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Autore: Signorina Granger    21/02/2017    7 recensioni
[Raccolta di One Shot dedicate ai protagonisti di "Magisterium"]
Si sono diplomati, la Guerra è finita, hanno superato i loro demoni e chiuso molte porte...
Ma si sa che quando se ne chiude una, si apre un portone al suo posto.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Ebbene sì, vi ho trollate!  
Pensavate che fosse finita, vero? E invece a quanto pare non proprio…  
Insomma, ci vediamo infondo, ma intanto buona lettura, divertitevi con qualche… vecchio amico! xD

 
 
… the end?  
 
“Tutte le storie che amiamo hanno una fine, ma è proprio perché finiscono che ne può cominciare un'altra.”
 


1º Settembre 1969, Binario 9 ¾



James Julius postimage   Phoebe Julius  postimage  Cecily Julius  postimage  Jake Julius  postimage  Grace Julius postimage 



"Mi raccomando... fate i bravi! Non vorrei ricevere un'altra lettera da Silente..."  

"Ma mamma, lo sai che siamo dei perfetti angioletti!"  Jane Julius, nata Prewett, inarcò un sopracciglio con espressione scettica alle parole del figlio maggiore James, che invece sorrise di rimando con la sua solita aria allegra. 

"Certo, ovviamente... ragazze, tenete d'occhio quei due. E non combinate guai nemmeno voi!" Jane allungò le braccia per stringere le figlie gemelle di appena 16 anni in un abbraccio doppio come faceva sempre, mentre dietro di loro James ridacchiava e spettinava i capelli del fratello minore Jake, chiamandolo "nanetto" come faceva da qualche anno... da quando era improvvisamente diventato parecchio alto, solo qualche centimetro meno del padre. 

"Tranquilla, ci pensiamo noi. Tu prenditi cura di papà in nostra assenza."
"Cecy, lo faccio da quando ho l'età di Gracie... a proposito, dov'è?"  

Jane sciolse l'abbraccio dalle figlie, accorgendosi che mancava una figlia all'appello... la più piccola del gruppo. Per tutta risposta i quattro figli maggiori indicarono qualcosa alle sue spalle e, voltandosi, la Medimaga sorrise debolmente nel vedere il marito stritolare in un abbraccio la figlia più piccola e riempirla di raccomandazioni. 
 
"C'era da aspettarselo. Tenetela d'occhio, o vostro padre non dormirà la notte... ciao Jamie."  

James sorrise alla madre, annuendo e chinandosi per abbracciarla e darle un bacio sulla guancia: 

"Ci pensiamo noi a Gracie... siamo dei così bravi fratelli."  
"Ma se una volta, quando aveva un anno, l'avete messa su un cartone e l'avete spinta giù dalle scale!" 
"Ribadisco che è stata un'idea delle gemelle, e comunque volevamo solo vedere a che velocità anda-" 

James però non finì la frase, bloccandosi di fronte all’occhiata vagamente torva che gli rivolse la madre. Il Grifondoro si limitò così a sorridere, strizzandole l'occhio prima di farsi da parte e permetterle di salutare anche Jake.

Intanto, dietro di loro, Dante Julius aveva finalmente messo giù la figlia minore, che gli sorrise allegramente, visibilmente felice di andare finalmente ad Hogwarts: aveva ascoltato così tante storie di fratelli, cugini, zii, amici dei genitori... non vedeva l'ora di andarci anche lei. 

"Dan, se hai finito di stritolarla Gracie dovrebbe andare... fai la brava tesoro." 

Jane sorrise, abbracciando con delicatezza la figlia. La ragazzina si avvicinò all'orecchio della madre, mormorandole qualcosa affinché il padre non sentisse:  

"Mi raccomando, tienilo d'occhio... e digli che mi mancherà." 
"Mancherai anche a noi. Ma vedrai, ti divertirai moltissimo, talmente tanto che non penserai a noi. Ora andate, o richiedete di perdere il treno come l'anno scorso!"  
 
Memori dell'episodio spiacevole i cinque Julius volarono sul vagone in quattro e quattr'otto, lasciando Jane a prendere il marito sottobraccio e appoggiare la testa sulla sua spalla, parlando con la sua solita voce dolce e rassicurante mentre Dante teneva gli occhi fissi sul treno con un che di malinconico nello sguardo:

"Lo so, è strano... anche la piccolina va ad Hogwarts. Sarà strano non averne più nemmeno uno in giro per casa, ma almeno ho ancora il mio testone preferito che mi tiene impegnata." 

