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Autore: Padmini    22/03/2017    2 recensioni
Sono trascorsi diciannove anni dalla fine della guerra ... ma è davvero finita per tutti?
Dopo tutta la distruzione molti sono riusciti a rinascere dalle ceneri, altri sono rimasti ancorati al passato e, tra rabbia e risentimento, cercheranno di riportare le cose come un tempo, quando la paura regnava sovrana ed era legittimo odiare ...
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Una delle cose che la guerra aveva insegnato a Harry era che il pregiudizio era qualcosa di sbagliato, sempre, da qualsiasi parte provenisse.
Dopo la sconfitta definitiva di Tom Riddle tutti avevano reclamato un pezzetto dell'eroe, un po' della sua preziosa attenzione, un sorriso, un abbraccio, una pacca sulla spalla, anche solo uno sguardo, qualcosa che gli facesse sentire importanti e gli desse speranza per ripartire.
Lui aveva accolto tutti, non aveva potuto fare altrimenti, prigioniero di un ruolo che ormai gli stava stretto, perché nessuno sembrava aver capito che, prima di tutto, anche lui aveva bisogno di ricostruire la sua vita.
Tutti si avvicinavano a lui per chiedergli qualcosa … tutti tranne due persone.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grifone e Serpente'
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Wof! Sono ancora qui! Ormai tutti i pezzi sono al loro posto, Ron deve solo sperare che non siano sulle sue tracce … speranza vana, purtroppo per lui!

In questo capitolo scoprirete un'altra cosa riguardo Harry. Oltre a renderlo un animagus, ho deciso di farlo essere anche rettilofono, nonostante non ci sia più in lui il frammento dell'anima di Voldemort. Dal momento che i due sono imparentati molto alla lontana, ho pensato di mantenere questa caratteristica come tratto in comune. Che ne dite? Vi piace?

Buona lettura!

Mini

 

 

 

 

 

La dolorosa verità

 

 

 

 

 

“Papà! Papà! Mi senti? Sono Albus! Sono nella tua tasca!”

Harry ci mise qualche istante per realizzare che la voce che lo chiamava non era frutto della sua immaginazione ma che apparteneva a suo figlio. Seguendo le sue indicazioni, e sotto lo sguardo sbalordito di tutti tranne che di Hermione, infilò cautamente la mano in tasca e ne estrasse il frammento di specchio, in cui vide il verde dell'occhio di suo figlio.

“Albus! Sei vivo! Stai bene! Che sollievo!” gridò “Dove sei?”

“Vivo per miracolo!” esclamò James, rubandogli lo specchio per parlare con il padre “Siamo nella Camera dei Segreti, Ron ci ha portati qui e ha cercato di ucciderci, ma Fanny ci ha salvati!”

“Ron?!” sentendo il nome del marito, Hermione impallidì “N-non ci posso credere … Non … vi dovete essere sbagliati! Deve aver usato la pozione polisucco, ne sono certa! Non … non ci credo!”

Harry si alzò e stavolta fu lui a posare una mano sulla spalla della sua migliore amica.

“Andiamo, adesso dobbiamo andare da loro. Siete feriti?” chiese poi, rivolgendosi nuovamente ai figli.

“No, stiamo bene, ma sbrigatevi a venire! Qui sotto si sta malissimo!”

“Arriviamo, non temere!” rispose Harry, lanciando un'occhiata alla Professoressa McGranitt, che annuì.

Senza perdere altro tempo Harry, seguito dagli altri, entrò nel castello e si diresse nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Immaginava di trovarla lì, infatti lei, che stava piagnucolando seduta sopra il suo cubicolo, alzò istantaneamente lo sguardo e smise di piangere.

“Oh! Tu sei Harry? Sei tu, vero? Ti ho riconosciuto subito! Sei diventato grande … e mi hai dimenticata, non è così?” chiese, per poi iniziare a singhiozzare.

“Non è così, Mirtilla” la rassicurò lui “Ho smesso di frequentare Hogwarts, tutto qui.”

“Però ho visto i tuoi figli!” continuò lei, stavolta più allegra “Ti somigliano tanto, specialmente il più piccolo ...”

“Lo so … ora però dobbiamo salvarli. Si trovano nella Camera dei Segreti.” disse, indicando i lavandini.
“Oh! Capisco! Be', stavolta sarai certo di non trovare nessun Basilisco … almeno credo! Come sono finiti laggiù? Non ho visto passare nessuno!”

“È una lunga storia, forse un giorno te la racconterò.” spiegò Harry, poi si avvicinò al lavandino con il serpente in bassorilievo. John e Gregory, alle sue spalle, trattennero il respiro. Non avevano mai visto la Camera dei Segreti, anche se ne avevano tanto sentito parlare.

Harry si concentrò sul serpente, immaginò che fosse vivo, poi parlò.

Apriti.”

I due giovani Auror sobbalzarono sentendo il sibilo uscire dalla bocca del loro capo, ma si mantennero calmi, anche di fronte allo spettacolo del lavandino che si sollevava, lasciando posto a una voragine buia.

