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Autore: SSGryffindor    06/03/2017    11 recensioni
||INTERATTIVA|| La Hogwarts dei Malandrini al loro sesto anno. Le amicizie, gli amori e gli incantesimi nella scuola di magia e stregoneria più famosa del mondo, con la Prima Guerra Magica che imperversa fuori dalle mura del castello. Questa è una STORIA INTERATTIVA, ovvero i lettori possono affidarmi un loro personaggio immaginario da inserire nella storia. Per maggiori info, vedere all'inizio di ciascun capitolo. Dal primo capitolo: "Un giovane alto e slanciato, dalla chioma corvina che ricadeva sulle spalle larghe e dall’indiscutibile fascino, gesticolava in mezzo al marasma di persone festanti che si accalcavano sul binario. Gli occhi cerulei, di un grigio tendente al blu, brillavano vispi alla luce del tiepido sole, ammiccando in direzione dell’amico.
-Sirius!- Esclamò quello, sorridendo allegro e facendosi largo fra un gruppo di ragazzini del secondo anno. Quei teppistelli credevano di essere i padroni del mondo solo perché avevano passato il primo anno ed ora si atteggiavano a grandi esperti, elargendo perle di saggezza ad amici più giovani o fratelli minori."
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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IMPORTANTE: Gli 8 studenti che avevo messo a disposizione per i vostri personaggi originali sono finiti, TUTTAVIA sono rimasti 2 posti vacanti, originariamente pensati per i professori, ma che, dal momento che nessuno ha richiesto di avere un personaggio nel ruolo di professore, ho deciso di METTERE A DISPOSIZIONE nel ruolo che più preferite. Sarebbe a dire che ci sono ancora 2 posti liberi per studenti e potete decidere voi la casa nel momento in cui vi "accalappiate" il posto.
Per il REGOLAMENTO, vedete all'inizio del primo capitolo.
Quando avete finito di leggere questo primo capitolo, pregherei tutti voi, ma soprattutto i partecipanti alla storia interattiva, di leggere le NOTE a fondo pagina.
Grazie e buona lettura! <3

 

