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Autore: Nene_92    07/09/2016    11 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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Ciao a tutti!

Eccomi qua di nuovo!


Immagino vi siate già accorti che il sito di efp ha avuto dei problemi ultimamente (ha cancellato dei capitoli già pubblicati, delle recensioni e anche dei messaggi privati) quindi ho aspettato a pubblicare il capitolo proprio per questo, inoltre, sempre per lo stesso motivo, chiederei a tutti voi di andare a controllare se le recensioni che mi avete inserito negli ultimi 2 capitoli (32 bis e ter) ci sono tutte oppure se ne manca qualcuna ed eventualmente comunicarmelo (sperando che il problema si sia risolto definitivamente e che i vostri messaggi mi arrivino).


Detto ciò, vi lascio alla 
lettura del capitolo, l'ultimo di questa lunga notte! Non tutti i personaggi compariranno e non tutti avranno lo stesso peso perchè darò priorità alle "situazioni aperte".

Buona lettura! ;)

- Verità svelate - 


Notte tra mercoledì 30
aprile e giovedì 1 maggio 2021, Hogwarts


Jakob, con uno scatto veloce, balzò di lato, evitando così l'ennesimo incantesimo offensivo lanciatole dalla nipote. Doveva ammetterlo: quella ragazzina l'aveva sottovalutata un bel po'.

Nell'ultima mezz'ora, dopo essere riuscita a convincere sia il fidanzato che la sorella ad andarsene - cosa che l'uomo non avrebbe mai creduto possibile - gli aveva dato parecchio filo da torcere, parando ogni suo incantesimo e contrattacando con altrettanta ferocia.
L'uomo aveva ormai capito quanto la ragazza stesse combattendo con le unghie e con i denti e che non gliela avrebbe mai data vinta finchè avesse avuto fiato in corpo. Ma al contempo aveva capito, e lo aveva capito anche lei, che la Corvonero non aveva la minima chance contro di lui.
Gli incantesimi della Caposcuola erano sempre più deboli e nonostante cercasse di agrapparsi con tutte le sue forze alla volontà di non farsi battere, il lungo duello di logoramento portato avanti da lui stava iniziando a dare i suoi frutti. La ragazza era stanca già di suo - Jakob poteva vederne le profonde occhiaie - e di sicuro la maledizione del sonno l'aveva solo spossata ulteriormente.

Era solo questione di tempo: prima o poi sarebbe crollata del tutto.

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"Daniel!" Lo chiamò Virginia dopo aver visto il ragazzo comparire dal buio con una Gretel svenuta in braccio. "Cos'è successo? Dov'è Eleonore? Merlino! Non sarà mica..." Iniziò a farneticare presa dal panico.
Ma lo scuotere la testa del ragazzo la fermò. "No... ha schiantato lei Gretel e mi ha obbligato a portarla via... sta combattendo con Jakob adesso..." Spiegò lui con il fiatone, facendo strabuzzare gli occhi alla Tassorosso. "Ma cos'è successo qui?" Domandò a sua volta, riferendosi alla Stamberga Strillante che continuava a bruciare. "Oh Merlino! Ma i gemelli e Lex sono ancora dentro?"
"Anche Federica adesso è dentro... ma con Jakob intendi... Jakob Grimm? Ma..." Balbettò lei, senza sapere come cosa dire o come muoversi. Per poi porre l'unica domanda sensata "Che facciamo adesso?"
Il Caposcuola però non aveva una risposta da darle. "A parte cercare di spegnere le fiamme? Non lo..."

Ma Daniel non riuscì a dire nient'altro: si piegò all'improvviso su se stesso emettendo un sorpreso verso di dolore, seguito da urla sempre più intense.
"Daniel? Che c'è? Che hai?
"Non lo so... è come se... qualcuno... mi stesse... cruciando" Riuscì a malapena a boccheggiare lui, senza fiato, accasciandosi al suolo.

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Eleonore strinse i denti per non urlare con tutto il fiato che aveva in gola. Non gliela avrebbe mai data quella soddisfazione. Con sollievo, si accorse all'improvviso che Jakob aveva sollevato la bacchetta per interrompere l'incantesimo di tortura.

