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Autore: _laragazzadicarta_    06/02/2017    3 recensioni
Bulma è bella, intelligente e in carriera, eppure sente che qualcosa manca nella sua vita: un bambino.
Vegeta, il suo migliore amico, non è molto d'accordo con la sua scelta.
Cosa farà la nostra giovane scienziata? Persisterà nell'inseguire il suo desiderio? E per farlo dovrà mettere da parte la sua amicizia col giovane scrittore che di bambini non vuole proprio sentirne parlare?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Un po' tutti, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta, Bulma/Yamcha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Me, you and the test tube

Capitolo primo.

Siamo perennemente alla ricerca di legami. Che a donarti questi legami sia una sconosciuta nel sudicio bagno di un locale in centro o la ragazza carina che ti fa l’occhiolino durante la pausa pranzo a lavoro non è rilevante, ciò che importa davvero è lasciare una traccia su questo pianeta, un segno come per ribadire “ehi, ci sono passato anch’io qui!”.
Siamo perennemente sottopressione. Se sei un attraente trentenne senza un piccolo esercito di marmocchi a carico la tua vita non è completa. Le serate con i tuoi amici, ormai tutti accasati e con figli, diventano sempre più rare finché non li vedi scomparire uno ad uno consumandosi tra pannolini e biberon e ringrazi gli dei di tutti i 12 universi per non esserti ridotto a ciò.
Una sola della vecchia gang sai che non ti abbandonerà mai, l’altra faccia della tua stessa medaglia, attraente ed emancipata. È lei che aspetti di domenica mattina sotto un ombrello giallo per rifugiarti da quest’acquazzone che non vuole saperne di cessare. Poi vedi i suoi vaporosi capelli turchesi far capolino da un taxi, le gambe chilometriche ed il vestito eccessivamente corto. Un sorriso involontario spunta sulle sue labbra carnose appena ti vede e nulla, nemmeno una pessima giornata di marzo, può turbarti.
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« Cosa mi racconta la mia bimba preferita? » sorrido chiudendo l’ombrello di un improponibile giallo canarino e seguendo la mia migliore amica all’interno della solita tavola calda dove da ormai 7 anni ci riuniamo ogni domenica mattina.
Silenziosamente ci dirigiamo verso un tavolino appartato, ci sediamo l’uno di fronte all’altra ed io la incito a rispondere alla mia precedente domanda.
« Non vorrai che ti estorca le parole con le pinze, conosco quel tuo sorrisetto! » sorrido passandomi una mano tra i capelli corvini zuppi d’acqua, inutile dovrò farmi uno shampoo appena tornerò a casa.
« Ho preso una decisione molto importante…» sorride lei dolcemente prendendomi la mano «…sei la prima persona a cui lo confesso».
« Non tenermi sulle spine, Bul! » dico stringendo la sua mano, è così morbida.
« C’è un momento inevitabilmente nella vita di ogni donna, sai…ci ho pensato a lungo e per me è davvero importante che tu mi appoggi in questo».
« Bulma, mi stai spaventando » rido nervosamente stringendo ancora di più le sue piccole dita affusolate.
« Voglio avere un bambino » sbotta d’un fiato, io allontano istintivamente la mano. Un bambino? Perché?! Per sentirlo piangere? Ansimare? Urlare? Dare tutta se stessa per un bambino è mettere da parte la carriera, il divertimento, me. Perché si, con un bambino tra i piedi non avrà più tempo per le nostre colazioni domenicali, i venerdì sera in discoteca o della semplici cenette. E poi? Non può lasciarmi solo, non lei.
« Ti senti sola? Comprati un cane! » urlo indignato.
« Vegeta! Davvero non capisci quanto sia importante per me? » chiede silenziosamente corrugando il volto, mi fa male vederla così.
« No » dico fermamente distogliendo lo sguardo.
« Bene, allora non abbiamo altro da dirci » dice la turchese prendendo la sua borsa ed alzandosi furiosa.
« Bimba, non vorrai veramente un marmocchio! Sai urlano, mordono, sporcano, piagnucolano, ti stanno sempre tra i piedi, fanno i capricci…» dico afferrandole il braccio con forza.
« Come te, insomma…» dice Bulma divincolandosi, la seguo fuori dal locale.
« E comunque per fare un bambino bisogna prima trovare un uomo…» dico fermandomi in mezzo alla strada. Lei si volta. Piove a dirotto ma riesco comunque a distinguere le sue lacrime copiose.
«…o molto più semplicemente una banca del seme!» risponde d’impeto.
« Cosa? Bulma non dire sciocchezze! Potrebbero darti lo sperma di un serial killer o di un drogato! È pericoloso! Tuo figlio potrebbe ereditare malattie mentali o peggio…» mi avvicino a lei e la trascino al coperto.
« Peggio? Potrebbe uscire come te? » sbuffa lei fermandosi sotto il portico ed accendendosi una sigaretta «….e poi Yamcha è una persona deliziosa» dice aspirando il fumo, la imito accendendomi anch’io una sigaretta.
« E chi è “Yamcha”? » chiedo sbuffando.
« Il donatore…» risponde raggomitolandosi per terra, faccio lo stesso. Il petto le si alza ed abbassa freneticamente. È completamente bagnata, trema. Mi tolgo la giacca e la poggio sulle sue piccole spalle.
« Pensavo che ci fosse l’obbligo di anonimato e poi…potevi chiedere a me…» sospiro circondandolo le spalle con un braccio per riscaldarla.
« Non volevo che mio figlio fosse come te… » sussurra lei inspirando dalla sigaretta, intorno a noi si è creata una fitta coltre di fumo.
« Perché come sono io? » sussurro cercando il suo sguardo, ma non lo trovo.
«…uno stronzo».