2. In viaggio


Sirius non ci mise molto a capire che, forse, aveva preso la scelta sbagliata. Guardò Remus, immobile di fronte a quella che ora sembrava la sua paura più grande, e lo trovò, se possibile, ancora più pallido del solito. Un sorriso nervoso increspava le labbra sottili, facendo tendere le cicatrici che solcavano il viso scarno.
Fu James a rompere il ghiaccio, attirando l’attenzione su di sé e i compagni.
-Hey, Frances, come butta?-
Sia Sirius, che Remus si voltarono istantaneamente verso di lui, fissandolo in silenzio con aria di rimprovero. Il suo saluto era suonato troppo innaturale, quasi inquietante, per non parlare dell’espressione maliziosa che si celava nelle iridi nocciola, nascoste dietro le spesse lenti.
Se Remus, fino a un istante prima, aveva sperato di poterla fare franca, svignandosela all’ultimo, ora desiderava soltanto mettere le mani addosso a Ramoso e fargli ingoiare la cravatta a strisce scarlatte e dorate. Certo, pensò, non sarebbe stato un atteggiamento consono a un prefetto, ma, senza dubbio, a un licantropo, sì.
Immerso nei suoi pensieri di vendetta, che, già lo sapeva, mai avrebbero trovato compimento, fu ridestato dalla voce di Frances, che lo riportò alla realtà.
-Ragazzi! Da quanto tempo! Sembra un secolo che non ci vediamo.-
Apparentemente, non si era accorta di niente, nemmeno del sorrisetto da idiota dipinto sulle labbra di James. Stavolta, fu Sirius a intervenire, sferrandogli un’impercettibile gomitata nel fianco, che gli fece immediatamente cambiare espressione.
-Oh! Ma guardatevi come siete cambiati in pochi mesi.- Esordì affettuosamente la signora Dranstorm. –Remus, mi sembri dimagrito. Caro, hai mangiato quest’estate?-
-Mamma, non credo sarebbe ancora tra noi, se non avesse mangiato per tre mesi.- Replicò sarcastica Frances, accennando un sorriso.
-Sempre la solita spiritosa!- Bofonchiò di tutta risposta. –Godwin, hai visto? Ci sono i ragazzi.- Aggiunse  richiamando l’attenzione del marito, il quale sollevò gli occhi di ghiaccio dalle pagine grigie del giornale che stava leggendo.
Era un uomo alto, dai tratti algidi, tipicamente nordici, ereditati dalla famiglia di suo padre Gifford. Sebbene il cognome non lo suggerisse, i  Dranstorm avevano origini scandinave, che risalivano ad un’antica famiglia purosangue del nord Europa, giunta in Inghilterra da poche generazioni. La pelle diafana e i capelli chiari, uniti al viso dai tratti nobili e severi e ad una propensione per il silenzio e la riflessione, rendevano Godwin Dranstorm una persona che incuteva una certa soggezione negli interlocutori. La freddezza che caratterizzava l’uomo era mitigata dal carattere ben più affabile della moglie Isobel, anch’ella proveniente da una famiglia Purosangue, la quale, tuttavia, si era staccata dagli ideali di purezza che, invece, caratterizzavano ancora la famiglia di suo marito.
-Buongiorno ragazzi.- Disse l’uomo con un lieve cenno del capo. –Sirius- Salutò, accennando direttamente a Felpato. Non era un segreto che proprio lui, fra tutti gli amici della figlia, fosse il suo preferito. Infatti, nonostante gli anni trascorsi con la moglie lo avessero portato a rispettare indiscriminatamente tutti i maghi e le streghe, continuava a nutrire una certa simpatia per le nobili famiglie Purosangue, di cui Sirius, seppur contro voglia, era un perfetto rappresentante.
-Buongiorno signor Dranstorm.- Rispose lui cordialmente. –Passate bene le vacanze?-
-Compatibilmente.-
-Papà è sempre di molte parole.- Scherzò Frances, motteggiando l’ermeticità del padre.
-Dovresti prendere esempio da lui.- Ribatté Sirius, facendo una linguaccia.
La giovane strega simulò un’espressione offesa, trattenendo a stento una risata. I suoi rapporti con Sirius non erano sempre stati così distesi: ricordava ancora quanto, i primi anni, non sopportasse né lui, né James, sempre pronti a mettersi nei guai e far perdere punti alla sua casa, punti che lei e Lily guadagnavano con tanta fatica nel corso delle lezioni. Per di più, non poteva tollerare i soprusi che i due riservavano a certe vittime, colpevoli soltanto di non andar loro particolarmente a genio. Un perfetto esempio della “preda perfetta” era Severus Piton, da sempre deriso e motteggiato dai Malandrini. Più di una volta Frances si era schierata in sua difesa, non tanto perché fra i due ci fosse un forte legame di amicizia, ma più per il fatto che Piton era molto caro a Lily, a cui lei era molto legata, e per il fatto che trovasse profondamente ingiusto e meschino che i due Grifondoro si accanissero costantemente su di lui. D’altro canto, Severus non vedeva Fran di buon occhio, considerandola, probabilmente, una minaccia che avrebbe allontanato Lily da lui. Per questo motivo, i rapporti fra i due erano quasi inesistenti e lo scambio di convenevoli ridotto al minimo, seppur nel reciproco rispetto.
-Dovremmo avviarci verso il treno.- Suggerì a un tratto Remus, sempre intento a fissare il suo orologio da polso.
-Grazie per avermi accompagnata.- Sussurrò Frances ai suoi genitori, salutandoli con un abbraccio.
