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Autore: samy_97_    29/08/2017    2 recensioni
[Sequel di "Set Fire To The Rain": tornano Sesshomaru, Ayame, Kagome e Inuyasha, questa volta alle prese con un particolare viaggio nel tempo, che li porterà nella famosa Epoca Sengoku.]
"Era una bellerrima giornata di sole, gli uccellini cinguettavano e l’amore della mia vita mi teneva teneramente tra le braccia.
Ahahahah, e voi ci credete anche!
Come se io potessi avere una giornata da normale mezzodemone diciottenne.
[...]
-Cosa hai intenzione di fare?- ringhio, riuscendo a trattenere a stento il mio lato demoniaco che si ribella affinché lo lasci uscire.
-Cosa ho intenzione di fare, mia combattiva Ayame? Ho intenzione di fare un bel viaggetto nel passato e, udite udite, voi tutti sarete i miei accompagnatori.- "
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Songs of Life'
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I Will Always Find You

 

 

 

12. Dice il saggio: nudo è meglio, ma non fargli sapere che lo stai spiando.

 

Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedícta tu in muliéribus, et benedíctus fructus ventris tui, Iesus.

-Che fai, Ayame?-

-Sto recitando l’Ave Maria. In latino.-

-Perché?- chiede Kacchan, alzando un sopracciglio.

Io scuoto la testa, cercando di metabolizzare la scena appena vista.

-Ayame? Cosa hai visto?-

-Shhhhhhhhhhhhh!- dico energicamente. –Io non ho visto niente!-

Kacchan mi guarda con gli occhi spalancati, mentre a me ritorna in mente Sesshomaru in versione Principe dei Demoni Belli Come il Sole uscire dall’acqua dopo essersi fatto un bagno. E sicuramente il suo nuovo Rosario non è l’unica cosa che ho notato.

 

Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedícta tu in muliéribus, et benedíctus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, …

 

-Ayame? Io… non credo che tu stia bene.-

-Shhhhhhhhhhh!- ripeto, facendo sobbalzare la mia amica. –Noi non siamo qui. Noi.Non.Siamo.Qui!- sussurro, proprio nell’esatto momento in cui Inuyasha sbuca da dietro un albero esclamando a gran voce i nostri nomi.

-Ayame, Kagome, Sango vi cerca.-

Ma porca… !

Non faccio in tempo a muovere un passo, che Sesshomaru mi passa di fianco senza degnarmi di uno sguardo; tuttavia, sento con chiarezza il gelo impadronirsi di me.

-Ma guarda te se devono sempre capitare tutte a me…- borbotto, mentre mi incammino incazzosa verso il nostro accampamento. Volevo solo andare a farmi un bagno, Santo Cielo, non spiocchiare Sesshomaru nudo ! Cioè, vorrei anche spiocchiare Sesshomaru nudo, ma di certo non appena dopo che ha cercato di strangolarmi ! Voglio dire, ci tengo alla mia vita.

Sento vagamente Inuyasha domandare a Kacchan cosa ho, ma sono troppo impegnata a cercare di far diminuire il rossore sulle mie guance per ascoltare davvero la risposta della mia amica.

Ho quasi la tentazione di scavarmi una fossa e seppellirmi. Sto morendo d’imbarazzo.

-Ehi, Ayame, cosa succede ?- mi domanda Miroku, probabilmente rendendosi conto del mio colore molto simile al rosso pastello acceso.

-Niente! Do l’impressione che stia succedendo qualcosa ?-

-In realtà: si.- interviene Inucchan, alzando un sopracciglio e fissandomi dall’alto in basso. –Sei rossa come un peperone.-

-NON E’ VERO!-

-Avanti, sorellina, calmati.-

-Lo sai che dire ad una ragazza di calmarsi è come cercare di battezzare un gatto?-

 

-Ayame ? Sei sicura di volerlo fare ?-

Annuisco, determinata. –Si. Non credo che Sesshomaru sarà così clemente da lasciarmi ancora in vita dopo ieri sera…-

Mio fratello annuisce. –Beh, in effetti ti assicuro che non è molto piacevole essere scaraventati a terra.-

Faccio spallucce: non è di certo un problema mio ed è da chiarire che non ho nessuna intenzione di togliere a Sesshomaru il Rosario.

