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Autore: Angiedragoness    19/10/2016    1 recensioni
WARNING- Female!Frisk, spoilers della pacifist e genocide run, alphyne, primi capitoli scritti male perchè ero dal cellulare :D
Dal testo:
-Ci siamo. È l'inizio di una nuova storia per noi mostri. L'inizio di un nuovo capitolo della storia umana...- battè il suo tridente a terra, come a confermare la sua determinazione. -Oggi noi mostri risorgeremo, torneremo nel mondo della superficie... e soprattutto vivremo in pace. Vivremo. Smetteremo di sopravvivere in un luogo che non ci appartiene. Frisk.- Asgore allungò una mano verso di lei, invitandola ad avvicinarsi.
Frisk guardò Toriel un istante prima di staccarsi e prese per mano il re dei mostri.
Agore si volse e alzò il tridente.
I mostri alzarono le mani e le loro voci si unirono in un solo coro: un coro forte e denso, pieno di paura e coraggio messi insieme.
Frisk gonfiò il petto e tenendo sempre Asgore per mano, si avviò insieme ai suoi amici, verso la prima strada lontano dal Monte Ebott.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Undyne ringhiò quando notò che qualcosa non andava: non solo Frisk era scomparsa ma si era anche ritrovata davanti un gruppo di sei umani con in mano pezzi di ferro e legno che se ne stavano nascosti tra alcuni bidoni della spazzatura. In uno scatto rabbioso i gettò in avanti buttando uno dei bidoni a terra facendo spargere i rifiuti tutt’intorno con un tonfo, gli umani si volsero di scatto sussultando. Probabilmente credevano di essere stati abbastanza furbi da non farsi scoprire.
-Fermi dove siete!- Urlò alzando una delle sue lance bluastre a un palmo dalla mano dominante, minacciosa. Gli umani si lanciarono all’attacco alzando le armi improvvisate, impacciati e incespicando tra la spazzatura e il bidone per terra.
Che stupidi.
Prima diede un pugno a uno di loro dritto in faccia. Poi al secondo un calcio sulla pancia lanciandolo addosso agli altri. I restanti furono intrappolati da una gabbia di lance blu che comparvero dal terreno in pochi attimi.
Gli umani tentarono di rompere la gabbia, ma quando ci provarono ottennero solo un contraccolpo tale da farli ricadere all’indietro sulla loro stessa schiena.
Era stato semplice metterli a bada. Undyne prese il cellulare e mentre chiamava Alphys si assicurava che la gabbia rimanesse dove era mentre quegli umani tentavano di spezzare la sua magia… davvero erano così arretrati? Eppure si sapeva bene che una forza tale non poteva essere scalfita da dei banali colpi con dei pezzi di legno e tubi di metallo.
-“Undy?”-
-Al, fammi il piacere e contatta Asgore e le forze dell’ordine. Abbiamo degli intrusi qui nel campo. Sono dietro alle cucine, li tengo sotto controllo.- Fece una pausa, poi riprese.-E si, sto bene Al. Pensa a chiamare chi di dovere.-
-“Uh.. uh si!”- Alphys abbassò la cornetta prima che Undyne potesse chiedere se Sans aveva dato notizie di Frisk, ma aveva altro a cui pensare ora. Si volse, guardando gli esseri umani con quasi disprezzo, mostrando i denti affilati.
-Ora signori miei. Sapete per caso dove si trova Frisk?- Chiese avvicinandosi. Quando la sua mano attraversò le lance senza un graffio e prese per il colletto uno di quei protestanti questo gemette di terrore. Ecco. Quello sguardo. Era lo stesso che Gerson le aveva descritto quando le narrava della guerra. Al suo pensiero le venne la nausea.
Era perché, tempo addietro, gli umani li avevano guardati in quel modo che era scoppiata quella guerra.
-Chi…?- uno degli uomini balvettò qualcosa mentre prendeva e cercava di tirare indietro il compagno tenuto alzato da terra da Undyne.
-La bambina?... Non… non lo sappiamo!- Un altro umano alzò le mani, come a chiedere pietà.
-Ci sono altri gruppi di voi parassiti qui dentro al campo?- Undyne strinse di più la presa.






