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Autore: The DogAndWolf    05/02/2017    4 recensioni
Joan Piton non è una ragazza come tutte le altre. Lei non ha mai frequentato Hogwarts e la sua esistenza sembra essere nascosta a tutto il mondo magico.
Ma allora perché ha scelto proprio il sesto anno di scuola di Harry per uscire allo scoperto?
E cosa c'entra Joan con i piani di Silente e con quelli di Voldemort?
Riuscirà a sopravvivere alla Seconda Guerra Magica?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Una musica triste e sublime la circondava, rendendo più caldo e accogliente il buio in cui era. Il dolore che provava era attutito da quel canto ultraterreno che sembrava essere dentro di lei.
Si stava lentamente svegliando, poteva sentire un gruppo di persone parlare attorno a lei senza capire cosa dicessero, ma aveva paura di aprire gli occhi e di ritrovarsi nella stessa realtà che aveva lasciato qualche minuto prima.
«Silente è morto…»
Era una voce di un uomo che conosceva, ma lontana nel tempo. Furono le parole a farle sbarrare gli occhi dall’orrore. La luce e i colori dell’Infermeria la stordirono per qualche istante, ma Rebecca cercò comunque di mettersi a sedere, ignorata dai presenti.
Qualcuno parlò di nuovo, in tono asciutto, ma a lei non interessava cosa avesse da dire.
Aveva la bocca impastata e riuscì a malapena a sussurrare: «Silente… morto?»
Pochi presenti individuarono la fonte di quel sibilo e Madama Chips si affrettò a bloccare la ragazza nel letto, costringendola a sdraiarsi, borbottando: «Dove credi di andare, Raeburn?»
Harry incrociò il suo sguardo blu disorientato e triste e tutto quello che la sua mente aveva cercato di ignorare fino a quel momento gli ripiombò addosso. Fino a quel momento avevano parlato di Piton, ma non un solo pensiero era andato a Joan perché era il suo il tradimento che più lo feriva.
Rebecca riuscì a divincolarsi dalla presa ferrea di Madama Chips e a chiedere al ragazzo: «Chi… Harry! Lily è…»
«Lo so.»
La risposta secca di Harry aveva zittito ogni cosa, l’ira nelle sue parole aveva raggelato l’atmosfera e, per un attimo, Rebecca temette il peggio.
Alla sua espressione Harry si affrettò a spiegarle: «Non è stata lei. È stato Piton.»
Lacrime di sollievo appannarono la vista della Corvonero, che si portò le mani al volto, sciogliendosi finalmente in un pianto liberatorio e silenzioso.
Prima che qualcuno potesse chiedere di cosa stessero parlando, Hermione trattenne bruscamente il fiato, esclamando: «Joan era con lui! È andata via con i Mangiamorte, vero? Ma dal suo ufficio non l’ho più vista…»
In risposta ebbe solo un singhiozzo strozzato da parte di Rebecca, quindi, intuendo quello che ci fosse dietro, si sedette accanto a lei, mettendole una mano sulla schiena in muto supporto.
«Piton ha trascinato sua figlia in tutto questo?» commentò orripilato Lupin.
Harry fece un movimento nervoso, infastidito, Ginny se ne accorse e gli rivolse uno sguardo interrogativo. Il ragazzo si accorse di non poter più rimandare la rivelazione che aveva avuto sulla Torre di Astronomia, sebbene volesse ancora custodirla ancora per un po’, per metabolizzarla, studiarla e poterla infine accettare.
«Non è sua figlia.»
Tutti i presenti coscienti lo guardarono, persino Rebecca smise di piangere e sollevò lo sguardo su di lui. Harry odiò ogni singolo istante di quella situazione che aveva desiderato essere privata.
«Joan è mia sorella. È una Potter.»
Il silenzio gli sembrò soffocare ogni cosa.
«Harry, avanti, cosa stai dicendo? Non può essere la figlia di…» Lupin tacque improvvisamente, come se avesse improvvisamente ricordato qualcosa.
Prima che qualcun altro potesse negare le sue parole, Harry spiegò: «Silente l’aveva Trasfigurata in modo che sembrasse simile a Piton. Quando lui… l’incantesimo si è spezzato e Joan ha ripreso il suo aspetto originale. È uguale a mia madre, Lupin, non ci sono dubbi.»
A quella rivelazione Lupin si abbandonò pesantemente su una sedia, lo sguardo stralunato perso nel vuoto. Harry cercò di non pensare a quanto le parole che gli rivolgevano sempre sarebbero state appropriate, per uno scherzo dell’ironia.
Hai gli occhi di tua madre… anche Joan aveva gli stessi identici occhi.
«Ma perché Silente avrebbe dovuto Trasfigurarla?» chiese Hermione, senza capire.
«Pensava di proteggerla da Voldemort. Nessuno sapeva della sua esistenza.»
