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Autore: lily winterwood    30/12/2016    2 recensioni
[Kimi No Na Wa/Your Name!AU |Victuuri |Traduzione by Class Of 13]
Per qualche strana, inspiegabile, fantastica ragione, Yūri Katsuki e Viktor Nikiforov si stanno scambiando di posto.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Minako, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU, Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: vai bene per me (mi stai distruggendo).
 
Ci vogliono un paio di scambi per riuscire ad impostare il sistema. Viktor è quello che lascia gli appunti sulla tecnica di pattinaggio, quello che offre un feedback sul programma di Yūri così come condivide i dettagli del proprio programma affinché Yūri non sia completamente spaesato nel momento in cui si trova nel suo corpo.
È ancora primavera. La stagione del pattinaggio artistico non comincia sul serio fino all'autunno. Gli è ancora rimasto del tempo per riuscire ad imparare i programmi gli uni degli altri e capire cosa fare riguardo ai loro scambi. Yūri ha scritto diversi appunti al riguardo in una delle moleskine di Viktor. Potrebbe essere causato dal sonno, dice, ma non ne sono del tutto sicuro.

Oltre al dover sapere due set di programmi ( e doversi fidare del fatto che nessuno dei due utilizzerà quelle conoscenze per cambiare il proprio per ottenere più punti durante la competizione), i due lasciano di continuo dei resoconti per l'altro su ciò che hanno fatto durante gli scambi, così come dei promemoria su cosa fare e non fare.

Potresti non eseguire i miei programmi meglio di quanto io possa? La cosa porta Celestino a domandarsi come mai il mio progresso sia così inconsistente.
Hai chiaramente il talento per riuscire ad eseguire quei salti. 
Perché non ci riesci?
Mi manca la sicurezza!

Allora forse dovrei aiutarti ad acquisirne un po'!
Non pattinando meglio di me sui miei stessi programmi!


Dopo un po' le cose sembrano prendere un ritmo regolare. Si svegliano, vanno ad allenarsi, si procurano da mangiare e trascorrono del tempo con gli amici. Yuuri lascia una copia del suo orario scolastico sul suo telefono così che Viktor sia costretto a presentarsi anche alle sue lezioni nei giorni in cui si scambiano. Anche se non è sicuro che possa essere di una qualche utilità - tutto ciò che davvero gli rimane dopo gli scambi infrasettimanali sono impressioni sfocate di ciò di cui potrebbero aver parlato in classe così come dei gli scarabocchi fatti in momenti di noia su entrambe le sue braccia. Phichit, che frequenta spesso le sue stesse classi, fa del suo meglio per aggiornarlo, ma Yūri sa che il suo amico trascorre gran parte delle lezioni controllando Touchbook piuttosto che prestando attenzione, perciò non c'è davvero motivo di affidarsi a lui per le spiegazioni su ciò che è successo in classe nei giorni di scambio.

Inoltre Phichit non sa nemmeno la verità riguardo ciò che gli succede in quei giorni. Lui e Viktor si sono scambiati l'implicita promessa di tenere questo strano fenomeno per loro.

Phichit ha detto che alle volte palpeggi il mio sedere mentre ti stai guardando allo specchio. Potresti evitare di farlo?
Come posso sapere che tu non stia facendo lo stesso con il mio sedere, Yuri?
Perché io ho davvero un senso della dignità?
La tua dignità sarebbe molto più credibile se spendessi davvero del tempo per imparare come atterrare dopo un quadruplo Salchow.


È un'intricata danza tra i due, come se si stessero muovendo assieme seguendo una canzone il cui ritmo è a loro sconosciuto. Alle volte li colpisce ancora quanto sia incredibile la loro situazione, ma cosa possono farci? Le reazioni delle persone attorno a loro confermano chiaramente che, infatti, si stanno scambiando di posto.
E, nonostante le note e le precauzioni, cominciano entrambi a diventare più sfacciati nelle loro azioni nei panni dell'altro.

Preso un caffè assieme ad una ragazza carina dal conservatorio! Ha detto di essere disponibile a lavorare su un pezzo per il programma del tuo free skate!
Viktor! Smettila di interferire nella mia vita sentimentale!
Sto solo cercando di renderti un po' più popolare, qui!
Senti chi parla. Dal tuo lato non ho ricevuto chiamate o visite da qualcuno che potrebbe anche remotamente passare come un amante.


