Serie TV > The Walking Dead
Segui la storia  |       
Autore: Serendipity__    24/11/2016    9 recensioni
Quando Daryl decide di assecondare suo fratello Merle e di entrare in quella casa fatiscente che ha scelto tra tante altre, non ha idea che al suo interno troverà una persona in grado di cambiare il suo destino.
Quando Beth decide di nascondersi in quella casa fatiscente, sperando che il suo aspetto malandato faccia desistere eventuali visitatori, non ha idea che presto sarà invece raggiunta da qualcuno che stravolgerà la sua vita già così messa a dura prova.
*Dal testo:*
- Prendila, Daryl!
Il grido di quel Merle era risuonato come uno sparo nel silenzio spettrale e l'aveva raggiunta quando si era trovata già sugli ultimi gradini della scala che portava a pianterreno, convinta ormai di potercela fare ad oltrepassare la porta che le avrebbe permesso di dileguarsi nel buio della notte.
Solo che quella dolce illusione si era frantumata nel momento in cui un braccio le aveva circondato la vita, trattenendola in una presa d'acciaio che non le aveva lasciato nessuna speranza di potersi liberare.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buongiorno fanciulle!
Nuovo capitolo, nuovo inizio, nuove dinamiche, vecchie conoscenze.
Questo potrebbe essere il succo. XD
Decisamente oggi non è giorno da introduzioni, quindi vi lascio subito alla lettura!
Anzi, vi dico solo una cosa: ad un certo punto Rick dirà una cosa in particolare, e per chi segue altre mie storie (bè una in particolare! XD) probabilmente si ritroverà a sorridere divertita come ho fatto anch'io! XDD
Magari ci risentiamo in fondo.
Baci
Serena




                                  CAPITOLO  15




La macchina si era fermata davanti ad un cancello che interrompeva un'alta recinzione in metallo. Dietro di essa, c'era tutto ciò che rimaneva della sua vera famiglia.

Maggie.
Ma non solo lei, perchè avrebbe rivisto anche Glenn, Carl, la piccola Judith, Carol, Michonne. Aveva saputo che erano sopravvissuti anche loro alla caduta della prigione, ed erano di fatto la sua nuova famiglia, quella con cui aveva condiviso gioie e dolori altrettanto strettamente.
Le era venuto istintivo cercare la mano di Daryl, per stringerla in cerca di rassicurazione, ma anche per darne, perchè poteva immaginare il caos di emozioni che si agitavano dentro di lui, che si trovava lì soltanto per lei.
Quello le era stato chiaro nel momento stesso in cui lo aveva pregato di dare una possibilità a Rick, nonostante quel passato che li aveva resi nemici, e a quanto pareva proprio a causa di Merle.
Non che ci fosse stato il tempo per capire davvero come fossero andate le cose, perchè c'era stata l'urgenza di mettersi in viaggio per poter riabbracciare il prima possibile sua sorella e gli altri, ma da quel poco che era riuscita a strappargli di bocca, prima che salissero in macchina, aveva capito che una parte del suo gruppo, aveva condiviso un pezzo di strada anche con i fratelli Dixon, prima di arrivare alla loro fattoria.
- Pronta?
Era stato Rick a domandarglielo, osservandola attraverso lo specchietto retrovisore, lo sguardo che era poi caduto sulle loro mani unite, incupendosi non poco.
Poteva immaginare come fosse sottosopra anche lui, diviso tra la gioia di averla ritrovata e la preoccupazione, mista a sconcerto, che fosse stata proprio in compagnia di Daryl. Non le erano sfuggiti, infatti, gli sguardi ostili, e diffidenti, che i due uomini avevano continuato a lanciarsi attraverso lo specchietto retrovisore.
La presenza, poi, di quello che era stato un estraneo a tutti gli effetti anche per lei, cioè quell'Abraham che era stato in compagnia dello sceriffo, non aveva fatto altro che peggiorare la situazione, perchè il suo aspetto minaccioso, aveva messo Daryl ancora più in allerta.
- Pronta.
Il suono del clacson, ripetuto due volte, aveva fatto sì che si aprisse di poco il pannello in plexiglass che rivestiva il cancello, per permettere all'uomo di guardia di controllare chi ci fosse stato al di fuori, prima di spalancarlo per lasciarli entrare.
Quello che c'era stato dietro, era una visione che l'aveva lasciata completamente senza parole.
- Anche a me, ha fatto questo effetto la prima volta.
Rick aveva colto la sua espressione incredula e le aveva sorriso in quella maniera affettuosa che l'aveva riportata di nuovo indietro, quando vederla sul suo viso era stata la normalità per lei.
- Sembra... incredibile.
- Sì, lo è in un certo senso, e avrai modo di scoprire quanto, ma adesso è arrivato davvero il momento di dare la bella notizia a tutti.
Certo, anche lei adesso voleva solo poter riabbracciare Maggie. Prima, però, aveva guardato un'ultima volta Daryl negli occhi, cercando di trasmettergli con tutte le sue forze il messaggio di fidarsi di lei, perchè era insieme che avrebbero affrontato quella nuova situazione.
Poi, erano finalmente scesi dalla macchina, e dopo appena qualche minuto, c'era stato un caos di persone intorno a lei, che avevano fatto a gara per riabbracciarla, prima tra tutte sua sorella Maggie.



