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Autore: clif    12/04/2017    4 recensioni
Harry, Ron ed Hermione partono per trovare e distruggere gli Horcrux del signore oscuro.
Con loro ci sarà anche l’aiuto inatteso di una quarta persona.
Da soli e in fuga, i quattro amici devono fare affidamento ora più che mai uno sull’altro…
Ma non sarà affatto facile, soprattutto per il prescelto.
Oltre il signore oscuro, la causa di ogni male, dovrà tenersi pronto ad affrontare anche sua sorella.
Passata anche lei al lato oscuro della magia.
Nel frattempo, il mondo dei maghi è caduto sotto il controllo dei Mangiamorte .
Il ministero della magia e persino Hogwarts sono ora tenuti sotto scacco da Voldemort.
E mentre Harry (ormai diventato il ricercato numero uno da tutto il mondo magico) combatte
senza sosta dalla parte della luce, Heather decide di affrontare Voldemort traendo forza dal buio.
Il momento della battaglia finale si avvicina, ma Harry ancora non sa chi sarà il suo nemico.
Sequel di "Harry e Heather Potter: il principe mezzosangue"
Ambientazione: 2006-2007... Epilogo: 1 settembre 2022
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Heather Potter'
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-Tu lo sai, vero, che io sono fatta così? Nonostante mi sia prodigata nella sconfitta di Tom, io non sono diversa. Sono sempre una strega fredda e oscura. Sei davvero disposta a passare tu, così solare e positiva, il resto della tua vita con me?- Le domandò, Heather. Caroline non esitò neanche un attimo, prima di mettersi a cavalcioni sulla ragazza e darle un bacio tutt’altro che casto. 

-Questo dovrebbe bastare come risposta, giusto? Non mi importa. Ho sempre saputo come fossi, ed proprio per questo che mi sono innamorata di te. Rimarrò con te per sempre, se tu lo vorrai- Le disse. Non ci fu bisogno neanche di rispondere. Heather ricambiò il bacio senza esitazione. Il loro si prospettava un futuro veramente radioso.

Quella mattina di primo settembre, la stazione di King Cross era ancora più affollata del solito. Oltre a coloro intenti a prendere il treno per andare al lavoro, o di ritorno dalle vacanze estive, un gruppo di individui, vestiti con abiti a dir poco stravaganti, si stavano radunando intorno al muro tra il binario 9 e 10.

Questi individui erano i giovani studenti, accompagnati dai propri parenti, pronti a prendere l’espresso per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Un gruppo per volta, stavano attraversando il varco nel muro che li avrebbe condotti al binario 9 ¾. In mezzo alla folla di maghi e streghe, una famiglia, composta da cinque membri, svettava sulle altre.

Il primo del gruppo era un bell’uomo, di età poco superiore ai 30 anni. i suoi capelli erano castani e mossi, la frangia sulla fronte che copriva una vecchia cicatrice dalla bizzarra forma. I suoi occhi verdi erano nascosti da degli occhiali tondi. Harry Potter, noto per il suo ruolo di distruttore di Voldemort, mago più forte del mondo (esclusa una certa strega) e capo della sezione Auror, si posizionò davanti il muro. a fianco a lui, vi erano la moglie e i suoi tre figli.

Astoria Potter, un tempo conosciuta come Astoria Greengrass, era a fianco del marito. La bella donna, di circa trent’anni, era alta pressappoco quanto il marito. I lunghi capelli neri le ricadevano sulla schiena in morbidi boccoli. Con a fianco i propri figli, si preparò, assieme al marito, ad attraversare il varco per il binario magico.

-Sembra solo ieri, quando attraversai per la prima volta questo muro- Sussurrò la signora Potter tra se e se. Nonostante il tono di voce basso, Harry, che le era proprio a fianco, la sentì chiaramente, non potendo trattenere un piccolo sorriso. Il ragazzo sopravvissuto non potè fare a meno di sorridere. Ricordava con affetto quel giorno di tanti anni prima.

-Heather, ma dov’è questo binario?- Harry domandò alla sorella. Non sapeva che esistesse il binario 9 ¾. Intanto lei aveva preso due carrelli, per poter portare i bagagli e le gabbie dei loro animali.
-Non lo so, proviamo a chiedere in giro- Tentarono con tutti coloro che gli capitavano a tiro, ma nessuno sembrava saperlo, anzi alcuni credevano che li stessero prendendo in giro. Fecero quasi per gettare la spugna, quando la voce di una donna richiamò la loro attenzione.

