Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: John Spangler    05/01/2017    2 recensioni
Dopo aver lasciato la piccola città di Cocoyashi, Nami Watanabe e sua madre si trasferiscono nella metropoli di Loguetown, una delle perle della California meridionale, per iniziare una nuova vita. Tra amori, drammi e problemi vari, le loro vicende si intrecceranno con quelle degli altri abitanti di Loguetown, mentre intanto il boss mafioso Crocodile conduce nell'ombra i suoi loschi affari, con la collaborazione del Joker. Come andrà a finire? Lo scoprirete solo leggendo questa storia.
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'A Thousand Pieces'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Epilogo: Closing time

 

Parte 1: Aftermath

 

7 Febbraio 2016

Loguetown, California, USA

Negli studi di Logue Channel

 

-...sono passati cinque giorni dagli eventi che hanno sconvolto il mondo.-

 

Paula Rockbell, come sempre, stava facendo il suo lavoro di giornalista.

 

- Per chi si fosse distratto o non ricordasse, ecco un breve riassunto: un'indagine congiunta di Interpol e FBI ha portato all'arresto di centinaia di persone e allo smantellamento di due organizzazioni criminali di livello mondiale. Tra gli arrestati, spiccano in particolare due nomi: Jonas Petricelli, imprenditore e ormai ex Governatore della California, e Doflamingo Donquijote, miliardario spagnolo.

 

- O almeno, questo era quello che tutti credevamo. Come è infatti stato appurato dalle indagini, gli individui in questione erano in realtà a capo di due potenti organizzazioni criminali, una delle quali responsabile per la creazione della droga conosciuta come agalmatolite. Ma non solo: si è anche scoperto che Petricelli e Doflamingo erano rispettivamente le vere identità dei boss noti come Sir Crocodile e il Joker, che molti hanno sempre considerato soltanto delle leggende, e che purtroppo negli anni sono diventati associati a tragici eventi.

 

- Oltre alle organizzazioni facenti capo ai due boss, è stata smantellata anche la famigerata Baroque Works, tristemente nota per i numerosi attentati compiuti in territorio statunitense, tra cui l'esplosione del volo 3D2Y nel 1995.- Fece una piccola pausa, ricordando quel terribile giorno.- Quella che era sempre sembrata un'organizzazione terroristica come tante, era in realtà uno strumento nelle mani di Jonas Petricelli, che l'ha usata più e più volte per eliminare avversari scomodi o per facilitare i suoi affari e la sua ascesa politica. Appena diffusa la notizia, i parenti delle vittime della Baroque Works si sono coalizzati e hanno proposto una causa comune contro Petricelli. I procedimenti legali sono ancora in corso, ma è quasi certo che alla fine otterranno un risarcimento più che consistente.- Si concesse un piccolo sorriso di soddisfazione e continuò. 

 

- E a proposito di procedure legali, da segnalare la scarcerazione di Eustass O'Malley, arrestato qualche tempo fa con l'accusa di complicità nello sfruttamento della prostituzione e spaccio di droga. Il signor O'Malley è infatti stato riconosciuto innocente. Secondo quanto riportato alla FBI da un testimone di cui non è stato diffuso il nome, l'intera faccenda era stata orchestrata da Petricelli in modo da orientare a suo favore l'opinione pubblica. Abbiamo cercato di contattare il signor O'Malley per un'intervista, ma purtroppo non ha voluto rilasciare dichiarazioni.- Si schiarì la voce.

 

- Petricelli si trova attualmente nel carcere di Loguetown. La sua azienda, la Petricelli SRL, è stata posta sotto sequestro, mentre l'agenzia di sicurezza Cipher Pol Aigis è stata momentaneamente chiusa. L'incarico di Governatore della California continuerà ad essere ricoperto da Gomez Pink fino a nuove elezioni.

 

- Donquijote, invece, è stato rinchiuso in un manicomio criminale nel nord della Spagna. Gli è infatti stata diagnosticata una particolare forma di disturbo mentale, che, a detta dei medici, rischia di degenerare in fretta e renderlo un pericolo per sè stesso e gli altri. Le Industrie Donquijote sono state momentaneamente affidate a un consiglio di amministrazione presieduto da una cugina, Albida Donquijote, che le autorità hanno giudicato estranea ai fatti, e che si è dichiarata più che disposta a collaborare alle indagini. E' molto probabile che le Industrie subiranno un ridimensionamento, oltre a dover pagare una cifra ancora da stabilire. Molti ne hanno auspicato la chiusura, ma non è ancora stato deciso nulla.

 

- Insomma, un bel pasticcio, che sicuramente terrà impegnata le autorità ancora per molto tempo. Possiamo solo auspicare che giustizia sia fatta.

