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Autore: LilyBennet    30/08/2017    2 recensioni
Hermione Granger e Draco Malfoy sono follemente innamorati. O almeno così sembra.
Ai due è stata sbadatamente somministrata una pozione d'amore, che finisce per avvelenarli entrambi e causargli dei brutti effetti collaterali. Con il viso di un sinistro color viola lei, e delle disgustose pustole verdi su tutto il corpo lui, si ritrovano a condividere la stessa sorte ad appena un letto di distanza, separati da una sottile tendina dell'infermeria. Non ci vuole molto a capire cosa abbia spinto i due eterni nemici ad agire in un modo così insolito, ma ormai il danno è fatto, e tutta Hogwarts li ha visti girare mano nella mano e scambiarsi tenere effusioni.
In una scuola dove niente rimane segreto troppo a lungo, i due caposcuola si ritrovano a dover far fronte a pettegolezzi di ogni genere, fidanzati gelosi, e rivalità tra case che perdurano da secoli.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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« Mmh »

« Così belli, innamorati e belli »

« Mmh »

« Conservo ancora tutte le nostre fotografie nel baule »

« Ah-ha »

« Draco?! Mi stai ascoltando?! » domandò Pansy Parkinson scocciata, mentre cercava di restare al passo del Serpeverde.

« Ah-ha » replicò nuovamente laconico lui, mantenendo un'espressione dura.

« Draco?! » insistette la ragazza velocizzando la propria camminata.

Santo cielo, avrebbe voluto schiantarla. E probabilmente l'avrebbe anche fatto, se solo non si fosse trovato in mezzo a un corridoio, in direzione della serra numero tre.

« Draco! » esclamò Pansy Parkinson, piazzandosi davanti al rampollo di casa Malfoy con le braccia aperte per impedirgli di proseguire.

Uno, due, tre... contò mentalmente. Se fosse riuscito ad attendere abbastanza a lungo che gli altri studenti di Serpeverde e Grifondoro fossero scemati via, avrebbe potuto estrarre la bacchetta e tramortirla.

« Mi stai ignorando? » domandò lei retoricamente.

« Ah-ha » ripeté piattamente lui. No, sarebbe stato decisamente meglio obliviarla, dal momento che ora si ritrovava a recitare quella ridicola scenetta proprio a causa sua. Tutto era iniziato quando, al quinto anno, aveva deciso di averne abbastanza delle sue stupidaggini e di porre fine alla loro relazione – che oltre ogni sua previsione era perdurata per quasi un anno.

« Guarda questa foto » si impuntò la Serpeverde mettendogli proprio sotto al naso un'immagine animata di loro due che ridevano abbracciati.

« Non ti mancano questi momenti insieme? » domandò speranzosa.

Certo, Draco non si sarebbe mai immaginato che Pansy fosse decisamente peggio come ex, che come fidanzata. Già durante la loro storia aveva manifestato atteggiamenti possessivi nei suoi confronti – come quella volta che gli aveva fatto una scenata di gelosia solo perchè aveva passato un giorno intero con Theodore e Blaise – ma da quando lui aveva deciso di spezzare il loro legame, la cosa era decisamente degenerata.

Gli mancavano i loro momenti insieme?

« No » rispose ad alta voce, senza lasciar trasparire alcuna emozione. Prese per aggirarla e continuare il suo cammino, ma la ragazza lo afferrò per la veste.

« Draco?! » ed erano quattro. Nel giro di un minuto e mezzo l'aveva chiamato ben quattro volte.

Pansy Parkinson aveva sviluppato un attaccamento morboso nei suoi confronti, e lui iniziava ad averne piene le pluffe di trovarsela sempre attorno. Gli aveva spedito talmente tanti gufi da avergli provocato una repulsione per gli stessi; un'allergia, come l'avrebbe denominata un babbano. Era arrivato al punto di pagare i bambini del primo e del secondo anno affinché facessero loro su e giù per la guferia, per far recapitare le proprie missive ai genitori: tre galeoni e due zellini per i più collaborativi, una minaccia di maledizione Imperius per i più difficili.