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Sono passate due settimane da quella domenica piovosa, oggi c’è il sole. Sono due settimane che non la vedo. Domenica scorsa ha detta di avere un impegno improrogabile, cazzate. Sono in cucina sorseggiando il caffè e leggendo il giornale quando qualcuno bussa alla porta, probabilmente il postino finalmente mi avrà recapitato il pacco che ho ordinato su Amazon. In boxer mi dirigo verso la porta e la apro.
Una figura minuta è sull’uscio della mia porta ed istintivamente sorrido facendola accomodare.
« Ti hanno avvisato che Natale è passato da tre mesi? » sogghigna Bulma guardando i miei boxer con un’adorabile fantasia natalizia.
« Non ti piacciono? » chiedo sorridendo.
« Sono tremendamente sexy » sussurra la ragazza avvicinandosi al mio orecchio e stampandomi un bacio sul collo.
« Ti mancavo? » chiedo seguendola in cucina.
« Avevo bisogno di un consiglio! » dice la turchina fasciata in un vestito con un bel motivo floreale.
« Si, ti mancavo » sorrido sornione iniziando ad armeggiare con la caffettiera.
« Blu o rosso? » sbotta lei sedendosi sull’isola della cucina.
« Blu » sorrido dandole le spalle.
« Immaginavo… » sorrise il folletto «…questo è per lei, signor Prince» disse porgendomi un invito.
« Party d’inseminazione di Bulma Brief…» leggo piano « È una di quelle cazzate New Age? »
« È un po’ come un addio al nubilato, ma con i preservativi come palloncini»
« Perché mi hai chiesto blu o rosso? »
« Per scegliere il colore del mio vestito »
« Molto interessante...» sbadiglio «...ci saranno anche le tue amiche? » chiedo mordendomi il labbro inferiore.
« Se è Laura che t’interessa, assolutamente no » afferma lei teatralmente.
« Bul, quando smetterai di essere gelosa? » sorriso versando il caffè nelle tazzine.
« Quando smetterai anche tu! » sorride lei scendendo dall’isola sculettando eccessivamente dirigendosi verso il salotto.
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ANGOLO AUTRICE:
Okay, non lo so. Mi è venuta fuori così è mi dispiace per voi che avete dovuto leggere ciò. La trama è ispirata a "due cuori ed una provetta". Ditemi che ve ne pare!
Un bacio,
-Vit
   
 
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