Correre avanti e indietro per il campo lo stava sfiancando. Certo. Lui era bravo nella maggior parte delle cose ed era un osso duro… eh, che battutaccia, degna di Sans. Dov’era finito anche il fratello? La paura lentamente aveva preso il sopravvento. .
Frisk non si trovava.
Aveva cercato nei bagni, sotto i letti, negli armadi, sotto ai vasi, nei bidoni della spazzatura, tra i cespugli e aveva anche infilato le mani dentro a un pentolone di zuppa nella disperazione di ritrovarla. .
E se davvero fosse successo qualcosa? A lui era arrivato un sasso in testa ma di certo era stato uno sbaglio. Un…un incidente?
Si grattó il cranio. Il grande Papyrus non si sarebbe arreso. Non ancora.
-UMANA! FRISK!- Chiamò di nuovo tra i capannoni di fortuna, mentre metteva le mani a coppa dinanzi alla bocca. -SIAMO TUTTI PREOCCUPATI ED È UN TEMPO DAVVERO ORRIBILE DOVRESTI TORNARE!-
Camminò dietro ai capannoni in silenzio mentre cercava di sentire qualche rumore, poi si volse vedendo una delle porte di ferro scorrevoli aperta. Prima non era in quel modo. Si avvicinò lentamente notando che anche le luci erano accese e fece capolino. Aprì la porta di scatto, correndo verso le due figure a terra che erano al centro del pavimento.
-SANS!- Papyrus si gettò in ginocchio scivolando qualche centimetro finendo dinanzi al fratello maggiore piegato su Frisk, priva di sensi e imbrattata di fango. -UMANA RISPONDI!- Il fatto che Frisk non reagisse gli fece venire le lacrime agli occhi.
Guardò Sans che gli poggiò una mano su una spalla. -Tranquillo Pap, sta bene… più o meno.- Sospirò. -Puoi darmi una mano? Trovarla è stata una faticaccia e sento le ossa dolere.-
Papyrus annuì e prese la bambina con delicatezza tra le sue braccia non facendo nemmeno caso a quanto Sans paresse stanco. La avvolse meglio nella felpa blu dove Frisk sembrava poter sguazzare. Pareva dormisse.
Guardò di nuovo Sans, preoccupato. -Sans cosa le è successo?-
-Te lo spiego dopo… credo che la piccoletta abbia bisogno di farsi vedere da un dottore… per ora portiamola da Toriel. Ti dispiace portarla tu?-






-Frisk! SANTO CIELO FRISK!- Toriel cominciò a correre quando ancora Papyrus era lontano. Sans era dietro di lui con il fiatone, stare dietro al fratello non era semplice considerate le gambette corte che si ritrovava e lo sforzo improvviso. Non era proprio abituato a usare la magia in quel modo.
Toriel prese la bambina dalle braccia di Papyrus, gettandosi in ginocchio e controllando le sue condizioni. Sans non si sorprese delle abilitá di Toriel e mentre un dolce calore si alzava dalle punte delle sue dita lui si mise a sedere su una sedia di plastica abbandonata, guardando la scena in silenzio.
-Grazie al cielo… oh grazie al cielo.- Toriel osservava la bambina come fosse l’ultima persona sulla terra, come un oggetto prezioso, come una mamma preoccupata per il suo piccolo, Asgore accorse mentre una piccola folla di mostri cominciava a formarsi intorno alle due.
-Tori credo sia meglio chiamare un dottore… umano intendo.- Sans sorrise dalla sedia, osservando l’amica e scrollando le spalle. Toriel annuì.
-Papyrus, potresti per cortesia…?- La voce di Toriel stava uscendo rotta e si fermò quasi in tempo. Si asciugò una lacrima mentre Papyrus giá stava componendo il numero: la prima cosa che aveva fatto era stato impararsi a memoria i numeri di emergenza.
Asgore intanto cercava di tenere lontani i suoi sudditi chiedendo gentilmente di lasciare aria alla bambina. Sans vedeva le teste dei vari mostri dondolare nell’intento di riuscire a vedere cosa era successo.
Non ci volle molto prima che uno dei volontari pro-mostri accorresse e chiamasse il dottore di turno del campo, che si occupò in un primo momento di Frisk priva di sensi. Come Sans aveva previsto aveva qualcosa di rotto, ma non sentì bene.