Per un attimo la donna ebbe davvero la tentazione di ricordargli di come, qualche anno prima, lui l'avesse presa in giro per la sua tristezza nel vedere James andare ad Hogwarts... inutile dire che lei l'aveva sempre saputo, che Dante sarebbe rimasto traumatizzato nel lasciare andare la sua piccola principessa.  

"Si, beh, immagino che si divertirà... e poi con tutti i fratelli e cugini che ha di certo non potrà stare male." 
"Ovviamente no. Vedrai Dan, starà benissimo."  

Jane sorrise, alzando una mano per salutare i figli che erano spuntati da un finestrino, Dante annuì e la imitò finché i cinque non sparirono dalla sua visuale, prendendo a quel punto la moglie sottobraccio prima di iniziare a camminare. Sospirò leggermente ma le sorrise, guardandola nello stesso modo di vent'anni prima:

"Lo so. Magari incontrerà uno spilungone cretino che la renderà felice. Coraggio piccola Jane... andiamo a casa."  
 

                                                                                     *

 
Elnath Black postimage Electra Black  postimage   Eltanin Black postimage
 

"Fai la brava." 
"Lo farò." 
"Non studiare troppo." 
"Va bene." 
"Non fare cose che noi non avremmo fatto." 
"Tipo comportarsi bene?" 
"Ehy, devi tenere alta la nostra reputazione!" 

O anche no...

Elizabeth Black inarcò un sopracciglio, sperando che la figlia minore NON seguisse le orme dei fratelli più grandi. Sorrise però con tenerezza nel vedere i gemelli abbracciare Eltanin, trovando improvvisamente troppo strano che anche quel giorno fosse arrivato... le sembrava fossero passati pochi giorni da quando Elnath ed Electra avevano iniziato il primo anno.  
 
"Buffo. È l'ultima volta in cui accompagniamo i ragazzi qui. Non ti sembra strano?" 

"Parecchio... ricordi quando El aveva sei anni e voleva sposarmi? Andava in giro per casa sostenendo che ero il suo "grande amore"."   Altair Black sorrise, ricordando quegli episodi con visibile divertimento... e anche un po' di malinconia mentre osservava a sua volta i figli tenendo un braccio intorno alle spalle della moglie, che roteò gli occhi e alzò lo sguardo per poterlo guardare in faccia:  

"Già, beh... non montarti la testa Altair, era normale a sei anni." 
"Dettagli... Sono comunque sempre stato ambitissimo, non negarlo." 
"Per favore, non farmici pensare. Quando ci siamo fidanzati ricevevo più lettere minatorie io del Ministro!" 

Elizabeth roteò gli occhi mentre invece il marito ridacchiò, dovendo ammettere di aver trovato quella situazione parecchio divertente all'epoca... a differenza di sua moglie, certo. 

"Ragazzi, avete finito con le carinerie? Devo salutare la mamma!" 
"Come preferisci... ma scrivici ogni tanto, vogliamo tenerci aggiornati." 
Electra ridacchiò, dando una pacca sulla spalla della sorella minore che annuì prima di rivolgersi alla madre e abbracciarla, sussurrandole qualcosa all’orecchio: 

"Tienili lontani dalla mia camera." 
"Lo farò, tranquilla. E divertiti, ma non troppo. Ti prego, non fare come quei due..." 
"Rilassati, non ho intenzione di far esplodere la dispensa di Lumacorno." 

Eltanin sorrise alla madre con aria divertita prima di rivolgersi al padre, sorridendogli prima di abbracciarlo.

"Ciao pulcino. Mi raccomando, ricorda quello che ti dico sempre... i ragazzi alla tua età sono degli imbecilli." 
"Papà, finiscila con questa storia!" 

"El lascia perdere, lo dice per esperienza personale..." 

Le parole della madre, decisamente ironiche, fecero sghignazzare leggermente i gemelli... che però si fecero incredibilmente seri di fronte all'occhiata ammonitrice che Altair lanciò nella loro direzione, mentre stritolava ancora Eltanin in un abbraccio.   

"Grazie per il sostegno Liz..."  

"Figurati... Andiamo Black, perderà il treno." 
"Mamma, perché papà sembra vagamente tetro da stamattina? Non ha neanche mangiato a colazione, secondo me sta male!"  