 

- E anche per oggi è tutto. Ci rivediamo domani alla stessa ora con un'intervista esclusiva all'Ispettore dell'Interpol responsabile dell'arresto di Donquijote. Grazie per averci seguito e buon proseguimento di giornata.-

 

***

 

Saint Absalom Cemetery

 

Benn Beckman percorreva i viali del cimitero, la testa bassa e le mani nelle tasche dell'impermeabile. Ogni tanto dava un'occhiata alle lapidi che lo circondavano, per assicurarsi di essere sulla giusta strada. Quello era il cimitero più grande della città, ed era passato un sacco di tempo dall'ultima volta che era stato lì.

 

Era sera, e nel cimitero c'erano pochissime persone, la maggior parte delle quali se ne stava già andando. Aveva scelto apposta quell'ora tarda. Quando veniva a far visita ai defunti preferiva avere attorno meno gente possibile. Appena arrivato, aveva incontrato il Generale Monkey assieme ai suoi nipoti. Se ne stavano giusto andando, e avevano scambiato due parole. Erano andati lì per il suo stesso motivo. Anche loro avevano perso qualcuno. Qualcuno che aveva finalmente ricevuto giustizia.

 

Quando aveva sentito la notizia in TV era rimasto a bocca aperta. Per anni aveva dato la caccia ai responsabili della morte di sua moglie, e sapere che erano stati arrestati lo aveva al tempo stesso sorpreso e sollevato. Avrebbe preferito catturarli di persona, ma anche così andava bene. L'importante era che marcissero in galera.

 

Girò l'angolo e si rese conto di essere arrivato a destinazione. Quella era la parte del cimitero in cui erano sepolti i membri della famiglia Beckman, inclusa sua moglie.

 

Si sentì improvvisamente in colpa. Negli ultimi anni aveva evitato di andare al cimitero. Ripeteva sempre di essere molto occupato con il lavoro, ma sapeva che il vero motivo era un altro. Quando guardava la foto sulla lapide di Juls, non poteva fare a meno di pensare che i suoi assassini erano ancora a piede libero. Allora una rabbia senza precedenti si impadroniva di lui, e doveva fare degli sforzi sovrumani per calmarsi. Perfino quando era venuto a trovare Shanks per il Ringraziamento, aveva preferito stare alla larga dal cimitero.

 

E a proposito di Shanks, doveva essersi occupato lui della tomba di Juls. Notò infatti che era perfettamente pulita. Mancavano i fiori, però. Non importava, ci avrebbe pensato Benn.

 

Si fermò davanti alla lapide di Juls e sospirò. Guardò la foto, e un mare di ricordi gli attraversò la mente. Juls che rideva. Juls che rimproverava Kidd e Shanks. Juls che gli diceva quanto lo amasse. Aveva scelto lui la foto per la lapide. Era una foto in cui Juls sorrideva. Era bellissima, proprio come se la ricordava.

 

- Juls...mi manchi.- mormorò il militare.- Ti chiedo scusa se negli ultimi tempi non mi sono fatto vedere, ma...non ce la facevo. Non riuscivo a guardarti senza pensare a quei bastardi che ti hanno uccisa, e...- Si asciugò una lacrima.- Comunque adesso è tutto finito. Quei mostri sono dietro le sbarre, e credo proprio che ci resteranno per un bel pò.- Fece una pausa.- Ora cercherò di venire un pò più spesso. E la prossima volta porterò anche Shanks e Kidd. Manchi molto anche a loro, sai?- Un sospiro.- Spero che arrivi presto il momento in cui potremo riunirci.-

 

Altre lacrime iniziarono a scorrere, ma stavolta non le fermò. Accarezzò la lapide e si concesse un sorriso.- Riposa in pace, amore mio.-

 

***

 

L'appartamento di Eustass "Kidd" O'Malley

 

Mentre Benn faceva visita a sua moglie, Shanks era andato a trovare suo fratello. Dopo aver appreso la verità sul suo arresto, si era sentito in dovere di chiedergli scusa per come lo aveva trattato. Prima, però, c'era un piccolo problema da risolvere.

 

Avanti, Shanks, bussa a questa porta, si rimproverò l'irlandese. Non puoi stare qui in eterno.

 

Era lì da venti minuti, e non aveva ancora trovato il coraggio di bussare. Voleva disperatamente parlare con suo fratello, eppure c'era qualcosa che lo bloccava. Forse era paura per la sua reazione, forse rimorso per le parole che gli aveva detto l'ultima volta che si erano visti. Fatto sta che aveva avvicinato più volte la mano alla porta, e ogni volta l'aveva ritirata.

 

Andiamo, è ridicolo...

 

Fortunatamente, in quel momento la porta si aprì. Eustass O'Malley apparve vestito di tutto punto, con un grosso zaino sulle spalle e una valigia in mano. I due fratelli rimasero un attimo a fissarsi, con un misto di imbarazzo e sorpresa. Shanks fu il primo a parlare.

 

- Ciao, Eustass.-

 

Kidd sembrava più sorpreso che imbarazzato.- Ehm...ciao, fratellone. Qual buon vento?-

 

Shanks deglutì.- Ho pensato di venire a trovarti. Ecco...ho sentito le ultime notizie.-

 

- Ah.-

 

Ci furono alcuni secondi di silenzio assoluto.

