Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: emptyhanded_    26/12/2016    4 recensioni
Cassidy Diggory è come tutte le comuni sedicenni: ama il Quidditch, è in una perenne fase pre-mestruale, ha due migliori amiche, un fratello perfetto e un nemico giurato che risponde al nome di Fred Weasley ( o era Fred Wosbly? O Fred Whiskey?). Dopo l’estate peggiore della sua vita, Cassidy non può credere che l'opportunità di far vedere a tutti che vale molto più di quanto credano, le arrivi proprio da Hogwarts. Tra pozioni Invecchianti, lezioni di Astronomia, giocatori di Quidditch, liti famigliari e amici impiccioni, riuscirà Cassidy a partecipare al Torneo Tremaghi? O il suo piano verrà sventato a causa di una dipendenza da Whiskey (o era Weasley?)
__________________________________________________________
Ambientata nel Calice di Fuoco
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’ultimo ballo
 
Quel ballo scolastico era già cominciato male. Tralasciando la terribile giornata che lo aveva preceduto, ne ebbi la conferma nella Sala Comune di Tassorosso, dove io, in tutta la mia fastidiosità, non la smettevo di importunare il mio riflesso, mentre aspettavo l’arrivo del mio cavaliere. A lato di una delle botole di legno intagliate nelle pareti della stanza, qualche Tassorosso aveva appeso un lungo specchio dalla cornice gialla e quella sera, stavo facendo di tutto per specchiarmi senza farmi vedere dal resto dei miei compagni che non vedevano l’ora di andare nella Sala Grande.
Era difficile camminare avanti e dietro lo specchio senza dare nell’occhio, non quando la maggior parte delle ragazze volevano controllare i loro abiti e le loro acconciature per dare gli ultimi ritocchi. Ogni volta che una di loro si piantava davanti lo specchio, mi allontanavo di qualche centimetro per lasciarle il posto; la mascella contratta per evitare di ridere a causa delle smorfie che facevano mentre si guardavano. Labbra protese in avanti e guance risucchiate in dentro come pesci boccheggianti sul pelo dell’acqua.
Non che io fossi da meno. La mia marcia davanti allo specchio era intralciata dai tacchi che portavo ai piedi; sebbene il mio vestito terminasse un pelo sotto la caviglia, mi ostinavo a tenere le mani aggrappate alla gonna per alzarne l’orlo in modo da tornare a camminare come una strega normale. Peccato che le streghe normali non sembravano un orco ubriaco che cercava di reggersi in piedi su un paio di trampoli. E di certo, non guardavano impaurite la propria immagine riflessa con la coda dell’occhio: si fermavano davanti allo specchio e contemplavano la figura che avevano davanti. Bella o brutta che fosse. Non avevano paura – a differenza della sottoscritta-  che la loro visione agghindata per il ballo potesse avadakedavrizzarle. Ero al corrente di stare esagerando e sapevo che i miei timori erano infondati. D’altronde se mi fossi guardata allo specchio, che cosa mai mi sarebbe potuto succedere? Assolutamente niente. L’ipotesi peggiore era quella di non piacermi, ma dopo tutta l’attenzione che aveva posto Ariel nel confezionarmi il vestito (la scelta dell’Abito da Sera Perfetto era risultata molto più complicata di quanto pensassi) era quasi impossibile che non stessi bene con quello che avevo addosso.
<< Per tutti i maghi dell’Ordine di Merlino, Cassidy, vuoi darci un taglio? Fermati che mi stai facendo venire l’emicrania >>
Le parole di Halinor mi fecero bloccare di colpo; il rossore sulle guance attenuato dal fondotinta che Kate mi aveva spalmato in faccia.
Ero stata scoperta.
Ignorando l’imbarazzo che mi faceva prudere il viso, appoggiai con nonchalance una mano sul bracciolo del divano più vicino; la sensazione di essere fissata da tutti i ragazzi nella stanza era un brivido freddo sulla nuca. Mi costrinsi a guardare le fiamme scoppiettanti nel camino, la loro luce contrastava il buio che si rifletteva dalle finestre. E ora come potevo controllarmi? L’ultima volta che avevo provato a essere elegante, ero finita per sembrare un quadro cubista.
Halinor avanzò sospettosa verso di me; la gonna di tulle del suo abito turchese strascicava sul parquet.
<< Sai, non stai poi così male >> disse sistemandosi la composizione di lillà che aveva tra i capelli. Alla mia espressione perplessa, Halinor inarcò un sopracciglio. << Guarda che stai davvero bene. Mi piace il colore >>
Si diede un’ultima occhiata allo specchio e dopo aver sorriso soddisfatta tornò a parlare con Kadma e Herbert. Se non avessi approfittato del briciolo di coraggio che Halinor aveva instillato dentro di me con le sue parole, avrei perso l’occasione per constatare se quello che aveva detto fosse vero.
Chiusi gli occhi. Feci due passi verso sinistra. Lasciai cadere la gonna. Trattenni il respiro. Aprii gli occhi.
Si, il colore era bello. Forse fin troppo bello per essere accostato alla mia faccia sconvolta. E dovevo ammettere che Ariel si era davvero superata; dopo avermi spiegato più volte come fare a risaltare gli occhi grigi – a quanto pare, il grigio può avere in sé qualsiasi colore e l’unico modo per valorizzarlo è quello di richiamarlo- ero quasi sicura che al Ballo sarei andata vestita con una delle tuniche di Silente. Non avrei mai pensato che, invece, Silente avrebbe pagato fior di galeoni per avere una tunica come il mio vestito. La linea dell’abito era semplice: aveva due lunghe maniche fluttuanti che si stringevano sul polso, le spalle e le braccia scoperte da un ritaglio; il profondo scollo a V (che mostrava quanto il mio petto fosse piatto quanto un astrolabio) terminava nel punto in cui iniziava la gonna, che cadeva morbida e ampia. Ariel aveva deciso di farlo interamente di raso, così che il grigio antracite fosse illuminato. Ben lontana dal sembrare una bomboniera, ero grata che non fosse un pomposo abito dalle fattezze principesche. Il problema fondamentale era dato dagli alti sandali neri che portavo ai piedi; macchine da tortura che Kate mi aveva rifilato senza che potessi ribattere.
<< Oh, qualcuno qui vuole vincere il premio per la ragazza più sexy della scuola >>
Il gomito di Cedric mi spinse via dalla visuale dello specchio, la sua figura tirata a lucido nello smoking nero mi guardava ammiccante.
<< Zitto, che sembro solo fuori posto >> risposi secca; incrociai le braccia nell’intento di nascondere il petto e lanciai un’occhiata dietro le sue spalle, in direzione del corridoio che portava ai dormitori maschili. << Rickett ha trovato Narnia nell’armadio o sta arrivando? >>
Cedric scosse la testa, un lieve sorriso nascondeva le risate.