Un incantesimo malamente parato l'aveva messa in difficoltà pochi minuti prima, dando così il tempo all'uomo di sopraffarla. Prima che la Corvonero se ne rendesse conto, era stata buttata a terra e le erano stati legati polsi e caviglie con una corda. Non una qualunque: serviva per privare temporaneamente dei poteri chiunque o qualunque cosa legasse. E la vittima in quel momento era lei.

Sapeva di non avere scampo: senza bacchetta e senza poteri era una normalissima ragazza di diciott'anni. Ma l'istinto le urlava di allontanarsi da lì il più possibile, di scappare. E lei tentò comunque di farlo, strisciando sui gomiti. Prima di essere afferrata da una forza invisibile che le fece disegnare un arco per aria e atterrare violentemente sulla schiena.
A causa della botta ricevuta, il fiato le mancò per qualche secondo.

"Allora? Hai finito di renderti ridicola?" Le chiese Jakob afferrandola per i capelli e dandole un violento strattone. "Cerchi di scappare strisciando sui gomiti? Mi prendi in giro?"
Eleonore neanche si diede la pena di rispondergli. Era senza fiato e dolorante in tutte le parti del corpo. Ma sapeva ancora riconoscere una domanda ironica. "Perchè questo accanimento contro di me?" Domandò invece con un filo di voce, cercando di non piangere. Non le sembrava  di fare altro da mesi
, ormai

"Perchè tu, con la tua esistenza, hai rovinato tutta la mia vita."

Con l'ennesimo schiantesimo della serata, le fece perdere i sensi.

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Page, sudando sette camicie, riposizionò per la quinta volta a terra la pietra, sperando che quella fosse la volta buona.
Nell'ultima mezz'ora si era resa conto di quanto fosse difficile far funzionare l'elitrasporto: la teoria era una cosa... la pratica era tutt'altra questione.

"Coraggio Page, lo so che ce la puoi fare." Cercò di incoraggiarla Caos, a sua volta sull'orlo di una crisi nervosa.
Ancora di più che la situazione in generale, ciò che lo infastidiva era sapere di essere bloccato lì senza poter fare nulla di concreto: per quanto ne sapeva, Virginia poteva anche essere morta in quel lasso di tempo. E non solo lei. Anche se sperava con tutto il cuore che le cose si risolvessero per il meglio.

"Novità?" Si aggregò la voce di Brian. Più volte durante quell'arco temporale lui e Micah si erano affacciati nella stanza per vedere come procedevano i lavori. Da una parte non volevano disturbare la Corvonero, ma dall'altra nessuno dei due riusciva a stare fermo per più di cinque minuti.

"Ancora no" Sbottò lei stizzita "E se la smetteste di chiederlo ogni cinque minuti non mi fareste continuamente deconcentrare!"
Stava per aggiungere qualcos'altro, quando le pietre si illuminarono. Ma in quel caso non era stata lei a concludere l'azione.

Qualcuno stava cercando di aprire il passaggio dall'esterno.

Pregando che quel qualcuno fosse una persona giusta, Page roteò la pietra sul pavimento, riuscendo così finalmente ad aprire il varco.

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Michelangelo fu il primo a bloccarsi: nonostante non fosse più un lupo grazie all'effetto del mantello, aveva comunque i sensi più sviluppati. E aveva sentito un odore familiare. Raphael, al suo fianco, lo invitò invece a proseguire.

Erano troppo lenti, non avevano tempo anche per le soste. Il fuoco li stava circondando da ogni parte.

Lex, con un lembo del mantello davanti alla bocca, stava per chiedere loro se c'era qualcosa che non andava, quando trattenne al pelo un urlo di sorpresa. Una figura era appena sbucata dal nulla davanti a lei. Una figura che non si aspettava affatto ma che non fu mai così felice di vedere. Federica.

"Tu aiuta Mic, io aiuto Raph. Così riusciremo ad uscire da questo inferno." Ordinò la capitana dei Serpeverde. "Andiamo."