Si sentiva stanco e cercò di riprendere un po’ di energie mentre Frisk veniva caricata su un’ambulanza. Per fortuna la sua stanchezza venne scambiata per preoccupazione da tutti, Papyrus gli mise una mano su una spalla ma non chiese nulla, standosene a denti stretti osservando l’autovettura che si allontanava.
Sans alzò lo sguardo. Certo, era preoccupato. Molto preoccupato, ma al momento riusciva solo a pensare a un bel posto dove potersi riposare… ma quando vide Toriel stringersi le braccia al corpo guardando l’ambulanza sfrecciare via non riuscì a trattenersi: si alzò lentamente e strascicò i piedi fino al suo fianco infilando le mani nei pantaloni della tuta, con un sospiro pesante, per poi appoggiare una mano sul braccio dell’amica.
-La piccoletta è un tipo tosto, vedrai che non sarà nulla.- Tentò di sorriderle, ma Toriel continuava a guardare in direzione delle sirene. Non disse nulla.
Anche Sans se ne stette in silenzio, come tutti d’altronde. Asgore si avvicinò alla regina dei mostri con uno sguardo addolorato e pieno di preoccupazione, appoggiò una mano sulla spalla di Toriel, con delicatezza. –Tori… vieni, forse è meglio se ci sediamo. Non appena ci saranno notizie te le farò avere.-
Toriel si scosse, voltandosi verso di lui e dopo aver annuito con lentezza prese la mano di Sans, stringendogliela forte. Si volse verso di lui con una smorfia addolorata in volto, lì per lì per piangere. Sans scrollò le spalle e aprì le braccia, Toriel si abbassò un po’ e si scambiarono un abbraccio.
Lo scheletro diede delle pacche sulla schiena della regina, mentre lei appoggiava qualche istante il mento sulle spalle di Sans.
-Grazie.- Niente domande, solo un ringraziamento.
Toriel si alzò dall’abbraccio staccandosi e seguì Asgore.








Frisk si svegliò lentamente sentendo le coperte ruvide. Non erano consumate come quelle del suo lettino di fortuna dell’appartamento. Fece una smorfia girandosi di lato, con uno sbuffo, ma quando fu a metà del movimento una fitta di dolore la prese all’altezza del costato. Gemette stringendo i denti e gettandosi di nuovo sulla schiena.
Aprì gli occhi e si accorse di non essere in camera sua.
Conosceva fin troppo bene le stanze come quella.
Si volse vedendo le luci, la finestra che dava su un panorama triste e grigio di città, il lettino di ferro, l’odore di disinfettante, i rumori dei macchinari.
Era sola nella stanza dell’ospedale e aveva un grosso cerotto su una guancia, mentre il costato le era stato bloccato da una fasciatura rigida. Prudeva.
Le pareti erano d’un bianco vecchio e spento, quasi grigio, vedeva le impronte degli altri lettini, qualche impronta di suole vicino al battiscopa.
Ricordava perfettamente cosa era successo, e ricordando quel dolore bastava fare due più due per capire che era stata ridotta abbastanza male da quei ragazzi. Visualizzò la sua barra HP:
14/20
Fece una smorfia. Essere all’ospedale implicava un paio di cose, abbastanza sgradevoli.
Toriel e i suoi amici preoccupati, paparazzi (come se questi ultimi non bastassero già al campo), dottori che fanno domande…
-Pare si siano svegliati.-
La voce era di un’infermiera grassa e bassa, con gli occhiali e i capelli rasi e corti. Si avvicinò lentamente, osservando Frisk a più di un metro di distanza. La bambina non disse niente.
-Ehi… ciao, come vi sentite?- L’infermiera aveva in mano un asciugamano e la federa di un cuscino puliti, e fece un sorriso tirato. Frisk rimase immobile, schiudendo appena le labbra per rispondere.
-Non lo so.-
L’infermiera continuò a fare quel sorrisetto odioso. –Siete in ospedale ora, non vi dovete preoccupare, vi abbiamo curato.-
-Basta.- Frisk strinse le mani sulle coperte. –Non parlarmi così.- Guardò la donna alzando il naso in una smorfia, e l’infermiera fece un passo indietro, alzando le sopracciglia. –Io sono una bambina.-
L’infermiera rimase immobile a guardarla, poi la porta si aprì prima che potesse dire qualcosa. Entrò un uomo pelato e camice bianco. Un dottore con una cartella in mano. Si mise davanti al lettino senza dire una parola osservando i fogli in fondo al lettino di Frisk e girandole attorno. Come era entrato se ne andò seguito dall’infermiera.