<< Si sta finendo di sistemare i capelli, tra poco sarà qui >> i suoi occhi avevano una luce strana, la malizia gli trasudava dalla voce << sei impaziente di andare al ballo con lui? >>
Sbuffai. Ci mancavano solo le battute di mio fratello. Da quando avevo invitato Anthony al Ballo del Ceppo, i miei amici non avevano fatto altro che prendermi in giro: Kate e Malcolm si erano strozzati dalle risate e non avevano smesso di tirarmi frecciatine, mentre Gwen e Ariel si erano sforzate a mantenere il contegno, anche se avevano continuato a chiedermi se fossi sicura della mia scelta. Ovvio che non ero sicura della mia scelta, ma era quello che avevo deciso e non potevo cambiare le carte in tavola solo perché Anthony Rickett era il peggior cavaliere che potessi trovare. Mi ero ripromessa di cancellare tutti i pregiudizi che avevo nei suoi confronti ed era giunto il momento di mantenere questi propositi. Qualsiasi cosa Malcolm, Kate, Ariel, Gwen e Cedric mi avessero detto.
<< Senti, Ced, vai dalla tua Cho Chang, che è un’altra scelta discutibile, e lasciami in pace >>
Al sibilo della mia voce, il sorriso di Cedric scemò.
<< Sai che faccio così solo perché ho il timore che questa sera tu non ti diverta >>
Scocciata, alzai le spalle, la sua mano si posò sulla mia guancia.
<< Hai passato un brutto momento - e non sto parlando solo di Fred- mi riferisco a Oliver, ai G.U.F.O. e al Torneo. Continui a soffrire perché sei arrabbiata con te stessa. Va bene, con questo non dico che è stata solo colpa degli altri se le cose sono andate in questo modo, ma devi darti una tregua. Questa notte hai la possibilità di divertirti e di dimenticare tutto quello che ti ha fatto male; ho paura che passare il tempo con un ragazzo che non sopporti ti faccia perdere questa occasione >> Cedric prese un respiro. I suoi occhi non si staccavano dai miei. Io faticavo a sostenere il suo sguardo, la verità delle sue parole era un peso soffocante nella gola.
<< Lo so, un ballo non ti cambia la vita. Ma un bel momento può aiutarti a capire come uscire da una brutta situazione >>
Odiavo il fatto che avesse sempre ragione. L’unico periodo in cui mi ero sentita davvero meglio, era stato il mese in cui ero uscita con Fred e non facevo altro che detestarmi per questo. Perché tutto ciò che mi veniva detto ricadeva sempre su di lui?
<< E detto questo, sappiamo cosa ti faccia stare davvero male >>
Strabuzzai gli occhi. Non era possibile che oltre a essere il detentore della verità più assoluta, Cedric fosse anche un telepate. Mi passai la lingua sulle labbra cercando di trovare un modo perfetto per ribattere, ma mi aveva lasciato spiazzata. Strano ma vero, il mio cervello era andato in tilt.
<< Streghetta, tu sei ancora innamorata di Fred. Ora, io non so quello che sia successo tra voi due, ma constatando quanto tu stia male adesso, mi viene da chiedermi una cosa. Sei sicura di non voler parlare con lui per sistemare le cose? >>
Abbassai lo sguardo; una maledizione Cruciatus avrebbe fatto meno male. Le sue parole erano l’eco del discorso che George Weasley mi aveva fatto la sera precedente.
Come consuetudine di ogni Vigilia di Natale, io, Ariel e Gwen, avevamo cenato insieme per raccontarci i desideri che volevamo si realizzassero per il futuro. Dopo aver mangiato quello che ero riuscita a rubare dalle cucine e aver cantato le nostre canzoni natalizie preferite, ci eravamo salutate per andare a dormire; l’impazienza che arrivasse il giorno dopo aveva scandito ogni momento.
Mi ero incamminata verso la Tana dei Tassorosso curiosa di scoprire come fosse il vestito che Ariel aveva realizzato per me; l’adrenalina che mi aveva accompagnato durante le notti di Natale in cui avevo aspettato Babbo Natale era tornata, la speranza che tutto fosse stato perfetto era un fremito nel mio corpo. Ma le aspettative vennero deluse ancor prima che fosse giorno.
Il mio sorriso si spense non appena vidi un ciuffo di capelli rossi appoggiato alle botti che nascondevano la Sala Comune. In un primo momento, ebbi l’impulso di scappare; il cuore era un martello, il sangue un fiume tagliente che mi congelava la testa. Fred non poteva essere lì, quale motivo avrebbe avuto? Nessuno. Infatti il ragazzo seduto sul pavimento di pietra – per mia fortuna - era George.
Mi avvicinai a lui con la fronte aggrottata, una mano protesa in avanti per picchiettargli un dito sulla spalla. George sussultò e aprì gli occhi, un’espressione confusa gli annebbiava il viso.
<< Che cosa ci fai qui? >> chiesi sprezzante senza dargli il tempo di capire cosa stesse succedendo. George si alzò di scatto da terra, una mano corse a sistemare i capelli arruffati.
<< Ciao, Cassidy, stavo cercando proprio te >>
Mi trattenni dall’impulso di dargli uno schiaffo. Forse non era tanto più intelligente di suo fratello.
<< Non ne avevo idea >> sibilai.
George non sembrò notare il tono sarcastico della mia voce, incrociò le braccia al petto e mi guardò serio.
<< Dobbiamo parlare di una cosa >>
<< In realtà non abbiamo niente da dirci >>
George arricciò le labbra pensoso, poi scrollò le spalle << so che cosa hai sentito. So che tu credi che io e Fred avessimo progettato una falsa storia d’amore per prenderci i soldi di Cedric, ma fidati che… >> non ebbe il tempo di continuare: assottigliai lo sguardo e gli puntai un dito contro.
<< No, che non mi fido. Non voglio sentire quello che hai da dire e non ho visto nessuna storia d’amore. Siete stati infidi e ho imparato che è meglio non aver niente a che fare con voi >> sputai. Avanzai verso l’entrata, intenta a non ascoltare una parola di più. Se la mia voce non fosse stata così carica di risentimento e George non mi avesse preso per le spalle per fermarmi, avrei potuto dire di aver fatto un’uscita trionfale.
<< Cassie, ma non è vero! Fred ha detto quelle cose solo per far star zitta Angelina! Okay, ammetto che si vergognasse di uscire con una Tassorosso, ma non aveva alcuna intenzione di ferirti. Sono la persona che lo conosce meglio al mondo, e posso confermare che ha sempre avuto una cotta per te e quando stavate insieme era sempre felice. Da quando vi siete lasciati è perso, si comporta come al solito ma capisco che gli manca qualcosa >>
Per un momento temetti di perdere la calma; non era così che avevo sperato che mi venissero dette le parole che aspettavo di sentire da settimane.
<< Non ti credo >>
George serrò la mascella; il volto contratto dal nervoso.
