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Autore: Larrystattoos    08/09/2016    2 recensioni
"Chi lo dice che nella vita abbiamo un unico grande amore?"
In cui Sirius è combattuto tra i sentimenti per quello che credeva l'unico amore della sua vita ed Harry, Harry è deciso a far valere le sue idee e Remus si accerta che Sirius non faccia danni.
past!James/Sirius, Harry/Sirius
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Passano pochi giorni prima che accada.
Sirius sta pigramente giocherellando con lo specchio doppio, nell’attesa della chiamata di Harry dopo il suo G.U.F.O. in Storia della Magia, quando Kreacher entra in salotto. –Padrone, la bestia sta male.-
Sirius scatta in piedi. -Fierobecco è ferito?-
-Sì, padron Black.-
-Zitto e portami il necessario per medicarlo- sbotta, lasciando cadere lo specchio sul divano e dirigendosi verso l’Ippogrifo.
L’elfo aspetta che Sirius sia uscito prima di ghignare. –Come vuole, padron Sirius.-
 
Nel frattempo, un Harry fuori di sé cerca di ragionare riguardo al sogno –no, alla visione- che ha avuto. Vedere Sirius torturato da Voldemort lo ha mandato fuori di testa.
Dopo aver tentato più volte, invano, di contattarlo attraverso lo specchio, con l’aiuto dei suoi amici cerca di parlargli tramite il camino della Umbridge. Il suo cuore si ferma quando un Kreacher particolarmente felice gli rivela che Sirius è all’Ufficio Misteri e lì non ci vede più. Vorrebbe solo precipitarsi a salvarlo, ma la Umbridge e la sua Squadra d’Inquisizione lo tengono bloccato a scuola e lui non può far altro che appellarsi a Piton nella speranza che l’Ordine intervenga. Lui tuttavia non ha intenzione di arrendersi e nel momento in cui riesce a liberarsi anche della Umbridge si precipita, con i suoi amici, al Ministero.
 
Quando Severus manda un Patronus al Quartier Generale informandolo del presunto rapimento di Sirius ed è proprio l’uomo a rispondere, capisce immediatamente cos’è successo. –Maledetto Potter, incapace come suo padre- sbotta, allertando Silente dell’accaduto.
Nel frattempo, i membri dell’Ordine disponibili si preparano alla battaglia, Sirius compreso.
-Vengo anch’io- annuncia, alzandosi.
-Sirius…- inizia Moody.
Lupin gli poggia una mano sul braccio. –Harry preferirebbe saperti al sicuro- mormora, in modo che solo lui possa sentirlo.
-Harry si vergognerebbe ad avere un padrino e un fidanzato vigliacco- ringhia di rimando, scrollandosi di dosso la mano di Remus. –Io vengo- ripete, alzando la voce. –È del mio figlioccio che stiamo parlando! Non sappiamo quanti Mangiamorte siano, più siamo meglio è!-
Moody acconsente, seppur riluttante. –Hai ragione, Black. Ma mi raccomando, non fatevi ammazzare. Vigilanza costate!-
 
Con il cuore in gola, Harry passa attraverso le file di profezie aspettando di sentire le urla di Sirius da un momento all’altro o di vederlo, legato o forse... no Harry, non ci pensare nemmeno. Lui è vivo. Se fosse… lo saprei già.
Arrivato alla fila 97, non c’è nessuno. Dov’è? Si chiede, attraversando febbrilmente il corridoio. Dove sei, amore?
Controlla anche i corridoi accanto, più e più volte, ma di Sirius non c’è traccia. La sua mente è combattuta tra il sollievo perché Sirius non è lì e il senso di vergogna che lo pervade nell’aver allarmato inutilmente i suoi amici. Sei vivo, Sirius. Sei vivo... I suoi pensieri vengono interrotti da Ron. –Harry?-
-Cosa c’è?- scatta. Non si sente pronto ad affrontare i rimproveri dei suoi amici, il rimorso lo divora già senza il loro aiuto.
-Harry, qui sopra c’è il tuo nome- dice invece Ron.
Harry si avvicina alla sfera e la prende. In quel momento, figure nere appaiono dal nulla a circondarli e la voce di Lucius Malfoy risuona nella stanza. –Molto bene, Potter. Ora voltati lentamente e dammela.-
-Dov’è Sirius?- chiede invece, conoscendo già la risposta. Le risatine dei Mangiamorte confermano ciò che già aveva capito. Fa perciò l’unica cosa che gli viene in mente: prendere tempo mentre cerca una soluzione per scappare.
 
