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Autore: Nene_92    06/09/2017    10 recensioni
 INTERATTIVA - (ISCRIZIONI CHIUSE )
(la storia fa parte della serie "Grimm")
 
Inghilterra, 2022
Eleonore Grimm, durante un pomeriggio passato con i nipoti, racconta loro la fiaba di Cappuccetto Rosso. Quello che non si aspetta è di trovare, in mezzo al diario di Jacob, una misteriosa lettera che sembra essere indirizzata proprio a lei.
 
Durmstrang, 1802
Per la prima volta nella storia, Hogwarts viene lasciata fuori dal Torneo Tremaghi.
Quell'anno infatti, a giocarsi la Coppa saranno gli Istituti di Durmstrang, Ilvermony e Murrinh-Patha.
Tra i tanti studenti desiderosi di partecipare, si trovano anche loro: Jacob e Willhelm Grimm, i famosi fratelli delle fiabe "horror" babbane.
Hanno solo 17 anni, non sono ancora famosi. O almeno non lo sono ancora nel mondo babbano, visto che nel mondo magico la loro famiglia è invece nota da secoli come "il terrore dell'Europa".
Eppure, gli eventi che li travolgeranno quell'anno, saranno proprio lo stimolo che li porterà a scriverle.
.
Volete sapere come? Non vi resta che leggere.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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Ciao a tutti!


Prima di lasciarvi alla lettura: ho visto che praticamente quasi tutti mi hanno contestato il fatto che uno dei nuovi personaggi, Michael, fosse un banshee. In merito vi dico due cose:

a) anche se probabilmente la maggior parte di voi se n'è scordata, questa fanfiction non è ambientata solo nel mondo di Harry Potter ma anche in quello di Grimm (è la serie televisiva che, come suggerisce il nome, mi ha dato l'ispirazione per l'intera serie). E lì le cose sono leggermente diverse
b) se il punto a) non dovesse bastarvi, la stessa autrice di Mike precisa che "
È vero, le banshee sono femmine. Però, anche se raramente, nascono banshee maschi che vengono chiamati farshee." Ma se io avessi parlato di "farshee" dubito che avreste capito, anche se magari avrebbe aiutato ad aumentare la suspence. In ogni caso qui si tratta di mitologia, ragazze, e ognuno prende spunto dal mito che preferisce. Altrimenti non staremmo neanche a scrivere di mondi dove basta agitare una bacchetta per far ballare il tip tap ad un libro ^-^

Altra cosa: sì, per il mantello di Cappuccetto Rosso ho preso ampiamente spunto da Once Upon a Time. In fondo anche lì le storie dei Grimm sono ben presenti (quantomeno nelle prime stagioni).

Infine: è possibile che fino a fine mese questa storia subisca qualche rallentamento, visto che sto cercando di concludere l'altra mia interattiva ("Un omicidio per i Black").

Buona lettura! ;)




- Momenti sospesi e ricordi felici -




settembre 2022, Inghilterra


Sorpassando velocemente alcuni snasi sul suo cammino e due recinti adatti a contenere creature magiche di diversi tipi, Eleonore avanzò fino alla porta della casa prescelta.
"Secondo te quale sarebbe il campanello?" Domandò a Daniel con aria interrogativa, mentre si tirava giù il cappuccio del mantello, che fino a quel momento l'aveva protetta dalla tipica aria fredda e umida della campagna londinese.
Il ragazzo si scrollò le spalle con aria rassegnata mentre guardava altrettanto incerto la porta davanti a lui.

D'altra parte che lui fosse un tipo strano già lo sapevano.

Tuttavia nessuno dei due ebbe bisogno di trovare l'oggetto della loro ricerca, perchè la porta venne aperta dall'interno e subito dopo un ragazzo si fiondò fuori di casa urlando di felicità, sollevando la Grimm da terra e facendola girare.
"Caos! Caos! CAOS! Piano! Così mi fai soffocare!" Si lamentò ridacchiando Eleonore. "Sono felice anch'io di rivederti, ma adesso mettimi giù per favore! Mi stai stritolando!"
"Ops scusa! Mi ha avvisato Lully che eravate nel cortile." Comunicò loro il Tassorosso, depositando la Corvonero a terra e soffocando subito dopo anche Daniel in un enorme abbraccio.
"Chi è Lully?" Domandò ingenuamente il fidanzato di Eleonore, mentre alle spalle di Caos la Grimm gli faceva invece segno di non fare domande. 

