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Autore: Padmini    15/03/2017    4 recensioni
Sono trascorsi diciannove anni dalla fine della guerra ... ma è davvero finita per tutti?
Dopo tutta la distruzione molti sono riusciti a rinascere dalle ceneri, altri sono rimasti ancorati al passato e, tra rabbia e risentimento, cercheranno di riportare le cose come un tempo, quando la paura regnava sovrana ed era legittimo odiare ...
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Una delle cose che la guerra aveva insegnato a Harry era che il pregiudizio era qualcosa di sbagliato, sempre, da qualsiasi parte provenisse.
Dopo la sconfitta definitiva di Tom Riddle tutti avevano reclamato un pezzetto dell'eroe, un po' della sua preziosa attenzione, un sorriso, un abbraccio, una pacca sulla spalla, anche solo uno sguardo, qualcosa che gli facesse sentire importanti e gli desse speranza per ripartire.
Lui aveva accolto tutti, non aveva potuto fare altrimenti, prigioniero di un ruolo che ormai gli stava stretto, perché nessuno sembrava aver capito che, prima di tutto, anche lui aveva bisogno di ricostruire la sua vita.
Tutti si avvicinavano a lui per chiedergli qualcosa … tutti tranne due persone.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Grifone e Serpente'
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Ciao! Innanzitutto vorrei ringraziare GaiaPaola94, Carme93 e a 24nuvola per le loro recensioni e per avermi sostenuta fin dall'inizio di questa storia! Grazie mille!!

Ora … dopo tutte le supposizioni fatte, non mi resta che svelare chi è l'assassino! Che dire, avete capito subito di chi si trattava! Non preoccupatevi però, le emozioni non finiranno!

Buona lettura!

Mini

 

 

 

 

 

Vendetta

 

 

 

 

Harry continuò ad attraversare la foresta sotto forma di cervo fino a quando non raggiunse il limite dei confini della scuola. Quando vide che poteva materializzarsi si guardò attorno per accertarsi che non ci fosse nessuno e si trasformò in umano. Aveva un'idea precisa su dove andare, voleva verificare una teoria che aveva preso forma nella sua mente in quei giorni di prigionia. Quando aveva constatato che tre delle quattro vittime facevano parte del C.R.E.P.A., aveva scartato quel filo conduttore perché Mary Ann Wilson apparentemente non aveva interessi oltre ai gruppi di recupero che frequentava … ma cosa sapeva della sua vita prima del divorzio? Nulla, il marito aveva dato poche informazioni e non era del tutto certo che potesse aver dato importanza a quelle che invece servivano a lui. Si chinò su un ruscello che scorreva lì vicino e si lavò il viso. L'acqua lavò via la sporcizia che si era accumulata in quei giorni e anche un po' la stanchezza. Era pronto per proseguire la sua missione.

 

Si materializzò in centro a Londra e subito andò a cercare un vicolo dove nascondersi. Doveva camuffarsi in qualche modo, non voleva farsi riconoscere, magari proprio da colui che aveva intenzione di pedinare e che era responsabile della sua prigionia. Con un colpo di bacchetta si cambiò il colore dei capelli e della barba, ma aveva bisogno di qualche altro accorgimento per poter essere davvero irriconoscibile. Si alzò il bavero del cappotto per coprire il viso e tornò sulla strada principale. Trovò quasi subito ciò che cercava, si specchiò per un istante sulla vetrina per accertarsi di essere minimamente presentabile, ed entrò nel negozio di cosmetici.

“Buonasera, signore!” esclamò la commessa “Ha bisogno di qualcosa?”

“Sì, la ringrazio.” rispose “Ho bisogno di un fondotinta. È … per mia moglie. Ha la mia stessa carnagione.” si affrettò a dire, sperando che lei ci cascasse.

“Ah … capisco ...” il suo sguardo si posò per un istante sulla sua cicatrice, ma non disse nulla. Andò allo scaffale, ne prese uno di quelli di prova, lo aprì e confrontò il colore con quello della pelle dell'uomo “Questo dovrebbe andare bene.” spiegò, porgendoglielo.

“Perfetto.” rispose lui, che in realtà era animato da una certa fretta.

