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Autore: Sterlocked    07/08/2017    4 recensioni
Raccolta di drabble, flashfic e one-shot Sterek di rating e genere vari.
#1 Stiles porta a casa un gatto obeso e Derek lo bullizza.
#2 Derek presenta Stiles a Laura per la prima volta ed è ansioso.
#3 Una proposta di matrimonio insolita e una reazione inaspettata.
[Sterek]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: una proposta di matrimonio insolita e una reazione inaspettata.
Genere: romantico, fluff.
Rating: verde.
Parole: 900.

Buona lettura!

#3

 

Faceva caldo e l’afa rendeva ancora più insopportabile quell’estate torrida. Nonostante fossero già le dieci di sera nessuno a Beacon Hills aveva trovato il ben che minimo sollievo. Stiles e Derek erano seduti sul divano, entrambi con una birra fresca in mano a guardare la televisione.        
«Mi spieghi perché stiamo guardando “The Good Wife?”». Il suo tono scocciato non infastidì Stiles che si limitò a una smorfia.   
«Perché dopotutto piace anche a te».           
«Dereeeek». Il più grande gli dedicò solo un’occhiata veloce prima di riportare la propria attenzione ad Alicia Florrick.         
«Che vuoi?». 
«Ho caldo».   
«Lo so».         
«E che pensi di fare a proposito?».   
«Cazzo! Zitto, Stiles, ma hai visto cosa è successo? Hanno sparato a Will». Scosse la testa mentre la sua risata divertita ricoprì le voci della televisione.      
«E menomale che ti faceva schifo». 
«Zitto».
«Va bene, va bene. Mi arrendo». Si alzò dal divano, e con il cellulare e la birra in una mano sola, si allontanò da Derek, rintanandosi in cucina per poter parlare senza la paura di essere sentito.    
Compose velocemente il numero, e aspettò impaziente che gli rispondessero. Dopo due tentativi andati a vuoto, finalmente alla terza chiamata sentì il “Pronto?” interrogativo dell’altra persona.
«Salve! Non la vorrei disturbare ma sa, aveva detto che mi avrebbe chiamato in giornata e non l’ha fatto».       
«Scusi? Ma lei chi è?». Alzò gli occhi al cielo, posando con stizza la birra sul piano della cucina.
«Stiles, quello che più di una settimana fa ha portato un anello per farlo allargare». Dire che era infastidito era riduttivo.        
«Ah, il ragazzo dal nome impronunciabile».
«Sì, allora? È pronto? Posso passare a prenderlo domani?».           
«Ehm… provi a passare verso le cinque». Mentalmente insultò la donna. Era più di una settimana che gli dicevano di passare al negozio il giorno dopo, e ogni volta ne usciva a mani vuote.     

Prima di tornare da Derek stappò altre due birre ghiacciate, sicuro che anche l’altro avesse ormai finito la sua. 
«Dov’eri andato?».   
«Ero al telefono». Sapeva che non era colpa di Derek se i suoi piani continuavano a saltare e se il gioielliere non voleva lavorare.         
«Dio, contieni la tua esuberanza. Mi acceca».         
«Derek?».
«Sì?».
«Fanculo». L’altro rise e si buttò addosso a Stiles, intrappolandogli le labbra in un bacio a stampo e da cui non avrebbe più voluto staccarsi. 
«Mi soffochi».           
«Ti amo».       
«Sì, io pure». Derek alzò gli occhi al cielo e si sedette nuovamente sulla sua parte del divano. Anche se stava ancora guardando la serie i suoi pensieri non erano più rivolti alla moglie del governatore.          
«Stiles».         
L’altro teneva la bottiglia per il collo, soffiandoci dentro e tentando senza successo di fischiare.
«Che ne dici se ci sposassimo?». Stiles aggrottò le sopracciglia e piegò la testa di lato. Sembrava un cane che, incuriosito, aspettava il comando del padrone.        
«No eh, no no no no no». Una volta recepite le informazioni, saltò giù dal divano, scuotendo ripetutamente la testa mentre continuava a ripetere una sfilza di no.          
«Stai scherzando, vero?». Stiles si fermò dal farneticare senza senso.       
«No che non sto scherzando! Ma ti rendi conto di quello che hai appena fatto?». Derek sapeva che quella non fosse la più romantica delle dichiarazioni – forse non lo era affatto romantica – ma ci pensava già da un po’ di tempo e quello gli era sembrato il momento più adatto. Quello che non si aspettava, però, era la reazione esagerata di Stiles.            
«Ma ti pare che mi rifiuti?». Inizialmente l’aveva presa male. Ma poi ci aveva pensato meglio e col cazzo che Stiles non lo avrebbe sposato!        
«Stiamo insieme da sette anni, conviviamo da cinque».      
«Appunto, Derek, appunto?».          
«Appunto?».  
«In cinque anni non hai mai parlato di matrimonio, non hai mai accennato che me l’avresti chiesto, e adesso te ne esci fuori con questa cosa? Ma lo sai cosa hai combinato, lo sai?». Alzò l’indice e fermò Derek che stava per ribattere.           
«No che non lo sai».  
Era confuso, molto confuso. Avrebbe voluto arrabbiarsi, ma la confusione derivata dal non capire l’atteggiamento di Stiles aveva prevalso.
«Vieni con me». Lo prese per il polso, trascinandolo su per le scale fino alla camera da letto.     
«Stiles…».
«Ho detto che devi stare zitto».       
Aprì il cassetto della scrivania e tirò fuori un vecchio taccuino della polizia di Beacon Hills: probabilmente era appartenuto al padre. 
«Leggi».

Ore 15:00: andare a ritirare l’ordinazione. Portarla a casa e metterla nel frigo.  
Ore 17:00: compare una scatola per l’anello.         
Ore 18:00: imbandire la tavola.       
Ore 19:00: cominciare a mangiare. 
Ore 19:19: fare la proposta.             


«Ecco… lo vedi cosa hai fatto?».     
«Stiles, cosa è questo?».       
«È la mia proposta di matrimonio, ecco cosa è!». Era indignato. Indignato e arrabbiato. 
«Tu…».         
«Io…». Fece una smorfia per prenderlo in giro. «Ti volevo chiedere di sposarmi, ho persino portato i vestiti che avrei indossato in tintoria, così erano stirati per bene e tu non mi rompevi più l’anima perché vado in giro come un barbone! Ma no! Ti sembra che riesco a chiedertelo? Spoiler alert! Non ci riesco perché te ne devi uscire te e il tuo “Che ne dici se ci sposassimo”».      
«Stiles…».
«Cos- cazzo!». Derek era inginocchiato davanti a lui, un sorriso divertito a illuminargli il viso giocoso, e tra il pollice e l’indice un anello d’oro bianco.     
«Vuoi sposarmi?». Stiles dimenticò tutto. I fiori, le ordinazioni, il gioielliere… dimenticò persino di dire sì.     
«Allora? Mi sposi?».
«Sì che ti sposo!».

   
 
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