Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    02/01/2017    6 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
1944: Gellert Grindelwald rappresenta più che mai una minaccia e la Camera dei Segreti è stata misteriosamente aperta da circa un anno; nemmeno Hogwarts è un luogo sicuro.
Nella speranza di preparare i suoi studenti a ciò che potrebbe aspettarli dopo il Diploma, il Preside Armando Dippet convoca alcuni tra i suoi più talentuosi ex studenti per far seguire delle lezioni nuove, creando così una classe speciale formata dai più capaci studenti dell’ultimo anno.
Queste nuove lezioni li aiuteranno ad affrontare la crudeltà della vita vera?
Oppure anche i loro nuovi insegnanti si ritroveranno ad imparare qualcosa da loro?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 26: Nuotatina al chiaro di Luna  

Sabato 1 Maggio, 1:00

 

Mentre scendeva silenziosamente le scale controllò l'ora nell’orologio da polso che portava e quasi le venne da sorridere, in mezzo al silenzio e al buio del castello di notte:

 

Beh, buon compleanno a me 

 

Di certo non avrebbe immaginato che avrebbe passato la notte del suo compleanno in quel modo solo una settimana prima... ma evidentemente le cose erano destinate ad andare diversamente rispetto al solito. 

Lyanna continuò a scendere le scale, diretta alla Sala Comune dei Tassorosso. Non ci era mai stata, ma Silente le aveva spiegato come entrarci il giorno prima: se non altro avrebbe soddisfatto la curiosità di poter vedere almeno una tra le Sale Comuni delle altre Case.

 

Imboccando il dedalo di corridoi e scalette che portavano alle cucine Lyanna quasi sorrise, chiedendosi come avrebbero reagito... poverini, un po’ le dispiaceva per loro infondo.

                                                                             *

 

Era stato strano bussare alla pesante porta scura con il battente a forma di corvo... da quanto non entrava nella sua vecchia Sala Comune? Quasi dieci anni, in effetti. 

 

Ancor più strano era stato ritrovarcisi dentro, davanti alla statua che ritraeva Priscilla Corvonero con il famoso diadema tra i capelli. 

Charlotte però non si era fermata più del dovuto a guardarsi intorno, sapendo di dover fare in fretta: aveva salito le scale del Dormitorio il più piano possibile, aprendo lentamente la porta delle ragazze dell'ultimo anno. 

 

Era buio certo, ma individuare Isabella non fu affatto difficile: i capelli della ragazza illuminati dalla flebile luce della luna quasi brillavano, al buio. 

Si avvicinò al letto della ragazza con passo felpato, sperando di non svegliare sua cugina o Cassiopea... conosceva Imogen, e di certo si sarebbe messa a farle decine di domande. 

 

“Isabella?” 

 

La donna si chinò, chiamando la ragazza a bassa voce. Bella non si mosse per un attimo ma poi sbuffò sommessamente, muovendo la testa e affondando la faccia nel cuscino, come se si tesse rifiutando di svegliarsi.

“Andiamo Bella, lo so che hai sonno... ma è ora di alzarsi, temo.” 

 

Le sfiorò la spalla con la mano, muovendola leggermente e facendola sbuffare di nuovo.

 

Doveva essere un incubo, per forza.

Perché ERA sabato, ne era sicura al 100%... e allora perché diamine qualcuno la stava svegliando? 

 

“Non c'è lezione oggi...” 

La Corvonero gemette, nascondendo il viso nel cuscino per qualche istante prima di trovarsi a pancia in su, girata dalla sua interlocutrice. Aprì gli occhi di malavoglia e quasi sussultò quando si rese conto di aver davanti non una delle sue compagne, bensì un’insegnante.

 

“Lo so Bella, ma temo che tu e Ingrid dobbiate venire con me. Svegliala tu per favore, e scendete nell’Ingresso il più velocemente possibile.” 

 

“CHARLOTTE?”  La donna non le diede quasi il tempo di capire cosa stesse succedendo prima di uscire dalla stanza circolare alla velocità della luce, muovendosi senza fare il minimo rumore. 

 

Questo è un complotto, non si dorme neanche di sabato adesso! 

Sbuffando la rossa si alzò, appellando la divisa per cambiarsi prima di avvicinarsi al letto di Ingrid, scrollandola leggermente:

 

“Sveglia Ingrid... dobbiamo andare.” 

“No, vai tu, non ho voglia...”  

“NEMMENO IO HO VOGLIA, ma non abbiamo scelta... su, alzati!” Sospirando Bella scostò le coperte dal corpo dell'amica, che sbuffò con irritazione, guardandola con aria torva:

 

“Ok, va bene... ma domani chi mi sveglia prima delle 10 perirà di morte dolorosa e cruenta!” 

 

                                                                            *

 

“Ehm... Black?” 

 

Nessuna risposta.

 

Regan Carsen sbuffò, avvicinandosi di più al letto del ragazzo, parlando a bassa voce per non farsi sentire dagli altri Serpeverde: 

“Andiamo Antares... mi duole sinceramente svegliarti, ma devi venire con me.” 

 

Antares Black sbuffò, ormai rassegnato all'idea di essere sveglio... e si voltò, pronto a minacciare di morte chiunque avesse avuto la malaugurata idea di svegliarlo in piena notte.

Trovandosi davanti un insegnante dovette però cambiare idea, tacendo e sgranando gli occhi chiari:

 

“Professore? Che ci fa qui?” 

“Era la mia stanza questa, so come si entra! Coraggio Black, devi venire nell’Ingresso entro dieci minuti al massimo... e già che ci sei sveglia Starkey, per favore.” 

 

Antares si alzò a sedere sul letto, annuendo e sbuffando leggermente mentre si passava una mano tra i capelli spettinati: voleva proprio sapere chi aveva avuto quella geniale trovata. 

 

                                                                                 *

 

“Allora ragazzi, capisco che siate stanchi... anche a me non dispiacerebbe dormire, ma dovete alzarvi. Coraggio.” 

 

Will mosse pigramente la bacchetta, scostando le coperte dai letti di Dante e Oliver e facendoli protestare sommessamente.

 

“Vi aspetto di sotto... fate in fretta, per favore.”  

“Che barba... ma perché dobbiamo alzarci?”    Oliver sospirò, alzandosi con una faccia molto poco allegra e chiedendosi perché avevano deciso di rovinargli il sabato sera. 

 

“Tra poco lo saprete, non preoccupatevi.” Will sfoggiò un sorrisetto divertito prima di sparire dietro la porta, scendendo la scala a chiocciola quasi allegramente: aveva sempre voluto vedere la Sala Comune di Grifondoro... e ora ne aveva finalmente avuto l'occasione. 

