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Autore: Jeo 95    03/06/2017    1 recensioni
[Annalogia; Ignayla] [Mia personale versione ad una possibile successione degli eventi, possibili SPOILER]
***
«Cosa succede, Ze-chan?»
A Zeref piaceva quando Anna lo stringeva a se, era piacevole e gli ricordava quando da bambino, senza la maledizione a gravitare sul suo essere, sua madre lo stringeva allo stesso modo. Era un ricordo felice, uno dei pochi che ancora gli restavano.
Ed era per conservare quel ricordo e quel calore che Zeref voleva assolutamente fermare il caos che stava dilagando imperterrito nel mondo degli umani.
***
Storia che verrà aggiornata ogni sabato ;)
Abbiate fiducia nella nuova Jeo (o ArhiShay... se efp cambiasse il nick), rinata dalle proprie ceneri per portarvi le sue nuove storie.
Un bacione a tutti e a presto
Jeo 95 :3 (o ArhiShay xD)
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Igneel, Layla Heartphilia, Zeref
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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N.d.A- Ed eccoci anche al terzo :) 
Se che è un po' tardi, ma tra scuola e lavoro, il tempo per scrivere è compromesso, e così quello per pubblicare. Quindi purtroppo per un po' questi saranno i miei orari ><
Spero che questo capitolo vi piaccia, non ne mancano molti, ma ci tengo che siano coinvolgenti e ben fatti!
Buona lettura, e grazie a chiunque leggerà!

Baci e a presto,

Jeo 93 =3 (ArhiShay)

p.s. Mi trovate anche su:

Writer's Wing
 

Wattpad

 

*w*w*w*w*





CAPITOLO 3- FUTURO


 

Igneel sospirò, passandosi una mano tra i capelli rossi e lasciando che lo sguardo vagasse per la radura che circondava la villa. Era immensa come sempre villa Heartphilia, ma nel corso degli anni non aveva fatto che estendersi verso le terre circostanti, fino a raggiungere l'ampiezza che ora si stagliava davanti ai suoi occhi.

“Ma dove si è cacciata?” si chiese ancora, stupendosi di come ogni volta riuscisse a sfuggire anche alla sua infallibile vista da drago. Era la prima volta che qualcuno lo metteva così in difficoltà.

«Cerchi qualcuno, Igneel-kun?» alzò lo sguardo, mentre la cristallina risata di Layla risuonava come musica nelle sue orecchie.

La trovò sul ramo di un albero poco lontano. Come ci fosse arrivata non lo sapeva, e non era sicuro di volerlo comprendere.

Ammirò il sorriso divertito che la ragazza gli stava mostrando, così bello e luminoso da mozzargli il fiato. Sotto i raggi filtrati tra le foglie era ancor più bella di quanto già fosse, meravigliosa e tanto leggiadra da far invidia persino agli angeli.

Layla era l'ultima dei discendenti di Anna, probabilmente colei che avrebbe riaperto il portale tra pochi anni, ed era certamente la più dolce e la più bella tra coloro che avevano seguito la sacerdotessa. Quella che più le assomigliava.

Prima ancora di rendersene conto, Igneel era stato stregato dal sorriso di Layla, che giorno dopo giorno si era fatta strada nel suo cuore dolcemente, senza fretta, colpendolo con piccoli gesti che agli occhi di altri erano nulla, ma che per lui erano tanto.

«Veramente cercavo voi, Layla-san» le sorrise, invitandola a scendere dall'albero prima che potesse farsi male.

Ridendo, Layla afferrò la mano gentile che le veniva posta e si lasciò semplicemente scivolare tra le braccia sicure di Igneel. La strinse per la vita con delicatezza, attento a non farle male, mentre l'altra mano di lei si posava delicata sul suo braccio. Le altre ancora intrecciate tra loro, gli sguardi incatenati, marrone intenso nel rosso incandescente, e fu come se si mescolassero fra loro in una danza armoniosa.

Layla sorrideva, ed era talmente bella quando mostrava quell'espressione che Igneel non resistette. La baciò. Fu un bacio semplice, che non chiedeva nulla più di poter amare colei a cui veniva dato. Un bacio puro che fu accolto con serenità, ricambiato con la stessa semplice intensità che portava con sé sentimenti d'amore.

