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Autore: kioccolat    22/11/2016    1 recensioni
“Rin dai non fare così ho anche chiesto di partire da Londra prima per poterti rivedere il più presto possibile!”
“Potevi restarci a Londra! Odio quel posto e quando mi ci hai portato! Te ne eri finalmente scomparsa! Tu e la tua Londra ed avevo dimenticando tutto! L’umiliazione, la vergogna, perfino la rabbia del tradimento pensa! Perchè ti sei ripresentata?!”
Fortune lo guardò perplessa poi con un dito sotto al mento sorrise maliziosamente.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nitori Aiichirou, Nuovo personaggio, Rin Matsuoka, Seijuro Mikoshiba, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano ormai due settimane che Fortune e Rin non si parlavano. La cosa si era ripercossa anche su Mikoshiba, Nitori e Shashin che dovevano sopportarli ogni santo giorno a parlare male dell’altro. C’èra poi chi si era schierato spudoratamente dalla parte di Fortune, anche senza motivo (Shashin), chi era nel mezzo indeciso a chi dar ragione a chiedersi perchè avessero litigato (Nitor), e chi immaginava, più o meno, il motivo della lite e aspettava che passasse da solo (Mikoshiba).
 Ma alla fine dei conti nessuno era schierato dalla parte di Rin. E questo faceva arrabbiare ancora di più il rosso. Infatti quel pomeriggio, in piscina, stava facendo, per l’ennesima volta, l’asociale e l’imbronciato mentre da lontano c’èra chi lo guardava con compassione.
“Mikoshiba-senpai...Rin-senpai mi fa quasi pena. Ma secondo te perchè si è arrabbiato con Fortune-senpai?”
“Sei troppo piccolo Nitori. Un giorno capirai. Comunque spero faranno presto pace, non ne posso davvero più di vedergli quell’espressione arrabbiata. Non che di solito sia felice e contento, ma così è troppo...mi spaventa le matricole!”
 
Nel club di fotografia la situazione era diversa. C’èra Fortune che si dondolava sulla sedia e Shashin che la guardava.
“Ancora non ci hai fatto pace eh?”
“No. Mi sono stufato...è sempre così arrogante”
“Concordo. E’ davvero un tipo insopportabile e sicuramente, qualsiasi sia il motivo per cui voi due abbiate litigato, è colpa sua.”   
Disse Shashin sorridendo. Fortune lo guardò. Le uscì una risata a quella, forse l’intento del suo amico era farla ridere, o forse insultare Rin...qualunque esso sia stato era riuscito a strapparle una risata.
“Finalmente hai abbandonato quel muso lungo! Ti meriti un bello scatto!”
“Ok, tanto abbiamo quasi finito...Voglio andarmene a fare un giro fuori da scuola...Devo cambiare aria.”
Shashin le fece qualche foto, riuscendo anche a farla sorridere un po’ con qualche battuta detta sul momento, poi la ragazza se ne andò dal club lasciandolo solo.
Andò verso il cortile pronta per uscire dalla Samezuka ed andarsi a fare un giro in città. Probabilmente sarebbe passata in qualche negozio e si sarebbe data alle spese folli, quando era di cattivo umore tendeva ad usare nei modi peggiori le sue povere carte di credito....che in quei giorni ne avevano risentito un po’. 
Ma una voce, fin troppo conosciuta, la chiamò quasi rimproverandola.
“Dove diavolo pensi di andare a quest’ora?”
Finiti anche lui gli allenamenti, Rin stava tornando in camera e si era imbattuto in Fortune che se ne stava andando via.
“Non sono affari tuoi. Non sei mia madre.”
“Sono affari miei, è tardi. Te lo avrei chiesto anche se fossi stato Nitori!”
Arrabbiata, Fortune, si girò verso Rin e lo fulminò con lo sguardo.
“Mi stai mettendo al livello di Nitori? Io e lui contiamo ugualmente per te?”
“Non ho detto questo! Siete entrambi importanti per me!”
Dopo questa frase calò il silenzio. Sicuramente Fortune si sarebbe aspettata una risposta diversa.
“Imbecille!”
