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Autore: paige95    21/08/2017    2 recensioni
Missing moments sul triangolo amoroso Hermione/Ron/Lavanda.
Dal bacio avvenuto alla fine della partita di Quiddich, Hermione tenterà in tutti i modi di far lasciare Ron e Lavanda, cercando silenziosamente di rivelare i suoi sentimenti al ragazzo, fino ad arrivare alla tanto attesa scena dell'infermeria...
Spero possa piacervi! Buona lettura :)
Dedicata a: HarryPotter394
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Lavanda/Ron, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Un’angolazione diversa
 
Il piano di Hermione si era notevolmente complicato. Ma se fosse stato un segno? Qualcuno le voleva dire che stava sbagliando? Forse non avrebbe nemmeno dovuto pensare ad un possibile futuro con Ron.
 
Reduce da quelle domande, la ragazza riprese in mano la Giratempo per cercare un modo di tornare nel presente, ma Ron la fermò.
 
“Hermione, mi vuoi spiegare, per favore?”
 
“In realtà, tu non dovresti nemmeno essere qui”
 
Il ragazzo la guardò perplesso.
 
“Cosa volevi modificare?”
 
Non gli rispose, si limitò a fissarlo in quegli occhi cristallini. Si voltò e si avviò verso la Sala Comune, forse un po’ troppo lentamente perché Ron la seguì in silenzio.
 
“Non sai nemmeno dove stiamo andando, perché mi accompagni?”
 
“Perché mi fido di te, Hermione. E so che se lo fai, qualsiasi cosa essa sia, è per una buona ragione” le sorrise “E poi, non credo di avere molta scelta, o sbaglio?”
 
Si fidava di lei! Si sentì una stupida, con quel gesto lo stava tradendo, stava complottando contro di lui, contro il suo migliore amico. Sì, perché loro erano amici e così sarebbe dovuto essere per sempre. Altro che complotti e pensieri poco innocenti, tutto questo non era nella sua indole, quindi cosa stava facendo lì?
 
Erano ormai vicini alla Sala Comune dei Grifondoro, quando grida e schiamazzi invasero l’aria.
 
“È la finale di Quidditch?” 
 
Hermione lo guardò di sfuggita con imbarazzo, ma non gli rispose, tanto in pochi istanti avrebbe intuito le sue intenzioni.
 
I due ragazzi entrarono senza dare nell’occhio. Quel dettaglio non sfuggì a loro, non potevano essere visti per alcuna ragione.
 
La ragazza si rese conto solo in quel momento di non aver preso in considerazione il fatto che rivivere quel momento le avrebbe potuto dare una nuova ondata di sofferenza.
 
“Ma quello sono io”
 
Hermione buttò a lui un occhio e pensò ironicamente ‘Una perspicacia disarmante’. Ora l’aveva notata Lavanda accanto a lui, avrebbe tanto voluto schiantarla o comunque fermarla in qualche maniera, di modo che ‘più di una vita venisse salvata’; ripensò inevitabilmente alle parole di Silente la prima volta che usò quell’aggeggio per fini che non fossero strettamente legati allo studio. Abbassò lo sguardo sul suo collo, sulla Giratempo e si rese conto che in quel modo avrebbe salvato egoisticamente solo ed esclusivamente la sua vita. Non si sentiva degna nemmeno di essere parte della sua Casa. Lacrime amare le scesero giù dalle pupille umide.
 
“Mi dispiace, Ron. Scusami tanto”
 
E scappò via, lasciando il ragazzo profondamente perplesso. Rimase solo davanti a quella scena e fece appena in tempo a nascondersi dietro alla porta, prima che Hermione in lacrime gli passasse davanti, seguita poco dopo da Harry.
 
Il ragazzo rimase un momento a riflettere. Era avvenuto tutto così velocemente. Ci mise un momento per realizzare il motivo per cui erano tornati proprio in quel momento. Ma non poteva essere che Hermione volesse modificare qualcosa in quel giorno. E poi cosa? La vittoria? Solo in quel momento Ron realizzò cosa l’amica volesse cambiare.
 