Alla fine del quinto anno, freschi freschi di separazione, lei l'aveva letteralmente aggredito con l'intento di sedurlo. Voci di corridoio dicevano che l'avessero sentita urlare: « eppure ti piaceva quando facevo così ».

Durante le vacanze estive si era fatta trovare nel salotto della sua sontuosa villa, infiocchettata da capo a piedi, mentre sorseggiava thé al miele, in compagnia dei suoi genitori, chiacchierando amabilmente del loro futuro matrimonio e di una numerosa prole fatta di bimbi belli e biondi.

Draco ignorò la mano di lei aggrappata al suo mantello, finendo per trascinarla via.

« Draco?! » ed erano arrivati a cinque. Istintivamente strinse le dita attorno al manico della sua bacchetta; non gli rimaneva che scegliere la maledizione migliore.

« Draco? » si voltò in direzione della seconda voce con aria truce, era stanco di sentir ripetere il suo nome.

Padma Patil camminò cauta in sua direzione, lanciando occhiate preoccupate alla ragazza, che ora pestava i piedi per avere la sua completa attenzione.

« Cosa c'è? » domandò con malcelato tedio.

Pansy Parkinson guardò con astio la caposcuola, quasi sperasse di incenerirla con gli occhi.

« La festa è stata fissata » disse la Corvonero guardandosi attorno, per controllare che nessun insegnante fosse nei paraggi. Ora Pansy era diventata improvvisamente mansueta, e ascoltava con interesse anche lei.

« Sabato sera alle dieci e mezza, subito dopo la fine della ronda » sussurrò avvicinandosi ai due studenti.

« Al settimo piano, davanti all'entrata della stanza va' e vieni. Vi basterà desiderare di riunirvi con gli altri senza che i professori lo vengano a scoprire »

Draco annuì senza togliersi dal viso la sua solita espressione impenetrabile, prima che Padma se ne andasse salutando, per raggiungere la torre di astronomia.

Nessuno dei tre, tuttavia, si accorse che una grifona dai capelli ricci, nascosta dietro una colonna, aveva udito tutto.

« Dracuccio, ci andiamo insieme? » ruppe il silenzio Pansy Parkinson.

Malfoy fu svelto, quasi fulmineo. Si liberò dalla stretta della sua ex fidanzata, estrasse la bacchetta e gliela puntò contro.

« Stupeficium! »

 

 

 

Padma Patil stringeva al petto il tomo di astronomia. Camminava frettolosamente con il mento alzato e la testa già al sabato sera successivo.

Era una tradizione per gli alunni dell'ultimo anno, ormai, lasciarsi andare in eventi straordinari e immischiarsi in affari loschi, che normalmente non avrebbero mai lontanamente pensato di fare.

La location scelta era sempre la stessa da diversi anni, e ancora a nessuno era ben chiaro se i professori fossero a conoscenza di quel che accadeva il sabato sera, ma ne facessero orecchie da marcante, o se invece erano stati tutti talmente bravi da occultare il tutto per così tanto tempo. Ma fatto stava che nessuno era mai intervenuto da quanto si ricordava il corpo studentesco, e ogni weekend si finiva a fare baldoria nella stanza delle necessità.

Padma raggiunse l'ultimo piano della torre con il fiato corto, per scoprire che i suoi compagni Corvonero e i Tassorosso non erano nemmeno entrati in aula. Alcuni di loro tossivano, altri si coprivano il naso con fazzolettini profumati.

« Cos'è successo? » domandò raggiungendo Terry Steeval e Anthony Goldstein, poggiati contro un muro, lontano dalla porta serrata.

« Qualcuno ha lanciato una caccabomba » rispose Terry.

« Anche più di una, direi » aggiunse Anthony, « Justin Finch-fletchley è finito in infermeria a causa dell'odore, e Ernie Mcmillan l'ha seguito a ruota a causa di una violenta tosse che gli rendeva difficile respirare »

« Ma hanno comunque decretato che riusciranno a presentarsi alla festa » concluse Terry Steeval.