Solita solfa.
Frisk si passò una mano sulla fronte.
Ecco, tra tutte “le cose sgradevoli”, quella era la peggiore: avevano paura di lei, e le stavano lontani. Anche chi provava ad essere gentile era solo falso e menefreghista. Probabilmente se, in quel momento da sola, avesse aperto la finestra buttandosi di sotto a nessuno lì dentro avrebbe importato nulla di nulla. Anzi. Un peso in meno di cui occuparsi.
Frisk fece molta fatica per mettersi a sedere in modo appropriato e si guardò intorno meglio, notando solo allora qualcosa di colorato su una sedia di ferro e plastica: la felpa di Sans era stata ripiegata alla rinfusa ed era stata gettata sulla seduta. Era l’unica nota di colore nella stanza… forse riusciva ad arrivarci, non era troppo lontana.
Allungò una mano e sfiorò il colletto, riuscendo con un pizzico spostarla appena, così da raggiungerla con tutte le dita. Tirò un respiro di sollievo ringraziando il fatto che non avesse sentito troppo male al corpo e si mise la felpa sulle ginocchia, tenendola stretta.
In ospedale.
Pensò a come i suoi amici avessero potuto reagire, lei non si era accorta di nulla… ricordava solo Sans.
Ebbe un brivido gelido che le percorse la base della nuca, stringendosi la felpa blu addosso abbracciandola. Sans l’aveva difesa, e allora perché aveva così tanta paura ricordandosi ciò che era accaduto? Si morse le labbra, sperando di veder entrare da un momento a l’altro qualcuno dei suoi amici dalla porta, di vederli correrle incontro e abbracciarla forte senza nemmeno scambiarsi una parola, solo sano e caldo conforto.
Ma vedersi significava anche una cosa.
Sospirò e visualizzò i tasti RESET e CARICA. Nulla era cambiato, il tasto CARICA era grigio come prima. Sentì lo stomaco contorcersi.
Non doveva far soffrire Toriel, non doveva far soffrire Asgore, Papyrus, Undyne e Alphys.
Nemmeno Sans.
Forse era meglio il RESET. Forse Sans non se ne sarebbe accorto se avesse giocato bene le sue carte…?
Era meglio cliccare quel pulsante una volta per tutte e… fare bene al prossimo giro: avrebbe impedito a Gerson di morire, ai protestanti di fare confusione intorno al loro campo, avrebbe impedito che tutto ciò che era accaduto di male fino ad allora svanisse.
Ma se la sentiva? Se la sentiva di fare di nuovo tutto? Se la sentiva di prendere, cadere, ripetere per l’ennesima volta tutto con lo stesso copione?
Di essere minacciata da Flowey, di vedere il volto triste di Toriel quando se ne andava, di uscire con Papyrus, di sfuggire a Undyne, vedere Asgore morire, seguire Alphys dagli amalgamati?
Non credeva di riuscirci.
Guardò con sguardo spento le due scritte, mentre lasciava andare lentamente la felpa, notando poi qualcosa nella tasca destra. Allungò una mano sfilando lentamente un pezzo di carta.
Era un ritaglio di un giornale, o meglio, la foto ritagliata da un giornale: c’era lei che teneva per mano Toriel e Asgore, dietro di loro tutti i suoi amici, Papyrus, Undyne, Mettaton, napstablook, Alphys… e Sans. Quest’ultimo aveva un sorriso ampio sul volto, sincero. Sembrava felice.
Frisk si morse l’interno del labbro inferiore, mentre girava il ritaglio, era una foto scattata quando stavano per entrare nel campo di fortuna, lo ricordava.
Dietro alla foto c’era, con un pennarello giallo, una scritta che Frisk riuscì a leggere tra una riga e l’altra delle lettere stampate a inchiostro del resto del giornale.
“Aspetta ancora un po’.”
Frisk si rimise sdraiata coprendosi con la felpa di Sans. Era l’unica cosa che ora le dava sicurezza e riuscì a mettersi di lato, coprendosi anche con il cappuccio parte della testa. Guardò quel ritaglio di giornale.
