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Autore: paige95    15/08/2017    2 recensioni
Missing moments sul triangolo amoroso Hermione/Ron/Lavanda.
Dal bacio avvenuto alla fine della partita di Quiddich, Hermione tenterà in tutti i modi di far lasciare Ron e Lavanda, cercando silenziosamente di rivelare i suoi sentimenti al ragazzo, fino ad arrivare alla tanto attesa scena dell'infermeria...
Spero possa piacervi! Buona lettura :)
Dedicata a: HarryPotter394
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Lavanda/Ron, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Poli opposti
 
Quella sera Hermione non riuscì proprio a chiudere occhio, pensava e ripensava alla strana reazione di Ron ed iniziò davvero ad essere preoccupata che potesse non sentirsi bene, magari si era preso l’influenza. Insomma, tutto le passava per la mente, tranne un possibile coinvolgimento sentimentale con lei.
L’alba bussò rapidamente ai vetri delle finestre, ma, nonostante la ragazza avesse trascorso una notte in bianco, non si sentiva per nulla stanca, anzi una strana adrenalina le percorreva il corpo. Forse ancora il pensiero di essere andata così vicina a rivelare i suoi sentimenti la metteva in agitazione?
Era presto per le lezioni e in realtà anche per studiare, ma lei aveva bisogno di sapere come stava Ron. Così si alzò lentamente dal letto, senza svegliare le sue compagne e si diresse verso la porta. Una voce alle spalle la richiamò indietro.
“Hermione, ma dove vai?”
Era Ginny, che aveva percepito il movimento dell’amica.
La ragazza non sapeva cosa risponderle, si sentiva scoperta in una situazione compromettente.
“N-non ho più sonno, mi siedo qui fuori un momento” sperava davvero di essere credibile, ma in fondo non avrebbe fatto veramente nulla di male, andava solo a sentire come stava un amico “Torna a dormire, Ginny” le sorrise e uscì senza darle la possibilità di replica
Ed ora come avrebbe fatto a bussare nel dormitorio maschile alle prime luci dell’alba senza svegliare tutti e destare alcun tipo di sospetto? Optò per un ingresso silenzioso.
“Alohomora”
Entrò in punta di piedi e nella penombra intravide che Ron stava riposando. Non sembrava stare male, era sereno. Più si avvicinava al letto più il suo viso si rivelava a lei: non lo aveva mai scrutato così attentamente, aveva una ciocca di capelli che minacciava di scendere su occhi verde smeraldo, i suoi muscoli erano rilassati, sembrava un bambino, pareva sicuramente molto più innocente che da sveglio.
Si sedette sul bordo del letto per ammirarlo meglio, ma a quel movimento il ragazzo aprì gli occhi all'improvviso, spaventandosi.
“Herm” ma lei gli posò prontamente una mano sulla bocca
“Sshh, Ron, così svegli tutti”
Si guardarono negli occhi, prima che Hermione ruppe quel contatto visivo e ritirò imbarazzata la mano.
“Ma cosa diamine ci fai qui?” abbassò la voce
“Ron, sei tu che sei corso via come una furia ieri sera. Ho pensato non stessi bene”
Ed ora cosa le raccontava? “Sto magnificamente, solo che” doveva inventare una scusa “Mi sono ricordato che avevo un appuntamento con Lavanda” forse la peggiore che potesse venirgli in mente, ma non riuscì a pensare a nulla di meglio
Hermione si rattristò a quella rivelazione.
“Ok” si alzò “Allora se stai bene, vado” gli fece un sorriso malinconico
Ron si affrettò a fermarla per un braccio, ma quando si accorse dell’impulsività del gesto, la lasciò imbarazzato “S-scusami”
La ragazza rimase un momento interdetta, ma poi riprese il cammino verso la porta. Era triste, Ron l’aveva lasciata in biblioteca per raggiungere la sua fidanzata. Ma dopotutto di cosa si meravigliava, era una settimana che le cose andavano in quel modo. Uscì senza indugi e si sedette davanti al camino, accomodandosi sul divano.
 
