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Autore: Nene_92    05/02/2017    10 recensioni
 INTERATTIVA - (ISCRIZIONI CHIUSE )
(la storia fa parte della serie "Grimm")
 
Inghilterra, 2022
Eleonore Grimm, durante un pomeriggio passato con i nipoti, racconta loro la fiaba di Cappuccetto Rosso. Quello che non si aspetta è di trovare, in mezzo al diario di Jacob, una misteriosa lettera che sembra essere indirizzata proprio a lei.
 
Durmstrang, 1802
Per la prima volta nella storia, Hogwarts viene lasciata fuori dal Torneo Tremaghi.
Quell'anno infatti, a giocarsi la Coppa saranno gli Istituti di Durmstrang, Ilvermony e Murrinh-Patha.
Tra i tanti studenti desiderosi di partecipare, si trovano anche loro: Jacob e Willhelm Grimm, i famosi fratelli delle fiabe "horror" babbane.
Hanno solo 17 anni, non sono ancora famosi. O almeno non lo sono ancora nel mondo babbano, visto che nel mondo magico la loro famiglia è invece nota da secoli come "il terrore dell'Europa".
Eppure, gli eventi che li travolgeranno quell'anno, saranno proprio lo stimolo che li porterà a scriverle.
.
Volete sapere come? Non vi resta che leggere.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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Chiedo scusa se a volte non vi rispondo alle recensioni che lasciate, ma è un periodo che ho poco tempo e tra rispondervi e scrivere il nuovo capitolo... preferisco far andare avanti la storia.

Buona lettura! ;) 

8 - Reazioni

- Reazioni -


20 Novembre 1802, Istituto di Durmstrang (prima prova)

Bianca crollò a terra urlando di dolore.
E poco dopo la seguì anche una parte del pubblico.


Urla terrorizzate. 
Dolore.
Confusione.
Paura.
Caos.

Nessuno riusciva a capire cosa stesse esattamente succedendo. 

Neanche Bianca ci riuscì. 

Sentì solo l'ennesima puntura venire inferta sul suo braccio. 

Poi svenne.

- * - * -

"Quanti pizzichi avrà ricevuto prima che intervenissimo?" Domandò preoccupato Willhelm, adagiando il corpo di Bianca sul lettino dell'infermeria. Con la coda dell'occhio vide suo fratello fare la medesima cosa col corpo di Sascha.

"Non ne ho idea, ma per fortuna meno di otto." Rispose Jacob, iniziando a rovistare senza alcun riguardo tra diverse ampolle e sbattendole a terra ogni volta che si dimostravano contenere qualcosa che non fosse di suo interesse. "Ma dove diavolo è l'antidoto?" Borbottò a tutti e a nessuno, buttandone una decina a terra in un colpo solo. 

"Stia attento signor Grimm!" Protestò l'infermiera scandalizzata, entrata in quel momento trafelata.
"Mi dia una mano piuttosto!" Sbottò il ragazzo fuori di sè "Dove diavolo è l'antidoto da toxic death?" Borbottò poi, continuando a rovistare tra le ampolle.
"Terzo scaffale sulla destra."

Senza neanche perdere tempo a ringraziare, Jacob afferrò la fiala di vetro e la lanciò a Willhelm, che la afferrò al volo per poi occuparsi immediatamente di Bianca.

"Ce ne sono altre?" Domandò il maggiore, girandosi verso l'infermiera, che continuava ad assistere alla scena completamente immobile. "CE NE SONO ALTRE?" Ripetè poi, vedendo che la risposta tardava ad arrivare.

"Di... di là." Rispose finalmente la donna, indicando la porta che conduceva al suo ufficio. "Ma alcune sono ancora in fase di pre..." 

Non riuscì a finire la frase, perchè Jacob si era già precipitato dentro alla stanza, tornando poco dopo con tutte le fiale possibili tra le mani. "Ne dia una alla lupa." Ordinò ficcandone una in mano alla donna e attraversando la stanza quasi di corsa. "Io vado a portare il resto a..."

Ma non riuscì a terminare il discorso, perchè la porta dell'infermeria si aprì violentemente, facendo entrare un trafelato Elijah, seguito a breve distanza da Philippe. 

A differenza del preside di Durmstrang, che si precipitò sulla figlia, il Cancelliere rivolse un'occhiata inceneritrice a Jacob, bloccandolo immediatamente sul posto. "Come diavolo ti sei permesso di anteporre il salvataggio di una lurida lupa mannara a quello della tua futura sposa? Il sangue magico che sarebbe andato sprecato se tuo fratello non fosse intervenuto, la tua famiglia, la tua..." 

