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Autore: JeremyGender    30/04/2017    1 recensioni
Jeremiah Pule è un mago italiano che si divide tra il lavoro di custode in una riserva magica di ippocampi e quello di insegnante di Cura della Creature Magiche nella scuola di magia siciliana.
Ma i guai non finiscono mai e nuovi misteri riaffioreranno dalle segrete di Kairawan portando Jeremiah e i suoi amici a vivere un turbine di avventure!
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure di Jeremiah'
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Lo spettacolo era stato un grande successo. I ragazzi erano stati tutti bravi e le sorprese, tipo l’apparizione del gigantesco ortro meccanico che aveva spaventato tutto il teatro, non erano mancate.
La mattina seguente, subito dopo la colazione, senza L'Emiro, tutti i ragazzi uscirono in giardino in attesa dei sleipnir che li avrebbero riportati a casa.
'Ciao. Ci vediamo a settembre!' dico affacciato a una finestra che dà sul guardino, salutando gli studenti che si abbracciano tra loro.
All'arrivo dei magici cavalli, sotto lo sguardo attento di Efesto Flamine, alcuni li sellano e iniziano a partire.
Vedo sia Imelda che Ismaele cavalcare al contrario il loro sleipnir. Sto per protestare poi preferisco rimanere in silenzio. La loro vita è al contrario; perché distruggere il loro equilibrio?
Quando la metà degli studenti è già andata mi giro verso il corridoio.
È stupido ma una lacrima mi bagna le labbra.
'Ti capisco. Anche per me ogni anno è triste la partenza dei ragazzi.'
Affacciato a una finestra accanto alla mia, Indigo Lamarra guarda triste verso l'esterno.
'Io non sono mai riuscito ad avere figli ma fortunatamente questo lavoro mi ha permesso di averne a migliaia e vederli andare via è doloroso, ogni volta.
Posso solo immaginare come sia straziante per un genitore stare 9 mesi lontano dai loro figli. Almeno manca poco all'arrivo dei bambini. Ci vediamo a pranzo.' e sparisce senza aggiungere altro.
Quali bambini? è la domanda che mi muore in bocca.
Attraverso il castello deserto verso il mio ufficio dove le pergamene con i giudizi dei ragazzi mi attendono.
Lavoro fino a quando, dal grosso orologio a pendolo posto in un angolo dello studio, un uccellino di legno fa capolino beccandomi delicatamente la spalla informandomi così che era l'ora di pranzo.
Vedere l'Aula Magna deserta mi aveva fatto una certa impressione ma ero rimasto sorpreso nel vedere, all'Alto Desco ancora semi deserto, Brona Del Rio, procace insegnante di Divinazione che solitamente consumava i suoi pasti nel carro dove viveva.
'Brona che sorpresa! Avevi paura di rimanere sola? '
' Jeremiah ciao. No, sono venuta qui per salutare i bambini.'
'Ma quali bambini?' chiedo impaziente.
'Quelli!' dice indicando la porta.
Guardo l'ingresso della Sala dove non c'è anima vita. Che Brona sia impazzita e adesso vede i fantasmi?
Poi la porta si spalancata e fanno il loro ingresso, nei loro impeccabili completini color pastello, Sorin, Ramona e Mugurel Von Grable; dietro di loro Anders e l'Emiro che teneva a braccetto il figlio più grande, Zoltan, vestito di tutto punto con un completo nero con tanto di guanti.
Le risate dei bambini rimbombarono per tutta la stanza e Brona corse ad abbracciarli.
'Che piacere rivederti!' dico rivolto a Zoltan.
Lui mi fa un sorriso e mi porge la mano guantata 'Stavolta sono preparato e la posso salutare Professore.'
'Chiamami Jeremiah!' dico stringendogli la mano. 'Sbaglio o manca un pezzo?'
Il pezzo mancante non tardò ad arrivare. Anticipato dallo starnazzio di Bocconotto che corre davanti a lui, Zanzibar fa il suo ingresso nella sala saltando sui tavoli e arrampicandosi sui lampadari.
'Eccolo!'.
 
