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Autore: lagertha95    21/08/2017    1 recensioni
Sono passati 10 anni dalla fine della Seconda Guerra Magica.
Hermione e Draco hanno vissuto felici, in una Londra ormai in pace, ma adesso qualcosa è cambiato.
Cos'è successo di così grave da portare Draco ad allontanarsi?
Hermione riuscirà a mettere da parte tutto l'orgoglio grifondoro che la contraddistingue?
In un viaggio che la porterà a ripercorrere luoghi del passato, Hermione riscoprirà se stessa e in mezzo ai ricordi prenderà coscienza di cose che fino ad ora le erano risultate invisibili.
Dal testo:
“Dove andrai?” mi chiede.
Non lo so, non ancora. Forse dovrei iniziare da dove tutto è cominciato…
“Hogwarts”.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Salve a tutti/e!
Sono tornata con un nuovo capitolo di questo piccolo percorso che ho intrapreso :)
Spero, come sempre, che vi piaccia e che lo commentiate, così da farmi sapere qualcosa (qualunque cosa! XD)
MI hanno fatto enormemente piacere tutte le visualizzazioni del prologo e vi vorrei ringraziare uno per uno :)
Adesso vi lascio alla lettura del capitolo ^-^
A presto, spero.
Baci, Lagherta :*




Capitolo 1

 

Con un sonoro “crack” mi materializzo appena fuori dai confini della mia vecchia scuola.

 

Guardo con nostalgia a quelle torri e quei bastioni che, nel bene e nel male, mi hanno vista crescere. Accolta quando ero appena una bambina, mi hanno lasciato andare che ero ormai una donna fatta, con il suo bel bagaglio di esperienze.

 

Quelle mura, robuste e stabili, mi hanno confortata nei momenti più bui della mia esistenza, dandomi il giusto conforto o nascondendomi. Quelle sale hanno visto cambiare il mio sguardo e il mio corpo e mi hanno sempre accolta, facendomi sentire a casa, davvero a casa.

 

Hanno visto cambiare anche il mio cuore, varie volte, e mi hanno vista abbandonare pregiudizi e idee prestabilite, dando seconde chance a chi non se lo aspettava.

 

Penso a tutte le cose che sono accadute qua, negli anni. Penso alle persone che ho conosciuto, agli amori che ho visto nascere e morire, alle cose che ho imparato, ai segreti che ho scoperto, mantenuto e avuto.

 

Rivedo i volti dei miei amici.

Harry, capelli neri perennemente in disordine, brillanti occhi verdi nascosti da lenti rotonde e un sorriso genuino, affettuoso e sincero.

Ron, zazzera rossa, occhi azzurri, lentiggini in ogni dove. Un sorriso che negli anni era cambiato molto, a differenza di quello di Harry che era rimasto sempre lo stesso.

Ginny, mia dolce Ginny. Capelli rossi e lunghi, occhi castani dolci e sempre attenti, sorriso furbesco.

 

Alla fine della guerra, Ginny e Harry si sono fidanzati e poi sposati. Oggi hanno 3 marmocchi di 4, 2 e 1 anno, molto vispi, che io adoro incondizionatamente.

 

Rivedo Ginny salutarmi, appena fuori da casa mia, con Lily in braccio e James e Albus attaccati ai jeans. Ripenso a quanto ha fatto per me, in queste due settimane, alle migliaia di lacrime che ha asciugato, alle docce che mi ha obbligato a fare. Mia dolce Ginny, non so cosa avrei fatto senza di te.

 

E inevitabilmente la mia mente va ancora a Lui.

 

Lui, che come nessun altro è riuscito a oltrepassare le barriere che mi ero faticosamente costruita, entrandomi dentro e diventando parte di me. Lui, che ho ferito, senza volerlo, molto più profondamente di quanto lui avesse mai fatto con me.

 

Mi incammino verso la scuola, immersa nei miei pensieri, e non mi accorgo di costeggiare il limitare della foresta proibita. Sono talmente presa dai miei pensieri, che non sento né il fruscio dei cespugli che si spostano, né il rumore di zoccoli che calpestano il terriccio umido.

 

“Sapevo che sarebbe tornata, signorina Granger”.

 

Una voce profonda alle mie spalle mi fa sobbalzare e mentre mi giro, sfodero la bacchetta, pronta a difendermi.

 

“Non sono qui per farle del male, signorina. Sono venuto soltanto a darle il bentornata. Avevo letto del suo ritorno nelle stelle”.

 

Fiorenzo, il centauro che ci aveva fatto da insegnante di Divinazione e che si era schierato al nostro fianco nella battaglia di Hogwarts, mi guarda dall'alto, con uno sguardo quasi affettuoso.

 

“Fiorenzo! Mi hai spaventata!” dico, portandomi una mano al petto dove, furioso come mai da quando Lui mi ha lasciata, batte il mio cuore.

“Come stai, comunque? Si sono sistemate le cose con il branco?”

 

“Sì, ma continuo ad insegnare. Ho scoperto che alcuni di voi giovani puledri sono molto versati nella Divinazione. E in ogni caso non mi sento più parte del branco, anche se le cose con loro si sono quietate” dice senza rammarico.

 

“Hai detto che hai letto del mio ritorno nelle stelle. Che altro hai letto?”

 

Non risponde, Fiorenzo. Se ne sta a guardare il cielo, leggendoci cose che io non riesco a vedere. So che c'è qualcos'altro. Nonostante l'abbia abbandonata, ritenendola una materia stupida e inutile, so benissimo che Divinazione lascia molto meno spazio di quanto si immagini, all'interpretazione personale, soprattutto la Divinazione dei centauri, che ha radici antiche e profonde.

