Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ERiCA_13    17/05/2017    2 recensioni
Raccolta di cinque shot sull'evoluzione del rapporto tra Remus e il suo "piccolo problema peloso".
#ARRENDERSI - "Era questo il sangue per Lunastorta quando il momento si avvicinava, un richiamo, una necessità, come lo era la luna… "
#LA LUCE - "[...] l’anziano mago fece scontrare le sue iridi cerulee con quelle ancora alterate del licantropo, provocando in quest’ultimo la ricomparsa di antichi ricordi, battaglie, amicizia, speranza, sacrificio, possibilità, dovere, amore… "
#TUTTO IN ROVINA - "Non aveva fatto del male ai ragazzi, questo era l’importante, solo questo. La caccia era stata un fiasco per la bestia e lui se ne beava."
#PERCHÉ NO? - "[...] stava andando male, qualcosa di brutto stava accadendo e lui era inerme, preda designata di un destino terribile, prigioniero di se stesso."
#LEI&LUI - "Rimase ferma fino alla fine, fin quando di Remus non c’era più traccia, fin quando davanti a lei trovò il lupo mannaro, la bestia, che la guardava con occhi spiritati, affamati ed omicidi."
.e.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Remus Lupin, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'RJL - Memorie di un Licantropo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tempi di Caccia
#TUTTO IN ROVINA
 
 
Correre, ora doveva solo correre.
Correre, schivare gli alberi e correre.
La luce del primo mattino iniziava a perforare le fitte fronde della foresta.
Doveva correre, correre, correre, cercare un riparo e correre.
L’alba sorgeva e il licantropo si indeboliva, non era riuscito a trovare nemmeno un buco dove nascondersi.
Correre finché poteva, correre oltre la stanchezza, correre oltre la debolezza, correre oltre tutto, solo correre.
Ma la luce del sole non perdona i maledetti e la bestia iniziava a rimpicciolirsi, a cambiare forma.
 
In uno sbattere di ciglia Remus riprese lucidità, alzò la testa e si ritrovò accucciato in una grande piazzola illuminata fra gli altissimi alberi. I flash della notte prima facevano capolino nella sua mente in modo caotico, disordinato, pauroso.
Ricordava l’abbraccio di Sirius, ricordava due occhi nerissimi, ricordava una figura ritrovata e poi ricordava le emozioni di Harry, il sangue di Ron, la forza di Hermione.
C’entrava la Stamberga in tutto quel delirio di ricordi e la luna, improvvisa, lattea luna… perché?
Perché ricordava solo degli stralci? Cosa diamine era successo la notte prima, era riuscito a catturare Black? Ma chi era l’altro… chi?
Quanta confusione, poi c’era rabbia, poi felicità assoluta.
 
La trasformazione ancora non accennava ad abbandonare totalmente il corpo dell’uomo, il licantropo lottava dentro di lui, ma la luna era passata.
Tirò lentamente su il viso e si guardò attorno, l’alba rendeva ogni cosa magica nella foresta, anche i granelli di polvere che si posavano placidi sulle sue lunghe ciglia castane. Era nella foresta, come c’era arrivato lì? Perché questa trasformazione era stata così intensa da gettarlo in uno stato di confusione simile?
 
Poi una fastidioso turbinio di idee gli iniziò ad affollare la mente. Amava il suo modo veloce e deduttivo di pensare, ma non in quel momento.
“Mi sono trasformato ed è stato violento, a quanto pare… un effetto così può essere dato solo quando si interrompe bruscamente la pozione… perché diamine non ho preso la pozione ieri sera? Ma se io non ho preso la pozione e mi trovavo con i ragazzi ieri…………… oddio… cosa ho fatto?”
 
La testa gli cadde tra le mani sporche di terra e sangue e la sua disperazione esplose in lacrime, gemiti e mugolii, poi in urla strazianti e, grazie all’ultimo barlume di bestia, in un ululato agghiacciante, tanto era carico di sofferenza.
Il cuore batteva forte nei timpani, il sangue fluiva inesorabile dalle ferite sparse su petto e schiena, gli occhi erano stretti talmente forti da creare un buio impenetrabile perfino al fiume di lacrime che spingeva per continuare ad uscire.
Li aveva sicuramente uccisi, aveva ucciso quei poveri ragazzi… aveva ucciso Harry, aveva sbranato il figlio di James e Lily.
 
 
Hagrid correva pesante tra gli alberi, quell’ululato sembrava proprio… ma non poteva essere, non poteva proprio essere.
Il mezzo gigante correva a perdifiato, sondando quanta più foresta potesse, poi il cuore si fermò davanti alla scena che gli si parò davanti, le guance esangui e gli occhi increduli.
«Professor Lupin? Professor Lupin… Oddio Remus…»
Lo raggiunse in pochi larghi passi e gli mise una mano sulla spalla e una sulla testa.
«Remus alzati, va tutto bene… i ragazzi stanno bene! Tu e Piton avete fatto un gran lavoro ieri sera! Professore mi sente?»
 
