 e venerdì 25 aprile 2021, diverse zone della Gran Bretagna




Eleonore emise un sospiro di sollievo accomodandosi sul divano. Si tastò il braccio massaggiandoselo e poi reclinò la testa all'indietro. "Non so come tu abbia fatto per tutti questi mesi Emily. Io ce l'ho avuta per cinque giorni e già non ne potevo più." Commentò rivolgendosi alla ragazza seduta qualche poltrona più in là.

Appena l'avevano trovata, lei ed Erik si erano resi conto subito di quanto critica fosse la situazione, per quel motivo Eleonore, senza perdere tempo, si era proposta immediatamente come nuovo corpo ospitante per Crimilde. 
Poi avevano trasportato sia Emily che Nick a casa dei Walsh e avevano avvisato più o meno tutti coloro che conoscevano la vicenda.
E così si erano ritrovati a passare il periodo delle vacanze di Pasqua tutti insieme.
"Credo di non aver mai visto così tanti Grimm radunati in un unico posto." Era stato il commento di una Ruby parecchio divertita, che si era aggiunta alla felice combriccola solo il giorno prima.
Aveva saputo da James del miracoloso ritrovamento e non si era voluta perdere il divertimento.
"E' dai tempi degli Invisibili che non vedevo una tale mobilitazione." Fu la sua spiegazione, una volta arrivata lì.
E aveva ragione.

In quei pochi giorni era successo di tutto in quella casa.

Appena Brian era arrivato, preoccupato a morte per la figlia, era stato 'accolto' in casa da James. Che gli aveva tirato un pugno dritto in faccia. "Questo è per come hai trattato mia sorella." I due uomini avevano quindi passato il resto del pomeriggio a fare a botte, mentre Ruby e Alex scommettevano su chi avrebbe vinto il duello e gli altri cercavano di sottrarre più oggetti possibili dalla loro furia.
Il combattimento, con grande scorno degli scommettitori, venne interrotto da Erin, che li aveva entrambi presi per le orecchie e buttati fuori. A farla scattare era stata la rottura di un mobile lasciatole dalla madre Gretel.

Ma avere così tanti Grimm a disposizione si era anche tramutato in un vantaggio: c'era voluto pochissimo per riuscire a creare un corpo che riuscisse finalmente ad ospitare Crimilde ed Eleonore, appoggiata al divano, era ben felice di non averla più dentro di sè.
Così come era felice, per la prima volta in vita sua, di essere circondata dalla sua famiglia.

Certo, suo padre - una volta terminata la lotta all'ultimo sangue con James - aveva sbraitato contro di lei per più di mezz'ora per essere fuggita da scuola in quel modo senza avvisare nessuno. Ma Eleonore, più che per la ramanzina, era rimasta sorpresa per il suo comportamento.
Non l'aveva evitata, così come non aveva evitato il litigio come avrebbe fatto in qualsiasi altra occasione. Brian Grimm, con quella scenata, si era comportato da padre. 

L'unica nota dolente in quel quadretto apparentemente perfetto, era la mancanza di sua sorella. Per le vacanze di Pasqua aveva preferito rimanere ad Hogwarts.

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"Beh, ehm, ecco, spero che non vi dispiaccia se vi ho messo in camera insieme. Ma state insieme da così tanto che..." Cominciò a spiegare in imbarazzo Brian.
"Tranquillo, va benissimo." Lo tranquillizzò con un sorriso Page, mentre Micah al suo fianco annuiva.
L'invito a passare le vacanze a casa Hunt era arrivato un po' inaspettatamente per entrambi, ma avevano accettato con gioia.

Nessuno dei due aveva mai visitato la zona della Gran Bretagna in cui Brian viveva e - soprattutto Page - aveva espresso una gran curiosità per sentir suonare Brian con il suo gruppo. Quindi avevano finito per accettare al volo quell'occasione. Soprattutto Micah, che come alternativa aveva o rimanere al Castello, oppure trascorrere le feste nella sua enorme casa vuota, l'ex dependance di Villa Black.
Page l'aveva rassicurato dicendo che avrebbe potuto trascorrere le vacanze di nuovo a casa sua, ma Micah aveva dimostrato disagio davanti a quella ipotesi: i signori Andrews l'avevano già ospitato per Natale, si sarebbe sentito in imbarazzo a farsi ospitare una seconda volta.
L'invito di Brian aveva così tolto entrambi dagli impicci. E si era rivelato anche essere divertente.

