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Autore: mepiasanolefasola    12/12/2016    5 recensioni
[STORIA INTERATTIVA-ISCRIZIONI CHIUSE].
Un nuovo torneo tremaghi sta per iniziare,anni dopo la sconfitta di Voldermort.
Ma chi saranno i protagonisti di questa storia? Beh,sarete proprio voi a creare i protagonisti!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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                                                        CAPITOLO QUATTRO
                                    
“ Vediamoci fuori dal vostro dormitorio all’una.
Ti aspetto lì fuori.
Vieni da solo.
                             Tua so    AC ”


Saphir aveva ricevuto quel messaggio all’ora di cena e, dal momento in cui gli era arrivato, lo aveva aperto e chiuso forse un centinaio di volte. 
Naturalmente, non si era fatto vedere da nessuno dei suoi compagni di scuola e nessuno aveva dedotto il suo turbamento, quello era il suo campo.
All’una meno cinque, prese la giacca da sopra il suo letto, mise le sigarette nella tasca e scese dirigendosi verso l’uscita, senza ovviamente farsi sentire dal resto della sua scuola. Aprì la porta e si ritrovò davanti la mittente del bigliettino.
-Amber.
-Saphir. –rispose lei, per poi girarsi ed iniziare a camminare verso un luogo più appartato.
Il clima era freddo, in tutti i sensi. Oltre al freddo di fine ottobre, c’era la freddezza che aleggiava tra i due ragazzi. Arrivati in una parte appartata del grande giardino di Hogwarts, una specie di giardino segreto, Amber si sedette sul prato facendo segno a Saphir di sedersi accanto a lui. Aprì la bottiglia di quello che sembrava Whisky incendiario che aveva portato con sé e ne bevve un sorso, porgendola poi al ragazzo.
-Vuoi una sigaretta fratellino? –domandò Amber a Saphir, ironizzando sull’ultima parola, e offrendogli il suo pacchetto di Black Devil.
-Hai quelle al cioccolato, le mie preferite. Tieni, penso che a te non dispiacerebbe avere una di queste. –le tese il suo pacchetto di Lucky Strike alla menta, lei ne prese una e la accese con la bacchetta ed aspirò una boccata di fumo.
-Allora, hai già messo il tuo nome nel calice? –domandò Amber per rompere il silenzio.
-Si, e tu?
-Si, poco prima di venire a prenderti. Presumo che sarà una bella sfida, giusto?
-Già.. –la ragazza era pensierosa, stava probabilmente pensando al fratello come campione del torneo tremaghi ed all’umiliazione se avesse perso contro di lui, ma anche la paura se gli fosse successo qualcosa. Ma questo non glielo avrebbe mai detto.
Saphir stava guardando la sorella sperando di scoprire a cosa stesse pensando ma, anche se era un campione nel dedurre quello a cui pensassero o facessero le persone, la sorella restavo comunque un mistero che non si può risolvere senza il suo consenso.
Ecco un altro punto che avevano in comune, insieme alla loro bravura nella deduzione.
-Allora, vuoi dirmi qualcosa? –chiese Saphir, per provare ad istaurare una conversazione.
-Perché non lo scopri da solo? Ti vantavi di essere un bravo investigatore fratellino, sei già diventato una pippa? –rispose Amber con un sorriso sarcastico, sapendo che il fratello avrebbe accolto la sfida che gli aveva lanciato.
-Bene, sorellina. So che stai pensando a qualcosa, ma non so ancora cosa perché sei esattamente uguale a me, ed ho i miei dubbi che me lo dirai. Oh, grazie –le disse quando la sorella gli porse la bottiglia di Whisky che piano piano si stava bevendo, ne bevve un sorso e la tenne in mano pronto a berne un altro sorso –so anche che hai fatto colpo su un paio di ragazzi della mia scuola per quello che hai fatto oggi. Non ho assistito, ma mi hanno detto che sei stata fenomenale.
-Mh, ma ancora non hai risposto alla tua stessa domanda.