-Cerca di capirmi Inuyasha: cerco di tutelarmi come meglio posso.- ridacchio, mentre mi schiocco le dita. Lascio andare il mio potere demoniaco come ho imparato ieri ed esso mi avvolge totalmente: sento le orecchie spuntarmi, i denti e le unghie farsi più affilati, ma le ignoro e mi scaglio contro mio fratello.

Inucchan evita prontamente il moi pugno facendo un balzo indietro. –Sei lenta sorellina.- mi sussurra con un ghigno.

Io socchiudo gli occhi e rilasso ulteriormente la mia mente, sforzandomi di lasciar uscire tutta la mia forza demoniaca. Maru aveva ragione: una volta capito come fare, utilizzare il mio potere demoniaco è una passeggiata.

L’adrenalina mi scorre a fiotti nelle vene e capisco immediatamente cosa era mancato a mio fratello in tutti questi anni: combattere in questa maniera è qualcosa di totalizzante. I muscoli che tirano, il battito forsennato del mio cuore, i movimenti veloci e precisi, calci, pugni, il sangue del mio avversario sugli artigli…

Totalizzante.

Un attimo… sangue?

Trasalisco e faccio un salto all’indietro, accucciandomi sul ramo di un albero. Respiro un paio di volte a pieni polmoni e sento che, lentamente, la mente si snebbia.

-Micetta, dove sei?- sussurra Inucchan, cercandomi tra le fronde degli alberi.

Io non rispondo e continuo a respirare lentamente.

Ho perso totalmente il controllo. Combattevo con Inuyasha con il preciso intento di fargli del male e, a quanto pare, ci sono riuscita: i miei vestiti sono imbrattati di sangue e ho le mani che sono totalmente rosse. Solamente, non sono certa se il sangue sia mio o di Inuyasha.

-Inuyasha?- sussurro, allibita e schifata da me stessa. –Inuyasha?- chiamo, con la voce più stridula, scendendo dall’albero.

-Dove ti eri cacciata?- mi rimprovera lui, avvicinandosi e aggrottando le sopracciglia.

-Cosa ho fatto? Io… ho perso totalmente il controllo…- sussurro, guardandolo con gli occhi vacui. Specchiandomi nelle sue iridi vedo chiaramente i tratti del mio volto deformati e rabbrividisco.

-E’ normale che tu ti sia lasciata andare Ayame. Sei un mezzodemone, è nella tua natura.- mi sussurra mio fratello, poggiandomi una mano –insanguinata- sulla spalla.

Scuoto la testa, facendo un passo indietro. –Io non sono così, Inuyasha, cazzo. Non perdo il controllo, io non…-

-Sorellina, calmati ok? Ti posso giurare che oggi non è accaduto assolutamente nulla di anormale. Siamo mezzodemoni. Perdiamo il controllo facilmente. Con un po’ di allenamento riuscirai a rimanere padrona dei tuoi istinti.-

Allenamento?

Istinti?

-Sto per andare in iperventilazione.- comunico a mio fratello, prima di iniziare a respirare pesantemente.

-Ohi, sorellina, non mi morire qui!- esclama Inucchan, allungando le mani verso di me e bloccandosi a mezz’aria.

-Oh, Inucchan, mi dispiace così tanto!- esclamo ad un tratto, saltandogli addosso e abbracciandolo con tutte le mie forze. –Non volevo farti male!-

Mio fratello rimane immobile qualche secondo, tanto che credo sia rimasto pietrificato dal mio gesto. Ah, quando si dice amore fraterno..