Doveva ammettere che fosse molto più accogliente di quella di Serpeverde, decisamente più fredda sia a livello di temperatura che di arredamento. 

 

“Maledizione, ci siamo messi a dormire neanche un'ora fa! Te l'avevo detto che dovevamo chiacchierare di meno Dan!” 

“Quindi ora cosa sarebbe, colpa mia? Sei tu che hai blaterato per mezz'ora su Ingrid, non certo io!”  

“Capirai, mezz'ora contro sei anni in cui ti ho sentito parlare di Jane con gli occhi a cuoricino... passami i calzini invece di rompere, ho freddo ai piedi!” 

“Come desidera, Madame.” 

 

                                                                                     *

 

“Ciao a tutti! Avete già svegliato i ragazzi?” 

 

Lyanna sorrise, trotterellando nell’Ingresso dove Regan, Charlotte e William stavano aspettando, tutti e tre vestiti e intenti a parlottare a mezza voce. 

Si voltarono sincronicamente sentendo la voce della donna e Charlotte le rivolse un gran sorriso, avvicinandolesi per abbracciarla:

 

“Si, anche se Isabella e Ingrid non erano molto allegre, temo... in ogni caso, buon compleanno!”  

“Non c'è da festeggiare, sto diventando vecchia! Tra un po’ mi compariranno i capelli bianchi.”  Lyanna sfoggiò una smorfia, rabbrividendo al solo pensiero e dovendosi arrendere al fatto di avere ormai 31 anni. 

 

“Che dici, non sei vecchia! La Hobskin sì che è una vecchia megera, non certo tu!” Regan le diede una pacca consolatoria sulla spalla, facendola sorridere mentre Charlotte e Will ridacchiavano.

 

“Questo mi tira su di morale... grazie Reg. Ditemi piuttosto, hanno cercato di uccidervi?”

“Black sembrava vagamente contrariato in effetti... ma no, nessun tentato omicidio.” 

“Io ci ho messo un secolo a buttare giù dal letto Julius e Miller... spero che non si siano addormentati sulle scale.”   William inarcò un sopracciglio, immaginandomi chiaramente la scena mentre invece Lyanna sorrideva, pensando quasi affettuosamente a Jane: 

“Jane invece si è alzata subito, non ha neanche protestato. I Tassorosso sono una benedizione, poco ma sicuro. Ah, eccovi qua!” 

 

Lyanna sorrise in direzione della Scalinata principale, vedendo Isabella e Ingrid scendere con delle facce quasi da funerale, mentre anche Jane spuntava accanto agli insegnanti. 

 

“Buongiorno... Possiamo sapere perché ci avete svegliato a mezzanotte questa volta?” 

 

Isabella inarcò un sopracciglio mentre Ingrid sbadigliava accanto a lei, avendo tutta l'aria di chi muore dalla voglia di stendersi per terra e tornare a dormire per recuperare il sonno arretrato di un'intera settimana.
 

“Quando arriveranno tutti vi diremo, non preoccuparti.” 

 

Regan sorrise quasi allegramente alla ragazza, perfettamente sveglio e arzillo mentre altri due membri molto assonnati del gruppo si trascinavano giù per le scale, sbuffando e protestando a mezza voce. 

 

Vedendo Jane però Dante sembrò risollevarsi leggermente, avvicinandosi alla ragazza che subito lo abbracciò, appoggiando la testa sul suo petto prima di parlare a bassa voce:

 

“Ti uso come cuscino, se non ti dispiace.”  

“Certo che no, fai pure.” Dante le sorrise teneramente, accarezzandole i capelli mentre Bella appoggiava la testa sulla spalla di Ingrid, borbottando che anche lei voleva usare qualcuno come cuscino.


“Non è giusto, perché devo fare io il cuscino?”  

“Beh... perché io sono più bassa, quindi posso usarti come appoggio!” 

 

Isabella sfoggiò un sorriso mentre Antares compariva accanto a loro, visibilmente contrariato per essere stato buttato giù dal letto e con i capelli leggermente spettinati. 

 

“’Giorno...” 

“Che gioia di vivere Black, la tua felicità è contagiosa!” 

 

Antares lanciò un’occhiata alla Corvonero come a volerle dire “ho sonno, non ho voglia di replicare” mentre Will riprendeva a parlare visto che erano arrivati tutti:

 

“Bene, visto che ci siete tutti, possiamo cominciare... ci duole avervi svegliato a quest’ora, ma temo che stasera dovrete venire con noi come qualche settimana fa.”  
 

“Ah già, quando un Tebo mi ha quasi ammazzato...” 

“Shh!” 

 

Jane diede un colpetto sulla spalla di Dante, invitandolo a fare silenzio mentre teneva ancora la testa appoggiata sul suo petto, usandolo per non addormentarsi in piedi.

 

“Si, beh... questa volta vedo che nessuno vi ha informato del “test”, fortunatamente.” 
 

Will lanciò un’occhiata significativa in direzione di Regan, che sorrise con aria angelica senza dire nulla, lasciandolo continuare:

 

“Ad ogni modo, non preoccupatevi: non credo che rischierete di prendere sonno... anzi, sono sicuro che a breve sarete tutti perfettamente svegli. Andiamo.” 

 

Will invitò i ragazzi con un cenno ad uscire dal castello, guardandoli trascinare i piedi verso la grande porta a doppia anta senza riuscire a non sorridere leggermente:

 

“Poverini, mi fanno quasi pena. Tu invece sorridi, sei un po' sadico o sbaglio?” 

Charlotte inarcò un sopracciglio, guardandolo con cipiglio scettico e facendolo sorridere di rimando, scuotendo il capo mentre la prendeva sottobraccio:
 

“No, non sono sadico. Sono masochista, forse, ma non sadico.” 

“Perché ho la sensazione che il masochismo sia riferito a me?”  

“Sei tu che l'hai dedotto, io non l'ho mai detto...” 

 

“Se avete finito di turbare potremmo andare? Coraggio, gambe in spalla!” 

 

Regan mise le mani sulle spalle di entrambi e li spinse senza tante cerimonie verso la porta, sfoggiando un’allegria poco velata mentre a Lyanna non restò che seguire l’improbabile trio, certa che quella sera non si sarebbe affatto annoiata in loro compagnia. 

 

                                                                                      *

 

“Sarò chiara: se mi fanno andare di nuovo nella Foresta Proibita, scappo.” 