Quando si staccarono i sorrisi non abbandonarono mai il loro viso. Le mani sempre intrecciate tra loro li univano indissolubilmente. Decisero di aspettare ancora qualche tempo prima di tornare alla villa, accoccolandosi l'una sull'altro, distesi sul prato e bagnati dall'accecante e piacevole luce del sole.

Igneel le raccontò ancora delle loro avventure, ridendo della puntigliosità con cui Weisslogia li pressava, criticando il carattere fin troppo impulsivo di Metallicana. Layla rideva, e non vi era musica più dolce che potesse beare le orecchie del drago.

«Mi chiedo proprio come Skyadrum riesca a sopportarla» erano più di quattrocento anni che quei due erano innamorati. A volte gli capitava di provare un po' di pena per il compagno.

«Sono una bella coppia» fu l'unico commento di Layla. Li vedeva spesso abbracciarsi nei presi del giardino, sotto la finestra della sua stanza, e vedeva in quei semplici gesti l'amore traboccante che riempiva i loro cuori. C'era un legame speciale tra loro, qualcosa che andava ben oltre il comune concetto di amore umano «E anche Weisslogia e Grandine, sembrano amarsi tanto.»

La loro storia invece era cominciata cento anni dopo la partenza dei loro figli. Semplicemente avevano scoperto di comprendersi più di quanto non avessero mai fatto in precedenza. E da quando si erano trovati non si erano più lasciati.

«L'amore dei draghi è diverso da quello umano» spiegò «Quando un drago sceglie una compagna è lei per sempre, non importa cosa accada.»

Layla si alzò appena per poterlo guardare negli occhi. Spostò con delicatezza alcune ciocche rosse che gli coprivano il viso, e rimase a fissare la bellezza del drago per qualche secondo, ammaliata.

«Accade anche con gli umani?»

Sentì Igneel irrigidirsi sotto il suo tocco, e comprese di aver detto una parola di troppo, forse qualcosa di cui parlare gli risultava facile.

Igneel si sedette, fissando con finto interesse i fili d'erba mossi dal vento. Anche Layla si sedette, preoccupata di quell'improvviso cambiamento.

«Anche con gli umani. Se un drago sceglie, indipendentemente dalla razza, non cambierà mai idea» spiegò «Non so se per la compagna umana sia lo stesso però.»

Layla rimase in attesa, perché sapeva che Igneel stava omettendo una parte del discorso che l'avrebbe aiutata a comprendere cosa avesse turbato l'animo di Igneel.

«Acnologia aveva scelto Anna» confessò infine, lasciando Layla senza parole «Quando lo sigillammo, lei soffrì molto, e pianse per giorni interi. Poi un giorno si è alzata, ci ha sorriso e ha detto che andava tutto bene. Qualche mese dopo si è sposata con un umano.»

Igneel l'aveva sentito, forte e chiaro, il sentimento traboccante tra Anna e Acnologia, l'aveva vissuto da spettatore, eppure poteva giurare che mai nessuno avrebbe potuto spegnere quel sentimento, che nemmeno la morte avrebbe diviso i loro cuori.

Poi Acnologia aveva intrapreso una strada che Anna non poteva seguire. Lei ne aveva sofferto, non erano finte le lacrime che le hanno inzuppato il viso per tutto il tempo, ma aveva trovato la forza di continuare e di coltivare un nuovo amore, per il loro bene e per quello dei bambini. Un drago non avrebbe mai potuto farlo. Avrebbe scelto la morte, che una vita senza la propria compagna.

Layla lo abbracciò, trasmettendogli tutto l'amore che il suo piccolo corpo da umana poteva contenere.

«Sono sicura che anche lei l'amasse» non la conosceva, ma era certa di quel che stava dicendo.

Se l'amore che la sua antenata era simile anche solo in parte a quello che provava lei ogni qual volta il tocco gentile di Igneel le sfiorava la pelle, di certo non poteva aver dimenticato ogni cosa soltanto dopo aver incontrato un umano. Era convinta che vi fosse qualcosa di più profondo nella scelta di Anna, ma per il momento si concesse il lusso di non pensarci.