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"Erin tu rimani a casa"
"Manco per sogno."
"Alex falla ragionare!"
"Per ricevere un pugno in faccia da una mezza Grimm incazzata? No grazie!"
"Se non lo fai lo riceverai da UN Grimm incazzato."
"Fortunatamente, con quel Grimm non ci vado a letto tutte le sere. Con la mezza Grimm sì. Questione di priorità, scusa."
"TU COSA FAI CON MIA CUGINA?"
"Oh per amor di Merlino James! Siamo sposati e abbiamo due figli, come credi che siano nati? Per opera dello Spirito Santo?"
"Qualche volta lo preferirei..."

Caos Pagano era abituato alle numerose liti che si consumavano quotidianamente in casa sua, ma doveva ammettere che quella famiglia era una loro degna concorrente.
Quando dieci minuti prima Brian e Celia Grimm erano comparsi dentro al cerchio dell'elitrasporto, il Tassorosso gli aveva semplicemente indicato la porta che portava fuori della camera dicendo "Stamberga Strillante. Eleonore e Gretel. Fluschschlafes
. Pericolo" per farli precipitare con gli occhi sgranati e la bacchetta spianata fuori dal Castello. Prima però, l'uomo aveva avuto l'accortezza di posizionare le pietre in modo da tenere aperto il passaggio e senza tanti complimenti aveva spinto il ragazzo dentro al cerchio, intimandogli di avvisare "gli altri".
Solo dopo Caos aveva capito chi Brian intendesse con il termine "altri".

Hansel, Ariel ed Erik, appena sentito il resoconto di Caos, si erano direttamente precipitati nel passaggio. Gli altri invece si erano messi a litigare su chi dovesse andare e chi no.

"BASTA VOI TRE! SIETE PIU' LITIGIOSI DI UN BRANCO DI MOLOC!" Sbottò Crimilde incrociando le braccia al petto e interrompendo così il litigio che si stava consumando davanti ai suoi occhi.
"Cosa sono i Mo...? Ok, lasciamo perdere." Borbottò Alex davanti all'occhiata di fuoco della donna.
"Bene... Alex e James: voi due rimanete a casa con Emily, Nick e i bambini. Erin tu vieni con me." Comandò la donna con un tono che non ammetteva repliche. "Io sono la più vecchia, io decido. Erin andiamo."

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Daniel, sostenuto da Virginia, era rannicchiato su se stesso, in preda a fortissimi dolori.
Era già crollato in ginocchio da un pezzo e faceva anche fatica a respirare, mentre diverse piccole ferite si aprivano in continuazione sul suo corpo, per richiudersi subito dopo. Stava stringendo i denti per cercare di non urlare ad ogni nuova scossa di dolore, ma la cosa diventava sempre più difficile.
Finchè, di punto in bianco, ogni cosa finì. Per una decina di minuti - che a Virginia sembrarono ore - rimase accasciato a terra, con il fiatone, cercando di riprendersi da quella situazione assurda.
Poi, all'improvviso, ricominciò ad agitarsi.

"Daniel!" Abbaiò all'improvviso una voce a lui nota, sopraggiunta dal nulla.
Per un attimo, il Tassorosso pensò che il dolore gli avesse fatto avere una allucinazione uditiva, poi, di punto in bianco, le figure di Brian e Celia Grimm si pararono davanti a lui.

L'uomo gettò un'occhiata veloce al ragazzo, ancora accasciato per terra, a Virginia, inginocchiata accanto a lui e infine a Gretel, ancora svenuta a terra, sulla quale Celia si era immediatamente precipitata. E capì di non avere tempo da perdere. Per quello prese la testa di Daniel tra le mani, intenzionato a usare la legimanzia per capire nel minor tempo possibile cosa stesse succedendo. Si aspettava di vedere di tutto nella mente del ragazzo.

Ma non si aspettava di certo di venire catapultato nella mente di Eleonore.





Eleonore riprese i sensi mentre il suo corpo veniva trascinato sul terreno scosceso e immediatamente cercò di ribellarsi: si stava riempiendo le braccia e il busto di tagli e graffi a causa delle radici e dei rami spezzati contro i quali prendeva continuamente.

Ovviamente Jakob se ne accorse. E, con un gesto seccato, le puntò la bacchetta contro immobilizzandola. Continuando a trascinarla per le gambe, iniziò a parlare. "Posso anche raccontarti tutto, cara nipote. Tanto non andrai a raccontarlo a nessuno. Lo porterai con te nella tomba. Voi donne Eleonore... voi donne siete sempre state la mia rovina. Avevo due sorelle, una volta: Gretel e Ursula. Tua nonna e la tua prozia. Ed entrambe mi hanno tradito. Ma questo tu lo sai già vero?"