§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§



Ritrovare tutti quanti, le era apparso veramente come un miracolo.
Aveva ringraziato Dio ad ogni nuovo abbraccio, con il quale aveva salutato il suo ricongiungersi con persone a cui aveva voluto bene davvero. Anche i volti delle persone sconosciute le erano parsi amichevoli nei suoi confronti, forse come riflesso del fatto che si trattava della sorella di Maggie, qualcuno che loro già avevano imparato a conoscere.
Altro discorso era stato per Daryl, che nonostante le avesse gravitato intorno, si era comunque mantenuto ad una certa distanza da tutti, chiudendosi ovviamente nel suo silenzio più cupo. Solo ad un certo punto, aveva visto Carol e Glenn avvicinarlo, per scambiare con lui qualche parola, nell'attesa di poter conoscere i fatti che li avevano portati ad arrivare lì insieme.
Non lo aveva mai perso di vista nemmeno lei, continuando a lanciargli delle occhiate che sperava potessero rassicurarlo sul fatto che presto avrebbero avuto modo di chiarirsi loro due da soli, prima di dover parlare con gli altri.
Avevano decisamente molto da dirsi entrambi, soprattutto dal momento che avevano scoperto di aver conosciuto le stesse persone, con le quali però si trovavano ad avere rapporti diametralmente opposti.
Perciò, era stato quello il motivo che l'aveva costretta a dire a Maggie di aver bisogno di un pò di tempo con lui da sola, prima di seguirla in quella casa che le aveva indicato essere la sua e di Glenn, dove sicuramente le avrebbe rivolto le mille domande che già le leggeva negli occhi.
Lo sconcerto della sorella, era stato anche maggiore in Rick davanti a quella sua richiesta, che li aveva costretti forse subito a riflettere sul fatto che quel tempo trascorso lontano da loro, l'aveva inevitabilmente cambiata, oltre che avvicinata a Daryl.
Di certo, nessuno avrebbe potuto immaginare quanto, e quello era un aspetto con cui anche lei avrebbe dovuto farci i conti, ora che si trovava di nuovo con loro.
Alla fine, seppure con una certa riluttanza, era stata proprio Maggie ad accompagnarli in un luogo dove sarebbero potuti rimanere soli e tranquilli, ossia nella piccola chiesa di cui Alexandria era dotata.
Una volta dentro, non aveva più resistito al bisogno che aveva iniziato a nutrire già da un pò, e cioè quello di poterlo abbracciare.
- Grazie.
La gioia di aver ritrovato Maggie e gli altri, non sarebbe stata completa se avesse perso lui in cambio. Si era sentita abbracciare a sua volta, e aveva fatto fatica a trattenere le lacrime, perchè sapeva quanto valesse il suo gesto proprio in quel momento, dato che gliene aveva sempre riservati pochi, nonostante le cose tra loro fossero cambiate già da un pò.
- Dobbiamo parlare, te ne rendi conto, vero?
Quando si era sentita abbastanza sicura, si era sciolta dall'abbraccio con lui per guardarlo negli occhi, sperando di non trovarci subito un'opposta volontà rispetto alla sua.
- C'è poco da dire, ragazzina, mi sembra evidente, no?
Si era lasciata cadere su una panca, perchè iniziava a sentire sulle spalle il peso di tutte quelle emozioni, mentre lui era rimasto in piedi, teso e cupo come lo aveva sempre visto nei  momenti di grande difficoltà che già avevano affrontato nei mesi precedenti.
- Questo... questo cambierà le cose tra di noi?
Si era davvero innamorata di lui, e ne era stata una chiara dimostrazione il fatto che non volesse perderlo, nonostante tutto. Non sapeva nemmeno lei come avrebbero fatto a farle funzionare, ora che si trovavano lì, però non poteva davvero immaginare di separarsi da lui.
Non le aveva risposto, però le aveva lanciato uno sguardo che aveva espresso tutto il tormento che stava vivendo anche lui. Allora aveva dovuto insistere, perchè si sentiva male alla sola idea che potesse risponderle positivamente.
- Daryl...
- No.
L'aveva interrotta, sputando fuori quella risposta sottovoce, mentre aveva stretto con forza le mani sulla panca che aveva avuto di fronte, chinando insieme il capo, quasi a sottolineare che era stato davvero in conflitto con se stesso sulla risposta da darle.
- Nemmeno per me.
Lo aveva visto incassare maggiormente la testa tra le spalle, come se avesse dovuto rassegnarsi anche a quello.
- Non sarei mai venuta qui, senza di te.
Per quanto incredibile, probabilmente le cose sarebbero andate davvero così, almeno fino a che non lo avesse convinto in qualche maniera a seguirla.
- Non ti avrei mai lasciato venire qui, senza di me.
Era rimasto nella stessa identica posizione, ma il tono di voce era stato diverso, aveva assunto una sfumatura che già in altre occasioni le aveva fatto battere il cuore più forte, tanto erano state intense le emozioni che le aveva suscitato.
- Daryl... me lo dici cosa è successo... tra di voi?
Le era sembrato il momento giusto per chiederglielo, ora che si era aperto uno spiraglio nella sua corazza. Lo aveva visto stringere la panca con più forza, i muscoli delle braccia tesi sino allo spasimo, e aveva sperato con tutta se stessa di poter sentire dalla sua viva voce che cosa fosse successo, per poter essere già preparata quando avrebbe sentito la versione di Rick.
- Non ti piacerà, ragazzina.
Le aveva detto qualcosa che già immaginava, perchè aveva conosciuto Merle, e in un certo senso, aveva intravisto anche l'uomo che poteva essere stato lui prima che si incontrassero.
- Non cambierà quello che provo per te.
Era la prima volta che si avvicinava tanto dal dirgli quel "ti amo" che credeva un giorno avrebbe detto in circostanze diverse, soprattutto ad un uomo completamente diverso da lui.
- Non cambieranno nemmeno le cose tra me e loro.
- Non ti sto chiedendo questo, voglio soltanto sapere perchè.
Avrebbe voluto vederlo in viso, ma lui continuava a tenere la testa china, perciò i capelli gli creavano una sorta di barriera intorno. Il silenzio sembrava di nuovo volerli dividere, così aveva insistito.
- Daryl, ti prego, parla con me.
Come unica reazione, lo aveva visto scuotere la testa, e nel pensare che fosse un no, aveva deciso di non arrendersi.
- Daryl, ho bisogno di...
- Perchè su quel maledetto palazzo dove l'avevano ammanettato, Merle non ci ha lasciato soltanto la mano che ha dovuto tagliarsi per poter fuggire, ci ha lasciato anche quel poco di lui che ancora aveva un senso!
Finalmente l'aveva guardata, ma la rabbia che aveva avuto negli occhi, era stata solo una copertura per qualcosa di più profondo e radicato dentro di lui, uno smarrimento che l'aveva lasciata del tutto spiazzata.
- E non c'è stato un fottutissimo giorno in cui non mi sia chiesto se le cose sarebbero andate diversamente per lui, se qualcuno, oltre a me, gli avesse dimostrato che non lo consideravano solo un maledettissimo stronzo che meritava di essere lasciato indietro, a morire solo come un cane!
Aveva colpito la panca con un pugno violento, tanto che l'aveva sentita scricchiolare, ma non si era lasciata impressionare da quello sfogo, perchè era nei suoi occhi che continuava ad esserci la verità su quello che stava provando davvero: rimpianto e senso di colpa.
- Mi dispiace che le cose siano andate così.
Ed era vero, perchè mai come in quel momento era stata vicina dal capire quanto dolore gli fosse costato rescindere quel legame tra di loro, anche se ormai distrutto da suo fratello stesso e dal suo comportamento folle.
- Ma credo che la risposta che cerchi, non potrebbe arrivare nemmeno se uccidessi chi ritieni responsabile di quell'abbandono.
Non aveva voluto usare la parola "vendetta", anche se era stata comunque presente nelle sue parole.
- E non credere che lo dica per difendere Rick, o chiunque altro sia colpevole per te, lo dico perchè credo che tu sia una persona migliore rispetto a quello che pensi di te stesso.
Si era alzata in piedi per raggiungerlo, senza che lui facesse niente per impedirglielo, e si era stretta di nuovo a lui, abbracciandolo da dietro e mettendoci tutta la forza dei sentimenti che sentiva per lui.
- La possibilità che ti sto chiedendo, non è per me, nè per gli altri... ma è solo per te stesso.
Ora aveva ben chiaro in mente cosa avrebbe dovuto fare per aiutarlo, sempre che glielo avesse permesso.
- Non dirò la verità su come ci siamo incontrati a nessuno, Daryl, perchè non voglio che il giudizio degli altri passi attraverso delle azioni che ha compiuto tuo fratello... e che tu, invece, sei stato capace di smentire con le scelte che hai fatto.
Lo aveva sentito irrigidirsi, e se possibile, lo aveva stretto ancora più forte per fargli sentire che lei c'era, e che non lo avrebbe abbandonato, ora che aveva ritrovato sua sorella e i suoi compagni.
- Perchè ora lo so chi sei, Daryl Dixon, e sono contenta che tu faccia parte della mia vita.



