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Autore: Circe    18/08/2017    2 recensioni
Bellatrix, Andromeda, Narcissa, Sirius, Regulus. Per ognuno di loro una storia privata e segreta.
Un Natale in famiglia costellato di segreti e conflitti. Bugie e amori.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Regulus Black, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La resa

(Narratore Evan Rosier)

Avevo invitato Wilkes al pub per parlare insieme, avevo davvero bisogno di raccontare di ciò che era successo, di scambiare pareri e opinioni. Eravamo seduti, uno di fronte all’altro, come sempre quando ci trovavamo a quel nostro tavolo a bere una Burrobirra. Quel giorno però ordinai un Whisky Incendiario per cercare di calmare i miei nervi. Mi sentivo ancora male e non sapevo come iniziare a parlare, alla fine buttai semplicemente lì ogni cosa.
“Ci rinuncio, sai? Basta, basta, anzi, più sta lontana da me più sono contento e mi sento sollevato.”
Wilkes non aveva capito quel mio sfogo improvviso, ma forse qualcosa la intuì subito, senza spiegazioni eccessive.
“Stai parlando di tua cugina? Rinunci? Ma se l’avevi praticamente in pugno…”
Mi mossi sulla sedia e passai una mano tra i capelli, mi sentivo ancora tremante all’idea di lei, di mia cugina, in quel frangente ultimo in cui mi aveva affrontato, il ricordo di quel momento mi angosciava.
“No, amico, quella è una pazza, non lo dico per dire.”
Deglutii e lui si fece più attento, forse aveva compreso che non scherzavo.
“Aveva già ottenuto da suo padre l’autorizzazione a non sposarmi, a frequentare quell’altro. Un altro pazzo malato assassino, si sono proprio trovati.”
Presi aria, non mi era facile fare un discorso compiuto, evitare frasi sconnesse, giocai un pochino col bicchiere e mi feci coraggio a continuare.
“Mi aveva detto che voleva solo comunicarmi questo, invece mi ha voluto incontrare per uccidermi, davvero quella voleva uccidermi.”
Wilkes sorrise guardandomi di sottecchi.
“Be tu volevi costringerla a sposarti…” mi disse. Io invece lo guardai scandalizzato. Evidentemente non mi credeva.
“Ma dici sul serio, o mi prendi in giro? Capisci quello che ti ho detto? Volevano uccidermi, mia cugina, il tipo con cui si è messa, mi hanno voluto incontrare per uccidermi, tutti e due.”
Wilker mosse la testa a destra e sinistra, non era convinto.
“Ma cosa è successo, Evan, almeno spiegami se vuoi che capisca per davvero, al momento il pazzo sembri tu.”
“È stato un momento orribile, ricordo solo dei momenti, non tutto distintamente, quasi la mia mente si rifiutasse di farlo. Non è semplice spiegarti.”
Parlavo concitatamente, ma Wilkes mi ascoltava comunque, almeno aveva capito che stavo parlando seriamente.
“Diceva di dovermi solo comunicare ciò che aveva deciso davanti a suo padre, cosa che riguardava anche me. Invece si è presentata insieme a quell’altro pazzo del suo attuale fidanzato. Me li sono ritrovati entrambi davanti, inquietanti, davvero avevano un che di spaventoso, io Bellatrix non la ricordavo così. Mi ha detto velocemente che non mi avrebbe sposato, che era già deciso. Quell’altro mi si è presentato come il suo fidanzato, con quell’inglese strascicato, una voce che non scorderò mai. Poi hanno taciuto entrambi, si sono guardati per un attimo e improvvisamente lui mi ha lanciato un incantesimo, una maledizione.”
Presi fiato tremando ancora.
“Ho provato il dolore più intenso dell’universo, Wilkes, una cosa indescrivibile. Tremo ancora al solo pensarci, i nervi non li controllo. Quando si è fermato e ho potuto prendere un attimo fiato l’ho sentita che rideva, lei rideva, aveva riso tutto il tempo, rideva come una bambina a cui hanno portato il regalo che desiderava da tanto. E non era finita lì perché poi ha iniziato lei, e come ha iniziato… era così più potente il suo incantesimo che credevo sarei morto, morto davvero in pochi attimi. E lei continuava a guardarmi con occhi indiavolati.”
Tacqui tremando letteralmente, il bicchiere tintinnava sul tavolo non appena lo toccavo tanto i miei nervi erano tesi e le mani tremanti.
Wilkes mi guardava incredulo, come se io stessi raccontando una storia incredibile.
“Poi si fermava, per un attimo, mi guardava, aspettava che alzassi lo sguardo verso di lei e mi ripeteva delle frasi. – Giochiamo ancora cugino? O ti sto annoiando? E allora chi ha vinto? Io o tu? – 
Faceva riferimento alla battuta che le avevo fatto io tempo addietro, quando pensavo di averla incastrata. E poi ricominciava, con quella tortura sempre più potente.”
Wilkes si mosse dal suo stupore e tentò di parlarmi.
“Ora calma Evan, ha usato una maledizione, entrambi l’hanno usata, tu li puoi denunciare per tutto questo che mi hai raccontato.”
A quella frase mi prese il terrore.
“Nemmeno per sogno, non voglio più avere nulla a che fare con lei, è un miracolo se sono vivo! Il francese le ha chiesto cosa fare di me ad un certo punto, si sono parlati, si consultavano se uccidermi, o no, capisci? Loro conoscono l’incantesimo. Mi ha graziato lei, mi ha detto di non farmi più vedere, di non disturbarla più se non volevo morire. Capisci? Io le ho dichiarato guerra e lei ha risposto, ora no, basta, ne ho avuto abbastanza, non la voglio vedere più, figuriamoci provocarla con una denuncia.”
Buttai fuori tutto con tutto il terrore che avevo ancora in corpo, Wilkes fece per parlare ancora, ma io chiusi ogni discorso:
“No Wilkes, non dire nulla a nessuno di tutto quello che ti ho raccontato, lasciami stare tranquillo, dovevo sfogarmi con qualcuno, ma di lei, di Bellatrix Black, io non voglio più sentire nemmeno parlare.”