Jacob non aveva tempo anche per quello. 
Avvertiva il peso di tutte le ampolle tra le sue braccia, ampolle che doveva consegnare al più presto a tutti gli studenti colpiti da quei luridi esseri. 
Non poteva di certo mettersi comodo a dare spiegazioni. 
E soprattutto non ne aveva la minima voglia.

"E' proprio per proteggere quel sangue magico che l'ho fatto." Rispose duro "I toxic death si nutrono di energia magica. Li riesce ad immaginare gli effetti, se questa viene presa da un lupo mannaro durante la luna piena? Tantovaleva organizzare il funerale a tutti." 

Senza aggiungere altro lo sorpassò a passo di marcia. 
Non preoccupandosi neanche di evitare che la porta dietro di lui sbattesse.

- * - * -

21 Novembre 1802

 

Livvy percorse velocemente i corridoi dell'isituto germanico, cercando di fare meno rumore possibile.
Continuava a guardarsi intorno, cercando così di orientarsi in quei cunicoli bui e freddi. 
Da una finestra sulla sua destra vide un raggio di sole fare capolino da dietro le montagne. 

Non era neanche l'alba.

Nonostante la sera prima fosse stata una delle ultime ad andarsene dall'infermeria - e se n'era andata solo perchè l'avevano cacciata a forza - quella notte aveva dormito poco o nulla. Tutte le volte che chiudeva gli occhi infatti, l'immagine di Bianca, stesa su quel letto pallida e completamente immobile, le tornava alla mente. 

Per quel motivo, dopo aver passato buona parte della notte a rigirarsi tra le coperte, aveva infine deciso di scalciarle via e di ritornare in infermeria, per vedere se nel frattempo la sua amica si fosse per caso svegliata.
O comunque per fare qualcosa di utile per far scorrere il tempo.

Quando finalmente raggiunse l'infermeria, non si sorprese affatto di vedere Willhelm addormentato su una sedia, posizionato accanto a Bianca. 
Probabilmente era rimasto lì tutta la notte. 
Esattamente come Jacob che però, a differenza del fratello minore, era ben sveglio, con i gomiti appoggiati contro al vetro della finestra, intento a scrutare intensamente l'orizzonte.

Livvy rimase per almeno una ventina di secondi completamente immobile ad osservarli, appoggiandosi allo stipite della porta.

Per quanto le loro due famiglie fossero legate, lei faceva ancora fatica a comprendere a pieno i Grimm.
A volte non riusciva a considerarli come parte di una stessa famiglia, altre volte invece trovava talmente tanti particolari di un Grimm nell'altro da pensare che sarebbe stato impossibile non riconoscerli come consanguinei. 

E questi aspetti contraddittori si riflettevano in pieno su Willhelm e Jacob: a volte erano talmente simili da poter essere scambiati per gemelli. Altre invece erano talmente distanti da sembrare il giorno e la notte.

"Deliverance." La distolse la voce di Jacob dai suoi pensieri "Non lo sai che è vietato girare per i corridoi prima dell'orario di colazione?" Quella del ragazzo non era un'accusa, ma una semplice constatazione.
"Mettimi in punizione allora. Sei Caposcuola, no?" Controbbattè lei con un sorrisetto. Sapeva che non l'avrebbe mai fatto. "Come sta?" Domandò poi indicando con un cenno della testa Bianca, che continuava a dormire.

"Per fortuna ha ricevuto solo sei pizzichi e le abbiamo somministrato subito l'antidoto." Rispose il ragazzo, girando appena il collo per lanciare un'occhiata alla cugina. "Non ci resta che aspettare."

"Aspettiamo allora." Rispose Livvy, appellando una sedia. 

Sarebbe stata una lunga giornata.

- * - * -

Un leggero bussare alla porta della camera distolse Camille dalla lettura.

Quando si era svegliata non aveva trovato nessuno nella sua stanza - Deliverance era probabilmente ancora in infermeria - e a tutti gli studenti era stato ordinato di consumare la colazione in camera, perciò non aveva trovato altri modi per ammazzare il tempo.

Facendosi leggermente guardinga, la ragazza si affrettò ad impugnare la bacchetta - di quei tempi non si sapeva mai - anche se una vocina nella sua testa le ripeteva che la cosa era alquanto stupida: di sicuro un eventuale aggressore non si sarebbe messo a bussare con quella delicatezza!