§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§



Si era dovuta sforzare di chiudere l'acqua corrente della doccia, perchè altrimenti ci avrebbe passato sotto un'altra eternità, probabilmente. Invece, era consapevole che sua sorella la stesse aspettando con una serie di domande che non aveva avuto nessuna intenzione di rivolgerle davanti agli altri e allo stesso Daryl, che seppure con l'aria di chi si trovasse a dover visitare l'inferno, non si era comunque sottratto dal rispondere a quelle che erano state rivolte a lui direttamente.
- Ehi, sorellina.
Maggie l'aveva di nuovo abbracciata, non appena era sbucata fuori dal bagno, quasi a sincerarsi che lei fosse stata davvero lì, sana e salva.
- Ti voglio bene, Maggie.
L'aveva stretta forte anche lei, ritrovando il calore di quell'abbraccio che le ricordava quello di altri che non c'erano più, ma che mai se ne sarebbero andati dai suoi ricordi.
- Anch'io ti voglio bene.
Erano scoppiate finalmente in un pianto liberatorio, mischiando le lacrime di gioia per il loro ricongiungersi, a quelle che non avevano potuto versare insieme per la morte del loro padre.
Le immagini che aveva cercato di non evocare più, si erano fatte avanti di prepotenza, così lo aveva rivisto inginocchiato davanti al Governatore, consapevole che forse la sua morte fosse ormai inevitabile.
- Ho avuto così paura, Maggie.
Erano tornati anche i ricordi dei giorni successivi alla sua fuga dalla prigione, quando la solitudine e la disperazione erano state così forti, da indurla quasi a lasciarsi morire in quella casa dove si era rifugiata.
- Mi dispiace, Beth, di averti lasciata sola.
Maggie l'aveva stretta ancora più forte, mentre le aveva confessato ciò che probabilmente l'aveva tormentata per tutto quel tempo lontane.
- Non è stata colpa tua.
Non lo aveva mai pensato veramente, di essere stata abbandonata da lei. E quel pensiero, l'aveva immediatamente riportata a Daryl, a quello che le aveva detto poco prima in chiesa, e anche a quello che non le aveva detto, ma che lei aveva intuito lo stesso guardandolo semplicemente negli occhi, che era il luogo dove sempre più spesso affioravano quelle parole che non riusciva a pronunciare.
- E poi, quasi subito ho trovato Daryl e le cose, piano piano, sono andate meglio.
L'aveva sentito subito il cambiamento in sua sorella, solo nel menzionare il suo nome, ed era tornata col pensiero a prima, quando l'aveva vista scrutarlo a lungo per cercare di farsi un'opinione su di lui.
Avrebbe già voluto dirle che non sarebbe stata un'impresa per niente semplice, perchè lei stessa, aveva iniziato solo ora a scalfire una corazza che rimaneva ancora salda in alcuni punti.
- Beth...
Si era ritrovata a guardarla negli occhi, trovandoci tutta la diffidenza che si era aspettata, mista ad una colpa che non poteva non provare, essendo consapevole che per quanto Daryl potesse essere un uomo pericoloso, rimaneva anche colui che aveva aiutato la sua sorellina a sopravvivere.
- Maggie, non è facile per nessuno di noi. Ognuno ha i propri motivi per essere... preccupato.
Preoccupato forse non era il termine giusto per dare voce ai pensieri che turbavano sua sorella.
- Okay, va bene. Non ci girerò intorno.
Eccola la Maggie che tanto aveva evocato nei suoi pensieri, quella a cui aveva cercato di ispirarsi per trovare il coraggio di andare avanti comunque.
- Tu lo guardi come se... 
Non aveva volutamente terminato la frase, perchè il senso era stato chiarissimo lo stesso. Però lo aveva fatto lei, che era altrettanto determinata a non girare troppo intorno alla cosa.
- Come se mi fossi affezionata a lui.
Anche stavolta il termine era stato riduttivo, ma nel vedere l'espressione già così angustiata di sua sorella, non aveva voluto infierire.
- Non l'ho voluto, Maggie. E' capitato punto e basta. Penso che tu, meglio di chiunque altro, possa capirlo.
Il riferirsi a Glenn, forse era stato un azzardo, perchè di certo erano due persone totalmente differenti lui e Daryl, però la sostanza rimaneva la stessa, si parlava pur sempre di sentimenti.
- Anch'io ho parlato con Glenn, mentre voi eravate in chiesa.
Non aveva fatto fatica ad immaginare cosa le avesse detto su Daryl, come del resto avrebbe fatto anche Rick, non appena ne avesse avuto l'occasione. Forse anche il giudizio di Carol avrebbe rispettato quello degli altri due compagni. Perciò, l'aveva presa per mano, sottolineando così l'importanza di quello che stava per chiederle.
- Capisco che tu sia preoccupata, perchè quello che ti avranno detto su di lui, non sarà stato bello. Daryl è un uomo che sicuramente ha fatto degli errori in passato.
Lo vedeva negli occhi di sua sorella, che nello stesso tempo si stava anche sempre più rendendo conto di quanto le esperienze vissute in quei mesi l'avessero cambiata, facendola maturare molto più di quanto potesse immaginare.
- Ma come è successo a tanti di noi, anche lui ha fatto delle scelte che sono state in grado di cambiarlo... e in meglio. Non ti chiedo di credermi sulla parola solo perchè te lo sto dicendo io, ti chiedo solamente di non giudicarlo a priori, ma di provare a conoscerlo tu personalmente.
Aveva rafforzato la presa sulle sue mani, guardandola intensamente negli occhi, perchè davvero la stava pregando di fare qualcosa che capiva le sarebbe costato parecchio.