Uscì rapidamente dalla Sala Comune. La voleva trovare, parlare con lei. Dei singhiozzi attirarono la sua attenzione e più camminava, più diventavano nitidi.
 
Finalmente arrivò alla fonte di quello strazio, ma non trovò esattamente quello che aveva in mente. Hermione piangeva disperata sulla spalla di Harry. Non azzardò ipotesi, anche se era tutto tristemente chiaro.
 
“Non stavo piangendo”
 
Una voce alle spalle riscosse il ragazzo dai pensieri. La guardò stranito e lei sapeva già di non essere riuscita a dissipare i suoi dubbi.
 
“Ron, ti devo delle spiegazioni” prese un respiro “E delle scuse” non sarebbe stato semplice ammettere i propri sentimenti, cercava di non guardarlo negli occhi, ma lo sguardo di lui non accennava a scollarsi da Hermione
 
La interruppe.
 
“Piangevi per me?”
 
Le guance della ragazza divamparono, non si era mai sentita così tanto in imbarazzo.
 
“Mi hai tirato addosso quegli uccellini perché eri gelosa di me??”
 
C’era una grande incredulità nella voce di Ron.
 
“Allora ti ho fatta soffrire”
 
Uscì un sussurro dalla bocca del ragazzo, più un pensiero espresso ad alta voce per la verità.
 
A quelle parole la ragazza si voltò verso di lui sorpresa, ma Ron proseguì ignorando quell'espressione.
 
“Ti devo io delle scuse”
 
La ragazza non chiese esplicitamente spiegazioni, ma il suo sguardo era interrogativo.
 
“Non era mia intenzione farti del male. Sono stato un idiota!”
 
Alzò leggermente la voce e Hermione si ridestò a quella tonalità.
 
“Sshh, Ronald. Ci sentiranno”
 
Lo afferrò per l’uniforme con l’intenzione di cercare un posto in cui nascondersi.
 
Scelse un posto appartato. Chiunque fosse passato da quelle parti avrebbe avuto sicuramente pensieri poco limpidi su quello che stavano facendo.
 
Hermione però ignorava questo dettaglio, si voltò verso l’amico, o più che amico dato lo sviluppo dei fatti.
 
“Credo che qui possa”
 
Non riuscì a terminare la frase che si perse inaspettatamente nei suoi occhi. La sua mano ancora stringeva il lembo di stoffa e inavvertitamente gli sfiorò il petto.
 
Le sembrò di rivivere il suo meraviglioso sogno, ma, a differenza di quella notte, in quel momento stava vivendo la realtà, o almeno loro lo erano, a dispetto di tutto ciò che li circondava.
 
Ron la guardava estasiato, avrebbe tanto voluto avvicinarsi a lei per stamparle un grosso bacio sulle labbra, ma non si azzardò a muovere un muscolo. Non si era mai soffermato ad ammirarla con una tale intensità e fu proprio in quel momento che si accorse di quanto i suoi sentimenti verso quella ragazza fossero sinceri e profondi.
 
“Ronald”
 
Sussurrò il suo nome.

“Mh?”

Persino quella flebile voce incantò il ragazzo. 
 
“Dobbiamo trovare un modo di uscire da questo pasticcio”
 
“Perché?”
 
Il ragazzo si offese a quella considerazione. Non gradiva la sua vicinanza?
 
“Come perché?! Siamo tornati indietro di più di sette giorni. Dovremo aspettare che trascorrano per tornare al presente”
 
Ron era quasi felice di quella notizia.
 
“E che problema c’è? Così mi stacco un po’ Lavanda di dosso”
 
Si stupì persino lui della considerazione che gli era uscita dalla bocca e guardò d’istinto Hermione, la quale era anch’essa profondamente scossa.
 
“Oddio, Ron! Che ti ho fatto?!”
 
Era piacevole sentire quelle parole, ma se fosse stata la magia a confonderlo? Lei non se lo sarebbe mai perdonata e sicuro non avrebbe voluto iniziare una relazione fondata su falsi sentimenti.
 
Continua…
 
 
 
 
   
 
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