"Avanti!" Si decise a dire alla fine.

Rispondendo al suo invito, una ragazza dalla chioma rossiccia si fece avanti. Una ragazza del suo anno, che Camille aveva visto già più volte a lezione. 

"Ciao Helene!" La salutò rivolgendole un sorriso caloroso e decidendosi ad abbassare finalmente la bacchetta. "Cosa ti porta qui?"

"Un ordine del preside in realtà." Rispose la tedesca con un sorriso imbarazzato, arrossendo fino alla radice. "La tua amica è in infermeria e sa che non ci sono molte altre ragazze di Ilvermony." Continuò imbarazzata "Quindi ha pensato che fosse... opportuno... che qualcuno venisse a farti compagnia, ecco. Insomma, oggi le lezioni sono sospese quindi..." Spiegò "Non che questo significhi che io non stia volentieri in tua compagnia eh!" Aggiunse in fretta, quasi come per giustificarsi. 

Probabilmente sarebbe andata avanti ancora per un bel po' a fornire ulteriori spiegazioni, ma Camille la interruppe. "Ottimo!" Esclamò sorridendo e battendo le mani. "Sono sempre felice di fare nuove conoscenze!" Continuò appoggiando il libro sul comodino. "Perchè non ti accomodi qui, accanto a me?" Continuò spostandosi di lato per farle spazio e indicandole il punto preciso con la mano. "Così mi racconti un po' di cose su questo posto!" Concluse allegramente "Ma che pensiero gentile che ha avuto il tuo preside!" Aggiunse subito dopo, quasi senza riprendere fiato, mentre Helene, seguendo il suo consiglio, si arrampicava sul letto "Forse l'ho giudicato troppo in fretta! E poi con tutte le cose che stanno accadendo in questa scuola un po' di sana compagnia femminile è proprio ciò che serve, non trovi anche tu? Perchè tu non sei stata colpita ieri vero?"

"Per fortuna no. Anche se non tutti hanno avuto la mia stessa fortuna." Riuscì a rispondere Helene, prima che Camille riniziasse a sommergerla di chiacchere. 

Nonostante la rossa avesse ancora davanti agli occhi le immagini catastrofiche della sera prima, per la prima volta si ritrovò a rigraziare l'ordine del preside, che inizialmente aveva percepito solo come una scocciatura. 

Era molto più semplice estraniarsi da ciò che stava succedendo loro intorno, con una come Camille affianco.

La sua allegria era contagiosa. E ben presto Helene si ritrovò ad ascoltarla, accantonando momentaneamente la paura e l'orrore vissuto solo la sera prima.

- * - * -

Nebbia.
Intorno a lei c'era solo della nebbia.
Nebbia ed oscurità.

Non riusciva a vedere ad un palmo dal suo naso.

Sascha continuò a guardarsi attorno disperatamente, a cercare una - anche solo minima - luce che le permettesse di avere un qualche indizio per sapere in quale luogo fosse finita. 
Ma nessuno rispose alle sue preghiere.

Tutt'attorno a lei continuavano ad esserci solo nebbia e buio.

Poi, di colpo, la situazione mutò.

Non era più immersa nell'oscurità.
Era in una foresta, circondata dalla luce e dagli alberi. Ma il tutto aveva assunto una dimensione onirica, inquietante.
Era come se anche la luce stessa fosse... grigia.
Esatto, grigia. La lupa non avrebbe saputo definire l'ambiente circostante con una parola alternativa a quella.

E all'improvviso Sascha si accorse di essere sdraiata per terra, dolorante, mentre del sangue le fuoriusciva copiosamente da un fianco. 

Di punto in bianco capì che non ce l'avrebbe fatta. Che, qualunque cosa l'avesse ferita in quel modo, lei non sarebbe sopravvissuta. 

"Mi dispiace." Di nuovo quella voce. La conosceva, l'aveva già sentita. Eppure non riusciva ad associarla a nessuno in quel momento. "Mi dispiace Sascha. Non avrei dovuto coinvolgerti. Non..."

La voce stava piangendo, singhiozzando disperata. E lei avrebbe tanto voluto dire a quella voce di smettere di piangere. Perchè morire in quel modo era stata una sua scelta. 

Ma mentre sentiva il sangue defluirle dal corpo insieme alla vita, si accorse di non avere voce.

Poi una luce la risucchiò.

E Sascha si risvegliò all'improvviso nell'infermeria di Durmstrang, mentre un pallido sole le sfiorava il viso con i suoi raggi.