 

Alla fine, Shanks si decise. Prese il coraggio a quattro mani e guardò suo fratello negli occhi.- Volevo solo dirti che...che mi dispiace.-

 

- Uh? E per cosa?-

 

- Lo sai. Per quello che ti ho detto. Per aver creduto che...che fossi un criminale.-

 

- Oh, quello? Lascia perdere, non hai niente di cui scusarti.-

 

- Cosa? Ma...-

 

- Ehi, non ti preoccupare. Dico sul serio, è tutto a posto.- Poggiò la mano libera sulla spalla di Shanks.- Ho avuto un bel pò di tempo per riflettere, e non sono per niente incazzato. Con tutto quello che ho combinato negli anni, chiunque al tuo posto avrebbe pensato male.-

 

Il rosso non credeva alle sue orecchie.- Davvero? Quindi non sei arrabbiato con me?-

 

Kidd rise.- Tranquillo. Gli unici con cui ce l'ho a morte sono quegli stronzi che hanno organizzato tutto e quella puttana di Hancock. E da quello che ho sentito in TV, hanno avuto quello che si meritavano.-

 

- Oh...meno male. Mi sento molto meglio, adesso.- Si accorse solo in quel momento dei bagagli di Kidd.- Stai partendo?-

 

- Sì, è una cosa che ho deciso appena sono tornato a casa. Avevo intenzione di fermarmi prima un pò da te e poi da un mio amico, dopodichè sarei andato all'aeroporto.-

 

- E dove vai?-

 

- In Irlanda del Nord.-

 

- Come mai?- Da quando, tanti anni prima, i due fratelli erano venuti a vivere in America, non avevano più messo piede nella loro terra d'origine.

 

Kidd sospirò.- Ho solo bisogno di cambiare aria. Con tutto quello che è successo negli ultimi tempi, ho deciso di dare una svolta alla mia vita. Sai quando ti vengono quelle illuminazioni che non ti aspetteresti mai? Ecco, a me è successa la stessa cosa. Devo cambiare, ritrovare me stesso e robe simili. E ho pensato che farmi un giro nei posti dove sono cresciuto non mi avrebbe fatto male. Non starò via a lungo, però. Giusto un paio di anni, poi tornerò qui a Loguetown.-

 

- Ah...- L'idea che Kidd sarebbe stato via per due anni preoccupava il rosso.- Sei proprio sicuro...-

 

- Non preoccuparti, sono abbastanza grande da badare a me stesso, fratellone.- Gli diede una pacca sulla spalla.

 

- Andrai anche a Enies Lobby?-

 

- Certo. Voglio rivedere i luoghi dove abbiamo incontrato Benn e Juls. Forse potrei anche rincontrare qualcuno di quelli che abbiamo rapinato.- I due risero al ricordo delle loro disavventure.

 

- Magari incontrerai anche il vecchio agente Creek. Chissà se è ancora vivo.- disse Shanks.

 

- Sicuro, quello lì aveva la scorza dura. Non morirebbe neanche se lo ammazzassero. Anzi, probabilmente a quest'ora è anche diventato capo della polizia di Enies Lobby.- Risero di nuovo.

 

- Mi mancherai, Eustass.-

 

- Anche tu...Proinsias.- Shanks ridacchiò.

 

- Promettimi che ogni tanto mi telefonerai.-

 

- Certo, stai tranquillo.-

 

I fratelli O'Malley si abbracciarono, per poi scambiarsi un ultimo saluto.

 

 

Parte 2: Le coppie

 

2 Aprile 2016

Loguetown, California, USA

Hotel-ristorante Baratie

 

Sotto gli sguardi attenti di decine di persone, Zef Vinsmoke posò il lungo cappello bianco sulla testa del suo secondogenito, che si era appena seduto al suo posto a capotavola.

 

- Signore e signori, vi presento il nuovo capocuoco del Baratie: Sanji Vinsmoke!-

 

Ci fu uno scroscio di applausi.

 

Era un momento solenne. Il cappello del capocuoco equivaleva alla corona di un re. E il Baratie aveva appena assistito all'incoronazione del suo nuovo sovrano.

 

Sanji non avrebbe potuto essere più felice. Il suo momento di gloria era finalmente arrivato! Sorrise e fece scorrere lo sguardo da un capo all'altro del tavolo, pieno di ottime pietanze ancora da gustare e di persone venute lì per lui.

 

Si erano riuniti nella sala grande, quella che di solito veniva usata per le occasioni più importanti. Oltre ai Vinsmoke, erano presenti anche gli O'Malley, i Roronoa, le due Watanabe, il fidanzato di Kaya, e anche il personale del Baratie al gran completo.

 

E naturalmente, Nojiko, bella come non mai.

 

Sanji si poteva ritenere un uomo molto fortunato. Non solo era finalmente diventato capocuoco del Baratie, ma la sua creazione, la zuppa di pesce All Blue, aveva fatto raddoppiare gli affari del ristorante. Le prenotazioni erano schizzate alle stelle, e si era venuta a creare una lista d'attesa così lunga che suo padre stava pensando di far ampliare l'hotel.