Senza dirgli nient’altro corse via, fuori dalla Samezuka, sotto gli occhi del nuotatore.  
“Mi sono ripromesso di non rincorrerti più...”
 
Fortune corse per un po’, senza meta, pensando soltanto a quanto fosse idiota Rin. Di tanto in tanto pronunciava qualche insulto e soltanto quando iniziarono a farle male i piedi, andò a sedersi su una panchina. Sciolse i capelli ancora legati in una treccia e si levò la giacca della Samezuka buttandola a terra. Si stiracchiò un po’. Guardò attorno a lei, era sera. Le luci dei lampioni si erano accese, le coppiette passavano felici, i bambini con i genitori erano davanti ai negozi di giocattoli e gli animali venivano portati a spasso da strani signori dall’aria snob. I ristoranti sembravano tutti aperti, quel quartiere era bellissimo. Sorrise. Poi le sorse una domanda.
“Dove caspita sono finita?”
 
Un venticello, che rendeva il tutto più piacevole, scompigliava leggermente i capelli biondi di Mimi. Per l’occasione aveva indossato un abbigliamento semplice, cioè un vestito rosa chiaro, calze bianche e delle scarpe con un po’ di tacco. Poco, non voleva ammazzarsi giocane lei, no. La borsa a tracolla era bianca contornata da un nastro rosa pastello ed i capelli erano sciolti. Perchè era vestita in quel modo? Beh finalmente era riuscita a dire ad Haru di incontrarsi da soli in città e lo stava attendendo tutta felice. Lo vide arrivare da lontano, finalmente. Ed era bellissimo, era  fantastico, era...in divisa scolastica.
“Buon...buonasera Haru-senpai.”
“Buonasera Mimi-chan.”
Haru la guardò un attimo da capo a piedi. Osservò le scarpe, il vestito, la borsa.
“Perchè sei vestita così elegante? Vai da qualche parte?”
A quella domanda Mimi non seppe se prendere la borsa e sbatterla in faccia al ragazzo o andare nel solito angolo buio a disegnare cuori spezzati.
“Comunque mi stavo chiedendo, perchè mi hai invitato Mimi-chan?”
E dopo ciò Mimi aveva deciso. Era decisamente meglio la seconda, ossia i cuori spezzati nell’angolo buio. “Haru-senpai. Volevo parlarti di una cosa questa sera. Per me è molto importante...”
“Ok. Dimmi.”
“Hem...camminiamo! Si, camminiamo prima! Te lo dirò mentre passeggiamo!”
Haru la guardò con espressione interrogativa chiedendosi cos’avesse da nascondere la sua amica. Tuttavia accontentò la richiesta della bionda ed iniziarono a passeggiare.
Il cuore di Mimi batteva all’impazzata, finalmente era riuscita a strappare un appuntamento ad Haruka, anche se quest’ultimo non lo aveva nemmeno capito, poco male. l’importante per lei, quella sera, era di confessare i suoi sentimenti al suo senpai. Ricambiata o no doveva farlo. Fin da troppo tempo teneva dentro quelle emozioni e ogni giorno si sentiva scoppiare.
“E’ una bella serata vero Haru-senpai?”
“Normale.”
“Haru-senpai....ti ho invitato per dirti una cosa importante...sai, è da un paio di mesi che...”
Mimi iniziò a giocherellare con le proprie dita guardando in basso. Poi si parò davanti al ragazzo guardandolo negli occhi blu.
“Ecco io, come dire...Da quando ci siamo conosciuti noi...cioè, ho sempre sentito una grande intesa e poi...”
Haru alzò un attimo lo sguardo guardando l’orizzonte, ed abbastanza lontano vide, seduta su una panchina, Fortune. Attorniata da una nube di energia oscura e con la faccia imbronciata. Era da sola. Cosa molto improbabile per una come lei. Da come Aveva imparato a conoscere la ragazza, Haruka aveva capito che doveva per forza trascinarsi dietro qualcuno per torturarlo. Che sia il maggiordomo o Rin.
“...e questo è quanto.”
“La disgraziata! Scusa Mimi, torno subito. Aspettami qui!”