Troppo tardi.

"La mia nuova Imp!" Spiegò immediatamente il ragazzo, mentre i suoi occhi si illuminavano "E' simile ad un folletto della Cornovaglia, tant'è vero che spesso vengono confusi dalle persone che non se ne intendono. L'ho trovata questa estate vicino ad un fiume, mentre stava cercando di far affogare un povero malcapitato - babbano - che aveva pensato bene di farsi un bagno, quindi sto cercando di insegnarle che..."

"Rassicurante" Sussurrò Daniel a bassa voce, in modo tale da farsi sentire soltanto dalla fidanzata, che cercò di trattenersi dallo scoppiare a ridere.
"Io te l'avevo detto di non chiedere."

"... ma voi cosa ci fate qui piuttosto? Anzi, accomodatevi in casa che vi preparo una tazza di the caldo... fa già freschino, non trovate? Virginia sarà sicuramente felice di rivedervi!" Continuò il suo monologo l'italiano.
"In effetti, siamo venuti qua soprattutto per lei." Colse immediatamente la palla al balzo Eleonore, dopo essersi scambiata un'occhiata d'intesa con Daniel "Sta portando ancora avanti degli studi specialisti in pozioni e alchimia, vero? Vorremmo farle vedere una cosa che di sicuro la entusiasmerà." Spiegò prendendo a braccetto Caos e introducendosi in casa, sfiorando con la mano la tasca del mantello dove aveva riposto i fogli con le istruzioni per il 'mantello di Cappuccetto Rosso' "Ma, dato il clima, una bella tazza di the caldo l'accetto volentieri! E' permesso?


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15 marzo 1803, Durmsburg


Se non avesse saputo che quello che aveva davanti agli occhi era un villaggio magico, Sascha lo avrebbe potuto scambiare benissimo per uno qualsiasi di quelli che popolavano l'Impero Prussiano.
Le stradine strette e ciottolate, la gente che passava a passo svelto per andare a sbrigare i propri affari, le donne che stendevano i panni ad asciugare al sole... nulla faceva presupporre la magia di quel posto.

Il sole... da quanto tempo non lo sentiva ardere sulla pelle?

Da quando era stata praticamente rapita (si poteva parlare di rapimento visto che l'aveva seguito di sua volontà?) da Elijah, aveva passato i primi mesi rinchiusa in una gabbia. E quelli successivi era rimasta quasi esclusivamente confinata nella camera di Jacob.
Perciò la libertà della quale stava godendo in quei giorni, ospitata nella casa di quella donna, era qualcosa alla quale non era più abituata.

Non aveva ancora capito chi fosse, o come fosse legata - sempre se di legame si poteva parlare - al Grimm.
Tuttavia da quando era arrivata lì l'aveva sempre trattata con rispetto e gentilezza. E ogni tanto con una strana nota di maliconia, che però Sascha non era mai riuscita a decifrare.

"Ti senti meglio?" Le domandò l'oggetto dei suoi pensieri, comparendo alle sue spalle all'improvviso, silenziosa come un gatto.
"Sì grazie." Rispose lei annuendo "Questa tisana che mi ha dato è davvero rinvigorente."
"Ne sono contenta." Replicò la donna, sorridendo gentilmente "Jacob mi ha detto che il mantello ti ha tolto parecchie energie la sera della luna piena. Ma immagino che quello sia un effetto collaterale per non aver dosato bene il veleno dei Toxic Death."
"Lei per caso sa perchè lo ha fatto?" Domandò a quel punto Sascha, incapace di mordersi la lingua. "Intendo Jacob..." Aggiunse vedendo la donna, già in procinto di rientrare in casa, arrestarsi "Perchè ha costruito un mantello per bloccare la mia maledizione se i Grimm di solito li uccidono quelli come me?"
"Mia cara... questo dovresti chiederlo a lui, non a me."