<< Cassidy, ascoltami >> rimase zitto per un secondo, i nostri sguardi si stavano sfidando spazientiti << Fred è innamorato di te e tu sei innamorata di lui. Quando stavate insieme eravate entrambi contenti e stavate bene. E’ davvero il caso di lasciar perdere quello che avevate? Cassie, prova almeno a parlargli. Purtroppo lui è troppo testardo e per quanto voglia chiarire con te, non lo farà mai per primo >>
Inutile dire che il mio cuore riprese a battere all’impazzata, ma la rabbia che avevo tenuto dentro per un mese e mezzo si era appena liberata. Non riuscivo a cedere.
<< Forse non te lo ha detto, ma sono testarda pure io >>
Così dicendo, mi liberai dalla sua presa ed entrai nella Sala Comune. A causa di George e delle sue rivelazioni- che avrebbero potuto aspettare almeno Santo Stefano-, la gioia che precedeva il Natale era svanita, così come la voglia di festeggiare.
Gli occhi di Cedric erano ancora fissi nei miei. Non avevo idea se stesse aspettando una riposta, ma di fatto l’arrivo di Anthony mi salvò da un altro discorso spinoso.
<< Bambolina, sei bellissima stasera >>
Non ebbi il tempo di girarmi verso di lui per salutarlo: mi afferrò una mano e ne baciò il dorso facendo schioccare le labbra. Arricciai il naso; Cedric soffocò una risata.
<< Davvero, sei da togliere il fiato >> continuò con un sorriso.
Incapace di trovare un complimento da fargli, mi sforzai di sorridere. Non ero in grado di dire a un ragazzo che stava bene, quando la sua camicia era quasi più scollata del mio vestito.
Notando che Cedric stava per scoppiare a ridere, mi voltai verso di lui; gli occhi ridotti a due fessure.
<< Non hai una damigella secchiona da raccattare, Mr Prefetto? >>
Cedric fece una smorfia e questa volta la carta del finto offeso funzionò: pentita di come gli avevo parlato, lo abbracciai. Lui ricambiò dolcemente la stretta; le sue mani presero il mio volto e mi diede un bacio sulla fronte.
<< Non metterti già nei guai, streghetta! >> sussurrò. Rivolse un sorriso ad Anthony e uscì dalla Sala Comune, diretto verso la torre dei Corvonero.
Una volta sola, guardai rassegnata Anthony. << Andiamo? >>
Anthony mi fece l’occhiolino e mi porse un braccio che afferrai imbarazzata. Volente o nolente, era ora di entrare in scena. Camminammo in silenzio, il rumore dei miei tacchi rimbombava tra le pareti di pietra. Ero visibilmente a disagio, ma vedere Anthony continuare a sorridere attenuò tutta la rabbia che avevo provato nell’ultimo giorno. Forse non avevo fatto una scelta completamente sbagliata.
Una volta arrivati nella Sala d’Ingresso, rimasi sorpresa nel vedere che la stanza era stipata di studenti che aspettavano con impazienza il momento in cui le porte della Sala Grande si sarebbero aperte. I ragazzi che avevano accompagnatori di case diverse si cercavano tra la folla; l’emozione e l’ansia erano riflesse nei loro occhi. Mi guardai intorno nella speranza di adocchiare qualche faccia amica; ma l’unica cosa che catturò il mio sguardo fu l’accompagnatrice di Finnegan Harries che salutava contenta nella nostra direzione.
<< Hey, c’è Hay Lin! >> Esclamò Rickett alzando un braccio per farle segno di raggiungerci.
Il sorriso della ragazza aumentò e dopo essersi alzata la gonna del suo vestito lilla, si fece largo tra l’orda di studenti per venirci a salutare; al suo seguito, il povero Finnegan cercava di tenere il suo passo senza inciampare.
<< Ciao Tony, ciao Cassidy >> disse contenta. Era molto carina con i capelli corvini legati in una complicata composizione di trecce.
<< Vedo che la mia bambolina non è l’unico schianto stasera >> ammiccò Anthony in direzione della ragazza. Lei arrossì sul colpo, mentre Finnegan lo fulminò con lo sguardo.
<< Non hai freddo? >> chiese a Rickett indicandogli lo scollo della camicia. Mi morsi il labbro per evitare di ridere.
<< Le basse temperature non sono mai state un problema per la mia anima calorosa >>
Hay Lin ridacchiò, una mano nascondeva le labbra. Rassegnati, io e Finn ci scambiammo un’occhiata divertita; mi sentivo sollevata sapendo che non ero l’unica a considerare Anthony un energumeno senza cervello.
In quel momento, il portone di quercia si aprì, e tutti ci voltammo a guardare l’ingresso degli studenti di Durmstrang scortati dal professor Karkaroff.
Krum era in testa alla fila, accompagnato dall’amica del fratello di Fred e George. Non riuscivo a credere che fosse lei la fantomatica ragazza di cui si era innamorato. In fondo al gruppo Aaron e Kate brillavano radiosi. Kate era bellissima nel suo vestito floreale rosa pallido e con i capelli biondi sciolti in una cascata di ricci sulla schiena. Una volta sistemati nella stanza, la professoressa McGranitt gridò: << I campioni qui, per favore! >>
Riuscii a distinguere Cedric e Cho raggiungerla, seguiti dagli altri ragazzi. Il professor Piton, dalla parte opposta, ci spiegò che i Campioni dovevano essere gli ultimi a entrare nella Sala Grande, così ci ordinò di prendere posto ai tavoli.
La calca di studenti cominciò a muoversi rumorosa dentro la Sala, dovetti aggrapparmi a Anthony per evitare di cadere.
<< Buon Ballo >> dissi a Finn prima di perdere lui e Hay Lin di vista.
Con il cuore in gola e i piedi dolenti, entrai nella Sala Grande. Lo spettacolo che mi si palesò davanti agli occhi fu incredibile: le pareti della stanza erano tutte coperte di brina d’argento scintillante; il soffitto nero stellato era attraversato da ghirlande di edera e vischio intrecciate. I tavoli delle case erano spariti per lasciare posto a una serie di tavoli più piccoli illuminati da lanterne volanti.
Senza fiato, feci scorrere gli occhi per tutta la sala, fino a quando non notai con orrore che l’accompagnatore di Ariel era George Weasley. Era stata davvero così disperata da aver scelto il nemico come cavaliere? Beh almeno era riuscita a trovare qualcuno. Al suo fianco, Gwen guardava sognante Lee. Ariel non si era risparmiata nemmeno per lei: il busto dell’abito rosso sangue di chiffon era di più scuro e aveva uno scollo a cuore, mentre la gonna maestosa cadeva ampia e imponente. La pelle chiara di Gwen risaltava a contrasto con il colore del vestito, così come le labbra rosse e i capelli neri. Anche Ariel era bellissima. Il suo abito era bianco, mentre la parte superiore era ricamata da disegni di pizzo neri, la gonna era una cascata di tulle più corta sulla parte anteriore. Aveva una sola manica e le mani erano coperte da due guanti da motociclista neri; sui capelli fucsia, invece, troneggiava un cappello a cilindro. Sembrava uscita dal libro babbano ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’. Seduta al loro stesso tavolo, Angelina non reggeva il confronto: era insulsa nel suo vestito color pesca. Fred, invece, era irritantemente affascinante nel suo completo da cerimonia. Non feci in tempo a distogliere lo sguardo dal suo viso sorridente, che i suoi occhi si soffermarono su di me; il mio cuore perse un battito. Certa di essere diventata rossa, strinsi il braccio di Anthony e mi voltai.