Non seppe quanto tempo passò ma la luce fuori della finestra diventò bassa, per poi tornare mentre lei se ne stava rinchiusa in quel suo bozzolo di coperte ruvide stringendo la felpa con una mano. Alla fine si mise a dormire, ma ad ogni rumore troppo forte si svegliava. I dottori non rientrarono nemmeno, pure le infermiere stavano alla larga dalla sua stanza.
Arrivò l’ora della cena e una donna entrò e poggiò un vassoio fumante vicino al letto di Frisk, dopo un po’ venne a riprenderlo.
Nulla era stato toccato.








Quando meno se l’aspettò la porta si aprì facendole venire un mezzo infarto. Toriel entrò di corsa, cercandola con lo sguardo e corse verso il letto. Frisk ebbe appena il tempo di alzarsi quasi a sedere quando Toriel le prese il volto tra le mani, con le lacrime agli occhi, per poi abbracciarla calorosamente.
Frisk non se l’aspettava. Quanto tempo era passato? Le labbra le tremarono e alzò le mani, stringendo la veste della regina dei mostri, finendo immediatamente a piangere silenziosamente affondando il volto sulle sue spalle.
-Tesoro mio… stai bene?- Toriel tornò a tenerle il volto tra le mani, grandi e calde. –Mangi? Sembri dimagrita…-
Frisk non si rendeva conto di quanto tempo fosse passato e in tutto quel periodo non aveva toccato cibo. Quando andava al bagno riempiva una bottiglietta di plastica che aveva trovato nel cestino della spazzatura e se la metteva sotto alle coperte, così da non doversi muovere ulteriormente. La bambina sospirò pesantemente, asciugandosi le lacrime agli occhi. Scrollò le spalle senza dire niente.
Toriel si sedette vicino a lei continuando ad accarezzarle le guance e i capelli, poggiando le labbra sul capo e se ne stettero in silenzio. Non importava come Toriel fosse arrivata, o perché ci avesse messo così tanto.
Era lì, e Frisk si sentiva già meglio. Si appoggiò lentamente al fianco di Toriel, mentre lei la stringeva con dolcezza.
-Sans ci ha detto cos’è successo…- Toriel le strinse le spalle.
Frisk alzò la testa, sbiancando all’istante, balbettando qualcosa di incomprensibile, e Toriel le accarezzò il viso.
-Quei bulli… picchiarti e poi lasciarti priva di sensi dietro un capannone, al freddo e in una pozza di fango… e rubarti il cellulare soprattutto! Sia lodato il cielo che Sans è riuscita a trovarti … chissà quanto tempo eri rimasta lì pulcino mio.-
Frisk alzò le sopracciglia.
Sans aveva mentito? L’aveva coperta? Frisk schiuse le labbra per dire qualcosa ma Toriel continuò a parlare. –Credevamo… che te ne fossi scappata via. O che addirittura ti avessero fatto di peggio… Oh Frisk, non hai idea di quante ne siano successe in questa settimana… Hanno tentato di entrare di nuovo dentro al campo, ma avresti dovuto vedere come le forze dell’ordine hanno respinto i protestanti! Per non parlare poi dell’attesa per venire a trovarti… sono dovuta venire scortata da sei agenti di polizia… mi sono sentita come la star di qualche poliziesco.- Continuò, cercando di buttarla sul ridere. –Hanno detto che presto però verranno anche gli altri… Oh, Frisk. –Le accarezzò la testa. –La mia dolce, piccola Frisk. Non farci più uno scherzo del genere capito?- Le diede un bacio sulla fronte.
Frisk scoppiò in lacrime nell’esatto momento che le labbra di Toriel si poggiarono su di lei. Come una bambina piccola. Tra qualche gemito e lamento si asciugava gli occhi con le mani, piangendo. Toriel provava a consolarla ma era inutile.
Frisk aveva così tanta rabbia, paura e tristezza dentro che ormai aveva aperto il rubinetto e ne era uscita una cascata.
Passò molto tempo prima che la bambina riuscisse a calmarsi, e come pensava nemmeno un dottore si fece vivo, invece il poliziotto che aveva conosciuto appena erano arrivati alla strada dopo il Monte Ebott, arrivò in camera con nelle mani due bicchierini di plastica fumanti.
