Salve, dite la verità, mi avevate dato per
disperso…ebbene eccomi qui con un nuovo capitolo.
Avevo già da tempo cosa dovesse succedere,
ma cavolo…sti scontri mi fanno uscire di testa.
Sperando che vi ricordiate più o meno come
eravamo rimasti…vi auguro una buona lettura e anche se in ritardo, un Buon
Natale e già che ci siamo Buon Anno.
Capitolo 84: Akainu
“Akainu” sussurrò Rufy,
assottigliando gli occhi.
Nami, al pronunciare di quel nome, spalancò
gli occhi, terrorizzata all’idea che qualcosa di simile a quanto successo a Marineford, potesse verificarsi nuovamente.
Fra tutte le persone che avrebbero potuto interrompere il matrimonio, dato
che non aspettava che tutto filasse liscio, Akainu
era uno di quelli che sperava di non veder comparire.
Era abbastanza logico pensare che, una volta diffusasi la notizia della
presenza della ciurma di Mugiwara e di Shanks su quell’isola, potevano venire inviati in missione
i marine più temuti.
“Akainu! Hai avuto un pessimo tempismo. Ti
dispiace? Qui stiamo celebrando un matrimonio e, sinceramente, la tua opinione
non frega a nessuno!” disse Shanks, sprigionando il
suo haki, per far intendere al grandammiraglio,
che non sarebbe riuscito a rovinare tutto.
“Capitano, credo che Akainu non sia l’unico
problema” disse Yasopp che aveva notato che da un
sottomarino, poco distante da loro, stavano uscendo diversi marine, pronti a
dar loro battaglia.
Rufy sospirò e cercò di lasciare le mani di Nami, ancora unite per il matrimonio, ma la presa salda di Shanks non glielo permise.
Nami e Rufy
guardarono il rosso confusi, ed egli sorridendo disse “Vi dichiaro marito e
moglie!”.
Nonostante la minaccia, tutti i pirati esultarono e mentre Akainu, bellamente ignorato, si lanciò in picchiata con un
pugno sguainato, verso i due sposini, Shanks aggiunse
“Puoi baciare la sposa!”
I due interessati però non ebbero tempo di scambiarsi il bacio che
concludeva la loro unione, perché Rufy, prendendo in
braccio in stile sposa Nami, dovette schivare il
colpo di Akainu.
Atterrò sul parapetto della nave e guardando Nami,
che teneva le braccia intorno al suo collo disse “Speravo di prenderti in braccio
in questo modo per un’altra occasione, ma a quanto pare, nemmeno il matrimonio
può andare in modo tranquillo nella nostra ciurma!” disse Rufy
un po’ dispiaciuto.
Nami rimise i piedi a terra e scuotendo la
testa disse con un sorriso “Come se le cose che riguardano te fosse facili e
tranquille!”.
Successivamente la navigatrice vide un movimento dietro le spalle di Rufy e non ebbe nemmeno il tempo di avvertire il ragazzo,
che Shanks bloccò il colpo con la sua spada.
“Rufy, fa attenzione con lui. Non voglio sposarmi
e restare vedova il giorno stesso! Ti uccido se ti fai uccidere!” disse Nami in tono minaccioso, cosa che fece sogghignare Rufy, il quale allontanandosi dalla sua amata disse a Shanks di cambiare campo di battaglia, per evitare che la Sunny venisse danneggiata in modo tale, che nemmeno Franky avrebbe potuto fare niente.
Akainu era davanti a Shanks
e Rufy e sogghignava, convinto della sua potenza ed
era pronto a perforare i loro stomaci con violenza proprio come aveva fatto
anni addietro.
Rufy lo stava fulminando con lo sguardo. Era
ormai giunta la resa dei conti e questa volta avrebbe messo la parola fine alla
presunzione di quel marine. Lo avrebbe preso a calci, tanto che avrebbe
desiderato di non essersi mai arruolato.
“Shanks, questa è una battaglia solo fra me e
lui. Ti prego, vai ad aiutare gli altri!” disse Rufy
facendo schioccare le dita delle mani, come a voler a indicare che era pronto
per la battaglia.
Shanks lo osservò bene. Leggeva determinazione
negli occhi e dopo aver fatto un sorriso, disse “D’accordo, ma stai attento!”
Rufy ricambiò il sorriso annuì.