E dette queste parole Haruka corse via, lasciando Mimi da sola. E la poveretta si chiese se la sua dichiarazione non avesse scandalizzato il ragazzo. Tuttavia, come detto dal ragazzo, si mise ad aspettarlo seduta su un muretto. Ancora non aveva risposto. Quindi non era si. Ma nemmeno no...La speranza c’èra.
Haru arrivò davanti la panchina dove Fortune era seduta, imbronciata ed arrabbiata. La ragazza lo squadrò dai piedi fino alla testa. Poi ridusse gli occhi a due fessure. Haruka fece lo stesso.
“Cosa stai facendo?”
“Una bella ragazza non può starsene seduta su una panchina?”
“Dov’è Ri-“
Ad Haru arrivò la scarpa destra di Fortune in faccia.
“Non nominare quel nome! Anzi. Vattene! Vattelo a cercare, vattene via tu e lui, fottetevi entrambi, andate al diavolo insieme! Morite insieme! Prima tu poi lui! Ecco! Siete amici no? gli vuoi tanto bene no?”
“Il mio naso...Se ha sofferto è colpa tua strega! Lo hai tradito! Me lo ha raccontato lui!”
“Tu non sai niente! E....”
Fortune guardò in basso stringendo i pugni. Poi guardò nuovamente Haru, stavolta con odio.
“...E nemmeno lui.”
A quella risposta il moro si zittì poichè non seppe cosa rispondere. Si sedette accanto alla ragazza guardandola con la coda dell’occhio. Aveva lo sguardo arrabbiato.
“Che vuoi dire? Che significa nemmeno lui?”
“Quel deficente non mi ha mai lasciato spiegare...lui si fida di quello che ha visto, ma dovrebbe anche ascoltarmi per capire tutto...”
“Quindi....non lo hai tradito?”
“Sono innamorata alla follia di lui, ti pare che vado a tradirlo?!”
Haru si zittì di nuovo. Effettivamente non aveva mai pensato a questo punto, si girò completamente verso di lei, ora che aveva iniziato questa conversazione voleva portarla a termine.
“Racconta...tutto...piano...”
“Come sai, e puoi vedere dalla mia bellezza, dalla mia morbida e candida pelle, dai miei lucenti e profumati capelli, dalla mia altezza, dalle mie misure perfette, sono una modella, e la mia sede di lavoro principale è a Londra dove sono nata e cresciuta...decisi di trasferirmi in Giappone per un breve periodo...ma poi incontrai Rin...”
“Come vi siete incontrati?”
“Alla fermata dell’autobus. Dovevo arrivare alla mia villa e siccome ancora non capivo il giapponese ho chiesto informazioni. Era l’unico che parlava l’inglese..Mi innamorai di lui fin da subito. Mentre mi parlava ricordo che aveva un sorriso così bello...”
Ad Haru scese una lacrima e tirò su col naso. Poi si asciugò col palmo della mano.
“E’ così commovente...va avanti.”
“Si vero? Poi il suo inglese era così perfetto, fluido e impeccabile! Aaaaah! Era così eccitante sentirlo parlare! con quella bellissima voce!....Hem....Comunque...mi diede informazioni aiutandomi a trovare casa mia. Riuscii a farmi dare la sua mail e con la scusa che non conoscevo il posto e che non sapevo la lingua nè conoscevo nessuno riuscii anche a rincontrarlo anche qualche giorno dopo...”
“Mi sorprendo di come abbia abboccato così facilmente.”
“Beh, ricordati che è un uomo. Davanti ad una fanciulla indifesa, appena arrivata in una grande città e soprattutto bella...credo che nessuno avrebbe rifiutato. Nemmeno tu.”
Guardò Haru negli occhi. Quegli occhi azzurri che l’avevano fatta arrabbiare così tante volte, che ricordavano l’acqua, che trasmettevano...che non le trasmettevano niente.
“Ok, forse tu si...insomma con una scusa o l’altra comincia a vederlo sempre più spesso e, con corsi vari e a forza di stare con lui, imparai anche il giapponese. Poi arrivò un giorno in cui non ce la feci veramente più e gli dissi tutto. Probabilmente avrei dovuto chiudere gli occhi in quel momento...però mentre facevo la confessione continuai a guardarlo dritto in faccia...”