<< Dove ci sediamo? >> chiesi sperando che il mio imbarazzo passasse inosservato.
Lui non rispose, si limitò a indicare il tavolo dove un ragazzone troppo cresciuto si sbracciava cercando di attirare la nostra attenzione.
<< EHI CASSIDY! VI HO TENUTO IL POSTO! >>
Tra tutti i Tassorosso della scuola, Malcolm Preist era senza dubbio il più bello quella sera. In uno smoking delicato color panna e con un sorriso più luminoso che mai, i suoi occhi brillavano dalla felicità.
D’istinto ricambiai il sorriso e lo raggiunsi in fretta, seguita da Anthony che non mi aveva lasciata un attimo.
<< Allora, Cassie? Sei pronta per scatenarti sulla pista da ballo? >> mi domandò una volta che mi sedetti al suo lato. Jerome si sporse in avanti per salutarmi, interrompendo la conversazione che stava facendo con Kate.
<< Wow, Cassidy, non ti ho mai vista così bella >> esclamò Aaron. Feci un mezzo sorriso e mi sistemai il tovagliolo in grembo. << Vorrei poter dire lo stesso di te, ma hai ancora i capelli che mi ricordano un budino alla vaniglia con macchie al cioccolato >>
<< Buono! >> esultò Malcolm facendoci scoppiare a ridere.
Un istante dopo, la nostra attenzione fu catturata dalla professoressa McGranitt che fece il suo ingresso nella Sala Grande seguita dai campioni. Accompagnati dallo scroscio di applausi degli studenti, i campioni si muovevano trionfanti verso il tavolo dei giudici, dove Silente li guardava allegro.
Presa dalla solennità del momento, non mi ero accorta che i piatti d’oro erano ancora vuoti e che davanti a ogni postazione c’era un menù. Presi il mio e lo lessi concentrata, cercando di capire cosa avrei voluto mangiare.
<< Oh ragazzi, è tutto magnifico >> sussurrò Kate, marcando l’ultima parola.
Alzai lo sguardo dal menù, undici paia di occhi erano rivolti verso di lei.
<< La Sala Grande? >> domandai.
Malcolm la stava guardando curioso; la gamba destra si muoveva velocemente sotto il tavolo.
<< No, Moody >> disse lasciandosi scappare un singhiozzo dall’emozione << non trovate che sia sexy? >>
Io e Malcolm ci scambiammo un’occhiata sconcertati. Ma grazie ad Aaron la scandalosa passione per Moody non le era passata? E, poi, di sexy continuava a non aver proprio niente. Nemmeno il sedere ‘scolpito’ dalle Veela.
<< A me non hai mai fatto un complimento del genere >> ribatté Aaron accigliato << devo ritenermi offeso? >>
Kate fece una smorfia compassionevole e sfiorò con le dita la mano del ragazzo. Mi morsi l’interno della guancia per non scoppiare a ridere. Kate era davvero irrecuperabile. E l’adoravo per questo.
Una volta che Silente mostrò all’intera Sala Grande come ordinare il cibo, feci apparire del polpettone e delle patate schiacciate.
Scherzammo quasi tutto il tempo, i ricordi più buffi degli anni passati furono i protagonisti della nostra cena. Kate raccontò a Jerome, Aaron e Anthony il giorno in cui Malcolm si travestì da ragazza per distrarre l’ex cercatore dei Serpeverde in modo da far occupare alla nostra squadra il campo di Quidditch per un allenamento extra; mentre io mi divertii a ricordare come Aaron si era fatto venire un terribile eritema sul sedere un’estate in cui avevo dirottato la sua scopa contro un cespuglio di edera velenosa.
La serata fu più piacevole del previsto; anche Anthony riuscì a farmi ridere e riuscii a spiare il tavolo di Fred solo una volta.
Quando tutti i piatti furono puliti, Silente si alzò e ci chiese di seguirlo; con un colpo di bacchetta, i tavoli si disposero lungo i muri lasciando il pavimento libero per le danze. Silente fece apparire un palco appoggiato alla parete di destra, dove le Sorelle Stravagarie salirono poco dopo. Il boato che esplose al loro arrivo era paragonabile solo allo scoppio causato da un potente incantesimo esplosivo. La band si dispose sul palco; con i loro capelli lunghi e le lunghe vesti strappate avevano catturato l’intera attenzione di tutta la sala.
Dovevo ammettere che avrei preferito i Lupi di Paddington – da quando Ariel aveva deciso di ascoltarli, avevamo sviluppato una vera e propria passione per loro-, ma la musica delle Sorelle Stravagarie riusciva a entrare nelle vene fino a muovere gli arti. Non appena cominciarono a suonare, la stanza fu avvolta da una melodia lenta e lugubre.
<< Ehi, bambolina, vuoi concedermi l’onore? >> mi chiese Anthony una volta che i nostri amici si erano buttati in pista. Riluttante, corrugai la fronte: non me la sentivo di iniziare le danze con un lento. Non quando avevo il senso del ritmo uguale a quello di un palo. E Hogwarts non era ancora pronta per le mie movenze da Erumpent impagliato.
Aprii la bocca per rispondergli, quando otto mani mi rapirono. Con i piedi che sbattevano per terra, e le braccia tirate in avanti, venni trascinata da Lee e George in un angolo della Sala Grande, mentre Gwen e Ariel mi seguivano dicendo frasi confuse e sconnesse tra loro.
<< CHE COSA STATE FACENDO? >> Urlai non appena mi lasciarono andare.
Ariel mi mise una mano sulla spalla << ti vogliamo aiutare, quindi devi prestarci un paio di minuti per lasciarci spiegare>>
Il mio viso si contorse in una smorfia confusa << aiutarmi a fare cosa, scusa? >>
<< A fare pace con Fred! >> intervenne Gwen.
Per poco non le lanciai un sandalo addosso. Non era possibile che mi avessero trascinata lì per insistere ancora su questo argomento.
<< Lo sappiamo che non vuoi >> continuò George << ma ne avete bisogno, tutti e due >>
<< E non vogliamo che vi perdiate così, senza averci nemmeno provato >> aggiunse Lee.
Mi allontanai di qualche passo; tutti e quattro non mi erano mai sembrati così stupidi. In quel momento sperai davvero che scherzassero, che avessero architettato tutto questo perché stavano passando un momento masochista di gruppo e volevano essere insultati pesantemente.