- * - * -

"Ci deve essere qualcosa che li riguardi in questa immensa biblioteca! Mi rifiuto di pensare che non ci siano informazioni su di loro!"

Erano ormai un paio d'ore che Tyler girava tra gli scaffali impolverati della biblioteca scolastica prendendo libri, cercando un argomento in particolare e, alla fine, rimettere a posto il libro, frustrato per non aver trovato ciò che stava cercando.

"Jones, ti vedo correre avanti e indietro da tanto tempo: che cos'è che cerchi esattamente?"
Stanco del continuo muoversi del Magicospino, Liam alzò gli occhi dal proprio libro di pozioni per guardare il collega passarsi nervosamente una mano tra i capelli.
"Sto cercando qualcosa su quegli esseri apparsi alla prima prova, quegli animaletti infidi..." L'americano si fermò, non riuscendo a ricordare più il nome. Ciò accrebbe parecchio il suo nervosismo, essendo stato l'argomento di ricerca fino all'attimo prima.
"Intendi i toxic death?" Gli venne incontro Liam "Avevo letto qualcosa al riguardo su un libro della nostra scuola che riguardava gli animali magici europei... Ma a quanto pare qua certi argomenti non sono di dominio pubblico." Commentò sarcastico.
"E se Patton avesse ragione? Se ci fosse qualcosa sotto a tutto ciò?" Iniziò ad ipotizzare Tyler.
Erano più che altro domande rivolte a se stesso, ma questo Liam non poteva saperlo. "Scherzi vero? Cioè... tu dai ragione a quel mentecatto di Powell? Ti ha dato alla testa la situazione in generale o il troppo studio?" Commentò ironico "Beh, sai che ti dico? Me ne vado prima che la vostra pazzia possa coinvolgere anche me!"

Scuotendo la testa , Liam radunò la sua roba e abbandonò la biblioteca
, borbottando qualcosa di incomprensibile.

- * - * -


"Preside Hartnell! Signore, le devo fare una domanda!"

Tyler non si aspettava di trovare il preside in giro per i corridoi della scuola, ma David era proprio lì, di fronte a lui, intento a camminare a passo veloce, salutando man mano tutti gli studenti che conosceva.
"Salve Jones, come posso esserti utile?" Il tono del Preside non era tra i più tranquilli, a memoria el ragazzo, ma non sembrava irritato dalla presenza dell'alunno, nè tantomeno sorpreso dal fatto di essere stato chiamato con tale foga.
"Ecco, signore, mi chiedevo se lei potesse darmi qualche informazione sulle creature che ci hanno attaccato l'altro giorno. Quanto sono pericolosi?" Domandò il Caposcuola a bruciapelo, senza indugiare ulteriormente.

Si stava arrovellando su quei pensieri da ore. E aveva bisogno di risposte.
Poteva quasi vederli, in un certo senso, gli ingranaggi della mente del preside mettersi in moto per fornirgli una risposta.

Dopo qualche secondo di silenzio, David sembrò trovare una soluzione soddisfacente e perciò iniziò a parlare. "Sai, ho riflettuto molto su cosa risponderti - perchè ti conosco e sapevo già che saresti arrivato, così come so che Patton sta facendo le peggiori congiure al riguardo." Cominciò lanciandogli un'occhiata quasi divertita "In ogni caso i Toxic Death non sono molto pericolosi, se sono presi singolarmente o in uno piccolo sciame. Ma, se ci si ritrova davanti ad un gruppo ben assortito, sono peggio di un gruppo di dissenatori."

Il preside conosceva bene il suo studente, perciò aveva soppesato ogni singola parola, per impedire che il ragazzo la potesse mal interpretare.

"Ora, se non hai altro da chiedermi, avrei alcune faccende da sbrigare con una certa urgenza." Tentò di congedarsi, ma venne nuovamente fermato da Tyler.
"Sì, vorrei chiederle se è disposta ad allenarci per essere pronti... nel caso di un nuovo attacco." L'ultima parte il Caposcuola la sussurrò a bassa voce: non era sicuro della propria idea, ma sapeva anche che non c'erano molte altre opzioni.
Stavano accadendo troppe cose strane. E lui voleva uscirne vivo.

"Ci penserò Jones. Ora devo proprio andare."
Con un sorriso e una pacca sulla spalla, David  si congedò dal proprio studente per poi riprendere a camminare verso la propria meta, lasciando così il magicospino fermo nel bel mezzo del corridoio.


Purtroppo per loro però, la conversazione non era passata inosservata.
Lui aveva sentito tutto.