La volta successiva in cui Viktor si sveglia come se stesso, controlla il cellulare alla ricerca del resoconto di Yūri e quasi lo scaglia contro il muro più vicino.

Yuri, perché ci sono dei messaggi flirtanti da parte di Christophe sul mio cellulare?
Era in città quindi gli ho chiesto di uscire assieme per cena. 
Ti piace Christophe, no? Hai un sacco di selfie con lui.
E io che pensavo che fossi completamente privo di esperienza.

La volta successiva in cui Yūri si sveglia come se stesso trova la parola "idiota" in russo scritta sulla sua fronte e una nota da parte di Viktor sul suo cellulare.

La volta successiva in cui Viktor si sveglia come se stesso trova la parola "idiota" in giapponese scritta sulla sua guancia e una nota adesiva da parte di Yūri sullo specchio del bagno.

Allora forse dovresti prendere in considerazione che anche a me piaccia semplicemente stare da solo!


Viktor si è abituato ai giorni in cui si sveglia come Yūri.

È sempre piuttosto semplice capirlo anche prima che apra gli occhi, perché la sua sveglia quando si sveglia come Yuuri è la suoneria della sveglia del telefono di Yūri, non un Makkachin affamato che gli lecca il viso. Perciò questa volta spegne semplicemente la sveglia sul materasso accanto a sé, indossa gli occhiali di Yuuri e si alza a sedere.

Uh. La stanza è cambiata, questa volta. Si trova in una stanza d'albergo. Ai piedi del letto giace una valigia straripante di vestiti. I pattini di Yūri sono posti accanto ad essa.
Viktor accende la televisione. Stanno trasmettendo un telegiornale giapponese. Lo lascia in riproduzione mentre apre l'armadio solo per trovare i costumi da pattinaggio di Yūri e quello che possibilmente è il più brutto completo che vi abbia mai visto appeso.
 (Viktor riflette brevemente su se comprare un nuovo completo per Yūri violerebbe l'avviso di "non spendere troppi soldi" che Yūri stesso gli aveva lasciato.)
C'è un appunto sullo specchio del bagno quando va a prepararsi. Recita:

Nel caso dovessimo scambiarci, Viktor, oggi è il giorno del Free Skate dell'NHK Trophy. Indossa il costume blu e cerca di avere il completo sotto mano per il banchetto che seguirà.
Viktor borbotta. Nessun quantitativo di preparazione, nessun quantitativo di avvisi e di appunti e di strani e possibilmente fin troppo strani consigli da allenatore potrebbero mai prepararli per uno scambio il giorno di una competizione. Si sono rivelati a vicenda le assegnazioni per il Grand Prix di quest'anno e Viktor ha sentito una strana miscela di felicità e delusione nel sapere che non avevano alcun evento comune.
Sarebbe stato carino incontrare, faccia a faccia come se stesso, l'uomo che ha riempito il suo frigo e dato da mangiare al suo cane, l'uomo che in qualche modo è riuscito ad avvicinarlo ai suoi compagni pattinatori - l'uomo che gli stava mostrando, anche se non era mai realmente presente quando accadeva, che c'era di più nella vita del pattinaggio e delle medaglie.

Medaglie. Merda. Viktor si schiaffa una mano sul viso quando ricorda che la scorsa notte era stata la notte antecedente il Free Skate della Coppa di Cina. Strano che queste due competizioni avvengano quasi contemporaneamente. L'ISU ha davvero bisogno mettere in ordine i cazzi propri.

Almeno aveva lasciato un promemoria nel proprio telefono per Yūri, giusto in caso. L'unica cosa rimasta di cui preoccuparsi era se Yūri poteva riuscire ad eseguire o meno il Free Skate di Viktor durante la competizione. Ha letto resoconti di prove che oscillavano da un paio di imprecisioni ad assoluti disastri, perciò una volta aveva chiesto a Yuri Plisetsky di registrare il suo modo di pattinare al prossimo giorno delle "vongole andate a male" (come il più giovane degli Yuri aveva insistito per chiamarlo).

I video ottenuti come risultato avevano placato gran parte delle paure di Viktor. Yūri Katsuki era capace di eseguire gran parte, se non tutti, gli elementi dei programmi di Viktor. Diavolo, il modo in cui esegue le sequenze di passi potrebbe essere anche migliore di quello di Viktor. Avrebbe fatto un commento al riguardo per lui la prossima volta che si sarebbero scambiati.