-Ogni anno la stessa storia! Sempre pieno zeppo di babbani, forza! Il binario 9 ¾ è di qua!- Fece lei a cinque ragazzi con i capelli rossi, identici ai suoi. Avevano già sentito il termine “babbano”: Hagrid aveva spiegato loro che venivano chiamati così coloro che non avevano poteri magici, perciò quella donna era una strega.

Senza dare troppo nell’occhio, i due fratelli cominciarono a seguire l’allegra comitiva, fino a che non si fermarono di fronte ad un muro, quello che divideva il binario 9 dal binario 10. Rimasero a guardare la donna con i ragazzi, probabilmente i figli, mentre uno alla volta cominciavano a correre contro il muro. Ogni volta, invece che finirci contro… lo attraversavano.

Quante cose erano successe da allora. Tutti e cinque i Potter attraversarono di corsa il muro del binario, ritrovandosi nel binario 9 ¾. Intorno a loro, una grande folla di maghi e streghe si accalcava per darsi gli ultimi saluti o per salire in fretta sul treno (in modo da trovare gli scompartimenti migliori).

-Mamma! Papà! Vi saluto. Sugar e Trevor mi stanno aspettando ad uno dei vagoni di testa- Disse James Sirius Potter. E senza aspettare risposta, si precipitò verso il treno, scomparendo tra la folla. James Sirius era il primogenito della coppia. Aveva preso l’aspetto del padre, tranne per gli occhi identici a quelli di Astoria.

Il carattere era invece uguale a quello del suo omonimo: il nonno James. Non per nulla, l’anno prima era stato smistato in Grifondoro. I suoi migliori amici, Trevor e Sugar, erano invece i figli di Ronald Weasley. Trevor avrebbe iniziato quell’anno, mentre Sugar era coetanea di James (anche lei Grifondoro). Entrambi erano copie sputate del padre.

I restanti membri della famiglia Potter si misero da parte, per evitare di perdersi nella folla, e attesero l’ora della partenza. Ad un certo punto, la signora Potter scorse sua sorella Daphne, accompagnata da suo marito Blaise. Le due sorelle erano rimaste legate anche dopo la conclusione della guerra, a differenza dei loro genitori. Specialmente dopo quel particolare episodio.

Daphne aveva riportato Astoria nelle sue stanze. Aveva poi recuperato una pozione che teneva nel suo piccolo studio. Quella avrebbe aiutato la sorella.

Tremava di rabbia. Giù nel salotto, era riuscita a controllare la sua rabbia, per fortuna. Come aveva potuto loro padre trattarla in quel modo? Così presa dai suoi pensieri, quasi non si accorse che Astoria aveva ripreso i sensi. La più piccola della famiglia aveva un dolore lancinante alla testa. Le ci sarebbero voluti giorni prima di guarire da quella brutta esperienza.

-Stai bene?- Le chiese la maggiore, con sguardo preoccupato. L’altra annuì, cercando di mettersi in piedi, anche se con estrema fatica. Non solo la testa, ma anche ogni singolo muscolo del corpo le faceva male. La sorella l’aiutò a rialzarsi e le passò un bicchiere d’acqua. Il saporaccio della pozione era veramente terribile.

-Devi andartene, Astoria. Devi lasciare questa casa, prima che i nostri genitori decidano di rinchiuderti qua dentro- Disse la bionda, lasciando l’altra senza parole. Perché le stava dicendo quelle cose? Cosa volevano fare quei due individui che osavano considerarsi i loro genitori? La sua mente volò inevitabilmente ad Harry. Li volevano separare in qualche modo?

-Sai benissimo anche tu, che per loro nulla è più importante dei guadagni che potrebbe ricevere la famiglia. Molto più importante di noi due. Cercherò di farti guadagnare del tempo. Intanto tu trova il modo di lasciare questa casa- Le disse Daphne, prima di uscire dalle sue stanze. Astoria rimase per qualche secondo senza parole.