"Tranquilla tesoro, sta attraversando per la quattordicesima volta la fase di "la mia bambina è diventata grande"... stasera dovrebbe passargli." 
Il sussurro di Elizabeth fece annuire Electra, che sembrò quasi sollevata mentre El si staccava dal padre, dandogli un ultimo bacio su una guancia prima di sorridere a tutti e quattro:

"Ok ragazzi... credo di dover andare adesso. Mi mancherete! E non divertitevi troppo mentre non ci sono!" 
Elizabeth e Altair lanciarono due occhiate identiche in direzione dei due figli più grandi, che sorridevano con aria angelica... e i coniugi Black si ripromisero di tenerli parecchio d'occhio affinché non facessero esplodere una qualche stanza della casa nelle settimane successive, mentre Eltanin spariva dentro il treno dopo aver rivolto alla famiglia un sorriso e un ultimo cenno con la mano.

"Sembra ieri che imparava a camminare... oh beh, immagino che sia giusto così, noi invecchiamo e lei cresce." 

"Parla per te cara, io sono ancora splendido!" 
"Parla per te un corno, caro, ti ricordo che siamo dello stesso anno!" 
 
Elizabeth sbuffò, addolcendosi però di fronte all'espressione vagamente malinconica che aveva assunto Altair prima di prenderlo per mano e sorridergli, facendo cenno ai figli più grandi di seguirli: 
 
"Coraggio famiglia... andiamo a casa." 
 
Elnath annuì, mettendo un braccio sulle spalle della sorella prima di seguire i genitori verso la colonna magica, che camminavano uno accanto all'altro tenendosi per mano. 

"Altair... sorridi! Non è la fine del mondo, la rivedremo a Natale! Quel muso lungo non ti dona per niente." 
 
"Non è vero, sono bellissimo lo stesso e lo sai." Il tono grave di Altair la fece quasi ridere, ma la donna decise invece di sbuffare e scuotere leggermente il capo: 
"Signore, ma quanto sei vanesio... va bene sì, sei bello lo stesso, ma dettagli! Perché in ventiquattro anni non sono ancora riuscita a farti abbassare un po' la cresta, Altair?" 

"Non so se ci riuscirai mai Lizzy... ma smettila di recitare, lo sanno tutti che mi ami lo stesso."
Altair sorrise, chinandosi leggermente per dare un bacio sulla tempia della moglie che roteò gli occhi ma non disse niente, non potendo replicare di fronte alla pura verità. 
Alle loro spalle invece i gemelli sbuffarono, suggerendo ai genitori di smetterla di scambiarsi effusioni in loro presenza.


                                                                     *

 
Michael Shacklebolt  postimage   Kathleen Shacklebolt postimage  
 


"D'accordo piccola... mi mancherai. Fai la brava, e sopratutto... vedi di stracciare i Serpeverde a Quidditch, mi raccomando."   

"Merlino..." 

Danielle Shacklebolt sospirò, passandosi stancamente una mano sul viso alle parole del marito, ormai rassegnata: e la cosa peggiore era che la figlia era cresciuta praticamente identica a lui...
Kathleen infatti sfoggiò un sorriso, la stessa smorfia carica di determinazione che aveva visto stampata sul volto del marito milioni di volte.

"Tranquillo papà, gliela farò vedere..." 

"Brava la mia ragazza."  Maximilian Shacklebolt sorrise, guardando la figlia minore con orgoglio prima di abbracciarla, mormorandole di impegnarsi a stracciare una certa ragazza in particolare.
 
"Ma papà, Emma è mia amica!" 
"Non ricordarglielo tesoro, potrebbe venirgli un infarto..." Danielle roteò gli occhi con aria esasperata, ma il marito non sembrò cogliere l'ironia e annuì, mettendosi anche una mano sul cuore con fare teatrale:

"Tua madre ha ragione piccola..." 

Insomma, doveva ancora accettare del tutto che sua figlia e la figlia di Ariadne Shafiq fossero amiche. 
Kathleen rivolse un'occhiata in tralice in direzione della madre, che le suggerì con uno sguardo di lasciar perdere prima di abbracciarla a sua volta... proprio mentre il quarto membro della famiglia spuntava dallo sportello aperto del treno:  

"Nel caso ve ne foste dimenticati, faccio parte anche io della famiglia... non sono l'elfo domestico!" 
"Smettila di lagnarti Mike, solo perché ti sfrutto come facchino non puoi paragonarti ad un elfo!"  