Nami che li aveva seguiti, non facendosi
vedere da Rufy, che sicuramente l’avrebbe
rimproverata, venne invasa da un sentimento di terrore quando vide Shanks allontanarsi. Già non era tranquilla con la sua
presenza, senza di lui quel poco di atteggiamento positivo che aveva, se n’era
andato.
Sapeva che Rufy avrebbe potuto sconfiggerlo in
quanto in quel periodo era di sicuro migliorato, ma la questione personale che
legava il ragazzo ad Akainu poteva in qualche modo distrarre
il ragazzo.
Ma Nami comprese che Rufy
era intenzionato a finire quella battaglia vedendolo assumere immediatamente la
sua forma del gear fourth.
Nami non amava quella trasformazione, non
tanto per l’aspetto che assumeva il ragazzo, cioè quella di una specie
lottatore di sumo tatuato, più che altro per lo sforzo a cui sottoponeva il suo
corpo. Se non riusciva a sconfiggere Akainu nei pochi
minuti che aveva a disposizione, per lui sarebbe stata la fine, perché per
quanto poteva provare a distrarre il nemico per permettere a Rufy di recuperare, lei non sarebbe stata in grado di
resistere a lungo ed era anche generosa, perché se pensava alla sua incapacità
di usare l’haki per difendersi dai rogia, riuscire a pensare anche solo di resistere agli
attacchi di Akainu per un solo minuto, era una sorta
di presunzione.
Rufy metteva più potenza che poteva nei suoi
attacchi, ben contento di venire a sapere che a contatto con il corpo di Akainu, il suo haki dell’armatura
era abbastanza potente da non rimanere bruciato dalla lava di cui era composto
il corpo del grandammiraglio, ma purtroppo questo non
era abbastanza quando era direttamente il nemico a utilizzare gli attacchi di
fuoco, utilizzando lui stesso l’haki. Si domandava
persino se si poteva arrivare a ottenere un haki
talmente potente da diventare immune a un elemento distruttivo come la lava.
Passarono un paio di minuti e in questo poco tempo, i due ci avevano dato
dentro. Sapevano entrambi di dover
combattere un potente nemico e Akainu dovette suo
malgrado riconoscere che il suo avversario era notevolmente migliorato.
Rufy si rialzò immediatamente, dopo che un
forte colpo al viso, che gli provocò la fuori uscita di sangue dal naso, lo
aveva scagliato a terra.
“Sei solo un illuso se credi di sconfiggermi. Farai la stessa misera fine
di tuo fratello!” disse Akainu cercando di
innervosire il ragazzo, il quale con un ghigno rispose “Se hai bisogno di
irritarmi per sconfiggermi, vuol dire che non hai più così tanta fiducia nelle
tue capacità!”
Rufy si preparò ad attaccarlo nuovamente e urlò
“gomu gomu no red hawk!”. Era la tecnica che
aveva creato in onore di suo fratello ed era la tecnica che avrebbe voluto
usare per sconfiggere Akainu, in modo tale che anche Ace avrebbe potuto avere, in
un certo senso, la sua rivincita. Allungo il suo braccio impregnato di haki dell’armatura per poi lanciarlo verso il nemico. Il
braccio a contatto con l’aria si incendiò e andò a colpire Akainu
dritto dritto nello stomaco.
Il fuoco non era potete da ferire l’uomo di lava, ma dall’espressione che
egli fece, Rufy comprese che qualche sorta di effetto
il colpo aveva dovuto averla. Infatti poco dopo un rivolo di sangue uscì dalla
bocca dell’uomo.
Akainu contraccambio immediatamente, ma Rufy ricorrendo al Geppo, tecnica
che gli consentiva di volare se calciava l’aria, riuscì nuovamente a schivare
il suo attacco.
Fu in quel momento che Rufy vide una colonna di
luce innalzarsi verso il cielo. Proveniva dalla spiaggia, dove i suoi compagni
combattevano e che il ragazzo poteva ammirare dall’alto in quanto, oltre al geppo, aveva spostato la loro battaglia su di un promontorio
per evitare che la furia distruttiva di Akainu
potesse colpire i suoi compagni. Cercò di comprendere stesse succedendo, quando
da questo fascio vide uscire Sanji, tramortito per il
colpo subito e che stava precipitando verso il cielo.
“Sanji!” urlò preoccupato per il compagno,
comprendendo che Kizaru era l’artefice di quella
luce.
“Non avrai veramente pensato che sarei venuto da solo con dei miseri marine
a dare battaglia alla tua ciurma e quella di Shanks?