Non deludendo affatto le aspettative, Brian li aveva trascinati in giro per la piccola cittadina in cui viveva. E i due erano stati più che curiosi di scoprire un perfetto esempio di integrazione tra società magica e babbana.
Nella cittadina di Coatswald infatti, erano presenti un numero spropositato di erboristerie e negozi di magia, scambiati per negozi caratteristici e particolari dai babbani del luogo, ma ampiamente sfruttati dai maghi che risiedevano lì.

Il primo giorno avevano conosciuto Caroline, che prima li aveva sommersi di allegre chiacchiere e poi li aveva trascinati su una pista di go kart, la stessa dove lei e Brian si erano incontrati la prima volta.
In particolare, si divertirono a osservare Micah cercare di dare il meglio di sè alla guida. Anche se la prima prova, per lui, fu un vero e proprio disastro. Mentre Page rideva fino alle lacrime per la prestazione alquanto scarsa del fidanzato in pista, Brian e Caroline cercavano di fornirgli utili consigli.

Ma Micah non se la prese affatto per quelle risate. Non si era mai divertito così tanto in vita sua.
Aveva proprio bisogno di staccare la mente e di concentrarsi su cose futili. Non voleva affatto pensare a quello che li avrebbe probabilmente aspettati una volta tornati al Castello.

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"Sei sicura di volerlo fare?"
"Sì."
"Ma sei proprio sicura?"
"Ti ho detto di sì!"
"Guarda che una volta fatto non si torna indietro, sai?"
"Caos..." Lo reguardì Virginia con tono leggermente minaccioso.
"Ok, ok... andiamo." Fu il commento del ragazzo prima di prenderla per mano e alzare l'altra per bussare alla porta.
Tre secondi dopo un ragazzo biondo venne ad aprire... e Virginia entrò per la prima volta in contatto con il resto del clan dei Pagano.
"Ciao! Tu sei Ginevra vero?" Le chiese con un sorrisone e un occhiolino sfrontato. "Io sono Enea. Ma puoi anche chiamarmi 'cognatino caro' se preferisci." Concluse con un baciamano.
Virginia lo guardò con gli occhi sgranati, mentre Caos, borbottando il nome corretto della ragazza, alzava gli occhi al cielo. Beh, quantomeno la ragazza era partita con il peggiore tra i suoi fratelli, le cose potevano solo migliorare... forse.
"Enea! La traumatizzi ancora prima di farla entrare in casa? Vergognati!" Risuonò una voce femminile dietro di lui. In pochi secondi anche Althea aveva fatto la sua comparsa, avvolta in un grembiule e con i capelli sporchi di farina. "Entra pure in casa e non fare complimenti cara. Sei la benvenuta!" Poi si voltò, agitando il mestolo di legno contro Enea, che nel frattempo stava provando a svignarsela su per le scale. "Non ci provare neanche signorino! Tu vieni in cucina con me e mi aiuti per il pranzo. ADESSO."
"Ma perchè io? Achille ha dichiarato sciopero?" Fu il commento del ragazzo, mentre faceva dietro front sbuffando per accontentare la zia.
"Achille e Dioniso stanno trasportando tutto quello che serve in cortile, quindi fa' poco il furbo!" Rispose la donna continuando ad agitare il mestolo nella sua direzione.
"Ehm... se vuole posso aiutarla io in cucina." Si offrì Virginia timidamente.
"Ecco visto? Lo può far..." Ma Enea non riuscì a concludere il discorso: Althea gli aveva tirato addosso il cucchiaio, colpendolo dritto in fronte all'urlo de "Lei è un'ospite, razza di sciagurato!"

"Io ti avevo avvisato." Le sussurrò all'orecchio Caos facendola ridacchiare, prima di passare dietro alla schiena della zia - che nel frattempo si era messa a sbraitare contro il nipote - e trascinandola con sè fino in cucina.
Lì sollevò un coperchio, afferrò al volo due tartine, ne cedette una alla ragazza e poi aprì la porta a vetro che dava sul cortile. Dove due ragazzi avevano animato le sedie pieghevoli per coinvolgerle in una gara di velocità, mentre una ragazza era impegnata a fare il tifo.