Kathleen sorrise al fratello maggiore con aria angelica, mentre invece l'ex Grifondoro sbuffava e si avvicinava alla famiglia per salutare la sorella a sua volta.

"Si, beh... vieni qua nanerottola, saluta il tuo amatissimo fratellone." 
"Senti, bello, ti ricordo che sono maggiorenne e posso farti evanascere qualche parte del corpo quando e come voglio se non la smetti di chiamarmi nanerottola... ma non lo farò, perché sono una signorina per bene."

Kathleen sfoggiò un sorriso smagliante in direzione della madre prima di abbracciare il fratello, che era effettivamente molto più alto di lei. Danielle però rivolse alla figlia un'occhiata accigliata, come a volerle dire che non la dava a bere a nessuno tra i presenti. 

"Hanno preso tutto da me." 
"Oh, non ho mai avuto dubbi su questo. L'ho capito quando Michael ha fatto a pezzi tre specchi e un vaso con la sua scopa giocattolo a solo un anno di età." 

Maximilian sorrise mentre metteva un braccio intorno alle spalle della moglie, che guardò i figli salutarsi con affetto prima di lanciare un'occhiata all'orologio: 

"Tesoro, temo che tu debba andare adesso... non vorrai perdere il treno come è successo a qualcun altro..." 
 
"Ehy! È stata colpa di papà quella volta, non mia!" 
"Qualcuno mi spiega perché in questa famiglia sono sempre io il capro espiatorio?"
"Non è certo colpa nostra se all'ora di andare ti eri messo a lavarti i denti!" 

A quel punto partì forse la milionesima discussione sull'episodio del secondo anno di Michael tra padre e figlio, visto che entrambi continuavano da anni a dare la colpa all'altro... e a Danielle non restò che avvicinarsi alla figlia e prenderla sotto tacci, rivolgendole un sorriso carico d'affetto prima di suggerirle di ignorare i due bambini e di salire sul treno. 

"Ci vediamo a Natale mamma... sei sicura di riuscire a gestire i due bimbi da sola?"
"Tesoro, ormai lo faccio da 21 anni... me la caverò. Tu divertiti invece, mi raccomando." 


                                                               *


Jonathan Miller  postimage  Lucille Miller postimage  


"Allora... è il tuo ultimo anno, quindi goditelo. Ma ti prego, non combinare macelli  insieme a James!" 
"Dai mamma, non siamo certo dei vandali... certo, l'anno scorso abbiamo chiuso un ragazzino del quarto anno in un armadio delle scope, ma era per una giusta causa!"  

"AH SI?"  

"Si! Insomma, era l'ex ragazzo di Phoebe, la sorellina di James, e..." 
"No Johnny, era il ragazzo di Cecily!" 

Jonathan Miller inarcò un sopracciglio, voltandosi verso la sorella minore e guardandola con aria stralunata: strano. Era stato convinto per mesi del contrario...

"Sei sicura Lucy?"
"Certo. Sono le mie migliori amiche, genio!"  

Lucille roteò gli occhi, chiedendosi perché suo fratello fosse Corvonero ma a volte così dannatamente ottuso. Il ragazzo però sfoggiò il suo solito sorriso allegro e liquidò il discorso con la mano, mentre invece la madre dei due si chiedeva perché avessero preso tutto dal padre e assolutamente niente da lei. O almeno, per il figlio era andata così.

"Ok, sentite... non mi interessa se era il fidanzatino di Phoebe, Cecily o di chiunque. Johnny, non chiudere nessuno negli armadi! Olly, diglielo anche tu!"

Ingrid fece un cenno al marito, che sentendosi chiamato in causa quasi sobbalzò e rivolse un'occhiata incerta ai figli prima di schiarirsi la voce, avvicinandosi a Jonathan e mettendogli un braccio intorno alle spalle prima di parlare: 

"Si, ehm... non chiudere il fidanzato di nessuno in un armadio. A meno che qualcuno non giri intorno a tua sorella, in quel caso fa' pure."  

"PAPÀ!"  

Forse Oliver non aveva parlato poi così a bassa voce visto che la figlia lo sentì, guardandolo con un'espressione indignata e un tono che richiamavano moltissimo quello della madre quando lo rimproverava... ma come sempre Oliver Miller riuscì a cavarsela, sfoggiando il suo irresistibile sorriso prima di allungare le braccia verso la ragazza:

"Ops... dai tesoro, sto scherzando... forse. Insomma, me lo diresti se avessi un fidanzato, vero?" 
"No."
"Come no? Ingrid, dille qualcosa!" 
 