“Le faccio un pacchetto?” chiese la donna, tirando fuori uno di quelli per la vendita.

“No, non serve. Non è un regalo, me lo ha chiesto lei.”

La ragazza obbedì e andò alla cassa, ma in quel momento Harry si ricordò di non possedere denaro babbano. Lanciò un'occhiata al fondotinta che la ragazza gli aveva mostrato, già aperto e usato per le prove. Si avvicinò e con un rapido gesto, guardandosi allo specchio messo lì per i clienti, si coprì la cicatrice. Osservò il risultato e ne fu soddisfatto poi, dal momento che non gli interessava più comprare nulla, lanciò un incantesimo di memoria alla ragazza. Uscendo notò uno scaffale pieno di scatoline di lenti a contatto, anche colorate. Ne individuò un paio di marrone scuro della sua gradazione e, sebbene gli pesasse rubare, se le intascò mentre la ragazza ancora si riprendeva dallo shock.

Non fu facile indossare le lenti, non lo aveva mai fatto e lo specchio del bagno nel bar in cui si era nascosto non era comodissimo, ma dopo svariati tentativi aveva finalmente potuto vedere il riflesso di un uomo dai capelli e dalla incolta barba biondi e dagli occhi di un castano così scuro da essere quasi nero. La cicatrice era scomparsa sotto l'abbondante strato di fondotinta e gli occhiali erano finiti nella saccoccia che Hagrid gli aveva regalato tanti anni prima e che lui portava sempre con sé.

Così mascherato, si materializzò di fronte al Ministero della Magia.

 

Aveva il forte sospetto che Mary Ann Wilson facesse parte del C.R.E.P.A., ma cercare indizi nella casa che aveva condiviso con il marito sarebbe stato solo una perdita di tempo. Gli sarebbe bastato consultare la lista degli iscritti all'associazione e avrebbe sciolto tutti i suoi dubbi e allo stesso tempo trovato la prossima vittima di Jack. Con disinvoltura percorse i corridoi del Ministero, gli capitò perfino di incrociare qualcuno che conosceva, ma il suo travestimento resse alla perfezione. Quando finalmente si trovò di fronte alla porta del C.R.E.P.A. entrò come se fosse a casa sua. La sede dell'associazione consisteva in una grande stanza con dei tavoli da lavoro e scaffali ricolmi di gomitoli di lana, scampoli di stoffa e fili di tutti i colori. Su delle ceste ben ordinate stavano gli indumenti già confezionati e pronti per essere distribuiti. In fondo alla sala c'era la porta dell'ufficio dove erano archiviati tutti i documenti dell'associazione. Entrò forzando la serratura con un incantesimo e andò direttamente allo schedario dei tesserati. Sapeva che sarebbe stato un lavoro lungo e probabilmente rumoroso, perciò insonorizzò la stanza. Per prima cosa cercò, sotto la lettera W, Mary Wilson e, come aveva previsto, la trovò. Non rinnovava la tessera da diversi anni, ma il suo nome era presente. Quindi non poteva essere che così: l'assassino aveva cercato i nomi delle sue vittime tra le appartenenti al C.R.E.P.A., quindi tra le associate nate babbane che ne facevano parte doveva trovarsi anche l'ultima. Si era chiesto però perché avesse deciso di incastrare Draco prima di completare il lavoro di emulazione di Jack lo Squartatore, in fin dei conti mancava ancora una donna, Mary Jane per la precisione. L'unica risposta sensata era che l'assassino volesse incastrare anche lui, usando la sua bacchetta per ucciderla e farlo finire ad Azkaban insieme a Draco.

