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Autore: fenris    25/09/2016    2 recensioni
E se ci avessero sempre mentito?Cos'è veramente successo in Egitto più di tremila anni fa?Una storia di lotta e dolore,dove due popoli dovranno imparare ad appianare le divergenze e combattere assieme per fronteggiare un male più grande di loro.Riuscirà Mosè a vincere e restare fedele al suo voto di non uccidere nessun essere umano?
Ispirato in larga parte da Il principe d'Egitto/I dieci comandamenti,Kane's chronicles e Il dio del fiume
Nota: La storia non presuppone in alcun modo di descrivere una società storicamente fedele poichè non era il mio obbiettivo all'epoca in cui la scrissi. Mi scuso per ogni inesattezza storica che troverete e sarò più che grato se leggerete in ogni caso chiudendo un occhio. Le critiche a riguardo sono comunque ben accette.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                     Missioni e verità

Mosè si trovò davanti un'immensa scalinata occupata da migliaia di persone, Si fece coraggio e cominciò a salire, e nel mentre guardò gli altri, alcuni sedevano tenendosi il volto tra le mani, altri salivano e scendevano nervosi, altri ancora leggevano dei grossi papiri,ma avevano tutti una cosa in comune: avevano tutti la pelle blu e un'aria triste. Cominciò a capire dove si trovava e rabbrividì. Dopo quelle che sembrarono ore si ritrovò davanti un enorme palazzo bianco con le pareti incise da migliaia di geroglifici luminosi e colonne dall'aspetto di dei. All'ingresso un uomo vestito solo con un gonnellino nero,un akh al collo e una maschera di sciacallo fissava torvo le persone che si trascinavano all'interno dell'edificio. Quando Mosè arrivò all'ingresso vide che quella però non era affatto una maschera e si rassegnò, o era morto nel sonno o qualcuno lo voleva vedere, si fece animo ed entrò nella sala del tribunale di Osiride.

La stanza era enorme e le pareti bianche erano ricoperte di geroglifici quasi accecanti, mentre un uomo molto simile a Seti(ma con la pelle verde acqua) osservava la moltitudine di anime davanti a lui su un trono sopra una gigantesca bilancia dorata in perfetto equilibrio. In quel momento il suo sguardo era fisso su un ragazzino di non più di dieci anni, che stava guardando ansioso la bilancia, su cui erano posate una piuma e una sfera luminosa. Mosè ebbe un colpo quando riconobbe il bambino, di cui aveva riconosciuto il volto di uno dei cadaveri lasciati dalle Averle. Dopo un paio di minuti il dio verde alzò la mano sinistra e si aprì un portale luminoso, in cui il bambino entrò esultando. Mosè si augurò che ritrovasse i suoi genitori ovunque andasse e che abbia più fortuna nella prossima vita(1), poi sentì su di sé lo sguardo del dio e si inchinò.

Osiride sorrise vedendolo e parlò con voce roboante:” E così sarai tu a dover combattere. Le stranezze del fato non cessano mai di sorprendermi. Beh, così dev'essere, che ci piaccia o meno tocca a te il ruolo di difendere il Maat.”. Mosè alzò un attimo la testa incrociando lo sguardo del signore dei morti:” Mio signore, perdonate la mia stupidità, ma cosa intendete? Insomma, non posso veramente difendere l'ordine cosmico.”. Osiride ridacchiò: “Mosè, nessuno di noi ha chiesto questo ruolo, ma è qualcosa che abbiamo fatto perchè così doveva essere. Tu dentro di te forse sai di non essere uno di noi, ma nonostante ciò i cuori di tutti gli esseri umani battono all'unisono e pertanto tu ed altri dovrete combattere insieme.”.

Il principe avrebbe voluto chiedere altro, ma proprio in quel momento la terra tremò, le pareti si ricoprirono di crepe e uno dei piatti della bilancia cadde a terra con un tonfo assordante e Osiride cercò di rimetterla in equilibrio con la telecinesi, ma lo sforzo era a dir poco enorme. Il dio si rivolse nuovamente a Mosè e cercò di parlargli,mentre le vene sul suo collo sembravano scoppiare:” Ascolta, tra poco dovrai affrontare una grande delusione, ma dovrai- argh- superarla. Ricorda- ah!- chi è la..tua..famiglia!”.
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Taita osservò soddisfatto i lavori di restauro, la strategia del faraone si era dimostrata giusta e gli ebrei lavoravano di buona lena e più volentieri sapendo che i loro sforzi sarebbero stati retribuiti adeguatamente, probabilmente in pochi giorni il tempio di Geb sarebbe tornato più bello di prima. Decise di mettersi al lavoro e fece per prendere una pietra, ma quella venne presa proprio un momento prima da qualcun'altro. “Mosè, che ci fai qui? E cos'è quell'aria affranta?”- infatti il principe aveva un'aria a dir poco affranta e due occhiaie colossali. La pietra che aveva tra le mani gli cadde, ma Taita riuscì a afferrarla con la telecinesi prima che finisse sul piede del suo vecchio allievo...ok, aveva senza alcun dubbio qualcosa per la testa, probabilmente qualche problema amoroso.