-*-*-*-


20 marzo 1803, Durmstrang


"Insomma signor preside... non lo trova quantomeno sospetto?" Domandò Patton concludendo così un lungo discorso articolato, con il quale aveva provato a spiegare a David il perchè e il per come avesse riconosciuto nel suo compagno di scuola, William Jackson, un vampiro.
Poi si mise seduto, speranzoso che l'uomo, dopo un attento ragionamento, convenisse con lui, dandogli ragione e dichiarando il suo discorso totalmente inoppugnabile.

Peccato che fosse destinato a ricevere una doccia fredda.

"Anche se il tuo discorso denota un incredibile entusiasmo per l'intera vicenda Patton, temo che tu sia completamente fuori strada." Rispose infatti l'uomo, cercando di usare le parole più gentili per tentare di non offendere il suo allievo. "Ti posso assicurare che ci tengo molto alla sicurezza dei miei allievi e pertanto non permetterei mai ad un vampiro di partecipare alla vita scolastica. William Jackson è un normalissimo studente e in questo momento è esattamente nel posto dove dovresti essere anche tu e che ti invito a raggiungere al più presto" Disse strizzandogli l'occhio, passandogli al contempo un braccio sopra alle spalle per guidarlo gentilmente verso la porta del suo ufficio. "A lezione. Ma, ovviamente, se dovessi notare in futuro qualsiasi cosa ti sembri anche solo lontanamente sospetta, sei invitato a venire a parlarmene liberamente: il mio ufficio è sempre aperto." Lo congedò con un altro occhiolino.

Patton aveva sempre nutrito un'enorme stima per quell'uomo, soprattutto a seguito di ciò che aveva fatto per lui e suo padre.
Di solito, ciò che diceva David Hartnell per lui equivaleva ad oro colato.
Tuttavia, in quel momento, si ritrovò per la prima volta a dissentire rispetto a quanto affermato dal Preside di Ilvermony.

Evidentemente, almeno per una volta, l'uomo si era sbagliato. In fondo, come diceva il detto latino, "errare umano es".
Avrebbe tenuto Liam sotto stretto controllo. E poi, quando avrebbe avuto prove maggiori e più convincenti, avrebbe convinto anche David.


-*-*-*-


"Professoressa mi scusi..." Domandò Madison con un filo di voce, guardando la Preside Shafiq come se fosse impazzita di colpo "E' sicura che questa sia l'aula... giusta?"

Alla domanda della ragazza, anche gli altri che si erano persi in chiacchiere durante il tragitto nel corridoio alzarono lo sguardo, capendo così immediatamente il senso della sua domanda.

Charlotte non li aveva portati in un'aula qualunque.
Li aveva riportati nell'aula di Arti Oscure, la stessa dove tutti loro avevano assistito impotenti, neanche troppo tempo prima, alla tortura di Jacob Grimm da parte prima dei suoi compagni di classe e, soprattutto, di suo zio.

"Perchè io non credo di voler entrare ancora lì dentro, sinceramente." Concluse Madison rabbrividendo e facendo istintivamente un passo indietro, seguita da un mormorio indistinto degli altri studenti di Murrinh-Patha.
"Capisco le sue perplessità cara" Rispose la donna "Ma le assicuro che oggi non assisterete a nulla del genere. Anzi, sono sicura che troverete la lezione piuttosto... piacevole. Ma non voglio dirvi nulla: è una sorpresa."

Leggermente rincuorati dalle parole della donna, gli studenti si misero in fila indiana per entrare.
E alla fine anche Madison, spinta anche dagli sguardi delle sue amiche, si convinse ad unirsi a loro.


-*-*-*-


"Avete dei ricordi felici?"

Alla domanda del professore, Heidi fu quasi spinta da un impulso irrefrenabile a scuotere la testa, in segno di diniego.