-Beh, forse non devi proprio dirmi qualcosa. Insomma, sembra una delle nostre classiche serate estive. Sigaretta? –le porse una delle sue sigarette.
-Bella deduzione. Tieni. –prese quella che il fratello le stava dando e gli offrì una delle sue, sarebbe stato più normale se si fossero scambiati i pacchetti, ma non lo avrebbero fatto così facilmente. –io invece so che nessuno dei tuoi compagni sanno che hai una gemella ad Hogwarts, ma sono molto intenzionati a scoprirlo visto l’interesse nello scoprire il mio cognome.
-Perché i tuoi amici sanno che hai un gemello che va a Beauxbatons? Ecco, quindi siamo nella stessa situazione.
-Si, probabilmente però ad alcuni lo dirò presto.
-E a chi? Ai due ragazzi che stavano con te? Beh, lei mi sembra essere solare ed anche simpatica, deve essere anche impulsiva ed un po’ maschiaccio per essere tua amica. E, da quanto mi hanno detto, è anche una paladina della giustizia. Lui invece so che è il figlio di Harry Potter, carino da parte tua far compagnia ad un ragazzo che sicuramente non avrà nessuno che vuole essere suo amico.
-Lei si chiama Alice e sono amica di Jamie perché è simpatico e non è materialista, poi mi fa divertire ed è anche gentile. Non sono un’approfittatrice, lo sai bene.
-Non essere permalosa, stavo scherzando su te e Jamie. –ironizzò sull’ultimo nome, così per stuzzicarla un pochetto.
-Guarda che tra me e lui non c’è assolutamente nulla, avresti dovuto capire mio caro Sherlock.
-Avrei dovuto capire che tra i due tuoi amici c’è qualcosa? Elementare, mio caro Watson*.
-Non c’è qualcosa, entrambi provano qualcosa l’uno verso l’altra ma temo che ci vorrà ancora un po’ prima che uno dei due si dichiari. Troppo orgogliosi.
-Questa è solo una puntualizzazione. Comunque, sai che siamo ben oltre il coprifuoco?
-Oh, eccolo il mio adorato fratellino caposcuola. Avresti preferito incontrarci con delle sigarette e del Whisky durante le ore in cui chiunque può vederci.
-Hai ragione, stranamente –si guadagnò un’occhiataccia dalla sorella –cosa pensi che succederà se entrambi veniamo scelti come campioni?
-Penso che vincerà il migliore, e che sarebbe una gran bella sfida. E vorrei proprio vedere la faccia dei tuoi amici quando ti vedranno battuto dalla tua gemella che nemmeno sapevano esistesse.
-Prima o poi lo scopriranno.
-Beh, quel Philippe sembra essere molto curioso. E, se non sbaglio, non vede l’ora di sputtanarti per qualche cosa. Cosa gli hai fatto?
-Nulla, è solo un idiota.
-Mh, poi tra quelli c’era un biondino che cercava di far cambiare idea a tutti, sembrava vedere in me un po’ di te. Ah, sembra anche volerti bene.. migliore amico?
-Si, si chiama Jaques, ma lo chiamiamo Jack. È anche lui francese-americano. Suo fratello studiava qui, si chiama Marcus O’Connel.
-Marcus O’Connel è il fratello del tuo migliore amico? –chiese Amber, che aveva quasi sputato il sorso che aveva appena bevuto per lo stupore.
-Si, era anche lui un Grifondoro, se non sbaglio. Perché?
-Giocava anche lui nella squadra.
-E..?
-E ci siamo frequentati, per un po’. Comunque siamo amici, non sapevo chi fosse suo fratello.
-Puoi smetterla qui, non amo sapere della vita sessuale di mia sorella. Già mi viene da vomitare –le disse facendo finta di trattenere un conato di vomito, ma in verità sentire che qualcuno potesse stare con la sorella gli dava enorme fastidio. Era come se fosse geloso di sua sorella, molti dicevano che fosse normale. “I gemelli hanno un legame particolare” gli dissero una volta, mah!
-Parla l’asessuato! –rispose lei, scoppiando a ridere e facendo ridere anche lui.