Quando arriva pure il resto del corpo docenti e l'alto desco è pieno, sto parlando con Parmelia e quasi non mi accorgo del gruppetto di ragazzi che entrano e si siedono nel tavolo centrale.
'E che ci fanno loro qui? Hanno perso lo sleipnir?'
'Loro non avevano dove andare. Rimangono qui a Kairawan.' mi risponde Parmelia.
Guardo il tavolo con una ventina di ragazzi seduti.
Di vista li conosco tutti ma solo tre sono dei miei alunni.
I primi due sono Aurora e Aurelio Miele, quinto e sesto anno, entrambi con occhi e capelli neri e un sorriso allegro sempre stampato sul volto mentre il terzo, l'unico che indossa ancora la divisa, è quello che mi sorprende maggiormente seduto li.
Odorico Malia, all'estremità della tavolata, è l'unico che sta isolato rispetto gli altri.
'Ma in che senso?' chiedo confuso.
'Alcuni sono orfani, altri hanno situazioni difficili e preferiscono, per la loro incolumità, rimanere a scuola. '
'Sapevo della situazione dei Miele; non che non avessero proprio nessuno, ma che erano soli sì. Ma Malia? Come mai è qui?'
'Suo padre dice di essere troppo impegnato. Questo è il terzo anno che non mette piede fuori dall'isola per quello che so.'
Guardo Odorico che mangia il suo risotto con i carciofi.
Dopo le parole di Parmelia il ragazzo mi sembra un po' meno odioso.
 
Una volta consegnato il lavoro all’Emiro Von Grable torno in sala insegnati per salutare gli insegnanti che sono ancora a scuola.
‘Signori e signore ci vediamo tutti per gli esami. Statemi bene. E voi tre subito fuori; accompagnatemi.’
Insieme a una scorta d’eccezione mi avvio all'esterno del castello.
Quando arrivo davanti la mia scopa mi giro.
‘Ciao Eugenio. Grazie di tutto. Salutami Claudia e prometto che ogni tanto vi manderò un gufo; anzi manderò una di quella email, o almeno dirò a Zaafira di inviartene una.’ dico stringendo il mio amico.
‘Nikolas, ho come l’impressione che noi ci vedremo spesso. Mi raccomando stai attento e non farti male.’
‘Ciao Jeremiah, grazie!’
‘Parmelia mia cara, sei stata la luce rossa di questi miei mesi a scuola. Ti voglio bene e grazie di tutto. Ci sentiamo, vediamo e guai a te se pensi di portarmi nuovamente a Faunalia.’
‘Dai banchi di scuola non sembravi così forte. Sarà un’estate fantastica! A presto.’ dice staccandosi dal mio abbraccio.
‘Egitto, la mia mammina, le mie zie e soprattutto Belladonna e gli alti miei animali mi stanno aspettando. Vi voglio bene a tutti ragazzi.’ dico salendo sulla mia scopa.
‘Jeremiah lo sai che tra un mese ci vediamo per gli esami. Vero?’
‘Eugenio non rovinare tutto.’ dico prendendo quota.
 
Volo in direzione di casa.
Ripenso a tutto quello che è successo: alle lezioni, alle risate fatte in sala insegnanti, ai ricchi pranzi, ai balli, alle indagini fatte, alle amicizie nate, alle sorprese che ho ricevuto, a Thibaut…
Chissà se questo sarà finalmente il nostro anno.
Col mare davanti a me mi sento imbattibile.
Ho un’estate davanti e mille avventure da vivere ancora!
 
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Il primo anno da professore è finito e la storia di conseguenza.
Tutto è iniziato per gioco, con la copertina de Il Pispiglio speciale San Valentino. Poi, senza rendermene conto, ne avevo fatto già 7/8 e una storia è nata collegando quelle copertine apparentemente così diverse tra loro.
Chi lo doveva dire che il fidanzato di Zaafira aveva così sfortunate origini? E che il primo amore di Jeremiah fosse francese? E che Dahlia Von Grable avesse un passato familiare così difficile?
Scusate se questa storia è stata lunghissima ma i mille personaggi che si sono assecondati hanno sgomitato per avere dedicata qualche riga. Sicuramente i protagonisti torneranno (anche perché non riesco a liberarmi la testa dalle loro storie), magari in una nuova veste narrativa e magari con qualche alunno come protagonista.
Grazie a tutti quelli che hanno letto fino a qui e un grazie particolare a Elsinor che con le sue preziose recensioni mi ha aiutato a guidare la nave del racconto nel mare in tempesta delle mie idee, come una vera Dukuwaqa.
Alla prossima e… Stay Magical!
   
 
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