-Ci vediamo a Natale, tesoro. Mi raccomando, scrivici!-
-Certo mamma, non ti preoccupare.-
-Certo mamma, ti scriverò tutti i giorni…- La motteggiò Sirius, conoscendo l’amica e sapendo bene che non sarebbe andata così. Per tutta risposta, la ragazza lo colpì in testa con la rivista che, fino a poco prima, teneva sotto il braccio, ridacchiando divertita ed allontanandosi insieme ai tre Malandrini.
-Ahi! Non è stato molto femminile!-
-Ehi Sir, invece che lamentarti, guarda un po’ chi c’è là!- Esclamò James, sogghignando rumorosamente.
Il gruppo di Grifondoro seguì con lo sguardo la direzione indicata dal braccio di James, vedendo una ragazza evidentemente a disagio nella folla. Aveva i capelli bruni, lunghi fino alle spalle, il cui colore ricordava il marrone scuro del legno di noce, e gli occhi della stessa tonalità. Il corpo era piuttosto piacente: la voluttuosità delle curve era ben distribuita su una statura al di poco sopra la media e la pelle leggermente olivastra conferiva un incarnato salutare alla giovane strega. Tuttavia, ella pareva volersi celare agli occhi di tutti i presenti e tentava di passare inosservata mantenendo una postura piuttosto ricurva, quasi a volersi fare più piccola di quanto realmente fosse. Il viso dai tratti regolari era solcato da due profonde occhiaie, che rendevano lo sguardo ancora più profondo e, a tratti, stralunato.
-Monica Kyolansky, anche detta “la Pazza di Corvonero”.- Proseguì James con fare saccente.
-Ah sì? Chi lo dice?- Ribatté Frances in tono sarcastico. Non dava molto credito alle parole che uscivano dalla bocca di Ramoso, poiché sapeva che il più delle volte erano dicerie da lui stesso inventate.
-Non so chi lo dice, ma lo trovo perfettamente azzeccato!- Latrò Sirius, scoppiando in una fragorosa risata, che fece roteare lo sguardo sia a Frances che a Remus.
-Io l’ho vista agli allenamenti di Quidditch. Sembra un’altra persona! Pensa che una volta l’ho seguita negli spogliatoi e l’ho sentita parlare da sola!- Dichiarò James, assolutamente convinto di quello che diceva.
-Non c’è da stupirsene, Jamie. In fondo, quella frequenta mio fratello Regulus. Del tutto normale non può essere.-
-La smettete di fare le carogne?- Esclamò l’amica, stavolta in tono stizzito. I due si voltarono sorpresi verso di lei, fissandola, indecisi sull’agire. Pareva che entrambi si stessero chiedendo se la compagna fosse realmente infastidita e, nel qual caso, perché le stesse tanto a cuore che non parlassero male di una preudo-sconosciuta. Alla fine, Sirius ruppe il silenzio.
-Ehi, datti una calmata, principessa.- disse con fare sornione, un sorriso sbieco dipinto sul viso affascinante.
-Dovreste finirla di giudicare le persone senza conoscerle. Per esempio, sapevate che la ragazza morta ad Hogwarts qualche anno fa era la sua migliore amica?- Proseguì lei con fare inquisitorio.
-A dire il vero no…- Ammise James.
-E nessuno di voi due immagina che Monica possa essere così introversa per il trauma che ha subito?-
I due stettero in silenzio. Entrambi non sopportavano di essere ripresi, nemmeno se a farlo era una loro amica, ma, d’altro canto, non sapevano cosa rispondere.
-Ragazzi, Fran ha ragione.- Intervenne Remus con i suoi soliti modi pacati.
-Andiamo…- Riprese Frances, stavolta in tono più calmo. La sua voce si era addolcita, come se le dispiacesse essere in disaccordo con i compagni. –Non prendetela di mira, non è carino.- E, detto ciò, si allontanò, staccandosi dal gruppo.
-Ehi Frances, dove vai? Non te la sarai mica presa?- Domando James preoccupato.
La ragazza scoppiò in una risata contenuta, ma divertita.
-Macchè! Vado a cercare Lily.- Rispose sorridendo.
-Lily…- Ripeté lui con aria sognante. Poi, più deciso, si sistemò meglio gli occhiali. –Giuro che quest’anno la porto a Hogsmeade.-
-Sì, aspetta e spera.- Sbottò Felpato, sogghignando fra sé e sé.
-Ci vediamo dopo!- Urlò, già lontana, facendo un cenno con la mano.
-A dopo...- sussurrò Remus impercettibilmente, tenendo lo sguardo fisso sulla sagoma che si perdeva tra gli studenti.
-Ragazzi! Vi ho trovati finalmente!- Una voce acuta e frettolosa richiamò l’attenzione dei tre Grifondoro. Essa apparteneva ad un ragazzino basso e piuttosto pingue, dall’aspetto nervoso e arruffato. Gli occhi acquosi saettavano velocemente da un punto all’altro, come se un’invisibile minaccia fosse pronta a manifestarsi da un momento all’altro. I capelli sottili, di un colore spento e indecifrabile, erano abbastanza corti e ben pettinati.
-Peter!- Esclamò James.
-Mammina ti ha portato a sistemare i capelli?- Lo schernì Sirius giocosamente, dandogli un’affettuosa pacca sulla spalla.
-Ho preso un colpo! Pensavo di non trovarvi più. Mi pareva di aver visto Remus, ma poi è sparito e…Oh mamma! Me la sono vista brutta.-
I tre scoppiarono in una risata divertita e, finalmente riuniti, salirono sul treno per cercare un posto a sedere, anche se, già lo sapevano, non sarebbe stata un’impresa ardua per i Malandrini. Avrebbero sicuramente trovato qualche giovane Grifondoro ben disposto a cedere il posto ai maghi più popolari di Hogwarts.
 


