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Autore: Nene_92    19/12/2016    7 recensioni
[INTERATTIVA - CONCLUSA]
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Antares Black aveva avuto tutto dalla vita.
Un cognome importante e prestigioso, ricchezza, potere, fama e anche una bellissima moglie, Lyra. Moglie che però era stata in grado di generare soltanto figlie femmine.
Ciò che gli mancava, era un erede maschio.
Avrebbe perciò aperto casa sua per un mese esatto. E, in quel periodo di tempo, avrebbe ospitato tutti gli interessati. Tra questi, avrebbe cercato il ragazzo giusto. Quello al quale affidare il suo cognome, in modo che fosse portato avanti: avrebbe adottato il ragazzo e gli avrebbe dato metà delle sue ricchezze - perchè l'altra metà, più la casa, sarebbe rimasta comunque a sua nipote Cassiopea.
I requisiti? Avere tra i 18 e i 25 anni, possedere un legame di sangue con i Black ed essere, ovviamente, purosangue. Pensi di averli? Allora fatti avanti!
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[Ps: visto che ultimamente qualche cretino si diverte a segnalare a caso le interattive, specifico che all'interno della storia sono presenti tre personaggi particolari: Altair ed Antares Black - MIEI OC - ed Elizabeth Abbott (dell'autrice Sesilia Black) che compaiono anche nelle storie "History" e "Magisterium" dell'autrice Signorina Granger. Entrambe le autrici lo sanno e sono d'accordo.]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La nuova dinastia dei Black'
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13 bis

Ehilà! :) Sono in anticipo ma sono di nuovo qui! 
Allura... vi informo di un po' di cose.

Innanzitutto siamo molto oltre la metà della storia: in tutto dura un mese e siamo già al 21 agosto (dovrei chiuderla usando nemmeno altri 10 capitoli). Quindi sarei tentata di non aprire di nuovo le iscrizioni ma di arrivare in fondo con i personaggi che avrò a disposizione (fossero anche solo 2). 

Per quanto riguarda invece il capitolo: troverete non solo i soliti personaggi ma anche altri (alcuni già incontrati, altri appena accennati e altri ancora che avevo eliminato). La ragione è semplice: ho scritto metà delle scene di questo ballo tempo fa, prima di sapere chi sarebbe rimasto e chi no e non avevo voglia di riscriverle. Ma non significa che farò rientrare i personaggi nella storia.

Buona lettura!

- Il ballo - 

 

 21 Agosto 2000

"Sei sicuro di non voler andare a sedere là?" Domandò Cassiopea a Darius, vedendo come il ragazzo puntasse verso un tavolo completamente diverso rispetto a quello dove era seduta la sua famiglia.
"Sicurissimo." Rispose lui deciso, analizzando con gli occhi la sala alla ricerca di due posti a loro congeniali.

Cassiopea stava per commentare qualcosa, ma poi le venne in mente la seconda prova. E ciò che aveva visto nella mente del ragazzo. Per quello decise di non insistere oltre. Nonostante non fosse passato neanche un mese, le sembravano trascorsi secoli da quella giornata. 

"In tal caso, ti dispiace se andiamo a sederci accanto a mio nonno, nella tavolata principale?" Domandò a bassa voce, mordendosi leggermente un labbro.
Darius a quella proposta si fermò, puntando gli occhi verso i posti appena proposti. "Non dovrebbero starci Gillian e Nihal lì, visto che è il compleanno di lei?" Chiese incerto.
"Quello è ovvio, ma la tavolata è molto grande." Rispose la Corvonero. Stava per aggiungere qualcos'altro, ma il russo la bloccò.

"Ok, vada per quei posti."


- * -

'La terza.'

Gillian non aveva neanche mosso le labbra, eppure Nihal era sicurissimo di avere appena sentito la voce della ragazza suggerirgli di usare la terza forchetta, anzichè quella che stava per afferrare. 
Per quel motivo spostò leggermente le dita della mano, pronto ad accogliere il suggerimento. 

Appena avevano messo piede nella Sala delle Feste, erano stati entrambi accolti da svariati elfi domestici, che si erano affrettatti a segnalare loro il posto dove avrebbero dovuto cenare quella sera. Ovvero quello d'onore, al centro tavola accanto ad Antares.