Gli studenti volevano prepararsi ad affrontare i pericoli dei mesi successivi?
Sarebbe stato molto più facile a dirsi... che a farsi.

- * - * -




"Chris, hai sentito? I toxic death!"

Non erano molte le parole che aveva captato Trystifer dalla discussione dei due americani mentre passava dal corridoio, ma era certo che stessero parlando di quelle creature che avevano portato scompiglio durante la prima prova.
"Co- cosa? Dove sono?" Scattò Christopher, guardandosi attorno ed estraendo la bacchetta, pronto a combattere eventuali nemici.
"Intendevo che gli americani ne stavano parlando, non che ci sono realmente." Rispose Trys in fretta, cercando così di calmare il suo amico. "E secondo me dovremmo cercare anche noi qualche informazione al riguardo."
"Non so Trys se è il caso..." Rispose l'alastyn "Anni fa i Grimm hanno tolto dalla scuola molti libri che potevano essere compromettenti per le loro opere, non so se riusciremmo a trovare qualcosa al riguardo."

Di quella informazione Trys era perfettamente a conoscenza, ma rimanere con le mani in mano era per lui inconcepibile.
"Può essere che un qualche argomento gli sia sfuggito o non l'abbiano ritenuto importante, no?" Provò a controbattere ""Io voglio provare a cercare e lo farò con o senza di te, se necessario. Potrei anche andare a parlare con quell'americano e il suo preside, perchè no?" Concluse parlando quasi fra sè e sè.

"Ovvio che anche io vorrei saperne di più su cosa sia esattamente successo ma..." Iniziò ad opporsi Chris sbuffando "E va bene! Dopo lezione andremo in biblioteca a cercare. Ora andiamo, che sta per scattare il coprifuoco!" Concluse velocemente.

Trys lo seguì sorridendo, soddisfatto del risultato ottenuto: voleva convincerlo ad aiutarlo nella ricerca ed era esattamente ciò che era appena avvenuto. Troppe domande senza risposta, è impossibile che non ci sia niente che non si possa fare per trovare un rimedio al problema." Pensò mentre si affrettava lungo uno dei corridoi, con l'amico al suo fianco.

I corridoi intorno a loro erano ormai deserti. Se non si fossero sbrigati, una bella punizione non gliela avrebbe tolta nessuno.

Forse avrebbero fatto meglio a pensare ai Toxic Death in un altro momento.

- * - * -

"Io e Sogno abbiamo elaborato delle nuove idee sui fatti che stanno accadendo." 

Dopo aver mandato giù l'ultimo boccone del proprio piatto, Patton prese la parola nel gruppetto di Ilvermony, cercando di assumere un'espressione seria e austera. 

Tentativo miseramente fallito, visto che la maggioranza dei suoi compagni scoppiò a ridere. 

In ogni caso, il ragazzo li ignorò, tirando dritto col suo discorso. "E' la foresta che circonda la scuola che si è stancata della presenza dei maghi e streghe e si sta ribellando!" Esclamò brandendo la forchetta come un'arma "In ogni caso io, essendo per natura un ottimo mediatore, potrò recarmi sul posto, ottenendo un accordo che soddisfi entrambi." Si offrì senza indugi.

"Per tutti gli dei! Sapevo che eri un povero stolto, ma non fino a questo punto!" Il borbottio di Liam passò inosservato a tutti tranne che a al diretto interessato che, piccato per il commento del Caposcuola, si rivolse a lui in tono minaccioso. 

"Che hai da ridire in proposito Jackson? Hai idee migliori per caso? Siamo tutti in pericolo! Tra non molto gli alberi si alzeranno e verranno a rompere le mura del castello se non faremo nulla! Per non parlare della minaccia dell'erba! Ci può far cadere e poi strangolarci!" 

Ormai il discorso era degenerato, ma Patton continuava a farneticare, mentre Tyler - cercando di non farsi notare - ridacchiava allegramente per la scenetta messa su, mentre invece Liam faceva appello a tutta la sua pazienza - decisamente poca - per non strozzare il compagno wampus.

"Va bene, va bene Pat, abbiamo capito qual è la tua ultima idea, che si aggiunge a tutte le altre teorie che ci hai già esposto." Intervenne Livvy in favore di Liam, notando come il compagno di scuola stesse facendo uno sforzo enorme per trattenersi, bloccando così la parlantina di Patton. "Domani le lezioni riprenderanno normalmente il loro corso, perciò è meglio se andiamo a dormire. A domani e buonanotte." 