-No, tu non hai capito. Non mi hai fatto male; semmai sono io ad aver fatto male a te.-

Alzo la testa di scatto. –Non mi hai fatto male!- esclamo, oltraggiata. Ma chi si crede di essere? –Ero preoccupata perché credevo di essere io ad aver fatto male a te!-

Mio fratello scoppia a ridere. –I tuoi artigli sono quelli di una gattina, Ayame. La maggior parte del sangue che hai addosso è il tuo!-

Stringo i pugni, offesa. –Sai che ti dico? Vammi a chiamare la tua ex-ragazza, magari ha qualche vestito di ricambio: se vado in giro così mi stuprano.- affermo, rendendomi conto solo in quel momento dello stato pietoso in cui sono ridotti i miei abiti. Magnifico, e io cosa mi metto da oggi in poi?

Inucchan, con mia somma soddisfazione, mi volta le spalle e se ne va mogio mogio –probabilmente la frecciatina sulla ex-ragazza l’ha ferito più di tutte le mie botte- e io mi avvio verso il lago, cercando di non farmi tornare in mente la scena di Sesshomaru nudo. Oh cazzo, mi è tornata in mente!

 

Sembro. Una. Prostituta.

-Kacchaaaan? Vienii, c’è un problema!- urlo da dietro l’albero dove mi sono appostata per cambiarmi.

-Cosa c’è?- chiede la mia amica, avvicinandosi e guardandomi dalla testa ai piedi. –Sei bellissima, Ayame!- esclama ad alta voce, costringendomi a tapparle la bocca con una mano.

-Sssshhh!- sussurro. –Sono scurrile! Volgare! Guardami, Kagome: la gente qui va in giro con le gonne lunghe- dico, piegando le ginocchia e sfiorandomi le caviglie per sottolineare l’ovvio. –non posso andarmene in giro in minigonna!-

Maledetta la malsana idea di Kacchan di mettersi in borsa uno dei suoi acquisti più recenti. E fosse solo la minigonna poi! Questo vestitino è pure senza maniche!

-Non posso andare in giro per quest’epoca così, cazzarola!- ripeto, forse per la centesima volta.

La mia amica scuote le spalle. –Andiamo, anche Kagome ha la gonna della divisa.-

-Ho capito io, ma questa è leggermente più corta di quella della divisa!-

Ma sapete qual è la cosa più deprimente?

Ho le mutande con i cagnolini! E temo che, accidentalmente, si possano scorgere!

-Fatti forza.- dice Kacchan, prendendomi per un braccio e tirandomi. –E’ questione di un paio di giorni e poi ti compriamo qualcosa ad un villaggio.-

-Posso tranquillamente passare i prossimi due giorni qui dietro. Basta che vi ricordiate di portarmi da mangiare un paio di volte al giorno.-

Kacchan annuisce, ironica. –Dillo a Sesshomaru che è pronto per partire.-

Al nome di Sesshomaru, arrossisco come mai prima d’ora.

-Aya-chan?-

Voglio morire.

-Cosa diavolo ci fai vestita cosi?- mi aggredisce mio fratello non appena mi vede. Le sue orecchiette canine sono percorse da un fremito di rabbia.

Io indico Kacchan con fare accusatore. –Mi ha costretta lei.-

-Era l’unico cambio che avevo!- esclama la mia amica, punta sul vivo. –Il resto di vestiti li abbiamo lasciati in macchina di Taisho-sama!-

Vedo con la coda dell’occhio Kagome aggrottare le sopracciglia, forse per il modo in cui la sua reincarnazione ha chiamato Sesshomaru, ma non ci faccio caso.

-E quello dove l’hai trovato?-

-L’avevo in borsa. L’avevo preso per la festa della settimana prossima.- gli spiega Kacchan. Non posso fare a meno di pensare che è la prima conversazione che hanno da giorni.

-Tu volevi metterti quel coso?- sbraita mio fratello, lasciandoci tutti basiti.

