Serie TV > The Walking Dead
Segui la storia  |       
Autore: AudreyNiikura    10/02/2017    1 recensioni
Ashlee è una sopravvissuta all'apocalisse zombie, è rimasta sola con il suo cavallo, ma per fortuna qualcuno la trova e la porta in salvo...
-E’ morta?- la voce di un uomo.
-No, respira ancora e sento il battito. Tieni fermo quel cavallo prima che si faccia male e faccia del male a noi!-
Sentii delle mani toccarmi e spostarmi i capelli dal viso, poi qualcuno mi sollevò, mi portò fuori e poi mi fece sdraiare in quello che poteva essere il retro di un’auto. “Quindi sono viva, ma dove mi state portando?”
Sentii la macchina partire, poi più nulla.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Glenn, Michonne, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mentre correvamo verso Alexandria, non mi resi conto di ciò che mi circondava, nella mia testa stavo cercando possibili scenari su cosa avrei trovato una volta arrivata a destinazione e su come sarei potuta intervenire. Speravo solo che non fosse grave come immaginavo, non avevo a disposizione tutto quello che si trova in un ospedale.
Quando vidi le mura di casa, iniziai a sventolare il braccio sinistro:
-Aprite! E’ ferito!-
Michonne era sulla torre di guardia, quando ci vide capì subito che la questione era molto seria:
-Glenn apri il cancello! Daryl è ferito!-
Il cancello si aprì appena in tempo, lo oltrepassai al galoppo diretta da Denise.
-Denise! Ho bisogno di aiuto!-
Arrivò Glenn ad aiutarmi a sostenere Daryl, lo portammo dentro e lo stendemmo sul letto.
Nel frattempo Denise ci raggiunse e rimase un attimo interdetta nel vedere Daryl in quelle condizioni, senza contare che eravamo entrambi coperti di sangue.
-Oh Dio…cos’è successo?-
-Gli hanno sparato, è molto grave. Dobbiamo aprirlo, il proiettile è ancora dentro e non sono sicura dei danni. Potrebbe avere un polmone perforato.-
Mentre aggiornavo Denise, mi preparavo ad intervenire, mi legai i capelli in qualche maniera, mi lavai le mani e mi avvicinai a Daryl per vedere se era ancora cosciente e prendere i parametri vitali.
-E’ ancora cosciente, ma è tachicardico, non so quanto ancora resisterà.-
Nel frattempo Denise si era ripresa e aveva recuperato il necessario per operare.
Mi avvicinai al volto di Daryl, gli scostai i capelli dalla fronte madida di sudore, stava soffrendo molto, ma nonostante tutto era ancora cosciente.
-Daryl…- aprì gli occhi per guardarmi – ora devo tagliare, devo togliere il proiettile e bloccare l’emorragia. Farà molto male, probabilmente perderai i sensi. Però non ti azzardare a mollarmi ok?- non mosse un muscolo, si limitò a fissarmi, ma quello sguardo mi assicurò che ce l’avrebbe messa tutta.
Chiesi a Glenn di legargli le gambe al letto con un lenzuolo e di tenerlo fermo.
-Ok, iniziamo. Se le cose si mettono male e non svieni, ti diamo la morfina. –
Guardai Denise negli occhi, eravamo pronte.
Quando iniziai ad incidere la ferita, Daryl gridò, mi vennero i brividi nel sentirlo, ma non mi potevo fermare per nessun motivo. Iniziò a sgorgare molto sangue, il che non mi facilitò le cose. Appena la breccia fu abbastanza larga, infilai le dita alla ricerca del proiettile e dell’origine dell’emorragia, fortunatamente Daryl perse i sensi in quel momento.
Con l’aiuto di Denise individuammo sia il proiettile, che il danno che aveva causato.
-Ecco! E’ qui…ok, è meno peggio del previsto, il polmone non è danneggiato, c’è una lesione abbastanza estesa, ma posso ripararla, ce la devo fare.- Le ultime parole furono più una specie di incoraggiamento per me stessa.
Mi sembrarono momenti infiniti, ero così concentrata su Daryl, che non mi resi conto nemmeno dell’arrivo di Rick e Carl.
Quando terminai fu come se mi fosse crollata addosso la stanchezza di giorni di cammino, ero sfinita.
-Denise, puoi fasciarlo tu? Devo sedermi…- non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai con il sedere per terra, non mi sentivo più le gambe.