Sua sorella non aveva mai preso le sue difese così apertamente. Sapeva che le volesse bene. In fondo, l’anno scorso aveva cercato di dissuaderla da una strada che avrebbe potuto farla soffrire. Ma non lo aveva mai dimostrato apertamente. A volte le persone, anche quelle che credevamo di conoscere come le nostre tasche, riescono a sorprenderci.

Astoria salutò il marito con un bacio e i figli con una carezza, per poi raggiungere la sorella: era da un po’ di tempo che non la vedeva, e voleva approfittare di questo momento per recuperare il tempo perduto. Vedendo in lontananza la moglie e la cognata, Harry si guardò intorno per vedere se riusciva a trovare suo cugino Dudley.

I due non si erano parlati per anni, fino a che, l’anno prima, lo aveva rincontrato di fronte al binario. Immaginate la sorpresa, quando Harry scoprì che Dudley aveva una figlia (Petunia Dursley) nata babbana. La piccola era timida, ma intelligente (era infatti finita a Corvonero), l’esatto contrario del padre. Perso nei suoi pensieri, venne distratto dalla voce del suo secondogenito.

-Papà… cosa succederà, se io dovessi… essere smistato in Serpeverde?- disse il giovane Albus Severus Potter. I nomi erano stati dati in onore dei due presidi di Hogwarts del periodo scolastico del padre. Il primo era morto da eroe, mentre il secondo, seppur sopravvissuto, aveva preferito passare per traditore, e combattere i nemici dall’interno.

Dopo la fine della guerra, Harry aveva testimoniato in favore di Piton, spiegando l’aiuto che aveva dato alla causa. Non che fosse servito a molto, in realtà: l’uomo (dopo aver aiutato Horace Lumacorno, ad organizzare il contrattacco) era infatti scomparso dalla circolazione, facendo perdere le sue tracce. Attualmente, la carica di preside la occupava Minerva McGranitt.

Il capo auror si voltò verso Albus. Il ragazzo lo stava guardando con i suoi imploranti occhioni verdi. Il ragazzo era una replica esatta del padre. Sia fisicamente, che caratterialmente. Le uniche differenze visibili erano l’assenza della cicatrice e degli occhiali. Harry non potè fare a meno di sorridere: ricordava bene la tensione che provò durante il suo smistamento.

-Harry Potter…- Il giovane Harry deglutì a fatica e, dopo aver scambiato uno sguardo veloce con la sorella, si diresse verso il cappello. Appena sentito il suo nome, tutti i ragazzi erano caduti in un religioso silenzio. Il cappello si posò sul suo capo, e subito sentì una voce nella sua testa

-Mhm… difficile, molto difficile: hai coraggio da vendere e desiderio di metterti alla prova… ma dove ti colloco?- Parve pensarci per qualche secondo.

-Ci sono… GRIFONDORO!- Questa volta, il tavolo di Grifondoro esplose in un vero e proprio grido di giubilo.

-Abbiamo Harry Potter! Abbiamo Harry Potter!- Iniziarono a gridare in coro. Adesso era il turno di Heather.

Anche lui, in quel momento era agitato e preoccupato all’idea di essere smistato in Serpeverde. Paura molto stupida e infantile, scoprì negli anni a venire. In fondo, molte delle persone a lui care erano state smistate in quella casa. Si chinò all’altezza dell’undicenne, ma prima che potesse dire qualcosa, venne preceduto da una vocina famigliare e altezzosa alle loro spalle.

-Quanto sei stupido, Albus. Dovresti essere fiero di finire nella nobile casa di Serpeverde: è risaputo che sia la migliore. Inoltre, nostra madre, nostro cugino Teddy, la zia Caroline, e soprattutto la grande zia Heather sono stati smistati in quella casa. non lo sapevi?- Disse la terzogenita della famiglia: Lily Heather Potter.

La più giovane della “cucciolata” era la più coccolata e viziata. Fisicamente era la replica esatta della madre, esclusi gli occhi color dell’Avada Kedavra, presi dal ramo paterno della famiglia. Caratterialmente, invece, nonostante fosse simile ad Astoria, era anche la replica esatta di sua zia Heather. La giovane Potter adorava la donna. Praticamente la idolatrava. Era il suo modello da seguire.