<< Ma siete seri? >>
Ariel affilò lo sguardo, le mani posate sui fianchi e la bocca ridotta a due sottili linee rosa << no >>
<< Voi siete completamente pazzi! >> sbottai allargando le braccia esasperata << credete davvero, che dopo tutto quello che Fred ha detto, io accetti di abbandonare il ragazzo con cui sono venuta al ballo per strisciare come un verme da colui che mi ha ferita senza un motivo? >>
I quattro ragazzi rimasero zitti, i loro visi rabbuiati dal senso di colpa. Delusa dalle mie stesse migliori amiche, li lasciai e tornai da Anthony che stava parlando con Hay Lin accanto al tavolo del rinfresco.
<< Scusami, Rickett, non sapevo di essere stata presa di mira da un gruppo di mollicci senza cervello >>
Alle mie parole, il volto di Anthony si illuminò. << Bambolina, temevo di averti perso >>
<< Abbi fede, mio cavaliere! >> risposi con un sorriso. Gli porsi la mano e spostai il mio sguardo sul suo << Mi concederesti l’onore, anima calorosa? >>
Anthony si lasciò sfuggire una risata e mi accompagnò sulla pista, dove passammo il resto della canzone a dondolare impacciati. Per mia fortuna – non ero molto sciolta tra le braccia muscolose di un ragazzo alto quasi due metri- la seconda canzone fu molto più veloce.
Decisi di adottare ancora la strategia del dondolio, mentre Anthony aveva preso a ballare muovendo le braccia in aria, come una mosca che si strofina le antenne. Cercando di ignorare quella situazione imbarazzante, provai a controllare come stessero danzando gli altri ragazzi. Con sollievo, constatai che la maggior parte di loro dava l’idea di non sapere quello che stava facendo; piedi fuori tempo e braccia agitate come spaghetti troppo cotti. L’unica coppia a destare davvero l’attenzione erano Fred e Angelina, talmente tanto scatenati da spaventare chiunque si trovasse al loro fianco. Era come se la mia paura fosse diventata realtà: loro due al centro della sala e io ai margini, triste e scoraggiata.
Un paio di occhi castani mi trovarono, distolsi lo sguardo.
<< Lo stai facendo ancora >>
La voce di Anthony mi fece sobbalzare; non avevo idea che mi stesse guardando.
<< Facendo cosa? >> borbottai con le guance in fiamme.
Rickett mi posò una mano su un fianco e mi fece girare dall’altra parte in modo da invertire le posizioni.
<< Lo stai guardando >> rispose indicando dietro di me. Non mi dovetti voltare per capire che si stesse riferendo a Fred << quando lo fai, ti compare una fossetta in mezzo alle sopracciglia, come ogni volta che sei triste >>
Guardai Anthony. Per la prima volta in tutta la mia vita, lo stavo vedendo serio; senza l’aria da spaccone che tentava di ostentare in continuazione << E’ tanto evidente? >>
Lui alzò le spalle << solo per chi ci tiene a te >>
<< Oh >>
Avrei potuto rispondere con qualcosa di più arguto, ma questo lato del suo carattere – quello premuroso e, si, persino dolce- era una sorpresa.
<< Sai, quando ti ho notata la prima volta, avevi appena convinto Malcolm che Mrs. Purr era una studentessa bocciata, trasformata in gatto per punizione. Mi hai fatto morire dal ridere, e quando ho scoperto che amavi anche il Quidditch, ho capito di avere una cotta per te >> gli occhi di Anthony erano fissi nei miei, le sue labbra dispiegate in un dolce sorriso << hai sempre avuto una luce unica, una cosa che ti ha sempre differenziata da tutte le altre. Credo sia questo il motivo per cui continuo a insistere con te. Sei la persona più speciale che conosca >>
Incredula, socchiusi le labbra. Boccheggiai alla ricerca di qualcosa da dire; mai avrei pensato che Anthony Rickett – l’energumeno più ottuso di tutto il mondo magico- fosse in grado di lasciarmi senza parole. Rickett mi posò un dito sulle labbra.
<< Fammi finire >> disse autoritario << Sei speciale perché sei brava in tutte le cose che la gente ignora: è grazie a te, per la passione che hai sempre mostrato, che mi hai fatto innamorare di Astronomia. Il mio piano era di continuare i M.A.G.O. sin dal primo anno, trovarti in classe è stata quasi una sorpresa. Ma, devo ammettere, che è da settimane che non vedo più la luce di Cassidy, è come se tutto quello che sei, tu lo abbia nascosto da qualche parte. E so che è colpa di quello che è successo con Fred; riuscirei a percepire quanto lo ami anche a chilometri di distanza. E so anche che vorresti essere con lui questa sera >> Anthony fece un sospiro << e se questo ti aiutasse a tornare felice, sarei più che contento di aiutarti, non voglio costringerti a stare con me >>
Mi gettai tra le sue braccia, la bocca chiusa per timore di smuovere il groppo che avevo in gola. Chi lo avrebbe mai detto Anthony Rickett si sarebbe rivelato più ragionevole di Gwen e Ariel? << Ma non mi stai costringendo, Rickett >> sussurrai sciogliendo l’abbraccio.
Lui si lasciò sfuggire un sorriso << Cassie, vai da Fred e sistema tutto. So che è quello che vuoi e so anche che è quello che devi fare >>
Impedendogli di continuare a parlare, posai le mie labbra sulla sua guancia e gli scoccai un bacio.
<< Rickett, sei un ragazzo fantastico e sono fantastiche anche le tue mosse da ballerino >> ridacchiai << promettimi di non passare da solo il resto della serata >> Anthony annuì con un sorriso. Lo salutai e uscii dalla Sala Grande.
Prima di fare qualsiasi cosa dovevo schiarirmi le idee e capire cosa volevo davvero. Ero pronta a parlare con Fred? Non ne avevo idea. Volevo porre fine a quella storia melensa, ma non credevo di averne il coraggio. Sospirai: forse sarebbe stato meglio rimanere a ballare con Anthony.
Avevo bisogno di prendermi qualche minuto per riflettere sulla mia prossima mossa.
Scesi i gradini dell’Ingresso e mi addentrai nel giardino delle rose, dove le luci danzanti delle fatine baluginavano tutt’intorno. Camminai tra cespugli e imponenti statue, fino ad arrivare alla serie di panchine che costeggiavano la grande fontana. Adocchiai un posto libero e mi sedetti, intenta a riordinare i pensieri che avevo nella testa. Il ragazzo che avevo al mio fianco sembrava distrutto; il capo chino in avanti e il viso nascosto dai ricci scuri.
Inarcai un sopracciglio.
<< Finn? >>
Al mio richiamo, il ragazzo alzò la testa di scatto; il viso contorto dalla sorpresa.
<< Cassidy, cosa ci fai qui? >> mi chiese. La sua voce era spenta, anche il suo sguardo era privo di qualsiasi emozione.