Gli ci volle un po' di tempo, ma alla fine isolò cinque possibili vittime. Non c'era nessuna Mary Jane nella lista, in compenso trovò Mary Sutherland di Cardiff, Mary Wayne di Liverpool e Jane Reed di Bristol. C'erano troppi nomi e troppe possibilità, ma Mary Brown e Jane Bones abitavano entrambe a Edimburgo. Non aveva prove che l'assassino avrebbe scelto proprio loro due, ma era sicuramente un punto di partenza. Copiò gli indirizzi su un pezzo di carta ed uscì dall'ufficio. Con il suo travestimento poteva muoversi liberamente, così una volta fuori dal Ministero, andò a trovare un motel nel quale avrebbe soggiornato in quel periodo. Non poteva tornare a casa, sapeva che se voleva arrivare alla verità doveva farlo per vie diverse da quelle della legge. L'intervallo tra l'omicidio di Elizabeth Stride e Catherine Eddowes e Mary Jane Kelly era molto lungo. Le prime erano state uccise il trenta settembre mentre la Kelly era stata ritrovata morta a inizio novembre. L'assassino probabilmente si sarebbe attenuto a tali tempi, ma lui non poteva permettersi di aspettare tanto, doveva stanare la sua preda, farle fare un passo falso. Rimise tutto in ordine e si materializzò.

 

 

 

 

 

Tutto stava andando bene. Non aveva previsto di dover arrestare Malfoy prima dell'uccisione di Mary Brown e Jane Bones, ma tutto sommato l'idea di coinvolgere anche Harry in quella serie di omicidi si era rivelata piuttosto allettante. Lui lo aveva tradito, aveva stretto amicizia con il nemico, meritava la sua vendetta. Dopo tutto quello che Draco e gli uomini come lui avevano fatto, Harry aveva osato farci amicizia e perfino accettato un figlio Serpeverde! Non gli importava nulla dei caduti in guerra, di Fred, di Malocchio, di Sirius, dei suoi genitori! Tutto svanito, tutto cancellato da … cosa? Come poteva essere così cieco ed egoista? Come poteva accettare la vicinanza di un essere viscido come Malfoy? Certo, Draco aveva dimostrato di essere cambiato, almeno in apparenza, ma lui sapeva che non era vero. Quello che aveva fatto non era altro che prima o poi Malfoy avrebbe commesso comunque, magari su più larga scala. Cos'erano cinque donne in confronto alle decine che quello schifoso Mangiamorte avrebbe potuto uccidere quando avrebbe svelato la sua vera natura?

Da quando Harry era scomparso, John e Gregory ogni giorno si erano impegnati per trovare il loro capo e anche lui fingeva di partecipare attivamente alle ricerche, mentre carezzava segretamente la sua bacchetta di agrifoglio, aspettando il momento giusto per colpire.

Era stato facile obbligare Narcissa a fare ciò che voleva. L'aveva minacciata di far del male a Scorpius e lei aveva capito che, se avesse chiesto direttamente aiuto a Harry, lui lo avrebbe saputo in un modo o nell'altro.

“Ron! Hey, Ron!”

La voce di John lo riportò alla realtà.

“Ascolta, io e Gregory andiamo a Hogwarts, forse la McGranitt lo ha visto. Sapevamo che sarebbe andato lì, magari è partito senza dirci nulla.”

“Sarebbe strano” aggiunse Gregory “ma non inverosimile. In ogni caso per il momento non ci vengono in mente altre piste. Tu cosa fai? Vieni con noi?”

“No.” rispose lui, risoluto “Devo fare una cosa urgente.”

“Urgente?” chiese John “Harry è scomparso da cinque giorni! Cosa ci può essere di più urg-”

“Ho un'idea.” disse Ron, fingendosi triste “Non vi è venuto in mente che la sua sparizione sia alquanto sospetta?”

“Cosa vuoi dire?” chiese Greg, guardandolo allarmato.

“Harry è scomparso subito dopo l'arresto di Malfoy. Non vorrei arrivare a pensare una cosa simile, ma … insomma … manca una vittima, Mary Jane Kelly.”

John e Gregory ancora non capivano, o non volevano capire.

“Harry ha sempre difeso Malfoy, è suo amico e ora che è stato arrestato lui scompare … Non vi viene in mente nulla?”

I due Auror lo guardarono senza aprire bocca, confusi e spaventati.

“Va bene. Sarò franco con voi. Credo che fossero complici. Probabilmente hanno usato la stessa bacchetta per tutti gli omicidi e non sapremo mai chi ha ucciso chi, ma credo che Harry sia colpevole quanto Draco di quelle morti.”