Hannah Abbott si fece spazio tra alcune Corvonero che spettegolavano su quanto appena accaduto.

« Padma! » chiamò sgomitando per raggiungere la ragazza. Una volta riuscita nel suo intento si sistemò il mantello sulle spalle, e guardò i tre ragazzi che aspettavano che iniziasse a parlare.

« Zacharias Smith ha detto che ha messo in serbo due casse di burrobirra, Blaise Zabini, a quanto ho sentito, ha acquistato cinque bottiglie di fire Whiskey, e Daphne Greengrass ha ordinato dei deliziosi salatini di zucca » elencò la Tassorosso.

« Perfetto » esclamò felice la Corvonero.

« Micheal Corner porterà dei pasticcini alla crema, pasticcio di manzo e acqua viola, Roger Davies dei panini alle rape. Mia sorella ed io porteremo delle focaccine di patate, e Cho Chang si era offera di fare dei succhi alla frutta, ma abbiamo preferito rifiutare » disse Padma.

« Sì, non si sa mai che siano conditi con le sue lacrime » commentò tra sé e sé Hannah Abbott.

« Abbiamo avvisato tutti? » domandò Anthony Goldstein.

« Io l'ho detto a mia sorella, che sicuramente sarà corsa a dirlo a Lavanda Brown... non ci vorrà molto prima che la voce arrivi a tutti i Grifondoro »

 

 

 

Hermione non sapeva se credere di meno alle proprie orecchie o ai propri occhi.

Una festa. Una festa dopo la ronda e molto dopo il coprifuoco. Malfoy aveva appena schiantato la sua ex ragazza.

Di queste cose, non riusciva a decidere quale le sembrasse la più folle. Uscì dal suo nascondiglio; non poteva proprio accettare che l'idea di fare baldoria era venuta dai Corvonero. Sapeva che tutti gli anni gli studenti del settimo anno si imbarcavano in azioni sconsiderate, e sapeva anche che anche alcuni del sesto riuscivano a prenderne parte, ma ora che la questione la toccava più da vicino si sentiva come messa in pericolo. Non la sorprendeva il fatto che Malfoy, o tutti i Serpeverde in generale, non si fossero fatti domande sulla correttezza di un simile comportamento, ma Corvonero l'avevano delusa; da loro si aspettava più tranquillità e rispetto per le regole. Era però certa al cento per cento che i Tassorosso non si sarebbero immischiati in eventi simili.

Pansy Parkinson giaceva al suolo inerme. Hermione la guardò attentamente.

Aveva sempre sognato di schiantarla, pensò amaramente. Fece per scavalcarla, ma quando alzò il primo piede non riuscì a metterlo giù. Poteva davvero mollarla lì, senza sensi e nel bel mezzo del corridoio? Certo che sì. Tuttavia, quella gamba non ne voleva proprio sapere di toccare di nuovo il pavimento, e l'altra non sembrava avere intenzione di scaricare tutto il peso che stava reggendo.

No, non poteva; il suo buon cuore da Grifondoro glielo stava proibendo categoricamente.

Però come chiamare i soccorsi senza destare sospetti? Dopotutto era stata lei a trovarla, qualcuno – come ad esempio Malfoy – avrebbe potuto facilmente incolparla di averla tramortita. Si portò le mani alla vita, non poteva nemmeno correre dalla Mcgranitt a dare l'allarme, e la Serpeverde era ancora immobile.

Girò attorno al corpo in cerca di una soluzione, e per un attimo si ritrovò a rivalutare l'idea di far finta di non aver visto nulla, ma quando si voltò le venne in mente un'idea geniale: avrebbe stregato una lettera, affinché giungesse ad un insegnante.

Estrasse frettolosamente una pergamena nuova, una boccetta di inchiostro e la sua piuma.

 

Professor Piton,

una sua alunna giace svenuta nel corridoio del piano terra. Venga a riprendersela.

Ossequi saluti.

 

Recitò l'incantesimo e la missiva partì svelta, volando come spinta dal vento, in direzione dei sotterranei. Hermione la guardò svanire, prima di ricomporsi e correre in direzione della serra numero tre.

