Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Marne    12/06/2017    3 recensioni
Dopo quattro anni di apparente pace e prosperità, il Mondo Magico si ritrova ad attraversare un nuovo periodo di crisi. Qualcuno ha iniziato ad uccidere i vecchi Mangiamorte ed Harry Potter, distrutto dopo la Guerra, inizia a soffrire di incubi spaventosi che sembrano voler mettere in dubbio quell'equilibrio raggiunto con tanta difficoltà.
Hermione Granger, dopo esser sparita per ben due anni a causa di un impiego segreto, fa ritorno nella sua terra d'origine per portare una notizia terribile a Draco Malfoy e per riunirsi al vecchio amico nella lotta contro il nuovo Male che sembra volerli sopraffare.
Un bambino è intenzionato a distruggere ciò che è stato costruito in tantissimi anni e con immense difficoltà e nessuno sembra avere il potere di fermarlo. Come si uccide chi è giù sfuggito alla morte?
Genere: Dark, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Katie Bell, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Heir Universe'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LErede del Male.


 

And perhaps it is the greater grief,

after all,

to be left on Earth

when another is gone.*”.



[A. Miller – La Canzone di Achille]

                                  

 

Atto VII, Parte IV –  Amore e Morte

 

 

 

Draco avrebbe voluto sentirsi a disagio nel seguire Kate1 come un cagnolino fedele ma la realtà era ben diversa. Non gli dispiaceva essere trascinato qui e lì, soprattutto perché era ben conscio del fatto che, fra i due, lei fosse la più forte e la vera responsabile della sopravvivenza di entrambi. Si stavano avvicinando al Negromante che aveva tentato di farli uccidere da ben cinque zombie e, nonostante stesse bruciando dalla rabbia e dalla voglia di prenderlo a schiaffi, era ben consapevole di non avere la minima possibilità contro di lui. O contro di lei, naturalmente. Sperava, tuttavia, si trattasse di un uomo: si sarebbe sentito meno maleducato a prenderlo a calci, una volta che Kate avesse finito con lui.

Perché, sì, Draco si fidava ciecamente della Succubus che lo precedeva quasi a passo di danza, gli occhi oscuri come la notte ed il sorriso di chi stesse vivendo l’avventura più entusiasmante di tutta una vita. Sentiva la forza di lei scorrergli nelle vene, quasi la sua eccitazione lo stesse contagiando – cosa da non escludere, in realtà, conoscendo i poteri di lei – e anche lui non vedesse l’ora del faccia a faccia che sicuramente ci sarebbe stato.

La galleria sembrava interminabile davanti a loro. Avevano trascorso gli ultimi dieci minuti camminando per i cunicoli bui e non c’era stato nulla che avesse potuto suggerire un loro avvicinamento all’obiettivo. Draco era sempre stato un tipo poco paziente, di solito tendeva a concludere i suoi affari con la massima celerità proprio per evitare di farsi assalire dall’ansia, come stava accadendo in quel momento. Certo, era un Serpeverde, era stato cresciuto con l’idea di dover aspettare – che cosa, poi, nessuno sapeva dirlo: Voldemort? Harry Potter? – ed aveva imparato che fremere non fosse d’aiuto a nessuno. Tuttavia in quell’istante, mentre l’oscurità intorno a lui sembrava quasi voler sussurrare, l’idea di dover continuare ancora a lungo lo faceva rabbrividire. Era sinceramente terrorizzato e la tentazione di mettersi ad urlare come un matto stava diventando sempre più irresistibile.

«Sei nervoso» constatò Kate, guardandolo con confusione per un lungo istante e rallentando fino a poterlo affiancare. «Perché sei nervoso? Non hai nulla da temere finché ci sarò io» provò a dirgli, palesemente sforzandosi di sembrare rassicurante nonostante l’aspetto ultraterreno la rendesse una delle creature più pericolose che avrebbe potuto incontrare in quel luogo.

Draco grugnì, grattandosi la guancia con la mano libera e rifiutandosi di guardarla per più di qualche istante. Tutto pur di non mostrarle quanto davvero si sentisse a disagio. «Fino a poco fa tu volevi farmi fuori» le fece notare, il tono fermo che suo padre aveva tentato di inculcargli fin da quando era solo un bambino. «E sono queste gallerie, per una qualche ragione mi fanno sentire sempre osservato. Mi sembra di avere il fiato di qualcuno sul collo» rabbrividì, pronunciando quelle parole, e si azzardò a spostare lo sguardo su di lei.

Stranamente dispiaciuta, Kate strinse le labbra. «Non so dirti nulla di fiati, ma ci sono almeno una decina di zombie alle nostre spalle» lo avvisò, con tranquillità, impedendogli di voltarsi per controllare e, subito dopo, impedendogli di dare di matto come avrebbe sicuramente voluto fare. «Ehi, calma, la metà li ho richiamati io e gli altri non sembrano incattiviti. Credo ci stiano accompagnando da chi di dovere per fare quattro chiacchiere. Siamo al sicuro» gli disse, accennando un sorriso. «Non devi avere paura di loro, non quando sei con me» aggiunse e, a conferma del suo incoraggiamento, allungò la mano per prendere quella di lui e stringerla leggermente. «Non fare il coniglio, Draco Malfoy, non quando la famiglia di tua madre ha sfornato due fra i maghi più coraggiosi della generazione precedente. Sei l’ultimo Black, per Merlino, comportati come tale!».

