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Autore: Kimberly Horan    26/09/2016    1 recensioni
Sofia si trova a Londra per presentare la mostra a cui ha lavorato per circa tre anni. Giovane, intraprendente e con un carattere forte, sembra non esserci nulla per lei al di fuori del suo progetto e dello studio, questo finché non incontra il principe Harry. Tra i due scatta qualcosa fin da subito, ma far funzionare la loro relazione sarà più complicato del previsto. Cosa saranno disposti a rinunciare pur di coronare il loro sogno d'amore?
Genere: Commedia, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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I corridoi di Buckingham Palace mettevano sempre una certa soggezione. Quando c’era Harry con lei, Sofia non ci faceva caso, ma quando era sola non poteva fare a meno di subire l’effetto maestoso che si respirava in quei grandi ambienti.
Quadri, cornici dorate, specchi, tappezzerie damascate, tutto era così regale che non si poteva far a meno di sentirsi smarriti.
Il segretario personale della regina la scortò fino al salottino privato dove l’avrebbe ricevuta. Bussò alla porta e la lasciò entrare quando all’interno della stanza la regina disse “Avanti”.
Elizabeth era seduta allo scrittoio, sul quale si trovavano tante foto di famiglia. Sofia riconobbe quella di Harry e William con in dosso la divisa militare nera.
“Buongiorno, Maestà”. Fece la consueta riverenza e attese.
“Buongiorno anche a te”, le disse Elizabeth togliendosi gli occhiali da vista. Si alzò in piedi con una certa lentezza dovuta dall’età. “Mancano solo tre giorni alle nozze: come ti senti?” Le chiese sorridente.
“Nervosa, se posso essere sincera”, rispose Sofia ricambiando il sorriso.
La regina aveva avuto un ruolo piuttosto attivo nell’organizzazione del matrimonio. Aveva voluto essere aggiornata su ogni minima decisione: dalla scelta dei fiori da sistemare sui tavoli per il ricevimento, a quella più importante dell’abito da sposa.
“E’ normale. Vieni, siediti”, le fece cenno di seguirla sul divanetto posto al centro della stanza.
“Come saprai è tradizione che le spose reali scelgano, dalla mia collezione di gioielli, una tiara da indossare per le nozze”.
Sofia annuì. In un certo senso la questione la metteva a disagio.
“Normalmente dovresti entrare in una stanza, scegliere quella che ritieni più adatta e io dovrei darti il mio consenso o meno. Tuttavia nel tuo caso mi sono permessa di scegliere già la cosa che ritengo più adatta”. Elizabeth prese la grossa scatola di velluto nero che si trovava al suo fianco e la posò sul tavolino che la separava da Sofia.
“Ovviamente non è un obbligo, sia ben chiaro. Ma vorrei che tu la indossassi perché credo che sia perfetta per te”. Aprendo la scatola rivelò una tiara in diamanti in stile orientale, con undici archi in stile Moghul contenenti altrettanti fiori di loto al cui centro erano incastonati dei piccoli rubini.
“Oh!” Sofia non poté trattenere quell’esclamazione, tanto era bella la tiara.
“Questa corona è stata chiamata in molti modi, originariamente apparteneva alla regina Vittoria e nel corso del tempo ha subito notevoli modifiche. Poi è passata a mia madre, che l’ha amata moltissimo, fino ad arrivare a me. Ora credo che sia giusto che l’abbia tu.”
“Ne siete sicura, maestà?” Le venne spontaneo chiederglielo.
Elizabeth fece un sorrisetto. “All’inizio avevo pensato di donarti la corona che indossò mia sorella il giorno del suo matrimonio, perché in un certo qual modo le somigli”.
“Io somiglio a vostra sorella Margaret?” Sofia rimase a bocca aperta. La principessa Margaret era stata una bellissima donna e di certo lei non ne era all’altezza.
“Sì, c’è un qualcosa nella tua espressione che mi fa sempre pensare a lei. Entrambe con uno sguardo profondo, a volte velato da una sottile tristezza, in perenne contrasto con un sorriso luminoso, dolce e pieno di vita”. Elizabeth si perse per un momento nei ricordi. “Alla fine, però ho pensato che questa fosse più adatta a te. Non chiedermi il motivo ma mi viene sempre naturale associarti ai rubini”.