-Ciao papà, ciao Albus. Vado a cercare Virgo, dovrebbe stare da queste parti- E senza aspettare la risposta del padre, proprio come fece suo fratello James, scomparve tra la folla. Nonostante avesse solo 10 anni, Harry non fu preoccupato, vedendo già in lontananza la famiglia Malfoy. Con in testa la giovane Virgo. La secondogenita di Draco e Hermione Malfoy.

Hermione Granger – Malfoy, la migliore amica del salvatore del mondo magico, aveva sposato lo spocchioso erede Purosangue pochi anni dopo la fine della guerra. I suoi genitori, Lucius e Narcissa, scampati entrambi ad Azkaban, faticarono un po’ a mandar giù la notizia, ma alla fine, riuscirono ad accettare la scelta di Draco.

-Era Ron, mi ha appena informato che Heather è stata assolta da tutte le accuse. Ne sono felice, sul serio. Harry non merita di perdere l’unico membro della sua famiglia che ancora gli rimane- Affermò la strega nata babbana. Non provava alcuna forma di affetto verso la Potter, le stava anche abbastanza antipatica, ma sapeva benissimo che il suo migliore amico non avrebbe mai sopportato se le fosse successo qualcosa.

-Mi fa piacere- Rispose Draco. Per alcuni istanti cadde il silenzio. I due si guardavano negli occhi, senza sapere come affrontare il discorso che tenevano in sospeso da tempo. Entrambi si amavano, e gli avvenimenti della guerra avevano dimostrato quanto il sentimento fosse ampiamente ricambiato. Ma c’erano ancora molte incognite di cui tener conto.

Probabilmente i genitori di Draco non sarebbero stati un grande problema, si sarebbero lamentati un po’ di avere un figlio legato ad una natababbana. Ma entrambi, persino il gelido e calcolatore Lucius Malfoy, avrebbero messo la felicità del figlio davanti a tutto. Il problema era il resto della società magica: non avrebbero visto di buon occhio la loro unione.

-Ti amo- Dissero in coro i due, rompendo così il silenzio. Dopo un attimo di stupore, i due scoppiarono a ridere, per poi scambiarsi un tenero ma intenso bacio. Forse non sarebbe stato facile affrontare le sfide future, ma entrambi erano sicuri che ne sarebbero usciti sempre vincitori: l’importante era che le avrebbero affrontate insieme.

La bella Nata Babbana era stata eletta da poco ministro della Magia, mentre Draco aveva preso in mano le redini degli affari del padre. Tra di loro, camminavano i loro figli. Totalmente diversi l’uno dall’altro. Il primogenito, Scorpius, era fisicamente simile al padre, con alcune piccole differenze. La sua pelle non era bianco pallida quanto quella di Malfoy Senior, e i suoi occhi, a differenza di quelli argentei di Draco, erano d’orati.

Anche lui, come Albus, avrebbe cominciato quell’anno ad andare ad Hogwarts. Hermione era convinta sarebbe andato a Grifondoro: di carattere era troppo simile a lei. Stessa cosa non si poteva dire per la secondogenita: Virgo Malfoy. La ragazza, coetanea della sua amica Lily, era l’esatto opposto del fratello.

Il viso impallidito della madre con due occhi argentei e un ghigno marchio Malfoy che le incoronava il viso. La ragazzina, proprio come l’ultimogenita dei Potter, sarebbe sicuramente finita a Serpeverde. Entrambe condividevano, oltre una forma di venerazione verso Heather, un carattere subdolo e astuto, che raramente si vedeva in ragazze così giovani.

Harry fece per raggiungere e salutare l’amica (in fondo, nonostante lavorassero entrambi al ministero, era da un po’ che non si vedevano), ma venne nuovamente fermato da una figura che si fece strada tra la folla. Di circa 17 anni, divisa da Serpeverde, viso pallido e, soprattutto, degli inconfondibili capelli azzurri. Teddy Lupin-Potter, suo figlioccio e nipote.

-Zio Harry, Ciao! Da quanto tempo è che non ci vediamo?- Domandò il ragazzo, mentre abbracciava l’uomo più grande. Teddy, dopo la morte dei suoi genitori, aveva mantenuto uno stretto contatto con i Potter, anche se non allo stesso livello del rapporto che aveva con sua sorella gemella Heather.

Remus, che ancora singhiozzava dalla gioia. Si voltò verso Heather ed Harry, e li richiamò un secondo fuori da lì. Non prima di aver baciato la moglie e il loro bellissimo bambino. Una volta fuori dalla porta, si rivolse ai figli del suo migliore amico.