 

Adesso smetterò di essere soltanto "il figlio di Zef del Baratie", pensò il biondo. Tutti si ricorderanno della mia opera. Da oggi in poi, quando la gente penserà a me, mi chiamerà "il creatore della zuppa All Blue". Diavolo, è tutto così bello che quasi mi viene da piangere.

 

Tuttavia, sentiva che a quel momento perfetto mancava qualcosa. Poi capì. Fece cenno a Nojiko di avvicinarsi. La ragazza si alzò dal suo posto, e Sanji provò una fitta di desiderio nel guardarla muoversi. Sarebbe stato capace di prenderla e possederla lì davanti a tutti. Ma non l'avrebbe fatto. Non era quello che aveva in mente.

 

Appena la ragazza gli arrivò accanto, Sanji la strinse in un caldo abbraccio e la baciò appassionatamente. Gli altri reagirono con una nuova sequenza di applausi.

 

Ho tutto quello che volevo, riflettè il giovane Vinsmoke. Il Baratie, la fama, e la ragazza che amo. Non potrei chiedere di più.

 

Dopo quella che a tutti parve un'eternità, Sanji si staccò dalla sua bella, e la celebrazione proseguì.

 

***

 

20 Settembre 2016

Un edificio in centro

 

Usop Abacar uscì dall'ufficio in cui aveva appena trascorso l'ultima mezz'ora con un gran sorriso sulle labbra e un rettangolino di plastica in mano. Quest'oggetto apparentemente insignificante, era in realtà di un'importanza fondamentale, almeno per lui.

 

Si trattava infatti della Green Card, una tessera che gli avrebbe permesso di rimanere nel territorio degli Stati Uniti per un periodo di tempo illimitato. Il motivo della sua particolare importanza era molto semplice.

 

Ora che aveva la Green Card, aveva compiuto il primo, importante passo verso la cittadinanza americana.

 

Si trattava solo di aspettare qualche anno e di rigare dritto, dopodichè avrebbe potuto sostenere un esame sulla storia e le leggi degli Stati Uniti (E per cui si stava già preparando). Fatto anche quello, sarebbe finalmente diventato un cittadino americano a tutti gli effetti.

 

E a quel punto, avrebbe chiesto a Kaya di sposarlo.

 

Non aveva dubbi in merito. Kaya era la ragazza più dolce, bella e intelligente che avesse mai incontrato. La amava con tutto sè stesso, e voleva passare il resto della sua vita con lei. L'avrebbe sposata anche in quel momento, ma non voleva farle pensare che lo stesse facendo solo per ottenere la cittadinanza.

 

Infilò la tessera nel portafoglio e iniziò a pensare al modo con cui fare la proposta a Kaya. Doveva essere una sorpresa. Magari poteva nascondere l'anello in un dolce, come aveva visto fare in un film...no, c'era il rischio che lo ingoiasse.

 

Lascia perdere, ci penserai quando sarà il momento, si impose il brasiliano.

 

Dopo un pò, arrivò nella sala d'attesa dove aveva lasciato Kaya. Vedendolo arrivare, la ragazza si alzò in piedi e gli venne incontro.- Fatto?-

 

Il brasiliano annuì.- Fatto. Ora sono il felice possessore di una Green Card! Con essa potrò finalmente trovare il tesoro che tanto a lungo ho cercato! Così parla il prode Capitano Usop.- disse in tono teatrale. A volte gli piaceva fare dei piccoli siparietti demenziali, per far divertire Kaya.

 

E fu proprio quello che accadde. La bionda ridacchiò compostamente e scosse la testa, per poi esclamare, in finto tono di rimprovero: - Sei sempre il solito.-

 

Usop fece spallucce.- Sono troppo vecchio per cambiare.- Guardò l'ora sull'orologio della sala d'attesa, e vide che era mezzogiorno passato.- Piuttosto...visto che ormai si è fatta una certa ora, mi permette di offrirle il pranzo, bella signorina?- Offrì il braccio a Kaya.

 

La giovane Vinsmoke rise e incrociò il braccio con quello del suo fidanzato.- Ma certo, mio prode Capitano Usop.-

 

I due innamorati uscirono dall'edificio e si diressero verso il ristorante più vicino.

 

***

 

20 Gennaio 2017

La casa del Capitano Clint Callahan

 

Da un pò di tempo a questa parte, Bellemere aveva iniziato a passare sempre più tempo a casa del Capitano Callahan. Avendo una copia delle chiavi, poteva andare e venire quando voleva. Tutto quell'andirivieni stava però cominciando a stufarla, tanto che pensava sempre più spesso di trasferirsi da Clint e lasciare l'appartamento accanto al Red Force a Nami.

 

Tuttavia, in quel momento i suoi pensieri erano concentrati su ben altro. Aveva appena scoperto una cosa che l'aveva lasciata di stucco, e si era precipitata nell'appartamento del poliziotto per riferirgliela. Avrebbe anche potuto telefonargli, ma nella foga non ci aveva proprio pensato.