E se da una parte Nihal capiva molto bene il perchè di quella postazione - era il compleanno di Gillian, quindi era giusto che fosse lei al centro dell'attenzione - dall'altra iniziava quasi a rimpiangere di averla invitata proprio per quella occasione. 

Come suo accompagnatore, si era ritrovato da subito al centro dell'attenzione. 
E, agitato com'era, rischiava di sbagliare l'uso delle posate ogni tre per due, nonostante le avesse meticolosamente imparate a memoria nella settimana appena passata.

Inoltre, ad agitarlo ancora di più, erano state delle chiacchIere che aveva captato tra gli invitati. 
Inizialmente incuriositi dalla sua presenza, visto che nessuno nell'alta società inglese sapeva della sua esistenza, avevano scoperto in breve tempo che lui era uno degli eredi diretti di Antares, il figlio di Pixys, il nipote ricomparso dopo tanto tempo
E avevano iniziato a sparlare della coppia che formava con Gillian. 

Sono cugini di primo grado. Non ci sarebbe niente di male nel loro matrimonio... però... 
E' chiaro che il vecchio non è estraneo alla vicenda, vuole ricongiungere i rami della famiglia, ecco cosa vuole fare.
Altro che gara, quello vuole tenere tutto in famiglia. 
Ma allora perchè non ha usato Cassiopea?

Nihal si sentiva soffocato da tutti quei discorsi. 
Potevano dire ciò che volevano, ma lui non era andato di certo lì per appropriarsi dell'eredità! 
Sua sorella aveva visto nella gara una scusa per conoscere la famiglia materna, della quale sapeva pochissimo. E lui l'aveva seguita solo per aiutarla e proteggerla. 
Dei soldi non gli era mai importato nulla. E mai gliene sarebbe importato. 
E aveva anche avuto un bel po' di paranoie, prima di riuscire a formulare l'invito a sua cugina.

"Nihal? Tutto bene?" Domandò ad un certo punto Gillian, sfiorandogli con una mano la spalla e sorridendogli, distogliendolo così dai suoi pensieri. 
Davanti a quel sorriso, Nihal si rese conto all'improvviso di una cosa: non gliene fregava assolutamente nulla di quello che tutti i presenti nella stanza potevano pensare di lui. 

"Sì, tutto bene." Disse prendendo la mano di Gilly per portarsela alle labbra, sfiorandola con un bacio delicato.

Purchè lei continuasse a sorridere. Esattamente come in quel momento.

- * -


Miranda osservò Gillian e Nihal aprire le danze, come da prassi, e venire raggiunti poco dopo sulla pista da Cassy e Antares.
Avrebbe tanto voluto andare a ballare subito anche lei, ma non era sicura che Hitoshi fosse d'accordo.

Da quando erano entrati nella stanza, il ragazzo aveva analizzato immediatamente ogni angolo della sala finchè non aveva trovato lo spazio occupato dai Malfoy. Poi aveva passato tutto il tempo con la figlia.

Certo, non aveva neanche mai fatto mancare la sua presenza alla propria accompagnatrice, ricoprendo Miranda di tante piccole attenzioni che la ragazza aveva sicuramente apprezzato, ma non era sicura che Hitoshi fosse addirittura disposto a perdere minuti preziosi di tempo che poteva spendere in compagnia della figlia per far ballare lei. 

E questo la Grifondoro lo capiva.

Per quel motivo si sorprese quando il ragazzo comparve al suo fianco porgendole il braccio e invitandola a ballare. 
Davanti a quel gesto, un enorme sorriso comparve sul volto della Fawley. "Devo essere onesta. Non credevo lo avresti fatto." Commentò felice, mentre appoggiava una mano su quella del ragazzo ed entrambi iniziavano a volteggiare seguendo il ritmo della musica.

"E' ovvio che l'avrei fatto." Replicò lui "Che cavaliere sarei altrimenti?"
"E tua figlia?" Chiese curiosa Miranda, facendo vagare lo sguardo nella Sala, alla ricerca di quello scricciolo di un anno. "Dove l'hai lasciata?"
"Si è offerta di tenerla Cecilia." Rispose Hitoshi, sfiorando il volto della ragazza per condurla nella direzione dove si trovava la cugina. "Chissà perchè." Aggiunse ironico.

"Già, chissà come mai." Replicò la rossa, a sua volta ironica. Aveva incrociato lo sguardo di Sil. E aveva captato l'ombra di un occhiolino.


