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Autore: padme83    11/01/2017    16 recensioni
"Apre gli occhi, di colpo.
Il respiro è affannoso, il cuscino madido di sudore.
Le dita sono rigide, serrate intorno ai polsi sottili di una ragazza.
Il viso di lei è ad un soffio dal suo; lo sguardo terreo con cui lo scruta è carico d'ansia, e le iridi, trasparenti come schegge di vetro, splendono ardenti e vivide nella penombra, simili a lampi al di là del nero impenetrabile della notte.
È successo. Di nuovo.
Un incubo dal quale non è riuscito a svegliarsi.
Nonostante la terapia, le pillole, i mesi trascorsi.
Nonostante Jyn."
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Raccolta di short-stories War!AU (leggibili quindi come originali), autoconclusive ed indipendenti, dedicate a Jyn e Cassian.
Sulle note di "La morte (non esiste più)", dei Baustelle.
https://www.youtube.com/watch?v=o7rpn1I_tis
«Una storia non ha principio né fine, soltanto porte d'ingresso.» (C.R.Zafòn)
Sta a voi scegliere da quale porta entrare.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cassian Andor, Jyn Erso
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Apro la finestra e volo via, si fa per dire -

 

 

 

 

"Certe notti da nevrastenia, da soffocare
apro la finestra e volo via, si fa per dire.
Come la ginestra nata sulla pietra lavica
mi vedo lottare come mosca nel bicchiere
eppure Dio, lo lascio fare."


 


 


 


 

Afghanistan, febbraio 2007



Ha sempre odiato gli spazi chiusi.
In quell'abitacolo, poi, il caldo è soffocante, l'afa densa e appiccicosa come sciroppo d'acero.
Piccole stille di sudore scivolano rapide dalla fronte al mento, pizzicando la pelle e gli angoli delle palpebre.
Una patina viscida si è creata tra i capelli e il rivestimento spugnoso dell'elmetto: il prurito che provoca è quasi insopportabile.
Lo sforzo, continuo, per resistere alla tentazione di scagliare l'intero equipaggiamento il più lontano possibile si incarna in un martirio decisamente poco piacevole da gestire.
Intanto, il mondo, là fuori, è ridotto ad una sfocata ferita biancastra sopra il pannello di guida dell'M998 [1], che procede, con estenuante lentezza, sulla strada che conduce al remoto villaggio di Barikyu.
- Capitano, crede che ci si possa fidare di questa soffiata? -
La voce del tenente Erso, non priva di una punta d'inquietudine, si ode appena sopra il mugghiare sordo del motore e degli pneumatici.
Averla vicina suscita nel Capitano Andor una strana apprensione, un misto tra angoscia e feroce istinto di protezione.
Sensazioni, naturalmente, del tutto inadeguate se rivolte ad un soldato con il coraggio e le capacità di quella irritante, ostinata, straordinaria giovane donna.
Tuttavia, lo ammette, avrebbe preferito che non fosse inclusa in un'operazione dall'esito tanto incerto.
Avrebbe voluto saperla al sicuro, alla base.
- Secondo i miei calcoli, le probabilità di finire dritti in un'imboscata sono approssimativamente del 79,3 per cento. -
Bodhi Rook, il pilota, per poco non si strozza nel disperato tentativo di reprimere un gemito.
C'è una cosa nella quale Cassian Andor ha sempre fallito: insegnare al suo ufficiale in seconda Kyril Kydut [2] – “K2”, o, semplicemente, “Kappa”, per gli amici – che, in determinate occasioni, sarebbe bene imparare a tenere la bocca chiusa.
In particolare se, di norma, tutto ciò che si ha da dire non serve ad altro che ad abbattere il morale delle truppa.
- Kappa, ti prego, non è il momento. -
Nascoste in parte dal bavero del giaccone, le belle labbra di Jyn – no, del tenente Erso – si piegano nell'accenno di un sorriso.
È questione di attimi.
Un violento sobbalzo. Un rombo di tuono.
Sotto i suoi piedi si schiude la porta dell'Inferno.
Un volo di decine di metri.
Brucia. La carne brucia.
L'Universo brucia.
Attorno a lui solo orrore, sangue, urla terrorizzate.
Attorno a lui solo morte.
L'ultima cosa che vede, prima di sprofondare nell'oscurità, è la testa di Kappa che, staccata di netto dal resto del corpo, rotola lenta attraverso i rottami del blindato ancora avvolti dalle fiamme.