“Devo saltare” spiegò Harry “Non servirà che voi veniate con me.”

“Vorremmo venire …” sussurrò John.
“Sai … non abbiamo mai visto la Camera ...” concluse Gregory.

Harry restò a fissarli con gli occhi spalancati per la sorpresa, poi sorrise.

“Quando per la prima volta fui costretto ad entrarci, non ero così impaziente … ma in questo caso non correte alcun pericolo.”

“Noi resteremo qui ad aspettarvi, per aiutarvi a risalire.” propose Hermione, appoggiata dalla Professoressa McGranitt che annuì.

“Bene. Andiamo. Seguitemi!” disse a Greg e John, per poi buttarsi nell'apertura.

Riconobbe immediatamente il sinistro scricchiolio delle ossa che si spezzavano sotto il suo peso, si alzò e aiutò gli altri due a fare altrettanto.

“Non preoccupatevi, sono vecchie ossa. Il Basilisco che viveva qui è morto molti anni fa.”

Proseguirono verso l'ingresso vero e proprio della sala. Attraversarono una lunga galleria e, dopo un breve tratto, si trovarono di fronte al portone rotondo che segnava l'ingresso della Camera. Harry si avvicinò e ancora una volta sussurrò in serpentese l'ordine alla porta, che si aprì con un assordante rumore di ingranaggi arrugginiti. Il fracasso attirò i tre ragazzi che, dall'interno, si stavano già avvicinando a quella che per loro sarebbe stata l'uscita. Appena Harry li vide, gli corse incontro e si inginocchiò per poterli abbracciare.

“State bene! State bene! Che sollievo! State bene!”

Se li mangiò con lo sguardo, osservando ogni dettaglio, ogni capello fuori posto, ogni macchia. Quando fu soddisfatto, rivolse lo sguardo a Scorpius che, leggermente imbarazzato, accarezzava Fanny, appollaiata sulla sua spalla. James e Albus erano ancora stretti nel suo abbraccio e Harry gli fece cenno di avvicinarsi. Quando fu abbastanza vicino lo coinvolse in quella stretta affettuosa, mentre Fanny svolazzò poco distante, appollaiandosi su una statua di serpente. Harry la guardò per un istante e le sorrise in segno di riconoscenza, poi tornò a concentrarsi sui ragazzi.

“Non mi sarei mai perdonato se vi avesse fatto del male! Mai!” disse, guardandoli tutti e tre.

Non si accorse nemmeno che Gregory e John li avevano superati e stavano vagando per la Camera come se si trovassero in un museo.

“Affascinante!” commentò John, guardando in faccia un serpente di pietra.

“Terrificante!” lo corresse Gregory, notando in quel momento lo scheletro del Basilisco.

“Affascinante e terrificante!” concesse John “In ogni caso non credo che esista un altro luogo simile!”

“No, per fortuna no.” sussurrò Harry, sciogliendo l'abbraccio che lo legava ai figli “Sarà meglio uscire.”

Ripercorsero a ritroso la strada fatta all'andata e, grazie all'aiuto di Hermione, tornarono a posare i piedi sul pavimenti del bagno. Fanny, che li aveva seguiti, si posò sulla spalla della McGranitt.

“Ora io devo seguire Ron. Avete idea di dove sia diretto?”

“No, ma ha parlato di voler uccidere due donne ...” rispose Albus in un sussurro “ … con la tua bacchetta!” concluse poi, quasi gridando “Vuole farti incriminare per quegli omicidi! Vuole farti andare ad Azkaban come zio Draco!”

Harry impallidì e guardò Hermione, ancor più bianca per lo shock. Ron davvero voleva arrivare a tanto? I suoi pensieri vennero interrotti dalla risata di James.

“Sì, può provarci … peccato che glie l'abbia rubata!” annunciò, fiero, tirandola fuori dalla tasca della divisa.
Harry gliela prese gentilmente dalla mano.

“Sei stato bravissimo!” lo lodò, accarezzandogli la testa.
“Come hai fatto?” gli chiese Scorpius.”
“Secondo te perché gli ho dato quel pugno, eh?” domandò James, facendogli l'occhiolino.

Harry sorrise, ma l'orgoglio che provò per il figlio fu sopraffatto da un'emozione diversa, distruttiva, nuova e per questo ancor più dolorosa. Se fino a quel momento i suoi pensieri si erano focalizzati sui suoi figli e su Scorpius, ora si rendeva conto della realtà. Ron, il suo migliore amico, il ragazzo e poi l'uomo su cui aveva sempre potuto contare ... era impazzito, era diventato un assassino e, cosa più grave, aveva tentato di far del male a dei ragazzi innocenti. Si voltò verso Hermione. Era pallida e dal suo sguardo capì che anche lei era stata devastata da quella inaspettata notizia. Suo marito, il compagno di una vita, l'uomo che amava … no, non poteva crederci, tutto il suo essere si ribellava a una simile idea.