- * -


Darius, sentendo le note di chiusura della prima melodia, decise ad alzarsi in piedi e a raggiungere la pista, esattamente nel punto dove aveva visto sparire, inghiottiti dalla folla, Cassiopea e Antares.
Quando li raggiunse, sfiorò la spalla dell'uomo schiarendosi la voce e facendosi coraggio. In fondo l'aveva già fatto. "Scusi signore, posso chiederle di cedermi la dama?"
Antares lo fissò per qualche secondo. Poi passò la mano di Cassy - che ancora teneva tra le sue - su quella di Darius. "Divertitevi." Concluse con un mezzo sorriso, prima di allontanarsi.

La seconda melodia iniziò.
"Posso?" Chiese lui, prima di appoggiarle delicatamente una mano sul fianco destro, dopo aver ricevuto un breve cenno di assenso dalla ragazza.

"Te l'ho già detto che sei molto bella stasera?" Domandò lui di getto, mentre volteggiavano.
"Adulatore." Rispose divertita lei, arrossendo appena.
"Ma è la verità." Ribattè il russo "Mi piaci davvero molto Cassy. E stasera ti avrei invitato in ogni caso: indipendentemente dal compleanno, dalla prova o da qualsiasi altra cosa. Vorrei davvero provare ad avere una relazione con te."


- * -


"Allora, mi inviti a ballare oppure continuerai a tenere il muso a lungo?"

Corey a malapena sentì la domanda che Minerva gli fece. Così come non aveva quasi fatto caso a nulla nel corso della serata.
Aveva speso tutto il tempo a fissare Cassiopea e Darius, mentre qualcosa nel suo stomaco ribolliva sempre più forte.
A nulla erano serviti i tentativi di sua cugina di distrarlo dal suo obiettivo. Continuava a guardarli parlare, ridere, scherzare e - da qualche minuto - ballare.
Quando la prima melodia era giunta al termine, aveva anche avuto l'istinto di alzarsi per andare a chiedere a Cassy di ballare con lui nella danza successiva, ma quella piccolissima briciola di amor proprio che ancora aveva glielo aveva impedito.

Di sicuro lei avrebbe detto di no, facendogli fare una figuraccia pessima davanti a tutti.

Così era rimasto semplicemente lì, in un angolo, lontano da tutto e tutti.

"Sei proprio un idiota." Aveva sbottato a quel punto Minerva, alzandosi in piedi.
"Dove vai?" Domandò a quel punto voltandosi verso di lei e assottigliando lo sguardo. Era già abbastanza furente da solo, non aveva bisogno che anche sua cugina si mettesse in mezzo.
"Ero qui per te, per darti supporto morale. Ma a differenza tua, non ho intenzione di passare la serata ad osservare cosa fa una coppia." Commentò secca "Ti do un consiglio spassionato Corey: lascia perdere. L'hai fatta troppo grossa perchè lei possa perdonarti... e te lo dico da donna. Neanche io ci passerei sopra, ad una cosa del genere. Anzi, avrei reagito molto peggio. Te lo chiedo per l'ultima volta: vuoi farmi ballare, così forse ti distrai, oppure no?"
Aveva detto tutto di getto, con tono furente, benchè la voce continuasse ad essere bassa per evitare che qualcuno li sentisse.
"No, non ne ho voglia." Fu l'unica risposta che ottenne.
"Molto bene. Allora cuoci nel tuo brodo." Concluse lei, prima di girare i tacchi e allontanarsi. "Ma mentre lo fai, poni una domanda a te stesso: se ci tenevi davvero così tanto a lei, allora perchè l'hai tradita?"


- * -


La melodia da dolce e romantica passò ad una molto più
allegra, fresca e frizzante, che North conosceva bene e che adorava.
La ragazza avrebbe davvero voluto ballare quella insieme a Miquel, ma al contempo capì che con quelle scarpe non ne sarebbe stata minimamente in grado.
Per quel motivo adocchiò la sedia più vicina alla pista e si buttò sopra.
"Ehy, che hai?" Le domandò lo spagnolo, vedendo come l'americana si fosse prima precipitata sulla sedia e poi piegata su se stessa. "Tutto bene?" Domandò preoccupato.

Magari aveva ingerito qualcosa durante la cena che le aveva fatto male?