-Teddy è davvero un bambino bellissimo- Disse Harry, bloccando sul nascere le parole dell’altro. Remus gli sorrise e lo ringraziò. Preferiva non pensare al lato negativo della faccenda: suo figlio aveva ereditato parte dei suoi geni. Sarebbe potuto diventare un licantropo. Scacciò via quei pensieri e si rivolse ai due ragazzi.

-Grazie ragazzi. Adesso Teddy è la cosa più preziosa che ho. Sareste disposti a fargli da padrino e madrina?- Domandò il lupo mannaro, senza troppi giri di parole. I due ragazzi rimasero spiazzati. Persino Heather. Non si aspettavano proprio una richiesta del genere. Però questo non significava che fosse sgradita.

-Ne sarei onorato- Disse Harry, con tono sicuro. E Heather, nonostante rimase in silenzio, annuì sicura. Non si sarebbe certo tirata indietro di fronte a quella responsabilità. Nonostante una vocina le martellasse il cervello, dicendole che non avrebbe mai potuto essere presente nella vita del piccolo Teddy.

Il piccolo gruppo rientrò in salotto e si mise intorno al capezzale di Tonks. Il bambino era sveglio, e mugugnava delle frasi senza senso. La mamma lo passò tra le braccia del padrino. Il bambino iniziò a lamentarsi e a dimenarsi tra le sue braccia. Heather scosse la testa: non riusciva neanche a tenere in braccio un bambino. Ma come doveva fare con lui?

-Dallo a me- Gli disse, con tono secco. Appena il bambino fu tra le sue braccia, smise improvvisamente di piangere. Sembrava sentirsi al sicuro con lei. Si voltò a guardarla e le sorrise. Un sorriso che solo un bambino poteva vantare di possedere. La Potter ricambiò con un impercettibile movimento delle labbra.

Dopo la morte di Remus e Tonks (Ninfadora), i genitori biologici di Teddy, Heather e Caroline avevano adottato il piccolo Metamorfomagus. In un primo momento, la giovane regina delle Serpi era stata riluttante all’idea di essere madre, ma poi, anche con l’aiuto di Caroline, era entrata pienamente nel suo nuovo ruolo. Parlando del diavolo.

Due donne, molto famigliari ad Harry, si fecero strada tra la folla e si avvicinarono a lui e Teddy. Heather e Caroline. Non passavano inosservate, soprattutto la prima. Entrambe le loro bellezze eteree attiravano gli sguardi vogliosi degli uomini presenti, e quelli gelosi delle donne. Peccato che a nessuna delle due interessava: entrambe (anche Heather) non avevano occhi che per l’altra.

-Tu lo sai, vero, che io sono fatta così? Nonostante mi sia prodigata nella sconfitta di Tom, io non sono diversa. Sono sempre una strega fredda e oscura. Sei davvero disposta a passare tu, così solare e positiva, il resto della tua vita con me?- Le domandò, Heather. Caroline non esitò neanche un attimo, prima di mettersi a cavalcioni sulla ragazza e darle un bacio tutt’altro che casto.

-Questo dovrebbe bastare come risposta, giusto? Non mi importa. Ho sempre saputo come fossi, ed proprio per questo che mi sono innamorata di te. Rimarrò con te per sempre, se tu lo vorrai- Le disse. Non ci fu bisogno neanche di rispondere. Heather ricambiò il bacio senza esitazione. Il loro si prospettava un futuro veramente radioso.

Caroline, dopo la morte del padre e la fine della guerra, aveva preso possesso del seggio del Wizengamot della famiglia Prince. Questo non le però impedito di coltivare le sue ambizioni e diventare una guaritrice. Ora era il primario dell’ospedale Sambuco. Una delle più talentuose dell’ultimo secolo.

-Ciao, Harry! Sono felice di rivederti. I bambini come stanno?- Domandò Caroline, il ritratto della dolcezza. La bella donna dagli occhi viola abbracciò il cognato, mentre Teddy si fece da parte in silenzio. Il momento venne però presto interrotto da un ultimo arrivo. Una bellezza eterea dai freddi occhi verdi. Se Lily non fosse distratta con Virgo, adesso starebbe saltellando intorno a lei.