<< Avevo bisogno di una boccata d’aria >> risposi con un fil di voce << ma a te cosa è successo? >>
La mia preoccupazione gli arricciò le labbra; piantò i gomiti sulle cosce e tornò a guardare per terra.
<< Hai presente che ero venuto con Hay Lin, la mia migliore amica? >> mormorò.
<< Si >>
<< Ecco, sono innamorato di lei da anni, ma lei è completamente persa per quell’armadio di muscoli biondo del tuo amico >> sospirò sconsolato << e stasera mi ha rivelato di volersi dichiarare a lui >>
Non sapendo se essere felice per Anthony o sentirmi male per Finnegan o rimanere sconvolta dal fatto che Rickett aveva fatto colpo senza rivelare il suo animo romantico (o fare tutte e tre le cose), cercai di consolare Finn; una mano sulla sua schiena e il tono di voce più dolce possibile.
<< Lo so che ti può sembrare la fine del mondo, ma non è così. Stando a quello che dice Malcolm, e da quel poco che ho visto io, sembri un ragazzo meraviglioso e se Hay Lin stravede per gli armadi muscolosi biondi e non per i ragazzi ricci intelligenti e divertenti, non puoi farci niente. Non puoi ostacolare i sentimenti di una persona. Troverai di sicuro qualcuno che si innamorerà perdutamente di te >>
Finn sospirò di nuovo, i suoi occhi azzurri mi guardarono sconsolati << Lo so, ma grazie di avermi dato del ragazzo meraviglioso >> rispose accennando un sorriso << Hai ragione, lo sono >>
Mi lasciai sfuggire una risata e gli diedi una gomitata amichevole. << Prima ho mancato l’aggettivo modesto, a quanto pare >>
Finn mi diede un piccolo pizzicotto sulla guancia; un timido sorriso gli comparì sul volto << Perché avevi bisogno di una boccata d’aria? >> mi chiese curioso. Alzai le spalle.
<< Devo decidere se vale la pena andare a parlare al ragazzo di cui sono innamorata per sistemare il casino che ha causato lui >>
Lui continuò a sorridermi << Lo hai detto tu: sei innamorata. Ne vale sicuramente la pena >>
Aveva ragione: ne valeva la pena. E se fosse andata male, mi sarei tolta lo stesso un peso. Almeno avrei capito se quello che mi aveva detto George fosse vero e mi sarei messa il cuore in pace una volta per tutte.
In quel momento, il professor Piton comparì davanti a noi. << Dieci punti in meno a Tassorosso! >> urlò. Trattenni a stento uno strillo spaventato; la mia mano strinse il polso di Finn dalla paura. Solo quando capii che lo scatto d’ira del professore era rivolto al cespuglio vicino alla nostra panchina, mi calmai e lasciai andare la presa. Una ragazza strillò e uscì dall’arbusto, correndo veloce verso il castello. << E dieci punti in meno per Corvonero! >> continuò Piton contro un ragazzo che seguì la poveretta.
Io e Finn ci guardammo allibiti per un secondo, poi scoppiammo a ridere e iniziammo a inveire contro i malcapitati delle nostre case. << SIETE DEGLI SCHIOPODI MARCI>>
<< NEANCHE I BUNDIMUN SONO COSI’ AMMUFFITI! SE PERDIAMO LA COPPA DELLE CASE E’ SOLO PER COLPA VOSTRA! >>
<< SUDICI DALEK! >>
Al grido di Finn, inclinai il viso da un lato << sudici Dalek? >>
Finn mi diede una pacca sulla spalla e, senza darmi alcuna spiegazione, cambiò argomento << tu non devi andare da quel ragazzo? >>
Al sol pensiero di dover parlare a Fred, il mio stomaco cominciò a ruggire spaventato. << Devo? >> chiesi impaurita.
Finn mi indico severo il castello << forza >>
Sospirai e gli diedi un veloce abbraccio. << Grazie, ancora >> gli dissi alzandomi dalla panchina; sospirai provando a farmi forza, ad ogni passo verso la scuola, il mio cuore faceva un tuffo.
<< Grazie a te per avermi fatto ridere >>
L’urlo di Finn mi accompagnò fino alla scalinata; la sua sagoma divenne nera nella notte.
Salii di fretta le scale e una volta dentro il castello venni avvolta dal calore delle candele che illuminavano la Sala d’Ingresso. Non mi ero accorta di quanto fosse fredda la temperatura in giardino. La Sala Grande era ancora travolta dalla musica delle Sorelle Stravagarie e dai cicloni formati dagli studenti; all’idea di dover addentrarmi in quella calca confusionaria, i miei piedi cominciarono a piangere. Con l’intento di cercare prima le mie amiche, mi tolsi i sandali e li lasciai fuori dalla porta della sala; i miei piedi si rilassarono a contatto con il pavimento ghiacciato. Impaziente di raggiungere le ragazze, mi feci largo tra la folla e sgomitai fino a quando i capelli fucsia di Ariel comparirono davanti ai miei occhi. Per mia fortuna, Gwen si trovava lì vicino e non ci impiegai molto ad afferrarle per i polsi e a trascinarle nello stesso angolo in cui mi avevano rapita poco prima.
<< Ho cambiato idea >> dissi alzando la voce, nell’intento di farmi sentire sopra tutto quel rumore << raccontatemi questo piano >>
Gwen mi strinse nella sua morsa soffocante << Oh Cassie, ho avuto paura che ci odiassi >> ululò aumentando la stretta.
Ariel rimase a qualche passo da noi, le braccia conserte e un sopracciglio alzato.
<< Cass, sei una pirla >> disse secca << non puoi dirci quelle cose che ci fanno sentire delle brutte persone e poi cambiare idea così >>
Mi liberai dall’abbraccio di Gwen e misi a entrambe una mano sulla spalla << in realtà quelle cose le penso ancora, ma le cose sono andate diversamente. Avete ragione: ho bisogno di chiarire questa storia e sono pronta ad ascoltarvi. Dopo tutto quello che fate per me, fidarmi di voi è il minimo che possa fare >>
Gwen e Ariel si lanciarono un’occhiata di intesa; Gwen annuì e Ariel si schiarì la voce pronta a raccontare << Se la metti così, questo è stato il piano: io e Gwen abbiamo deciso di approfittare del Ballo del Ceppo per farvi fare pace, così lei ti ha proposto di invitare uno dei ragazzi della lista, lista che avrebbe dovuto farti capire quanto tu amassi ancora Fred. Sapevamo che tutti quei ragazzi ti avrebbero respinta – scusa- >>
Ariel abbozzò un sorriso; la mia mascella si contrasse innervosita.
<< Di certo, non avevamo idea che alla fine avresti chiesto a Rickett di farti da accompagnatore! >> aggiunse Gwen; le braccia alzate per enfatizzare le sue parole.
 << Comunque>> riprese Ariel << il nostro scopo era quello di farti venire al Ballo da sola, così che George, il mio accompagnatore, avrebbe sostituito Fred con Angelina, nel momento in cui tu e Fred vi foste rimessi insieme >> concluse.