Jakob si interruppe un attimo per riprendere fiato e scrutare l'orizzonte, mentre un sorriso si allargava sul suo volto.

I Dempiries stavano arrivando.

Poi, come se niente fosse, riprese a parlare e a trascinarla. "Gretel ha preferito un lurido nato babbano alla sua famiglia, generando quella mezzosangue indegna che mi ha strappato via mio figlio James. E Ursula... ha cresciuto tuo padre, sostenendolo addirittura quando lui ha preferito una donna qualsiasi a mia figlia, una Grimm. Potevo anche accettare il loro matrimonio, in un primo momento. In fondo, Brian ha dodici anni in più di Celia e capisco che un uomo debba avere la possibilità di sfogare i propri istinti. Ma quando è arrivato il momento giusto, tuo padre si è rifiutato di ripudiarla:  ho dovuto agire di conseguenza."

Si erano fermati di nuovo. E questa volta Jakob si girò nella sua direzione, si piegò e la prese per i capelli, strattonandola fino ad un grosso albero. "Se c'è una cosa che tuo padre non ha mai sopportato, sono i lupi mannari: la sua piccola Eleonore... la sorellina uccisa davanti ai suoi occhi da uno di loro quando lui aveva otto anni e lei appena uno. Certi traumi non li scordi. E io gliel'ho fatto rivivere con tua madre. Sì, tuo padre ci aveva visto giusto su di me. D'altra parte chi avrebbe mai potuto annullare tutte le protezioni che lui aveva messo? Vivevate nella casa più protetta della Gran Bretagna! Ma non ha mai avuto prove concrete in mano. Sono bravo a non lasciare tracce."

Eleonore era a dir poco terrorizzata. Era spacciata e ne aveva la consapevolezza.
E poi era così stanca di combattere. Non ne aveva più le forze.

Ma quella frase attirò di nuovo la sua attenzione.
Sono bravo a non lasciare tracce.
Si stava riferendo a lei.
Ma allora perchè aveva lasciato andare Daniel e Gretel?
A meno che...


"Pensavo di avere risolto tutto, ma ecco che Talisia ha continuato a far sentire la sua presenza anche dalla tomba: tu sei sempre stata la sua copia, il punto debole di tuo padre. A causa di questa somiglianza, ti ha permesso di fare ciò che volevi! Addirittura sei riuscita a strappargli il permesso per uscire con un maledetto Sondereith. Preferendolo a Erik! E' colpa tua se, non potendo averti, ha iniziato a frequentare quella puttana babbana! Quando ho scoperto che era addirittura rimasta incinta, mi sono reso conto che non potevo più restare a guardare la mia famiglia andare a catafascio. Dovevo intervenire." Continuò lui con il suo monologo, appendendola all'albero prescelto a testa in giù, legata per i piedi.

Non sapeva se la cosa fosse dovuta alla stanchezza, al dolore o ai residui della pozione che aveva ingerito solo poche ore prima, ma per un attimo Eleonore non si ritrovò più appesa a quell'albero. Era sdraiata a terra di schiena, tra le braccia di suo padre, mentre le alte fiamme di qualcosa che andava a fuoco rischiaravano la notte.
Con un enorme sforzo ritornò alla realtà.

"E cosa ci poteva essere di meglio, per riunire nuovamente la famiglia, di una minaccia antica? Serviva il sangue di un Grimm per aprire la gabbia, quindi mi sono servito della babbana per farla morire dissanguata insieme alla creatura immonda che portava in grembo: due piccioni con una fava! E una volta liberati, i Dempiries hanno fatto il lavoro sporco al mio posto, uccidendo un numero considerevole di Sondereith." Con un colpo di bacchetta, l'uomo fece comparire dal nulla un calderone contenente una pozione fumante di colore biancastro e un foglio di pergamena che srotolò.