Era un cretino, semplicemente un cretino! Non riusciva a trovare una parola che riuscisse a definirsi meglio. Che razza di scusa era?! Non poteva rivelarle la confusione che c’era nel suo cuore, ma almeno poteva inventarle un appuntamento con Harry. Che c’entrava ora Lavanda? Ah già, giusto, era la sua ragazza. Perché tendeva a dimenticarselo? Era esattamente quella la confusione che non voleva ancora esplicitare alla sua amica. Ma sbagliava o Hermione c’era rimasta male a sentire il nome di Lavanda? Le aveva detto la sera prima di essere gelosa di lui o lo aveva sognato? Troppe domande in testa per continuare a riposare serenamente e l’unica persona che poteva aiutarlo a fare chiarezza era proprio la strega più brillante che lui conoscesse.
Si alzò e si diresse verso l’uscita. Quello che però non poteva aspettarsi era di trovarla seduta nella Sala Comune a riflettere. Le si avvicinò con timore e le si sedette accanto.
Hermione si voltò verso di lui, appena percepì quello spostamento d’aria. Rimase a guardarlo per infiniti secondi. Lui invece teneva lo sguardo rivolto al nulla difronte a sé, aveva un’espressione colpevole, doveva trovare le parole giuste.
Ma le intenzioni di Ron furono disilluse da una voce alle loro spalle.
“Ron! Ma che ci fai sveglio a quest’ora?”
La ragazza si sedette in mezzo a loro, lasciandoli senza parole. Iniziò ad abbracciare il fidanzato, provocando un certo disgusto ad Hermione.
Forse Lavanda era più perspicace di Ron, perché quella gelosia che da un po’ di tempo si era impossessata della sua amica, lei la notava molto bene e così decise vigliaccamente di stuzzicarla.
“Sai, è molto strano che il mio Ron si alzi così presto, fosse per lui passerebbe tutto il giorno a dormire”
“Lo so” Hermione le rispose con indifferenza, si alzò e si diresse verso il dormitorio
Ron si divincolò leggermente dalla stretta di Lavanda “Ci vediamo dopo le lezioni nella Sala Grande?”
“Credo che andrò in biblioteca” gli rispose senza nemmeno guardarlo e proseguì per la sua strada, lasciando l’amico nelle grinfie di quella ragazza
Rimase un minuto a riflettere sul comportamento dell’amica. Quelli erano chiari segni di gelosia, anche se onestamente gli faceva un certo effetto crederci.
“Lavanda, staccati un po’! Non scappo, anche se non mi stai appiccicata” le parlò seccato e la ragazza a quelle parole rimase un po’ male, si staccò da lui e senza proferire parola uscì dalla Sala Comune.
“Ecco, fantastico”
Ron era sconsolato, ogni minimo gesto che compiva era un errore; quella confusione, che aveva prima nel cuore che nella testa, lo faceva letteralmente delirare, probabilmente prima non avrebbe trovato il coraggio di rispondere con quel tono a Lavanda, quel pensiero lo avrebbe tenuto per sé.
 
Un periodo davvero pessimo per Hermione. Aveva appena scoperto che Lumacorno avrebbe organizzato una festa per Natale e lei avrebbe dovuto pensare a qualcuno da invitare. Ron e Lavanda non ci sarebbero stati, in una situazione normale avrebbe invitato il suo amico, in fondo le dispiaceva che lui non fosse dentro quel personalissimo e ristrettissimo club di pochi studenti eletti; si occorse però che, date le circostanze, era un’idea veramente stupida. Aveva solo una possibilità per presentarsi a quella dannata festa in compagnia di qualcuno, Cormac McLaggen, il quale ovviamente aveva accettato di buon grado, visto che le ronzava intorno già da un po’; la disgustava solo il pensiero di quel ragazzo, ma ormai si era rassegnata alla sua triste verità.
Svoltò l’angolo e come di consueto una sgradevole scenetta le si parò davanti agli occhi, rincarando la dose del suo malumore; tentò di ignorarla per il suo bene e di proseguire la sua strada.
Ron appena la vide si staccò rapidamente da Lavanda e le corse dietro.
“Hermione, aspetta” le bloccò la strada
“Che vuoi, Ron. Lasciami passare”
La afferrò con enfasi per le spalle, ma mollò subito dopo la presa: quel contatto fisico infastidiva entrambi da un po’ di tempo, o meglio provocava strane sensazioni.
“Ma vai con McLaggen alla festa di Lumacorno??” domanda scontata, la proferì giusto per sottolineare il suo disappunto
Le voci giravano velocemente, o meglio a Ron non erano passati inosservati i salti di gioia che quel ragazzo aveva fatto quando Hermione glielo aveva chiesto.
“E a te che importa?” una reazione insolita e una strana gelosia negli occhi dell'amico
“N-nulla” si era forse esposto un po’ troppo con quella domanda “Pensavo solo che ci saremmo andati insieme, visto che il professore mi ha lasciato fuori da quel dannato circolo”
La ragazza si rattristò a quelle parole.
“Non avrei mai potuto separarti dalla tua fidanzata” il suo tono aveva un pizzico di sarcasmo
Gli lanciò un ultimo malinconico sguardo, per poi proseguire il suo cammino.
Ron le urlò dietro “Non venire a piangere da me, se McLaggen ti importuna” era convinto che a lei non piacesse Cormac, sapeva che le sue attenzione la infastidivano
“Pensa a Lavanda, non a me, Ronald” gli rispose seccata, senza nemmeno voltarsi
 
Non sapevano come uscire da quell’incresciosa situazione, si sentivano stretti in una morsa. Quel loro allontanamento li faceva soffrire. Quella sensazione di attrazione, ma anche di imbarazzante repulsione, la sola cosa che li accomunava.
 
Continua…

Spazio dell’autrice
 
Buon ferragosto a tutti! 😊
A presto 😊
Vale
   
 
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