Sofia rimase senza parole. Era tenerezza quella che aveva visto nel volto della regina mentre parlava della sorella? Nostalgia. Sì, un misto di quelle cose. Nonostante Elizabeth fosse conosciuta per il suo atteggiamento freddo e distaccato, Sofia non se ne meravigliò. Tutti provano dei sentimenti, solo a volte è difficile esprimerli.
“Inoltre una fonte più che attendibile mi ha detto che hai intenzione di indossare un gioiello di rubini, è esatto?” La regina la guardò curiosa.
“Sì. Un ciondolo con una goccia di rubino sangue di piccione. E’ un gioiello antico, di famiglia ed essendo di piccole dimension, non è troppo vistoso da essere inadatto per un matrimonio”.
Essendo figlia di antiquari era sempre stata abituata a vedere certi oggetti girare per casa. Secondo gli accordi quel gioiello sarebbe dovuto appartenere ad Enea, ma Sofia lo aveva sempre adorato e il fratello decise di regalarglielo per il suoi diciottesimo compleanno.
“La indosserai, dunque?” Le chiese Elizabeth.
“Con grande onore, maestà”.
“Bene, è una buona notizia. E ora direi che sarebbe il caso di vedere come sta sul tuo abito da sposa. Dopotutto non è forse per questo che siamo qui, oggi?”
Sì. Era per quello. Il suo abito da sposa era finalmente pronto ed era giunto il momento della prova finale.
Con grande emozione, Sofia si diresse verso la sala in cui era custodito, insieme ad Elizabeth e tenendo in mano la scatola con la tiara.
Quando vide l’abito, il cuore le si fermò. Nei mesi precedenti i giornali avevano lanciato ipotesi su come avrebbe potuto essere, spesso chiedendosi come sarebbe stato se paragonato con quello che aveva indossato Kate. Anche Sofia se l’era chiesto.
Ma ora che vedeva il suo abito davanti a sé, si rese conto che se lo avessero ritenuto migliore o peggiore di quello di Kate aveva poca importanza, perché per lei sarebbe sempre stato ineguagliabile.
Come incantata camminò verso il manichino su cui era stato sistemato e lo accarezzò con la punta delle dita. Con infinita attenzione disegnò i contorni del corpetto in pizzo rifinito a onde, con la scollatura a cuore e da cui partivano due spalline di tulle. Era stato creato appositamente per fasciare e mettere in risalto le forme delicate del seno e della vita. Poi si spostò verso la gonna: ampia, in preziosa seta mikado con inserti in tulle e ricami color avorio nella parte frontale. L’imponente strascico e il velo erano lunghi, più di quelli che aveva usato la duchessa di Cambridge. Quella era stata una richiesta della regina.
Era perfetto. Semplicemente perfetto.
 
 
“Davvero non vuoi dirmi nulla dell’abito?” Le chiese Harry in macchina, di ritorno da un ballo di gala.
Sofia scosse la testa. “No”.
Lui fece un’espressione imbronciata. Ma lei non cedette. “Non ti dirò nulla. Sappi solo che vale tutti i soldi che i miei genitori hanno speso”. Erano stati tanti, veramente tanti.
“D’accordo. Ma sappi comunque che tenere tutti questi segreti è un’ingiustizia”.
Forse. Però Sofia voleva fargli una sorpresa, sperando che apprezzasse poi il risultato finale.
La notte era incredibilmente buia e oscura. Le luci dei lampioni filtravano ad intermittenza dal finestrino, illuminando a tratti il volto di Harry. Nella penombra Sofia ripensò a qualcosa che le era venuto in mente tempo prima. Una domanda che in fondo si era sempre posta ma che non aveva mai trovato il coraggio di condividere con lui.
“Harry, posso farti una domanda?”, chiese con voce incerta.
“Ma certo”, rispose lui con dolcezza. Intuendo che si trattasse di qualcosa che la metteva in agitazione la strinse forte e la guardò giocherellare con la borsetta.