 

Il tono risoluto e fermò di Ingrid fece sorridere leggermente Oliver, che la guardò con aria divertita mentre camminava accanto a lui sul prato:

 

“Paura, biondina?” 

“No di certo... Ma non mi va di tornarci. Perché cuor di leone, tu muori dalla voglia di farti un'altra passeggiata lì dentro?” 

“Dipende.” 

“Da cosa?” 

“Da solo no di sicuro, ma in tua compagnia probabilmente lo rifarei...”

 

 

Oliver sorrise, e anche se era buio colse comunque il lieve rossore che aveva colorato il viso pallido di Ingrid, che abbassò lo sguardo e gli borbottò di smetterla di dire cretinate. 

 

“Guarda che dicevo sul serio!” 

                                                                                 *

 

“Sai, in realtà un po’ mi spiace per loro.”  

 

Charlotte inarcò un sopracciglio, guardando i ragazzi che le stavano davanti mentre parlava a bassa voce, rivolgendosi a Lyanna. Quest’ultima annuì di rimando, guardando il gruppetto quasi con compassione:

 

“Anche a me… insomma, hai visto le facce quando ci siamo fermati qui?” 

 Lyanna sorrise appena, lanciando un’occhiata al Lago Nero che si stagliava alle loro spalle sotto la flebile luce della Luna piena.

 

“Già… sembrava che li avessimo portati in una casa infestata da fantasmi, o peggio.”

 

Non lo disse ad alta voce, mentre davanti a loro Will e Regan spiegavano ai ragazzi quello che dovevano fare - ovvero nuotare fino al centro del Lago e poi immergersi, raggiungere il fondo e prendere qualcosa senza specificare niente, sostenendo che l'avrebbero capito benissimo da soli -, ma Lyanna era quasi certa che avrebbero preferito farsi un giretto in una casa infestata piuttosto che una nuotata nel Lago Nero, per giunta di notte.


 

                        

“Sto pregando di svegliarmi da un momento all’altro e realizzare che è solo un brutto sogno…”
 

Ingrid piegò le labbra in una smorfia, osservando l’acqua con gli occhi azzurri carichi di preoccupazione mentre si rigirava nervosamente la bacchetta tra le dita.

“Dai, stai tranquilla… insomma, non c’è niente di troppo pericoloso lì dentro… o almeno credo. Ma di certo non può essere tanto peggio della Foresta Proibita, no?”

 

Alle parole di Oliver Ingrid alzò lo sguardo sul ragazzo, guardandolo con aria leggermente dubbiosa:

 

“Se ne sei sicuro… quindi non c’è qualche mostro marino orripilante qui dentro, vero?”

“No di certo… Ci sono un mucchio di Avvincini e i Maridi, ma fortunatamente Dippet ha bocciato la proposta di metterci dentro una piovra gigante l’anno scorso.”

 

Il Grifondoro sorrise nel vedere la ragazza quasi tirare un sospiro di sollievo, ringraziando mentalmente il Preside per non aver acconsentito a quell’idea assurda.

 

 “Bene, niente piovra… quindi, in pratica, alla peggio ci prenderemo una polmonite o verremo fatti a fettine dai Maridi. Non male come prospettiva.”

 

“Mi spieghi come diamine fai ad essere così tranquilla?”

“Non vedo perché dovrei essere preoccupata Jane… infondo siamo streghe, possiamo respirare sott’acqua grazie alla magia. E poi almeno siamo a Maggio, non fa poi così freddo… E dopo essere stata quasi ammazzata da uno stramaledettissimo Quintaped, credo che niente mi potrebbe spaventare.”

Isabella si strinse nelle spalle con nonchalance mentre si sfilava le scarpe, sorridendo ad una Jane decisamente meno rilassata mentre imitava l’amica, preparandosi di malavoglia a farsi un tuffo.

 

“Mi chiedo come vengano queste idee… Si divertono, secondo me.”

“Poco ma sicuro. Coraggio, zuccherino, sono assolutamente sicura che tra un mese o due rideremo di questa serata!” 

“Certo, se non sarò affogata nel frattempo.”

 

                                                                                     *

 

Guardando la superficie perfettamente liscia dell’acqua scura, contrariamente a tutti i suoi compagni, Antares Black quasi rideva… non perché trovasse divertente la situazione in sé, non moriva certo dalla voglia di farsi una nuotata a quell’ora.

Ma mentre si lasciava scivolare nell’acqua fredda, non potè fare a meno di pensare ad una persona che non vedeva da qualche tempo e che, di fronte a quella prova, di sicuro sarebbe scappato a gambe levate.

 

Peccato che Rod se ne fosse andato… gli sarebbe piaciuto parecchio assistere a quella scena.

 

                                                                                  *

 

“Mio dio… fa freddissimo! Ma chi ce l’ha fatto fare…”

 

Jane sospirò con aria grave, nuotando accanto a Bella e desiderando ardentemente di tornare a letto, sotto le coperte e al caldo.

 

“Un branco di sadici, ecco chi! Scommetto che Silente se la sta ridendo nel suo ufficio, oppure ci sta spiando con un cavolo di binocolo!”   
 

Isabella sbuffò, sfoggiando una smorfia mentre rabbrividiva leggermente per il freddo, continuando a nuotare tenendo la bacchetta infilata nella manica della camicia bianca ormai zuppa.

Avevano tutti visto il Lago milioni di volte, ma probabilmente a nessuno era mai sembrato grande come quella sera, mentre nuotavano per raggiungere il centro.


 

“Può essere, ma risparmia il fiato e nuota.”    Le due ragazze fulminarono sincronicamente Ingrid con lo sguardo, che non sembrava affatto a disagio per il freddo e nuotava come se niente fosse.

 

“Non fate quelle facce, a Durmstrang fa molto freddo… quest’acqua è decisamente calda per i nostri standard.”

“Beata te allora… Ok, non dovremmo esserci?”

 

Le tre ragazze si fermarono, raggiunte poco dopo dai compagni.

 

“Penso di sì… avevano detto al centro, dopotutto. Ok… vediamo di farlo in fretta.” 

Isabella si sfilò la bacchetta dalla manica della camicia prima di immergersi completamente sott’acqua, senza perdere neanche un istante. Non le importava poi molto di tornare indietro per prima in realtà, voleva solo tornare in fretta fuori dal Lago.  

“Ok, vado anche io… speriamo non ci siano molti Avvincini.”   

 

Jane esitò per un attimo ma poi seguì la rossa, immergendosi a sua volta per applicarsi l’Incantesimo Testabolla.