"Oh! Finalmente conosco la famosa Virginia!" Risuonò una voce maschile dietro di loro.
"Gin, ti presento mio padre Ercole." Fece le dovute presentazioni Caos, mentre la ragazza allungava la mano per stringergliela.

"COME SAREBBE A DIRE CHE LE HAI MANGIATE TUTTE TU?" Risuonò all'improvviso la voce amorevole di Althea, facendoli sobbalzare.
"E' assodato: Enea non vuole arrivare vivo a Natale." Commentò Caos scuotendo la testa.
Poi scoppiarono tutti e tre a ridere.

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Francisco, sdraiato sul suo enorme letto, appallottolò la lettera che aveva in mano e la scagliò contro la parete della sua camera con violenza. Subito dopo se ne pentì e con un movimento della bacchetta la appellò e la lisciò per farla tornare alla condizione originaria.
Quella lettera era di Federica. Gli scriveva dall'Italia, dove era andata a trascorrere in un piccolo paesino di montagna le vacanze di Pasqua insieme alla sua famiglia. Gli aveva descritto il posto, il paesaggio, il panorama e addirittura tutte le mosse che aveva imparato di uno sport babbano, gli sci.
Non c'era stato un singolo giorno in cui la ragazza non gli avesse scritto. Peccato che lui non le avesse mai risposto. Forse era un'egoista, ma dopo la morte della gemella vedeva quell'allontanamento come un tradimento.

Tutto era un tradimento per lui.


Gabriela era morta e in tutta la scuola non si faceva altro che vociferare che dietro all'omicidio ci fosse la famiglia Grimm. Il Grifondoro sapeva che quelle voci erano nate soprattutto a causa di quello che lui aveva fatto, così come sapeva che le voci erano aumentate dopo la fuga di Eleonore dalla scuola. Una vocina nella sua testa gli ripeteva anche che la ragazza, la stessa con la quale era cresciuto e che conosceva da più di dieci anni, non poteva essere la colpevole, come invece lui l'aveva accusata di essere in un momento di rabbia e sconforto.
Ma al contempo non riusciva proprio a trovare la forza per alzarsi in piedi e fare qualcosa di diverso dal restare sdraiato su quel letto, solo per fissare insistentemente il soffitto.

Avrebbe potuto alzarsi e mettersi alla scrivania per scrivere a Federica, i cui toni risultavano sempre più preoccupati ad ogni lettera che gli mandava.
Avrebbe potuto scrivere ad Eleonore, giusto per cercare di capire dove fosse sparita nell'ultima settimana. E magari scusarsi di quelle accuse infondate.
Avrebbe potuto attraversare il corridoio, prendere una scopa e raggiungere suo zio e suo cugino sul campo da Quidditch, come l'avevano invitato a fare più volte in quei giorni.
Avrebbe potuto tirare fuori i libri e iniziare i compiti.

L'unica cosa che fece fu rimettersi a leggere quella lettera, mentre rabbia, disperazione e sconforto prendevano di nuovo possesso di lui.

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Fabian, in un primo momento, non alzò la testa dal letto sul quale era sdraiato, quando sentì la porta della sua camera aprirsi.
Lo fece però subito dopo, quando una voce a lui nota lo salutò allegramente. "Hey, non starai mica dormendo vero?" Chiese Anastasia richiudendo la porta alle sue spalle e andando ad accomodarsi sul letto accanto a lui.
Il Tassorosso allungò un braccio per attirarla verso di sè e farla sdraiare nel letto accanto a lui. Poi le diede un leggero bacio a stampo.
"Come sei arrivata fin qui?" Domandò curioso.
"Mi sono smaterializzata, ho bussato e tua madre mi ha aperto la porta." Gli rispose lei in tono ovvio.
"Ah già, è vero che tu hai già dato l'esame di smaterializzazione" Borbottò distrattamente. Ogni tanto tendeva a scordarsi che lei aveva un anno in più di lui.
Anastasia gli accarezzò dolcemente i capelli prima di chiedergli in tono scherzoso "E' un modo come un altro per dirmi che sono vecchia?"
Il Tassorosso scosse la testa divertito. "No, è un modo per dirti che sei una Corvonero intelligentissima." Affermò prima di iniziare a baciarla.