“Secondo te, se tua madre fosse viva, cosa avrebbe pensato di me?” Parlò tutto d’un fiato, tenendo lo sguardo basso. Aveva sempre voluto saperlo ma non glielo aveva mai chiesto per paura che per Harry fosse troppo doloroso parlare della madre. La sua perdita era un’immensa ferita che mai si sarebbe rimarginata e Sofia sperò solo di non avergli fatto tornare alla mente ricordi dolorosi.
Harry fece un profondo respiro, come se si fosse appena ridestato da un lungo sonno. “Credo, anzi sono certo che ti avrebbe adorata”.
Sofia alzò il capo per vedere la sua espressione. Sorrideva dolcemente mentre la guardava. “Lei avrebbe ammirato la tua forza d’animo e amato la tua dolcezza e la tua premura”. Sì, sua madre avrebbe decisamente adorato Sofia, si disse Harry, e sarebbe stata felice di saperla accanto a lui.
“Grazie”, sussurrò lei sfiorandogli il mento con l’indice della mano. Non sapeva bene il motivo, ma si sentiva meglio.
Quando arrivarono a casa era ormai notte fonda. La giornata era stata incredibilmente impegnativa, densa di impegni come al solito. Quel pomeriggio avevano registrato l’ultima intervista prima del matrimonio e Sofia sorrise ripensando a quando Harry disse: “Ho intenzione di portare la fede nuziale sempre. Sono un uomo sposato, non ha senso che io non la porti al dito”. Allora lei era arrossita e tutti l’avrebbero notato in diretta mondiale. Anche in quel momento, sentendo le parole di lui nella sua testa, arrossì.
Nonostante l’ora tarda, si poteva ancora distinguere i dettagli del panorama estivo che si vedeva dalla finestra della loro camera da letto. Le fronde degli alberi mosse dal vento, la cittadina che si intravedeva in lontananza, i muri dei giardini. Era rilassante affacciarsi al davanzale e respirare l’arietta fresca di campagna.
“E’ tardi. Dovremmo andare a letto”.
Sofia richiuse i vetri e tirò le tende bianche, poi si voltò verso di Harry. La tenue luce delle lampade lo faceva apparire ancora più affascinante. Lui la guardò con desiderio e le andò incontro con passo lento, mentre si toglieva la giacca nera per appoggiarla sulla poltrona vicino alla finestra.
“Ti ho detto che questa sera eri splendida?”
Senza aspettare una risposta l’attirò tra le sue braccia e la baciò con una passione così travolgente che Sofia si sentì quasi mancare. Le accadeva sempre in quelle occasioni. La testa le iniziava a girare ed era come se smettesse di respirare, totalmente incapace di resistere alle attenzioni di Harry.
Mordendosi un labbro senza volerlo, gli tolse il papillon dalla camicia e gliela sbottonò. Lui le passò una mano sul collo scendendo giù, fino alla scollatura, sentendo il battito del suo cuore. La fece voltare di schiena e le tirò giù la zip dell’abito che si accasciò a terra, rivelando il corpo giovane e snello di Sofia.
Harry conosceva quel corpo a memoria, eppure ogni volta che lo vedeva ne rimaneva incantato. Con delicatezza le baciò il collo e la spalla destra. La barba di Harry graffiò leggermente la pelle morbida di Sofia, provocandole tanti piccoli brividi di piacere. Si girò in cerca delle sue labbra, che trovò immediatamente.
La sensazione del suo profumo, del corpo di lei premuto contro il suo, delle sue gambe mentre gli avvolgevano la vita…il solo pensiero di fare l’amore con lei facevano impazzire Harry più di ogni altra cosa al mondo.
Quella sera fecero l’amore in modo appassionato, e mentre Harry incrociava le dita con quelle di Sofia, nel momento in cui la fece sua, entrambi avvertirono qualcosa di diverso. Cosa fosse non lo sapevano, l’unica cosa di cui erano consapevoli era che si amavano e che si sarebbero amati sempre.
 
SPAZIO DELL'AUTRICE
Ci siamo quasi, il matrimonio è alle porte e i nostri protagonisti stanno vivendo questo momento con grande intensità! Spero che il finale del capitolo possa piacere, in ogni modo mi sembrava giusto descrivere anche un momento così intimo.  
  
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