“Jane, aspetta!”                  Dante sbuffò, affrettandosi a seguire la Tassorosso per evitare di lasciarla da sola, sotto quella superficie scura oltre la quale non riusciva a vedere nulla…  Non sapeva perché, ma qualcosa gli diceva che non era del tutto sicuro, lì sotto.  

Ingrid invece esitò, restando ferma e galleggiando nell’acqua per lei quasi calda, osservando quasi con cipiglio assorto il punto dove aveva visto Bella sparire.

 

“Hai paura?”

Sentendo la voce di Oliver non si voltò, ma scosse leggermente il capo:

 

“No. Penso solo che sia troppo facile.”

“Beh, andiamo a scoprirlo allora… coraggio.”    

 

Voltandosi verso il Grifondoro, lo vide sorriderle come faceva sempre, con un che di piacevolmente rassicurante... e come al solito Ingrid non seppe opporsi a quel sorriso, lasciando che il ragazzo la prendesse delicatamente per mano prima di trascinarla con sé, sott’acqua.

 

                                                                              *

 

“Non pensi… non lo so, forse abbiamo esagerato."

“Tu che ti preoccupi per loro? Incredibile…”

“Guarda che non ho un cuore di pietra, Cavendish.”

Charlotte sbuffò leggermente, rivolgendo un’occhiata leggermente torva in direzione di Will, che era in piedi sulla riva del Lago accanto a lei, mentre Regan si era accomodato sotto un albero ed era impegnato a chiacchierare con Lyanna insieme a due tazze di caffè che aveva fatto comparire dal nulla. 

 

“Lo so, credimi. E comunque… sono sicuro che se la caveranno. Insomma, nelle ultime settimane quanto hai insistito sul fatto di non arrendersi? Ormai l’hanno capito Charlotte, e di certo lo metteranno in pratica.”

 

Charlotte continuò a tenere lo sguardo fisso sul Lago Nero senza più vedere nessuno nuotare verso il centro… ormai si erano tutti immersi sott’acqua.

 

“Quattro mesi fa, quando Dippet ci ha chiamato… avresti mai pensato che sarebbe successo tutto questo?”

 

Will si voltò di nuovo verso di lei, guardandola sorridere leggermente:

“No. Stare qui mi è servito molto… e spero che sia servito anche a loro.”  

 

Will le sorrise, appoggiandole un braccio intorno alle spalle prima di parlare di nuovo, guardandola quasi con aria divertita:

 

“Sono sicuro che è così. In ogni caso, quando dici che “ti è servito molto”, intendi che rincontrare me è stata una benedizione, immagino…”

“Merlino quanto sei egocentrico, Cavendish…” 

“Vero, ma a te piaccio così, dico bene?”
 

                                                                                              *

 

Raggiungi il fondo 
Raggiungi il fondo 

 

Teneva lo sguardo puntato dritto davanti a sè, conscia che diversi tra i suoi compagni si fossero fermati lungo il tragitto ed erano qualche metro più indietro rispetto a lei.

Isabella invece continuava, imperterrita, a nuotare verso il fondo del Lago, ignorando il più possibile quella voce.

Successivamente non sarebbe mai riuscita a descrivere perfettamente quei minuti, si sentiva quasi come in un sogno... da una parte viveva una specie di stato di trance, ma era anche cosciente di quello che doveva e voleva fare.

 

"Andiamo Bella... sono anni che non mi vedi e mi ignori così? Non è per niente carino da parte tua.” 

 

Il fondo... guarda il fondo, non voltarti. 

La tentazione era davvero molto grande, ma Bella continuava a non voltarsi, a sforzarsi di non sentire quella voce. 

Perché infondo lo sapeva, che non era lui. 

 

Ciononostante continuava a chiamarla, provocandole una specie di fitta dolorosa ogni volta in cui sentiva quella voce che fino a quel momento pensava di aver dimenticato... ma non appena l'aveva sentita non aveva avuto dubbi su a chi appartenesse. 

Isabella deglutì mentre la vista si faceva sempre più sfuocata, ritrovandosi in una specie di bolla surreale... e davanti a lei c'era suo fratello. 

 

“Beh, finalmente ti sei decisa a cedere. Ce ne hai messo... non mi volevi vedere, sorellina?”  

“Io non posso vederti. Perché non sei reale.” 

 

“Forse... però mi vedi, e mi senti.”    Nicholas le rivolse un sorriso, avvicinandosi alla sorella... era cambiato, non era come lo ricordava. Sembrava più grande di un paio d'anni, come se il tempo fosse passato anche per lui e non solo per la sorella minore. 

Ma non era possibile, lo sapeva. Per quanto le sarebbe piaciuto rivederlo, era solo un’illusione. 

 

“Stammi lontano.”  

“Che ti succede Bella? Sei cambiata.”  

“Le persone cambiano Nick... E non hai idea di quanto la tua morte mi abbia cambiata.” 

La ragazza fece un ulteriore passo indietro, allontanandosi da quella specie di ologramma che si trovava davanti.

 

Probabilmente Nicholas, o quella specie di immagine, avrebbe detto qualcos’altro... ma Isabella lo battè sul tempo, deglutendo prima di alzare un braccio, puntandogli la bacchetta contro:

 

“Sei morto Nick, da tempo ormai... Lo so che non sei reale. E ti prego, lasciami in pace.” 

“Se solo ti fermassi per un attimo ad ascoltare, Bella...” 

“Non voglio ascoltare Nick! Sei morto, smettila di tormentarmi!”  

 

Nel dire finalmente quelle parole ad alta voce, Isabella vide l'immagine di suo fratello andare in frantumi per l'ultima volta... e pochi secondi dopo le sembrò come di svegliarsi, riaprendo gli occhi e trovandosi sul fondo del Lago Nero. 

La Corvonero deglutì, ricacciando indietro le lacrime a forza prima di concentrarsi sul fondale, trovandosi davanti ad una serie di piccoli rotoli di pergamena... ognuno con un nome scritto sopra.  

Quasi senza riflettere la ragazza prese il suo per poi alzare lo sguardo, verso la superficie diversi metri più in alto... vide Jane passarle accanto senza battere ciglio, e Isabella per un attimo la invidiò, perché la Tassorosso non si era fermata neanche per un istante a dare peso a quella sorta di allucinazione che li aveva coinvolti tutti, man mano che scendevano verso il fondale. 