La donna sospirò, chiedendosi come facesse Jane con cinque figli più un marito da gestire quando lei faticava già con due... forse avrebbero fatto Santa quella donna prima o poi.  

"Lucy, lascia stare. E ora andate, di questo passo non troverete nemmeno posto! Scriveteci ogni tanto, mi raccomando." 

Jonathan e Lucille sorrisero, dando a turno un bacio sulla guancia della madre prima di sparire sul treno... ma la folta chioma di capelli biondi di Lucille fece capolino dal finestrino e la ragazza rivolse un gran sorriso in direzione del padre, strizzandogli l’occhio prima di parlare:

"Tranquillo papà, lo sai che il mio primo grande amore sei sempre e comunque tu, no?" 
 
Ingrid si voltò verso il marito, assolutamente sicura di vedergli un sorriso a trentadue denti stampato in faccia mentre rivolgeva un ultimo cenno di saluto alla figlia… e sorrise a sua volta nel rendersi conto che, ancora una volta, non si era sbagliata. Le succedeva molto di rado, quando si trattava di lui. 


“Sapessi Lucy, ora lo hai reso felice per il resto della giornata…” 


                                                                                   *


Libra Black  postimage  Berenike Black postimage   Cara Black  postimage  Hydra Black  postimage   Pixis Black  postimage  Selene Black postimage

 
“Hai preso tutto?”
“Si.”
“Sicura?!”
“Ti dico di sì! Piantala, sembri la mamma!” 

Berenike Black sbuffò, parlando a voce bassa per non farsi sentire dalla madre che, ad un paio di metri da lei, stava abbracciando la sorella minore Cara.
Lyra però sembrò aver comunque sentito l'ultima frase della secondogenita, lanciandole un’occhiata vagamente trova mentre invece Berenike sorrideva a mo’ di scuse. 

“Ops. Dici che mi ha sentito?”  
“Al 100%.”  

Libra, sua sorella maggiore, annuì sfoggiando un lievissimo sorriso mentre la più piccola del gruppo, Selene, si aggrappava alle gambe di Berenike ululando che voleva andare ad Hogwarts con lei.

“Ancora? Ne abbiamo già parlato, sei troppo piccola! Tra qualche anno ci andrai anche tu, vedrai.” 

Libra roteò gli occhi castani, prendendo per mano la sorellina e cercando di scollarla dalle gambe di Berenike, che si chiese se le sarebbe mancato l’assalto quotidiano delle tre sorelle più piccole.
 
“Ma io voglio andare oggi!”
“Non puoi.”
“Perché?”
“Sei troppo piccola.”
“E perché?”
“… Non lo so, chiedi a papà.” 

No, forse poi non molto.
Libra diede una leggera spintarella alla sorella minore, che trotterellò sorridendo verso il padre per chiedergli perché non potesse andare ad Hogwarts insieme alle sorelle. 
Ovviamente Antares rivolse un’occhiata in tralice alla figlia più grande, ringraziandola silenziosamente per avergli scaricato addosso le domande della bambina di 5 anni, che però sembrò non farci caso. 

“Beh, ti faccio i miei più sentiti auguri sorellona. Te la caverai con quelle tre senza di me?”
 
“Lo spero… ma posso sempre reclutare Electra e chiederle di darmi una mano, se non altro.”
 
Libra si strinse nelle spalle prima di sorridere debolmente e abbracciare la sorella minore, che rise all'idea delle due che facevano da baby-sitter insieme alle tre piccole Black.

“Ottima idea. E mi raccomando, prenditi cura della mamma in mia assenza.”
“Berenike, ti ricordo che ho 41 anni, non sono una bambina! Dai, vieni qui, abbracciami.”
 
Lyra fece un cenno alla figlia, suggerendole di abbracciarla mentre Berenike sorrideva:

“Lo so, ma non si sa mai. Ricordati di non stancarti troppo, puoi tranquillamente relegare tutte le responsabilità a Libra.”
“Grazie tante.”