Voleva soltanto vivere l'amore di Igneel il più intensamente possibile, ogni giorno, ogni ora, per sempre. Il resto poteva aspettare.

Il drago fissava il cielo, immerso in pensieri che ancora non si sentiva pronto a condividere.

«Rientriamo?»

Layla annuì. Tornarono mano nella mano quel giorno, sotto gli occhi guardinghi degli altri draghi che li attendevano con ansia all'interno del palazzo.

Sembravano felici per loro, per l'amore finalmente sbocciato che da mesi tentava di trovare uno sbocco tra incertezze e insicurezze. Layla non poteva essere più entusiasta.

Igneel intanto pensava. E più ragionava, più l'opprimente sensazione di sbagliare gli appesantiva il cuore, quasi vi fosse un macigno di pietra a schiacciarlo con violenza.

Voleva smettere, ma non riusciva a darsi pace. E ad ogni nuovo pensiero, la figura di Layla si faceva sempre più lontana di un passo.

*w*w*w*w*

«Che significa “me ne vado”?»

Più ascoltava le ridicole scuse di Igneel, più Metallicana sentiva montare dentro di sé una rabbia ceca, come non capitava da diversi secoli. Era sempre stata suscettibile, ma non provava mai vera rabbia in quelle sfuriate fra amici che servivano più come ammonizione che ad altro. Stavolta invece, sentiva la rabbia montargli nelle vene, insieme al desiderio fremente di scagliarsi sul drago di fuoco e riempire quella sua orribile faccia umana di pugni.

«Ho deciso di partire per allenarmi» spiegò Igneel, senza però riuscire a guardare nessuno di loro dritto negli occhi «Tra pochi anni, Acnologia riuscirà a liberarsi dal sigillo, e non sono abbastanza forte per affrontarlo.»

Strinse forte i pugni lungo il fianco, digrignando i denti per reprimere il senso d'impotenza che lo assaliva ogni volta che ripensava al suo passato scontro con il drago nero. L'aveva completamente demolito, senza lasciarli nemmeno il tempo di provare a reagire.

Pensava a cosa sarebbe successo se si fossero scontrati ancora. Se non avesse avuto la forza necessaria per fronteggiarlo, avrebbe perso tutto ciò che d'importante aveva al mondo. Suo figlio, i suoi compagni, Layla. Non poteva permettere che le accadesse qualcosa.

Era questo che diceva Igneel a se stesso, quando si chiedeva il perché avesse preso la drastica decisione di andarsene senza dire nulla alla sua amata. Per non farla preoccupare, si diceva, cercando invano di auto convincersi di starlo facendo per lei, quando in realtà era esclusivamente per lui.

Perché era un codardo che non sapeva nemmeno affrontare i propri sentimenti.

E sfortunatamente per lui, Grandine sapeva leggergli dentro meglio di quanto una madre avrebbe saputo fare.

«Sicuro che non abbia nulla a che fare con Layla?»

Alla dragonessa del cielo era bastata una sola occhiata per capire ogni cosa. Al primo sguardo aveva visto gli occhi di Igneel infuocarsi non appena si erano posati sulla figura da neonata di Layla, così piccola ed indifesa, eppure già così simile all'antenata a cui erano tanto affezionati.

L'aveva osservato preoccuparsi per lei ad ogni passo, in ogni minuto del tempo che passavano insieme, li aveva visti innamorarsi ed amarsi, di quello stesso sentimento che anni prima riempiva anche la vita di Anna e Acnologia.

Erano simili a loro in un certo modo, e forse era questa la paura che aveva scorto proprio in quel momento negli occhi di Igneel. Il terrore di poterla perdere, di vederla amare qualcun altro e lasciarlo solo, disperato, ed incondizionatamente innamorato. Ed le era bastata un'occhiata per capirlo.

Igneel si era all'improvviso irrigidito, mentre la consapevolezza delle parole di Grandine abbatteva il muro precario di bugie che lui stesso aveva eretto attorno alla verità.

«Lo faccio anche per lei, per poterla proteggere in caso...»

«Ed è andandotene senza dire nulla che speri di proteggerla?» non demordeva la dragonessa, intenta a ricavare quante più informazioni potessero aiutarla a capire cosa spingesse l'amico ad una decisione tanto sofferta.