Ma poi North alzò lo sguardo e gli sorrise, finendo di slacciarsi le scarpe. "Tutto benissimo. Ma con queste non sarei mai riuscita a tenere il ritmo di questo ballo." Spiegò alzandosi nuovamente in piedi, completamente scalza. "Torniamo in pista?"
E Miquel scoppiò a ridere, prima di trascinarla con sè.

- * -


"Non ci credo!" Esclamò Miranda, lasciandosi scivolare sulla sedia vuota accanto a Cecilia. "Tu non hai idea di che cosa io abbia appena visto venendo in qua!" Continuò divertita, non sapendo neanche lei se preoccuparsi oppure mettersi a ridere.
"Illuminami." Fu la risposta della cugina, con un lieve sorriso sulle labbra.
Era convinta che niente di quanto appena visto da Mira potesse essere davvero così catastrofico. Ormai la conosceva.
"North è andata in pista a piedi nudi!" Esclamò la Grifondoro "Ha delle scarpe che sono meravigliose e balla senza!" Continuò, facendo così scoppiare a ridere Cecilia.
"Beh speriamo che non faccia svenire Miquel oppure qualcun altro sulla pista a causa dell'odore dei suoi piedi." Fu il commento divertito della Tassorosso.
"Sil!" Protestò Miranda, tirandole una leggera gomitata, con finta aria scandalizzata. Peccato che tutta la scena crollò come un castello di carta, visto che scoppiò a ridere a sua volta.
"Beh ma è divertente! Ti immagini le facce schifate di tutti quei nobili con la puzza sotto al naso appena se ne accorgeranno?" Rispose Cecilia, aumentando solo l'ilarità di Miranda. "E se quello che vuol fare Cassy andrà in porto... credo che queste scene saranno sempre di più all'ordine del giorno."
"E' stata una fortuna che North e Nihal siano arrivati dagli Stati Uniti." Concordò Miranda "C'era proprio bisogno di una ventata d'aria fresca."



- * -


Aidan stava osservando Cassiopea e Darius ballare, quando una voce attirò la sua attenzione.
"Fossi in te lascerei perdere. Mi sembra che quella ragazza sia già troppo contesa."
"E questo me lo stai dicendo a beneficio di tuo cugino?" Domandò Nott voltandosi e riconoscendo nella sua interlocutrice Minerva Marshall.
"Forse sì o forse no. Avrai sempre il dubbio che sia così." Controbattè scherzosamente lei "Ma non puoi negare che questa mia constatazione non rispecchi la realtà."
"Forse sì o forse no." Ribattè a sua volta Aidan, ripetendo le parole della ragazza e voltandosi nuovamente verso la pista da ballo. Solo per pochi secondi, perchè si rivoltò subito verso Minerva. "E quindi cosa dovrei fare, secondo te?" Domandò poi, incuriosito da dove quella conversazione avrebbe potuto portarli.
"Non ne ho idea. Ma di sicuro restando a guardare non succederà nulla." Rispose la ragazza "Quindi ciò che devi capire è: per te vale di più l'amicizia con lui oppure la possibilità di conquistare lei?"
"E tu cosa ne sai del rapporto che c'è tra me e Darius?" Domandò, neanche troppo sorpreso, il ragazzo. I circoli dei purosangue erano troppo piccoli per impedire che le voci circolassero.
"Ops!" Esclamò la ragazza, portandosi una mano davanti alla bocca, con finta aria stupita "Forse mi sono lasciata scappare troppo?"
"Sentiamo dunque: cos'altro sai?" Indagò Aidan. Non che sperasse davvero di ottenere risposte. Ma quella conversazione lo stava intrigando, anche se non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce.
"Uhm... niente di che... solo delle voci qua e là che ho sentito." Tergiversò lei, con sguardo furbo.
"Ossia?" Domandò ancora lui.
Vide il sorriso allargarsi sul volto della ragazza, prima che questa rispondesse "Facciamo così: se mi inviti a ballare, ti darò tutte le risposte. Ti prometto che sarò sincera."
Aidan le porse il braccio e la condusse in pista. "Partiamo dalla prima: non dovresti ballare con tuo cugino anzichè con me?"
Minerva rise. "Sì, dovrei. Ma è in un angolo della Sala, a fare esattamente ciò che stavi facendo tu. L'idiota."
"Non è molto carino dare dell'idiota al ragazzo che ti sta facendo ballare, sai?"
"Ho detto che lo stavi facendo, non che lo sei. E questo cambia tutto."