<< Tu guardi troppi film, Ariel >> risposi sconcertata.
Se non fossi stata troppo sconvolta, mi sarei inchinata davanti alla grandezza della sua mente maleficamente ingegnosa. Dove trovava il tempo di architettare quelle trame complesse e impossibili?
In quel momento le guardai; le mie labbra si allargarono in un sorriso. Ariel e Gwen erano tutto ciò che avrei continuato a desiderare ogni Natale. Non riuscivo a immaginare un futuro senza avere loro due, le mie migliori amiche, al mio fianco. Chi mi avrebbe mostrato la retta via? Di sicuro non l’Amante del Vecchiume. E chi mi avrebbe fatta sentire sempre a casa? Non la Donna Arcigna che chiamavo madre.
<< Ma è per la vostra pazzia che vi adoro così tanto >> conclusi.
Ariel alzò gli occhi al cielo << Non fare la spina nel fianco e vai da Fred >>
Gwen sbuffò, ma io sapevo che quello era il modo per Ariel di dirmi che mi voleva bene.
<< Ti adoriamo anche noi, Cassie >> così dicendo, Gwen coinvolse me e Ariel in un grosso e goffo abbraccio.
<< Okay, bando alle smancerie >> mugolò Ariel sgusciando via dalla nostra presa << George e Fred hanno passato tutta la sera a rincorrere Ludo Bagman; ora che lui è sparito, hai l’occasione per andare a parlargli >>
Mi indicò il tavolo a cui Fred e George erano seduti; con la stessa espressione corrucciata, stavano borbottando qualcosa tra di loro.
<< Buona fortuna >> mi disse Ariel sorridendo.
<< Si, e in bocca al drago! >> aggiunse Gwen dandomi un bacio sulla guancia.
Con le mani strette in due pugni, avanzai verso il tavolo. Non mi importava se il mio cuore mi stesse minacciando di farmi morire d’infarto o se il mio viso accaldato mi stesse avvertendo che ero a rischio iperventilazione, volevo chiudere quella storia per sempre.
Non appena George mi vide, sfoggiò un sorriso ebete e si allontanò dal fratello con una scusa.
Confuso da quello che gli aveva detto il gemello, Fred aggrottò la fronte, ma quando i suoi occhi si posarono su di me, il suo viso si indurì in un’espressione impassibile.
<< Quale onore >> disse; la voce colma di sarcasmo.
Mi era mancato il modo in cui mi istigava alla violenza. Mi morsi l’interno della guancia per non insultarlo e presi un respiro.
<< Sappi che se sono qui, non è certo per merito tuo. Sono stati un paio di amici a convincermi che questa sia la cosa giusta da fare e non voglio pentirmene >> iniziai, espirando l’aria che avevo trattenuto nei polmoni. Fred si alzò dalla sedia e incrociò le braccia al petto; un sopracciglio alzato e un dito che tamburellava su un avambraccio. << sentiamo allora >>
<< Ieri sera, George mi ha rivelato che quello che hai detto ad Angelina era una bugia, che non è vero che il vostro intento era quello di usarmi per ottenere i soldi di Cedric >>
Fred annuì << Beh, sì. E’ vero >>
<< Bene, ora voglio sentirlo da te >> continuai secca << perché voglio mettere a tacere tutti i dubbi che mi rimangono e voglio smettere di stare male per te, non posso continuare a rovinarmi l’esistenza a causa tua >>
Il volto di Fred si addolcì; con uno sbuffo, si passò una mano tra i capelli, i suoi occhi marroni erano fissi sul tavolo << Ho inventato quella menzogna perché mi imbarazzava l’idea che qualcuno ti potesse definire la mia ragazza. Ma non perché tu fossi tu, ma perché non sono mai stato impegnato con nessuno e ho sempre considerato l’essere fidanzati come una debolezza. Così ho detto quella cosa per far ricredere le mie compagne e mi dispiace. Se avessi saputo che tu fossi lì, che poi ti avrei persa, non lo avrei mai fatto >> Fred alzò il viso, i suoi occhi mi guardavano con insistenza << Quando mi sono ritrovato a Lezione di Astronomia, non avrei mai detto che quella sarebbe diventata la mia materia preferita. E tutto questo a causa tua. Ho sempre avuto un debole per te, ma mi sono reso conto di essere innamorato quando mi hai spiegato l’Unità Astronomica. Anche se non ti piaceva l’argomento, il tuo viso si è illuminato lo stesso e attraverso le tue parole, è stato come viaggiare nello spazio. Diggory, io ti amo e sono stato l’idiota più idiotoso del mondo; persino il parrucchiere di Piton è secondo a me >>
Non riuscii a trattenere un sorriso. Era inutile cercare di essere seria quando l’unica cosa che volevo fare era baciarlo, non potevo più negare che l’unica cosa che volevo davvero era stare insieme a lui. Le mie braccia scivolarono lungo i fianchi, il mio viso si rilassò. Ero pronta a cedere.
<< Ti perdono solo perché quello che hai detto è stato molto carino >> risposi con un’alzata di spalle.
Fred strabuzzò gli occhi << Carino? Carino? Tu chiami questa dichiarazione degna del miglior libro d’amore, solo carina? >>
Mi lasciai sfuggire una risata, gli presi le braccia e me le avvolsi attorno alla vita. Fred si sciolse in sorriso; aumentò la stretta e appoggiò la fronte alla mia.
<< Mi perdoni davvero? Non credo di meritarmelo >> mi sussurrò.
Le farfalle del mio stomaco si risvegliarono e tornarono a frullare le ali contente.
<< Non te lo meriti, infatti. Ti perdono solo perché sono pazzamente innamorata di te, della tua irritante faccia, della tua irritante voce e della tua irritante personalità, Whiskey >>
Gli toccai la punta del naso con un dito e in quel momento fu lui a ridere.
<< Credo tu sia un po’ masochista >>
Mi alzai in punta di piedi; i nostri visi sempre più vicini e i nostri sguardi incastrati. Finalmente mi sentivo felice come non lo ero da tempo.
<< MA QUESTI SONO I LUPI DI PADDINGTON! >>
La voce di Ariel ci fece voltare verso la sua direzione; con le mani tremanti dall’emozione, la ragazza stava reggendo il suo cappello a cilindro, mentre la cover che stavano suonando le Sorelle Stravagarie rimbombava per tutta la sala.
Cedric comparve al suo fianco, lo sguardo rapito dalla band << Sai che questa è la mia loro canzone preferita? >>
<< Io credo che sia la loro canzone peggiore >> rispose lei. Cedric buttò la testa all’indietro e rise di puro gusto.
<< Allora non credo che tu voglia ballarla con me >>
Ariel gli diede una lieve spinta all’indietro << Senti, Spaccone, non ho detto questo. Fammi sognare! >>
Cedric la prese per mano e la condusse sulla pista, dove i suoi capelli fucsia ondeggiarono tra la folla scatenata. Colta alla sprovvista, trattenni un urlo di gioia. Era davvero possibile che un giorno Ariel sarebbe potuta diventare mia cognata? Non ebbi il tempo di fare un calcolo delle probabilità, che George si materializzò trafelato al nostro fianco.
