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Autore: clif    29/03/2017    5 recensioni
Harry, Ron ed Hermione partono per trovare e distruggere gli Horcrux del signore oscuro.
Con loro ci sarà anche l’aiuto inatteso di una quarta persona.
Da soli e in fuga, i quattro amici devono fare affidamento ora più che mai uno sull’altro…
Ma non sarà affatto facile, soprattutto per il prescelto.
Oltre il signore oscuro, la causa di ogni male, dovrà tenersi pronto ad affrontare anche sua sorella.
Passata anche lei al lato oscuro della magia.
Nel frattempo, il mondo dei maghi è caduto sotto il controllo dei Mangiamorte .
Il ministero della magia e persino Hogwarts sono ora tenuti sotto scacco da Voldemort.
E mentre Harry (ormai diventato il ricercato numero uno da tutto il mondo magico) combatte
senza sosta dalla parte della luce, Heather decide di affrontare Voldemort traendo forza dal buio.
Il momento della battaglia finale si avvicina, ma Harry ancora non sa chi sarà il suo nemico.
Sequel di "Harry e Heather Potter: il principe mezzosangue"
Ambientazione: 2006-2007... Epilogo: 1 settembre 2022
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Heather Potter'
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-Heather sta affrontando Voldemort insieme ad Harry, ma lo sta facendo per noi, oppure solo per i suoi scopi? Cosa farà una volta che la situazione sarà risolta? Qual è il suo scopo?- Domandò l’erede dei Greengrass all’altra ragazza. Non era una sciocca: anche se non l’aveva mai vista (gli unici ad averlo fatto erano il gemello e Caroline), conosceva la vera natura della regina.  
   
-Non lo so- Rispose Caroline in tutta onestà. Il suo sguardo, freddo e determinato come non mai, era puntato sul grande castello diroccato. Non aveva la più pallida idea di che cosa avesse in mente Heather. Ma, in fondo, non le importava. Qualsiasi cosa avrebbe fatto, le sarebbe rimasta accanto. Lo avevano già affrontato questo discorso.     
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-Tutto bene, Caroline?- Domandò Heather, la sua voce sembrava sofferente. Caroline faticò ad aprire gli occhi. La testa sembrava che stesse per esploderle. Aveva mancato di poco la maledizione del signore oscuro. Aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi davanti Heather. Fece per risponderle, ma la voce le morì in gola. Il suo volto sbiancò, mentre guardò la ragazza davanti a se.
    
-He… Heather… ch… che fine ha fatto il tuo… braccio sinistro?- Balbettò, tremante, notando l’assenza dell’arto sinistro di Heather. Stava per crollare. Quella vista era orribile: la sua Heather ferita. Inghiottì a vuoto e si riscosse da quei pensieri: doveva rimanere lucida, se voleva aiutarla in qualche modo.    

-Heather, resisti ti prego! Correrò ad Hogwarts per recuperare qualche pozione curativa, però te devi resistere!-  Esclamò senza riuscire più a trattenere le lacrime. Doveva assolutamente sbrigarsi. Heather non le disse nulla, ma annuì con il capo, facendole cenno che aveva capito. Era estremamente pallida, quasi un fantasma.    

-Grazie, Carol. Posso sempre contare su di te- Disse la Potter, ansimando a fatica. Caroline esitò un secondo, non aspettandosi quelle parole. Esitò ancora un secondo, giusto il tempo di concedersi un lieve sorriso, per poi dirigersi velocemente verso la scuola. Aveva una missione importante da compiere.   

-Non saprei proprio dirti cosa Heather abbia intenzione di fare, mi dispiace. So una cosa, però: qualunque cosa deciderà di fare, rimarrò al suo fianco- Disse con voce sicura, senza neanche una traccia di esitazione. Astoria la guardò con un’espressione che si poteva definire di consapevolezza, ed annuì. Ora era tutto in mano ai due Potter.    

Intanto, mentre le due Serpeverde dialogavano, il duello tra i gemelli sopravvissuti continuava. Quella che un tempo era una radura fiorita, si era trasformato in un arido inferno di fiamme. I due ragazzi avevano lanciato i più pericolosi  incantesimi e maledizioni del loro repertorio. Si erano scontrati anche con le loro forme animagus. Era dal duello nel ministero tra Silente e Voldemort, che non si assisteva ad un potere simile.     

Con i corpi ricoperti di ferite ed ustioni, i due ragazzi si fissarono negli occhi a vicenda. Le loro energie magiche, che fino a poco prima circondava i loro corpi, si erano dissolte per il troppo sforzo. Ormai erano giunti entrambi al limite. Concentrarono il loro ultimo incantesimo sulla punta della bacchetta e li lanciarono nello stesso istante.  
  

Lo schiantesimo di Harry e l’anatema che uccide di Heather cozzarono nuovamente a metà strada. L’esplosione generata dal colpo scaraventò i due gemelli a diversi metri di distanza, facendo perdere loro le bacchette. Nessuno dei due riusciva a  lanciare nuovamente un incantesimo. Il loro duello si era concluso in parità.   