Parlarono un altro po’, finendo la bottiglia di Whisky e quasi tutti i pacchetti di sigarette. Poi si alzarono e tornarono insieme fino al dormitorio dove alloggiavano i ragazzi di Beauxbatons.
Si salutarono con una stretta di mano, loro non si abbracciavano, ma quella stretta di mano era piena di affetto gemellare.

 
 
James era seduto sulla poltrona più vicina al camino nella Sala Comune, fissando il puntino dell’amica sulla Mappa del Malandrino, sperando che così facendo questa si muovesse più velocemente. Aspettava da quella che sembrava un’ora, ma erano solo dieci minuti.
Ma James Sirius Potter tendeva ad essere melodrammatico quando si annoiava, come in quel momento.
Alice quasi inciampò scendendo le scale, ma per sua fortuna atterrò in piedi senza uccidersi, o uccidere qualcun altro.
-Eccomi, eccomi –disse rivolta al suo migliore amico, ancora con il fiatone.
-FINALMENTE. Aspettavo da più di un’ora, sarei potuto morire per qualche malattia.
-Dai, smettila di fare il melodrammatico. L’appuntamento era dieci minuti fa. Ora andiamo. –Alice prese James per il gomito e lo spinse fino al buco del ritratto, mentre questo faceva finta di svenire ad ogni passo.
James stese il mantello dell’invisibilità su Alice e su di sé, che dovette abbassarsi parecchio per evitare che si vedessero i piedi da sotto al mantello.
Così, stretti per stare tranquilli sotto al mantello dell’invisibilità, camminarono fino alla loro meta: la Sala Grande.
I loro respiri si intrecciavano e, quando si liberarono del mantello, fu come se la loro piccola bolla personale fosse stata infranta.
Aprirono la porta della Sala Grande e si avvicinarono al calice di fuoco, pronti a fare la loro mossa.
-Allora, come ti senti? –chiese James.
-Sono emozionata, nervosa, ho paura ma allo stesso tempo non vedo l’ora che quest’attesa finisca. Tu?
-Idem! –James fece un sorriso incoraggiante ad Alice, che rispose con il suo classico sorriso solare che ammaliava tanto il ragazzo.
-Aspetta. Jamie dobbiamo fare una promessa: chiunque di noi venga scelto, la nostra amicizia non ne deve risentire. Chi dei due non verrà scelto aiuterà comunque l’altro, va bene? Promessa con i mignoli! –lo guardava con gli occhi carichi di attesa, porgendole il mignolo della mano destra.
-Certo che prometto! Ma cos’è la promessa con i mignoli? –le domandò aggrottando la fronte, guardando incuriosito il mignolo alzat0.
-È la promessa più importante del mondo, non si può infrangere. Ci stai?
James la guardò, poi le prese il mignolo con il suo e le sorrise, un sorriso carico di parole sussurrate da un cuore ad un altro  cuore. Lei rispose al suo sorriso, facendo ondeggiare le due mani attaccate dai mignoli e iniziando a cantare una strana filastrocca.
“Promessa, promessina
forse c’è una sorpresina.
Se prometti col mignolino,
non puoi deludere il bambino.
Ormai dalla promessa siam legati
e tutti gli altri son fregati.
PRO MES SA!”
Quando Alice finì la sua filastrocca alzò gli occhi e trovò James che la guardava divertito.
-Che c’è? Me l’hanno insegnata quando ero piccola, fa più effetto con la promessa! –rispose lei, alla quale ormai veniva da ridere. Non riusciva mai a rimanere seria quando James cercava di non ridere, era davvero troppo buffo. –Smettila!
-Ok ok, la smetto.  Comunque dopo questa solenne promesso, sei pronta a mettere il tuo nome nel calice?
-Sono nata pronta, dovresti saperlo. –e detto questo gli sorrise.
James porse la mano ad Alice, che la prese e la strinse forte. Poi camminarono insieme fino ai bordi del calice e misero i nomi al suo interno.  La fiamma diventò per un momento rossa, tornò in meno di un secondo blu come lo era prima che mettessero i loro nomi al suo interno.
