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Autore: hikachu    09/02/2017    1 recensioni
Una sorpresa, dopo l’ennesima e prima di tante altre ancora, in questa gara a chi rende più felice l’altro.
Una raccolta di one shot, flash fic e drabble scritte usando i prompt della Victuuri Week su Tumblr.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 1: Prime Volte (III)
Prompt: AU - uno sport o un lavoro diverso


Forse questo è proprio ciò che si definisce giocare col fuoco: il volere, il troppo volere; la fame insaziabile che si trasfigura in arroganza e ti riporta inevitabilmente coi piedi a terra e poi più giù: sotto la terra; alla rovina.

C’è una parte di Yuuri che continua a recitargli tutti i rischi, tutte le possibili conseguenze e le cose che potrebbe perdere se qualcuno lo scoprisse in piedi quando le luci dei dormitori sono state spente ore fa, in uno studio che dovrebbe essere chiuso (le chiavi a lui naturalmente precluse, se ne deduce rubate), ad esercitarsi quando non dovrebbe e in modi in cui non dovrebbe, perché Yuuri Katsuki non è Vaslav Nijinsky né Victor Nikiforov, ed un ballerino come tutti gli altri che va contro la tradizione non sarà mai un genio, un artista o anche un semplice eccentrico, ma solo un idiota ed un indisciplinato.

Yuuri sa che dovrebbe accontentarsi, lasciar perdere i sogni in cui si è perso sin dall’infanzia, perché poter studiare presso la prestigiosa compagnia russa che ha visto Victor Nikiforov divenire una leggenda della danza classica è già più di quanto uno come lui meriti. Eppure, l’altra parte di Yuuri, quella che detesta perdere e di fatto l’ha portato a Mosca a soli sedici anni, non vuole saperne di mollare.

I piedi stretti nelle scarpette da punta che di giorno sono nascoste sul fondo di un cassetto, sotto cumuli di biancheria, Yuuri si lascia andare alla musica che gli riempie la mente quando chiude gli occhi.

Sorride come uno sciocco ma adesso non gli importa, quando rivede Victor, il Victor di sei, sette anni fa, né ragazzo né ragazza, con i capelli lunghi ed i fianchi stretti, il costume sfavillante e la gonna a metà, le scarpe da punta e le movenze da ballerina, l’energia e l’ardore sfacciato di un principe. Il Victor che ha dato a Yuuri qualcosa a cui aspirare, un’idea - più o meno precisa - di cosa diventare un giorno. Il Victor che Yuuri vorrebbe, oh se lo vorrebbe, lo afferrasse per i fianchi in una presa audace, su chissà quale palco rinomato. Il Victor che Yuuri di tanto in tanto riesce ad intravedere in accademia e che non sa neppure della sua esistenza.

Il Victor che pare rifulgere, incorniciato dall’oscurità del corridoio dietro di lui, sotto l’arcata della porta aperta, che batte le mani con un’espressione stupita in volto.

Victor, che ha tagliato i capelli e ha smesso di ballare sulle punte quando le sue spalle si sono fatte più larghe, la sua mascella più decisa, e la bellezza androgina che l’aveva reso famoso è sfumata in un fascino inequivocabilmente virile. Cosa penserà mai di Yuuri col suo viso tondo e banale, senza neppure una briciola di carisma che possa rendere la sua goffa imitazione - la sua trasgressione - lontanamente accettabile?

“Fantastico,” pensa apparentemente Victor Nikiforov.

Ci deve essere un equivoco.

“Certo, ci sono numerose imprecisioni: sbavature che un ballerino di questa compagnia non può assolutamente permettersi,” aggiunge senza pietà mentre si avvicina. “Ma la tua espressione, le tue movenze--Il tuo corpo si muove con una tale intensità che pare creare musica! Guarda, ho ancora i brividi.”

A quanto sembra, non si tratta né di un equivoco né di un sogno: la pelle di Victor è calda e morbida sotto i polpastrelli di Yuuri, increspata per davvero dai brividi, la peluria leggera eretta come quella di un gatto agguerrito.

Yuuri avvampa, perché è stato lui a provocare questa reazione e perché sono così vicini che può sentire il profumo di Victor--lo stesso Victor che aveva sempre e solo osservato da lontano.

Si sente svenire quando le dita di Victor gli sollevano il mento, come se volesse baciarlo, e lui gli chiede, qual è il tuo nome.

“Bene, Yuuri,” gli dice allora, e gli occhi azzurri come il mare brillano come un cielo stellato. “Spero tu non abbia già scelto una compagna per il pas de deux del saggio: ho in mente qualcosa che lascerà tutti a bocca aperta!”
   
 
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