Ma purtroppo rimase deluso:” Taita, ho fatto un altro sogno, se possibile ancora peggio dell'altro. E tu sei l'unico che può aiutarmi.”. Andarono in una piccola casa che Taita aveva da quelle parti e presero del vino, poi Mosè cominciò a raccontare e qualche minuto dopo il suo vecchio maestro cercava di capirci qualcosa. “Mosè, sei sicuro che quello fosse proprio Osiride? Insomma, so che gli dei possono mandare delle visioni, perchè io stesso ne ho avuta più di una, ma può anche darsi che qualcuno stia cercando di attirarti in una trappola.”, ma Mosè sospirò:” No, era lui, il suo Sekhem non era un'illusione. Era semplicemente troppo grande e un livello del genere può essere stato raggiunto solo dai nostri antenati più forti, non me l'hai spiegato tu stesso?”.

Vero, praticamente tutti gli utilizzatori di Sekhem dell'Egitto sapevano che gli dei non erano creature misteriose nate dal nulla, che avevano creato il mondo. Erano stati anche loro mortali, umani o meno ed erano riusciti ad accumulare una quantità quasi infinita di forza spirituale, al punto di trasformarsi in qualcosa di totalmente diverso da ciò che erano, diventando immortali(2)...almeno di fronte al tempo, visto che anche loro potevano essere uccisi ed erano sottoposti al ciclo di reincarnazione. Ciononostante una parte del loro potere era sopravvissuta portandosi con sé qualche brandello di coscienza, che scandagliando la terra cercava uomini e donne meritevoli da premiare. L'unica eccezione sono le divinità legate alla morte, che governano l'Aldilà, assicurandosi che le anime vengano purificate e possano reincarnarsi per porre rimedio ai loro errori.

Taita sospirò:” E va bene, era Osiride. Ma non è detto che tutto quello che abbia detto fosse vero, insomma per quale motivo non dovresti essere uno di noi?”, dopo aver detto questo Mosè cominciò a fissare il vuoto e formò una piccola pozza d'acqua nel palmo della mano:” Il mio nome...significa “salvato dalle acque”. Perchè mi hanno dato questo nome? Ogni volta che lo chiedo ricevo solo risposte vaghe e confuse.”. Taita cercò di rispondergli e tranquillizzarlo, ma Mosè non aveva ancora finito:” E ho diciassette anni. Tu ti ricordi cos'è successo diciassette anni fa vero, Taita?”. Il mago tacque, aveva capito il ragionamento dell'altro ed ebbe un colpo, ma la cosa aveva senso, un senso tremendamente inquietante. La regina Tunya aveva sempre detto che Mosè era figlio di una serva vedova morta poco dopo averlo dato alla luce e compreso lo stesso Mosè, ma a lui era sempre sembrata una storia costruita in fretta e furia per nascondere qualcos'altro.

E se in realtà una madre ebrea in un tentativo disperato avesse cercato di mettere in salvo il figlio sul fiume e quest'ultimo fosse stato trovato dalla principessa? I due uomini si fissarono per lunghi minuti senza dire niente, poi il ragazzo se ne andò. Taita non fece nulla per impedirglielo, poteva comprendere, anche la sua vita in passato venne sconvolta dalla follia umana. Sospirò e poi aprì un baule, da cui prese un papiro. Su di esso era raffigurato un sole nero e sotto una data, ventuno settembre(3).