Anche i tuoi compagni avranno una morte orribile, mi dispiace!” disse divertito
Akainu, approfittando del momento di distrazione di Rufy per fare un salto verso l’alto con l’aiuto dei suoi
poteri e colpire l’avversario con la tecnica del cane oscuro. Un potente pugno
che se andato a segno, iniettava della lava nel corpo della vittima,
provocandogli seri danni.
Rufy vedendo il pericolo riuscì a schivare l’attacco,
mirato verso il suo petto, facendosi colpire però la spalla, che venne
trapassata da parte a parte.
Il gridò che scaturì dalla sua bocca fu agghiacciante e a causa del dolore
e dello stordimento, Rufy perse la sua trasformazione
e cadde a terra con un tonfo tenendosi dolorosamente la spalla che aveva preso
a sanguinare.
Akainu si avvicinò a lui con un ghigno sul volto
“L’ho sempre pensato. Non avere legami è la cosa migliore…portano solo
distrazioni. Ringrazia il tuo compagno per la tua fine!” disse caricando un
nuovo pugno di lava, sta volta determinato a non sbagliare il colpo.
Pronto a colpire si sentì perforare la schiena e vide una bolla d’aria
uscire dal suo stomaco e disperdersi nell’aria.
Il marine si girò verso l’artefice della tecnica e sbuffò quando vide la
ragazzina che li aveva spiati fino a quel momento.
“Che vuoi Nami, la gatta nera! Non ho tempo per
giocare con te!” disse Akainu facendo una smorfia
annoiata.
“Non ti permetterò di fare del male a Rufy!”
disse Nami fulminandolo con lo sguardo.
“Paura di restare vedova? Io ho provato a interrompere il matrimonio e
impedire che questo accadesse, ma mi avete ignorato, quindi non piangere per la
tua perdita!” disse girandosi nuovamente verso Rufy,
per venire nuovamente colpito da Nami, la quale ripeté
“Ti ho detto che non ti permetterò di fare del male a Rufy!”
Akainu sbuffò e vedendo che Rufy
era ancora a terra a stringere i denti a causa del colpo, si permise una distrazione
“Come vuoi, allora vorrà dire che farò fuori prima te!”
“Mirage tempo!” gridò Nami alzando il suo bastone
verso l’alto, creando una nebbiolina, che riprodusse la sua immagine svariate
volte, circondando Akainu.
“Dovrai prima capire quale è la Nami originale!”
disse la donna con un sorriso, cercando di far trapelare sicurezza nelle sue
azioni, nonostante stesse tremando di paura, ma non avrebbe mai abbandonato Rufy.
Akainu fece una cosa semplicissima per capire
quale delle Nami fosse la reale, “si sciolse” facendo
sì che la lava si espandesse in modo circolare, in modo tale che una volta
raggiunta la vera gatta nera, questa per evitare di ustionarsi, avrebbe fatto
un salto indietro e sciolto la tecnica. Fu proprio ciò che accadde e subito
dopo Akainu andò all’attacco, ricomponendosi e
caricando lo stesso pugno con cui avrebbe colpito Rufy
a morte.
“Nami!” urlò Rufy
cercandosi di alzarsi, ma sapeva che non sarebbe mai giunto in tempo.
Quando il colpo di Akaimu andò a segno, un grande
polverone si innalzò, non permettendo al capitano della Sunny
di vedere cosa fosse successo. Tremava già temendo il peggio, ma quando la
polvere ricadde al suolo, potè vedere una fossa poco
profonda, probabilmente creata dalla potenza del colpo, dove al suo interno vi
era Nami inginocchiata, con il clima-tact alzato sopra la testa in sua difesa, mentre questo
impediva al pugno di Akainu di colpirla.
Rufy spalancò gli occhi quando vide che l’arma
di Nami era nera, sebbene subito dopo tornò di colore
normale, sciogliendosi a contatto della lava.
“L’haki dell’armatura!” disse Rufy
“Non è possibile!” disse Akainu sorpreso di
quanto accaduto, non aspettandosi minimamente che la donna, sarebbe stata in
grado di fermare il suo potente attacco.
Nami invece era incredula, non capiva cosa
fosse successo ed era talmente paralizzata che il prossimo attacco sarebbe
andato a segno.
Rufy comprese l’imminente pericolo e
ricacciando indietro il dolore e ripristinando il gear
fourth, colpì Akainu giusto
la forza necessaria per allontanarla da Nami per poi
dire “Ora è tempo di finirla! Preparati Akainu!”