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Autore: emmejay    10/08/2016    3 recensioni
Daenerys e Tyrion si fissarono. Doveva trattarsi sicuramente di un imbroglio, di un qualche tranello.
“Vi avevo detto che non eravate l’ultimo drago.”
Genere: Dark, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark, Tyrion Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il sole non era ancora sorto e la neve cadeva incessantemente, ammassandosi sui tetti e tra le strade, seppellendo i campi e inghiottendo intere città. Sansa osservava il panorama da una delle grandi finestre del castello, rabbrividendo davanti alla ferocia di quella tempesta. Da bambina passava ore intere davanti alla finestra, con la sola compagnia delle nevicate estive, soffermandosi sulla danza dei singoli fiocchi di neve, così leggeri e soffici, che si muovevano con un’eleganza che poche volte aveva potuto constatare in vita tua. Anche adesso, nonostante tutto, non poteva che ammirare quella distesa bianca, tanto devastante quanto affascinante.

La neve le riportava a galla tanti ricordi, di un tempo ormai remoto, quando era ancora innocente, quando non conosceva la paura e la morte. Nei fiocchi che scendevano dal cielo rivedeva i volti di coloro che aveva perduto per sempre, nell’ululare del vento sentiva le loro voci. Lady, Robb, Rickon, Septa Mordane, Jenye, suo padre, sua madre. Il loro ricordo non la lasciava mai sola, spronandola nei momenti di maggiore difficoltà. Lei sarebbe sopravvissuta a ogni costo, avrebbe vinto quel gioco crudele in cui coloro che più amava avevano perso la vita, avrebbe ottenuto la vendetta che loro meritavano. I lupi erano tornati, più forti e più feroci di prima e presto il mondo intero si sarebbe pentito di aver provato a distruggerli.

“Mia signora” una voce sottile alle sue spalle la risvegliò dai suoi pensieri. 

Quando si voltò trovò Tyrion Lannister, appena illuminato dalla flebile luce delle poche candele del corridoio.

“Lord Tyrion” rispose lei, nascondendo il fremito di paura che l’inatteso arrivo le aveva procurato “Cosa ci fate già sveglio?” gli chiese.

“Piuttosto ancora alzato” rispose lui, accennando una risata “Ho passato la notte a consultare la vostra biblioteca. Al Sud è raro trovare tanti libri sul nostro temuto nemico, soprattutto così dettagliati.” 

“Rimarrete, dunque?” chiese lei. Nessuna emozione le si manifestò in viso. Era diventata dannatamente brava a questo gioco.

“La regina non ha ancora espresso il suo comando” rispose lui, duro. “Ma posso garantirvi che, nonostante quello che ovviamente pensate di lei, non è stupida. Daenerys capisce perfettamente la gravità della situazione. Prenderà la decisione giusta.”

“Perché credete così tanto in lei? Cos’ha di tanto speciale da far sì che il grande Tyrion Lannister sia disposto a donarle tutto se stesso?” 

La domanda di Sansa arrivò diretta, senza filtri, senza falsità o diplomazia. Anche il suo modo di esprimersi era cambiato in quegli anni. Era così diversa da quando ad Approdo del Re era costretta a sopportare le torture di Joffrey, continuando a proclamare il suo amore per il re ragazzino. 

“E cos’ha di tanto speciale il grande Jon Snow? Come ha fatto a trasformare quella ragazzina spaventata che riusciva a pensare solo a se stessa in una donna capace di amare?”

Rimasero per un po’ così, fermi l’uno dinanzi all’altro, a guardarsi negli occhi, a riscoprirsi dopo tanti anni, o meglio, a scoprirsi per la prima volte. Non erano altro che due facce della stessa medaglia, due anime sole, reietti che avevano scoperto a caro prezzo quanto la vita possa essere crudele. Eppure eccoli lì, dove nessuno dei due si sarebbe mai aspettato, divisi, eppure uniti dalla consapevolezza di essere uguali. Due anime perse riportate alla vita dall’amore.

“Questi Targaryen finiranno per ucciderci” sentenziò lei alla fine, sorridendo al folletto, che ben presto ricambiò il suo sorriso.

“Se anche fosse, ne varrebbe la pena” rispose lui sicuro.

“Perdonatemi, ma si sta facendo tardi. Ho molte faccende da sbrigare” affermò Sansa, e, con un inchino, salutò il piccolo lord, avviandosi verso le stanze di Jon.