- * -


"Sai che ero convinta non fossi in grado di ballare?" Affermò Gilly quando, dopo una giravolta, tornò tra le braccia di Nihal.
"Ma davvero?" Replicò lui divertito. "E come mai?"
"Perchè tutte queste cose sono collegate tra loro." Spiegò lei "Nel senso che fanno parte del Gala: le posate, come portare avanti la conversazione, il ballo..."
Nihal ridacchiò piano, prima di farle fare l'ennesima piroetta. "Fortunatamente per te, almeno per quanto riguarda le regole del ballo, mia madre me le ha insegnate tutte. Sia a me che a mia sorella. Ci ha sempre tenuto molto." Spiegò non appena Gillian tornò vicino a lui. E' stata una cosa che non mi è mai piaciuta" Continuò a spiegare "Eppure, adesso, ho cambiato idea." Concluse stringendola in vita e attirandola ancora di più a sè.

Gilly avrebbe voluto chiedergli il perchè, ma non fece in tempo.
Quando le labbra di Nihal si appoggiarono sulle sue, perse il senso della realtà.
"Buon compleanno Gillian"


- * -


Antares stava attraversando la Sala con passo deciso, intenzionato a raggiungere Lucius Malfoy per dirgliene quattro.

Cosa ci faceva quell'uomo lì?
A quanto gli risultava nessuno l'aveva invitato alla festa.
Ma prima di riuscire a raggiungere il suo obiettivo, qualcuno afferrò la sua spalla.
Voltandosi, si accorse che il proprietario della mano era suo cugino Altair. "Ant! E' da inizio serata che volevo salutarti! Perchè non andiamo a fare un giretto? E' una serata così bella! Così mi racconti come procedono le cose qui alla Villa. Immagino che con tutti quei ragazzi, tu abbia parecchio da raccontare."
Senza dargli possibilità di replica, l'ex Auror lo pilotò verso uno degli ingressi del Salone da Ballo.

E Antares capì, sfortunatamente per lui, di non avere scampo.


"Accomodati pure."
Antares non dovette neanche rivolgergli l'invito - ironico - che suo cugino si era già accomodato, con eleganza innata, su una delle poltrone presenti nello studio, aveva appellato una bottiglia di Odgen stravecchio e se n'era versato una dose generosa in un bicchierino appena evocato. "Allora... morbo del drago eh?" Domandò dopo averlo mandato giù tutto d'un fiato. "E non negare. Cassy ci ha già detto tutto."
Un lungo silenzio seguì quella domanda.
Prima che il padrone di casa, messo con le spalle al muro, si ritrovasse ad affermare con un filo di voce. "... Vai sempre dritto al punto tu?"
"Sono stato un Auror per quasi cinquant'anni. Ormai gli interrogatori so come portarli avanti." Affermò Altair. "E prima che tu possa dire o fare qualcosa contro tua nipote... sappi che ha fatto bene a dirmelo. Anzi... avrebbe dovuto farlo prima. Tu avresti dovuto dirmelo prima." Concluse puntandogli un dito contro.
"Cassy non aveva il diritto di dirtelo. Lo avrei fatto io, a tempo debito." Replicò Antares.
"Cioè quando saresti stato con un piede nella fossa?" Fu il commento ironico di Altair. "Perchè ce l'hai già, nel caso non te ne fossi accorto. Non cercare scuse... Anty." Il nomignolo lo disse con voce ironica, prima di tornare serio "Non l'avresti mai ammesso."
Davanti al silenzio di Antares, proseguì implacabile. "E ringrazia anche che Cassy l'abbia detto davanti a me e non solo a mia moglie. Perchè Elizabeth aveva una gran voglia di venire qua subito e costringerti ad un ricovero forzato al San Mungo."
Il padrone di casa, davanti a quella affermazione, assottigliò gli occhi. "Perchè, tu no?"
"No." Replicò suo cugino. "Io sono più diplomatico."
"Tanto cosa sarebbe cambiato? Saperlo prima, dopo... un ricovero forzato oppure prendere le medicine - alla parola medicine una smorfia apparve sul volto di Antares, mentre Altair ridacchiava sotto ai baffi - qua a casa? Il morbo del drago è incurabile, nel caso te lo fossi scordato."