La sua infanzia non poteva di certo considerarsi felice.
E l'ultimo periodo a Durmstrang, con le sue sparizioni, morti e abbandoni, non aveva affatto contribuito a rallegrare l'atmosfera.

"Perchè oggi ci eserciteremo con i patroni." Continuò l'uomo, scatenando così un mormorio entusiasta soprattutto negli studenti stranieri. "Certo, per noi si tratta solo di un ripasso, visto che nella mia classe questo incantesimo si affronta al quinto anno." Non potè fare a meno di pavoneggiarsi l'uomo, mentre Heidi gli regalava in risposta una smorfia.

E figurarsi se non coglieva l'occasione per esaltare Durmstrang!

"Ma sia il professor Hartnell che la professoressa Shafiq me l'hanno chiesto... quindi lo faccio volentieri." Concluse l'uomo, iniziando ad ammassare i banchi al muro con gesti pigri della bacchetta.

Ad Heidi perciò non rimase da far altro che sospirare.
Sì, un ricordo felice in fondo ce l'aveva. Lo custodiva in fondo all'anima, usandolo come amuleto nelle giornate peggiori.
Da quando aveva imparato ad evocare un patronus lo aveva sempre usato.

E lo avrebbe fatto anche in quella occasione.



-*-*-*-


Concentrati, concentrati, concentrati!

Ma più se lo ripeteva, meno Camille Crawley riusciva a farlo.

Pensa ad un ricordo felice, pronuncia la formula "expecto patronus" e guarda che forma assume.
Detta così, suonava semplicissimo. Peccato che poi, nella pratica, fosse tutta un'altra questione.

Quell'incantesimo era davvero uno dei più difficili che avesse mai provato.

E per fortuna che l'insegnante aveva deciso di farli provare senza dissennatori!


In effetti, considerato il tipo di scuola, Camille non si sarebbe affatto sorpresa se il professore di Arti Oscure - o Elijah stesso - si fosse presentato dentro alle mura con un dissennatore al guinzaglio.
Per quanto l'immagine nella sua testa avesse assunto una chiave comica, la ragazza si riteneva fortunata ad aver evitato una cosa del genere.

Il suo unico problema, in quel momento, era trovare un ricordo che fosse abbastanza felice per produrre il suo patronus.
E scoprire così finalmente che forma avesse.



-*-*-*-


Davanti all'ennesimo ricordo non abbastanza intenso, Kathleen decise di prendersi un attimo di pausa.
E, con estremo sollievo, si accorse di non essere l'unica a non essere ancora riuscita ad evocare un patronus corporeo.
In effetti, a parte gli studenti di Durmstrang, quasi nessuno c'era ancora riuscito.
Ma, come aveva detto anche il professore ad inizio lezione, i nordici avevano praticamente due anni di vantaggio, avendo iniziato ad esercitarsi al quinto anno.

Per tutti gli studenti di Murrinh - Patha era invece il primo tentativo.
E per quanto la riguardava, Kathleen si riteneva più che soddisfatta di essere riuscita a produrre una nebbiolina argentea già dal quarto tentativo.
Risultato sin troppo positivo, considerate le sue condizioni mentali ancora disastrate.

Kyle le mancava da morire.

E non negava, almeno a se stessa, di non essersi ancora perdonata per quella notte. Era svenuta come una pera cotta, senza neanche riuscire a vedere in faccia chi l'avesse aggredita e avesse poi ucciso Kyle.

"Se l'avessi visto in faccia saresti sotto terra anche tu adesso." Continuavano a ripeterle sia Madison che Clementine.
E, almeno dal punto di vista strettamente logico, avevano probabilmente ragione.
Ma quello non cambiava le cose: Kyle era morto.

E lei non era affatto sicura di riuscire a produrre un patronus quel giorno.


-*-*-*-


"Viste le difficoltà che si stanno presentando, invito chi è già riuscito a produrre l'incantesimo ad aiutare i compagni in difficoltà." Li invitò il professore circa una mezz'oretta dopo, vedendo come una buona parte degli studenti avesse fatto ben pochi progressi.