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Lex era seduta nel mezzo di una radura, intenta a guardare scorci del limpido cielo azzurro che si intravedevano tra i rami degli alberi. Stranamente non era presente neanche una nuvola.
Quelle vacanze di Pasqua stavano presentando un clima molto più sereno di quanto fosse solito aspettarsi per quella stagione in Scozia.
O forse era lei che si aspettava una vera e propria tempesta, dati gli avvenimenti susseguitisi fino a quel momento. Almeno a livello mentale, era un clima da temporale, non da cielo terso e limpido.
I Dempiries, la morte di Gabriela e adesso anche la fuga di Eleonore.
Era sicura che la sua migliore amica non fosse fuggita. Doveva sicuramente aver avuto i suoi buoni motivi per andarsene in quel modo.
Ma Lex aveva visto Daniel talmente tanto demoralizzato, subito dopo quella sparizione improvvisa, che per la prima volta la Serpeverde aveva nutrito dei dubbi sulla sua reale capacità di giudizio.
Aveva provato a parlarci per cercare di capire di più sulla situazione, ma non era riuscita a cavare al ragazzo nulla di più che un "Se n'è andata Lex. Smettila di chiedere a me come se avessi tutte le risposte! Io non lo so più che cos'ha nella testa! Pensavo di conoscerla, ma a quanto pare mi sbagliavo." Poi il Tassorosso le aveva voltato le spalle e l'aveva piantata nel bel mezzo del corridoio.

"Un zellino per i tuoi pensieri." La distrasse la voce di Chris, sbucato da un punto indefinito dietro di lei, mentre si sedeva al suo fianco.
"Valgono così poco?" Chiese la ragazza canzonatoria.
"Allora facciamo un galeone." Stette al gioco lui.
"E' che... non so più cosa pensare."

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"A che pensi Raph?" Domandò Michelangelo prendendo posto accanto al gemello in salotto.
Avevano appena terminato il pranzo pasquale ed entrambi avrebbero potuto tornare comodamente ad Hogwarts rotolando.
"A molte cose." Fu la risposta vaga del Serpeverde.

Ed era vero. La sua mentre era composta da un'intricata massa di pensieri in quel momento. Pensieri tra loro completamente opposti che cozzavano violentemente l'uno con l'altro.
Dopo un periodo di buio totale, aveva iniziato ad accettare l'idea che Gabriela fosse veramente morta. E c'era riuscito solo grazie alla presenza costante al suo fianco del gemello, che non l'aveva lasciato da solo neanche per un attimo. Ma la presa di consapevolezza non aveva migliorato le cose. La fase del lutto era arrivata con ritardo per lui e questo l'aveva portato a disperarsi in un periodo successivo a tutti gli altri. Situazione che in molti, nella scuola, non avevano capito fino in fondo.

E infine, per completare il quadro, era arrivata alle loro orecchie la notizia della fuga di Eleonore Grimm.
Secondo Michelangelo, che tendeva a vedere sempre il meglio delle persone, era dovuta a ben altri motivi.
Per Raphael invece era una vera e propria ammissione di colpevolezza, nonostante il Grifondoro provasse a dimostrargli il contrario. "Quante notti di luna piena abbiamo passato con lei Raph? Se veramente fosse vero tutto questo, allora non pensi che ci avrebbe già uccisi? Magari non sopportava più gli sguardi di accusa e se n'è andata perchè voleva un po' di pace."
Davanti a quei discorsi, il Serpeverde non aveva trovato nulla con cui obiettare. Nulla di soddisfacente quantomeno. Però la sua indole, unita agli eventi accaduti nell'ultimo periodo, gli facevano ormai pensare solo al peggio delle persone.
"Appena torneremo a scuola, subito dopo queste vacanze, ci sarà la luna piena Mic. Come faccio a recarmi alla stamberga strilante con lei, se ho il dubbio che possa voler usare la mia pelliccia come tappezzeria?"

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Daniel stava vivendo quei giorni in una sorta di mondo ovattato e irreale.
Aveva deciso di ritornare a casa per le vacanze, un po' perchè aveva voglia di rivedere la famiglia - e in particolare sua sorella - e un po' perchè provava un enorme desiderio di distrarsi.
Non aveva più sentito Eleonore dopo che era fuggita in quel modo. Perciò non aveva la minima idea di dove fosse, nè con chi, nè cosa stesse facendo in quel momento. Non sapeva assolutamente nulla. E forse non lo voleva neanche sapere. O forse sì.