Remus aprì gli occhi e la luce gli trafisse le pupille ancora spropositatamente allargate , mentre il rosso lupesco lasciava il posto al verde umano. «I… I… I ragazzi… loro st-stanno bene?»
«Certo… si. Professore la riporto al castello.»
Il sospiro di sollievo che tirò Remus gli tolse tutta l’aria dai polmoni, tutta la rimanente forza dai muscoli e dalle ossa, tutta la lucidità dal cervello. Si lasciò andare, sorridendo, con le lacrime che si seccavano sulle sue guance rilassate. Hagrid lo sorresse e lo prese tra le braccia dirigendosi svelto verso il castello.
 
Non aveva fatto del male ai ragazzi, questo era l’importante, solo questo. La caccia era stata un fiasco per la bestia e lui se ne beava.
Il sonno sopraggiunse e portò chiarezza al mago… vide la Mappa del Malandrino con i nomi di Harry, Ron, Hermione, Peter e Sirius; vide il tunnel della Stamberga Strillante, poi Harry con la bacchetta contro un terrorizzato Sirius; l’abbraccio con suo “fratello”; le grida di Hermione «No! Harry, non credergli, ha aiutato Black ad entrare nel castello, anche lui ti vuole morto… è un Lupo Mannaro!»; Minus-Crosta che si dimenava ferendo Ron; la storia dei Malandrini ad Hogwarts e il brutto scherzo tirato a Severus; il Mantello dell’Invisibilità che scivolava ai piedi di Piton, i suoi occhi neri scossi dall’eccitazione della scoperta;  «Sono curioso di vedere come la prenderà Silente… era convinto che tu fossi innocuo, sai, Lupin… un Lupo Mannaro addomesticato…»; il viso di Sirus svuotato di ogni colore, una preghiera a Piton «Tu… tu devi ascoltarmi. Il topo… guarda il topo… »; Harry che andava a bloccare la porta, le funi che tiravano, «LEI È PATETICO! SOLO PERCHÉ A SCUOLA LA PRENDEVANO IN GIRO NON HA NEMMENO INTEZIONE DI ASCOLTARE… »; tre grida  «Expelliarmus!»; la fotografia della Gazzetta del Profetta sventolava sui loro nasi, i Weasley sorridevano davanti alle piramidi d’Egitto, Crosta-Minus lì con loro; la parte più grossa ritrovata fu un dito, dodici anni, l’aiuto di Grattastinchi;  «NON È VERO! ERA IL LORO CUSTODE SEGRETO! L’HA DETTO PRIMA CHE ARRIVASSE LEI! HA DETTO CHE LI HA UCCISI!», «Harry… è come se li avessi uccisi…»; uno scambio di segreti; i ricordi di Sirius; una luce bianca e una blu, Minus costretto a mostrarsi; suppliche e verità; la fuga di Sirius da Azkaban; un sorriso sul volto di Felpato, «Lo uccidiamo insieme?»; «Harry, James non mi avrebbe voluto morto… James avrebbe capito, Harry… avrebbe avuto pietà di me… »; Peter sbattuto indietro, la rabbia che montava nei due ex-Malandrini, «E ALLORA AVRESTI DOVUTO MORIRE! MEGLIO MORIRE CHE TRADIRE I TUOI AMICI! NOI PER TE LO AVREMMO FATTO!»; Harry che corre e si mette tra le bacchette e quell’essere; portavano Minus fuori dalla Stamberga, legato al suo polso destro e al sinistro di Ron; i prati illuminati dalle luci del castello... E poi una nuvola passò; «CORRETE!».
 
Si svegliò di soprassalto nella sua stanza ad Hogwarts, Madama Chips gli stava bagnando la fronte con uno straccio fresco e gli sorrideva debolmente.
Si passò una mano sul viso e si schiarì la voce. «Poppy, da quanto sono qui?»
«Direi da un paio d’ore Remus… è ancora molto presto riposati… »
«Devo parlare con Silente, Poppy… ti prego chiamalo…»
«Non credo possa venire caro, ci sono stati dei problemi con la cattura di ieri sera di Black!»
 
Lupin fece vagare i suoi occhi fino al magnifico soffitto affrescato della sua stanza, colori chiari e scuri si contorcevano alla sua vista, era andato tutto in rovina.
Lui aveva di nuovo la colpa di tutto, aveva mandato tutto il lavoro fatto la notte prima a farsi fottere. Avevano dimostrato l’innocenza di Sirius, Harry poteva finalmente lasciare quella orrenda famiglia babbana, Piton forse avrebbe capito i fraintendimenti del passato… Tutto in rovina, tutto cancellato a causa sua.
 
Quindi la caccia della bestia era andata a buon fine…
Tutto, era riuscita a rovinare tutto, di nuovo e, probabilmente, lo avrebbe fatto ancora.
 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ERiCA_13