Harry fissò Lupin, perso nei propri pensieri, aspettando che continuasse a parlare.
«Lei… Harry, i tuoi genitori… Lily aveva perso un figlio.»
Lupin deglutì a vuoto, alzando lo sguardo allibito su Harry.
«Non ho mai saputo se maschio o femmina, ma James una volta ha detto a me e a Sirius che Lily aveva perso un bambino. Non te l’ho mai detto perché non pensavo fosse importante. Era rimasta incinta durante il nostro settimo anno ad Hogwarts e… non so i particolari, ma James mi aveva detto che…»
La sua voce si spense quando si mise una mano sul volto per l’orrore della scoperta.
Nel silenzio generale Harry parlò, con voce roca: «Quindi Silente ha ritrovato Joan e l’ha affidata a Piton per tenere nascosta la sua identità. E Piton l’ha convinta a tradire Silente e a passare dalla parte di Voldemort raccontandole chissà cosa.»
«È una Mangiamorte» il sussurro di Rebecca fu udito da tutti. Con un filo di voce aggiunse debolmente: «Mi ha mostrato il Marchio Nero. È sul suo braccio destro.»
 
Tutti i loro compagni di Grifondoro erano andati a letto dopo il funerale di Silente, ma Harry, Ron e Hermione fissavano da ore tutte le forme che il fuoco scoppiettante della Sala Comune disegnava, sentendosi come destinati a non poter dormire mai più.
Hermione, infine, spezzò il silenzio pesante domandando una cosa ad alta voce, non potendo più trattenersi.
«Harry, cosa intendi fare riguardo a Joan?»
Gli occhi verdi del ragazzo abbandonarono controvoglia i riflessi scarlatti del fuoco per posarsi sulla sua migliore amica.
«È una Mangiamorte, Hermione, hai sentito Rebecca. Joan ha fatto la sua scelta e ha scelto di stare dalla parte di Voldemort: è una nostra nemica.»
«Scelta? Harry, non puoi parlare di scelta! Piton è come un padre per lei, crede a qualsiasi cosa le dica. Vuoi davvero incolpare qualcuno per voler stare con la propria famiglia?»
«Non è la sua famiglia.»
Gli occhi di Harry brillarono d’ira, ricordando il litigio che aveva avuto con Joan nella Foresta Proibita, disarmato da come tutto quanto acquistasse un senso.
Sono io la sua famiglia quel pensiero gli diede la nausea e gli scaldò il petto per un momento. Si ricordò un tempo lontano e spensierato in cui avrebbe dato tutto per incontrare un altro membro della famiglia Potter, ma nel presente non c’era più spazio per quel ragazzino di undici anni che aveva visto tutti i propri parenti nello Specchio delle Brame.
«È in grado di fare le proprie scelte, Hermione. Aveva il Marchio Nero, quindi ha fatto la sua scelta ed è una sua responsabilità. Era con Piton quando ha ucciso Silente. Ha Schiantato Rebecca ed è scappata con gli altri Mangiamorte.»
Ron deglutì, non sapendo cosa dire, rifiutandosi di distogliere lo sguardo dal fuoco. Forse pensava che in quel modo potesse riavvolgere il tempo, che se avesse ignorato abbastanza a lungo tutto quello che era accaduto, il giorno dopo sarebbe tornato tutto alla normalità: Silente sarebbe sceso per la colazione come ogni mattina, Joan (la Joan che conosceva, quella gentile e amichevole) li avrebbe salutati con un sorriso e suo fratello Bill avrebbe ancora avuto una faccia priva di morsi di licantropo.
Un sospiro tremante sfuggì dalle labbra di Hermione e rivolse uno sguardo dispiaciuto e triste al suo migliore amico, mormorando nel silenzio: «Harry, lo so che ha le sue responsabilità e che dovrà rispondere delle sue scelte. È solo che…»
Il Grifondoro la fissò, come sfidandola a continuare a parlare.
Hermione si armò di tutto il coraggio che aveva in corpo e terminò la frase: «Non voglio che tu faccia sciocchezze di cui potresti pentirti. È tua sorella, in fondo…»
Perdendosi in quegli occhi castani che conosceva così bene, la rassicurò, in tono stanco: «Hermione, gli Horcrux hanno la precedenza su tutto quanto. Non mi metterò ad inseguire Joan o Piton per chissà quale vendetta. Però faresti bene a ricordare che se ci capiteranno davanti non si faranno scrupoli ad ucciderci o a portarci da Voldemort. Loro sono dei Mangiamorte.»
Hermione annuì, visibilmente sollevata dalle sue parole.
 
Harry osservò il rosso sgargiante dell’Espresso per Hogwarts, cercando di ignorare la morsa di nostalgia profonda che gli strinse lo stomaco al pensiero che quello fosse l’ultimo viaggio che avrebbe mai fatto su quel treno. Si voltò verso la sparuta folla sulla banchina del binario 9¾, individuando i propri zii per inerzia.