 

Aveva notato la moto di Smoker parcheggiata davanti all'edificio in cui viveva (Tra l'altro, senza nessun sistema di sicurezza. Non che ce ne fosse bisogno. Nessuno si sarebbe azzardato a toccare la moto del famigerato Cacciatore Bianco), concludendo che l'uomo fosse in casa. Quando entrò nell'ingresso e vide la sua giacca appesa all'attaccapanni, ebbe la conferma.

 

- Clint, sono io. Dove sei?-

 

Non ebbe risposta. Si accorse allora di un rumore simile a un ronzio, proveniente dalla stanza da letto. Aguzzò le orecchie, e capì che non era un ronzio, ma soltanto Clint che russava. Andò verso la stanza da letto, la cui porta era aperta, e sbirciò. Smoker era effettivamente sul letto. Era sdraiato, e indossava solo i pantaloni della divisa e gli stivali. C'era un leggero odore di sudore misto a fumo. Storse il naso. Aveva detto più volte a Clint di non fumare in casa, ma lui non la stava a sentire. Lascia perdere, Kyoko, si disse. Pensa solo a svegliarlo.

 

Si avvicinò al letto e contemplò la forma dormiente del suo compagno. Le dispiaceva svegliarlo, ma era necessario. Considerando che molto probabilmente aveva avuto una giornata difficile al lavoro, decise di tentare con un approccio gentile.

 

- Smokey...-

 

L'uomo continuò a dormire.

 

- Smokey...-

 

Ancora niente. Si rese conto che, così facendo, non avrebbe concluso nulla. Pertanto, per chiudere in fretta la faccenda, decise di provare con qualcosa di più drastico. Allungò una mano verso di lui e gli afferrò un braccio, scuotendolo con vigore.

 

- Sveglia, orsacchiotto!- gridò.

 

Al che Smoker aprì gli occhi di scatto e la fulminò con un'occhiataccia. Aveva sempre odiato essere chiamato con soprannomi stupidi, già ai tempi del loro primo rapporto. Lei però se ne era sempre fregata. Si divertiva troppo a prenderlo in giro.

 

- Che c'è?- ruggì lui, in tono palesemente irritato.

 

- Sono venuta a vedere se eri sveglio.-

 

- Beh, adesso lo sono. Contenta?-

 

La donna annuì e si sedette sul bordo del letto.- Sì. Comunque, c'è una cosa che volevo dirti.-

 

- E non può aspettare domani mattina, questa cosa? Oggi al distretto è stata una giornata d'inferno, e mi sono dovuto fare un culo così per tenere tutto in ordine. Voglio dormire, cazzo!-

 

- E' meglio che te lo dica adesso, credimi.-

 

Il poliziotto masticò un'imprecazione e si mise a sedere.- Va bene, di che si tratta?-

 

- Sono incinta.-

 

Per un attimo, sembrò che gli occhi di Callahan schizzassero fuori dalle orbite. Poi la sua espressione ritornò quella di sempre.- Cosa...come?-

 

- Come? Ti sei dimenticato come si fanno i bambini? Eppure è una cosa che abbiamo fatto abbastanza spesso, negli ultimi tempi.-

 

- Me lo ricordo, stupida. Intendevo come...- Fece un attimo di pausa.- Oh. Ora ricordo.- Negli ultimi tre mesi non avevano usato contraccettivi. Una sera Bellemere aveva insistito per fare l'amore, nonostante lui avesse finito i preservativi, e da allora era diventata un'abitudine. Non se ne erano preoccupati più di tanto, in parte perchè erano entrambi sani come pesci, ma anche perchè si consideravano troppo vecchi per avere figli.

 

Ah, quanto si erano sbagliati.

 

- Sei proprio sicura?-

 

Kyoko annuì.- Ho fatto il test di gravidanza tre volte, e domani andrò dal ginecologo, tanto per eliminare i possibili dubbi. Ma so già quale sarà la risposta.-

 

Ci fu un attimo di silenzio.

 

- E meno male che eravamo troppo vecchi per avere figli...- mormorò Smoker.

 

- Non sembri molto contento.- disse la quarantenne.

 

- Non è così, è solo che...non me lo aspettavo, ecco.-

 

- Cosa facciamo?-

 

- Cosa facciamo? Lo teniamo, cazzo. Che razza di domanda è?-

 

- Dicevo così, per dire.-

 

Smoker si passò una mano tra i capelli bianchi.- Porca puttana, quasi non riesco a crederci...sto per diventare padre di nuovo.-

 

- Sai, anni fa mi ero ripromessa che avrei avuto altri figli, se mai avessi incontrato l'uomo giusto.- disse Kyoko Watanabe.- Purtroppo, ho incontrato solo delle teste di cazzo.-

 

- E sarei io l'uomo giusto?-

 

- Certo. Sei uno stronzo di prima categoria, più acido di una vecchia zitella.- Allungò un braccio e gli accarezzò una guancia.- Ma sei anche uno degli uomini migliori che abbia mai conosciuto. Sei l'uomo che amo.-

 

Smoker non rispose subito, limitandosi ad abbassare lo sguardo e ad arrossire leggermente. Succedeva sempre così. Appena si parlava di sentimenti e robe simili, il burbero poliziotto arrossiva come una verginella. Era un lato del suo carattere che Bellemere adorava.