“No, non è possibile!” esclamò John, scandalizzato “Harry non farebbe mai una cosa del genere!”

“Però ...” sussurrò Greg, dubbioso “Ha sconfitto un Signore Oscuro, chi ti dice che non abbia atteso tutti questi anni nell'ombra per … prendere il suo posto?”

“Esattamente.” disse Ron, annuendo serio “Hai capito dove volevo arrivare.”

“Ma … Ron! Harry è tuo amico! Come puoi anche pensare una cosa del genere?!”

Ron abbassò lo sguardo, poi lo rialzò e i suoi occhi erano rossi per il pianto.

“Lui era mio amico … fino a quando non ho capito che in realtà … era anche un assassino.”

“N-non ci sono prove per quello che dici!” balbettò John, bianco come un lenzuolo.

“Le troveremo. Troverò Harry e lo costringerò a confessare. Ve lo prometto.”

Era riuscito a mascherare bene la risata che gli era salita spontanea, celandola dietro a lacrime finte, ma non sarebbe stato in grado di reggere ancora per molto quella commedia, perciò se ne andò teatralmente, lasciando John e Gregory soli con i loro dubbi.

 

 

 

 

 

Era ormai certo dell'identità del colpevole, non gli restava che provarlo. Sarebbe tornato da Narcissa e l'avrebbe messa con le spalle al muro, armato e pronto a combattere stavolta. Era riuscita a imprigionarlo solo perché lo aveva preso alla sprovvista, ma non sarebbe successo di nuovo. Si materializzò nel corridoio che dava sul salotto, sperando di coglierla di sorpresa, ma la donna aveva già ricevuto una visita e il suo ospite sembrava molto adirato. Sebbene fosse alterata dall'ira e potesse giurare di non averlo mai sentito tanto furioso, non fu difficile riconoscere la voce di Ron.
“Come sarebbe a dire?! Non è possibile!”

“Te l'ho detto, non c'è!” rispose lei, in lacrime.
“Sai cosa farò, vero?” disse lui “Scorpius non starà molto bene, te l'assicuro.”

“Ma … ma … non è colpa mia! L'ho disarmato! L'ho rinchiuso! Come potevo prevedere che riuscisse a fuggire? Le segrete non hanno porte o finestre da cui uscire o entrare! Ci si può accedere solo tramite la magia!”

“Eppure è riuscito a fuggire, o sbaglio?” gridò lui, sempre più arrabbiato.

“Non ho idea di come!” protestò lei.

“Io sì. È stata la tua elfa domestica, quella Tinkie.”

“B-blinkie ...” balbettò Narcissa.
“Quello che è.” borbottò Ron “In ogni caso dovrai punirla per questo errore. Lui ora è lì fuori e si sta nascondendo, Merlino solo sa perché.”

Harry si sporse oltre l'uscio della porta aperta e vide lo sguardo carico d'odio di Ron investire come un anatema che uccide la donna.

“Lui … lui non sa di me, vero? Non gli hai rivelato la mia identità.”

“N-no! Mai! No!” gridò lei, con voce acuta e spaventata “Non sa nulla!”

“Bene, meglio così, almeno per ora. Alla fine lo saprà … ma sarà troppo tardi. Ora invece mi dovrò occupare di tuo nipote ...”

“No! Ti prego! Non lui!”

“Ti avevo promesso che ti avrei punita! Ora capirai cosa significa soffrire, cosa significa perdere chi ti è caro!”

Harry vedeva bene Ron, rosso in viso per la rabbia e, notò, per il dolore. Nei suoi occhi si potevano vedere riflessi i volti di tutti quelli che avevano perso la vita a causa dei Mangiamorte durante la seconda guerra magica.

Vendetta, ciò che Ron cercava era … vendetta. Sterile, senza senso, almeno dal suo punto di vista. Il dolore lo aveva accecato, rendendolo irrazionale. Cosa sarebbe stato disposto a fare pur di sfogare la rabbia che aveva represso per così tanti anni?

Quello però non era il momento di farsi simili domande. Doveva raggiungere Hogwarts prima di lui e cercare di proteggere Scorpius prima che fosse troppo tardi.

   
 
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