 

 

 

 

Draco Malfoy si stupì, giungendo dinnanzi alle piante di dittamo, di constatare che al trio d'oro mancava un membro. La Granger, infatti, era assente, e San Potter e la donnola avevano iniziato a domandarsi che fine avesse fatto la ragazza.

« Ti hanno detto della festa? » gli domandò Blaise con la voce grave, mentre si infilavano i guanti.

« La Patil intelligente me ne ha parlato prima in corridoio » minimizzò Draco sistemandosi gli occhiali protettivi.

« Ci sarà da divertirsi » commentò Blaise ridendo sommessamente.

« Sabato sera si scopa » si aggiunse Theodore, posizionandosi di fronte ad un vecchio vaso impolverato.

« E' triste che dobbiate per forza ricorrere a queste festicciole per concludere » si intromise Daphne Greengrass. I tre Serpeverde si voltarono verso la fonte della voce, che si stava avvicinando con eleganti falcate, lasciando dietro di sé una scia di profumo costoso. I lunghi capelli biondi erano raccolti in un'elegante coda di cavallo, e il suo naso era perfettamente incipriato.

« Daphne, quale onore » commentò ironicamente Draco.

« Non ho potuto fare a meno di ascoltare le vostre chiacchiere- »

« No, certo che no » intervenne Theodore mellifluo.

« E allora ho deciso di dire la mia » continuò lei ignorando Nott.

« E' davvero una fortuna, allora, che tu abbia la fastidiosa attitudine ad ascoltare le conversazioni altrui » disse Zabini, spostando tutto il suo peso sulla mano poggiata sul tavolo e voltandosi a guardare la bionda.

« Zabini, non hai una ragazza mentalmente stabile dal lontano ballo del ceppo... e si deve precisare che quella ragazza fossi io e che fossi in veste da amica »

cominciò lei rivolta al ragazzo dalla pelle scura.

« Il tuo ultimo flirt è stata una ragazzina di Grifondoro – e già questo è discutibile – follemente innamorata dei gatti e che si rifiutava categoricamente di mangiare anche un banale arrosto perché "non voleva ingurgitare cadaveri". Ti ricordi cosa ti è successo quando ti ha fatto passare attraverso la finestra per darci dentro in camera sua? Sei tornato in sala comune con un fastidiosissimo prurito e hai scoperto di avere una brutta allergia alle pulci, di cui ne aveva pieno il letto » concluse lei.

« Draco, la tua ex ragazza lancia fatture a chiunque pensi di avvicinartisi. L'anno scorso, quando ha visto che ti sei portato in camera una Corvonero, l'ha fatta gracchiare come una rana per un mese, e la ragazza che ti portavi a letto subito dopo la vostra rottura l'ha trasfigurata in un ratto; ci è voluta una settimana prima i professori capissero chi fosse tra tutti i topi che zampettano per questa scuola » andò avanti guardando negli occhi Malfoy.

« Pansy è p a z z a » scandì lentamente.

« E Theo... » fece una pausa per riflettere su qualcosa di tagliente da dire, «no, forse te sei l'unico con un passato privo di vecchie fiamme psicopatiche e con una vita sessuale attiva » dovette ammettere la bionda Serpeverde con amarezza.

« Pansy non potrà perseguitarmi per sempre » esclamò Draco, nascondendo il suo tono speranzoso.

« E solo perchè la mia ex era un sacco di pulci non significa che alla festa non troverò nessuna » replicò stizzito Zabini.

« Sapete che la Cooman ha detto che ho l'occhio interiore? » domandò la ragazza osservandosi le unghie perfettamente limate e laccate.

« Dice che sono tra le migliori streghe del corso, e la mia palla di cristallo vede un prossimo futuro povero e deludente per voi due. Soprattutto per te, caro il mio Malfoy » disse sollevando gli occhi blu sul ragazzo, « certo, divinazione non è una scienza esatta, ma prevedo una sorte deprimente come finire a pomiciare con quella saccente della Granger »
 

   
 
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