Glenn corse ad aiutarmi:
-Stai male?-
-No, è solo la tensione. Non sono abituata ad operare in queste condizioni, è come essere in guerra. In sala operatoria è tutta un’altra cosa.-
Rick si inginocchiò accanto a me:
-Se la caverà?-
-Se si trattasse di qualcun altro, avrei dei forti dubbi, ma per lui sono abbastanza tranquilla, non mollerà facilmente…e poi mi deve insegnare a cacciare.- accennai un sorriso stanco – Oggi e stanotte lo terrò d’occhio di persona, se passa queste ventiquattro ore ce la farà di sicuro.-
Rick scoppiò in lacrime e mi abbracciò.
-Grazie.-
Glenn mi diede una mano a rialzarmi, il momento di debolezza era passato. Denise nel frattempo aveva fasciato il torace di Daryl e gli aveva messo una flebo con liquidi e antibiotico, poi mi guardò e disse:
-Prima di montare la guardia per il nostro paziente, forse è meglio se vai a farti una doccia.-
La guardai un po’ sorpresa, poi controllai il mio stato: in effetti era meglio, avevo sangue ovunque, misto a polvere e fango.
-Ok, vado a casa a fare una doccia e poi torno.-
Mentre facevo la doccia, sentii il mio stomaco brontolare paurosamente, l’ora di pranzo era passata da un bel po’.
Tornai da Denise armata di coperta e cuscino per la notte.
Daryl stava dormendo, Denise gli aveva fatto una dose di morfina perché aveva iniziato a lamentarsi nel sonno. Probabilmente soffriva parecchio. I parametri erano buoni, aveva un fisico molto forte, chiunque avesse passato quello che aveva passato lui, non sarebbe nemmeno arrivato ad Alexandria.
Presi lo sgabello e mi accomodai di fianco a lui. Osservandolo notai certe cose che non avevo mai notato finora, forse perché non mi sarei mai azzardata a fissarlo con molta attenzione, mi metteva soggezione in certi momenti. Aveva una serie di cicatrici qua e la, alcune piccole, altre molto vistose, come quella che poteva essere di un altro proiettile o di una freccia sul fianco. Il viso ora era molto rilassato grazie ai farmaci, altra cosa non facile da vedere in Daryl. Da quando ero arrivata, lo avevo visto sereno solo in pochissime occasioni. Era sempre all’erta, come un bravo cacciatore. Era una persona misteriosa per me, molto più di tutti gli altri, e forse proprio per questo sentivo la voglia di sapere di più, di scavare nel profondo per capire chi fosse davvero Daryl Dixon, l’arciere che mi aveva salvato la vita assieme a Rick e a Michonne.
Appoggiai la fronte al letto per riposare un po’, non mi accorsi di essermi addormentata fin quando non sentii Denise mettermi la coperta sulle spalle.
-Ti ho svegliata, scusami.-
-Non ti preoccupare- mi misi a sedere diritta e sgranchii il collo –Ho avuto un momento di cedimento.-
-Se vuoi ho preparato la cena, vuoi mangiare di qui?-
-Si grazie, ma vieni anche tu di qui, almeno ceniamo in compagnia.-
Poco dopo stavamo mangiando un buon piatto di zuppa calda sedute sul divano. La cosa era divertente, per un attimo mi tornò in mente quando lo facevo nella mia casa a Washington, capitava spesso, visto i ritmi accelerati, di dover conciliare studio, svago e pasti.
-Lo facevo spesso prima di tutto questo…intendo mangiare sul divano. Io e la mia coinquilina avevamo ritmi di lavoro allucinanti, e quasi sempre non coincidevano con gli orari dei comuni mortali. Quindi per riuscire a sfruttare il tempo in maniera utile, mangiavamo direttamente in salotto sul divano davanti alla tv.-
-Doveva essere divertente.-
-A volte si, anche se mi sarebbe piaciuto mangiare seduta al tavolo ogni tanto.-
Dopo la cena rimanemmo un po’ a chiacchierare sottovoce per non disturbare Daryl, poi Denise mi salutò per andare a dormire.
Accesi la piccola lampada da tavolo che c’era su un mobile di legno vicino alla finestra, così da poterci vedere in caso fosse servito aiutare Daryl, poi spostai il divano vicino al letto e mi distesi in modo da poter vedere il mio paziente in volto.