Quando entrò nell’immenso studio, che una volta era appartenuto a suo padre, lo trovò seduto sulla grande sedia di legno in legno massiccio, sormontata dal metalupo degli Stark, che osservava le carte sotto le quali il Re del Nord era sepolto con superbo cipiglio. Stringeva tra le mani una lettera ed era così preso dalla lettura che la sua giovane moglie dovette tossire più volte affinché lui si accorgesse della sua presenza. I loro sguardi si incrociarono e, nonostante fosse visibilmente agitato, per un attimo i suoi occhi diventarono limpidi. 

“Buongiorno mia signora” le disse sorridendole e lasciando cadere la pergamena sul vecchio tavolo.

“Buongiorno mio re” rispose lei ridacchiando. “Buone notizie?” chiese, spostando lo sguardo verso il tavolo.

“Ottime direi, Bran è arrivato alla Barriera. È con Meera Reed, sta tornando a casa, Sansa.”

Una gioia indescrivibile si impossessò di lei e in un attimo era stretta a Jon, come quel primo giorno alla Barriera. Sentiva le sue mani sui suoi fianchi e tra i suoi capelli, annusava l’odore dei suoi capelli, sentendo che tutto sarebbe andato bene.

“I lupi stanno tornando” gli sussurrò all’orecchio. 

Per tutta risposta lui scoppiò a ridere. Una risata fragorosa, sincera, irrefrenabile, che gli esplodeva dentro, facendolo tremare e lacrimare. Ben presto lei si unì a lui. 

Fu mentre ridevano forte, stringendosi al suo petto che si rese conto di non essersi mai sentita così felice e, soffermandosi su tale pensiero, si chiese per quanto quell'effimera felicità sarebbe passata inosservata all’invidia degli dei.

 

 

 

 

Daenerys aveva passato l’intera notte insonne, cercando di ricostruire ogni singolo momento della giornata, ripensando alle parole di suo nipote. 

Il re della notte sta arrivando.

Non capiva perché quelle parole la terrorizzassero. Aveva affrontato nemici di ogni sorta. Aveva superato la morte dell’unica persona che avesse mai amato, era rinata dalle fiamme, aveva superato congiure e tradimenti, aveva sconfitto eserciti e rivoluzionato un intero continente, eppure, dentro di sé, sentiva che nulla di quello che aveva affrontato era paragonabile a quella minaccia di ghiaccio. 

Sapeva che la cosa giusta da fare era affiancare Jon e il Nord, eppure non voleva farlo. Tutto ciò avrebbe portato qualcosa a lei? L’avrebbe resa più potente o più temibile? Avrebbe reso la sua pretesa al trono più solida? No. Lei sapeva che in quella battaglia c’era un solo e unico leader, un solo uomo che ne sarebbe uscito più forte : Jon. Offrirgli il suo aiuto significava anche, e soprattutto, sottomettersi a lui, al suo comando, alla sua esperienza. 

E se dopo la battaglia avesse deciso che il Trono di Spade spettava a lui? Il popolo si sarebbe stretto attorno al proprio salvatore e, ne era certa, anche coloro che l’avevano sempre sostenuta avrebbero acclamato a gran voce il drago cresciuto tra i lupi che avrebbe sconfitto l’oscurità. 

Un serie di scenari le si prospettavano in mente, ma in nessuno di essi lei ne usciva come vincitrice, a meno che non fosse riuscita a strappare Jon dalle braccia della regina del Nord. Quella era la sua unica speranza. Aveva sedotto molti uomini durante il suo cammino, nessuno era mai riuscito a rimanere immune al suo fascino. Jon non sarebbe di sicuro stato il primo.

Già si immaginava la scena. Loro due, insieme, nella sala del trono e migliaia di stendardi dei Targaryen sparsi per tutto il continente, da Dorne a Alto Giardino, da Nido dell’aquila alle Torri dei Frey e poi su, sempre più su, fin sulla tomba di Sansa Stark. 

 
 
 
 
Spazio Autrice
Imploro umilmente perdono per il lunghissimo ritardo e spero che, nonostante sia passato più di un mese, abbiate ancora voglia di seguire la storia! Fatemi sapere cosa ne pensate :)
-M
P.s Ringrazio di cuore tutti coloro che seguono, ricordano, hanno recensito o, addirittura, hanno aggiunto tra i preferitila storia. Siete magnifici!
  
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