"Il tuo discorso sarebbe valido se tu almeno le prendessi, le medicine." Constatò l'altro Black "E sarebbe cambiato perchè non avresti messo tutto il peso addosso ad una ragazzina di neanche vent'anni, la cui unica preoccupazione fino all'anno scorso era di che colore scegliere il vestito per il ballo!" Ribattè Altair. "Non volevi neanche che ne parlasse con qualcuno della famiglia!"
"Mi pare che l'abbia fatto comunque!" Commentò Antares, profondamente irritato per quella ingerenza. "E per quanto ti possa ricordare un'altra Cassy, lei non è la tua sorellina Altair!"
"
Così come non è Lyra, Antares!" Controbattè suo cugino "Quello che voglio farti capire è che tu, volente o nolente, sei la sua unica famiglia. Sei stato tu a crescerla. E, per lei, vederti deteriorare ogni giorno, è più doloroso di quanto non sia disposta ad ammettere... o a mostrati. Ma non significa che rimarrà sempre inflessibile."

"E quindi?" Domandò Antares "Hai per caso una soluzione miracolosa in tasca per la malattia? Perchè in caso contrario non mi sei di alcuna utilità."
Al contrario di quanto il padrone di casa si potesse aspettare,
Altair gli rispose con un sorrisino. "Una soluzione ce l'ho. E non ti piacerà. Ma dovrai accettarla per forza: non hai scelta."
"Sarebbe?"
"Da domani mi trasferirò qui."
"Come prego?" Esclamò il padrone di casa sbigottito.
"Tranquillo, nessuno saprà il reale motivo. Siamo alle battute finali della gara - mancano meno di dieci giorni - e se vuoi dare il nostro cognome ad uno di quei ragazzi è giusto che anche io dica la mia, no?" Replicò Altair, versandosi un'altra dose generosa del drink.
"Tu sei pazzo. Oppure hai bevuto troppo."
"Detto da te, suona molto divertente. Ma, come ho detto prima, non hai possibilità di replica. Certo, a meno che tu non voglia che la voce... trapeli." Continuò serafico l'altro, allungando le gambe sul tavolino.
"Mi stai minacciando, per caso?" Domandò Antares stringendo i pugni.
"Io lo considero solo come uno scambio di favori tra cugini. Ma vedi tu come considerarlo." Replicò tranquillo l'ex Auror facendo spallucce.
Dopo un breve silenzio, il padrone di casa capì di non avere scampo. "C'è altro che mi vuoi dire?" Domandò alterato.
"In effetti sì" Ragionò Altair "La prossima volta che Lucius Malfoy attacca la mia figlioccia... dimmelo subito. Dici tanto di volerla proteggere, poi ti arriva un platinato in casa e devono intervenire gli altri. E' chiaro che non sei più padrone della situazione Antares. Così com'è chiaro che dovrò andare a fare quattro chiacchere anche con lui."

Un sorrisetto ironico comparve a quel punto sul volto di Antares. "Allora non è vero che sai proprio tutto."
"Che intendi?"
"Non ho ovviamente nulla in contrario a farla pagare a Lucius Malfoy per ciò che ha fatto. Ma se davvero vuoi farlo Altair... ti conviene prima sapere cosa hanno ideato suo nipote Hitoshi e il degno compare Nott. Allora... ti interessa?"


- * -


Cecilia Weiss si stava annoiando a morte.
Accettare di essere accompagnata al ballo da Adrian Powell le era sembrata una buona idea all'inizio, ma - col senno di poi - si era rivelata essere la cazzata più grossa della sua vita.
Per quanto si sforzasse di ricordare il motivo per cui aveva accettato il suo invito al ballo, non le veniva in mente nulla. E più passava il tempo, più la sensazione di avere sbagliato tutto si faceva largo in lei.
Di quel ragazzo riusciva a vedere solo i difetti. Un damerino viziato figlio di papà, completamente impomatato, che da ore non faceva altro che vantarsi delle proprietà di suo padre.
Una noia mortale.
Con il ronzio indistinto della sua voce in sottofondo, Cecilia si versò l'ennesimo bicchiere di vino della serata.
Probabilmente era già brilla, ma non è che le importasse molto. Aveva bisogno di una buona dose d'alchool per sopportare ancora a lungo la presenza del suo accompagnatore.