Odore di cioccolato caldo…?
Frisk aveva una gran fame ora e quando si presentò davanti la tazza bevve, fregandosene della lingua che si era scottata e trangugiò senza pensarci due volte il cioccolato.
Non era certo dei migliori ma si sentì subito meglio con qualcosa di caldo nello stomaco. Toriel si scusò per non aver avuto la possibilità di cucinarle nulla, ma non le avrebbero fatto portare nulla in ogni caso dentro all’ospedale.
Anche il poliziotto chiese come stava, e Frisk fu rincuorata nel vedere un umano, finalmente, rivolgerle una parola senza uno sguardo sospettoso o distante.











Frisk si era addormentata profondamente, lasciarla le aveva stretto il cuore in una morsa, ma il dottore che aveva in cura Frisk voleva parlare con lei. Anche il poliziotto aveva detto di rivolgersi a lei per qualsiasi evenienza ed emergenza della bambina, e ora erano insieme davanti alla scrivania di quell’uomo vecchio e occhialuto, che tentava di sorridere, anche se si vedeva lontano un miglio che stava sudando freddo dalla paura.
Toriel non sapeva se ritenersi indignata oppure di cercare di … eppure ne aveva uno seduto sulla poltrona accanto che le dava pacche sulle spalle e che parlava serenamente senza problemi.
Se a quel dottore faceva paura lei… chissà se avesse visto gli abitanti delle Hotlands.
-Signora… Toriel Dreemurr.-
-Solo Toriel, se non le dispiace dottore.- Toriel alzò una mano con un sorriso rassicurante, e il dottore annuì lanciando occhiate al poliziotto e ai fogli che aveva sotto mano.
-Signora Toriel. Maestà. Credo che voi ignoriate le condizioni di Frisk.- Il dottore smosse le labbra. –E non parlo di come sono ridotti ora.-
Toriel alzò appena un sopracciglio, piegandosi appena in avanti. –Perché lei si rivolge a Frisk in quel modo?-
Toriel conosceva fin troppo bene quel modo di parlare. Il dottore s’impettì sfogliando alcune pagine di un fascicolo.
-Ci sono… umani con delle caratteristiche diverse dagli altri. Credo lo sappiate. Chi nasce con il naso storto, chi cieco, chi muto, a chi magari manca qualche rotella… Insomma, con dei difetti. Alcuni si notano, altri no…-
Toriel alzò appena il mento. –Sta dicendo che Frisk è difettosa?- Sussurrò scrutando il dottore attentamente. –E’ una bambina. Piena di vita e intelligente, impara velocemente e ha un gran cuore. Non ha nulla che non va.-
-Non sto… dicendo che ha dei problemi, mentali o fisici gravi… solo…- Si schiarì la voce non sapendo come andare avanti, probabilmente intimorito da Toriel.
-Oh so cosa intende lei. Ho visto un fascicolo che qui, questo gentiluomo è riuscito a ritrovare.- tirò fuori le carte con le vecchie foto di Frisk. – Frisk non ha sesso. Un sesso definito. Questo intendete dire.-
-Cerchi di capire, Maestà. Di bambini come loro non se ne vedono certo molti. Non da quando la guerra tra le nostre razze è finita.-
-Già, e vengono trattati con disprezzo e odio. Vengono abbandonati perché si ha paura. Non crediate che non ne sappia qualcosa.- Lo sguardo di Toriel era fuoco vivo, aveva quei piccoli tizzoni ardenti che teneva nascosti da anni dentro al petto, e ora li sentiva reclamare paglia e legna da ardere.
-Dei bambini come lo sono Frisk sono problematici. Molti dei genitori decidono di non imbrigliarsi in problemi del genere quando si scopre la loro… condizione. Frisk hanno avuto la fortuna di avere dei genitori che hanno voluto tentare di tenerli…ma purtroppo non è durato molto.- l’uomo fece una pausa. -…Prima che diciate qualcosa… volevo chiedere se eravate a conoscenza delle cicatrici di Frisk.-
A quel punto Toriel corrugò le sopracciglia, guardando il dottore. –Come, prego?-








Frisk sentì i capelli spostarsi appena, e quando aprì gli occhi vide Sans davanti a lei, con un sorriso sul volto.