“Deve essere sotto Imperius.” disse infine, con voce tremante “Non c'è altra spiegazione.”

“Sarà anche così” mormorò Harry, che in cuor suo lo sperava “In ogni caso, dobbiamo fermarlo. Su questo non c'è dubbio.”

“Sì, ma … come? Come possiamo prevedere quali saranno le prossime vittime?” chiese la Professoressa McGranitt.

“Ho fatto qualche ricerca” spiegò Harry “Tutte le donne erano iscritte al C.R.E.P.A. ed è dai registri degli iscritti all'associazione che lui ha trovato i nomi giusti. Non è stato difficile identificare le candidate adatte al suo scopo. I nomi corrispondevano ed erano tutte nate babbane o mezzosangue.”

Hermione scoppiò in lacrime e Harry capì subito perché. Non solo Ron l'aveva tradita, aveva utilizzato l'associazione a cui lei tanto teneva come strumento per fare del male.
“Le prossime vittime saranno due. Non trovando una Mary Jane, ha optato per uccidere una Mary e una Jane. Ho gli indirizzi delle due che abitano nella stessa città.”

“Sì …” sussurrò Hermione, ricacciando indietro le lacrime e le emozioni, decisa a restare lucida “Sembra ragionevole. Dal momento che non può uccidere una sola donna, opterà per una sola città. Dove andiamo?” chiese poi.

Harry esitò per qualche istante, poi si lasciò andare in un breve sospiro. Non gli piaceva l'idea di portarsi dietro Hermione, ma capì che era giusto così. Loro rappresentavano il cosiddetto “Golden trio”, loro avevano affrontato tante sfide e tante difficoltà insieme, era giusto che anche in quel caso fossero loro ad affrontarlo. Harry aveva perso un amico, Hermione un marito. Meritavano di fermarlo, di capire, di avere delle risposte.

“Edimburgo.” disse infine.

“Che bello! Edimburgo! Possiamo venire anche noi, vero?” chiese James, entusiasta.
“Non sene parla nemmeno.” rispose bruscamente il padre “Voi tre avete rischiato anche troppo per oggi. Resterete qui.”

“Ma … papà!” protestò Albus “Tu, alla nostra età ...”

“Ciò che ho fatto non era giusto, alla vostra età avrei dovuto essere tranquillo, senza pensieri, senza preoccupazioni, invece mi sono ritrovato anno dopo anno a combattere contro cose più grandi di me.”

Accarezzò le teste dei suoi figli e guardò anche Scorpius. I tre ragazzini, che all'inizio erano accigliati per il rifiuto, annuirono con rispetto.

“Io sono cresciuto troppo in fretta, ma sono felice di aver contribuito a creare un mondo in cui voi potete vivere in pace. Questo non è un problema vostro. I vostri soli crucci dovrebbero riguardare le lezioni, i litigi con i vostri compagni, un'indigestione di torta di zucca … non questo.”

“Hai ragione, zio.” disse Scorpius, mentre James e Albus annuirono.

“Vi ringrazio per quello che avete fatto. Siete stati coraggiosi e sono fiero di voi, ma ora andate a riposare, va bene?”

I tre si fiondarono su Harry e lo abbracciarono di slancio e lui ricambiò, poi, dopo aver salutato la professoressa e Neville con un cenno del capo, uscì seguito da Hermione.
“Prima di tutto devo riportare questa in un luogo sicuro” disse, mostrandole la bacchetta di Sambuco.

“La bacchetta di Sambuco!” gridò Hermione, riconoscendola “Harry! Perché l'hai presa?”

“Cosa potevo fare? Ron aveva preso la mia, così ho usato quella di James per aprire il sepolcro. Ora la rimetterò al suo posto, poi andremo a Edimburgo.”

Uscirono dal castello e si diressero verso la tomba bianca di Silente. Harry rimise rapidamente la bacchetta al suo posto e si rivolse ad Hermione.

“Dobbiamo materializzarci a Edimburgo, il più presto possibile” spiegò “Non so quando Ron agirà, ma credo che si senta con le spalle al muro se ha deciso di uccidere tre ragazzi, perciò non abbiamo tempo da perdere.”

“Lo sai che non ci si può materializzare qui!” lo riprese lei, stizzita.

“Lo so” rispose lui, sorridendo divertito dalla sua reazione “Ma oltre i confini della scuola si può eccome. Ti fidi di me?” chiese poi.

“S-sì … ma … cosa vuoi fare?”

“Semplice. A piedi ci metteremmo troppo tempo. Voglio velocizzare il tutto.”

Si trasformò in cervo e con un cenno della testa la invitò a salire sulla sua schiena.

“Harry!” esclamò lei, incantata come sempre dalla trasformazione dell'amico “Sei sicuro che non sia troppo pesante?”

Harry batté uno zoccolo a terra in segno di impazienza.
“V-va bene …”

Harry si chinò per permetterle di salire più agilmente, e quando sentì che si era sistemata, partì al galoppo.

   
 
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