Fu un vero sollievo, per lei, sentire Adrian interrompere il suo monologo.
O almeno lo fu finchè non vide la ragione per cui l'aveva fatto.
"Oh povera me! Di male in peggio!" Pensò tichettando nervosamente con le dita sul bordo del bicchiere.
Aster Evans si era appena seduto al loro tavolo e aveva chiesto al suo accompagnatore se gli dispiacesse privarsi della dama per un ballo.
Beh, forse essere stuzzicata da Aster era sempre meglio che morire di noia fingendo di ascoltare Adrian.
Fu per quello che, prima che il ragazzo potesse rispondere qualcosa, Cecilia si alzò in piedi di scatto.

"No, sono sicura che non gli dispiacerà. Andiamo." Disse appoggiandogli una mano sul braccio e trascinandolo a tutta velocità lontano da lì.

Con sua sorpresa però, Aster non la condusse verso la pista da ballo. Dopo essersi mischiati nella folla, la condusse con passo deciso dalla parte opposta della Sala dei Banchetti fino ad un angolo riparato.

"Non balliamo?" Domandò confusa lei.
"No, quella era una scusa per il tuo salvataggio." Rispose lui.
Davanti alla faccia sbalordita di Cecilia, Aster trattenne a stento una risata. "Non mi dire che ti stavi divertendo. Si vedeva la tua faccia che invocava pietà da qui."
"Io non invocavo pietà!" Fu la risposta della ragazza. "E' evidente che devi fare un controllo dall'oculista."
Il sorriso del Serpeverde per tutta risposta si allargò. "Ah no?" Chiese avvicinando il suo volto pericolosamente a quello di lei.
"No" Rispose Cecilia facendo un passo indietro.
"E io che mi sono anche sforzato di pensare ad un piano di fuga per te!" Commentò lui, visibilmente divertito. "Ma se non serve, allora ti riaccompagno al tavolo." Concluse spingendola appena per ricondurla al luogo di partenza.
Trovando però l'opposizione della ragazza, che non si mosse di un millimetro. "Non esiste, Evans. Hai richiesto la mia presenza per un ballo e un ballo avrai." Affermò afferrandolo e trascinandolo sulla pista da ballo.
Aster non si lasciò di certo pregare.

"Però sono curiosa..." Gli chiese Cecilia poco dopo, mentre entrambi volteggiavano e mentre il profumo del ragazzo iniziava ad inebriarla "In cosa sarebbe consistito il tuo piano di fuga?"
Aster, davanti a quella domanda, sorrise sornione. "In una cosa tanto semplice quanto geniale."
"Ti dispiace illuminarmi?" Domandò lei, avvicinandosi di più a lui con la scusa di ascoltare la risposta.
"Avrei detto ad Adrian di averti perso di vista dopo averti lasciato andare in bagno."


"Allora che vuoi fare? Ti riaccompagno da Adrian? Oppure vai in bagno e casualmente ti perdo di vista?" Domandò Aster quando le ultime note si spensero, segnalando la fine della melodia.
Cecilia deglutì.
Di sicuro non aveva voglia di tornare da Adrian.
Così come non voleva neanche staccarsi dalla presa del Serpeverde. Si era trovata straordinariamente bene lì.
Molto più di quanto fosse disposta ad ammettere.
Vedendo che la ragazza tardava a rispondere, Aster capì.
D'altra parte i pensieri di Cecilia erano lo specchio dei suoi.

"Ho capito. Vada per la terza opzione allora." Esclamò.
"Terza opzione?"
Senza darle tempo di capire fino in fondo il significato delle sue parole, il ragazzo la trascinò fuori dal salone da ballo.
E poi la baciò.

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Ecco a voi Minerva Marshall -->    

Image and video hosting by TinyPic Ed ecco i vestiti della serata! 

Image and video hosting by TinyPic Cassiopea Black

Image and video hosting by TinyPic Gillian Greengrass

Image and video hosting by TinyPic Miranda Fawley

Image and video hosting by TinyPic North Jackson


Image and video hosting by TinyPic Cecilia Weiss


Ci vediamo al prossimo capitolo! ;)

E se non ci risentiamo prima... BUON NATALE! 

  
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