-Heather. È bello rivederti- Le disse Harry con un sorriso. La ragazza gli riservò uno dei suoi soliti sorrisi freddi (certe cose non cambiano mai), per poi baciare Caroline sulla guancia. Le due si erano sposate pochi anni dopo la fine della guerra. Il mondo magico non sembrava avere pregiudizi in quel particolare campo.

Per quanto riguardava il sangue, era tutta un’altra questione. Harry non potè fare a meno di accentuare il suo sorriso: nonostante avessero passato dei brutti momenti nel corso degli anni, rimaneva sua sorella e le voleva bene incondizionatamente. E, nonostante tutto, Harry sapeva che l’affetto era ampiamente ricambiato.

-Non credo ci sia bisogno che ti faccia certi discorsi: tu lo sai meglio di me. Sei arrivata dove sei ora non perché hai rotto tutti i tuoi legami, ma perché hai lottato per me e per Caroline- Disse Harry, riferendosi a tutte le volte che era intervenuta per salvarlo. Heather lo fissò nuovamente, mentre una smorfia si formò sul suo viso.

-Sei cresciuto, Harry. Sei finalmente diventato un uomo- Disse la potente strega Serpeverde. Harry si rimise finalmente in piedi, non sicuro di come prendere quest’affermazione. Era un’offesa o un complimento? Ma quando fece per ribattere, rimase spiazzato. Cosa stava succedendo al volto della sorella?

Una strana smorfia le si era formata sulla faccia precedentemente neutra e fredda. Gli ci vollero diversi secondi per capire che cosa fosse: Heather stava sorridendo. Non uno dei suoi soliti ghigni gelidi e derisori, ma un vero e proprio sorriso. Quando era stata l’ultima volta che ne aveva visto uno? Harry dovette ammettere quella fosse la prima volta, probabilmente.

-Basta, non ho più voglia di combattere. Tutte le mie motivazioni non mi ispirano più. Concludiamo il combattimento qui: mi dichiaro sconfitta… su tutti i fronti- Ammise lei, in tutta tranquillità. Harry non seppe se essere più confuso dal comportamento della sorella o dalla sua resa. Da quel che ricordava, non aveva mai cambiato opinione su nulla.

-Non mi guardare in quel modo. Sei riuscito a dimostrarmi che, per una volta, avevo torto. Non sono obbligata a recidere tutti i miei legami per raggiungere i miei obbiettivi- Spiegò lei in tutta tranquillità, sotto lo sguardo allibito del fratello. Non l’avrebbe mai capita, pensò il ragazzo sopravvissuto. Ma non poteva importargli di meno: aveva appena ritrovato sua sorella e, per la prima volta in assoluto, era riuscito a vedere uno scorcio nel suo animo.

Heather era diventata una donna stupenda. Già da adolescente la sua bellezza faceva perdere la testa agli uomini che la vedevano. Il suo potente nucleo magico e lo stato di padrona della morte, e un altro paio di trucchi, le permetteva inoltre di conservarsi nel tempo. Ma non era, certamente, solo per quello che era famosa nel mondo magico. Dopo aver sconfitto il Signore Oscuro Lord Voldemort, con l’aiuto di suo fratello Harry, avevano preso possesso dei seggi della famiglia Potter e della famiglia Black.

Negli ultimi anni, come Hermione era diventata il nuovo ministro e Harry il capo Auror, Heather aveva ottenuto il ruolo di capo stregone (strega) al Wizengamot. Ruolo precedente di Albus Silente. Inoltre aveva aperto varie attività commerciali, grazie all’assistenza dei suoi basilischi. Era stato fastidioso ottenere dei permessi per quelle creature, ma alla fine ne era valsa la pena.

Dopo aver creato un area protetta per i “suoi piccoli”, gestita da Samuel (ancora in forma umana), aveva deciso di sfruttare le varie risorse che essi le conferivano. Con il veleno, oltre che permetterle di creare un gran numero di nuove e vecchie pozioni, ebbe grandi guadagni, essendo terribilmente. Anche la pelle era preziosa, persino lo sterco.

Per finire, la sua fama derivava dal fatto che fosse considerata, a buona ragione, la strega più potente conosciuta al mondo. Grazie ad un congegno magico sviluppato secoli prima, e conservato nell’ufficio misteri del ministero della magia, si poteva calcolare il nucleo magico di un mago e valutarne così la potenza.