Non appena sentì l'invito, Reyna non se lo fece ripetere due volte.
Perciò lei e la sua aquila reale avanzarono immediatamente verso Tyler, che aveva gli occhi chiusi e il volto concentrato, mentre diversi sbuffi argentini gli uscivano dalla bacchetta, senza però mai assumere una forma definitiva.

"Hai bisogno di una mano?" Gli domandò sorridendo.
"Non riesco a... fargli assumere una forma." Replicò l'americano sbuffando, aumentando ancora di più la presa sulla bacchetta.
"E non ci riuscirai mai se stringi la mano così tanto." Lo informò la Black prendendolo leggermente in giro "Non devi stritolare la bacchetta, devi soltanto trovare il ricordo adatto... e viverlo come se stesse succedendo proprio in questo momento." Gli suggerì. "Lascia fuori tutto il resto: preoccupazioni, ansie, paure... su cosa ti stai concentrando, se non sono indiscreta?"
"Su una gita che feci nel bosco con mio nonno quando avevo 10 anni." Rispose immediatamente Tyler "Ci imbattemmo in un gruppo di mooncalf che stava eseguendo la sua danza. Penso di non essere mai stato tanto affascinato da uno spettacolo e in pace col mondo come in quel momento."
"Allora smetti di essere il Tyler diciassettenne e torna ad essere quello di 10 anni in gita con il nonno." Gli suggerì Reyna "E ignora tutto quanto il resto, compresa la mia voce."

Per qualche secondo il silenzio calò totale tra i due.
Poi un enorme gatto schizzò fuori dalla bacchetta di Tyler.

"Ce l'ho fatta!" Esultò il ragazzo non appena lo vide "Ho visto che a breve ci sarà un'altra gita a Durmsburg: ti va di venire insieme a me?" Domandò poi tutto d'un fiato a Reyna, facendosi guidare
dell'entusiasmo della situazione.
"Speravo che me lo chiedessi." Sorrise lei in risposta.


-*-*-*-


"Vuoi prenderla in braccio Clem?"
Dal momento che la bambina annuì, Layla, dopo essersi assicurata che la sua secondogenita avesse posizionato le braccia nel modo corretto, le mise in braccio la sua sorellina appena nata.
"Ecco, piano. Bravissima! Adesso, mi raccomando, non fare movimenti bruschi. Ecco, così!" La incoraggiò sua madre, indirizzandole un sorriso stanco.

D'altra parte partorire non era affatto una passeggiata.
Ma il loro, quello tra Layla Akeela, aborigena purosangue australiana, ed Ephraim Flecther, purosangue inglese sotto copertura in una spedizione babbana, era stato un matrimonio fortemente voluto da entrambi. Sin dal primo sguardo.
E fortunatamente coadiuvato dal Ministero della Magia Inglese, che aveva visto nell'unione tra i due anche un ottimo modo per farsi accettare dalla popolazione locale.
Il loro era uno dei pochi matrimoni felici tra purosangue del quale Clementine fosse a conoscenza.

"Che nome le avete dato?" Domandò Clementine curiosa, osservando attentamente la nuova arrivata.
"Charlotte." Rispose la madre sorridendo.
"Allora benvenuta in famiglia Lottie."

"Expecto Patronum" Pronunciò con voce decisa Clementine.
E finalmente un martin pescatore scaturì dalla sua bacchetta.


-*-*-*-


A differenza di Camille, che continuava a far uscire soltanto sbuffi argentati dalla bacchetta, Livvy era stata una delle poche, tra gli studenti non di Durmstrang, a riuscire a creare un patronus corporeo in poco tempo.
Beh, non che fosse tutto merito suo.

Come molte cose della vita della ragazza, anche quell'incantesimo era legato in qualche modo ai Grimm.
Era stato Elijah ad insegnarglielo. Più o meno nello stesso periodo in cui lo aveva insegnato anche a Bianca e a Will.

Fu un attimo: pensare a quei due insieme, le fece ricordare il bacio che i due si erano scambiati al Ballo di Yule.
E il suo lupo di conseguenza vacillò, iniziando a sfumare nell'aria.