§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§



Quando la ragazzina l'aveva raggiunto sotto il portico di quella casa, in cui aveva giurato che non ci avrebbe più rimesso piede dentro, aveva dovuto quasi subito distogliere lo sguardo, perchè da sotto la sporcizia che si era lavata via, era emerso ancora più prepotente il suo aspetto giovane e fiducioso.
Nonostante si fosse sforzato di non far trasparire il disagio provato, lei qualcosa doveva aver colto lo stesso nello sguardo che le aveva lanciato, prima di distoglierlo, perchè si era subito seduta vicino a lui, praticamente appiccicata, fregandosene del fatto che chiunque avrebbe potuto vederli.
- Sono solo più pulita, tutto qui.
La battuta divertente non aveva mascherato il messaggio che aveva voluto lanciargli, ma che lui aveva preferito ignorare.
- Lo saresti anche tu, se soltanto cambiassi le tue priorità.
Era stato solo quella mattina che ci avevano scherzato sopra, eppure a lui sembrava passato un secolo, tanto le cose erano cambiate nel mezzo.
- Non credo di volerlo fare.
- Lavarti?
Il sorriso che le era sbucato sul viso, non aveva però raggiunto i suoi occhi, consapevole che quella conversazione continuava ad essere più importante di quello che sembrava in apparenza.
- Anche.
L'aveva guardata proprio dritta negli occhi, stavolta, perchè voleva che avesse ben presente che nelle sue priorità lei c'era, ma che questo non lo avrebbe trasformato in qualcuno che non sarebbe mai potuto essere comunque.
- Credo di poterlo sopportare.
Si era limitata a dargli un colpetto con la spalla, riuscendo però nell'intento di ribadire il concetto che lei era lì con lui, e che non aveva nessuna intenzione di prendere le distanze, comunque stessero le cose con gli altri.
- Ho parlato con Maggie su dove potremmo alloggiare.
Dopo qualche attimo di silenzio, se ne era uscita con quella notizia, dove lui aveva principalmente registrato il "potremmo", una condizione che non aveva nemmeno preso in considerazione, non ora che erano lì.
- Ci sarebbe una specie di mansarda semiarredata sopra l'infermeria, che è provvista di un bagno con doccia, anche se a te non interessa, ovvio. C'è già un divano letto e una brandina, quindi potremmo fare anche a turno per dormire comodi.
- No.
Ovviamente si era sentito subito il suo sguardo addosso, ma lui aveva tenuto il suo fisso a terra.
- Siamo stati insieme quasi tre mesi, Daryl.
Non lo aveva certo dimenticato, ma era stato diverso, e lo sapeva bene anche lei.
- Era diverso.
- Mia sorella ha capito.
Quella conversazione stava diventando troppo difficile per lui, quindi l'istinto di sottrarsene si era fatto più forte.
- Non cambia le cose.
- Prima hai detto che non volevi che cambiassero.
Lo stomaco gli si era contratto ancora di più a quelle parole, perchè in un certo senso era così, ma nello stesso tempo era difficile.
- Può darsi che non sapessi cosa stavo dicendo.
Si era alzato in piedi, perchè proprio non ce la faceva più.
- Daryl...
Si era alzata subito anche lei, appoggiandogli una mano sul braccio.
- Cristo Santo, ragazzina, potresti darmi un pò di tregua?
Che ci fosse rimasta male, era più che ovvio, ma che non mollasse la presa, e non solo fisicamente, quello l'aveva preso in contropiede.
- Andiamo a farci un giro.
- Un giro?
- Sì, fuori di qui. Io e te, soli. Finchè non farà buio.
Per quanto fosse stato stupido quello che gli aveva proposto, o forse proprio per quel motivo, gli era sembrata all'improvviso una buona idea anche a lui.
- Okay.
- Okay, avviso mia sorella.
L'aveva vista sparire dentro casa, e per quanto fosse stato altrettanto stupido quel pensiero, si era sentito sollevato che lei non si fosse arresa davanti al suo rifiuto.