<< Mi dispiace interrompere il vostro idilliaco momento, ma Bagman è tornato e questa, Fred, potrebbe essere la nostra ultima chance per riscattare i nostri soldi >>
Fred guardò il Ministro che stava bevendo qualcosa al tavolo del rinfresco e poi spostò gli occhi su di me. Il mio sguardo assassino lo fece deglutire.
<< Georgie, non credo che ora sia una buona idea. Devo a Diggory almeno un bacio, non puoi tenerlo occupato? >>
George sbuffò e si allontanò imprecando qualcosa contro l’amore. Sorrisi a Fred e tornai in punta di piedi << Hai messo gli affari al secondo posto? Sono quasi commossa >>
Lui alzò gli occhi al cielo, ma prima che potesse replicare, le mie labbra si posarono sulle sue e continuarono a baciarlo fino alla fine del nostro ultimo ballo.
***
Bhe, la nostra storia si conclude qua. Certo, voi vi starete chiedendo un sacco di cose: cosa avrà fatto la nostra bellissima e simpaticissima protagonista quando suo fratello è morto a fine anno? E come ha reagito alla morte di Fred? E Malcolm? A distanza di ventidue anni è rimasto ancora pandoso e meraviglioso? Ariel sarà riuscita a diventare un’alchimista importante? Quanti figli avranno Lee e Gwen? La McGranitt ha davvero la sindrome da ‘entrata da star’ a tutte le cene importanti? E molto altro ancora.  Potrei scrivere intere pagine per raccontare quello che è successo, ma non voglio farlo.
Una volta ho incontrato un uomo buffo senza sopracciglia che – dopo essersi sistemato il papillon rosso- mi ha rivelato di strappare l’ultima pagina di ogni libro che legge perché odia i finali. Io voglio lasciarvi l’ebrezza dell’ignoto, voglio che immaginiate voi come si concluda la storia. D’altronde, non è questo uno degli aspetti più belli dei libri? Non sono mai davvero finiti; ci sono mille modi per sviluppare i racconti e renderli più belli. Potete solcare i mari della vostra fantasia e continuare a fantasticare su quello che può essere successo.
Per Merlino, Morgana e Silente, il ritratto che mi ha commissionato questa storia (provate a indovinare chi è la persona che riesce a irritarmi anche una volta morta, funesta l’’idea di appendere un suo quadro nella mia classe) mi sta obbligando a dire almeno due frasi per ogni personaggio, giusto perché non vuole che io finisca di scrivere. Okay, proviamo a vedere cosa riesco a dire senza dilungarmi troppo.
Iniziamo con le cose semplici: Gwen e Lee hanno tre bambini e Malcolm è il Guaritore più pandoso del mondo magico. Abbastanza prevedibile, no?
Passando alle cose più inaspettate, o almeno, alle cose che si pensassero superate una volta per tutte, Kate non è riuscita a farsi piacere il freddo russo della patria di Aaron. Ancora oggi passa da sessantenne a settantenne senza il minimo senso del pudore, ma almeno è felice come Ufficio per i Gioghi e Gli Sport Magici.
Ariel è la professoressa di Alchimia migliore che Hogwarts abbia mai avuto e sono fiera di chiamarla mia collega. Già, perché io e la scuola siamo legate da una maledizione incollante: non riusciamo a staccarci l’una dall’altra. Almeno insegnare Astronomia mi diverte.
E volete sapere un segreto? Da quell’assurdo anno scolastico, il mio sogno di diventare una giocatrice di Quidditch professionista scemò fino a scomparire del tutto. Non pensate, però, che la mia passione sia svanita: la squadra di Quidditch dei miei amati Tassorosso non ha mai sudato così tanto da quando sono diventata loro allenatrice. Pensate che mia madre ha preso anche a darmi consigli su come allenare una squadra di Quidditch.
Ah, e Anthony e Hay Lin sono felicemente sposati. Certo, lui non smette di fare lo spaccone, ma lei si è innamorata di lui anche per questo. Non temete per Finnegan Harries, anche lui è contento con sua moglie. E detto tra noi, sebbene lei da ragazza lo avesse preso in giro perché faceva parte del Club di Erbologia e non giocava a Quidditch, ha sempre avuto un debole per i ragazzi ricci intelligenti e amanti del giardinaggio.
Il ritratto si è arrabbiato, ora pensa che io abbia detto troppo – chissà come mai- e mi ricorda che il mio tempo è terminato. L’ultima cosa che posso dirvi è quella di credere in voi stessi e di non sentirvi mai inferiori a nessuno.
Credo sia questa la morale della storia – oltre al fatto che da sedicenne ero davvero in una perenne fase pre-mestruale- e ora che l’ho chiarita sono pronta a salutarvi.
Addio,
Vostra (per sempre)
Cassidy

Ringraziamenti:
Vorrei ringraziare tutti, ma proprio Tutti con la T maiuscola. Non ho mai scitto niente di così lungo ( mi scuso anche per le proporzioni esagerate dell'ultimo capitolo) e questo anno insieme a Cassidy, seppur sia stato snervante, mi ha aiutato a capire cosa fare della mia vita. Strano, vero?
Comunque, vorrei cominciare a dire grazie a Elena e Valentina, le mie migliori amiche, che sono state le modelle per Ariel e Gwen. Se sono riuscita a trovare il vestito del ballo per Cassidy, il merito è solo delle abilità da costumista della mia Ele! Mi hanno sostenuto davvero tanto e mi hanno sentito parlare di questa fan fiction ancora di più, perciò meritano di avere un ringraziamento pubblico.
Ringrazio anche la mia Giorgia, la mia controparte fantastica, che ha letto tutto e mi ha sempre incitata aumentando il mio ego; la ragazza per cui mi diverto a scrivere tutti i miei riferimenti su Doctor Who. Merita anche lei un grosso riconoscimento.
Ringrazio anche la mia compare, la mia Mar che nonostante non conosca Harry Potter è sempre stata la mia recensitrice numero uno e con il suo entusiasmo, mi ha sempre fatta sentire brava.
Ringrazio, infine, tutti quelli che mi hanno recensito, chi ha messo tra i seguiti, chi tra i preferiti e chi tra le ricordate. Ringrazio anche chi ha solamente visualizzato e chi è rimasto fino alla fine. Davvero, come avete fatto a seguire una fan fiction che ha i tempi di pubblicazione uguali a quelli tra una stagione e l'altra di Sherlock? Vi adoro.
Grazie per aver accompagnato me e Cassidy in questa avventura!
Alla prossima,
baci,
Becky
P.s.
Ho sempre sognato scrivere dei ringraziamenti seri come questi HAHAHHAHAHA
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: emptyhanded_