“E lui?”
“Si mise a ridere rispondendo con –lo hai pronunciato male-. Tuttavia dopo mi baciò. E quello fu l’inizio della nostra relazione.... Ma anche dei suoi guai.”
Fortune sospirò, il sorriso che aveva avuto sulle labbra fino a quel momento si spense. Allungò le gambe per farle rilassare e si stiracchiò le braccia.
“Restai qualche settimana in Giappone e fu in quel periodo che feci la vostra conoscenza. Poi da Londra mi chiamarono e dovetti partire subito lasciando Rin da solo. Da quanto mi è stato detto da varie persone, iniziarono a girare voci sul fatto che me ne fossi andata per tradirlo...Ma non era assolutamente così. Fortunatamente le voci non uscirono al di fuori della Samezuka...anche se Rin non ci dava ascolto...scommetto che gli facevano comunque male. Non ricordo quanto tempo stetti a Londra...però quando tornai in Giappone feci a Rin la proposta di venire con me la volta successiva che sarei ripartita. Lui accettò...”
Fece una pausa. La gente che passava aumentava sempre più ma nessun volto era conosciuto. Cominciava anche a fare freschetto e Fortune si scaldò le braccia con le mani poichè aveva tirato lontano la giacca.”
“E dopo quanto siete ripartiti?”
“Poco dopo...circa due settimane. Feci conoscere Rin a molte mie amiche e amici, sembrava anche star loro simpatico...una sera uno di loro organizzò una festa. E ci invitò. Naturalmente accettammo. Rin si fermò a parlare con alcuni ragazzi e io venni avvicinata da Max, un mio ex amico che mi offrì da bere. E forse me ne offrì anche un po’ troppo perchè mi ubriacai in poco tempo.”
“Dici che aveva messo qualcosa nel bicchiere?”
“Non lo so...ho ricordi sfocati di quella sera Haruka, fatto sta che le foto sui giornali mi ritraggono a baciarlo. Anche se quà non sono conosciuta, a Londra sono una modella famosa. Quindi si gridò allo scandalo...avendo presentato Rin come fidanzato ufficiale fu messo in mezzo alla faccenda anche lui e pure il suo nome andò a finire su vari articoli. Naturalmente puoi immaginare...”
Stavolta fu Haru a stiracchiarsi leggermente. Il racconto di Fortune era stato stravagante e alcune parti sembravano uscite da un film, ma da come l’aveva raccontato  sembrava essere vero. E poi perchè avrebbe dovuto mentirgli su una cosa simile, e che senso avrebbe avuto inventarsi tutte quelle scuse.
“Poi, che è successo dopo i giornali?”
“Oh beh...niente di speciale guarda...Rin se n’è andato da Londra senza dirmi niente. Non ha risposto alle chiamate, mail, messaggi, lettere e neanche tramite Gou sono riuscita a parlare con lui...Son dovuta trattenermi a Londra per un periodo ma poi sono tornata qui in Giappone. Solo per lui, mi sono iscritta alla Samezuka e stavo per riconquistarlo ma poi, abbiamo litigato...”
“Ma la Samezuka è una scuola maschile, c’èra tuo cugi-...”
Haru guardò Fortune, poi i pantaloni. I pantaloni erano della divisa della Samezuka. Solo in quel momento Haru realizzò quanto tutto il genere maschile fosse stupido. Come faceva un intero istituto a non riconoscere una ragazza? Lui compreso quando erano andati a fare l’allenamento combinato.
“Ma, come hai fatto a nascondere...la parte superiore e...i tuoi genitori hanno acconsentito? Non ti ha davvero scoperto nessuno?”
“Ho preso la divisa più grande, i miei non lo sanno e lo ha scoperto soltanto una persona...e mezza.”
“Tutto questo solo per Rin?”
Fortune abbassò lo sguardo, malinconico, guardandosi le mani.
“Già...”