Rendendosi conto della cosa, immediatamente Livvy chiuse gli occhi per tornare a visualizzare il ricordo che le aveva permesso di produrlo: un pomeriggio passato con i suoi fratelli a sfornare biscotti alla cannella.

"Ti sei distratta pensando ad altro?" Le domandò la voce di Liam, comparso improvvisamente al suo fianco. Con sorpresa della ragazza, anche lui si stava portando dietro un patronus corporeo - e anche parecchio grosso. Un toro.
"Ci sei riuscito anche tu?" Domandò sorpresa, riaprendo di colpo gli occhi e osservando l'enorme animale del ragazzo, che scalpitava e muggiva irrequieto.
"Al sesto tentativo, sì." Annuì lui "Ma tu non mi hai ancora risposto." Le fece notare.
"A cosa?" 
"Ti sei distratta" Ripetè Liam "I tuoi occhi... per un attimo si sono spenti. E' quasi come se per qualche secondo tu avessi pensato a qualcos'altro."
"Mi stavi spiando per caso?" Domandò a quel punto lei, assottigliando leggermente gli occhi.
"No, sono solo un acuto osservatore." Rispose il ragazzo facendole un occhiolino.
Livvy stava per replicare qualcos'altro, ma un allegro "CE L'HO FATTA!" strillato da Camille glielo impedì.

Così entrambi si girarono, giusto in tempo per vedere un cavallo iniziare a trotterellare allegramente per la stanza, rischiando di travolgere nella sua corsa frenetica altri patroni più piccoli.


-*-*-*-


Mentre osservava il suo orso tibetano ringhiare contro il lupo di Livvy - rispettando perfettamente i canoni di ciò che sarebbe successo anche in natura se si fosse trattato di animali veri - Trystifer gettò un'occhiata preoccupata a Christopher.
Il suo compagno non aveva mai avuto problemi ad evocare il suo patronus - un rottweiler. Ma quel giorno sembrava riscontrare parecchie difficoltà.

Era l'unico studente di Durmstrang a non esserci ancora riuscito.

E Trys non faceva neanche troppa fatica a spiegarsi la causa: Elizabeth.
Per quanto ripetesse a tutti di stare bene, era chiaro che il suo amico non avesse ancora superato la perdita.
E per produrre un patronus serviva essere in uno stato mentale sereno.

Non che gli dispiacesse quella lezione. Probabilmente era una delle più tranquille alle quali avevano partecipato negli ultimi tempi.
E anche una delle più serene, visti i vari timidi sorrisi che alcuni, ripensando ai momenti felici della propria vita, avevano iniziato a far comparire sul proprio volto.
Il professore inoltre, a differenza della prima volta che aveva fatto provare loro a produrre un patronus, si era anche parecchio trattenuto.

Trys se lo ricordava benissimo, quel giorno del quinto anno: il loro insegnante di Arti Oscure si era presentato in aula con una gabbia magica costruita apposta per contenere un dissennatore, e poi, dopo aver spiegato loro la teoria, lo aveva liberato.

Probabilmente per quella assenza avrebbe dovuto ringraziare i due presidi delle altre scuole.

Sì, quella lezione era stata decisamente tranquilla. E in un certo senso era servita, a tutti loro, per ricordarsi che nella vita esistevano anche delle cose belle.
E ad incentivarli ad andare avanti.

Sperava solo che anche Christopher lo riuscisse a capire.
Per quello si avvicinò a lui per cercare di aiutarlo.


-*-*-*-


"Non ci siete ancora riusciti? Metteteci più impegno e cercate di concentrarvi meglio. Non abbiamo mica tutto il giorno!"  Comunicò la voce del prof passando loro accanto, indirizzandogli una smorfia.
Fosse facile. Replicò Mike nella sua testa, senza però esprimere il concetto ad alta voce.