§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§



Il locale sopra l'infermeria, seppure piccolo e piuttosto spoglio rispetto alla casa in cui avevano alloggiato Maggie e Glenn, le aveva dato decisamente l'impressione di essere lo stesso una reggia, rispetto ai rifugi di fortuna che avevano occupato nel loro girovagare di quei mesi.
C'era stato anche un piccolo tavolino, dove aveva appoggiato il vassoio con il cibo che le aveva dato sua sorella, ancora evidentemente risentita, oltre che preoccupata, per le decisioni prese e su cui non era tornata.
La prima, era stata quella di voler alloggiare lì con Daryl, invece che nella stanza che aveva dato per scontato avrebbe occupato da lei, la seconda era stata l'uscire fuori con lui da Alexandria, in apparenza senza alcun motivo valido, perchè ovviamente non poteva immaginare quanto avessero avuto bisogno di rimanere ancora un pò da soli.
Ci aveva anche provato a farle cambiare idea, dicendole sinceramente che si aspettava di saperla il più possibile al sicuro ora che l'aveva ritrovata, ma si era scontrata davanti all'evidenza del fatto che lei non era davvero più la ragazzina timorosa di prima, quindi si era sentita rispondere che la capiva, e che sarebbe stata molto attenta, ma che doveva anche imparare a fidarsi di lei e della sua capacità di badare a se stessa.
- La ragazza che gestisce la dispensa, Olivia, ti ringrazia per gli opossum. Anche se era un pò sorpresa a dire il vero. Penso che non me l'abbia voluto dire per gentilezza, ma credo che fosse un pò schifata all'idea di mangiarli.
Avevano anche cacciato, nel tempo che erano stati fuori, ed erano stati fortunati. Passare il tempo in quella maniera, aveva aiutato Daryl a dissipare un pò della tensione accumulata, tanto che quando aveva ripreso il discorso sul fatto di voler alloggiare insieme a lui, non era stato più così contrario.
- Questo posto è una cazzata.
Lo aveva osservato, appoggiato alla ringhiera dell'unica portafinestra presente nella stanza, e in quel momento spalancata, intento a fumarsi una sigaretta.
- E' troppo presto per giudicarlo.
Ne avevano già discusso, perchè anche lei era rimasta stupita di quello che aveva trovato lì dentro, soprattutto perchè sembrava creare l'illusione che il mondo fuori non esistesse. Avevano già imparato quella lezione alla prigione, e non credeva quindi che il suo gruppo stesse ripetendo l'errore di credersi al sicuro, nè lo permettesse a chi già era stato lì in precedenza.
- Come ti pare.
Ecco, quella era una risposta che lei aveva soprannominato alla "Daryl Dixon", perchè poteva dire tutto o niente, dipendeva dall'occhiata con cui la accompagnava.
In quel caso, era stata piuttosto tranquilla, segno che non aveva intenzione di rimettersi a discutere, per cui poteva ritenersi graziata da una tregua che non aveva intenzione di rompere lei per prima, così aveva lasciato cadere anche lei l'argomento.
- Tonno e pomodori secchi, o sardine e pomodori secchi?
Gli aveva indicato i sandwich preparati da Maggie, concendendosi il lusso di pensare che avevano persino la possibilità di scegliere cosa mangiare.
- Per dolce, invece, ci sono dei biscotti che...
- Beth? Ci sei? Posso salire?
Ad interrompere quel momento che aveva sperato potesse rappresentare davvero una tregua alla tensione provata per tutta la giornata, era stata la voce di Rick, giunta chiara e forte dal piano inferiore.
Aveva guardato in viso Daryl, cercando una risposta che era arrivata con un cenno minimo del capo, chiaro segno di quanto gli fosse sicuramente costata.
- Vieni, Rick!
Quando era apparso nel vano della porta, le era stato impossibile non lasciarsi andare ad un'esclamazione di pura gioia.
- Judith!
Rick era infatti apparso con sua figlia in braccio, che nel sentirsi chiamare dalla sua voce, si era subito girata nella sua direzione.
- Dio, come sei cresciuta!
Le si era avvicinata e la bimba aveva teso le braccia verso di lei, che l'aveva subito presa in braccio.
- Oh, Judith!
L'aveva stretta forte e baciata un'infinità di volte, assaporando anche con lei il miracolo di poterlo rifare.
- Le sei mancata anche tu, Beth.
Il braccio di Rick le si era posato sulle spalle e per un attimo aveva stretto entrambe affettuosamente, perciò lei si era ritrovata a cercare lo sguardo di Daryl, che ovviamente era stato puntato su di loro, senza che però lasciasse trapelare nulla.
- Grazie per avermela portata.
Era convinta, ormai, di vederla sveglia solo l'indomani, perchè quando si era recata a casa dello sceriffo per salutarla, la piccola era stata beatamente addormentata, quindi si era soltanto potuta riempire gli occhi di lei, non avendo voluto interrompere quel sonno così pacifico.
- Non devi nemmeno dirlo.
Le aveva rivolto un sorriso che si era andato spegnendo nel momento in cui lei si era voltata con Judith in direzione di Daryl, che era rimasto fermo immobile nella stessa posizione per tutto il tempo.
- Judith, lui è Daryl. Daryl, lei è Judith.
Ovviamente lui non aveva ricambiato il saluto che lei invece gli aveva fatto, prendendo una delle manine della bimba, che aveva riso per quel gioco che spesso avevano fatto alla prigione.
- E' davvero cresciuta tanto, Rick. E' ancora più bella.
Aveva cercato di spezzare il gelo che si era subito instaurato nel reciproco guardarsi dei due uomini, riportando l'attenzione dello sceriffo su loro due. Immaginava che tipo di pensieri passassero nella testa di entrambi, e negli occhi chiari di Rick li aveva anche visti esplicitamente, a differenza di quelli di Daryl, che continuavano a rimanere impenetrabili.
- Sì, è vero.
Le aveva accarezzato la testolina, sorridendole, e la piccola aveva teso subito le braccia verso suo padre, che l'aveva ripresa in braccio.
- Tua sorella mi ha detto che alla fine, hai preferito sistemarti qui. Siamo vicini di casa, adesso.
Aveva guardato lei, ma era chiaro che quel tentativo di battuta era stato invece un avvertimento per l'uomo che lo sceriffo riteneva a tutti gli effetti una minaccia da tenere sotto controllo.
- Per qualsiasi cosa, non esitare a venire da me.
- Starò bene, Rick, non ti preoccupare.
Lo aveva guardato dritto negli occhi per rassicurarlo ulteriormente, ignorando il gelo che continuava a provenire da Daryl, sotto cui, quasi sicuramente, doveva esserci un ribollire di rabbia trattenuta a stento.
Proprio per quello, aveva cercato un modo gentile per liquidarlo, prima che la situazione potesse degenerare in un nuovo scontro tra loro due.
- Ho solo bisogno di una buona cena e di una lunga dormita.
Lo sceriffo aveva gettato uno sguardo veloce al divano già trasformato in letto e alla brandina, poi si era soffermato ancora un attimo su Daryl, ritornando su di lei decisamente teso e infastidito.
- Mi accompagneresti giù un attimo alla porta?
Con la coda dell'occhio aveva visto Daryl irrigidirsi e allora aveva agito di fretta.
- Sì, certo. Così, intanto, mi godrò ancora un pò questa bella signorina.
Aveva deposto un bacio sulla guancia di Judith, che come aveva sperato, si era di nuovo lanciata su di lei per essere ripresa in braccio.
- Torno subito, Daryl.
Si era azzardata a guardarlo, incontrando due occhi che non erano stati più capaci di dissimulare la rabbia provata, ma ormai lei aveva già imboccato la porta, seguendo Rick giù per la scale.