"E adesso ucciderò anche te, eliminando l'ultimo elemento che tiene ancorato tuo padre a Talisia. La sua copia. Ma non temere! La tua morte non sarà invano: i Dempiries stanno arrivando qui, attirati dalla mia trappola, e il tuo sangue servirà per chiuderli nuovamente in gabbia, esattamente come richiesto dall'incantesimo di Crimilde." Concluse con un tono di voce gioioso, mentre con un incantesimo non verbale le posizionava il calderone sotto al corpo e le apriva delle ferite ovunque, per far sì che il sangue della ragazza colasse dritto nella pozione.


Una settimana prima (vacanze di Pasqua), Casa Walsh

Crimilde congiunse le mani e vi appoggiò sopra il mento prima di iniziare a parlare. Aveva l'attenzione di tutti puntata su di lei.
"Siete stati coinvolti in questa storia, è giusto che sappiate anche com'è iniziata. E sono sicura che la versione che conoscete non sia esattamente corretta. La storia è sempre fatta dai vincitori in fondo. E se vogliamo distruggere i Dempiries insieme, dovete sapere la verità." La donna fece una pausa, mentre tutti i presenti pendevano dalle sue labbra. "Non era solo l'amore che c'era tra me e Rivus a dare fastidio a tutti, Grimm o demoni che fossero. Era anche quello che facevamo insieme. Noi due stavamo... studiando le origini della magia stessa." Spiegò vedendo gli occhi di tutti sgranarsi.

"Era iniziata come una ricerca sulle origini della mia famiglia, ma poi, man mano, ci siamo resi conto di avere tra le mani qualcosa di molto più grosso. C'è un motivo se la nostra dinastia è la più antica di cui si ha notizia nel mondo magico, se le sue origini si perdono nel mito e nella leggenda, se il nostro albero genealogico risale addirittura ai tempi dei Faraoni, se non addirittura prima. E il motivo è uno solo: la magia, tra gli uomini, l'abbiamo portata noi."

Crimilde vide la maggioranza di loro aprire la bocca per dire qualcosa, ma con una mano bloccò sul nascere ogni possibile commento. "Le domande dopo. Millenni fa, quando l'uomo aveva appena iniziato ad assemblarsi in piccoli villaggi, era una preda facile per i demoni che abitavano sulla terra. E ogni giorno, i demoni chiedevano all'uomo un tributo di sangue e di vite, che diventava sempre più alto man mano che il tempo passava. Finchè un uomo più coraggioso - o forse solo più pazzo - degli altri decise di ribellarsi: i vecchi del villaggio avevano stabilito che quello sarebbe stato il turno dei suoi figli di essere sacrificati e lui si oppose. Si unì così ad altri uomini che la pensavano come lui e insieme prepararono una trappola per il demone che veniva a ritirare le vittime. Non senza fatica, riuscirono miracolosamente a catturarlo. E, presi dall'euforia, lo uccisero e banchettarono con le sue carni e il suo cuore. Scoprendo solo successivamente che, insieme a questi, nel loro organismo era entrato qualcosa di diverso, che aveva mutato completamente il loro sangue, qualcosa che avrebbero trasmesso, da quel momento in poi, a tutti i loro discendenti. La magia era entrata in loro. L'uomo che guidò la rivolta, si chiamava Jhar'Him."

Un silenzio assordante si propagò per la casa, mentre il significato più profondo di quelle parole prendeva pian piano posto nelle loro menti.
"Una verità del genere... manderebbe all'aria tutte le teorie sul mondo magico... le divisioni tra famiglie purosangue, mezzosangue e nati babbani... il fatto stesso che noi Grimm ci poniamo al di sopra di tutti gli altri maghi verrebbe minato alla base! Tutti i maghi sarebbero Grimm, tutti i maghi sarebbero in parte demoni e tutti i maghi - di fatto - discenderebbero da babbani! " Esclamò alla fine Eleonore incredula.