Della fuga e di tutto ciò che è successo ricorda molto poco, se non che tutti i suoi amici sono stati feriti più o meno gravemente.
Si trova nella stanza con l’arco, circondato da Mangiamorte, quando i membri dell’Ordine fanno irruzione nella sala. E tra essi c’è…
-Sirius…- 
Non si rende conto che l’ha sussurrato davvero, fin quando l’uomo non si lancia contro di lui e lo butta a terra mentre uno Stupeficium passa ad un palmo dalle loro teste.
-Sirius, stai bene? Kreacher aveva detto che eri qui...-
-Shh, lo so, sto bene. Ti spiego dopo- gli mormora, prima di lasciargli un breve bacio sulle labbra e buttarsi nella mischia.
Harry lo guarda assorto, prima che Bellatrix gli si avvicini. –La profezia, Potter. Dammi quella dannata profezia!-
-Scordatelo!- urla Harry, rialzandosi pronto a lanciarle uno Schiantesimo.
Bellatrix lo guarda fuori di sé. –Accio pro...-
-No!- Sirius si pone in mezzo lanciando uno Scudo tra Harry e la donna e lo porta dietro una roccia. –Harry, raduna gli altri e andate via!- gli dice affannato, prendendolo per le spalle.
-No, io resto qui con te- protesta Harry, ma il padrino lo blocca. –Va’ via, ti prego. Ci vediamo dopo.-
Harry annuisce e, dopo un altro veloce bacio, esce dal nascondiglio. Un Anatema che Uccide lanciato da Bellatrix lo manca per un soffio. Sirius, fuori di sé, si dirige verso la cugina.
 
Harry sta cercando di portare Neville, colpito da un Tarantallegra, su per le scale per uscire e raggiungere gli altri, quando arriva Silente. Si bloccano tutti, tranne i due Black, che si stanno lanciando contro incantesimi su incantesimi.
-Avanti, puoi fare di meglio!- sente dire da Sirius, nel momento in cui un altro colpo lo raggiunge in pieno.
Harry lo vede sgranare gli occhi e cadere lentamente oltre il velo, un attimo dopo aver incrociato il suo sguardo.
Senza pensarci, lascia andare Neville e si fionda nel punto in cui Sirius è sparito. Viene però trattenuto da Remus. –Non puoi fare più nulla per lui, Harry. Se n’è andato.-
Harry lo ignora, rifiutando di credergli. Continua a chiamare il nome di Sirius aspettandosi che, da un momento all’altro, esca da dietro il velo con il suo solito sorriso strafottente, pronto a riprendere la battaglia.
Ma Sirius non riappare.
 
Mentre sta duellando con Bellatrix, Sirius pensa a James. Sta combattendo per suo figlio, per il suo più grande amore. Perché, se ne rende contro mentre schiva l’ennesimo Anatema che Uccide, quello per James era solo il risultato di eventi più grandi di lui che ha frainteso, che lui e James hanno frainteso. Il sentirsi amato profondamente per la prima volta nella vita, l’avere a fianco una persona su cui contare per qualunque cosa, tutto ciò che avevano condiviso, dalle più stupide alle più serie, è stato ciò che l’ha portato a credere per anni che James fosse il suo vero amore. Ma, soltanto con Harry, Sirius ha capito che quello non basta. Perché Harry ha quel qualcosa in più che non ha mai riscontrato in altre persone. Harry lo fa sentire speciale.
Si accorge dell’arrivo di Silente, ma non si ferma. Si sposta di lato per evitare un incantesimo di Bellatrix e ghigna. –Avanti, puoi fare di meglio!-
Non finisce di parlare che un getto rosso lo colpisce al petto. Sirius capisce immediatamente di essere spacciato. Mentre cade, incrocia gli occhi di Harry con lo sguardo. Non vuole lasciarlo solo. Non anche lui. Non prima di avergli detto ciò che ha capito. Perdonami, Harry. Ti amo. Poi, il buio.
 
-SIRIUS… SIRIUS!- Harry lotta per liberarsi dalle braccia di Remus. –REMUS LASCIAMI, È APPENA PASSATO, POSSIAMO ANCORA SALVARLO!-
-È troppo tardi Harry..- A malapena si rende conto delle lacrime di Remus mentre continua a chiamare il padrino. Dove sei, Sir? Avanti, esci da lì, smettila di scherzare.
In fondo, però, lui sa che Lupin ha ragione. Lui non ti farebbe mai aspettare così tanto, non per cose così. Ed è in quel momento che realizza. L’ho perso. Stavolta per davvero.
Smette di divincolarsi e si gira, affondando il viso già rigato di lacrime nel petto di Remus, che lo stringe forte.
 