Si allontanarono, tenendosi ancora per mano. Si sedettero al tavolo dei Grifondoro, poi James passò il braccio sulla spalla di Alice e lei gli si accoccolò al petto. Restarono in quella posizione per un minuto, un’ora o forse di più, ma neanche se fossero rimasti così per un secolo si sarebbero stancati.
 

 
Arrivata la mattina del trentuno ottobre, Hogwarts era come invasa da una carica elettrica. Erano tutti in attesa, in attesa di sapere chi sarebbe diventato campione della propria scuola.
-Allooora, che hai fatto ieri pomeriggio quando sei sparita per tutto quel tempo? –chiese Elèonore curiosa alla sua amica, era strano che sparisse per tutto quel tempo, in più l’aveva vista rientrare con un ragazzo.
-Oh, nulla. Sono stata sulle sponde del grande lago. –Flor restò vaga, sperando che la sua amica non chiedesse oltre. Ops
-E..? Non vuoi dirmi nulla riguardo un certo ragazzo con cui sei rientrata ieri sera? –per poco Flor non sputò il succo di zucca che stava bevendo.
-Oh, non farti strane idee. L’ho appena conosciuto, però è un ragazzo tanto simpatico e dolce! –la sua amica aveva ormai gli occhi a cuoricino ed i capelli le si stavano colorando di rosa.
-Non vedo l’ora di conoscerloo! Quando me lo presenterai?
-Quando la smetterai di viaggiare con la fantasia. Guarda, sta entrando. Non fissarlo o penserà che ti ho raccontato chissà cosa!
Andy stava entrando velocemente nella Sala Grande, la borsa piena di libri pendeva storta dalla sua spalla. Notò subito i capelli rosa di Elèonore, che lo stupirono parecchio, ed al suo fianco vide Flor che lo guardava. Le fece un sorriso timido ed un cenno con la mano, lei rispose felicemente al suo piccolo saluto.
Alcuni Corvonero passarono lì vicino e notarono Andy che si stava per incamminare verso il suo tavolo, decisero allora di cogliere la palla al balzo.
-Ehi secchioncello! –parlò quello che era probabilmente era del settimo anno, butto a terra la borsa e tutti i libri di Andy e poi se ne andò via ridendo.
Ormai era una cosa alla quale era abituato, ma il fatto che lo avessero fatto anche davanti agli ospiti, che ancora non conoscevano la sua “reputazione”, gli diede immensamente fastidio.
Si abbassò ed iniziò a raccogliere i suoi libri e a rimetterli nella borsa, ringraziando Merlino per il fatto che il calamaio non si fosse rovesciato. Aveva impiegato ore per finire il tema di trasfigurazione.
-Hai dimenticato questo! –Andy alzò gli occhi sorpreso e si ritrovò davanti Flor che gli porgeva sorridendo il suo adoratissimo libro di pozioni.
-Grazie mille. Scusami, non ti avevo visto. –Andy si sentiva stranamente a suo agio a parlare con lei, ma non così tanto da non accorgersi di essere davanti alla porta della Sala Grande. Per fortuna, erano tutti troppo presi a parlare e a mangiare per badare a lui.
-Io sto andando in classe. Ehm.. ti va di accompagnarmi? –divenne tutto rosso quando glielo chiese, pensando che fosse una cosa troppo azzardata, ma il sorriso che le rivolse Flor lo fece tranquillizzare.
-Certo, mi farebbe molto piacere. –rispose velocemente, contenta della proposta. Si girò per fare segno ad Elè1nore che sarebbe andata con lui, ma se la ritrovò dietro con i capelli che le stavano diventando sempre più rosa e con gli occhi talmente viola da far paura.
-Ciao! Io sono Elèonore, la migliore amica di Flor! –prese la mano di Andy e la strinse contenta.
-Molto piacere di conoscerti. Sono Andy. Wow, sei una metamorfomagus! –Andy la guardava ammirato, stringendole la mano a sua volta. –Vuoi venire con noi? –chiese principalmente per cortesia, perché gli piaceva fin troppo passare del tempo con lei.