La libertà

(Narratore Sirius Black)

Avevo sempre sognato di scappare. Scappare di casa ed essere finalmente libero di essere me stesso, libero dalla mia famiglia e da vincoli che non riconosco. Respirare l’aria pura e limpida della vita, lontano dall’oscurità del mio casato di cui, mio malgrado, porto ancora il nome. Orgoglioso di credere in ciò che voglio e di amare e odiare chi voglio. 
Era sempre stato un desiderio indistinto, un sogno un po’ vago che non riuscivo a mettere in pratica.
Ora finalmente mi sentivo di farlo, questa idea si era resa piano piano sempre più nitida ai miei occhi e nei miei pensieri, finché capii cosa davvero desideravo per la mia vita, quale futuro stavo cercando. Allora zaino in spalla e pochi vestiti addosso, ero uscito dal portone di casa deciso a non mettere mai più piede là dentro.
La vita mi era diventata odiosa nella mia stessa casa, i miei famigliari mi controllavano, mi sentivo spiato, odiato, umiliato.
Non potevo permettere a nessuno di farmi sentire così, non dissi nulla e me ne andai.
Girai a lungo senza meta, pensando e ripensando a me stesso e alla mia storia. Poi, con la mia piantina in mano e l’aria da marinaio all’avventura, bussai alla porta di casa Potter.
Fu James ad aprirmi, non poteva immaginare il peggioramento del mio dramma casalingo e che ciò mi aveva spinto a fuggire, non poteva capire come io mi sentissi veramente dentro, nonostante l’aria da spavaldo. Mi rivolse dunque uno sguardo stupito che, allo stesso tempo, rasentava la gioia più pura.
“Ho trovato il modo di trasformarmi in cane! Ora so come possiamo diventare Animagi.”
Avevo scelto una frase teatrale ovviamente, giusto per attrarre la sua attenzione, distogliendola però dal mio vero problema. James infatti rimase a bocca aperta, per la prima volta era rimasto senza parole. Riuscì soltanto a scompigliarsi i capelli come solito e guardarmi come un fesso.
Decisi di parlare io prima che potesse pensare a cosa rispondermi.
“In cambio di questa informazione preziosa, amico mio, mi potresti ospitare per un po’ a casa tua?” 
James mi spalancò la porta festoso, mi accolse come un vero fratello, non ci fu bisogno di parlare per capirsi...
“Ma come hai fatto? Io è dall’ inizio delle vacanze che ci penso, che faccio ricerche!”
Risposi con tono spavaldo, anche perché mi sentivo felice di essere stato accettato e accolto finalmente da qualcuno che mi voleva bene davvero.
“Volevi forse superare il maestro? Vieni che ora ti spiego tutto! Dobbiamo anche inventarci dei nomi in codice ora che abbiamo questo segreto, che potremo trasformarci in animali, da usare solo noi Malandrini, cosa ne pensi?”
“Mi trovi assolutamente d’accordo, Sirius! E poi dobbiamo dirlo a Remus, ti immagini che faccia farà? Finalmente non sarà più il solo a poter scorrazzare liberamente fuori Hogwarts, la notte!”
 Ridevamo felici, scherzavamo e ridevamo fra noi al culmine della gioia, avevo un amico e ora avevo trovato un vero fratello. 
Fu così che ebbe inizio la mia vera vita.
 