 

“Fiorenzo, che altro hai letto nelle stelle?”

 

La mia voce, nonostante sia un sussurro, è ferma e decisa.

 

“Ho letto sofferenza dovuta a una perdita e dolore dato dalla consapevolezza. Ho letto amore, fiducia e ricerca. Ho visto un percorso tortuoso e pieno di difficoltà che porterà all'Obiettivo”

 

Gli occhi di Fiorenzo sono sfuocati mentre pronuncia queste parole.

Io, assorta, annuisco.

 

“Sia fiduciosa e perseveri. Il vero amore non viene abbattuto mai completamente”.

 

La voce del centauro si fa sempre più lontana, finché non sento il fruscio degli arbusti spostati dal corpo equino quando Fiorenzo rientra nella foresta.

 

Con un nuovo coraggio mi lascio alle spalle la foresta proibita e mi incammino verso il castello.

 

***

 

Entro dal portone che così tanti secoli ha visto scorrere e vengo abbracciata dalle mura spesse che hanno sempre rappresentato la mia casa.

 

I corridoi sono deserti e io calco per l'ennesima volta i pavimenti e le scale in pietra, fino a raggiungere l'ufficio della Preside.

 

Dopo tutti questi anni, la McGranitt ha mantenuto la sua posizione, lasciando il posto di insegnante di Trasfigurazione a qualcuno di più giovane e prendendo in mano le redini della scuola.

Dopo la Guerra tutti eravamo distrutti, ma la McGrannit ha riportato Hogwarts allo splendore di un tempo e adesso, dai racconti di Neville che è diventato professore di Erbologia, so che i corridoi sono nuovamente pieni delle risate dei maghi e delle streghe che popolano il castello.

 

È buffo come a volte mi sembri di avere 80 anni, mentre in realtà non ne ho ancora compiuti 30. I miei occhi hanno visto troppe cose per la mia giovane età, le mie spalle sopportato troppe responsabilità, il mio cuore si è spezzato troppe volte e altrettante è stato curato.

 

“Bacchette di liquirizia”.

 

Pronuncio la parola d'ordine e il gargoyle che chiude l'ingresso si sposta, lasciandomi libera di entrare. Sorrido lievemente, rendendomi conto che la McGranitt ha mantenuto la tradizione di Silente di parole d'ordine decisamente fuori dal comune.

 

“Signorina Granger!”

 

Una voce mi riporta al primo giorno di tanti anni fa, una voce che somiglia a pergamena accartocciata, una voce che è severa e affettuosa al tempo stesso.

 

Alzo gli occhi appena in tempo per vedere la commozione dipinta sul volto di un'anziana strega avvolta in un abito di tweed, dopodichè vengo catturata da uno stretto abbraccio.

 

Minerva McGranitt non è cambiata di una virgola, o forse così sembra a me, che sono così felice di sentirmi a casa dopo le due orribili settimane che ho vissuto.

 

“Professoressa...” sussurro, lasciandomi avvolgere dal profumo della mia insegnante preferita. Un profumo che sa di libri, di tè al bergamotto e di biscotti allo zenzero.

 

Le lacrime mi riempiono gli occhi, quando il mio cuore, così vuoto negli ultimi giorni, si sente finalmente a casa. I singhiozzi mi squassano il petto e mi lascio avvolgere dalle braccia della donna.

 

“Oh, Hermione. Mi dispiace così tanto”. La voce della McGrannit ha perso l'algido tono da insegnante ed ha assunto quello di una nonna che consola la propria nipotina. Lei sa.

 

“È colpa mia! È soltanto colpa mia!” singhiozzo, con le spalle che sussultano e la voce che si spezza. Se prima mi sono sentita infinitamente vecchia, adesso, tra le braccia di questa meravigliosa donna, mi sento la più piccola delle bambine.

 

“L'ho ferito irrimediabilmente e lui mi ha lasciata!”

Le lacrime scendono inarrestabili lungo le mie guance scavate.

 

“Bambina mia, non c'è niente a cui non sia possibile porre rimedio. Solo la morte. Tu meglio di altri dovresti saperlo”, mi dice, accarezzandomi la testa.

 

Pian piano i miei singhiozzi si quietano e io mi lascio accompagnare, inerme, ad una poltrona.

Vi sprofondo dentro, tra i cuscini morbidi che mi accolgono e proteggono.

 

La McGrannit, con un colpo di bacchetta, fa comparire una teiera fumante e due tazze. Riconosco immediatamente l'odore di tisana alla liquirizia, la mia preferita, che ha un potere calmante e che schiarisce la mente.

 

Mi porge una tazzina in porcellana, colma del liquido chiaro, e io sorseggio la bevanda con calma.

Sento immediatamente il mio corpo rilassarsi e cerco di asciugarmi le lacrime, che mi sono scese fino a bagnare il colletto della camicia che indosso.

 

Tergeo” sussurra la McGrannit.

 

Il mio volto e la camicia si asciugano e puliscono. Un piccolissimo sorriso mi increspa le labbra.

“Grazie” sussurro.

 

“Dimmi, Hermione. Che cos'è successo? Poche volte ti ho visto in queste condizioni.”

 

Minerva McGrannit. Professoressa di Trasfigurazione, Preside di Hogwarts e madre mancata. Ha sempre capito tutto, Minerva. E ha capito tutto anche questa volta.

 

“Draco”

 

È un sussurro, quello che mi esce dalle labbra. 

   
 
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