                                                                                                        **************

Mosè imprecò, non sapeva neanche perchè era tornato al quartiere ebraico, ma sembrava che ultimamente tutte le cose importanti ruotassero intorno a quel posto. E se voleva sapere se le sue supposizioni fossero vere quello era il posto migliore in cui cercare, non voleva spezzare il cuore di Tunya solo per quelle che potevano essere stupide paure. Attivò la vista potenziata e cominciò a cercare le auree di Aronne e Miriam, aveva bisogno di qualcuno che avesse autorità da quelle parti e loro erano già un punto di partenza, poi c'era qualcosa di familiare in loro. Dopo mezz'ora di ricerca li trovò mentre uscivano da una casa, mentre Miriam teneva tra le mani una boccia, contenente qualcosa di grigio che si agitava come un forsennato nel tentativo di liberarsi. Mentre cercava di tenerlo a bada vide arrivare il principe e si inchinò.

“ Mio signore, lieta di rivedervi. Posso sapere come mai siete qui?”, Mosè la guardò cercando di capire dove aveva già visto quegli occhi e rispose:” Sto cercando delle persone e mi serve qualcuno che qui abbia autorità e conosca le persone. Comunque...posso?”. Prese la boccia dalle mani della donna e formò uno spuntone di roccia nella mano, con cui impalò la cosa che si dimenava. Dal contenitore rotto fuoriuscì uno strano essere grigio che continuò a divincolarsi prima di spirare e svanire. “ Brutale,ma efficace.”, commentò con un sorrisetto. Miriam e Aronne guardarono, non avevano ancora capito cosa fosse quel coso, ma gli stavano dando la caccia da una settimana e finalmente quel giorno erano riusciti a intrappolarlo in una casa abbandonata, dove avevano trascorso tutto la giornata cercando di sigillarlo. Volevano capire cosa fosse, ma forse era meglio che fosse stato distrutto,aveva quasi ammazzato dei bambini.

Dopo averlo ringraziato gli chiesero chi cercasse e al sentire la risposta persero sei anni di vita. ” Per caso sapete se diciassette anni fa, durante il massacro ordinato da Ramses primo, dei genitori siano riusciti a salvare il proprio figlio facendogli attraversare il fiume?”. Prima ancora che finisse di parlare Aronne gli sparò un raggio di luce in faccia, ma riuscì a deviarlo a mani nude, poi però si accorse che erano spariti. Riattivò la vista e vide che erano già lontani, quindi si mise a correre,sperando di riuscire a prenderli prima che arrivassero alla base dei maghi, dove non avrebbe mai potuto toccarli. Fortunatamente quei due non correvano molto veloce(almeno in confronto a lui) e in breve li ritrovò.

Quando Aronne lo vide gli sparò nuovamente un raggio, ma questa volta lo schivò tranquillamente e torse il braccio dell'esorcista, poi si trovò il bastone di Miriam puntato sulla faccia. “ Perchè cerchi quel bambino? Vuoi ucciderlo come tuo nonno ha ucciso tutti gli altri? Beh, mi spiace, ma o è morto quella stessa notte o si è fatto una vita lontano da qui. Non lo troverai mai!”. Mosè guardò la donna dritto negli occhi e strinse ulteriormente la presa sul braccio di Aronne, che non riuscì a trattenere un grugnito di dolore:” Quindi ne sapete qualcosa. Dimmi subito dove trovare i suoi genitori o tuo fratello dovrà farsi una protesi.”. Miriam sogghignò:” Ci vorrà un po', ma se necessario posso anche farglielo ricrescere. Comunque se proprio vuoi saperlo, i genitori del bambino sono morti più di tre mesi fa. E sai, non è stato molto piacevole organizzare il funerale di mio padre e mia madre.”.

Questa volta fu Mosè a perdere sei anni di vita e lasciò andare il braccio di Aronne:” Co- Cos'hai appena detto?! Tuo padre... e tua madre?”. Miriam spostò leggermente il bastone e lo fissò dritto negli occhi:” Sì, quel giorno io e mia madre eravamo fuori casa con il mio fratellino appena nato. Poi arrivò quel sanguinario di Rasfer, che mise tutto a ferro e fuoco. Mio padre e Aronne si erano barricati in casa e mia madre cercò di salvare almeno mio fratello. Io andai con lui per assicurarmi che sopravvivesse almeno un po' più di dieci metri, ma dovetti scappare. Quindi, te lo richiedo..Cosa ti importa di un neonato morto con tutta probabilità diciassette anni fa?!”.

Mosè era a dir poco scioccato, due giorni erano bastati a distruggere la sua vita e a ricomporla in un mosaico orribile....ma che aveva perfettamente senso. Capì dove aveva già visto gli occhi di Miriam e ripensò a tutto quello che aveva visto nel corso degli anni....schiavi, guardie sanguinarie, il serpente del sogno, il golem, la morte di Khemeth, Osiride e tanto altro. Poi sussurrò con un filo di voce:” Io....ero io quel bambino.”.