-Già, sono una metamorfomagus. Non sempre è una cosa buona. Comunque, devo declinare l’invito perché vorrei andare a recuperare il mio ragazzo. Spero di fartelo conoscere presto. Ci vediamo! –lasciò un bacio sulla guancia ad Andy, che diventò rosso come un peperone, poi si girò e fece l’occhiolino a Flor. Se ne andò quasi saltellando, mentre i suoi capelli tornavano lentamente al suo naturale colore marronne ed i suoi occhi tornavano verdi.
Andy fu contento del rifiuto della ragazza ed anche di averla conosciuta, Elèonore era buffa ma anche simpatica. Così uscirono dalla Sala Grande e si diressero insieme verso la serra di Erbologia. Quel torneo tremaghi si stava rivelando molto piacevole ed ancora non era iniziato.
 
 

-Rèmy! –il ragazzo si girò per vedere chi lo avesse chiamato e vide i ragazzi che aveva incontrato ieri che lo raggiungevano di corsa, seguiti da altri due ragazzi che ancora non conosceva.
-Ciao ragazzi! Tutto bene?
-Noi tutto bene, te? –chiese Adry battendo il pugno al ragazzo
-Loro sono Carl e Jonh –disse Kenst indicando i due ragazzi che stavano già stringendo la mano a Rèmy –dove hai lasciato la tua bella?
-È andata a fare colazione con la sua migliore amica, io mi sono svegliato tardi e la stavo raggiungendo. Vogliamo andare?
-Si andiamo! –rispose Kenst con il suo solito atteggiamento simpatico. –Comunque voglio rivedere la biondina che ieri ci ha aiutato a trovare la strada, è incredibilmente sexy.
-Non è male dai. –commentò Rèmy
-Ecco che parla l’innamorato!  Tu non conti, caro mio, mi dispiace. –gli disse Adry facendoli ridere.
-Rèmy tesoruccioooo –Rèmy inorridì quando sentì quella voce ed i ragazzi se ne accorsero, perché lo guardarono incuriosito.
-Antonie. –lui era di ghiaccio.
-Ma quanta freddezza tesoro! Dove hai lasciato la tua ochetta?
-Smettila di chiamarla ochetta! Qua l’unica ochetta sei te! –era furioso. Mai toccare la sua ragazza. Si girò e se ne andò, lasciando fumante di rabbia quella ragazza.
-Wow amico, sei davvero innamorato –disse Carl e Rèmy  non potè non sorridere, confermando quello che il ragazzo aveva appena detto. Kenst fece finta di vomitare e tutti iniziarono, bonariamente, a prendere in giro l’innamorato, che non poteva non ridere per quanto fossero simpatici quei suoi nuovi amici.
 

 
Sophie non pensava che una persona potesse essere così terribilmente irritate, ma si sbagliava.  Stava andando a pranzo, ma venne bloccata nuovamente dalla ragazza di Beauxbatons che le aveva dato fastidio il giorno prima.
Questa la invitò ad entrare in un’aula vuota e all’interno vi trovò la Riddle, le sue “amiche” le aveva lasciate fuori.
-Siamo qui perché voglio ripetervi la mia offerta, se rifiuterete di nuovo non avrete un’altra occasione. Io sarò la regina di Hogwarts, ma vi avverto: non provate a mettermi i bastoni tra le ruote, non mi interessa di chi siete figlie. –l’ultima frase la disse rivolta principalmente verso Selene, che la guardava con puro disprezzo.
-Forse non hai capito la prima volta: nessuna delle due è interessata alla tua offerta. E poi, tu la regina di Hogwarts? Ma per favore! Nessuno ti accetterebbe mai. –le rispose Selene, fredda come il ghiaccio.
-Senti cosetta, mi accetteranno eccome. Non mi faccio venire a dire cose del genere dalla figlia di uno che non è riuscito  ad uccidere un bambino di un anno! –Antonie era diventata rossa, ma la faccia di Selene faceva paura tanto quella di un basilisco: il suo sguardo sembrava uccidere.