§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§



Ad un certo punto doveva essersi addormentato, perchè a svegliarlo era stato un tocco leggero, ma insistente, sulla spalla.
- Daryl, svegliati.
La voce della ragazzina aveva spazzato via del tutto l'ultimo residuo di sonno, facendolo scattare come una molla per mettersi seduto, tutti i sensi in allerta e la mano destra che era già corsa ad impugnare la balestra.
- Che c'è?
- Stavi sognando, scusa, non volevo farti spaventare.
Aveva sentito una carezza leggera sfiorargli il braccio, prima che lei ritraesse la mano, lasciandogli addosso così soltanto il suo sguardo.
- Ti stavi lamentando.
Ecco il motivo per cui lo aveva svegliato, ritrovandosela così seduta accanto sulla brandina.
- Okay.
Aveva lasciato andare la balestra, passandosi le mani sulla faccia, perchè aveva iniziato a ricordare cosa stesse sognando e lo avrebbe voluto cancellare.
- Era tanto brutto?
Si era messo a sedere del tutto, buttando giù le gambe dall'altra parte rispetto a lei, in modo da ritrovarsi a darle le spalle. Voleva evitare di essere osservato, perchè nonostante la poca luce, sapeva che lei avrebbe potuto capire lo stesso quanto fosse stato vivido e intenso il sogno che stava facendo.
- Uhm.
Non si era azzardato a parlare, perchè non era sicuro che avrebbe avuto la voce ferma di qualche secondo prima.
- Vaganti? Io a volte li sogno.
Quelli non li aveva mai sognati, nemmeno quando aveva rischiato di diventare davvero il loro pasto.
- Però mi fa più paura quando sogno i vivi.
Il suo silenzio la stava sicuramente portando nella direzione giusta, perciò aveva sparato la prima cazzata che gli era passata per la testa.
- Le sardine, facevano schifo.
Era stata zitta forse per più di mezzo minuto, poi l'aveva sentita sospirare leggermente.
- Vorrà dire che la prossima volta ti lascerò il tonno.
Il fatto che non avesse insistito per sapere la verità, lo aveva portato a rilassarsi almeno in parte, perchè comunque rimaneva il fatto che certi pensieri sarebbero rimasti a tormentarlo per il resto della notte, dato che non sarebbe più stato capace di riaddormentarsi sicuramente.
- Però i biscotti erano buoni, vero?
Nel dirlo, aveva fatto un mezzo giro sulla brandina, in modo da potersi sedere di fianco a lui. La cosa, l'aveva portata anche ad essere più vicina, tanto che presto era stato avvolto dal profumo che adesso aveva la sua pelle.
- Li ha fatti Carol. Non credevo sapesse cucinare così bene.
Era cambiata parecchio quella donna, le aveva visto uno sguardo lontano anni luce da quello che ricordava. All'epoca, quasi faceva fatica a guardare la gente negli occhi, forse anche perchè il marito voleva che così fosse.
- Che fine hanno fatto il marito e la figlia?
Glielo aveva detto il pizzapony che era rimasta da sola, forse perchè l'aveva visto osservarla attentamente.
- Il marito non lo so... Sophia, invece, si era... si era trasformata.
La voce della ragazzina si era messa a tremare in una maniera che lo aveva spinto a guardarla.
- E' stato terribile, Daryl. Mio padre... lui... all'inizio credeva che avrebbero trovato una cura. E allora... ecco... i vaganti non li uccideva, li catturava. Li teneva rinchiusi nel nostro fienile.
Cazzo! Si era sentito strizzare lo stomaco, perchè aveva intuito subito cosa doveva essere successo.
- L'ha uccisa lei?
L'aveva vista scuotere la testa, sentendola anche tremare leggermente. Non stava piangendo, ma era chiaro che fosse molto scossa.
- L'ha fatto Rick. E prima... ha ucciso anche mia madre. C'era anche lei nel fienile, insieme ad altri.
Merda, quello proprio non se l'era aspettato. Ma che cazzo di idea aveva avuto in testa suo padre?
- Mi dispiace.
Era una stronzata da dire, ma proprio non gli era riuscito di starsene zitto, perchè cazzo, se gli faceva male vederla così.
- Forse avrei dovuto raccontarti prima queste cose, così avremmo scoperto che avevamo delle conoscenze in comune.
Non aveva saputo cosa rispondere, perchè era stato lui il primo a non voler fare nessuna domanda sul suo passato, proprio per non dover poi essere obbligato a parlare del suo. Aveva preferito vivere il presente, punto e basta.
- E la moglie dello sceriffo?
- Lori è morta nel dare alla luce Judith. E Carl... bè è stato lui ad impedirle di trasformarsi.
Anche il ragazzino era cambiato parecchio, aveva visto anche su di lui i segni lasciati dalle esperienze che adesso gli stava raccontando Beth. Quella merda di apocalisse non risparmiava niente e nessuno.
- E il suo... amico poliziotto?
Anche se amico non era forse la parola più giusta per definirlo, visto come erano andate le cose.
- Shane?