Solitamente i maghi (sia quelli potenti, che quelli scarsi) avevano un livello magico che andava da 28 (un livello magico posseduto da gente del calibro della preside Minerva McGranitt e dalla defunta Mangiamorte Bellatrix Lestrange) a un misero 1 (scarso livello posseduto da Mundungus Fletcher e un tempo da Peter Minus).

Questi ultimi quasi non potevano considerarsi dei maghi, dato che chi possedeva un nucleo di energia 0,25 era un ragazzo ancora giovane o un Magonò. Però, in mezzo alle migliaia di maghi che rientravano in questa categoria, vi erano alcuni (massimo una decina ogni secolo) che svettava sugli altri. Come ad esempio i fondatori di Hogwarts, i fratelli Peverell, ma anche più vicini.

Harry Potter, Capo Auror, Bambino Sopravvissuto, colui che con l’aiuto della sorella aveva sconfitto il signore Oscuro, aveva un nucleo di 60. Un livello molto grande, ma non il più grande. Infatti, Voldemort ne possedeva uno di 91, mentre Silente un 93 (anche se nel suo pieno potenziale, durante la battaglia contro Grindelward, era di livello 97).

Tutti questi livelli, però, non erano confrontabili con quello del nucleo magico di Heather. 154. Il livello più grande registrato da quando l’apparecchio venne costruito e posizionato nell’ufficio misteri. Senza contare che i due gemelli avevano calcolato il loro livello una decina di anni prima: ormai avranno un nucleo ancora maggiore. Adesso, i due gemelli Potter, erano dei potentissimi maghi. Sembrava ieri quando avevano scoperto l’esistenza della magia.

-Noi siamo dei maghi?! Ma è impossibile!- Harry sembrava il più sconvolto dei due. Non poteva credere che fossero dei maghi. Lui non si sentiva affatto speciale anzi, come ogni volta gli zii gli ricordavano, lui valeva meno perfino della gente normale. La sorella invece sembrava più predisposta ad accettare la versione del gigante.

Era sempre stata parecchio ambiziosa ed aveva sempre saputo, dentro di se, che era destinata a fare grandi cose.

-I vostri genitori lo erano… non ditemi che questi babbani non vi hanno informato di nulla!- Ringhiò contro i padroni di casa, i quali decisero di rifugiarsi al piano superiore, insieme al loro caro Diddino.

-I nostri genitori erano dei maghi?- Domandò ancora Harry, ma anche Heather era interessata alla risposta. Entrambi volevano sapere di più su di loro. Entrambi ne sentivano la mancanza, nonostante non li avessero mai visti.

-Due dei più coraggiosi Grifondoro della loro generazione. Due dei pochi che hanno avuto il coraggio di schierarsi apertamente contro il signore oscuro- Spiegò loro, con una punta di orgoglio nella voce.
-James e Lily Potter, combatterono la guerra nel mondo magico e morirono per mano di… Voldemort- L’ultima parola la disse sottovoce, quasi ne avesse paura.

Harry rimase sbalordito da tale rivelazione. A differenza di Heather, la quale aveva capito che i genitori non potevano essere morti in un incidente d’auto.

-Quindi è così che sono morti?- Domandò il bambino. Hagrid rimase spiazzato dal fatto che non sapesse la causa della morte dei suoi genitori. Pensava che fossero al corrente almeno di questo. A quel punto non era sicuro di poter continuare  a parlarne.

-Si… fu in quell’occasione che voi due vi faceste quelle cicatrici a forma di saetta- Spiegò loro. Convincerli che fossero dei maghi non fu poi così difficile. Harry fu il più scettico, mentre Heather ne era addirittura soddisfatta.

Proprio in quel momento, quando Harry abbracciò una scontenta Heather (Alla ex regina non piacevano le manifestazioni di affetto, specialmente in pubblico), il suono proveniente dal treno li avvisò che tra poco sarebbe partito. Dovevano sbrigarsi. Stava per cominciare un nuovo anno ad Hogwarts… per la nuova generazione.