Se tutto andava per il verso giusto, Yūri si sarebbe ricordato di quegli appunti durante la competizione, quella sera.

Viktor si bagna il viso con dell'acqua e passa una mano tra i suoi capelli. Raddrizzandosi, si stiracchia poi un po', catalogando i lividi sul corpo di Yūri che non erano stati presenti l'ultima volta che si sono scambiati. Infine si volta così da poter guardare allo specchio il sedere fasciato negli slip di Yūri.

Forse no, per il suo bene, pensa Viktor.

Palpeggia lo stesso il sedere di Yūri. Non è colpa sua se il pattinatore giapponese ha delle gambe che avrebbero potuto mandare in frantumi le montagne.

Viktor arriva alla pista appena in tempo per il riscaldamento. Fa un paio di giri sul ghiaccio per scaldarsi e prova il suo quadruplo Salchow. Al fine di fingere di essere Yūri, ci mette un po' di incertezza.
Le persone si lamentano sempre di quanto sia difficile mantenere la propria personalità sul ghiaccio. Viktor non può fare a meno di ridere un po' al riguardo. Provate a fingere di essere la personalità sul ghiaccio di qualcun altro.

«Sembra che tu sia in buona forma, oggi, Yūri!», gli dice Celestino quando esce dal ghiaccio. «Non farti prendere dai nervi e avrai l'oro assicurato!».
Viktor ride. «Farò del mio meglio», dice.
«Questo è lo spirito!». Celestino gli dà una pacca sulla spalla facendo sobbalzare appena i suoi occhiali.
«Una domanda veloce, coach», dice Viktor. Celestino gli rivolge un sopracciglio alzato come a volerlo incoraggiare a continuare. «Qual è l'ordine?».

«Sarai il quarto, ovviamente, visto che ti sei piazzato terzo con il tuo programma breve».
«Ah». Non male, Yūri. «Posso vedere i punteggi?».
Celestino tira fuori i risultati del programma breve sul suo telefono e Viktor li scrutina. Sembra che dovrà battere Christophe Giacometti e Cao Bin. Yūri ha almeno dieci punti di vantaggio rispetto al pattinatore che è attualmente ultimo. Non è particolarmente preoccupato.
Tornano dove gli altri pattinatori stanno facendo stretching e stanno chiacchierando mentre lo Zamboni viene fuori per rifare la superficie del ghiaccio per la competizione. Christophe gli rivolge un sorriso a trentadue denti e un cenno della mano e per un attimo Viktor si domanda se Christophe l'abbia scoperto. Lo saluta di rimando, attento a metterci una punta di timidezza.
Yūri aveva accennato di non conoscere davvero gran parte dei pattinatori con i quali era in competizione, ma in base a come alcuni tra gli altri pattinatori gli rivolgono sorrisi amichevoli, Viktor sospetta che Yūri sia sminuendo i suoi legami con il resto della comunità.
La competizione ha inizio. Viktor guarda, assieme a Christophe e a Leo de la Iglesia accanto a lui, Emil Nekola prendere posto sul ghiaccio. Si acciglia un po' nel momento in cui nota cosa il pattinatore ceco sta indossando.
Non è ciò che aveva indossato ai Mondiali la scorsa primavera?
Viktor scaccia via il pensiero. Potrebbe essere soltanto una strana coincidenza. Non aveva guardato con attenzione Emil durante i mondiali, ad ogni modo, e spesso i pattinatori artistici riciclano i loro costumi.
E la musica. E le routines.

L'espressione di Viktor si acciglia ulteriormente ad ogni performance dei pattinatori successivi. Leo de la Iglesia ed Eric Zimmermann non sono riusciti ad accedere alla finale del Grand Prix o ai Mondiali lo scorso anno, ma Viktor sospetta che anche i loro programmi potrebbero essere delle ripetizioni.
Non c'è da stupirsi se anche il costume di Yūri sembra stranamente familiare.
Viktor si riscuote dai suoi pensieri nel momento in cui gli annunciatori chiamano il nome di Yūri. Cede le protezioni dei suoi pattini a Celestino, beve un sorso d'acqua e si dirige verso il centro del ghiaccio.
Adesso non è il momento di soffermarsi a rimuginare su quello che potrebbe semplicemente essere un brutto caso di déjà-vu. Ha un programma libero da pattinare.
Pattina sul programma di Yūri magnificamente, senza sbagliare minimamente alcun salto. Si tratta di un programma difficile, anche se di sicuro non sta affatto massimizzando il potenziale di Yūri come pattinatore. Viktor è fin troppo cosciente delle punti di forza e dei limiti del corpo dell'altro. Sa che quell'uomo può fare di meglio.