Sospirò, mentre si sedeva sui gradini della villa che quel giorno ospitava lui e la sua famiglia.

I Fawley avevano dato una festa per Pasqua e avevano invitato tutte le famiglie purosangue inglesi in circolazione. E lui era stato trascinato lì dai genitori. O forse si era lasciato trascinare. Forse, una piccolissima parte di lui, sperava che anche Eleonore fosse presente a quella festa. In fondo era una purosangue anche lei.

"Hey Dan, anche tu qui?" Lo riscosse una voce.
Michael Morris, con una bottiglia di burrobirra in mano, aveva fatto la sua comparsa accanto a lui.
Daniel si strinse le spalle, come a dire "Dove altro potrei essere?"
"Hanno incastrato anche te? Io non volevo venire ma mi hanno praticamente costretto." Dopo tale affermazione Michael, con un gesto della bacchetta, sdoppiò la bottiglia e gliela porse, poi si accomodò accanto a lui e rimase in silenzio.

Si conoscevano da prima della scuola e gli era bastata un'occhiata per capire in che stato d'animo versasse il suo amico. Non di sicuro quello ideale per una felice chiacchierata.

Senza dire nulla, gli battè una pacca sulla spalla.

"Forse una piccola parte di me voleva trovarla qui." Riuscì a confessare il Caposcuola dopo un po', attirando l'attenzione del ragazzo. "Non è scappata Mike. Ha avuto... altri motivi... per fare ciò che ha fatto, ma ti assicuro che non è scappata per un omicidio che non ha commesso."
Dal tono in cui disse "altri motivi" Michael capì che non era il caso di indagare.

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La signora Halliwell entrò nella camera da letto della sua primogenita e spalancò le tende, illuminando completamente la stanza. 

Per tutta risposta la ragazza si tirò su il lenzuolo, provando così a mettersi al riparo dalla luce. “No mamma ti prego! Ancora cinque minuti! Ho sonno!” Tentò di convincerla.
“Milly! Sono già le dieci e mezza, a che ora ti vorresti svegliare, nel pomeriggio?” Rispose secca la donna, con una voce leggermente più acuta del normale.
“Ma ieri sera sono arrivata a casa alle…” Provò a ribattere lei, ma la madre non gli diede il tempo di concludere il discorso.
“Abbiamo tutta la famiglia a pranzo e le tue sorelle sono capaci solo di farmi dannare. Milly, ti prego, sei l'unica sulla quale posso davvero contare!" Cercò di convincerla la donna. "Su dai che la colazione è in tavola! Riesci ad essere giù tra cinque minuti?”

“Veramente io vorrei dormire.” Borbottò lei, girandosi dall’altra parte. In qualsiasi altra occasione sarebbe stata molto più servizievole con la madre, ma quella mattina la sua voglia di alzarsi aveva fatto le valige per il Canada.

“Dai Milly, forza e coraggio. Solo tu riesci a tenere buona quella peste di tua sorella!"

Vedendo però che neanche quella frase era servita per convincere la figlia, la donna si decise a strappare sia il lenzuolo sia il cuscino dal letto, lasciando la povera Grifondoro senza niente con cui ripararsi e costringendola così ad aprire gli occhi.

"E va bene, ho capito. Arrivo!" Sbuffò lei, acconsentendo finalmente ad alzarsi.

Non che sua madre le avesse lasciato molta scelta.

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Eleonore, con la piccola Alya in braccio - l'ultimogenita di casa Walsh, che in quel momento stava giocando con i suoi boccoli - si sedette al tavolo dove, n quel momento, era radunata tutta la sua famiglia.
Era stata Crimilde a volere quell'incontro. Adesso che possedeva un corpo tutto suo, era più motivata che mai a portare a termine quello che aveva iniziato.

Sconfiggere i Dempiries una volta per tutte.

E per farlo il primo passo era sfruttare tutta la capacità e le conoscenze magiche della famiglia Grimm.

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Ed ecco a voi gli ultimi due di casa Grimm!



Image and video hosting by TinyPic   Crimilde e James Grimm        Image and video hosting by TinyPic                    

  
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