 

- E poi, abbiamo già qualche esperienza in campo genitoriale. Non sarà molto difficile...- Per un attimo, temette di aver fatto una gaffe. Sapeva che Clint non parlava volentieri di quello che era successo a sua moglie e sua figlia, e che anche solo accennare a loro due lo incupiva. Fortunatamente, non andò così. Il poliziotto si limitò ad annuire.

 

- Hai ragione. Però...il fatto è che non mi aspettavo una roba del genere...-

 

- Se è per questo, non ti aspettavi nemmeno di innamorarti di nuovo, eppure è successo.-

 

- Intendevo che non sono preparato per questo.-

 

- Non preoccuparti, ti aiuterò io.- Salì sul letto e si sedette accanto al poliziotto, stampandogli un bacio sulla fronte.- Sarai un ottimo padre, Clint. Ne sono più che sicura.-

 

Callahan rimase qualche secondo in silenzio.- Il nome lo scelgo io.-

 

- Ok.-

 

- Se è una femmina, Rebecca. Se invece è un maschio...Clint Jr.-

 

- Per me vanno bene.-

 

- E niente battesimo o robe del genere. Deciderà quando sarà grande.-

 

- Agli ordini, Capitan Orsacchiotto!- esclamò facendo il saluto militare.

 

- E smettila di chiamarmi così!-

 

- E tu smettila di essere sempre così acido.-

 

- Fanculo.- Callahan si girò su un fianco, sprimacciò per bene il cuscino e chiuse gli occhi. Subito dopo, Bellemere gli si avvicinò, abbracciandolo da dietro e accoccolandosi contro il suo corpo. Una mano della donna si accomodò sul suo ventre piatto.

 

- Il mio orsacchiotto Smokey...- sussurrò, godendosi il calore del suo uomo.

 

- Hmpf.- Smoker prese la mano della sua compagna e la strinse delicatamente. I due rimasero così per un pò, e alla fine si addormentarono entrambi.

 

***

 

Palestra Shimoshiki

 

- KYAHHH!-

 

Il calcio della ragazza con gli occhiali colpì in pieno petto l'uomo coi capelli verdi, prima ancora che questi potesse contrattaccare. L'uomo cadde a terra con un tonfo sordo.

 

- Sì! A quanto siamo, Zoro? Duemila?- gridò trionfale Tashigi.

 

- Duemila e uno.- la corresse a malincuore Zoro.

 

Qualche tempo prima, i due avevano iniziato ad allenarsi insieme la sera, dopo l'orario di chiusura della palestra. Durante una delle sessioni, la ragazza lo aveva sfidato a batterlo. Roronoa aveva accettato la sfida, pentendosene dopo un pò. Tashigi era molto, molto più forte di lui. Il poliziotto ci aveva messo tutte le sue forze, cercando anche di imitare qualcuna delle mosse del suo idolo Mihawk. Eppure, per quanto avesse provato, aveva sempre fallito. Dopo duemila e uno incontri, non era ancora riuscito a sconfiggerla.

 

Molti avrebbero trovato vergognoso essere sconfitti da una donna, ma non Zoro. Per lui, era una prova del fatto che doveva continuare ad allenarsi se voleva arrivare al livello del grande maestro ungherese. E poi, Kuina era l'unica da cui avrebbe accettato una cosa del genere.

 

Kuina...a volte si stupiva nel pensare a quanto era cambiato il loro rapporto nell'ultimo anno. Da semplici amici e colleghi di lavoro, erano diventati una coppia stabile. Si era aspettato il peggio, quando avevano iniziato a frequentarsi, ma non era andata così. Dopo un pò, si era accorto di ricambiare i sentimenti che la ragazza provava per lui (Con grande gioia di Tashigi, naturalmente). E in generale il loro rapporto andava a gonfie vele. La sua famiglia aveva accolto favorevolmente l'occhialuta, soprattutto Koala e quel cretino di suo cognato Sanji (Non che fosse una sorpresa. Sanji faceva l'idiota con qualunque donna avesse davanti, anche se ora aveva Nojiko che lo teneva in riga). I loro colleghi al distretto avevano naturalmente reagito alla notizia con spirito goliardico.

 

E a proposito del distretto, c'erano stati dei cambiamenti anche su quel fronte. La ragazza aveva lasciato la polizia, preferendo dedicarsi esclusivamente alla palestra ereditata dal padre. Quando poteva, Zoro le dava una mano, anche se lei non ne aveva tanto bisogno. Era più che capace di badare da sola ai suoi affari.

 

Intelligente, caparbia, e capace di una dolcezza quasi materna. Zoro si considerava fortunato ad avere una donna così al suo fianco.