I giorni seguenti, Harry li passa a letto. Non si alza, non mangia, non parla, non va a trovare i suoi amici in Infermeria. Si crogiola nel rimorso. È colpa mia. È solo colpa mia si ripete.
La sua mente ripercorre più e più volte il momento in cui Sirius viene colpito, rifiutandosi di pensare ad altro. in quel momento, le parole di Silente sul suo destino sono nulla, perché Sirius non è con lui e non tornerà più. A meno che...
Si alza di scatto, provocandosi un lieve capogiro. Si addentra nei corridoi alla ricerca di Nick-Quasi-Senza-Testa. Affretta il passo quando lo vede scivolare verso una porta. –Ehi, Nick!- lo chiama con voce roca.
Nick si gira e, al vederlo, assume un’espressione quasi rassegnata. –Immaginavo saresti venuto a cercarmi.-
Il ragazzo gli si avvicina velocemente, col respiro affannato. –Già... volevo sapere... come si diventa fantasmi? Nel senso, c’è un criterio specifico o...?-
Il fantasma sospira. –Lui non tornerà.-
Il cuore di Harry perde un battito. –Chi?- si ritrova a chiedere stupidamente.
-Sirius Black.- Nick lo fissa compassionevole. –Lui è... andato avanti.-
-Come andato avanti? Che vuol dire? Perché?-
-I maghi lasciano una traccia di sé soltanto se hanno paura della morte. E lui non ne aveva- spiega.
Harry si sente morire. Il crollo di quell’ultima speranza è troppo. –Io... Va bene. Grazie, Nick- mormora,tornando sui suoi passi.
Perché è andata così? Cos’ho fatto di male per meritarmi questo?
 
Il giorno dopo sta facendo le valigie quando, nel comodino, trova un cofanetto. Le chiavi.
Lo apre e ripensa a quella Vigilia di Natale, la migliore che abbia mai trascorso. Gli viene in mente il sorriso di Sirius quando gli ha chiesto di vivere insieme, con i capelli a coprire gli occhi come sempre. Vorrei avere un posto solo nostro, aveva detto. Avevano fatto progetti sull’estate che sarebbe arrivata, sulla loro vita... progetti che non si realizzeranno mai. Preso da uno scoppio di rabbia, lancia il cofanetto attraverso la stanza. –Me l’avevi promesso!- urla, prendendo a calci il baule. –Mi avevi promesso che saremmo stati insieme, che non mi avresti abbandonato, che saremmo stati felici!-
In quel momento entra Ron che, vedendolo in quelle condizioni, esita. Ma quando Harry, ignaro dell’amico sulla porta, si siede sul letto con la testa tra le mani, si avvicina cautamente, sedendosi vicino a lui.
-Mi dispiace, amico- dice solo, passandogli un braccio sulle spalle.
Il moro non risponde, ma poggia la testa sulla spalla di Ron e lo tiene stretto. Non piange, ma Ron lo sente tremare.
Non sanno dire per quanto restano così prima che Hermione faccia la sua comparsa.
-Oh, Harry…- mormora. Harry la guarda, cercando di sorriderle.
La ragazza si avvicina e gli lascia un bacio su una guancia, prima di sedersi anche lei sul letto e stringergli una gamba. Restano in silenzio per un bel po’, fin quando Harry smette di tremare e si scioglie delicatamente dal contatto con gli amici. –Scusate- sussurra.
-Non dirlo nemmeno- risponde Hermione.
Harry li guarda, sentendo il senso di colpa farsi strada nel suo animo. –Non sono nemmeno venuto a trovarvi in Infermeria. Ed era colpa mia se eravate lì…-
-Ehi, amico- si intromette Ron. –Va tutto bene, okay? Possiamo a malapena immaginare cosa stai passando in questi giorni.-
Con il primo vero sorriso dopo giorni, Harry annuisce. –Ora come state?- cambia discorso.
-Oh molto meglio, Madama Chips sa il fatto suo.-
E mentre parlano di cose futili, il moro si rende conto di una cosa: è fortunato ad avere due amici come loro.
Il suo pensiero vola a Sirius. Sarebbe felice di vederlo reagire, finalmente. E, mentre l’immagine del suo sorriso e la sensazione del suo abbraccio lo avvolgono, un pensiero irrompe prepotentemente nella sua mente. Lo sconfiggerò per te, e per i miei genitori. Ti vendicherò, Sirius. Te lo giuro. 




E così, siamo giunti alla fine di questa storia. So che non è un capolavoro, ma ho amato scriverla e ci ho messo 
veramente il cuore.
Per prima cosa, vorrei ringraziare tutti voi che avete trovato un po' di tempo per leggere questa piccola storia, voi che l'avete messa tra le preferite/seguite/ricordate e voi che avete commentato. Grazie di cuore, davvero.
Non sono solita chiederlo, ma mi piacerebbe avere un parere su come vi è sembrata, se vi è piaciuta, se vi ha fatto schifo, dove posso migliorare... qualunque cosa in pratica hahah
So che probabilmente non vi interessa, ma tornerò sicuramente a scrivere su questo fandom, ho già qualche idea in mente. Alla prossima e di nuovo, grazie! :)
 

 
  
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