                                                                                                              ***********

Mosè guardò l'orizzonte del confine, presto l'avrebbe passato per andare chissà dove, ma in fondo non gli importava. Dopo aver scoperto tutto aveva parlato qualche minuto con Miriam e Aronne e poi aveva girovagato per giorni senza meta, poi aveva deciso di andarsene, lontano da tutto e da tutti. Era tornato a palazzo di nascosto per riprendersi il bastone e un paio di stracci, d'altronde per quanto lo riguardava sarebbe anche potuto morire nel deserto. Fece per incamminarsi, ma sentì uno strattone al piede, abbassando lo sguardo vide una mano di sabbia che gli teneva la caviglia:” Taita, non provare neanche a fermarmi, tanto non ci riusciresti neanche tagliandomi gli arti.”.

Infatti dietro Mosè si trovavano Taita, Seti e Ramses, ognuno di loro aveva l'espressione di chi è disposto a tutto, ma Mosè non voleva tornare, punto e fine della storia. Seti si fece avanti per primo, per la prima volta in vita sua affrontava una battaglia senza i simboli dei faraoni, il pastorale e il flagello:” Figlio mio, lo so che ora come ora ti sembra che niente abbia più senso e vorresti solo farla finita con questo dolore, ma andartene non è la soluzione. Torna, tua madre non ti ha salvato perchè gettassi la tua vita alle ortiche?”. Mosè rise, ma non era la solita risata di chi adora la vita che sudditi e soldati avevano imparato a conoscere, era la risata disperata di chi non aveva più niente da perdere:” Mio faraone, a chi vi riferite? A vostra moglie oppure a un'anonima schiava di cui forse nessuno ricorda il nome a parte la sua famiglia. In entrambi i casi, io non getto la mia vita alle ortiche...la offro al deserto, che forse si dimostrerà migliore di molti uomini.”.

Seti avrebbe voluto dargli un pugno per provare a farlo ragionare, ma venne fermato da Ramses:” Mosè, ti prego, torna con noi, andartene non ti aiuterà e forse insieme possiamo sistemare le cose. Sono anni che ci promettiamo di lavorare insieme quando uno di noi salirà al trono, vuoi dirmi che erano tutte menzogne?! Avanti, rispondi!”. Il ragazzo guardò il fratello adottivo, fino a qualche giorno prima gli avrebbe stretto la mano e sarebbero tornati a casa spalla a spalla....ma non oggi.” Perdonami, Ramses, ma non ho più niente da dirvi.”.

Attivò la seconda vista e saltò in una crepa nello spazio che aveva avvistato poco prima. Pochi secondi dopo tutto aveva acquistato una sfumatura azzurra e c'erano più piante, e in lontananza si udivano dei ruggiti. L'ormai ex principe d'Egitto prese il bastone e si mise in posizione di guardia, aveva anche offerto la sua vita al deserto....ma non aveva mai detto che l'avrebbe ceduta senza lottare.

(1)in questo universo tutte le anime attraversano un grande ciclo di reincarnazione.la differenza stà nell'aldilà dove vanno e nel fatto che mentre le anime dei malvagi devono prima purificarsi,quelle dei giusti possono rinascere quando desiderano.

(2)ho ripreso questo elemento da un genere delle light novel cinesi,lo xianxia.in questo tipo di racconti i protagonisti attraverso la meditazione e l'allenamento aumentano in continuazione la propria energia spirituale,che arrivata al culmine,trasforma il loro possessore in un dio vero e proprio.qui il procedimento è simile,ma servono altri requisiti che spiegherò in seguito.

(3)non so se ai tempi usassero già il nostro sistema di mesi e stagioni,ma visto che per la storia mi serve una certa data, ho fatto finta che lo usassero già.

Ok,questo è il capitolo più schifoso della storia e ci ho messo un'eternità a scriverlo,purtroppo non ho mai avuto ben in mente questa parte e ho deciso di buttarla giù il più in fretta possibile per levarmela dalle scatole. Prometto che il prossimo capitolo sarà migliore e mi auguro di riuscire a pubblicarlo in settimana,visto che domenica andrò a Palermo per l'università(aiuto).Un'abbraccio e un buon proseguimento di scuola a tutti i lettori,in primis Slenderguy,Hikari e se ha già iniziato a leggere Sherazade(di cui consiglio la storia “il tempio della dea serkhet”)                                                                 
  
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