Libra sbuffò debolmente ma Berenike la ignorò, sorridendo con affetto alla madre che ricambiò e annuì, sistemandole una ciocca di capelli rossi prima di parlare:

“Tranquilla. Relegherò tutto a tuo padre, del resto anche gli uomini devono rendersi utili di tanto in tanto.”

Le parole della madre fecero sghignazzare leggermente le tre figlie maggiori, mentre invece Hydra e Pixis erano troppo occupate a parlottare su quello che avrebbero fatto LORO una volta ad Hogwarts qualche anno dopo e Antares Black sbuffava leggermente, tenendo la figlia più piccola per mano:

“È sempre tremendamente piacevole avere zero solidarietà in questa famiglia.” 
“Fattene una ragione papà, le donne fanno sempre comunella tra loro.” 

Libra sorrise prima di mettere un braccio intorno alle spalle della madre. Lyra fece per dire qualcosa, probabilmente che con un po’ di fortuna entro qualche mese suo marito non sarebbe più stato l'unico uomo della famiglia… ma una voce familiare a tutta la famiglia la interruppe, portandola a voltarsi insieme alle figlie:

“Ciao, famiglia! Muoviti pel di carota, vuoi perdere il treno proprio all'ultimo anno? Ciao ragazze!”
 
Berenike Black rivolse un’occhiata torva in direzione di quella che, almeno in teoria, era la sua cugina preferita che faceva capolino da un finestrino. Eltanin invece sfoggiò un sorriso allegro, salutando le cugine più piccole con un cenno della mano che venne allegramente ricambiato dalle bambine.

“Si, si, arrivo… andiamo Cara. Ci vediamo a Natale… prendetevi cura della mamma mentre noi non ci siamo!” 

Con un ultimo sorriso rivolto a sorelle e genitori Berenike si affrettò a seguire la cugina sul treno, imitata ben presto da Cara mentre sia Libra che Lyra, entrambe sorridenti, rivolgevano un cenno alle due:

“Naturale… voi due invece fate le brave!”

“Dai zia Lyra, mi conosci... terrò io lontana Berenike dai guai!” 

Eltanin sfoggiò un sorriso prima di strizzare l'occhio in direzione della zia e sparire dalla visuale della donna, che per tutta risposta si limitò ad inarcare un sopracciglio, parlando con un vagamente dubbioso: 

“Ora si che sono sollevata… Ant, secondo te finiranno col combinare qualche disastro come i gemelli al loro ultimo anno?”

“Lyra, quella è la figlia di mio cugino e di Lizzy... Non ne ho la minima idea.”


Antares Black scosse leggermente il capo prima di prendere delicatamente la moglie sottobraccio per tornare a casa insieme alle figlie, facendola sorridere debolmente:
 
“Già… mi chiedo che cosa combineranno nei prossimi nove mesi.” 












 








 






………………………………………………………………………………………
Angolo Autrice:

Ebbene sì, immagino che ormai l'abbiate capito… come la cara Phebe ha involontariamente spoilerato ancora diverso tempo fa, ho deciso di cimentarmi a scrivere anche il Sequel di una delle mie Interattive dopo aver fatto un Prequel.
Tuttavia ho pensato che era davvero un peccato limitarmi a Magisterium visto che l'età degli OC è praticamente la stessa di quella di History e in più avevo già fatto comparire diversi tra i personaggi di quest’ultima nel corso di Magisterium… così ho deciso di includere anche i pargoli di qualcuno tra i protagonisti della sopracitata storia.
Ovviamente non includerò nella storia i figli di TUTTI perché sarebbero troppi… ho dovuto scegliere purtroppo, ma molto probabilmente faranno qualche comparsata anche i pargoli degli altri OC.

Quindi sì, questo capitolo è una sottospecie di pre-Prologo della nuova storia che inizierò a breve… e i protagonisti saranno cinque tra i ragazzi che vi ho presentato qui più… beh, altri che mi verranno proposti.

Non so di preciso quando pubblicherò il Prologo vero e proprio, perché ho altre due storie in corso e sto per iniziare un periodo di stage che mi terrà abbastanza impegnata… ma sono pur sempre tremendamente masochista e quindi già lo so, presto mi butterò anche su questa storia a cui pensò già da un bel po’, non ho proprio resistito XD

Un bacio a voi sante che continuate a sopportarmi, visto che ormai tutte avete partecipato a più di una mia storia… e grazie ancora per avermi mandato questi OC, penso che mi divertirò moltissimo anche con i loro bimbi <3


Signorina Granger 


   
 
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