Dovrà scrivere un appunto al riguardo quando sarà fuori dal ghiaccio.
Alla fine il programma giunge al termine. Viktor abbassa le braccia e si dirige verso il kiss and cry per attendere i punteggi di Yūri. Controlla il suo telefono nel momento nell'istante stesso in cui se lo ritrova tra le mani, considera per un attimo l'idea di mandare un messaggio al proprio numero per vedere come se la sta cavando Yūri nei suoi panni alla Coppa di Cina. Ma alla fine opta per non farlo.
Il punteggio esce. Si trova al primo posto. Celestino lo abbraccia e Viktor ricambia l'abbraccio quasi in automatico, mentre la sua testa si trova ancora a miglia di distanza a Pechino.
Che diavolo sta succedendo?
Fino a che Christophe (e Viktor sa che sa eseguendo la stessa routine dello scorso anno; lo ha visto esibirsi su di essa a Sochi e ai Mondiali) ottiene il proprio punteggio, tuttavia, diventa chiaro - Yūri Katsuki ha vinto l'oro al Trofeo NHK e di conseguenza si è classificato per la finale del Grand Prix.
Nulla. I risultati non sono ancora stati postati. Viktor deglutisce. Magari è una questione di fuso orario. I risultati saranno online dopo il banchetto.
Accetta la medaglia d'oro e i fiori e poi scappa in hotel per cambiarsi e indossare quel completo orrendo per il banchetto.
Viktor non è sicuro di quando abbia cominciato ad odiare per la prima volta i banchetti dell'ISU. Forse era successo attorno alla sua terza vittoria consecutiva ai Mondiali, quando i pezzi grossi non la smettevano di distribuire falsi sorrisi sul suo "bisogno di sorprendere costantemente il pubblico" e la sua "squisita attenzione ai dettagli tecnici" e altre inopportune floride frasi riguardanti il suo modo di pattinare. Aveva trascorso gran parte di queste serate sorseggiando diversi bicchieri di champagne e contando i minuti mancanti al momento in cui sarebbe stato socialmente accettabile andarsene.
Quella sera, però, come Yūri Katsuki, poteva sorridere a tutti coloro che gli auguravano il meglio, accettare le loro congratulazioni leggermente sorprese, e fiondarsi nell'angolo dove Christophe sta parlando con Sara Crispino e Mila Babicheva.
«Yūri!», esclama Christophe quando si avvicina. «Che rimonta incredibile! Congratulazioni per esserti qualificato per la Finale!».
Viktor ricorda di aver letto la nota entusiasta di Yūri riguardo all'aver conseguito l'argento allo Skate America. Sorride e annuisce. «Sono eccitato all'idea di andare a...», si interrompe, incitando uno degli altri pattinatori a rispondere.
«Sochi?», interviene Mila.
Viktor sente il proprio stomaco precipitare. La finale del Gran Prix di quest'anno dovrebbe tenersi a Barcellona».
«Chris», dice all'improvviso mentre un pensiero terribile si forma nella sua mente. «Ti piacerebbe avere il mio numero?».

«Ooh, Yūri. Improvvisamente così risoluto». Il sorriso congratulatorio di Chris si trasforma in un sorrisetto compiaciuto. «Certo che puoi».
Cede il proprio cellulare. Viktor lo prende, voltandosi con il pretesto di volere un po' di privacy, e apre i messaggi di Chris. Scorre finché non vede il suo stesso nome e lo apre.

Il messaggio più recente è quello in cui Chris si è congratulato con lui per la sua vittoria nello Skate Canada. Nessuno dei più recenti e più flirtanti messaggi è presente.

Viktor si sente come se gli avessero tirato via la terra da sotto ai piedi. La stanza oscilla e si oscura davanti a lui: è soltanto a malapena cosciente di essere stato preso da qualcuno, del preoccupato "Stai bene?" di Christophe nel suo orecchio, prima che tutto diventi nero.

Viktor si sveglia di nuovo nella sua stanza d'albergo a Pechino.