La Corvonero però si ridestò velocemente, riprendendo a nuotare nel senso opposto... e quasi sorrise, perché aveva come la sensazione di essere più leggera. Come se si fosse tolta un considerevole peso di dosso. 

                                                                          *

 

Avrebbe voluto non ascoltarli, ma proprio non ci riusciva.

 

Sapeva che non era reale, che non potevano essere davvero lì, accanto a lui... eppure riusciva chiaramente a sentire le loro voci familiare risuonargli fastidiosamente nelle orecchie, quasi ferendolo per le parole e il tono sprezzante o disgustato. 

 

Non li ascoltare 

Non sono loro 

Dante Julius deglutì, cercando di concentrarsi sul fondale sempre più vicino invece che sulle voci della sua famiglia, dei suoi fratelli e dei genitori... voci che pronunciavano parole che aveva sempre temuto di sentire. 

Incapace di resistere Dante ad un certo punto di voltò, sentendo una fastidiosa stretta allo stomaco nel vedere sua sorella Coraline praticamente in lacrime, che lo guardava come se lo odiasse o se avesse addirittura paura di suo fratello maggiore.

 

“Cora...” 

“Non ti avvicinare! Perché l'hai fatto?” 

 

Fece per avvicinarsi alla sorella, ma prima che potesse farlo Coraline era sparita, cedendo il posto a suo fratello maggiore Lucas. 

Era esattamente come l'aveva sognato di tanto in tanto... sanguinante, le braccia completamente martoriate e ricoperte di ferite. Lucas era sempre stato il suo preferito, quel che lo capiva di più e a cui si era maggiormente legato... eppure lo stava guardando quasi con odio.

 

“Contento? Guarda cosa hai fatto!” 

 

“Mi... mi dispiace.”   Deglutì, sentendo le ginocchia quasi cedergli mentre il battito cardiaco accelerava molto rapidamente. Nei secondi successivi davanti agli occhi di Dante si sussegui una rassegna di tutti i suoi fratelli più i genitori, che lo accusavano di essere un mostro, che gli mostravano le ferite che lui aveva provocato.  

“Non volevo. Mi dispiace.” 

 

Dante abbassò lo sgaurdo, incapace di reggere lo sgaurdo sprezzante e carico di odio delle persone che amava di più... si mise le mani tra i capelli, deglutendo a fatica mentre nella sua mente si susseguivano rapidamente una breve sequenza di ricordi vaghi e sfuocati, che ritraevano suo fratello Lucas che cercava di calmarlo e di aiutarlo, abbracciandolo e prendendosi così gran parte della scarica di magia che rilasciava incontrollatamente. 

 

“Dan?”     Nel sentire quella voce il ragazzo quasi perse un battito, alzando lo sgaurdo di scatto e sorridendo con sollievo nel trovarsi davanti la sua storica ancora di salvezza.

 

“Jane? Meno male...” Si alzò e quasi senza pensarci fece per raggiungerla, ma la ragazza lo bloccò, sollevando una mano per tenerlo a distanza e guardandolo con lieve preoccupazione: 

“Aspetta. Meglio se non ti avvicini, non si sa mai.” 

“Ma Jane... non sono pericoloso, te lo giuro!” 

 

O forse sì?

 

Fece per avvicinarsi alla ragazza, ma Jane sparì esattamente come tutti gli altri prima di lei... lasciandolo solo, con la sensazione che tutti l'avessero abbandonato. 

 

“Non... non sono pericoloso. Mi dispiace.”  Deglutì mentre la vista gli si annebbiava, portandolo a chiudere gli occhi senza smettere di tremare leggermente.

 

Quando aprì gli occhi realizzò con sollievo di essere sott’acqua, ma non stava nuotando... in effetti si muoveva, ma lui era perfettamente immobile.

Confuso, Dante alzò lo sgaurdo... e solo quando vide Jane si rese conto che la ragazza lo aveva afferrato per un braccio, trascinandolo con se verso la superficie.

 

Non ebbe però il tempo di reagire, perché pochi istanti dopo chiuse gli occhi di nuovo, perdendo i sensi e cadendo in un sonno senza sogni.

 

                                                                              *

 

“Siamo sicuri che non succederà nulla, se non riescono a raggiungere il fondale?” 

 

“Assolutamente... se riescono a prendere la loro pergamena avranno superato la prova, se crollano prima perderanno i sensi, ma ho fatto in modo che tornino in superficie da soli, in quel caso. Nessuno affogherà, non preoccuparti.” 

Lyanna annuì alle parole di Regan, leggermente più tranquilla... non si sarebbe mai perdonata di aver causato la morte di qualche adolescente.

 

“Tu cosa pensi che avresti visto, lì sotto?” 

“Immagino mia moglie in punto di morte... e voi?”   Regan spostò lo sgaurdo su Charlotte e William, guardando la prima stringersi nelle spalle mentre teneva lo sguardo fisso sull'erba: 

“Mio fratello, credo.” 

 

Will invece non disse niente, non sapendo sinceramente cosa rispondere: qual era la sua più grande debolezza legata ad una persona? Non lo sapeva nemmeno lui... probabilmente non si era mai affezionato abbastanza a qualcuno per poter rappresentare il suo tallone d’Achille. 

“Immagino sia stata una prova un po’ meschina... metterli di fronte alle loro debolezze più grandi. Credete che qualcuno sia riuscito a non fermarsi?” 

 

Lyanna spostò lo sgaurdo sul Lago, quasi aspettando di vedere qualcuno tra i suoi studenti tornare indietro... chissà se qualcuno era riuscito a non cadere in trappola al suo stesso inconscio e ai propri scheletri.

 

“Può essere... lo spero. Ma se nessuno dovesse essere stato abbastanza forte, spero almeno che quasi tutti siano riusciti ad affrontarlo e a continuare.”   

“Io credo che non ci sia prova peggiore che affrontare se stessi... se dovessero farcela, sarà davvero un bel risultato.” 

 

Charlotte puntò a sua volta gli occhi sull'acqua, chiedendosi a come avrebbe reagito lei di fronte a quella prova... di sicuro avrebbe sentito la voce di suo fratello chiamarla, ma si sarebbe voltata o fermata, cedendo? 

 

Non ne aveva idea... Ma anche se non erano loro quelli sotto esame, era certa che tutti i suoi colleghi si stessero ponendo la medesima domanda. 

                                                                              * 

 

Aveva fatto uno sforzo quasi sovrumano, ma non si era fermato o voltato nel sentire la voce di Ethan chiamarlo in continuazione... gli sarebbe piaciuto rivederlo, ma sapeva che non era reale o possibile. Almeno, non prima di qualche tempo. 