- Sì, lui.
- E' morto la notte che siamo dovuti fuggire dalla fattoria.
- E la bambina di chi è figlia?
Da come era sobbalzata, aveva capito di aver detto qualcosa di cui non aveva la minima idea.
- Che vuoi dire?
Ormai era tardi per tornare indietro.
- La moglie e il suo amico stavano insieme.
- Lori e Shane?
- Ah, ah.
Aveva sentito il suo stupore crescere.
- Ma ne sei sicuro?
- Li ho beccati nel bosco, un paio di volte. Pensavano di essere furbi, ma non lo erano poi così tanto.
Lui, soprattutto, era stato uno stronzo arrogante. Merle era stato sul punto di spaccargli la faccia un paio di volte, e se non era successo, era stato soltanto perchè si era messo in mezzo per fargli cambiare idea.
- Dio... non lo so se Rick l'abbia mai scoperto. Ma pensare che Judith potrebbe essere figlia di Shane....
Lui ci aveva pure goduto, dopo, nel ripensare a quella storia e a come lo sceriffo fosse stato fottuto proprio dal suo migliore amico. Ancora ci godeva, veramente, ma era un pensiero che di certo non avrebbe detto alla ragazzina.
- Quell'uomo aveva qualcosa che non andava. A volte aveva uno sguardo che faceva davvero paura.
Sì, era vero, forse era per quello che lui e Merle avevano fatto scintille sin dall'inizio. Probabilmente si erano riconosciuti come... simili.
- Magari l'ha ucciso lui.
- Rick?
L'aveva sentita trattenere il fiato, per poi buttarlo fuori in un colpo solo, insieme al nome dello sceriffo.
- Magari lo sapeva di lui e della moglie.
- Rick non l'avrebbe mai fatto.
Quindi le cose stavano così, lo sceriffo era in cima alla sua lista dei buoni.
- Come ti pare.
Aveva fatto per alzarsi, ma lei l'aveva trattenuto.
- Daryl, ti prego, non era contro di te quello che ho detto.
Per quello aveva reagito così? Perchè si era chiesto in che posizione fosse lui, invece, in quella lista?
- Ho solo pensato che... bè, che per come lo conosco, fatico a credere che possa averlo fatto. 
La sua mano era ancora stretta sul suo avambraccio, ma non era stato spiacevole come avrebbe dovuto essere quel contatto, dal momento che aveva avuto la funzione di trattenerlo contro la sua volontà.
- Però ho anche imparato che le persone possono sempre...cambiare.
La ragazzina, adesso, aveva fatto scivolare la mano sino ad incontrare la sua, obbligandola ad aprire il pugno in cui si era stretta, per poter intrecciare le dita con le sue.
- Che cazzo voleva prima?
Ecco, alla fine l'aveva dovuto sputare fuori quello su cui si era tormentato praticamente sino a che non era crollato addormentato. Aveva cercato di convincersi che non gliene fregava un cazzo, ma ovviamente non era stato così, anzi.
Forse era stato quello il motivo per cui aveva sognato Merle, perchè la sola vista di quello stronzo, lo riportava continuamente indietro a quel maledetto giorno.
Lei gli aveva stretto di più la mano, quasi a preannunciargli che sarebbe stato meglio non chiedere.
- Dai, sputa il rospo, ragazzina.
- Mi ha proposto di andare a stare da loro. Avrei potuto condividere la stanza con Judith.
L'idea di lei a casa dello stronzo, lo aveva fatto incazzare in una maniera del tutto diversa da quello che si era aspettato, perciò era stato anche più cattivo nel risponderle.
- Baby-sitter a domicilio o c'è dell'altro che non so?
Non gli interessava veramente conoscere la risposta, perchè in realtà la sapeva già, stava solo cercando un modo per difendersi da quello che stava provando e che lo stava mettendo in crisi, perchè lo stava obbligando a fare un altro passo avanti con lei.
- Farò finta che tu non me l'abbia chiesto, questo, Daryl.
Perchè non riusciva più a farla incazzare come prima? Lo preferiva, e di molto, rispetto alla capacità che aveva sviluppato di saper intuire che cosa gli passasse esattamente per il cervello.
- Vado fuori a fumarmi una sigaretta.
Aveva deciso di fuggire, perchè alla fine era quello che sapeva fare meglio quando capiva che la situazione lo avrebbe portato a dirle più di quanto volesse davvero, ma se pensava di doversi scontrare ancora con un suo tentativo di trattenerlo, si era sbagliato, perchè lei aveva appena fatto di peggio.
Gli aveva lasciato andare la mano, ma un attimo prima gli aveva sfiorato la spalla con un bacio.
- Io torno a dormire, invece.
Ma quasi non l'aveva sentita, perchè in realtà era stato cosciente di una cosa soltanto, e cioè di quel gesto che sembrava essere stato così spontaneo - e intimo - per lei, ma che per lui era stato l'equivalente di un pugno nello stomaco, tanto lo aveva colto di sorpresa.
Maledetta ragazzina!
Perchè riusciva sempre a portarlo un passo avanti, facendogli pure desiderare che potesse succedere di nuovo.