Un drago non può vivere senza la sua compagna una volta che l'ha scelta, quindi ciò che Igneel voleva fare era sottoporsi alla più dura delle torture che potessero esistere senza nemmeno spiegarne il motivo. Avevano aspettato tanto, tutti loro, affinché anche lui trovasse la propria anima gemella, ed ora il re dei draghi di fuoco voleva lasciarla e andarsene.

Alla fine Igneel sospirò. Almeno a loro poteva dire la verità «Per un drago, la scelta del compagno è sacra ed eterna, questa è una delle verità innegabili della nostra natura» iniziò solenne «Ma se per il compagno che scegliamo non fosse così?»

I compagni sussultarono. Avevano sempre dato per scontato che tra anime gemelle i sentimenti dell'uno e dell'altro risuonassero all'unisono, come il battito dei cuori ed il ritmo costante dei loro respiri. Non avevano mai pensato all'eventualità che per altre razze, la questione non fosse importante quanto lo era per loro.

«Io amo Layla, da morire. Non posso immaginare la mia vita senza di lei...» spiegò, abbassando lo sguardo «Ma non posso più starle accanto. La vita degli umani è breve in confronto alla nostra, lei ha bisogno di qualcuno che possa starle sempre vicino... ha bisogno di un umano.»

«Ma che stai dicendo? Nessuno meglio di te potrebbe stare al suo fianco e proteggerla!» cercò d'intervenire Metallicana, ma Igneel la interruppe bruscamente.

«E invece no!» gridò furente «Appena i bambini arriveranno qui cosa pensi che succederà?! Noi dovremmo partire, e per quanto lo desidererei Layla non potrà venire con noi!»

Più di ogni altra cosa avrebbe voluto restare accanto a lei e amarla per sempre. Fare di lei la sua regina, la madre dei suoi figli, ma sapeva sin da subito che ciò non era possibile.

Eppure non aveva voluto perdere l'occasione di avvicinarla, toccarla, baciarla, riempirsi di lei fino a restarne completamente stregato, folgorato dall'irruenza con cui l'amore era entrato a far parte di lui.

Credeva che avrebbe potuto farcela, in qualche modo, che il destino li avrebbe favoriti in qualche modo a loro inaspettato. Così non era stato purtroppo, e ormai mancavano pochi anni all'arrivo dei bambini e al probabile risveglio di Acnologia.

«Sei davvero convinto Igneel? Il tuo cuore potrebbe non reggere il dolore» lo avvertì Skyadrum, stringendo per la vita Metallicana e attirandola a se, riempiendosi le narici di quel profumo ferroso che ogni volta era capace di inebriargli i sensi. Non avrebbe mai potuto fare a meno di quel profumo.

«Ho preso la mia decisione, sono convinto che sparire per un po' sia la cosa migliore per entrambi» disse infine, dando le spalle ai suoi compagni. Voleva andarsene al più presto, senza vederla, prima che il suo istinto lo spingesse a ritornare sui suoi passi e a restarle accanto per sempre.

«Igneel» Weisslogia lo richiamò, aggiustandosi gli occhiali sul naso senza smettere di guardarlo seriamente «Va da lei un'ultima volta» gli disse semplicemente.

Ma il drago di fuoco scosse il capo, ricominciando a camminare.

«Non posso, se la vedessi io...»

«Vai da lei un'ultima volta Igneel, lo vuoi tu e lo vorrebbe anche lei. Non negarti di dirle addio» disse semplicemente il drago di luce, stringendo a sé Grandine e posandole un dolce bacio a fior di labbra.

Come avrebbe vissuto senza averla al suo fianco? Semplicemente non avrebbe potuto. Ammirava Igneel per quel suo sacrificio coraggioso, ma temeva potesse impazzire ancor prima di allontanarsi da lei.

Doveva vedere Layla almeno un'ultima volta, placare l'istinto che sempre più prepotente premeva in lui per stare accanto alla compagna. Sin dal primo momento in cui l'aveva vista, Igneel ricordava perfettamente di aver passato ogni istante con lei, gli occhi marroni non l'avevano mai persa un momento.

Il suo sguardo era sempre puntato sulla splendente figura di Layla.