Nessuno lo aveva mai collegato alla famiglia Black, fino a quel momento. Per tutta la sua vita non c’era stato motivo d’orgoglio, in realtà, considerando che oltre a sua zia Bella e sua madre non ci fossero stati membri onorati della famiglia. Naturalmente, da quando la Guerra era finita e la verità su Regulus e Sirius era saltata fuori, la stirpe si era parzialmente riabilitata agli occhi della società, quindi lui, figlio di Mangiamorte reietto, non aveva alcuna ragione di esservi paragonato, non avendo alcun tipo di merito. Non credeva neppure che qualcuno ricordasse quella parentela.

«Io sono un Malfoy» le fece notare, le sopracciglia inarcate. Ancora non le aveva mollato la mano e, in tutta sincerità, non era intenzionato a farlo. Si sentiva più forte, probabilmente perché in quel modo la tranquillità di lei più facilmente avrebbe potuto influenzarlo. «E l’ultimo Black, in teoria è il figlio di mia cugina Ninfadora».

Lo sguardo – ancora oscuro – privo di qualunque emozione che lei gli dedicò lo fece vagamente preoccupare. «Non è quello che dice Regulus Black. A me sembra piuttosto orgoglioso, in realtà». Con orrore, Draco si rese conto che lei stesse guardando un punto imprecisato sopra la sua testa. Pur voltandosi, naturalmente, non vide nulla. «E per quanto riguarda il piccolo lupo, lui ha già qualcuno a guardargli le spalle».

«Regulus Black?2».

«Ah, sì, la sua anima ti segue da un bel po’. Penso sia sempre rimasto ad osservarti e a darti una mano, lui sa cosa vuol dire essere pressato dalle aspettative familiari e sentirsi solo» spiegò, distogliendo gli occhi da quello stesso punto e ricominciando a camminare, tirando Draco con sé. «Non preoccuparti, non ti sta spiando. Molte anime dei nostri antenati ci seguono, un po’ come angeli custodi. Sono… uhm… come degli scudi, ok? Non sono fantasmi, sono sensazioni, estensioni del nostro stesso essere. Spesso anche chi non conosce la negromanzia riesce a percepirle, solo che non riesce a identificarle. Io so chi ci segue».

 Draco restò in silenzio per qualche istante, stringendo le labbra. Una parte di lui era effettivamente inquietata da quella scoperta, come chiunque avesse un po’ di buon senso in corpo: avere un parente morto alle spalle poteva essere spaventosa come idea. Un’altra parte, però, si stava potendo un’altra domanda. «Regulus Black mi tiene d’occhio. Ma… mia madre? Mio padre? Di loro non sai nulla?».

Prima di rispondergli, Kate gli strinse con maggiore forza la mano. «Mi dispiace, Draco, ma… non ho idea di cosa sia successo alle anime dei tuoi genitori. Tutte le vittime dell’attacco in Germania sembrano aver subito il bacio del Dissennatore, prima di…» si fermò, stringendo le labbra con fare indeciso. Evidentemente la nuova Kate non voleva mantenere la schiettezza di Katie e, in quel momento, lui gliene fu grato. Non era il momento per sentirsi fare del sarcasmo. «Mi dispiace, Draco. Ma sappi che non sei mai stato da solo, dopo la loro morte». Restò qualche secondo in silenzio, prima di azzardare un leggero sorriso, stringendo ancora la sua mano. «Non sei solo neppure adesso».

Stranamente, lui riuscì a tirare fuori una smorfia vagamente rassicurante. «No, evidentemente non sono solo, visto che abbiamo dieci morti che ci camminano alle spalle ed a cui, a quanto pare, non devo prestare attenzione» sbottò, cercando di recuperare tutta la sua ironia in un colpo solo. Non gli piaceva mostrarsi debole, neppure davanti a lei che condivideva la sua stessa energia vitale. «Quanti altri ce ne sono qui dentro? Ho idea che non siano solo quelli».

Palesemente sollevata dalla distrazione che lui aveva fornito, lei ridacchiò. «Queste gallerie sono chiamate Inferno dai negromanti, si ritiene che Dante Alighieri, nello scrivere la sua Commedia, abbia preso ispirazione da questi cunicoli. Era qui che venivano mandati i traditori delle prime comunità magiche stanziate sul territorio. In molti credono che in questo luogo siano stati sepolti i grandi negromanti, quelli le cui storie vengono raccontate ai piccoli apprendisti. La carica magica di questo luogo, soprattutto di Negromanzia, è impressionante. Ci sono mostri e creature di ogni tipo che però per la maggior parte sono definitivamente morti, ormai».

«Rassicurante» commentò Draco, con una smorfia. «Quale luogo migliore per nascondere il libro con tutti i segreti dell’esistenza?».