Kacchan spalanca la bocca in modo poco femminile, per poi stringere la mascella e i muscoli. –Così vorresti anche decidere come mi dovrei vestire? Se fossi meno irritante potrei anche darti ascolto!-

-E se tu fossi meno permalosa forse riusciresti a capire il motivo del mio gesto!-

-Il motivo del tuo gesto? Il motivo del tuo gesto?!?- prende a urlare Kacchan con tutta l’aria che ha nei polmoni. –Non stai parlando con una bimbetta da quattro soldi! Sono abbastanza matura per sostenere il peso della verità anche se non ho i tuoi cinquecento anni suonati!-

Ho come la sensazione che non stiano più parlando dell’abito..

-E tu mi biasimi per non avertene parlato? Guardati, guarda che reazione esagerata!-

-Ho questa reazione a causa tua, razza di deficiente!-

-Deficiente a me?!?-

Ooook, qui c’è bisogno di un intervento..

Tuttavia, prima che possa fare qualsiasi cosa, mi sento afferrare per un polso. Mi volto di scatto, leggermente infastidita, quando noto il sorriso dolce che Sango mi rivolge prima di fare un cenno con la testa verso Sesshomaru: tutti i nostri compagni di viaggio si erano già incamminati dietro il Principe dei Demoni che, ormai parecchio distante dal punto in cui mi trovo, cammina imperterrito ignorando il litigio.

-Ma.. loro..- sussurro, riferendomi a mio fratello e alla mia amica che sono ancora intenti a urlarsi contro come dei forsennati.

-Ci raggiungeranno.- sorride nuovamente Sango.

Effettivamente, forse la cosa migliore è proprio lasciare che si sfoghino: le parole non dette sono sicuramente le peggiori. Anche io dovrei parlare con Maru, dirgli quanto mi manca, spiegargli che lo amerei in ogni caso, in ogni tempo, sotto ogni forma.

-Ehi, Aya-chan, a che pensi?- mi apostrofa Kagome, avvicinandosi e sorridendomi timidamente.

Scuoto la testa. –Spero che quei due facciano pace.-

Kagome annuisce. –Già. E’ triste vederli così arrabbiati. Tuttavia..- sussurra bloccandosi e arrossendo di botto. Lancia un’occhiata ad Inuyasha e sospira di sollievo quando nota che è fuori portata d’udito.

-Tuttavia..?-

Lei sospira. –Pensavo amasse solo Kikyo. Sono sollevata che nel futuro proverà qualcosa anche per me.-

Oh, cara Kagome, se fosse solo qualcosa tutto questo problema non sarebbe mai esistito.

Annuisco e le sorrido di rimando: non posso dirle l’importanza e l’intensità del sentimento del suo Inuyasha, dato che non posso rischiare di cambiare il passato ancora più di come stiamo facendo.

Mi guardo un attimo intorno finché non trovo Maru. Il mio cuore, come sempre, fa una capriola e si stringe, come a sottolineare l’ovvietà di quel sentimento che mi spinge a correre da lui e a non lasciarlo mai più.

Oh, cosa darei per poter di nuovo rifugiarmi tra le sue braccia o sentire le sue mani affusolate tra i miei capelli. Mi basterebbe anche un’occhiata o una parola gentile, ma sono giorni che mi tratta come niente.

Vi dico la verità: non so se considerare peggio il comportamento di Sesshomaru-sama –alias il Barboncino Rognoso.-  o di Maru. Ardua scelta.

Scuoto la testa e cerco di abbassarmi la gonna il più possibile: le occhiate di Miroku al mio fondoschiena non credo siano solo una mia impressione. Non vedo l’ora di trovare un posto dove accamparci per rifugiarmi sotto una coperta.

Ribadisco: sembro una prostituta!

 

 

Angolino dell’autrice: Buona sera gente! Rieccomi con un nuovo capitolo fresco fresco. Non ho molto da dire, in quanto capitolo di passaggio, ma spero che vi sia piaciuto ugualmente. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Un abbraccio grande a tutti,

Sami

  
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