La cosa giusta

(Narratore Regulus Black)

Mia cugina si era rifugiata in camera mia, forse per parlare, o forse desiderava un po’ di pace dopo tutte le bufere e dopo tutti quei cambiamenti in atto. Ci sentivamo entrambi confusi e spaesati, cercavamo conforto l’un l’altra.
“Regulus, tu cosa pensi di tutto ciò che sta succedendo alle nostre famiglie?” mi chiese Cissy con aria timida e incerta. “Io sento tante frasi contraddittorie sussurrate fra i nostri genitori e i nostri zii, non riesco a capirci più nulla. Mi sento come i camaleonti, sai? Quelli che cambiano improvvisamente aspetto. Così mi pare di dovere cambiare continuamente vita, parere, idea…”
Io ero preparato a quella domanda, sapevo come rispondere, inoltre volevo proteggere e rassicurare la mia delicata e bellissima cugina, per cui non ebbi esitazioni.
“Noi non possiamo farci comunque nulla, Cissy, che questa nuova situazione ci piaccia o meno, dobbiamo adeguarci per il bene del nostro nome, della nostra nobile e sempre pura casata.”
Mia cugina mi guardava in silenzio, attenta e affascinata dalla mia sicurezza e dalla mia passione, mi piaceva sentirmi così importante e forte.
“Solo che a me manca mia sorella, in un qualche modo mi manca anche tuo fratello, anche se non andavamo molto d’accordo.”
Lo sapevo benissimo cosa provava, anch’io sentivo esattamente le stesse cose. Sentivo anche i nostri genitori sempre arrabbiati, tesi, in ansia e nervosi. Avrei tanto voluto ritrovare la pace e la serenità che avevamo un tempo, prima che quel Natale sconvolgesse tutte le nostre vite così profondamente.
“Vedrai che le cose andranno bene alla fine, si sistemerà tutto nel migliore dei modi e, anche se dovremmo sopportare delle sofferenze, come quella di non vedere più le persone che amavamo, sarà per un valido motivo, per qualcosa di superiore, di più giusto.”
Non sapevo bene nemmeno io cosa stessi dicendo, non mi riferivo a nulla in particolare a dire il vero, ma sentivo dentro di me questa forte pulsione che mi spingeva al bene, a conquistare la giustizia e preservarla.
Forse avevo detto parole sciocche per mia cugina, o incomprensibili, ma quando invece Cissy mi sorrise rassicurata, io per la prima volta mi sentii forte. Percepii che, qualsiasi cosa avessi fatto, sarebbe stato qualcosa di eroico.
 