Kate si strinse nelle spalle, anche se più nervosa di quanto non fosse stata poco prima. «Immagino che scopriremo a breve se hai ragione e questo è il nascondiglio perfetto. Siamo arrivati. Non vedo l’ora di prendere questo negromante, costringerlo a mangiare milioni di pancake fino a farlo soffocare perché non ci sarà più spazio nei suoi polmoni. Poi gli strapperò il cuore e userò la sua anima per divertirmi un po’. Magari lo farò anche implorare!».

Draco la fissò ammirato per qualche istante. «Sei una psicopatica» disse, con un certo orgoglio nella voce.

«Io preferisco creativa».

 

***

 

Quando si ritrovarono faccia a faccia con l’artefice dei loro ultimi problemi, tutte le aspirazioni di gloria che Kate aveva avuto svanirono nel nulla, soffocate dalla sorpresa.

Erano giunti in quella che sembrava essere una sala al centro della montagna: il grande spazio circolare era circondato da decine di sbocchi per altrettanti tunnel nascosti, quasi ci fossero state tante altre strade che avrebbero potuto portare proprio . La luce emanata dalle torce appese alle pareti era rossastra, molto più sanguinolenta di qualunque altra fiamma Draco avesse mai visto e colorava in modo inquietante i loro visi, riflettendosi in modo quasi innaturale negli occhi completamente oscurati della negromante. Lì, al centro di quello che sembrava essere un lago fatto di fiamme liquide – avrebbe potuto dire lava, ma la consistenza sembrava proprio quella delle fiamme – c’era una singola roccia e, su quella, un vecchio con lunghi capelli bianchi ed una barba che avrebbe fatto invidia al non compianto Albus Silente3. Le somiglianze con il vecchio preside, tuttavia, si fermavano a quel dettaglio estetico: la pelle dell’uomo era scura seppur stranamene grigiastra, le sue labbra, piegate in un ghigno, completamente blu. Draco lo riconobbe subito come un Negromante, ma a togliergli la certezza furono i suoi occhi: non neri come quelli di Kate ma rossi come il sangue vivo.

Con sua enorme sorpresa, piuttosto che iniziare a sbraitare o lanciarsi direttamente contro di lui, Kate cadde in ginocchio, il capo chino in un gesto di immediata sottomissione. Lui si preoccupò che quella lotta interiore che, come lei gli aveva raccontato, l’aveva portata a cambiare definitivamente fosse ritornata, più forte perché in presenza diretta dell’artefice. Tuttavia lei scacciò tutti i suoi dubbi quasi immediatamente. «Dominus4, io non avevo idea che fossi tu» sussurrò, la voce rotta da un’emozione che Draco avrebbe voluto identificare come paura ma che, in realtà, fu molto più simile alla più sincera gioia. «Credevo… credevamo…».

L’uomo rise, rivelando una gentilezza che Draco non si sarebbe mai aspettato. «Credevate ciò che io ho voluto farvi credere, bambina» le disse, quasi divertito. «Non che i tuoi sacerdoti abbiano tentato di trovarmi con tutte le loro forze. Credo abbiano rinunciato dopo il terzo decennio, classificandomi come una stupida leggenda».

«Non abbiamo mai smesso di credere in te» sbottò lei, alzando di scatto il capo per mostrare quanto fosse scandalizzata. «Dominus, noi non abbiamo mai smesso di credere che un giorno saresti tornato da noi» mormorò, più docile, occhieggiando infine Draco. Con orrore, notò che lui fosse rimasto in piedi, apparentemente confuso ed ancora in posizione di difesa, con la bacchetta alta. Per quanto possibile – visto il suo colorito cadaverico – impallidì, facendogli cenno di imitarla. Quando lui finse di non capire, strinse per un istante gli occhi e, improvvisamente debole, Draco si ritrovò con le ginocchia fra la polvere.

No, non debole. I movimenti veloci – troppo veloci, maledizione! – che c’erano stati nei suoi pantaloni erano chiara testimonianza che la sua fosse, più che stanchezza, una vera e propria, oltre che fulminea, estasi post-orgasmo5.

Che diavolo!

«Credo che il tuo accompagnatore non abbia gradito che tu usassi i tuoi poteri su di lui, bambina» le fece notare il vecchio, con una risata dalla stessa consistenza del velluto, anche se incredibilmente spaventosa. «Si tratta del tuo Auctor, non è così? Vedo bene ciò che vi lega. Le parche devono aver giocato uno dei loro trucchetti su di voi, per portarvi entrambi qui» sbottò, stranamente allegro. «Farai bene a presentarci, prima che io mi senta personalmente offeso».

Kate, che aveva allungato la mano per posargliela sul braccio – per tenerlo buono? Per scusarsi? Non ne aveva idea -, accennò un sorriso ironico. «Direi che a giocarci un trucchetto sia stata più che altro una piccola veggente» sbottò, scuotendo il capo. «Perdonami, Dominus, per non aver provveduto immediatamente. Draco» disse poi, voltandosi finalmente per guardarlo. Una strana patina era sui suoi occhi neri, qualcosa di rossastro le sporcava le guance. Aveva pianto sangue?6 «Draco, sei di fronte al Re e Padre di tutti i negromanti, il Dio della Morte» presentò, la voce ridotta ad un sussurro colmo di amore. «Sei di fronte a Thanatos».

Pronunciato il nome, l’uomo sembrò improvvisamente crescere in stazza, nonostante il suo corpo non fosse cambiato di un millimetro, dietro di lui si aprirono due immense ali nere, lucenti e spaventose. Draco si sentì grato di essere già finito in ginocchio, perché l’orrore che lo colpì in quell’istante lo avrebbe sicuramente fatto cadere e non ci sarebbe stata alcuna delizia fisica, per quanto veloce, a salvargli parzialmente l’onore. Avrebbe voluto non credere a quanto aveva appena sentito, avrebbe voluto scoppiare a ridere e dirle che le divinità come Thanatos non fossero mai esistite.

Osservando quegli occhi di sangue, tuttavia, sentì di non provare neppure un accenno di dubbio. Doveva essere un Dio.

«Ah, del sano terrore mortale» si rallegrò proprio lui, con una risatina, osservando Draco. «Erano millenni che non ne godevo! Da quando i miei negromanti sono venuti alla luce mi sono sempre sentito circondato da amore, avevo quasi scordato quest’altra sensazione! Ma non temere, Mortale» lo rassicurò, con un gesto blando della mano. «Non farei mai del male ad una persona tanto legata ad uno dei miei figli. Non sono crudele» gli disse, allargando le braccia con un gesto vagamente drammatico, lasciandosi cadere su di un trono di fiamme7 che Draco era certo non fosse stato lì fino a pochi istanti prima.

«Grazie, Dominus» disse Kate, con un sorriso sincero sulle labbra, rialzandosi e tirando anche Draco con sé. «Io ed il mio Auctor condividiamo l’energia vitale, se avessi voluto fargli del male anche io avrei sofferto incredibilmente» spiegò, sorprendendo Draco nel rivelare la loro più grande debolezza. Era incredibile quanto lei fosse fiduciosa e felice, in quell’istante. Sembrava assurdo. «Spero tu non sia risentito nei miei confronti per aver distrutto i tuoi zombie».

Thanatos – gli sembrava ancora assurdo pensare di lui in quei termini – rise più forte, scuotendo il capo. Era una sua impressione o la divinità stava ringiovanendo a vista d’occhio? Barba e capelli non erano più lunghi come prima, pur essendo sempre candidi. Anche il suo viso era meno rugoso, ne era assolutamente certo. «Come potrei essere risentito, bambina? Io sono fiero! Sei riuscita a resistere al mio richiamo ed hai eliminato cinque Richiamati pur avendo appena subito il cambiamento! Neppure l’attuale Gran Sacerdote ci sarebbe riuscito, ai tempi della sua trasformazione. Anche lui credo sia cambiato molto tardi, come te» si rallegrò, quasi ruggendo la sua approvazione.

Senza capire il perché, anche Draco si sentì molto orgoglioso della ragazza e non riuscì a trattenere un sorrisino compiaciuto.

Kate ghignò. «Lui aveva tredici anni, Dominus. Io ne avevo diciassette» disse, tranquilla nonostante fosse evidente che volesse vantarsi di quel suo successo. Successo ottenuto grazie a Draco. «Ho solo reagito d’impulso, sono Irlandese e non mi piace che mi si dica come comportarmi. Una reazione involontaria, nulla di più».

«Strabiliante» corresse invece Thanatos, scuotendo il capo. Era davvero ringiovanito! Nonostante i capelli fossero ancora bianchi, il suo corpo si era trasformato, abbandonando l’apparenza di vecchio mendicante per assumere quella di un uomo nel fiore della virilità. Era bellissimo. «Solitamente uccido chiunque si avvicini al nascondiglio del libro, ma questa volta dovevo vederti, bambina. E dovevo conoscere il tuo Auctor» spiegò, incrociando le braccia al petto. Anche il suo atteggiamento era cambiato: sembrava che improvvisamente fosse diventato cosciente della sua prestanza e volesse metterla in mostra a tutti i costi. «Siete qui per il Necromicon, immagino».

«Sì, Dominus» confermò Kate, mentre Draco si limitò ad annuire. La parola sembrava mancargli, davanti a quell’essere mitologico. «Crediamo che Sisifo stia tornando. Se non prenderemo noi il libro, il piano di quel mostro verrà portato a termine e l’umanità finirà nuovamente fra le sue mani» mormorò, dispiaciuta. «Ti prego, Dominus, dacci il libro. Dobbiamo fermarlo, una volta per tutte. Tu non puoi intervenire8, ma noi ».

Per un lungo istante, Thanatos non disse assolutamente nulla. Fermo sul suo trono di fuoco, restò a fissare i suoi due visitatori in silenzio, le sopracciglia aggrottate e gli occhi rossi ridotti ad una fessura. Poi, sospirando, alzò gli occhi verso il soffitto. «Dimmi, bambina, i tuoi sacerdoti ti hanno mai raccontato come è nato il Libro?» domandò, solo apparentemente distratto.

Kate si morse leggermente il labbro inferiore, prima di annuire. «Sì, Dominus. Sisifo… lui è tornato dal Regno dei Morti, dopo…».

«Dopo avermi intrappolato» continuò proprio lui, con una risata senza allegria. «Dillo pure, mia cara, non mi offenderò per la verità. Lui mi ha intrappolato e, una volta essermi liberato, l’ho personalmente trascinato al suo posto, negli Inferi. Ma è tornato indietro e, con i miei segreti, ha scritto il Necromicon». I suoi occhi rossi si fermarono nuovamente su Kate e Draco. «Ma tu sai come mi ha intrappolato? Oppure i tuoi sacerdoti hanno ben pensato di insabbiare il tutto?».

Kate si accigliò, piegando il capo di lato. «Noi non… non ne ho idea, Dominus. Non ho mai chiesto».

«E come te, bambina, non ha chiesto nessun altro. Ma immagino sia questo il prezzo da pagare per essermi mostrato così debole» sbottò, mostrando i denti in un ringhio feroce. Draco, tuttavia, non percepì rabbia o vergogna nel suo tono, ma solo un enorme dolore. Nostalgia, forse. «Io non ero andato da Sisifo per ucciderlo, quando sono stato catturato. Non sarei mai stato tanto stupido da camminare nella sua trappola, dopotutto» mormorò, scuotendo il capo. I suoi capelli bianchi gli dondolarono in modo quasi ipnotico sulle spalle. «Non sono stato io ad essere rapito da lui, ma il mio Eros. Quel mostro ha approfittato di lui, quando è andato a recuperare l’arco e le frecce che Tiresias, che all’epoca era il suo coppiere, aveva rubato per far un piacere al suo amante. Dopo che Eros stesso aveva trovato l’amore per lui!9».

Qualcosa di simile ad un pugno invisibile si scagliò contro di Draco, facendolo arretrare. Fortunatamente i suoi riflessi da cercatore lo aiutarono a mantenere abbastanza concentrazione da notare la caduta di Kate ed allungare le braccia per afferrarla prima che potesse toccare il suolo. Il dolore che lui aveva provato doveva essere il fantasma di quello che aveva colpito lei, come conseguenza della rabbia della divinità.

Aveva ragione, la sua era nostalgia. Nostalgia dell’amore perduto.

Eros e Thanatos, le due pulsioni alla base dell’esistenza. Amore e Morte, principio ed inizio di qualunque essere vivente. Forze complementari che, evidentemente, erano tali non soltanto a livello filosofico.

«Tu amavi il dio dell’amore al punto da voler mettere a rischio uno dei principi fondamentali del mondo? Al punto da far sparire la morte dal mondo?» gli chiese Draco, cercando di riprendere fiato ed aiutando Kate a tornare in piedi, nonostante il rivolo di sangue che vide uscirle dalle labbra bluastre. Sembrava quasi che l’avessero picchiata selvaggiamente, nonostante nessuno l’avesse davvero toccata.

«Avrei fatto qualunque cosa per lui» sbottò Thanatos, balzando in piedi e passandosi le mani fra i capelli con fare folle. «Lui era il mio compagno immortale, la ragione della mia esistenza. Una Morte senza amore è una vita senza amore. E una vita senza amore non è nulla» sibilò. «Senza Eros, dove credi che sarebbe la donna che stringi fra le braccia, Mortale? Chi sono Incubi e Succubi, se non nostri figli prediletti? Tu non avresti rischiato tutto per l’altro genitore dei tuoi figli più amati?». Le gambe di Draco tremarono violentemente e per un istante lui temette che Kate avesse definitivamente perso i sensi, fra le sue braccia. Ad ogni sibilo della divinità sembrava perdere sempre più stabilità, accasciandosi a peso morto ed emettendo dei gemiti addolorati. «Mi sono consegnato, sapevo che gli altri sarebbero venuti a liberarmi, presto o tardi. Un mondo in cui nessuno muore è un mondo che attira facilmente l’attenzione. Ma un mondo senza amore? Gli umani non se ne sarebbero resi conto per anni, se non secoli. Siete una razza così irriconoscente!» continuò Thanatos, scuotendo il capo. Kate piagnucolò.

«Smettila, maledizione!» ringhiò Draco, crollando al suolo e stringendo il corpo della negromante al petto, nel vano tentativo di proteggerla da qualcosa che, fisicamente, non esisteva. «Dici di amare Eros e di esserti sacrificato per lui, ma credi davvero che ti ringrazierebbe per aver causato la morte di lei? È una Succubus, è una dei vostri figli e con i tuoi capricci da bambino la stai uccidendo!» gli urlò, disperato, preparandosi ad un altro scoppio d’ira che avrebbe potuto spazzare via non solo lei, ma anche lui.

Invece, così come era iniziato, il dolore della divinità si assopì e, in una frazione di secondo, Draco lo vide al suo fianco, le mani pallide e affusolate allungate in direzione di Katie, così da poterle sfiorare il viso. «La mia bambina» lo sentì mormorare, colmo d’orrore. Le dita perfette le toccarono le guance, portando con sé un po’ di colore. «Perdonami, figlia mia. Non avrei mai dovuto farti male. Tuo padre non me l’avrebbe mai perdonato, se mi avesse visto» aggiunse, allungandosi per toglierla dalla presa di Draco stesso – con parecchia resistenza da parte sua – e poterla stringere al suo petto. Con sorpresa, Malfoy rivide la vita tornare nei tratti della giovane, che aprì lentamente gli occhi, ricominciando a respirare. «Siamo lontani da così tanto tempo, tendo a dimenticare cosa significhi amare davvero».

«Hai detto che i negromanti ti hanno sempre tenuto in altissima considerazione» notò Malfoy, le sopracciglia aggrottate, stringendo le mani a pugno per reprimere la tentazione di allungarle e tirare via Kate, nonostante lei sembrasse piuttosto tranquilla lì dov’era. «Sono tuoi figli anche loro, no?».

Thanatos non lo degnò di uno sguardo, continuando ad accarezzare il viso di Kate e sorridendole con dolcezza. Era impressionante la velocità con cui quell’essere fosse capace di cambiare le proprie emozioni. «I negromanti sono figli miei, solo miei. Vivono nella Morte, perché io sono Morte. Sono nati quando Sisifo ha creato quel maledettissimo libro ed ha rivelato ad altri mortali i segreti dell’esistenza, perché qualcuno avrebbe dovuto aiutarmi a tenerlo lontano da ciò che aveva fatto e non avevo intenzione di sacrificare loro» spiegò, spostando una ciocca di capelli biondi dal viso di Kate. «Non li ho creati per amore, non li ho voluti, ma sono nati da me, quindi ho dovuto assumerne la responsabilità, pur odiandoli con tutto me stesso. Col tempo si sono uniti ai nostri figli ed io non ho più potuto fare una differenza. Sono diventato insofferente verso tutti loro e, alla fine, ho preso il libro e sono andato via. Non volevo più sentirli lamentarsi di Sisifo e dei suoi catastrofici ritorni provvisori. Finché io avessi tenuto il libro al sicuro, loro non avrebbero avuto di che preoccuparsi, quantomeno non nel lungo periodo». Sospirò, scuotendo il capo. «Immagino di aver sbagliato, se non mi fossi allontanato avrei potuto aiutarli a risolvere questi problemi in meno tempo e, forse, sarei già riuscito a tornare indietro».

«Tornare indietro dove?» domandò Kate, con tono gentile, senza allontanarsi dalla stretta della divinità ma allungando la mano per stringere quella di Draco. «Perché hai tu il libro?».

Il sorriso triste che lui le dedicò fece stringere il cuore a Draco. «Sono stato punito per la mia impulsività, bambina. Gli altri dei mi chiamarono sciocco per essermi consegnato, nonostante la seconda fuga di Thanatos fosse stata colpa altrui. Venni condannato a preservare il Necromicon, così che Tiresias, il traditore, non potesse trovarlo per restituire l’esistenza a Sisifo stesso. Mi impedirono di rivedere il mio Eros, portandolo con sé e vietandogli di scendere fra i mortali». La sua voce si spezzò, colma di dolore. «Quel giorno punirono me, condannandomi a vivere fra i mortali e assistere all’opera del mio sposo, pur non potendone godere più in prima persona. Ma punirono anche i nostri figli, che lo dimenticarono, vivendo senza la gioia di ricevere la sua benedizione oltre che le mie, oltretutto deboli a causa del risentimento che avevo iniziato a maturare». Con un gesto gentile, posò le labbra sulla fronte di Kate. «Mi dispiace, bambina mia. Sono stato uno sciocco e tu hai pagato per i miei errori. Se Eros fosse stato qui con me, avrebbe riconosciuto subito il nostro sangue in te e ti avrebbe allontanata da quella spregevole Mortale che ha dato vita al tuo corpo mortale10».

Kate gli sorrise di nuovo, delicatamente. Il sorriso che Draco aveva spesso visto sua madre dedicare proprio a lui, quando credeva che non guardasse. Un sorriso pieno di amore incondizionato. «Non scusarti, il tuo è stato un errore fatto per amore. Anche la Morte sbaglia» lo rassicurò, dandogli dei colpetti amichevoli sul braccio. «Anche la tua punizione è senza una fine, come quella di Sisifo e Tiresias?».

Thanatos annuì. Non aveva mai distolto gli occhi da lei, quasi Draco non fosse neppure lì con loro. «Finché ci sarà bisogno di proteggere il libro da quei due folli, io sarò bloccato qui. E Poiché la loro punizione è eterna…».

«Ma se noi riuscissimo a porre fine a queste follia…» iniziò Kate, stringendo le labbra e lanciando uno sguardo a Draco, che annuì. «Se riuscissimo a fermarli una volta per tutte, allora tu potresti tornare da lui, no? La tua punizione sarebbe finita e potresti andare finalmente dal tuo Eros».

Il sorriso triste che incurvò le labbra del dio fece stringere il cuore di Draco. «In teoria, sì. Ma non ti darò il libro, bambina mia. Non rischierò che tu perda il controllo11 e distrugga te stessa. Hai così tanto di lui, in te…».

Draco si schiarì la voce, attirando finalmente l’attenzione di Thanatos. «Lei non perderà il controllo. Non lo permetterò. Non lo permetteremo. Ma se non faremo nulla, allora Sisifo tornerà e tutti i tuoi… tutti i vostri figli saranno distrutti. Credi che lui vorrebbe questo? Amore è prendere dei rischi. Tu hai corso dei rischi. Lascia che siamo noi, adesso, a prenderli».

«Tu hai perso tutto per amore» continuò Kate, accarezzando il viso della divinità, il padre della sua Succubus. «Adesso lascia che noi proviamo a restituirtelo».

I due si fissarono per un lungo istante, quasi stessero continuando a discutere in una lingua sconosciuta a chiunque non appartenesse alla loro stirpe. Alla fine, con un sospiro, Thanatos allungò la mano verso di Draco, lasciando che in un turbinio di fiamme vi apparisse un rotolo di pergamena ancora perfetto, nonostante fosse palesemente antico, forse più di quanto lo fosse il documento più vecchio ritrovato dagli uomini. Lo guardò negli occhi, prima di lasciare che lo prendesse, fulminandolo con quei due pozzi infiammati, animati da una determinazione immortale. «Ti sto affidando questo libro, Mortale, così che tu possa aiutare la mia progenie a porre fine alla nostra maledizione. Se qualcosa dovrà accadere a lei o a questo libro, tu avrai la Morte a caccia della tua inutile anima. Sei pronto ad accettare questo compito?».

Quando lui allungò la mano libera e prese il libro, Kate strinse più forte la presa che ancora li legava.

«Sono più che pronto». 

 

 

 

 

» Marnie’s Corner

 

Bentrovati e bentornati, cari amici di EFP!

 

Prima di tutto, ho una pagina facebook! Seguitemi per futuri aggiornamenti!

 

 

IO L’AVEVO DETTO CHE LA FOLLIA ERA APPENA INIZIATA.

Eros e Thanatos, perché Patroclo e Achille dell’altra FF non erano abbastanza.

Oh, l’hashtag di questo capitolo è certamente #DramaQueenThanatos.

 

 

 

Punti importanti:

 

» * - E forse il più grande dei dolori, dopotutto, è essere lasciato sulla Terra quando l’altro è oltre. Questa è una traduzione mia, non ho idea se nel libro (che è il mio preferito, comunque) sia trascritta proprio così (io ho letto la versione inglese, sto aspettando che mi venga consegnata quella in italiano!). La Canzone di Achille è davvero il mio libro preferito e, in un certo senso, Eros e Thanatos rispecchiano molto l’esistenza di quei due. Solo che Thanatos/Achille non può uccidersi per tornare dal suo amato. #Angst

 

» 1 – Ricordiamo: dopo il suo cambiamento definitivo Katie non si è più sentita una Katie. Kate è il nomignolo che Draco le ha dato e con cui lei adesso può identificarsi. Da adesso in poi sarà sempre Kate a parlare.

 

» 2 – Immaginate un po’ gli angeli custodi, ma più “immateriali”, una vocina sul fondo della coscienza, un sussurro che quasi non si sente. Non è un fantasma che segue, è una parte dell’anima che resta vicina al sangue del suo sangue. Regulus è rimasto indietro per Draco, perché loro due si somigliano tantissimo dal mio punto di vista. Teddy, invece, è ovviamente seguito dai suoi genitori.

 

» 3 – Silente non era un santo e Draco di certo non aveva buoni motivi per amarlo. Il vecchio era di parte, lo sappiamo tutti, e non è mai stato poi così carino con i serpeverde. Se poi consideriamo che Draco per provare ad ucciderlo è quasi morto ed ha praticamente ucciso Katie…

  

» 4 – Eheh, l’avevo detto che mi sono scatenata. Prima di tutto, Dominus: come ho anticipato, la lingua che viene prevalentemente usata dai negromanti è il latino e dominus indica il padrone, il capo.

Veniamo all’identità del suddetto Dominus! Esistono gli dei greci? Più o meno. Sono creature magiche eccezionali, antiche ed immortali che hanno fatto la loro apparizione davanti ai mortali per secoli, prima di ritirarsi a vita privata (da qui le divinità greche e romane e tutte le altre, sono ricordi di un tempo passato). Dio della Morte? Sì, nel senso che controlla, con la sua magia, tutto ciò che riguarda la morte. Nei tempi antichi (quando il numero delle persone era ancora miracolosamente ridotto) era lui a portare via le anime, ma ad un certo punto (guardare nota sotto), quando tutti gli altri si sono ritirati, ha smesso di occuparsene personalmente. Per qualsiasi chiarimento, chiedete!

 

» 5 – Ehm… sì. Kate è una Succubus, i succubus sono capaci di manipolare le emozioni delle loro vittime, soprattutto il desiderio sessuale. Presa dal panico, la povera Kate ha pensato che il modo migliore di far finire velocemente Draco in ginocchio fosse farlo divertire TROPPO. In pratica, Draco ha avuto un orgasmo fulmineo. Poverino, non ha neanche potuto tenere l’onore alto.

 

» 6 – Se qualcuno di voi ha visto True Blood o ha letto Intervista col Vampiro (credo!), saprà che spesso i vampiri vengono dipinti come capaci di piangere lacrime rosate, perché miste a sangue. I negromanti, quando sono in versione “occhi neri”, hanno la stessa capacità. Altro motivo per cui spesso è difficile distinguere i negromanti dalle loro creature. Kate stava piangendo per la gioia, immaginate di incontrare il vostro Dio all’improvviso, in carne ed ossa. Un’emozione piuttosto intensa, secondo me.

 

» 7 - Come ho detto prima #DramaQueenThanatos

 

» 8 – Come vi ho anticipato, le divinità ad un certo punto si sono ritirate. Quando Sisifo è riuscito nel suo piano malefico, hanno capito quanto pericoloso fosse mettere il loro potere a disposizione dei Mortali, così hanno prestato tutti un giuramento assolutamente vincolante (come un Voto Infrangibile) e hanno promesso di non intervenire mai più fra i mortali. Quindi Thanatos deve semplicemente nascondere il libro, non può distruggere Sisifo o Tiresias, non può intervenire. I mortali hanno libero arbitrio su tutto.

 

» 9 – VENIAMO ALLA PARTE SULL’AMORE TRAGICO CHE MI PIACE TANTO. Immaginate questo scenario: Eros e Thanatos vivono felici con i loro figlioli (poi spiegheremo in che senso figlioli), passeggiando per il mondo ed osservando gente morire e fare sesso come se non ci fosse un domani. Tutto meraviglioso. Eros però è un tenerone e quando il suo coppiere (una specie di maggiordomo che porta il vino) – Tiresias, il famoso veggente che già ne aveva passate tante nella sua vita – gli chiede di aiutarlo a conquistare l’uomo di cui si è innamorato, lui cede ed usa una delle sue frecce. Sisifo, però, era ben consapevole di quanto Tiresias fosse debole e allora sfruttò il suo ascendente per convincerlo a rubare arco e frecce della divinità dell’amore. Eros, furioso, lascia indietro il suo compagno immortale e va a riprendersi ciò che è suo, finendo in una trappola che il suo coppiere gli aveva teso, insieme all’uomo che lui gli aveva trovato (perché alla fine Sisifo ama Tiresias a modo suo). Poi succede quel che racconta lo stesso Thanatos: tutto arrabbiato va a salvare il suo amato, ma finisce a sua volta in trappola e bla bla bla. Eros e Thanatos sono stati separati perché Eros è stato troppo tenero e tutti i loro figlioli assetati di sangue e sesso si sono ritrovati senza uno dei loro papà.

 

» 10 – Veniamo al delirio “scientifico-filosofico” di questo capitolo. In che senso Succubi e Incubi sono figli di Eros e Thanatos? E i negromanti solo di Thanatos? Perché Thanatos si sta scusando con Kate?

-         Risposta 1: Ovviamente non sono genitori biologici, sono più che altro genitori metafisici (nel senso dell’essenza, della realtà primordiale). Loro sono genitori del potere dei Succubi. Avete presente ape e fiore? Qui abbiamo amore e morte che si uniscono per formare l’anima, l’essenza di Incubi e Succubi. Fisicamente parlando, quindi, non sono genitori, ma lo sono a livello spirituale. Ogni succube o incubo è FIGLIO di quei due, non nipote o simili, il potere ha direttamente origine da loro, nasce direttamente da loro. Quindi Kate non è una discendente, è proprio una loro figlia¸ per questo Thanatos poi le dirà di rivedere tanto di Eros in lei. Letteralmente, la sua anima è figlia di Thanatos ed Eros (Ovviamente per ogni anima non serve che quei due abbiano rapporti sessuali o simili, è una nascita spontanea, legata al loro essere “sposati”).

 

-         Risposta 2: Qui vale un po’ la regola della riproduzione asessuata, diciamo. Il potere di Thanatos si è riprodotto da solo, creando tanti piccoli minions tutti suoi che lui detesta. Sono la dimostrazione del suo fallimento e della sua lontananza da Eros. Lui è molto drammatico.

 

-         Risposta 3: Si sta scusando perché se lui ed Eros fossero ancora stati insieme, avrebbero viaggiato per la terra insieme e avrebbero riconosciuto immediatamente in Kate una loro figlia, portandola via dalla sua mammina cattiva e facendola crescere con loro stessi o con qualcun altro dei loro figli (se Eros dovesse essere liberato, la madre di Kate potrebbe passare un brutto quarto d’ora, perché Eros è buono e carino, ma se fai del male ai suoi figli...).

 

» 11 -  Perché perdere il controllo? Perché nel libro c’è troppo potere e Kate potrebbe perdere la testa come è successo a Sisifo. Thanatos non vuole vederla diventare un mostro e se per caso Draco non dovesse mantenere la sua promessa…

 

Ve l’ho detto che era una follia.

Ma AMO #DramaThanatos e #IngenuoEros da morire e io mi vedo troppo il povero Eros in mezzo alle nuvole che urla e scuote le sue alucce bianche imprecando come uno scaricatore di porto (tale padre, tale figlia) perché suo marito non si prende cura dei loro figli e quel maledetto Tiresias non la smette di fare guai.

Amore mio.  

 

Chiedetemi qualunque cosa, ribadisco.

 

 

 

Nel prossimo capitolo tornano gli orrori.

 

PS: domani ho un esame, come al solito tenetemi nei vostri pensieri

 

 

Vi aspetto tutti lunedì prossimo! E scusatemi per l’ultimo ritardo, settimana da impazzire!

 

 

 

Per altre comunicazioni/anticipazioni/esaurimenti nervosi, vi aspetto su facebook!

 

 

Grazie ancora a chiunque leggerà,

-Marnie

 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Marne