-Sarà una lunga notte, un po’ come ai vecchi tempi della specializzazione.-
La mattina seguente mi sentivo uno straccio, avevo dormicchiato per una mezz’oretta, ma poi avevo rinunciato, non riuscivo a prendere sonno come si deve con il pensiero di Daryl su quel letto, la sua vita dipendeva da me. Saranno state più o meno le otto, a giudicare dalla luce, quando Denise scese per la colazione. Anche stavolta mangiammo sul divano, bisbigliando per non svegliare o disturbare Daryl. Poco dopo arrivò Rick:
-Buongiorno ragazze, come va? Ashlee, cosa succede? Hai una faccia terribile.-
-Daryl sta bene, ancora qualche ora di attesa per dire che è tutto ok. Per quanto riguarda la mia faccia, è quella di ogni specializzando che fa il turno di notte a sorvegliare i pazienti.-
Mi sorrise, un sorriso che avrebbe sciolto chiunque. Rimasi un attimo inebetita, forse complice il sonno, poi ricambiai il sorriso.
-Io ora devo sistemare un po’ di cose, tu cerca di dormire un po’. Ti può sostituire Denise ora, ormai ci siamo quasi no?-
-Si, Rick ha ragione, ora dormi un po’. Rimani sul divano se preferisci, però dormi. Ora posso pensarci io.-
Accettai di buon grado la proposta, in effetti ero davvero esausta e volevo essere sveglia nel momento in cui Daryl si sarebbe svegliato, volevo occuparmene io. Mi sdraiai sul divano e mentre chiudevo gli occhi, un pensiero mi balenò nella testa: non sono più al Washington Memorial, non devo più battagliare con gli altri specializzandi per seguire un caso, eppure, non volevo mollare con Daryl…forse stavo facendo il grosso errore di affezionarmi troppo. Ma era davvero un errore in questa occasione?
Crollai in un sonno così profondo che non mi accorsi di nulla, né dell’incessante temporale che infuriava fuori, né del risveglio di Daryl.
Quando riaprii gli occhi era tardo pomeriggio, fuori era molto buio. Mi misi a sedere strofinandomi gli occhi e facendo scrocchiare il collo in maniera a dir poco rumorosa.
-Hey, vacci piano.- nel sentire la voce di Daryl scattai in piedi come una molla.
-Sei sveglio?- mi avvicinai per vedere se stesse bene, era un po’ caldo, probabilmente aveva un po’ di febbre, ma per il resto sembrava ok.
-Sono sveglio da un paio d’ore…mi sento una merda.- fece una smorfia molto vicina ad un sorriso.
-E’ normale che tu ti senta così, le tue ultime ventiquattro ore non sono state propriamente una passeggiata di salute. Hai dolore?-
-Un po’, ma stringo i denti, non abbiamo molte scorte di farmaci qui. Te ne sarai accorta.-
-Sicuro, però il tuo è un caso per cui si può fare un’eccezione, quindi non fare troppo l’eroe.-
A quella frase mi guardò un po’ contrariato, come se avessi ferito il suo orgoglio di uomo vissuto, poi si rilassò, probabilmente era ancora troppo debole per controbattere.
-Ora ti controllo la ferita, devi portare un po’ di pazienza.-
Gentilmente lo sfasciai per controllare che fosse tutto a posto, fortunatamente non c’era niente di preoccupante, andava tutto bene. Dopo averlo fasciato nuovamente lo coprii con la coperta, per essere a fine Ottobre faceva già molto freddo. Mentre gli sistemavo la coperta, Daryl afferrò la mia mano e la strinse.
-Tutto ok?-
-Si…- annuì – volevo solo ringraziarti per avermi salvato la vita, se non ci fossi stata tu, non avrei mai rivisto Alexandria vivo. E grazie anche per essere stata sveglia tutta la notte a controllarmi-
Il mio cuore sobbalzò un momento a quelle parole, non so perché, ma non pensavo mi avrebbe ringraziata, o quanto meno non così, magari a modo suo, bofonchiando un grazie appena udibile. Gli strinsi la mano a mia volta e lo guardai negli occhi:
-Non potevo certo lasciarti morire in quel porcile. E poi non volevo perdere il mio futuro istruttore di tiro!- sorrisi per mascherare l’imbarazzo di aver detto una cosa così idiota. Ma cosa cavolo stavo dicendo? Il mio futuro istruttore di tiro?? Ma evidentemente a Daryl non sembrò una cosa così assurda, perché mi guardò un attimo e poi disse:
-Si può fare.-
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Walking Dead / Vai alla pagina dell'autore: AudreyNiikura