Questa volta la testa gli sta pulsando tremendamente come se qualcuno la stesse colpendo ripetutamente con una mazza. La luce che filtra dalle finestre è troppo brillante. Ugh. Una sbornia.

Che cosa ha fatto Yūri?

Viktor cerca a tentoni il proprio telefono solo per accorgersi che qualcuno sta giacendo nel letto accanto a lui. Sussulta, schizza a sedere e abbassa lo sguardo per vedere Christophe Giacometti addormentato accanto a sé, svestito in modo disturbante.
«Yūri, non avrai», sussurra Viktor leggermente inorridito.

Christophe si rigira, ancora addormentato. Viktor si acciglia. Christophe era stato assieme a lui - beh, Yuuri - al Trofeo NHK la scorsa notte. Ma allora la notte precedente non era stata altro che una ripetizione dell'anno scorso. Perciò...

Viktor cerca le date. È abbastanza certo che le date del Trofeo NHK dell'anno scorso combaciano con le date della Coppa di Cina di quest'anno. Il Trofeo NHK di quest'anno deve ancora avere luogo.

Cerca comunque i risultati della Coppa di China e si sente inondato dal sollievo. Yuuri gli ha conquistato l'argento. Probabilmente una sconfitta, considerando che Phichit Chulanont ha vinto l'oro, ma Viktor può porvi comunque rimedio a Mosca.

Phichit. Viktor sorride un po' al nome dell'amico di Yuuri. Di tutte le persone che avrebbero potuto batterlo, Phichit Chulanont sarebbe stato quello che se lo sarebbe meritato. Ricorda di aver visto quando duramente il giovane pattinatore tailandese lavorava a Detroit, quanta gioia riceveva da ogni trottola e ogni salto. Buon per lui.

C'è un fruscio mentre Christophe si sveglia, stiracchiandosi, sbadigliando e strofinandosi gli occhi. Viktor soffoca uno sbadiglio di risposta e rimane semplicemente seduto lì mentre Christophe si arrampica a sedere, un lento sorriso che si fa strada sul volto dello svizzero nel momento in cui lo vede.
«Buongiorno», dice Christophe.
Viktor serra le labbra. Non è che non gli piaccia Christophe. Era semplicemente stato troppo concentrato sul pattinaggio per gran parte della sua vita per permettere a se stesso di stabilire con gli altri pattinatori qualcosa di più di scappatelle post-competizione in stanze d'albergo poco illuminate.
«Devi aver bevuto più di quello che pensavamo», dice Christophe accigliandosi.

«Così pare», concorda Viktor.

Christophe borbotta, posando la testa tra le mani. «Se lo avessi saputo non avrei permesso che- Ero messo piuttosto male anche io, in realtà-».

«Chris. Perdono tutto ciò che i noi ubriachi hanno combinato», dice Viktor. E qualunque cosa Yuuri abbia combinato nei panni di un me ubriaco, aggiunge silenziosamente. «Semplicemente dimmi qualunque cosa tu ricordi».

Christophe ridacchia. «Davvero, Viktor? Sei assolutamente sicuro di non ricordare di esserti spogliato fino a rimanere in mutande e di aver fatto pole dance?».
Se Viktor fosse stato in corso di bere qualcosa nel momento in cui lo aveva sentito, avrebbe sputato tutto. «Pole dance?», gli fa eco.

«Sì. Come mai non mi hai detto che avevi cominciato a praticarla anche tu? Ti avrei passato il numero del mio istruttore. Immagino che la performance di Yūri Katsuki al banchetto della finale del Grand Prix dello scorso hanno ti ha davvero colpito, uh?».

Yūri Katsuki. Viktor sblocca il proprio telefono, scorrendo tra i contatti finché non trova il nome di Yūri. Preme il tasto di chiamata.

La suoneria del telefono di Yūri taglia il silenzio della pista mentre lui si lancia in una trottola bassa volante.

Yūko Nishigori lo agita davanti a lui. «Yūri, non vuoi rispondere?», domanda.

Yūri interrompe la sua routine e pattina verso i bordi dove lei è situata, le sopracciglia aggrottate. «Chi sta chiamando?», domanda.

«Si tratta di Minako-sensei», dice.

Yūri sospira. «Starà alzando il gomito allo Yu-Topia. Sono sicuro che possa aspettare», risponde mentre si dirige nuovamente verso il centro del ghiaccio.
Yūko annuisce. «Okay, se lo dici tu. Scusami se ti ho interrotto».