Tra il frastuono di pesanti bagagli sollevati per essere posti negli appositi scompartimenti e il fragore delle risate e delle chiacchiere, i quattro giovani maghi riuscirono finalmente a trovare uno scompartimento libero nel quale si misero a sedere. James se ne stava attaccato al finestrino, guardando distrattamente gli studenti ancora fuori dal treno che si affannavano per salire. In una mano teneva un boccino, che faceva rimbalzare nel palmo, mentre con l’altra si stringeva il ginocchio sollevato, su cui posava il mento. Di fronte a lui, Sirius fissava un punto imprecisato della cabina con le braccia sollevate e incrociate dietro la testa e le gambe distese in tutta la loro lunghezza. Gli occhi, che negli ambienti chiusi brillavano di un color ardesia, erano puntati in alto, in direzione dei bauli, e osservavano annoiati le circostanze. Di tanto in tanto, un ciuffo di capelli scuri ricadeva sulla sua fronte e il giovane provvedeva immediatamente a spostarlo, soffiando con le labbra carnose. Seduto accanto a lui, Remus leggeva un libro, assorto nei suoi pensieri e, rigorosamente, in silenzio. Il frastuono circostante non pareva turbarlo, tanto che la lettura era interrotta soltanto per sgranocchiare una tavoletta di cioccolato al latte, che da sempre Lunastorta mangiava in quantità fuori dal comune. A suo dire, il cioccolato era una specie di elisir di lunga vita, che curava infinite patologie, dalla stanchezza, al mal di testa, e persino alcuni sintomi della licantropia. Secondo i suoi amici, ne andava semplicemente ghiotto e tutto il resto erano scuse atte a giustificarne il consumo smodato. Infine, Peter se ne stava rannicchiato in un angolino, intento a sfogliare la sua collezione di Figurine Magiche, mordendosi nervosamente le unghie.
Ad un tratto, la porta scorrevole si aprì piano e un viso affabile fece capolino. Gli occhi castani scrutarono all’interno da dietro gli occhiali.
-August!- Esclamò Remus, sollevando le iridi ambrate dalle pagine di quel libro a suo dire tanto coinvolgente.
-Buongiorno Remus. Ragazzi- Salutò i presenti scuotendo timidamente il capo in direzione di ciascuno di loro. –Passate bene le vacanze?-
-Benone direi!- Affermò James. –Dì un po’, non trovi posto a sedere?-
-A dire il vero, sto cercando alcuni miei compagni del settimo, ma non riesco a trovarli.- Rispose, ridacchiando imbarazzato.
-Diamine! Non sai quanto ti invidio. Ancora un anno e sarai libero per sempre.- Esclamò Sirius, che improvvisamente aveva smesso di fissare la parete.
-Potrebbe non essere tutta questa bellezza. Sai, coi tempi che corrono, Hogwarts resta ancora il rifugio più sicuro.-
-Ah, ma quando i Malandrini si diplomeranno, faranno strage di Mangiamorte e tutto tornerà alla normalità!- Dichiarò James, sorridendo beffardo. A lui non faceva paura la guerra che minacciava la comunità magica, anzi, non vedeva l’ora di diplomarsi per poter partecipare pienamente e difendere la sua causa. E poi, si diceva sempre, nulla gli sarebbe potuto accadere finché avrebbe avuto gli amici al suo fianco.
-Me lo auguro vivamente.- Replicò August con un sorriso sincero, senza sbilanciarsi troppo in merito alla questione. –Ora, se volete scusarmi, vado a cercare gli altri Tassorosso. Buon viaggio!- E detto ciò, richiuse la porta scorrevole e si incamminò lungo il corridoio.
-Mi piace August, è un tipo in gamba.- Esordì Sirius. –Cosa ne dici tu, Jamie?-
-Peccato non giochi a Quidditch.- Rispose. -Già, un vero peccato- Ripeté più a sé stesso che agli altri.
-In compenso, se la cava molto bene con la pittura!- S’intromise Remus, pur senza staccare gli occhi dalla sua lettura.
-Molto bene. Gli chiederò di ritrarmi mentre vinco il campionato di Quidditch.-