Sophie agì istintivamente, bloccò Selene per il braccio prima che potesse saltare addosso a quell’ochetta impertinente.
-Senti cosa, adesso stai esagerando. Nessuno ti vuole qui. Suo padre avrà fatto quello che ha fatto, ma è sicuramente più conosciuto di te. Non sei nessuno e noi non vogliamo avere nulla a che fare con te. V A T T E N E –Sophie scandì lentamente e minacciosamente l’ultima parola, Antonie se ne andò ancora arrabbiata. Era il secondo rifiuto che riceveva quel giorno.
Mai Sophie si sarebbe aspettata che avrebbe difeso la Riddle e mai Selene si sarebbe aspettata che avrebbe ringraziato la Welch.
Era forse l’inizio di una nuova alleanza? L’inizio di una nuova amicizia? Nessuno lo sapeva, nessuno poteva esserne certo. Ma di una cosa tutti erano certi: insieme, quelle due, erano un gran pericolo pubblico.
 

 
Rose passeggiava tranquilla con il suo migliore amico, per riempire l’attesa che li distanziava dall’estrazione.
-Mio padre spera che non sarò io, ne sono sicuro –le disse Albus, quasi amareggiato.
-Solo perché l’ultima volta è successo quello che è successo, e lui non vorrebbe mai vederti in pericolo. Neanche a mio padre farebbe piacere vedermi come campionessa, ma devi capire che ne hanno passate tante e vogliono solo il meglio per noi.
-Voldemort è morto! Cosa potrebbe mai succedere?
-Prova solo a capirli, tu al loro posto cosa faresti? All’età nostra i miei avevano già affrontato Voldemort una volta, tuo padre cinque! Hanno fatto quello che hanno fatto anche per il nostro benessere. –Rose aveva ormai assunto il cipiglio severo di Hermione, tanto da spaventare quasi il cugino. Ma in fondo aveva ragione.
-Sei sempre troppo saggia cuginetta. –le rispose allora Albus, abbracciandola.
Voleva un gran bene ai suoi genitori e sapeva che tutto quello che avevano passato aveva contribuito ad assicurargli un futuro migliore. Probabilmente, avrebbe le stesse preoccupazioni per i suoi figli.
-Al, Rose! Dai andiamo a cena. –li chiamò urlando Jen e gli occhi di Albus iniziarono a luccicare.
Jen aveva cercato ovunque Rose per parlarle ed infine l’aveva trovata proprio con il diretto interessato della conversazione. La vita la odiava evidentemente.
Si diressero così a cena, per andare a mangiare prima dell’estrazione.
Jen notò che Albus si era stranito appena aveva visto la sala, ma lei sapeva il perché. Stava probabilmente pensando a suo padre ed ai suoi nonni.
Lo guardava innamorata, peccato che nemmeno lei stessa se ne fosse accorta. Ma a Rose non sfuggiva nulla, e quello sguardo non le sfuggì affatto.
 

 
-Ragazzi ci sarà adesso l’estrazione dei campioni del torneo tremaghi. Ma prima vorrei presentare un’idea che ci è venuta in mente quest’anno: ogni campione avrà un tutor. –la preside si prese qualche secondo di tempo per far digerire la notizia ai suoi studenti, ed anche per far crescere un po’ la suspense. –Per la precisione, saranno i vecchi campioni delle loro scuole a fare da tutor ai nuovi campioni. Il tutor di Durmstrang sarà Victor Krum, che riveste anche le veci del suo preside. –Victor si alzò e si avvicinò alla preside, accogliendo con felicità gli applausi. –Il tutor di Beauxbatons sarà Fleur Delacour. -finta la frase la porta si aprì ed entrò con tutto il suo splendore Fleur Delacour in Weasley. Passando per il corridoio salutò con amore i suoi nipoti quando li vedeva, prima di raggiungere la preside e Victor corse a salutare la sua vecchia preside. Fleur era ancora una bellissima donna ed infatti, come la prima volta in cui era passata per quel lungo corridoio, in molti erano rimasti affascinati dalla donna. –Infine il tutor di Hogwarts, che farà anche le veci dell’altro campione, è Harry Potter. –un boato esplose nella sala e dalla porta entrò il prescelto. Tutti lo chiamavano e tutti lo osannavano, ma lui non poteva essere più imbarazzato di così. –Signori, qualcuno di voi vuole dire una parola? –la McGranitt aveva appena finito la domanda che Victor e Fleur spinsero in avanti Harry.