-Com’è possibile? Non sei mai riuscito a tenermi testa. Sin da quando eravamo bambini, non sei mai riuscito a rivaleggiare con me. Come mai adesso sei stato in grado di concludere di pareggiare? Senza neanche liberarti degli intralci che porti con te?- Disse Heather ansimando, mentre tentava di rialzarsi.   

-Sono stati proprio ciò che te chiami “intralci” ad avermi dato questa forza. I legami non ti rendono debole, Heather. E tu dovresti ricordarlo, dato che tra tutti i posti possibili, hai deciso di combattere proprio qui- Rispose Harry, anche lui finito dal duello. Heather rimase a fissarlo in silenzio, comprendendo il senso delle sue parole.    

Un Harry Potter, di neanche sette anni, stava coricato in un grande sprazzo erboso. I suoi occhiali erano rotti in più punti, dal naso gli scendeva un rivolo di sangue, e il suo labbro era spaccato. Era appena stato picchiato da quell’ippopotamo del cugino Dudley. In ogni caso, lì sarebbe stato al sicuro: oltre a lui, solo un’altra persona conosceva quel piccolo giardino.  
   
-Sei stato picchiato da quel maiale, non è vero? Prima o poi avrà ciò che si merita. Lo sai anche tu. Noi abbiamo qualcosa di speciale, che lui non potrà mai avere- Disse una voce armoniosa, ma fredda, alle sue spalle. Harry non ebbe bisogno neanche di alzare gli occhi per capire chi fosse. Solo una persona aveva quel tono così infantile, e allo stesso tempo, inquietante.   

Heather Potter si avvicinò al gemello, con la sua solita aria di superiorità innata. Nonostante fosse ancora una bambina, aveva un atteggiamento freddo e maturo: in molti, nel quartiere, bambini ma anche adulti, avevano timore di lei. Harry  annuì in direzione della sorella. Concordava con lei, ma non nel modo in cui credeva.   

-Hai perfettamente ragione, noi siamo superiori e abbiamo qualcosa che lui non possiede. Ma non mi sto riferendo alle strane cose che riusciamo a fare solo noi, di tanto in tanto. Ma qualcosa di molto più forte- Rispose Harry, alzando lo sguardo da terra e puntandolo sulla sorella. Due paia di gemme di smeraldo si scontrarono per alcuni istanti.   

-L’affetto. È a quello che mi riferisco. Noi possiamo contare l’uno sull’altro. Questo è qualcosa che quel ciccione di Dudley non avrà mai- Le disse Harry, voltandosi nuovamente verso il piccolo prato.  Heather lo fissò per alcuni secondi, poi sbuffò con esasperazione. Suo fratello, a volte, era proprio un ingenuo: come poteva credere a certe cose?   

-I legami ti rendono debole e ti feriscono soltanto. Quante volte te lo devo dire? Sono solo un ostacolo- Rispose Heather, sedendosi anche lei a terra e posizionandosi proprio di fronte al fratello, il quale la fissò per alcuni istanti in silenzio.    

-Ti sbagli, Heather. Sono proprio questi legami che ci rendono forti. È solo grazie all’affetto che provo per te, se riesco ogni giorno ad andare avanti- Disse Harry con espressione seria. Heather lo fissò in silenzio, come se stesse valutando le sue parole, poi, senza alcun preavviso, gli diede uno schiaffo sulla testa.   

-Non fare certi discorsi, fratello. Sei ancora un poppante. Solo quando sarai veramente cresciuto, potrai dirmi certe cose- Fece lei con tono di superiorità, mentre Harry la lanciò uno sguardo carico di irritazione, sia per lo schiaffo che per la ramanzina. Prima o poi gliel’avrebbe fatta vedere lui, quel giorno sarebbe arrivato.   

-Non credo ci sia bisogno che ti faccia certi discorsi: tu lo sai meglio di me. Sei arrivata dove sei ora non perché hai rotto tutti i tuoi legami, ma perché hai lottato per me e per Caroline- Disse Harry, riferendosi a tutte le volte che era intervenuta per salvarlo. Heather lo fissò nuovamente, mentre una smorfia si formò sul suo viso.   

-Sei cresciuto, Harry. Sei finalmente diventato un uomo- Disse la potente strega Serpeverde. Harry si rimise finalmente in piedi, non sicuro di come prendere quest’affermazione. Era un’offesa o un complimento? Ma quando fece per ribattere, rimase spiazzato. Cosa stava succedendo al volto della sorella?    

Una strana smorfia le si era formata sulla faccia precedentemente neutra e fredda. Gli ci vollero diversi secondi per capire che cosa fosse: Heather stava sorridendo. Non uno dei suoi soliti ghigni gelidi e derisori, ma un vero e proprio sorriso. Quando era stata l’ultima volta che ne aveva visto uno? Harry dovette ammettere quella fosse la prima volta, probabilmente.   