 

Se solo fossi così fortunato anche nei combattimenti, pensò il poliziotto.

 

- Duemila e uno...mi sa che dobbiamo festeggiare.- sorrise la ragazza.

 

- E' proprio necessario?-

 

- Sì...anche perchè credo che il modo con cui lo faremo ti piacerà moltissimo.-

 

Roronoa alzò un sopracciglio.- Come...- Al che la ragazza si tolse gli occhiali, posandoli su una panca lì affianco, e iniziò a sfilarsi la maglia della tuta. Un sorriso gli si dipinse lentamente sul volto.- Hai ragione, penso proprio che mi piacerà.-

 

Toltasi la maglia, la ragazza rimase solo col reggiseno.- Credi di avere ancora energia per un altro...incontro?- 

 

- Certo.-

 

L'occhialuta rise e si tolse lentamente il reggiseno, per poi gettarlo via.- Bene, perchè ho intenzione di andarci giù pesante, stavolta.-

 

Roronoa annuì, contemplando il petto nudo della sua ragazza.- Fai del tuo peggio.-

 

Kuina Tashigi si abbassò e salì addosso a Zoro, tenendolo fermo col peso del proprio corpo.- Baciami, stupido.- gli sussurrò a pochi centimetri dal volto.

 

Zoro non potè fare altro che obbedire.

 

***

 

18 Aprile 2017

L'Emporio di Ivankov

 

- Hai chiuso tutto?-

 

- Tutto.-

 

- Allora possiamo andare.-

 

Nami, seduta al posto di guida dell'Impala, guardò Robin rientrare in macchina e chiudere la portiera. La mora si tolse il cappello appartenuto ad Howard Sauro e lo posò sul cruscotto.

 

- Mi mancherà, il negozio.- disse la giovane Nico.

 

- Guarda che non ce ne andiamo per sempre. Qualche settimana al massimo, poi saremo di nuovo qui.- le fece notare la rossa.

 

- Lo so, ma mi mancherà lo stesso.-

 

All'inizio dell'anno, Sergei Ivankov aveva sposato Sir Bentham in una cerimonia nel municipio di Loguetown (E a cui aveva partecipato anche Padre Urouge, ma solo perchè Ivankov era suo amico. La sua religione non approvava certe cose). Dopodichè, si era trasferito in Inghilterra assieme al suo sposo. Prima, però, aveva formalmente ceduto l'Emporio a Robin, in modo che la ragazza potesse continuare a lavorare nel settore che tanto amava. Ivankov aveva promesso di tornare in città di tanto in tanto, anche per eventualmente dare una mano a Robin, ma non ce n'era bisogno. La ragazza se la cavava splendidamente.

 

Nami sorrise e scosse la testa.- Fai tanto la donna di ghiaccio, ma sotto sotto sei una sentimentale, eh?-

 

- Sbaglio, o è questo che ti piace di me?-

 

- Non sbagli, anche se ci sono tante altre cose che mi piacciono di te...-

 

Dopo che Robin aveva lasciato l'ospedale, più di un anno prima, le due ragazze avevano iniziato a passare un sacco di tempo insieme. Inizialmente, la rossa aveva solo cercato di dare un sostegno morale alla sua amica, in modo che si riprendesse del tutto dal coma. Poi, con grande sorpresa da parte sua, era scoccata la proverbiale scintilla. Tra le due ragazze era sbocciato l'amore. Nami ricordava ancora la sera in cui si era dichiarata a Robin. Era stato un momento a dir poco commovente.

 

- Hmm...pensi sempre a una cosa.-

 

- Io mi riferivo ai tuoi occhi e ai tuoi capelli. Lo vedi che sei tu la pervertita?-

 

- Lasciamo perdere.- Si allacciò la cintura.- Piuttosto, ti sei ricordata dei biglietti?-

 

- Certo, per chi mi hai presa? Ce li ho nella borsa, assieme al dizionario di arabo.-

 

- A proposito, credi che dovremo indossare il velo?-

 

- Bibi mi ha detto che non sarà necessario, ma ne ho portati un paio, per sicurezza.-

 

Qualche tempo prima, la giovane Nefertari aveva annunciato a Nami il suo matrimonio con Kosa. La cerimonia era stata fissata per i primi di Maggio, ma la rossa aveva deciso di prendersi un periodo di vacanza e partire un pò prima, in modo da poter avere il tempo di visitare l'Egitto (Fortunatamente, il matrimonio della sua amica era capitato in un periodo in cui non era particolarmente impegnata con gli studi). Il loro volo sarebbe partito qualche ora dopo dall'aeroporto Brandnew di Loguetown. Avrebbero lasciato la macchina nel parcheggio, in modo che Bellemere potesse andare a riprenderla più tardi con calma (La donna avrebbe voluto accompagnarle di persona, ma un impegno imprevisto glielo aveva impedito. Non era un problema. Il parcheggio del Brandnew era ben custodito). Lovoon, invece, era rimasto con Padre Urouge.

 

- Sai, ho un pò paura...- disse Robin.