«Ci penserò» e con un salto sparì.

*w*w*w*w*

Layla dormiva tranquilla nel grande letto a baldacchino quando Igneel andò da lei. Alla fine, le parole di Weisslogia l'avevano convinto. Aveva bisogno di vederla un'ultima volta, di toccare quella sua pelle morbida e bianca, di imprimere a fuoco sulle proprie mani la sensazione dei lunghi capelli biondi che gli scorrevano fra le dita come fili dorati, di memorizzare il suo profumo, così che nessun altro potesse mai sostituirlo. Voleva che la figura dormiente di Layla l'accompagnasse dovunque in quel viaggio che li avrebbe separati per sempre.

Restò a fissarla per ore, carezzandole dolcemente i capelli e restando disteso con lei, privo della forza necessaria per allontanarsi e lasciarla andare.

Alla fine si alzò, non senza prima averle baciato la fronte, e andò verso la finestra. Stava per sparire, lontano da quella casa, lontano da quella villa, lontano per sempre dal suo grande amore.

Una mano sottile si strinse al suo polso dopo che ebbe fatto un solo passo, e girandosi si scontrò con due occhi azzurri come il cielo, quell'immensa distesa in cui amava volare.

«Igneel» e quando le labbra sottile e rosee di lei lo chiamarono, i freni inibitori del drago saltarono.

Baciò Layla con così tanta passione da lasciarla senza fiato, incapace di reagire a quell'improvvisa irruenza che non apparteneva all'amato. Quando la sua mente fu abbastanza lucida da permetterle di capire che Igneel l'aveva distesa sul letto e si era posizionato sopra di lei, allora iniziò a ricambiare.

In poco tempo i vestiti scivolarono a terra, e la passione da sempre repressa che scorreva tra loro li travolse come un fiume in piena.

I corpi s'infiammavano ad ogni bacio, il sangue ribolliva eccitato nelle vene, scorreva rapido sotto la pelle, ardevano le guance di un rosso vivo.

I gemiti riempivano l'aria ad ogni tocco, ad ogni carezza. Le mani di Igneel correvano veloci sul corpo di Layla, studiandolo, toccandolo, prendendo possesso di ogni parte di loro.

E al contempo sentiva le dita affusolate di lei percorrergli dolcemente la schiena, passare lentamente su cicatrici vecchie di secoli e scacciare via ogni doloroso ricordo che portava sulla pelle.

Si appartenevano ormai, ed era un appartenesi talmente profondo e inscindibile che nemmeno il tempo o la distanza avrebbero più potuto dividerli. Non più drago e umana, non più due esseri distinti in corpi separati, bensì parte di una stessa entità.

Uniti nel corpo e nell'anima.

Quando l'apice del piacere li raggiunse, Igneel sigillò il grido di Layla con un ultimo, lungo ed intenso bacio carico di desiderio. Le lingue danzarono per un tempo che parve infinito, finché entrambi non si distesero sotto il lenzuolo stremati, stretti l'uno all'altra, felici.

Layla si addormentò quasi subito. Un sorriso luminoso la rendeva ancor più bella, e le labbra rosse e piene era un invito a cui Igneel resisteva a stento. Prima di addormentarsi, un flebile «Ti amo» le fuoriuscì dalle labbra, dopo di che Morfeo l'aveva richiamata tra le sue braccia.

Il drago restò accanto a lei ancora per un po', perso in pensieri che proprio non erano da lui, ma che non volevano abbandonarle la sua mente annebbiata dai dubbi. Alla fine, si decise, era il momento di andare.

Raccolse i suoi vestiti da terra e li rimise. Carezzò un'ultima volta il viso di Layla, un ultimo bacio prima di saltare dalla finestra e atterrare con eleganza al suolo, diversi metri più in basso. I suoi compagni lo stavano aspettando, tristi, amareggiati, forse arrabbiati, ma nessuno di loro provò a fermarlo.

«Prendetevi cura di lei» fu l'ultima cosa che disse.

Pochi secondi più tardi, dell'uomo dai capelli rossi non vi era più traccia, e nel cielo illuminato dalla pallida luce di luna piena, il ruggito disperato di un drago riecheggiò nella notte.


 

   
 
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