-Allora ragazzi, ora ci sarà il momento della scelta. Per coloro che non verranno scelti: non prendetevela, potrete dimostrare chi siete anche in altre occasioni. Per chi verrà scelto: sarà un viaggio che cambierà le vostre vite e, soprattutto, in bocca al lupo! Ultimissima cosa: sempre e comunque forza Hogwarts! –finì di parlare ed iniziarono ad applaudire con forza, esultando principalmente per le ultime parole pronunciate da Harry.
-Picchia duro papà! –urlarono all’unisono James, Albus e Lily Potter facendo arrossire lievemente il padre ed applaudire ancora di più il resto di Hogwarts.
-Grazie mille signor Potter per queste sagge ed imparziali parole. Il calice è ormai pronto. Ora, prego i campioni che verranno chiamati di venire da questa parte della Sala, passare davanti al tavolo degli insegnanti ed entrare nella stanza accanto –ed indicò la porta dietro il tavolo –dove riceveranno le prime istruzioni.
Le luci delle candele si spensero, tranne quelle all’interno delle zucche, ed Harry vide per un attimo, al posto della professoressa McGranitt, il professor Silente che dopo pochi attimi avrebbe chiamato il suo nome, stupendo tutta la scuola.
Erano tutti ormai pronti per l’estrazione, tutti fissavano con ansia il calice pronti a sapere se fosse il loro destino a cambiare. Peccato che il destino di tutti sarebbe cambiato, a prescindere dall’essere un campione o meno.
Le fiamme ridiventarono rosse all’improvviso. Dall’interno del Calice si sprigionarono scintille. Un attimo dopo, una lingua di fuoco dardeggiò nell’aria, un pezzetto di pergamena bruciato ne volò fuori.. tutta la sala trattenne il respiro.
La McGranitt afferrò il foglietto e lo tenne in mano col braccio teso, in modo da poter leggere alla luce delle fiamme, che erano tornate di un bianco bluastro.
-Il campione di Durmastrang –lesse con voce forte e chiara –è Adrian Bieber!
Iniziarono tutti ad applaudire, anche se molti suoi compagni di scuola lo guardarono stupiti: nessuno immaginava che il calice scegliesse come campione un ingenuo come Adrian. Al suo fianco, Kenst applaudiva forte ed urlava incoraggiando il suo migliore amico a farsi avanti. Era il suo momento di riscatto.
Adrian si alzò dal tavolo dei Tassorosso e si diresse verso la McGranitt e Krum, che applaudiva quasi più degli altri, girò a destra, avanzò lungo il tavolo degli insegnanti e sparì oltre la porta che conduceva alla stanza accanto; sempre affiancato da un Victor orgoglioso.
Cessati gli applausi, l’attenzione si concentrò di nuovo sul Calice, che qualche istante dopo tornò a farsi rosso. Un secondo foglietto di pergamena ne schizzò fuori, sospinto dalle fiamme.
-Il campione di Beauxbatons –annunciò –è Saphir De Villiers!
L’applauso dei ragazzi di Beauxbatons fu abbastanza più forte di quello di Durmstrang, erano tutti contenti che fosse lui il campione della loro scuola. Fleur e Madame Maxine si stavano per commuovere, forse pensando a vecchi ricordi.
Quando Saphir si alzò per raggiungere la stanza che gli avevano indicato, si girò un secondo a guardare nella direzione della sorella. Questa lo guardò e gli fece uno splendido e sincero sorriso, uno di quelli che erano anni che non vedeva spesso, che gli diede ancora più forza per affrontare quella nuova sfida. Amber era orgogliosa del fratello, le sarebbe piaciuto potersi battere con lui, ma era comunque orgogliosa, ovviamente non lo avrebbe mai e poi mai ammesso. Come lui non avrebbe mai ammesso che quel sorriso gli aveva fatto bene, che era contento che la sorella fosse felice per lei.