 
Mimi stava ancora aspettando Haru e intanto aveva deciso di prendersi da bere alla macchinetta accanto a lei. Mise dentro la moneta e selezionò la lattina, aspettò e...niente. La lattina si bloccò prima si cadere.
“Eeeeeeeeeeeeeh???? No! No ti prego! scendi che ho una gran seteeeee!!!”
Incominciò a sbattere le mani al distributore col risultato che un cane le abbaiò contro ed un gatto, spaventato, rizzò il pelo scappando.
“Scansati, non cadrà mai così.”
“Eh?”
Fece appena in tempo ad abbassarsi, vedendo un calcio passarle sopra la testa ed andare dritto alla macchinetta. Finalmente la lattina scese. Ritrovandosela vicina, Mimi la prese e ringraziò il suo aiutante.
“La ringrazio...Rin-senpai?”
“Oh, la fidanzata di Haru. Che ci fai quì?”
“Eh? Io? no, noi non siamo fidanzati, non siamo ancora andati a un appuntamento insieme!”
Rin alzò un sopracciglio guardandola di sbiego.
“Haru dov’è?”
“Beh stasera dovrebbe essere con me. Si è allontanato un attimo.”
“......Pf.”
Il rosso fece una piccola risata, coperta dalla mano, girandosi. Trovava buffa la ragazzina.
“Cos’ho fatto? Non ridere!”
“Ti sei tirata a lucido, avrai passato un’ora davanti allo specchio e mi dici che non è un appuntamento?”
“Beh no...un’ora no...cioè...hem, che ci fai da queste parti Rin-senpai? Il coprifuoco della Samezuka non è già passato?”
Rin alzò il proprio telfono indicandolo. Mimi guardò il cellulare. Era senz’altro bello. Ma non capiva cosa stesse a significare quel gesto. Forse voleva un complimento? Makoto e gli altri in effetti le avevano sempre detto che era un tipo che amava essere acclamato.
“Oooooooooooooh, Rin-senpai, è daaaaaaaaaaaaaavveeeero, splendido. E’ nuovo? Dove lo hai comprato? Sicuramente è l’ultimo modello vero? Come ci si aspetta da te!”
“...E’ di Fortune. Comunque no, vado a caccia di scemi.”
“Co-come?”
“Devo rintracciare Fortune...”
Mimi annuì. Ovvio, perchè non ci aveva pensato prima.
“Ho chiesto in giro se qualcuno aveva visto passare una fluente chioma azzurra correre. Sono stato portato quà. Mi aiuti a cercarla?”
“Veramente dovrei...”
“Grazie sei un’amica”
 
Da Haru e Fortune era sceso il silenzio da qualche minuto. Non avevano mai parlato per così tanto senza litigare e per entrambi era una situazione nuova, si sentivano quasi a disagio.
“Beh, Fortune. Che dire...la versione spiegata da Rin era un po’ diversa. Aveva semplicemente detto che ti aveva trovata avvinghiata al collo di un tizio mentre lo baciavi, per questo lui è stato...’sputtanato’ sui giornali e quindi è tornato quì per non ucciderti.”
Fortune guardò Haru con aria perplessa e sorpresa per le parole appena dette. Davvero un tipo come Haru aveva usato un linguaggio del genere?
“Sue testuali parole, non mie.”
“Ah, mi sembrava...”
“Oh guarda...”
Fortune si voltò e sorrise leggermente vedendo che si stavano avvicinando Rin e...Mimi? Non sapeva perchè era con lui ma sinceramente non gliene importava nemmeno in quel momento..
“Ha-Haru-senpai...mi hai lasciato sola per..per andare con un’altra ragazza?”
Haru si alzò dalla panchina avvicinandosi a Mimi, poi le mise una mano sulla spalla .
“Mimi, andiamo. Credo siamo di troppo...”
“Ma io sono appena arrivata...”
Haru e Mimi se ne andarono, Lasciando Rin e Fortune da soli. Chissà quante domande si stava facendo la povera Mimi, e chissà quanto avevano da dirsi Rin e Fortune.
“Fortune, credo che dobbiamo chiarire, una volta per tutte.”
“Si. Lo credo anch’io.”
   
 
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