La tuonoalato si alzò così dal proprio posto, seguita a ruota da Camille e, dopo aver lanciato uno sguardo a Liam - che le rivolse un breve sorriso di ringraziamento - si diresse verso la sua camera.

- * - * -

"Ragazze! Aspettate!" Esclamò Elizabeth stringendosi nel mantello il più possibile e affrettando il passo per cercare di raggiungere le sue amiche, nonostante ad ogni passo sprofondasse sempre di più nella neve, che continuava a cadere leggera. "Forse dovremmo tornare indietro!" Tentò di convincerle, quando finalmente riuscì a raggiungerle.
"Eddai Lizzie, che vuoi mai che sia?" Le rispose Reyna, gettandole un'occhiata di sfida. "Piuttosto non urlare, o ci scopriranno in due secondi!" Affermò portandosi le mani alla bocca e soffiandoci sopra per scaldarle un po'.

"Beh, però non ha tutti i torti!" La appoggiò inaspettatamente Kathleen, smettendo di camminare e fermandosi per aspettare l'amica. "Voglio dire... dopo quello che è successo!"
"Kath, non eri tu che non vedevi l'ora di uscire dal castello?" La prese in giro Clementine, mentre il vapore acqueo si condensava attorno alla sua bocca in tante nuvolette. "Perchè adesso siamo fuori!"

"Appunto, siamo uscite e abbiamo fatto un giretto." Tentò nuovamente Elizabeth, facendosi più forte grazie all'inaspettato aiuto fornitole dalla campionessa. "Fa freddo, la neve continua a cadere, tra poco farà buio..."

Probabilmente avrebbe continuato la lista all'infinito - in fondo lei era stata contraria all'idea di quella piccola 'gita fuoriporta' sin dall'inizio e si era adeguata solo per non rimanere nel Castello da sola - ma Reyna la bloccò.

"Senti, se non vuoi venire con noi puoi anche tornare indietro." Affermò la Black "Ma io è tutto il giorno che non metto il naso fuori da quel castello e non sarà di certo uno sciame di zanzare assassine a fermarmi. Che, tra l'altro, non corriamo proprio alcun pericolo. Il nostro preside ha innalzato delle barriere protettive tali che neanche i troll potrebbero abbattarle." Affermò convinta, prima di rimettersi a camminare spedita. 

Elizabeth la fissò costernata per qualche secondo, mentre vedeva Kathleen correrle velocemente dietro per chiederle quantomeno di rallentare il passo.

"Dai Lizzie!" La incoraggiò Clementine "Dacci ancora cinque minuti di libertà." Tentò di convincerla a quel punto. "Poi prometto che se Reyna non vorrà tornare ancora indietro, tornerò io al castello con te. Va bene?"

Davanti a quella proposta apparentemente ragionevole, Elizabeth sentì tutta la sua forza d'animo venire meno. "D'accordo." Si arrese alla fine sospirando. "Ma solo cinque minuti."

Aveva appena finito di dirlo che un urlo rieccheggiò a poca distanza da dove si trovavano. E la voce era quella di Kathleen.

Elizabeth e Clementine si scambiarono uno sguardo atterrito. Poi si misero a correre isitintivamente nella direzione della voce della howie.
E ciò che videro le lasciò senza fiato.

Sia Kathleen che Reyna stavano bene. 
Erano accucciate su un corpo. Il corpo di un ragazzo che loro conoscevano molto bene.

Con gli abiti stracciati e diverse ferite.
Svenuto e pallidissimo.

"Respira appena." Constatò Kathleen, inginocchiata accanto a lui, cercando di scaldarlo con il proprio mantello.
"Allora dobbiamo chiamare subito un insegnante." Fu invece il commento di Reyna.

Ma Kyle Anderson era vivo.

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SORPRESA! KYLE è VIVO!
Non ve lo aspettavate eh? :P 

Diciamo che se avessi voluto eliminarlo non gli avrei mai dato un POV tutto suo :P ma non potevo farlo ricomparire subito nel bel mezzo della prova, altrimenti avrei messo troppa carne al fuoco XD

Detto ciò, domanduzza per voi!

Visto che entro un paio (massimo tre) capitoli dovrei arrivare al BALLO DEL CEPPO... che ne dite se iniziamo a formare le coppie? 

PERCIO'...

(Da) chi vi piacerebbe (farvi) invitare? (mettetemi almeno 2/3 opzioni) --> MP (chi me lo scrive per recensione non lo considero)

  
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