"Una verità alla quale eravamo arrivati anche io e Rivus" Concordò Crimilde "E che volevamo rendere nota a tutto il mondo. Ma si trattava di una verità scomoda per troppe persone. Ci tesero una trappola, Grimm e demoni insieme. Ironico che nel momento in cui noi volevamo mettere in luce le ragioni per farli andare d'accordo, loro si accordassero alle nostre spalle per impedirci di farlo. Catturarono Rivus e lo sottoposero per mesi a torture infinite. Fino a fargli scordare chi fosse. Ma il loro unico obiettivo era fargli scordare ciò che avevamo scoperto. E fecero passare me per pazza, denigrandomi e screditandomi a livello internazionale. Molte prove da noi raccolte vennero distrutte. Il resto lo sapete. Rivus impazzì e quando lo liberarano iniziò a disseminare morte e orrore ovunque: anche questo servì per distrarmi e non farmi andare avanti con le ricerche. E quando riuscii finalmente a rinchiuderlo nella gabbia, rimasi intrappolata all'interno a mia volta. Ed ecco come tutto il mondo magico venne privato della verità per tre secoli." Concluse Crimilde con tono amaro, mentre una lacrima scivolava sulla sua guancia. "Io devo distruggere i Dempiries, perchè sono creature senza ragione e senza controllo, ma allo stesso tempo devo fare in modo che questa verità diventi di dominio pubblico. Almeno questo glielo devo... a lui e a me stessa."

Per qualche minuto rimasero tutti in silenzio, finchè James non prese la parola dopo averle preso la mano.  "Faremo in modo di continuare ciò che tu hai iniziato Crimilde. Lo giuro. Ma dobbiamo anche occuparci di un altro problema adesso: come evitare che mietano altre vittime. Perchè non ci spieghi nel dettaglio come funziona la gabbia intanto? Poi, pian piano, penseremo a tutto." 

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"Tu resta qua con loro, io vado. Non ammetto discussioni. E spegni le fiamme già che ci sei." Le aveva ordinato Brian prima di correre via.

Celia l'aveva visto impallidire parecchio dopo essere entrato nella mente di Daniel. Ma non aveva fornito spiegazioni su ciò che aveva visto. Come al suo solito, aveva dato gli ordini e poi se n'era andato.
Ma forse, solo per quella volta, il suo comportamento era ampiamente giustificato. Anche se, per l'ennesima volta, aveva preferito correre da Eleonore, piuttosto che preoccuparsi dell'altra sua figlia, ancora svenuta a terra.

Con un colpo di bacchetta, la donna spense le fiamme che si erano propagate in ogni angolo della Stamberga. E con un altro polverizzò direttamente la struttura, permettendo così finalmente a tutti coloro che erano intrappolati all'interno di uscirne illesi.

Fu così che Federica, Lex e i gemelli Hamato, tossendo abbondantemente a causa del fumo che avevano respirato, emersero dai residui dell'edificio.

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Jakob stava rovesciando la pozione a terra, mentre ripeteva tra se e sè l'incantesimo che avrebbe pronunciato di lì a breve - Eleonore ci avrebbe impiegato almeno mezz'ora per morire dissanguata - quando un rumore non previsto attirò la sua attenzione.
Si voltò infastidito per capire cosa fosse stato.

E venne buttato gambe all'aria da un Brian Grimm decisamente fuori di sè.

Contemporaneamente le corde che tenevano legata Eleonore vennero tranciate e la ragazza si ritrovò a precipitare verso terra, prima che la sua caduta venisse bloccata a metà. Dolcemente, planò verso il suolo.
Pochi minuti dopo venne raggiunta da Hansel che immediatamente iniziò a rimarginarle le ferite.

Non aveva idea di come suo fratello avesse fatto ad arrivare fin lì, così come non sapeva se davvero lui si trovasse accanto a lei oppure se fosse tutto frutto di una sua allucinazione.
Ma, allucinazione o no, si trovava tra le braccia di suo fratello, che continuava a cullarla e a rassicurarla come una bambina.
"Va tutto bene Elly, va tutto bene."

Poteva finalmente smettere di lottare con le unghie e con i denti per rimanere lucida.
Fu così che accolse con gioia il buio.

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Allora... quasi tutti i misteri sono stati risolti (e anche i problemi ormai... QUASI).
Le ultime cose che ho lasciato in sospeso le troverete nel prossimo capitolo (ci sono ancora i Dempiries in circolazione... e pure Jakob nel caso ve lo foste scordati).

A presto! ;)


ps: ho addirittura distrutto la Stamberga Strillante, nel caso non ve ne foste accorti (scusa Remus!)


  
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