 

Oliver sfoggiò quasi un sorriso quando prese il piccolo rotolo di pergamena che riportava il suo nome sopra... ma quando si diede la spinta sul fondo sabbioso per tornare in superficie il sorriso svanì dal volto del ragazzo.

 

Sgranò gli occhi e si avvicinò quasi senza pensarci ad Ingrid, che era ferma a pochi metri da lui... gli occhi chiusi, orribilmente pallida. 

Le mise un braccio intorno alla vita per portarla con se, non avendo nessuna intenzione di farla affogare... si accorse però ben presto che la ragazza sembrava quasi trascinata da una corrente invisibile verso la superficie, sempre più lontana dal fondale.

 

Non sapeva cosa stesse succedendo, ma Oliver si lasciò scivolare insieme a lei, tenendola con un braccio e lasciando che appoggiasse la testa sulla sua spalla. 

 

                                                                            *

 

Mentre tossiva leggermente, si lasciò cadere con sollievo sull’erba, ripromettendosi di non avvicinarsi mai più neanche lontanamente al Lago Nero.

Stringeva ancora quel rotolo di pergamena tra le dita tremanti e più pallide del solito, mentre sentiva qualcuno che le si avvicinava, sedendosi accanto a lei:

 

“L’hai preso?”

Isabella annuì, porgendo la pergamena a Charlotte, che le sorrise e l’asciugò in pochi secondi, facendo evaporare l’acqua dai suoi capelli e dai vestiti.

 

“Molto brava Bella, la prima… Hai visto tuo fratello?”

“Sì.” 

“Ma l’hai respinto… perché?"
 

“Perché è morto. E sono stanca di lasciarmi tormentare dal suo ricordo. Posso andare?”

 

Isabella puntò gli occhi azzurri sulla donna, che annuì mentre si alzava, porgendole la mano per aiutarla a fare altrettanto: non aveva voglia di parlare, lo capiva.
 

“Suppongo di sì… vai pure.”

 

Rigirandosi il rotolo di pergamena tra le dita Charlotte guardò la ragazza allontanarsi, per una volta completamente priva dell’energia che solitamente la caratterizzava.

Solo quando Isabella fu lontana Charlotte srotolò la pergemena, osservando le immagini che si muovevano come se stesse guardando dei fotogrammi in successione, come aveva visto fare ai Babbani. Toccandola, Bella ci aveva impresso sopra l’esperienza appena vissuta, permettendole di assistere allo spettacolo anche se era passato.

“Credo che stia tornando qualcun altro… E’ Jane.” 

Lyanna si accigliò, scorgendo qualcuno accanto alla ragazza… qualcuno che si stava trascinando dietro, in effetti. 
 

“Si, con Dante. Vado ad aiutarla.”    Regan si mosse verso l’acqua, aiutando la Tassorosso a trascinare il ragazzo sull’erba.

Senza dire niente Jane porse all’uomo la sua pergamena e poi si inginocchiò sull’erba accanto al ragazzo, accarezzandogli i capelli e guardandolo con preoccupazione:

 

“Che cosa gli è successo?” 

“Tranquilla Jane, tra poco riprenderà coscienza… sei stata molto brava a riportarlo qui.”

Regan le sorrise, dandole una leggera pacca sulla spalla mentre tirava fuori la bacchetta per asciugare Dante.

 

Jane non disse niente, abbassando lo sgaurdo sul ragazzo e chiedendosi cosa avesse visto o sentito… non le aveva mai voluto dire qual era la cosa che lo spaventava di più, era sempre stato parecchio riservato a riguardo. 

 

“E’ andata bene?”    Charlotte annuì, richiudendo la pergamena alle parole di Lyanna prima di alzare lo sguardo sull’amica:

“Si… ha visto suo fratello, c’era da aspettarselo. Ma è stata brava. Non so se io avrei fatto altrettanto.” 

“Sono sicura di sì… anche Jane ci è riuscita, peccato per Dante invece.”

“Non siamo tutti uguali… c’è chi affronta meglio le proprie debolezze, dopotutto.”

 

                                                                                    *

 

Una volta tornato finalmente a riva non provò nemmeno ad alzarsi per qualche istante, restando steso sull’erba per riprendere fiato.

 

Finalmente era uscito da quel maledetto Lago… aveva come la sensazione che da quella sera anche lui l’avrebbe detestato a morte. Antares alzò un braccio, guardando il rotolo di pergamena che aveva preso… sperava almeno che ne fosse valsa la pena.

Fece per srotolarlo ma una voce lo fermò, facendolo voltare:

 

“Lascia perdere, quello serve a noi… non c’è niente che tu già non sappia, lì dentro.” 

“Ah sì? Quindi abbiamo fatto tutto questo per darvi informazioni?”

“Diciamo di sì.”    Will sorrise, prendendo la pergamena dalle mani del ragazzo che invece sbuffò sommessamente, appuntandosi mentalmente di restare a dormire la prossima volta in cui l’avrebbero svegliato in piena notte.

 

Antares tirò quasi un sospiro di sollievo quando smise di sentire freddo e una piacevole sensazione di calore lo invadeva grazie all’incantesimo dell’insegnante, facendolo smettere di tremare. 

 

“Posso andare ora?”

 

“Sì Black, vai pure… buonanotte.”      Si alzò con sollievo e si incamminò verso il castello, passando accanto a Jane che era seduta sull’erba, tenendo Dante accanto a sé mentre gli accarezzava i capelli.

 

Se non altro era riuscito a portare a termine quella cavolo di prova, anche se con qualche difficoltà… Isabella e Jane ci avevano messo meno tempo, ma alla fine ci era riuscito anche lui, ignorando le voci e facendo uscire dalla sua testa i suoi genitori, Altair, Rod, Cassiopea e Lyra, che mentre nuotava lo chiamavano e gli chiedevano di fermarsi e di aiutarli.

 

Appuntandosi mentalmente di non mettere mai più piede in quel Lago e di starne alla larga per il tempo che gli restava ad Hogwarts, Antares Black si avviava con sollievo verso il castello, decisamente più familiare e rassicurante… la nota positiva, se non altro, era di non aver incontrato nessuna strana creatura mentre era sott’acqua.

 

                                                                                 *

 

Si risvegliò tossendo leggermente, sentendosi stranamente asciutta mentre metteva chiaramente a fuoco la situazione… era fuori dall’acqua, e nel realizzare di essere uscita da quell’incubo quasi sorrise con sollievo.

 

“Ciao, bella addormentata… come stai?”