-Basta, non ho più voglia di combattere. Tutte le mie motivazioni non mi ispirano più. Concludiamo il combattimento qui: mi dichiaro sconfitta… su tutti i fronti- Ammise lei, in tutta tranquillità. Harry non seppe se essere più confuso dal comportamento della sorella o dalla sua resa. Da quel che ricordava, non aveva mai cambiato opinione su nulla.   

-Non mi guardare in quel modo. Sei riuscito a dimostrarmi che, per una volta, avevo torto. Non sono obbligata a recidere tutti i miei legami per raggiungere i miei obbiettivi- Spiegò lei in tutta tranquillità, sotto lo sguardo allibito del fratello. Non l’avrebbe mai capita, pensò il ragazzo sopravvissuto. Ma non poteva importargli di meno: aveva appena ritrovato sua sorella e, per la prima volta in assoluto, era riuscito a vedere uno scorcio nel suo animo.   

I due gemelli si rialzarono, ancora parecchio doloranti per il duello appena concluso. Dopo aver richiamato i propri Horcrux con un incantesimo di appello, Heather si avvicinò al fratello, pronti per smaterializzarsi via da lì. Dovevano recuperare il corpo di lord Voldemort per mostrarlo ai Mangiamorte superstiti e mettere fine a quell’inutile conflitto.   

-Non avrei mai immaginato di poter combattere alla pari con te. Nonostante il potenziamento concessoci, non credevo sarebbe mai successa una cosa simile- Disse il Grifondoro con un sorriso. La sorella sbuffò. Se invece della metà, avessi usato la mia piena potenza, il risultato sarebbe stato diverso* pensò la Potter, prima di smaterializzarsi via con il gemello sopravvissuto.   

Fuori dalle mura di Hogwarts, la battaglia continuava. Ormai dei Mangiamorte ne erano solo poche decine (non più di trentacinque), ciononostante non sembravano accennare ad arrendersi. Forse convinti che il loro Signore stesse vincendo. In mezzo alla confusione, solo in pochi si accorsero del rumore di una smaterializzazione.   

I due gemelli sopravvissuti riapparvero proprio di fronte al cadavere martoriato (opera di Heather) di Voldemort. il corpo di Heather era in preda a degli spasmi lancinanti: aver ricompattato la propria anima era parecchio doloroso, ma almeno aveva riottenuto nuovamente i suoi splendidi occhi verdi. Dopo aver fatto levitare insieme il loro nemico mortale, si avvicinarono alla bacchetta di Sanbuco che in precedenza avevano lasciato lì.   

I due gemelli, neanche fossero un’unica entità, con un veloce scatto, corsero verso la bacchetta che, eseguendo dei cerchi perfetti nell’aria, stava andando nella loro direzione. Con un rapido balzo, i due Potter alzarono le mani e, nello stesso identico istante, afferrarono  la stecca della morte appartenuta un tempo ad Antioch Peverell.     

Ora erano a tutti gli effetti i padroni della morte: Harry aveva con se il mantello dell’invisibilità lasciatogli dal loro defunto padre, Heather era entrata in possesso della pietra della resurrezione incastonata sull’anello della famiglia Peverell, e infine, entrambi erano diventati i proprietari della bacchetta più potente al mondo, la bacchetta di Sanbuco.   

Appena le porte del castello venero spalancate, la battaglia all’esterno si acquietò per un attimo: tutti quanti puntarono i loro sguardi sui nuovi arrivati. I gemelli Potter, entrambi malconci, uno con un sorriso sulle labbra, mentre l’altra con la sua solita maschera di ghiaccio (appena ripristinata), comparvero davanti a loro, mostrando il cadavere galleggiante del signore oscuro.    

Dopo un secondo di shock, scoppiò il caos. Gli ultimi Mangiamorte rimasti, convinti che il loro padrone li avrebbe salvati, si diedero rapidamente alla fuga. Il gruppo della resistenza scoppiò invece in grida di giubilo. L’inferno era finalmente finito? Il gruppo degli amici più stretti fece per correre verso i due gemelli, ma proprio allora avvenne l’imprevisto.     
 

Dieci figure avvolte in lunghi e sgualciti mantelli rossi  circondarono in un istante la Potter. Heather, ancora provata dai vari duelli e dal processo di recupero dei frammenti della sua anima, non ebbe il tempo di reagire, prima che dieci maledizioni la colpirono in pieno petto. Poi fu il buoi più totale.     


*Oltre ad essersi trattenuta volutamente, Heather aveva anche un arresto al nucleo magico. La creazione di troppi Horcrux in un breve lasso di tempo l’aveva parecchio indebolita. Quindi, arrivata al confronto finale col fratello, non era riuscita ad utilizzare tutto il suo potere.
  
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