Proprio quando stava per salutare Ron e Hermione, una bassa ragazza comparve in mezzo a loro. Rebecca Raeburn li osservò per qualche istante, con gli occhi blu sbarrati in un peculiare sguardo deciso e spaventato assieme.
«Voglio aiutarvi: state pensando di fare qualcosa dal funerale di Silente e qualsiasi cosa sia voglio venire con voi.»
Harry la osservò, spiazzato da quella confessione.
Dopo pochi istanti scosse la testa, dichiarando in tono fermo: «Non se ne parla nemmeno.»
«Perché no? Voglio avere delle risposte. Pretendo delle risposte dopo tutto quello che…» la voce della Corvonero si spezzò.
«Rebecca, senti, mi dispiace. Mi dispiace veramente tanto, ma non puoi venire con noi. Adesso non ti posso dire perché né cosa intendiamo fare, ma tu devi startene al sicuro a casa tua senza contattarci. L’ultima cosa che vuoi è farti vedere con me, te lo garantisco.»
«Ma io posso aiutarvi! Non vi rallenterò, non ho nemmeno bisogno di sapere cosa dovete fare, io…», un brivido le percorse il corpo e sussurrò: «Io devo trovarla.»
«È pericoloso, Rebecca, noi…» cercò di farla desistere Hermione.
«Pensi non lo sappia?» l’aggredì in un ringhio, continuando in tono più ragionevole: «Lo so che è pericoloso, Hermione, ma io devo… devo fare qualcosa. Non posso tornare a casa senza provare a fare qualcosa!»
«Rebecca, siamo noi che non ti possiamo aiutare: noi non cercheremo Joan, abbiamo altro da fare» decise di rivelarle Harry, appoggiandole gentilmente le mani sulle spalle.
La Corvonero si guardò attorno, smarrita, mormorando: «Ma… ma è tua sorella, io pensavo che…»
Fece un lungo sospiro, guardando in alto per trattenere le lacrime. Poi incrociò gli occhi di Harry, che ora capiva perché le erano sempre parsi così familiari e affidabili, e il ricordo di quegli occhi verdi le fece quasi male. Annuì, quindi, abbassando lo sguardo a terra, sussurrando: «Grazie per non aver detto niente a nessuno di me e… beh, grazie.»
Fece un sorriso triste e timido al trio, poi aprì velocemente la propria valigia in mezzo alla strada, recuperando un pezzo di pergamena, dell’inchiostro e una penna, vi scrisse qualcosa e porse il biglietto a Harry, dicendo: «Questo è il mio indirizzo. Scrivetemi un gufo se sapete qualcosa di lei, se la incontrate o se succede qualcosa che la riguarda, vi prego. C’è ancora tanto che non capisco in tutta questa faccenda e non posso fare finta di niente. Sono sicura che ci sia qualcos’altro dietro, sono sicura che non sia tutto come sembra.»
Harry prese il pezzo di pergamena e aprì la bocca per dire qualcosa, ma Rebecca lo zittì: «O, almeno, è quello che ho bisogno di credere.»
Il ragazzo rinunciò a quello che voleva dirle e annuì, riuscendo solo a rispondere al suo saluto e ad augurarle meccanicamente una buona estate, quando sapeva che l’estate che sarebbe seguita sarebbe stata tutt’altro che buona per tutti quanti loro.
Ancora una volta raggiunse il pensiero del matrimonio di Fleur e Bill e si aggrappò a quello, rallegrandosi per l’esistenza di qualcosa di così positivo e normale nel mondo, che riusciva ad andare avanti nonostante tutto quello che fosse capitato. Fu l’unico pensiero positivo che riuscì ad avere sapendo di non poter mai più tornare ad Hogwarts e, almeno in quel momento, bastò a rincuorarlo e a dargli la forza necessaria per affrontare quello che sarebbe venuto.

 
*****
Ed eccoci qua, giunti alla conclusione di questa fanfiction, la prima di questa serie.
Spero vi sia piaciuta Joan, la sua storia e che seguirete la sua prossima storia con la stessa curiosità e fedeltà che mi avete donato finora.
La prossima fanfiction sarà ambientata durante l'arco narrativo del settimo anno di Harry e amici e ci sarà una slice of life parallela con Joan, Rebecca e Severus come protagonisti. In questi giorni farò una revisione completa di Asfodelo d'Autunno e solo dopo pubblicherò il primo capitolo della nuova fanfiction, quindi non so ancora di preciso quando pubblicherò, ma l'idea sarebbe di mantenere la come giorno di pubblicazione del seguito e ll mercoledì come giorno di pubblicazione della slice of life.
Vi ringrazio di cuore per avermi seguito fino alla fine di questo viaggio e vi assicuro che questo è solo l'inizio <3
   
 
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