*Spazietto autrice che delira un pò*

Che capitolo affollato! Mi è costato un pò di fatica gestire tutte queste new entry, prima andavo via liscia, c'erano solo Daryl e Beth! XD
Ora sono loro, ma in mezzo ad altri, quindi le cose si sono leggermente complicate.
Sono arrivate delle risposte, altre arriveranno, forse sono nate nuove domande (tipo: si baceranno mai veramente questi due? Bè, viste le premesse sono preoccupata anch'io! XDD).
Scherzi a parte, spero di non essere uscita dal seminato con loro due, perchè in questa storia, in assoluto, sto cercando di mantenerli il più possibile IC. Dove la parola chiave è "cercando", nel senso che non ho la pretesa di riuscirci al cento per cento!
Anzi, se vi va, fatemi sapere la vostra opinione, sapete che da parte mia è sempre ben accetta, per positiva o negativa che sia.
Concludo dicendo: vi siete impensierite per la comparsa di Rick? Muaaaahhhhh *risata alla Crudelia Demon*.
No, dai, non siatelo... forse. No, seria, qui lo sceriffo è innocuo. *in lontananza risuona l'eco di una risata come sopra*.
Ancora tanti baci.
Serena



PS - no dai, era per scherzare un pò, lo sceriffo qui rimarrà anche lui nel suo personaggio. XD
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Walking Dead / Vai alla pagina dell'autore: Serendipity__