 


 

 

Hartford (Connecticut), maggio 2008

 

- Cassian, Cassian! Ti prego, svegliati! -
Apre gli occhi, di colpo.
Il respiro è affannoso, il cuscino madido di sudore.
Le dita sono rigide, serrate intorno ai polsi sottili di una ragazza.
Il viso di lei è ad un soffio dal suo; lo sguardo terreo con cui lo scruta è carico d'ansia, e le iridi, trasparenti come schegge di vetro, splendono ardenti e vivide nella penombra, simili a lampi al di là del nero impenetrabile della notte.
È successo. Di nuovo.
Un incubo dal quale non è riuscito a svegliarsi.
Nonostante la terapia, le pillole, i mesi trascorsi.
Nonostante Jyn.
- Per favore, puoi aprire la finestra? Sto soffocando qui dentro.-
La voce di Cassian è un rantolo stridulo.
- Si, certo. Lo faccio subito. -
Lei è viva. Deve concentrarsi su questo.
Lei – è – viva.
Sul comodino, alla sua destra, c'è un bicchiere ricolmo fino all'orlo.
Sembra che qualcosa fluttui al suo interno; un insetto, forse.
È solo un'ombra, pensa.
Quando se lo porta alle labbra, nulla sporca la purezza cristallina e incolore dell'acqua.
È fresca, per fortuna.
Comincia a bere, avidamente, e ogni sorso contribuisce a placare il fuoco divorante che gli scortica la gola.
Almeno per un po'.
Quanto Jyn lo raggiunge, si sente già meglio.
La leggera brezza che entra dalle imposte spalancate rende l'aria più limpida, più pulita.
In breve tempo, la stanza si riempie del profumo famigliare e delicato delle ginestre in fiore.
Un'altra estate è alle porte.
Jyn scosta piano le lenzuola, e si sdraia silenziosa al suo fianco.
Non parla. Non ce n'è bisogno.
Si abbracciano, stretti, avvinghiati l'uno all'altra sull'onda di un sentimento tanto potente e intimo da non aver bisogno di parole per essere portato alla luce.
Perché tutto è già scritto sui loro volti, inciso a chiare lettere nei loro cuori.
Nel buio, due anime spezzate si cercano e, quando finalmente si incontrano, l'Universo ritorna, per pochi istanti, perfetto.

 

 

 

 

{Words Count 741: RebelCaptain AfghanistanWar!AU}


 

 

[1] EDIT: il preziosissimo dany the writer mi ha fatto gentilmente notare che una mina in grado di far saltare in aria un carro armato NON lascerebbe superstiti, per cui ho deciso, per amor di realismo, di sostituire il veicolo da me originariamente scelto con un altro (sempre gentilmente indicatomi dal sopracitato esperto --> https://it.wikipedia.org/wiki/High_Mobility_Multipurpose_Wheeled_Vehicle) più adatto al contesto del capitolo, anche per ragioni più semplicemente pratiche e\o economiche.
[2] l'attore che interpreta K2-SO è Alan Tudyk: ho invertito il cognome. Che volpona, eh?


 


 

Nota:

Oh-oh, che mi venga un colpo: un aggiornamento in tempi brevi. NON FATECI L'ABITUDINE. RIPETO, NON FATECI L'ABITUDINE.

Scherzi a parte, questa storia mi è venuta in mente, TUTTA QUANTA, stamattina verso le 5.00, in un raro ed inaspettato momento di insonnia. Non so che pensare, di solito a quell'ora dormo come un sasso. La notte mi ha dunque portato consiglio? A voi l'ardua sentenza. Fatemi sapere cosa ne pensate: consigli, critiche, bastonate in testa, sono sempre utili e ben accetti (ok, magari le bastonate in testa no, ma avete capito cosa intendo).

Il contesto, anche se mi sono tenuta sul vago, mi sembra abbastanza chiaro; credo che, bene o male, tutti abbiamo (purtroppo) una certa famigliarità con la guerra in Afghanistan. In qualsiasi caso --> https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_in_Afghanistan_(2001-in_corso)

Ringrazio naturalmente chi ha già recensito e chi recensirà, chi ha aggiunto\aggiungerà la raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP, nonché tutti i lettori silenziosi che si faranno un giro da queste parti :)
Mi trovate sempre sulla mia pagina fb, Lost Fantasy, vi aspetto! (per raggiungermi in fretta, basta cliccare sull'icona con i due gioppini vicino all'immagine del profilo).

A presto!

Un bacio :*


 

padme

   
 
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