-Ma insomma! Quante volte ti ho detto che non è vero?- Una graziosa Corvonero del sesto anno, dalla voce cristallina e le gote leggermente arrossate, stava chiacchierando scherzosamente con le compagne.
-Sì che è vero! Te lo garantisco! Sirius Black ti ha fissata almeno per un minuto quando siamo salite sul treno.- Rispose convinta l’amica.
Il gruppo era formato da quattro giovani streghe, tutte della stessa casa e dello stesso anno. Tre di loro partecipavano attivamente alla discussione, mentre l’ultima se ne stava in disparte e, seduta con eleganza, era intenta a scribacchiare qualcosa su un blocchetto già utilizzato per più della metà.
-Me lo stai dicendo solo perché sono tua amica.- Insistette la prima.
-Ma non è vero, Beth! Anzi, non sai quanto ti invidio!-
-Anche io!- Intervenne la terza, prendendo le mani di Beth fra le sue. –E’ così bello!- sussurrò con aria sognante.
-Tu cosa ne pensi, Aine?- Le tre si rivolsero alla strega rimasta in disparte, fissandola in attesa di una sua risposta.
-Mhm?-
-Non trovi che Sirius sia la fine del mondo?-
-Nel senso che è come la morte?- Replicò quella sarcastica.
-Oh, andiamo Aine!- Protestò Beth, pur non riuscendo a trattenere un sorriso.
-Teoricamente, “la fine del mondo” non è che sia proprio qualcosa di desiderabile.- Ribatté.
-Sei sempre così razionale!- Sbuffò una delle amiche. –Intendevamo dire che è bellissimo e che Beth è fortunata ad avere le sue attenzioni.-
-Oh, certo, come le altre cinquanta Corvonero che ha sedotto e abbandonato dopo tre giorni.- La sincerità, anche quella brutale, era una caratteristica distintiva di Mairin Aine Brennan e, a dirla tutta, lei andava piuttosto fiera di questo suo tratto. Le altre persone dovevano sapere come stavano le cose e lei non si sarebbe di certo tirata indietro, pur di aiutare le sue amiche a comprendere la verità. Si sistemò meglio sul sedile imbottito, tirando leggermente la gonna a tubino, di modo che le coprisse le ginocchia candide. Svogliatamente, passò le mani tra i folti capelli castani, che le arrivavano appena sotto le spalle, e li raccolse in un morbido chignon, ben più comodo per il viaggio.
-Insomma, Aine! Non ci credo che tu non subisca il suo fascino o quello di qualsiasi altro. Possibile che, davvero, tu non sia interessata a nessuno?-
-Ti sbagli di grosso, Giselle. Sono interessata a moltissime persone, tra cui voi tre, per esempio. Per quanto riguarda le relazioni amorose, sapete come la penso. Sono ancora indecisa fra l’idea che le persone stiano assieme per noia o che lo facciano solo per aumentare il proprio ego.-
Appena concluso il discorso, che a lei pareva perfettamente logico, Aine si sorprese nel vedere che le amiche la fissavano come se avesse appena pronunciato le parole più strampalate del secolo. Rassegnata all’idea che davvero non capissero i suoi ragionamenti, sospirò scuotendo la testa e riprese a scrivere sul suo blocchetto, lasciando le amiche alle loro frivole congetture.
 