Lily, Virgo e Dakota (la figlia secondogenita di Blaise e Daphne) cominciarono a saltellare intorno ad Heather, nel momento stesso in cui i ragazzi in età da Hogwarts presero a salire sul treno. Loro sarebbero stati la nuova generazione dei maghi. Dovevano ancora lavorare molto per uscire dalle tenebre scaturite dal bigottismo e i pregiudizi presenti nel mondo magico.

Heather scosse la testa, scacciando via quei pensieri: non era certamente il momento per perdersi in ricordi del passato. Voldemort teneva lo sguardo basso, puntato verso il gemello. Voleva evitare di incontrare il suo sguardo assassino. Mantenere quella forma era ormai inutile. Abbandonò la sua forma serpentesca e si accostò nuovamente al fratello.     

-Ti rimane ancora una possibilità. Puoi ancora fare ammenda per i tuoi orrendi crimini- Disse Harry, guardando l’assassino dei suoi genitori. Il suo tono nascondeva una profonda amarezza: stava parlando davvero con lui? Oppure, in realtà, era rivolto a qualcun altro? Riddle rimase spiazzato per  un istante, ma poi scoppiò a ridere.   
  
-Tu osi darmi dei consigli?! Sei solo un ragazzino! Siete solo due ragazzini che credono di avere il mondo ai loro piedi! Ma adesso avete sfidato un avversario troppo forte per voi! Vi farò capire l’errore che avete fatto nello sfidare il signore Oscuro, Voldemort… AVADA KEDAVRA!- Gridò il mago, puntando la bacchetta contro Heather.  

La giovane strega oscura rispose con la stessa imperdonabile, mentre il gemello (pronto ad appoggiarla) rispose con uno schiantesimo. I due potenti incantesimi si incontrarono e si fusero tra loro, trasformandosi in un unico getto di luce di colore ramato. La fusione dei raggi andò a scontrarsi con la maledizione lanciata da Voldemort, creando un potente boato per tutta la sala.

Un bagliore accecante illuminò tutta la sala per alcuni istanti. Gli incantesimi  si annullarono, mentre il corpo del signore oscuro (colpito in pieno dal rimbalzo della sua stessa maledizione) venne sbalzato all’indietro. Rigido come una statua di marmo. La bacchetta gli scivolò dalla mano e volò via.

I due gemelli, neanche fossero un’unica entità, con un veloce scatto, corsero verso la bacchetta che, eseguendo dei cerchi perfetti nell’aria, stava andando nella loro direzione. Con un rapido balzo, i due Potter alzarono le mani e, nello stesso identico istante, afferrarono  la stecca della morte appartenuta un tempo ad Antioch Peverell.

-Questa scena mi riporta alla mente tanti vecchi momenti. A voi no?- Domandò Heather a Caroline e Harry, mentre gettava uno sguardo apatico alla locomotiva in movimento. Harry e Caroline non poterono far altro che annuire: speravano solamente che loro avrebbero avuto solo delle avventure positive. Erano per questo che avevano lavorato e faticato tanto.

Mentre tutti i genitori (anche Dudley si era fatto strada tra la folla e si era messo a salutare la figlia) si appostarono sul bordo della piattaforma per vedere la partenza dei loro bambini, Harry non potè fare a meno che riflettere. Lui, sua sorella, i suoi amici… e tutte le persone che avevano perso la vita durante il conflitto avevano lottato per permettere alle generazioni successive un futuro più luminoso.

E così sarebbe stato. I loro discendenti non avrebbero più dovuto passare l’adolescenza a lottare contro Voldemort o contro i pregiudizi. La cicatrice non faceva male da ben 15 anni. Le cose adesso sarebbero andate per il meglio… probabilmente. Non potè fare a meno che aggiungere, appena vide la sorella Heather. Il ragazzo sopravvissuto tirò un sospiro mentale: quando Heather era presente nulla era improbabile. Forse anche quell’anno avrebbero avuto delle sorprese.

FINE. 

N.d.A. Eccoci giunti alla fine di questa lunga serie. Ringrazio calorosamente tutti coloro che mi hanno seguito in questo lungo percorso. In particolar modo kelly95, cody020701, thranduil_laufeyson e Anonymous_1592. Informo gli appassionati, però, che le avventure della famiglia Potter non finiscono qui. Chi è interessato potrà rivederli nella prossima serie che a breve posterò: "meeting points". Ancora un saluto a tutti. Bye-Bye
 
  
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