 

- Perchè?- chiese l'aspirante pediatra.

 

- Non ho mai volato, prima d'ora.-

 

- Tranquilla, non c'è niente di cui avere paura. Una volta che l'aereo sarò decollato, non ti accorgerai neanche di stare in aria.-

 

- Speriamo solo che a bordo non capiti qualche terrorista.-

 

Sopprimendo un brivido, Nami fece per mettere in moto la macchina, ma all'improvviso qualcosa le balzò in mente.- Ah, Robin...prima che ce ne andiamo, avrei qualcosa da darti.-

 

- Di che si tratta?- domandò l'antiquaria.

 

- Ti ho preso un regalo. Ecco...è per il tuo compleanno.-

 

La mora si incupì.- Nami...mi sembra di averti parlato del perchè non voglio festeggiare il mio compleanno. E poi sono passati più di due mesi.-

 

- Lo so, ma ho pensato che almeno una volta un regalo dovevo fartelo, anche se in ritardo.-

 

Robin sbuffò.- E va bene, vediamo questo regalo.-

 

La rossa si piegò in avanti e prese un oggetto da sotto il sedile, porgendolo a Robin. Quest'ultima alzò un sopracciglio. Era un libro piuttosto voluminoso, dalla rilegatura chiara, senza scritte di alcun tipo.

 

- Che cos'è?-

 

- Aprilo e vedrai.-

 

La mora aprì il libro e iniziò a sfogliarlo, scoprendo che su ogni pagina c'erano delle fotografie.

 

Fotografie che lei aveva già visto.

 

- Oh...-

 

Erano le foto di quando era piccola, dei suoi genitori insieme e del periodo trascorso a Whiskey Peak. In una di queste ultime, lei era appollaiata sulla spalla di Howard Sauro, e indossava il cappello bianco che le aveva regalato.

 

Quasi non credeva ai suoi occhi. Dopo la sua fuga da Whiskey Peak, aveva pensato che tutte le vecchie cose che aveva lasciato indietro fossero state distrutte. E invece...

 

- Come l'hai ottenuto?-

 

- Ho fatto qualche ricerca, e ho scoperto che a Whiskey Peak vive una cugina di Howard Sauro. Ho parlato con lei, e mi ha detto che, dopo la sua morte, ha conservato tutto quello che ha trovato nella casa di Howard, oltre a occuparsi della sua tomba e di quella di tua madre. Se vuoi, al ritorno dall'Egitto possiamo andare a farle visita.-

 

Quella rivelazione aveva lasciato Robin di stucco. Tutti i suoi vecchi libri, i suoi ricordi d'infanzia e le altre cose...c'erano ancora.

 

- Perchè l'hai fatto?-

 

- Te l'ho detto, volevo farti un regalo. Non sapevo cosa prenderti, e ho scavato un pò nel tuo passato. Spero che non ti dispiaccia.-

 

- No, anzi. E'...è una bellissima notizia.- Singhiozzò.- E un bellissimo regalo. Davvero, Nami, io...non so cosa dire.-

 

- Dimmi solo se ti piace.-

 

La mora annuì.- Sì. Credo che sia il regalo più bello che mi abbiano mai fatto.-

 

Nami sorrise e si protese verso Robin. La baciò a lungo sulle labbra, per poi sussurrarle in un orecchio: - Buon compleanno, Robin.-

 

 

NOTA DELL'AUTORE: Ed eccoci finalmente arrivati alla fine di questo mastodonte che mi ha tenuto impegnato per un anno intero! E' la storia più lunga che ho scritto finora, più di centomila parole divise in ventisei capitoli, oltre che la mia prima shipping fic.

 

Allora, per prima cosa voglio ringraziare Yellow Canadair per avermi prestato la sua Juls. Poi, ringrazio tutti coloro che hanno commentato e messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, e anche tutti i lettori silenziosi.

 

Oltre a questo, volevo anche chiedervi alcune cose: qual'è il personaggio o la coppia che avete apprezzato di più, il vostro momento preferito e anche cosa non vi è piaciuto molto. "Eh, ma quante cose vuoi sapere!". Lo so, ma come ho già detto altre volte, questa storia per me rappresenta un esperimento, e gradirei sapere se è riuscito.

 

E adesso, uno sguardo a quello che verrà. Nei prossimi mesi non avrò molto tempo da dedicare alla scrittura, visto che dovrò dedicarmi agli ultimi esami dell'università e alla tesi, ma credo che riuscirò a trovare un pò di tempo da dedicare a un paio di oneshot a cui sto già lavorando nel tempo libero: una versione riveduta e corretta della mia precedente storia "For want of a fist" (Che ho cancellato perchè faceva letteralmente cagare), e un crossover col Trono di Spade che ho provvisoriamente intitolato "A game of pirates" (Vi anticipo che qui Brook sarà un Guardiano della Notte trasformato in non-morto dagli Estranei). Dopodichè, chissà. Le idee sono tante.

 

E detto questo, vi saluto. Grazie ancora per avermi seguito e buon anno. A presto!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: John Spangler