 

Solo sentendo la sua voce si rese conto che Oliver era accanto a lei, intento a guardarla sorridendo e accarezzandole la schiena.

La ragazza deglutì, mettendosi seduta dritta prima di parlare a bassa voce:

 

“Bene. Come sono uscita dal Lago?”

“Ti abbiamo aiutato, un po’ i prof e un po’ io… che cosa hai sentito che ti ha fatto fermare?”

“Mia madre. Era… da tanto che non sentivo la sua voce.”     La ragazza sbuffò appena, passandosi una mano tra i capelli e maledicendosi per aver ceduto, per non essere stata abbastanza forte.

“Non farne un dramma… non è stata colpa tua, quello per te è un grosso tasto dolente. Non sei l’unica, anche Dante non ne è uscito molto bene.” 

“Grazie per avermi aiutata Olly… non so perché, ma lo fai sempre.”      Oliver quasi sorrise a quelle parole, osservandola per un attimo con il capo chino mentre si teneva le gambe con le braccia prima di allungare una mano, prendendole il mento perché lo guardasse: 

 

Forse Bella ha ragione, quando dice che sei una testona ottusa...”
 

“Ehy! Come sarebbe a dire?”    Il tono e l’espressione offesa della ragazza fecero solo allargare il sorriso del Grifondoro, che la guardò a metà tra il divertito e l’esasperato:

“Non prenderla male Ingrid, non lo dico per offenderti… ma davvero vuoi dirmi che non sai perché?”

 

A quelle parole Ingrid tacque, distogliendo lo sguardo mentre si chiedeva cosa dire… lo sapeva, infondo?

Le sembrò quasi di sentire una voce nella sua testa – che somigliava stranamente a quella di Bella – suggerirle che sì, lo sapeva, e che era una cretina con i fiocchi oltre che piuttosto ottusa.  

Le sembrò, in effetti, di sentire la familiare ed esasperata voce di Isabella che le intimava di muoversi e trattenne a stento un lieve sorriso prima di annuire con un lieve cenno del capo:

 

“No, credo di saperlo, infondo.”   

 

Colse lo nota quasi speranzosa negli occhi castani di Oliver e gli sorrise, prima di prendergli delicatamente il viso tra le mani e appoggiare le labbra sulle sue. 
 

Pochi metri più in la qualcuno stava assistendo alla scena, e mentre Lyanna dava una gomitata a Regan sostenendo che lei l’aveva sempre saputo, Will sbuffava leggermente:

 

“Si, molto carini… ma Miller deve darmi la sua pergamena!”

“Beh, Appellala! Guai a te se li interrompi Cavendish.”

“Ah si? E cosa mi faresti in caso, sentiamo?” 

“Che domande mi fai, ti butterei nel Lago a calci! E tu non vuoi rovinarti il ciuffo, vero?”

 

Il tono dolce e il sorriso di Charlotte suggeriva che era piuttosto seria e convinta di quello che diceva… così Will si affrettò a seguire il suo consiglio e ad Appellare non verbalmente la pergamena di Oliver, che se la lasciò sfuggire dalle dita senza curarsene minimamente, troppo occupato a baciare Ingrid per accorgersi di qualunque altra cosa.

 

“Ma che bravo, mi ascolti ogni tanto! E ora che anche Dante si è svegliato, direi che possiamo tornare a dormire.”

“Ottima idea, ho sonno… domani avrò delle occhiaie mostruose! La prossimo volta mandiamo Lumacorno e Silente a fare una cosa del genere!”

“Tranquillo Willy, non preoccuparti… ti presterò il mio trucco per le occhiaie domani.”

 

Charlotte sorrise, alzandosi in punta di piedi per dargli un bacio su una guancia prima di darsela allegramente a gambe, allontanandosi ridacchiando e sotto lo sguardo torvo di William:

 

“Molto divertente. E comunque… IO NON MI TRUCCO! Finitela di ridere voi due, o vi faccio evanascere le corde vocali!”

“Scusa Will, ma siete troppo divertenti… dovreste diventare un duo comico.”

 

Lyanna sorrise, cercando di non ridere mentre si avviava verso il castello a braccetto con Reg, agguatando anche Will con il braccio libero e trascinandolo con sé a sua volta.

 

“Ma li lasciamo qui da soli?”

“So che vorresti ficcanasare Reg, ma lasciamo i piccioncini alla loro privacy…”

“Io sono perennemente accusato di essere pettegolo e Will di essere vanesio… da due donne per giunta! Ma in che razza di storia siamo finiti?

 

                                                                             *

 

Si chiuse la porta alle spalle lentamente, cercando di fare il più piano possibile… In un primo momento pensò di non voler svegliare i suoi compagni, ma poi posò gli occhi sul letto alla destra del suo, occupato da qualcuno che dormiva in una posizione assurda, a pancia in giù con le braccia che dondolavano dal materasso e le gambe attorcigliate nelle coperte.

 

Antares si avvicinò in punta di piedi, osservando suo cugino dormire della grossa prima di parlare a bassa voce:

 

“Ehy, Altair.”

 

“Mh?”         Il ragazzo sbuffò sommessamente, girando la testa dall’altra parte come a volergli dire di non disturbarlo… ma Antares non si mosse, continuando a parlare con un filo di voce: 

“Senti… stasera sapevo che era un test, quindi non mi sono fermato ad aiutarti sentendoti chiedermi aiuto… ma in circostanze normali lo farei, ovviamente.”

 

Antares si rimise dritto, quasi sorridendo con soddisfazione per averglielo detto anche se non direttamente… l’avrebbe preso in giro per sempre, probabilmente.

Conoscendolo il Caposcuola si scostò, avvicinandosi al suo letto per evitare che il cugino lo afferrasse e lo trascinasse a dormire nel suo letto, abbracciandolo avendolo scambiato per una qualche ragazza.

 

Di certo Altair non se lo sarebbe mai ricordato, ma almeno glie l’aveva detto, che l’avrebbe sempre aiutato in caso di bisogno.  

E finalmente, sentendo di aver fatto quello che doveva fare, Antares Black poteva tornare a dormire.

                                                                                  *

 

“Sei sicuro di stare bene? Hai una faccia… vuoi andare in Infermeria?”

“No, sto bene. Sono solo un po’ scombussolato.” 

 

Jane guardò Dante con cipiglio leggermente preoccupato mentre entravano nell’Ingresso, mano nella mano. Il ragazzo invece stava evitando di guardarla da quando si era svegliato, non avendo nessuna voglia di parlare di quanto era appena successo. 