Yūri ride imbarazzato. «Non fa niente. Dov'eravamo rimasti?».

Yūko apre la bocca per rispondere ma in quell'esatto momento Yūri scivola sul ghiaccio mentre la terra sotto i loro piedi comincia a tremare.


Il numero che sta cercando di raggiungere è stato disconnesso o non è più esistente.
Viktor attacca e prova a richiamare, senza successo. Christophe lo guarda accigliandosi, la preoccupazione dipinta su tutto il suo volto.

«Stai bene?», domanda. Viktor espira, mettendo giù il telefono.

«Hai, uh, avuto notizie di Yūri Katsuki, di recente?», chiede.
Un'ombra sembra attraversare il volto di Christophe a quella domanda. Viktor sbatte le palpebre, sentendo lo stomaco precipitare. Non c'è modo per cui quell'espressione possa significare qualcosa di buono.

La voce di Chris è fin troppo gentile quando riprende nuovamente a parlare. «Viktor. Non ricordi il terremoto avvenuto in Giappone durante i Campionati Mondiali la scorsa primavera?».

Lo stomaco di Viktor sembra essere ad occhio e croce all'altezza delle ginocchia, adesso. «Era solo una leggera scossa. Non eravamo neanche lontanamente vicini al suo peggio», fa notare.
«I notiziari non facevano altro che parlarne, Viktor», dice Christophe. «Il terremoto colpì il Kyushu. È stato piuttosto brutto, ma lo tsunami che lo ha seguito è stato anche peggio. Un sacco di persone sono morte, specialmente nelle città costiere».

«E Yūri-».

«È stato una delle persone che sono morte. Non hanno fatto altro che parlarne, nel mondo del pattinaggio artistico, Viktor, come potevi non saperlo?».
«Io...». Viktor sbatte le palpebre. «Pensavo fosse a Detroit», sottolinea inutilmente. Non è lontano dalla verità: si scambiava con Yūri mentre quest'ultimo era a Detroit.

«Si è ritrasferito in patria dopo che la sua stagione è finita in anticipo», dice Christophe.
Il cuore di Viktor sta impazzendo. Non può essere. Se Yūri era morto per tutto il tempo, allora chi-

 Le sue dita stanno tremando mentre sblocca il proprio cellulare e scorre tra le note e i resoconti. All'inizio appaiono completamente normali, ma poi man mano che Viktor continua a leggere le lettere iniziano a rovinarsi e a sparire.
E prima che Victor possa salvare qualcosa, l'equivalente di sei mesi di voci scritte da Yūri sul suo telefono svanisce davanti ai suoi stessi occhi.

«No», sussurra Viktor. Sente la sensazione di bagnato nei suoi occhi cadere sullo schermo del suo telefono, sente il groppo nella sua gola improvvisamente così difficile da mandare giù. Christophe gli si avvicina e Viktor si volta per seppellire il volto nella curva della spalla dell'altro, lasciando che i singhiozzi scuotano il suo corpo.

Yūri Katsuki, questo meraviglioso uomo che gli ha mostrato cosa si prova a vivere, è morto.



 
Note della Traduttrice a.k.a  gli scleri di Class Of 13.

Purotto twisto! 
Giusto per dirlo alla giapponese maniera. Ebbene sì, questo secondo capitolo si è concluso con un mega twist che dovrebbe essere piuttosto inaspettato per chi non conosce il film da cui questo AU prende spunto e sappiate che l'angst, i feels e tutti i sentimenti sono in arrivo nei prossimi capitoli. *piange solo al pensiero*
Questo capitolo era oscenamente lungo (3000 parole e passa, per Viktor Nikiforov! (?)) e da quel che ho visto anche i prossimi non sono da meno. Considerate questa pubblicazione così ravvicinata un regalo di Buon Anno Nuovo anticipato, considerando che la settimana prossima parto e starò fino all'8 senza PC e che per la settimana successiva al mio ritorno potrò mettermi a tradurre solo la sera; insomma, per farla breve, il terzo capitolo non arriverà prima del 9 Gennaio. ;;
Come sempre, poiché io sono una patata e non una pro, se trovate errori di qualunque genere o avete consigli da dispensare sapete dove trovarmi (se lasciare recensioni vi pesa -anche se sarebbe molto apprezzato - trovate i link per contattarmi nella mia bio).
Passate un buon capodanno!

Ja ne~

 
   
 
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