Era ormai l’imbrunire quando l’Espresso per Hogwarts oltrepassò i cancelli della scuola. Il temporale appena passato aveva lasciato l’aria umida e frizzante, carica di quell’odore inconfondibile della pioggia che bagna l’erba e le piante. Il clima fresco risvegliò subito gli studenti dall’intorpidimento del viaggio e questi, come ridestatisi da un lungo sogno, ripresero a chiacchierare rumorosamente, mentre Hagrid li smistava per salire sulle carrozze. Tra la folla di gente, anche i Malandrini, rigorosamente in gruppo, camminavano lenti per raggiungere gli ingombranti mezzi di trasporto. Per un momento, incrociarono un gruppo di graziose Corvonero che li fissarono qualche istante, per poi tornare a bisbigliare sottovoce, ridacchiando soavemente.
-Ehi Sir, per me quella ti guardava!- Borbottò James con fare assonnato.
-Chi? Quella bionda? Com’è che si chiama? Ba…Be…Beth?-
-Sì, quella.-
-Ah, dici?- Domandò, senza particolare enfasi nella voce, come se fosse una faccenda di routine. –Allora magari le chiedo di fare una passeggiata con me in questi giorni.- E, detto ciò, salì sulla carrozza insieme agli amici.


Buongiorno o buonasera a tutti! :-)
Anche il secondo capitolo si è concluso e, come avrete notato, è stato più lungo del primo. Desidererei porre alcune domande ai partecipanti, i quali sono tenuti a rispondere nei commenti. 
(Qualora lo desiderino, anche gli altri lettori possono rispondere)

1) Come già detto, il capitolo è stato più lungo del precedente. Cosa ne pensate della lunghezza? Meglio così, o come il primo? O ancora più lungo? Scrivetemi quale, secondo voi, è la lunghezza più appropriata.
2) Ho finalmente descritto meglio il personaggio di Frances Dranstorm, che sarà presente nel corso di tutta la fanfic. Premetto che questo non è un vostro OC, ma l'ho creato io, ispirandomi a una persona realmente esistente, una mia cara amica, che potete trovare su EFP col nome di Fjorleif. Resta comunque un mio OC, perchè lei non mi ha chiesto espressamente nessun personaggio, ma sono stata io che, di mia scelta, ho creato il personaggio prendendo parzialmente spunto dal suo aspetto e dal suo carattere. Detto ciò, la domandaè la seguente (mi raccomando, rispondete):
Cosa ne pensate di Frances? Vorreste che il vostro personaggio interagisse con lei? E, nel qual caso, come? (sono amici? Nemici? Lui è innamorato di lei? La odia? La invidia? La ritiene stupida? Gli sta indifferente? ecc...). E' essenziale che mi rispondiate, perchè il personaggio sarà abbastanza presente nella fan fiction e, almeno in parte, i vostri OC saranno costretti ad averci a che fare. Per quanto riguarda l'ultima parte della domanda (come il vostro personaggio interagisce con Frances?), se la vostra risposta potrebbe contenere degli spoiler, vi prego di mandarmela via messaggio privato. Se, invece, non è nulla che debba essere "nascosto" fino alla rivelazione, potete tranquillamente scriverlo nei commenti.

Ok, per stavolta le domande sono solo due! Ho inserito soltanto tre dei vostri OC perchè, per rendere la cosa più realistica possibile, penso sia meglio aggiungerli poco per volta nella storia. Il primo OC è Monica Kyolansky, Corvonero del VI anno, di Tensi; segue August Stone, Tassorosso del VII anno, di Silena Beckendorf; infine abbiamo incontrato Mairin Aine Brennan, Corvonero del VI anno, di Insilentscream. L'ordine di inserimento è del tutto casuale ed è probabile che tutti i restanti saranno presentati nel prossimo capitolo.
Per i curiosi, o comunque a chi interessasse, la canzone del primo capitolo "Hair of the dog", che il gruppo babbano ha dedicato a Sirius, è davvero esistente ed è un pezzo dei Nazareth. Inizialmente volevo far si che la band fossero i Led Zeppelin e il brano "Black dog" (che sarebbe stato perfetto), ma è stato scritto troppo presto (1971), quando Sir non era ancora un Animagus.
Ok gente! Ci si vede al prossimo capitolo! Vi mando una leccata da Remus, una scodinzolata da Sirius, un'incornata da James e da Peter...beh da lui niente, tanto lo odiano tutti! Ciau! Bisous!

 
  
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