-Ciao piccoletta.-
-Sans…- Frisk lo disse in un sospiro, sorridendogli con dolcezza. –Sei venuto a trovarmi anche tu? Ci sono anche gli altri?-
-No, sono solo io. Come stai? Sembra che tu abbia anche perso peso. A meno che tu non voglia diventare ossuta come me dovresti mangiare di più anche in ospedale.-
Frisk ridacchiò, non facendo caso al male delle costole e allungò una mano stringendo quella di Sans che le accarezzava i capelli. –Non ti hanno fatto del male, vero?-
-Uh? E chi? Dei ragazzini? Ogni mattina a Snowdin sapevo che dovevo correre più veloce delle altre sentinelle per evitare che mi rubassero qualche osso, che preoccupazione possono darmi tre tipetti da strapazzo come quelli?- Abbassò lo sguardo. -Ci avevi fatto preoccupare tanto Frisk. Spero tu non abbia intenzione di rifarlo.-
-So che ho una testa d’uovo su cui contare se faccio qualche altro disastro.-
-Eh, non farci l’abitudine. Per fortuna ci siamo solo noi due in questa piccola bugia… ma ehi, buona notizia. Con te in ospedale hanno arrestato in questa settimana almeno più della metà dei protestanti in città. Il sindaco ha dichiarato che fare del male ai mostri è vietato e hanno fatto spostare molti mostri pr farli vivere più decentemente nelle città vicine. Ci hanno messo alla pari degli umani ormai, e tutto in sette giorni.-
-Davvero?- Frisk alzò appena la testa. Era una notizia meravigliosa, e non riusciva a crederci.
-Spero solo non cambino idea all’improvviso. Voi umani siete imprevedibili. Un giorno non riuscite a superare un puzzle e quello seguente rivelate che ve la spassate nel tempo.- Lui rise. –Mi piacciono le persone piene di sorprese.-
-Ammetto che qualche volta ho fatto finta per far contento Papyrus, me li ricordavo alcuni puzzles.-
Restarono in silenzio qualche istante, mentre ancora Frisk stringeva la mano di Sans, prima che lei ricominciasse a parlare. –Sans?-
-Mh?-
-Non… voglio tornare indietro. Mai più. - Si morse le labbra. –Volevo che lo sapessi. Non voglio più farlo.-
Il sorriso di Sans divenne dolce, e le accarezzò I capelli nuovamente con la mano libera. –Brava bambina. Sono commOSSO. Guarda, scende la lacrimuccia…-
Frisk ridacchiò, voltandosi poi sentendo un rumore fuori della porta.
-Meglio che vada, non dovrei nemmeno stare qua. Non vorrei che poi Papyrus cominci a cercare anche me dentro ai pentoloni di zuppa.-
-Torni anche domani?- Frisk parlava piano. Sapeva che Sans non doveva stare lì, si era palesemente intrufolato in qualche modo. Frisk non voleva chiedere, le bastava che fosse lì con lei, le dava sicurezza.
-Non credo di riuscirci. Tu intanto cerca di riposarti, piccoletta.-
-Grazie… per quello che hai detto Sans.- Frisk si alzò appena facendo leva su un braccio. –Per non aver detto che ero scappata.-
Sans sorrise, e scroll le spalle mettendosi le mani dentro alle tasche dei pantaloni. –Eh.- Le fece l’occhiolino.- Come ho detto non farci l’abitudine, va bene? E soprattutto labbra serrate anche con Tori….-
-Ma tu non ce le hai le labbra….- La bambina gli sorrise, mettendosi lentamente sul cuscino. Chiuse un istante gli occhi, quando li riaprì Sans se ne era andato, aveva a coprirla, sopra le coperte dell’ospedale, la sua felpa blu. Lei sorrise mentre si rannicchiava. Sentì Toriel rientrare, ma non si mosse. Fu felice anche del fatto che si mise accanto a lei, sdraiata, e passarono insieme la notte.
Stretta tra le braccia di Toriel, Frisk riuscì a dormire a lungo.





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EEEEEH SALVE
Non ho avuto tempo nemmeno per respirare e dovevo finire questo capitolo da… due mesi? Tre? Non lo so XD
Questa è la fine per la prima parte di OVERTALE, che arriverà presto. Spero che intanto che OT vi sia piaciuto!
Angie
  
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