-De Villiers? AC** ma siete parenti? –Alice sussurrò all’orecchio dell’amica, incuriosita da quel cognome e dalla somiglianza tra i due. Lei però le fece segno di parlarne più tardi, e così lasciò perdere.
Quando anche Saphir e Fleur furono scomparsi nella sala accanto, calò di nuovo il silenzio, ma questa volta era un silenzio carico di un’eccitazione quasi palpabile. Era la volta del campione di Hogwarts!
E il Calice di Fuoco divenne ancora una volta rosso; scintille ne piovvero fuori; la lingua di fuoco scattò alta nell’aria, e dalla sua punta la McGranitt prese il terzo pezzetto di pergamena.
-Il campione di Hogwarts –scandì, fin troppo lentamente per i gusti di tutti –è Alice Paciock!
Tutto il tavolo di Grifondoro era in piedi ad urlare ed esultare, uno dopo l’altro si unirono anche i tavoli di Corvonero e di Tassorosso, alla fine si alzò anche il tavolo di Serpeverde, stupendo tutti. Lo stupore finì subito e tutti tornarono ad esultare per il loro campione. Gli applausi di Beauxbatons e di Durmstrang non erano nulla in confronto a quello che Hogwarts stava scatenando.
Alice sorrise ad Amber e James, poi avanzò con un gran sorriso sul volto. La McGranitt le fece un gran sorriso, Hagrid diede una pacca sulla spalla a Neville che stava già iniziando a temere per la sua bambina ed Harry la abbracciò, dirigendosi poi con lei verso la stanza dietro il tavolo degli insegnati.
L’applauso per Alice stava durando troppo, tanto che la McGranitt dovette imporre tutta la sua autorità per far zittire la scuola. James però non sembrava volersi zittire, infatti Amber dovette tirarlo letteralmente a sedere per farlo calmare un attimo.
-Bene, ora abbiamo i nostri tre campioni. Date loro tutto il sostegno che potete, li aiuterete anche solo acclamandoli. Adesso, vi auguro una buona notte! –la McGranitt di diresse verso la stanza, seguita da Madame Maxine. Gli studenti iniziarono a dirigersi verso le proprie Sale Comuni, anche se alcuni stavano pensando più ad organizzare feste che a dormire.
La preside tirò un sospiro di sollievo mentre si dirigeva nella stanza, almeno quella volta i campioni del torneo tremaghi erano solo tre.
 

NOTA AUTRICE:
*anche se credo sia ovvio, è la celebre frase di Sherlock Holmes
**vorrei dirvi che la giusta pronuncia è, letteralmente, eisi (come si leggono le due lettere in inglese)
Eccoci qua, finalmente l’estrazione
Vorrei sottolineare che anche se i vostri OC non sono stati scelti come campioni della loro scuola, questo non vuol dire che sono brutti. Tutti gli OC saranno importanti.
Complimenti per quelli che vedono il loro OC come scelto. Vi raccomando di  non sparire!
Vi invito nuovamente a dirmi cosa ne pensate del capitolo e se c’è qualcosa che dovrei cambiare, riguardante al modo in cui interpreto il vostro personaggio, ditemelo.
Vi ricordo che se non vi farete sentire per più di due, massimo tre capitolo, il vostro personaggio sarà tagliati fuori. Quindi fatevi sentire, specialmente se il vostro personaggio è un campione.
Se doveste avere problemi, basta che mi avvertiate per messaggio privato come ha già fatto una delle vostre “colleghe”. Spero naturalmente siano motivi validi.
Come ultima cosa vorrei fare gli auguri a James Percy Holmes per il suo compleanno, che se non sbaglio era ieri. Auguri per i tuoi (non so quanti) anni.
Ci sentiamo la prossima volta!
Besitos, mepiasanolefasola.
  
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