L'amore

(Narratore Andromeda Black)

Solo fra le braccia di Ted mi sentivo sicura. Solo sentendo il suo immenso calore, guardando il suo sorriso e specchiandomi nei suoi occhi limpidi, mi sentivo certa che ce l’avrei fatta, e che ce l’avremmo fatta insieme. Avevo preso la mia decisione, avevo scelto il mio amore e abbandonato la mia famiglia. 
Nella mia breve vita, avevo desiderato tanto la felicità e la spensieratezza di sentirmi bene con me stessa e con gli altri. 
Avevo sognato continuamente la libertà, la possibilità di pensare e immaginare solo con la mia testa e col mio cuore, senza restrizioni di nessun tipo. Avevo sperato tanto, fin da bambina, di crescere forte e coraggiosa, di sbaragliare gli ostacoli su tutto il mio cammino. 
Ora, avevo finalmente trovato tutto ciò che desideravo, tutti questi pensieri e tutte queste immagini si racchiudevano in un’unica singola persona, e questa era Ted, in un unico immenso sentimento, e questo era l'amore. Avevo trovato tutto quello che cercavo nell’amore, quello vero, e non lo avrei lasciato per nulla al mondo.
Mi voltai verso Ted che mi teneva stretta e mi accarezzava dolcemente i capelli.
“Ted, ti amo davvero tanto, lo sai?”
Sentendo le mie parole, i suoi occhi blu si puntarono nei miei: aveva uno sguardo così dolce e penetrante che mi faceva sempre battere il cuore, qualsiasi altra cosa attorno a noi scompariva davanti a quel suo sguardo che mi avvolgeva tutta.
“Anch’io ti amo moltissimo e desidero stare sempre con te, Andromeda. Non lasciarmi mai. Mi hai reso felice, per me è stato bellissimo fare l’amore con te.” 
“Anche per me è stato bellissimo, sai? E ora che siamo così uniti non ci lasceremo mai, Ted, mai.”
 

La follia

(Narratore Rodolphus Lestrange)

Più la guardavo più la trovavo bella e impenetrabile. Aveva tutto quello che cercavo in una ragazza: bellezza, fascino, sensualità e spregiudicatezza. 
Ogni tanto, quando passavamo il tempo mollemente distesi l’uno accanto all’altra, nudi fra le lenzuola setose, accarezzandoci la pelle accaldata e morbida, allora la guardavo silenziosamente e pensavo a cosa fosse stata capace di fare pur di poter stare insieme, pur di poter fare tutto ciò che desideravamo in totale libertà, senza curarci di nessuno.
La trovavo audace e pericolosa. Aveva una volontà che rasentava la follia pura.
Mi piaceva il potere che avevo e quello che lei era in grado di donarmi, sembrava che tutto per lei fosse solo un gioco. O si vince o si perde, o si vive o si muore. D’altra parte era così anche per me.
 “Tu puoi fare tutto quello che riesci anche solo a immaginare, vero?” le chiesi una di quelle volte, mentre eravamo rilassanti e vicini. Lo chiesi solo per sentirmi rispondere quanto fosse vera la mia affermazione e ridere follemente della nostra onnipotenza.
Lei si voltò verso di me con i suoi occhi scuri e oscuri, con quello sguardo di chi si crede sempre superiore a tutto e tutti. Quindi, lentamente, mi rispose:
“Certo, amore, io sono pur sempre una Black.”

………………..

E finalmente è finita questa fiction! Vero che dovevo solo fare pochi cambiamenti ma alla fine alcuni capitoli li ho dovuti riscrivere da capo, ora che ho finalmente terminato tutto sono contenta e soddisfatta, posso dedicarmi a finire le altre (ormai mi sono fissata).
Allora, non ho avuto nessun commento per capire se è piaciuta o meno, ma io spero di sì, ci ho messo impegno e spero sinceramente di averla migliorata perché ci tenevo. Le letture non sono mancate, per cui mi auguro di non aver deluso aspettative e che tutto sommato vi abbia tenuto compagnia in questi giorni di agosto torrido! Se qualcuno leggerà in futuro la fiction e deciderà di lasciarmi un commento, mi farà enormemente piacere! Scrivetemi, fatemi sapere come vi è sembrata, se è piaciuta, o meno!
Ora non mi resta che salutarvi 
Alla prossima avventura!
Circe

 


   
 
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