 

“Danny, aspetta.”    Lo conosceva, sapeva che moriva dalla voglia di scappare… ma Jane si fermò, volendo parlare con lui prima di dividersi e andare nelle rispettive Sale Comuni. 

“Lo so che non vuoi parlarne, ma sei sempore stato troppo orgoglioso e riservato… a volte fa bene parlare con gli altri, con chi ci vuole bene. Che cosa hai visto?”

 

“Non è importante Jane.” 

“Si che lo è, altrimenti saresti andando oltre! Hai visto la tua famiglia, vero?” 

 

Lei gli si avvicinò di un passo, tenendo gli occhi azzurri fissi sul volto del ragazzo che invece stava fissando la porta chiusa della Sala Grande, oltre la ragazza.

 

“Dan… guardami, per favore.”

Jane gli prese anche l’altra mano e voltandosi Dante si ritrovò a guardare il sorriso rassicurante della ragazza, che riusciva sempre a farlo stare meglio.

 

“Devi imparare a fidarti di me, Danny.”

“Non è che non mi fido di te Jane…”

“Allora devi semplicemente imparare a confidarti, ogni tanto fa bene farlo. Non hai imparato niente da Marzo?”

 

Jane gli sorrise e Dante anuuì, ricordando fastidiosamente i giorni in cui lui e Jane non si erano praticamente rivolti la parola. Non voleva di certo riviverli, ma continuava a trovare difficile confidarsi con lei.

 

“Te lo chiedo di nuovo… Hai visto la tua famiglia?”

“Si. E anche tu.”  

 

Jane esitò per un attimo, guardandolo con leggera sorpresa prima di sorridergli di nuovo, guardandolo con affetto:

 

“Davvero?”

“Si… ma non eravate molto felici di avere a che fare con me. E’ questa la mia paura più grande Jane, che le persone a cui tengo mi abbandonino.”

Lo sgaurdo cupo del ragazzo la fece sorridere, guardandolo come se non capisse tutte le paranoie che si faceva: 

“Non lo farebbero mai Dante, e neanche io. Insomma… non l’hanno fatto quando eri bambino, perché dovrebbero farlo ora o in futuro? E hanno cercato di farti dimenticare perché ti amano moltissimo e non volevano vederti soffrire. Come si può abbandonare qualcuno per cui si fa una cosa del genere?”

 

Dante aggrottò la fronte, guardando la ragazza quasi con espressione confusa: come riusciva a fargli sempre cambiare prospettiva, a convincerlo a crederle?

 

“Quindi… ipotizziamo che io ti faccia finire in Infermeria o al San Mungo perché ho accidentalmente perso il controllo… mi allontaneresti?”

“No, te l’ho già detto. Smettila di tormentarti Dante Julius, tanto non ti libererai di me tanto facilmente.”

 

Jane si alzò in punta di piedi per dargli un bacio su una guancia, facendolo sorridere di rimando… e mentre la guardava attraversare l’Ingresso pensò che in ogni caso, qualunque fosse stata la sua risposta, non le avrebbe mai permesso di allontanarsi da lui.

Appena prima di vederla sparire dietro una porta però il ragazzo si ricordò di qualcosa che non le aveva ancora chiesto, chiamandola ad alta voce:

"Jane?"

"Sì?"  

 "Tu non ti sei fermata... chi hai sentito chiamarti?"     Jane gli sorrise, scuotendo leggermnete il capo di fronte a quella domanda che aveva aspettato da quando Dante aveva ripreso coscienza: 

"Io credo che tu lo sappia, Danny..."

Già, lo sapeva... non era difficile immaginarlo, dopotutto. Ma si chiedeva perchè lei non si fosse fermata neanche per un attimo.

"E perchè non ti sei fermata?"

"Perchè mio padre è morto, Dan. E se anche fosse, non avremmo assolutamente nulla da dirci. Buonanotte Danny, e ricordati che ti sarò sempre vicina, qualcunque cosa tu faccia."

                                                                           *

 

Ma si può sapere perché non mi vuoi lasciare in pace?”

 

Isabella sospirò, alzandosi a sedere sul letto e lanciando un’occhiata malinconica alla fotografia che teneva da anni appoggiata sul comodino, che ritraeva lei e Nicholas appena prima di iniziare il suo quarto anno ad Hogwarts.

 

Perfetto, brava Isabella… ora parli anche con i morti, tuo padre provvederà a chiamare un manicomio non appena tornerai a casa, del resto muore dalla voglia di liberarsi di te.


 

Benché fosse molto stanca, non riusciva a dormire… continuava a pensare a suo fratello, e a quello che aveva appena vissuto.

 

La Corvonero allungò una mano, prendendo la foto… ma contrariamente a quanto aveva fatto spesso non la prese per osservarla più da vicino, prese la cornice e la girò, appoggiandola sul ripiano del comodino in modo da non vedere se stessa e suo fratello sorridere.

 

“Scusa Nick, ti voglio bene. Ma è il momento di finirla.”

 

“Con chi stai parlando?”

“Niente, blateravo tra me e me… come è andata?”    Isabella si voltò verso la porta del Dormitorio, stampadnosi un sorriso in faccia mentre Ingrid si avvicinava al suo letto, lasciandocisi cadere sopra senza neanche curarsi di togliersi la divisa.

“Non benissimo, non sono stata forte quanto te, temo… ma la serata non è stata del tutto da buttare, in realtà.”

 

Ingrid sorrise all’amica, che la guardò di rimando con un sopracciglio inarcato… ci mise qualche istante, ma poi – visto che, come era solita sostenere, lei non era una lumaca ottusa contrariamente ai suoi amici – capì, e per la prima volta da quando era stata svegliata da Charlotte sorrise.

 

“Beh, era anche ora! E così, la mia carriera da Grillo Parlante/Cupido è ufficialmente chiusa.”

 

“Non ti annoierai, ora che hai finito le coppiette da sistemare?”

“Si, può essere… ma al limite mi troverò un’altra occupazione. Oppure potrei trovare un fidanzatino a tua sorella…

 

 

.........................................................................................................................
Angolo Autrice:


Buongiorno, e buon anno! 
Avrei voluto aggiornare ieri, ma il sonno cronico mi ha colpita e non ce l'ho fatta... quindi, eccomi qui. 

Spero che questo maxi capitolo vi sia piaciuto, dovrei pubblicare il seguito tra un paio di giorni... intanto vi saluto e vi ringrazio per le recensioni e per i complimenti <3 

Signorina Granger 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger