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Autore: time_wings    12/07/2017    1 recensioni
[High School!AU]
La scuola è appena ricominciata e, numerose e spiazzanti novità, non tardano a palesarsi. Il cammino di un adolescente, si sa, può essere tortuoso e pieno di pericoli. Un anno scolastico servirà a mettere a posto antichi conflitti? L’amore tanto atteso sboccerà per tutti? I sette della profezia che avete tanto amato trapiantati nell’impresa più difficile di sempre: la vita di tutti i giorni fino all’estate successiva. Mettetevi comodi e buona lettura.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Esperanza Valdez, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Sally Jackson, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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FESTA DI HALLOWEEN (PARTE 1) 
 
La scuola era in preda al più totale delirio per la festa che Drew avrebbe dato quella sera. In giro non si faceva altro che parlare degli invitati, dei costumi succinti che Annabeth, guardandosi intorno, era certa avrebbe trovato. La parte peggiore era incontrare la proprietaria della casa per i corridoi: sembrava una diva di Hollywood. Milioni di domande venivano poste dai milioni di ragazzi che si affollavano attorno a Drew, mentre lei, con uno sguardo superiore, fingeva di disprezzare o di dimostrarsi poco interessata a tutte quelle attenzioni.
Annabeth odiava con tutta se stessa questo genere di cose, ma doveva ammettere che le feste di Drew Tanaka erano folli, sì, piene di stereotipi ed ideali da lei non condivisi, certo, ma se ne vedevano delle belle, bastava solo non farsi risucchiare dagli eventi e rimanere spettatori delle follie che si susseguivano come scene di un film di fantascienza.
“Ehi, hai visto che delirio?” Le domandò Piper che, chissà come, era riuscita a scorgere la sua amica nella marmaglia di studenti che invadeva i corridoi.
“Certo, è da pazzi, non me lo sarei mai potuta perdere.” Ridacchiò la bionda: “Tu da cosa ti vestirai stasera?”
“Non lo so, ma non voglio dare troppo nell’occhio. Qualche dente appuntito ed un po’ di pelle cadaverica credi basti?”
“Ci inventeremo qualcosa.” Ribatté titubante Annabeth entrando nella sua classe di biologia.
 
Percy non le sopportava, non sopportava tutte quelle oche che non provavano nemmeno ad essere intelligenti. Ancora di più, Percy odiava quelle ragazze davvero brillanti che si omologavano alla marmaglia di belle e senza cervello solo per essere accettate socialmente. Ovviamente lui era una sorta di calamita per questo genere di ragazze e detestava questa situazione.
“Ciao” Salutò seccato Percy sedendosi accanto ad Annabeth nella classe di biologia. Lei arrossì appena e ricambiò il saluto. Forse era per questo che Annabeth era diventata la sfida più importante per lui, da portare a termine. Era una ragazza intelligentissima, gentile ed era sicuro non le piacesse passare il tempo a cercare di piacere alle persone cambiando se stessa. Aveva solo paura di essersi fatto un’idea sbagliata su di lei ed aver idealizzato la sua persona per come l’avrebbe voluta e non per come veramente era.
Il professore iniziò a spiegare un fiume di cose interessantissime, ma che Percy non aveva voglia di ascoltare in quel momento.
“Pssst” Sussurrò annoiato alla ragazza che aveva accanto, che, al contrario, sembrava parecchio interessata alle parole del professore.
“Che c’è?” Domandò seccata.
“Io… non ci capisco nulla di biologia marina. Non è che qualche volta ti andrebbe di aiutarmi?” mentì il ragazzo. La biologia era l’unica materia in cui andasse bene, ma era anche l’unico corso che aveva con Annabeth, quindi l’unico in cui lei avrebbe accettato di dargli una mano senza insospettirsi.
“Io? Ehm… Va bene, per me. Dopo ne parliamo meglio.” Sussurrò la ragazza, chiudendo così il discorso.
Il tempo passò lentissimo e, a pochi minuti dalla fine, il professore sorprese i ragazzi consegnando i risultati dei compiti in classe che avevano fatto appena una settimana prima. Quando a Percy fu consegnato il foglio dove una “A” rossa svettava inconfondibile sulla carta bianca, il ragazzo, tossicchiò, si fiondò a riporre il foglio nello zaino per non farlo vedere ad Annabeth e si affrettò fuori dall’aula, sentendo appena un “Complimenti, Jackson” da parte del professore, mentre usciva.
Annabeth lo seguì confusa, fermandolo prima che potesse confondersi nel mare di studenti che si stava riversando fuori dalle classi.
“Ehi, aspetta! Perché il professore si è complimentato? Com’è andato il test?” Domandò sospettosa la ragazza.
“Cosa? Be’, visto com’è andato, l’ironia è l’unica soluzione.” Scherzò Percy attento a non farsi tradire dal nervosismo.
“Mh, è andato tanto male?”
“Be’, l’ennesima D” mentì il moro.
“Posso vedere cos’hai sbagliato? Magari partiamo da quegli errori per…”
“Noi… Cosa? Sarebbe fantastico, ma devo andare agli allenamenti di football. Conoscerai il carattere un po’… ehm, particolare del coach Hedge. Meglio non fare tardi.” L’interruppe il ragazzo: “Ma a te com’è andata?”
“Non il massimo, in realtà. Ho iniziato male con una B+” Disse Annabeth abbacchiata. Percy scoppiò a ridere: “Scusa ma io questi voti me li sogno.” Ormai mentire diventava più facile. Era sicuro che sarebbe riuscito a non far capire nulla ad Annabeth, che sembrava aver abboccato.
 
“Jason è un cretino!” Esclamò seccata Piper accasciandosi sul letto di Annabeth, che stava rovistando tra i vestiti di Halloween degli anni precedenti.
“Che ha combinato?” Domadò senza smettere di cercare.
“Allora” Iniziò Piper con un tono che Annabeth conosceva piuttosto bene: il racconto non sarebbe durato poco: “Io stavo camminando per i corridoi, mentre cercavo di raggiungere il mio armadietto. Sai, con tutta quella gente, sembrava un incontro di boxe…”
“Sono sicura che la storia durerebbe pochissimo se non la infarcissi di dettagli inutili.” S’intromise la bionda girandosi solo per gelare la sua amica con lo sguardo, che si limitò a sbuffare.
“Va bene. In breve ero davanti al mio armadietto quando mi sento chiamare. Allora mi giro e mi ritrovo Jason davanti che cerca di sovrastare il chiasso con la sua voce. Ovviamente non lo sento e gli faccio cenno di avvicinarsi al mio orecchio.”
“Be’, è proprio cotto.” Commentò ironica Annabeth
“Vuoi aspettare? Non è questo il punto.”
 
Jason si avvicinò goffamente all’orecchio di Piper e quasi gridò: “Tu ci vai con qualcuno stasera alla festa?” Poi si allontanò e prese a fissarla imbarazzato e, come Piper poté constatare, rosso in viso, in attesa di una risposta da parte della ragazza.
“Oh, in realtà no. Come mai?”
“No, in realtà…” Jason sentì sul serio di non potercela fare a continuare quella discussione, il suo viso sembrava non poter essere più rosso: “Non fa niente, davvero, lascia stare.” Quando Piper tentò di ribattere il ragazzo era già scappato via e la sua voce si confuse nella folla.
“Ehi, amico, tutto bene?” Domandò Percy vedendo Jason abbattuto rivestirsi di malavoglia dopo gli allenamenti.
“Ma che vuoi?” Rispose scontroso il biondo che l’ultima cosa che desiderava era sentirsi prendere in giro da Percy sulla sua assenza di sfrontatezza.
“Cercavo solo d’essere gentile.” Commentò semplicemente l’altro: “Si tratta di Piper, non è così?” Domandò dopo qualche secondo: era troppo curioso.
“Cosa? No!” Esclamò Jason. Percy sollevò un sopracciglio e Jason fu costretto ad arrendersi: “Ma tu che ne sai?”
“Non ci vuole certo un genio per capire che ti piace.” Rispose semplicemente l’altro.
“Il fatto è che non so come fare con lei. Non riesco nemmeno a parlarci.” Jason non era certo di fidarsi di Percy, ma, in fin dei conti, non stava dicendo nulla di male: “Non mi era mai successo prima.” Aggiunse come a volergli dimostrare che non era un pappamolle con le ragazze.
“Già, ti capisco.” Rispose amaramente il moro, raccogliendo le ultime cose dalle panche dello spogliatoio ed andandosene lasciando troppe parole in sospeso. Jason rimase, invece, per qualche minuto lì, nonostante fosse pronto da un pezzo ad andarsene, accasciato su una panca, ancora un po’ confuso e scosso dalla persona con cui aveva avuto quella conversazione, finché la voce del coach Hedge, da fuori lo spogliatoio, non gli intimò poco cordialmente ed ad un tono della voce fin troppo alto, di andarsene via di lì. Il biondo si ritrovò costretto ad obbedire, dato che non aveva alcuna voglia di ritrovarsi una clava stampata sul fondoschiena.
 
Leo era venuto a sapere di Hazel e Frank, ma preferiva fingere che non gli importasse, sperava che gli sarebbe presto passata, quindi si avviò, un po’ mogio, ma speranzoso verso la festa di Drew vestito da scienziato pazzo, costume che gli si addiceva davvero molto, a detta di sua madre.
 
Annabeth non era sicura di voler andare davvero a quella festa. Certo, sapeva che si sarebbe divertita con i suoi amici e che la gente esageratamente frivola le avrebbe offerto qualcosa da guardare, ma a lei non piaceva questo genere di cose, semplicemente non era il tipo. Ringraziava il cielo, però, perché l’anno prima, quella festa era stata stressante, dato che bisognava avere un accompagnatore e lei si era sentita parecchio in imbarazzo. Peccato, però, che tutti quei dubbi li avesse formulati entrando nel giardino che precedeva il portico dell’enorme casa di  Drew Tanaka.
“Tutto bene?” Le domandò Piper che doveva aver notato lo stato d’animo dell’amica.
“Cosa? Sì, certo. Entriamo.”
La festa era stata sicuramente organizzata per avere una scusa per bere. La stanza al buio, con la musica, piena di luci ed addobbata per una festa di Halloween che si rispetti, era effettivamente, solo  una. Il resto della casa, o meglio, quello che era chiaro essere il posto riservato ai ragazzi era illuminato e pieno di alcolici presenti ovunque si potesse spingere l’occhio.
“Wow” Commentò asettica Piper. Era difficile capire se la ragazza fosse piacevolmente senza parole o estremamente ironica. Annabeth decise di non indagare.
“Ciao, ragazze!” Salutarono Jason e Percy in contemporanea. Le ragazze fecero per ricambiare il saluto, ma i due ragazzi si guardarono sbalorditi e si esibirono in una particolare e abbastanza complessa stretta di mano, come fossero sempre stati amici, come a sottolineare la sorpresa nell’aver detto le stesse esatte parole contemporaneamente. Piper ed Annabeth si guardarono confuse per un bel po’: “Non ho capito… Voi due adesso andate d’accordo?” Domandò Piper incredula.
“Non andiamo d’accordo per niente.” Esclamò Percy urlando un po’ troppo.
“Ha bevuto un po’” Spiegò Jason, che non sembrava tanto più sobrio del suo nuovo compagno d’avventure: “Percy! Ci sono i biscotti blu!” Esclamò, indicando un vassoio di biscotti qualche metro più in là.
“Dove?” Domandò il ragazzo correndo via con Jason e lasciando le due ragazze ancora più confuse di prima.
 
Leo arrivò nella casa sconosciuta e vide due ragazzi che conosceva fin troppo bene correre verso la cucina. Senza pensarci due volte li raggiunse domandando dove andassero così di corsa.
“Ci sono i biscotti blu. Io adoro i biscotti blu. Allora, cosa hai intenzione di fare?” Domandò Percy.
“Be’, in realtà… Pensavo di riuscire a provarci…” Un intenso profumo di noce moscata e pini invase il naso del messicano facendogli perdere il filo.
“Ciao.” Salutò suadente una ragazza bellissima dai capelli neri ed i tratti asiatici: “Jason, sei davvero venuto.” Quell’intenso profumo di Natale sembrava far perdere l’attenzione a chiunque entrasse nel suo raggio d’azione.
“Oh, sì” Replicò imbarazzato il ragazzo in questione: “Ehm… Leo? Stavi dicendo qualcosa?” Disse Jason interpellando l’amico nella speranza che lo salvasse dalle attenzioni quasi inquietanti di Drew, ma Leo sembrava incantato a guardare la ragazza e Jason capì, con una geniale intuizione, che non gli sarebbe stato d’aiuto.
“Tolgo il disturbo, dolcezza” Rispose al posto di Leo la ragazza: “Ti aspetto più tardi, spero di incontrarti da solo la prossima volta.” Aggiunse maliziosa Drew andandosene.
“È… bellissima.” Commentò incantato Leo che sembrava avere gli ormoni particolarmente agitati, quella sera.
“Leo, ne abbiamo già parlato: va con chiunque per il piacere di scaricarlo.” Replicò razionale Jason. Percy era troppo impegnato a gustare i milioni di biscotti blu che aveva nel piatto per partecipare alla conversazione, ma ogni tanto offriva il suo contributo scrollando le spalle o annuendo.
“Sì, va bene, amico, ho afferrato, ma se proprio non vuoi provarci, tu che hai la fortuna, non perdere tempo e vai da Piper!”
“Io… Cosa? Leo!” Lo riprese il biondo rosso in viso: “Non vedi quanta gente c’è in giro? Qualcuno potrebbe sentirci!”
“Be’, io vado a provarci con la ragazza con la treccia lì in fondo.” Disse ignorando il rimprovero dell’amico ed avviandosi.
“Leo, aspetta! È la rappresentante! Lei…” Iniziò il biondo, ma Leo era già scappato via a passo spedito verso la ragazza: “Ti farà a fette.” Concluse più a se stesso che a Percy, che sembrava ancora assente.
 
“Ehi bellezza!” Iniziò Leo avvicinandosi con quello che doveva essere lo sguardo da conquista che sfoggiava per rimorchiare.
“Hai… Hai qualche problema all’occhio?” Domandò la ragazza.
“Cosa? No!” Esclamò il ragazzo offeso: “Io sono Leo.” Disse porgendole la mano con un sorriso smagliante stampato in viso.
“Reyna…” Rispose accettandola e constatando, suo malgrado, che la mano del ragazzo era sudata: “Sei inquietante.”
“Lo prendo come un complimento. Allora, che ne dici di ballare?” Disse cingendole la vita e guadagnandosi, come riflesso involontario della ragazza, un pugno nello stomaco: “Ahi…” mugulò il messicano: “Un semplice ‘no’ sarebbe bastato.” Continuò dolorante.
“Scusa” Gli disse dietro Reyna che sapeva d’esser stata un po’ troppo violenta, ma Leo si era già allontanato dalla ragazza dirigendosi nuovamente verso i suoi amici, che avevano assistito alla scena e adesso ridevano a crepapelle.
“Secondo me le piaccio.” Commentò ironico Leo, massaggiandosi la pancia.
“Lui ti aveva avvertito.” Disse Percy indicando Jason.
“Dai, non pensarci troppo,” Tentò, al contrario di Percy, che sembrava divertirsi ad infilare il dito nella piaga, di tirare su di morale l’amico: “bevi un po’ di questo.” Disse, poi, porgendogli un bicchiere di vodka alla pesca.
“No, no, no, no, no.” Ribatté Leo deciso: “Io non sono il tipo che fa queste cose, amico” Sentenziò.
“Cosa?” Disse in risposta Jason, scoppiando a ridere: “Ma se siamo diventati amici perché ti ho aperto un braccio mentre eri ubiaco!” Esclamò quasi non riuscendo a respirare per via delle risate e dell’alcol.
“Già,” Iniziò Leo con uno sguardo ironico: “ed è per questo che io non bevo.” Concluse. Il suo ragionamento, per quanto improbabile, sembrò logico nella mente di Percy: “Ha ragione!” Esclamò: “Io vado a cercare Annabeth.” Disse incamminandosi, prima di essere afferrato per il collo della maglietta da Jason ed iniziando a muovere passi a vuoto confuso: “In questo stato?” Domandò il biondo: “Meglio di no.” Concluse, quando Percy iniziò ad annuire con uno sguardo che poteva esprimere tutto, tranne lucidità.
In quel preciso momento, mentre Jason e Percy decidevano cosa il moro potesse o non potesse fare, con la dose di alcol che aveva in corpo, Leo fu distratto da due ragazzi che conosceva piuttosto bene che entravano nella casa un po’ intimiditi. Leo si soffermò sul vestito della ragazza, che non aveva nulla di particolare, ma che trovò starle benissimo.
“Jason,” chiamò, senza staccare gli occhi scuri dai nuovi arrivati: “Cosa dicevi riguardo quella vodka a pesca?”
“Io non credo sia una buona idea.” Sentenziò il ragazzo, che aveva seguito lo sguardo dell’amico individuando il problema, ma Leo sembrò non badare troppo a Jason e gli bastarono pochi secondi per individuare ed afferrare il bicchiere rosso che il biondo gli aveva offerto pochi minuti prima.

Note dell'autrice: Ciaooooo, amiciii!
T_W ha finalemnte imparato che le note è più saggio metterle alla fine, yay! So che è tardi, che sono un essere ignobile, ma ho davvero avuto tanto da fare e non volevo fare le cose male, pur di essere puntuale. Sì, bella scusa. Ma non perdiamoci in chiacchiere, dannazione. Allooooora, il capitolo di oggi è diviso in due parti perchè avrei anche potuto mettere roba come 16 pagine di capitolo, ma sarebbe stato poco bilanciato con il resto della storia. Il titolo molto fantasioso che ho messo vi ha già detto molto sul capitolo ed il contenuto mi sembra piuttosto scontato, ma mi serviva come scusa per far succedere molte delle cose che vedrete nei prossimi capitoli. Jason e Percy. Parliamone. La loro improvvisa amicizia non è campata in aria. Diciamo che dopo la conversazione nello spoigliatoio non erano sul piede di guerra, quindi, con l'alcol in circolo, sono diventati più vicini. Leo è il solito inopportuno e le povere Annabeth e Piper devono fare i conti con Jason, Percy ed i loro particolari metodi di rimorchio. Hazel e Frank hanno poco spazio, lo so, ma nella seconda parte ci saranno eccome. Così come Nico e Will, che potrebbero presto farsi vedere u.u.
Il mio sproloquio è terminato, 
Adieu.
T_W
   
 
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