Era da quando l'uomo aveva ordinato loro di scegliere un ricordo felice per produrre l'incantesimo che aveva continuato a vagliare tutti quelli che aveva a disposizione per cercare di trovare quello giusto.
Ma fino a quel momento, la cosa migliore che era riuscito a produrre era stata un'intensa nebbiolina.
Gli era anche sembrato di cogliere un guizzo più corporeo, qualcosa di peloso e con le zampe, per un breve momento.
Ma era stato talmente breve che era sempre più convinto di esserselo sognato.

Perchè il problema non era tanto l'intensità del suo ricordo, e di questo era più che convinto, quanto dell'incubo - che poi incubo non era vista la sua natura- che aveva fatto solo dieci giorni prima, la notte della luna piena.
Non riusciva a ricordarsi bene i dettagli, tuttavia quest'ultimo continuava ad affacciarsi prepotentemente nella sua testa, impedendogli di restare concentrato troppo a lungo sul suo ricordo felice.

Stava cercando per l'ennesima volta di concentrarsi su un ricordo felice - suo fratello più piccolo quando gli aveva sorriso per la prima volta in risposta ad una sua boccaccia - quando l'urlo di gioia di Ash lo distrasse di nuovo.
"EVVIVA! FINALMENTE CI SONO RIUSCITO!"

Girandosi verso di lui per complimentarsi, Mike si accorse della forma singolare di quell'animale: un delfino.
Che, in mancanza di onde, si era messo a fare acrobazie con le pinne e la coda a mezz'aria nella stanza, attirando così l'attenzione di parecchi studenti che probabilmente non ne avevano mai visto uno.

"Ma che carino!" Trillò infatti deliziata Heidi. "Ma che cos'è?"

"Complimenti Ash!" Gli sorrise invece Mike.
E fu proprio grazie a quel delfino che finalmente ci riuscì: guardandolo, gli fu molto più facile ricordare la sua casa, molto vicina alla costa.
Gli sembrava quasi di sentirla, la brezza marina, soffiare leggera sulla sua pelle.
Reintrodursi nel ricordo fu molto più semplice.

E finalmente una volpe scaturì dalla sua bacchetta.


-*-*-*-


"Jacob? Che ci fai qui? Non dovresti essere a lezione?" Domandò Bianca distraendolo così dalle sue riflessioni.
Avendo un'ora buca, si era andata a rifugiare sulla torre più alta del castello, quella dove di solito si tenevano le lezioni di astronomia. E lì, apparentemente immerso in un mondo proprio ed intento a scrutare intensamente l'orizzonte, aveva trovato suo cugino.

Nonchè il suo promesso sposo.


A quel pensiero, una fitta le attraversò lo stomaco.
Voleva bene a Jacob. Ma ultimamente non poteva fare a meno di chiedersi quanto dell'affetto che nutrisse nei suoi confronti fosse reale e quanto invece costruito dal fatto di essere cresciuti insieme.
E ultimamente ciò che stava iniziato a provare per Willhelm l'aveva soltanto resa confusa ancora di più. Anche se non l'avrebbe mai ammesso, ovviamente.

"Oggi fanno una lezione sui patroni, che hanno programmato soltanto per far contenti i nostri ospiti."
Le rispose lui scrollando le spalle con noncuranza "Lo so produrre da quando mi hanno messo in mano una bacchetta, quindi avrei finito soltanto con l'annoiarmi e basta."
"Capisco." Si limitò a replicare a quel punto lei, appoggiandosi alla balaustra e iniziando a scrutare a sua volta il panorama esterno.
"Dov'è mio fratello?" Le domandò Jacob, giusto per non far morire la conversazione.
"Con zio Philippe. Un branco di wesen sta terrorizzando un villaggio vicino ad Innsbruck, perciò sono andati ad eliminare il problema. Me l'ha comunicato stamattina... a te non è stato detto nulla?" Rispose Bianca incredula, sgranando leggermente gli occhi.

Di solito Jacob era il primo, ad essere utilizzato in quei casi.

"No, nulla." Replicò Jacob, con tono di voce quasi disinteressato.
Poi, prima che Bianca potesse dire o fare qualcosa per fermarlo, la attirò bruscamente verso di sè per baciarla con foga.
Colta di sorpresa, la ragazza si irrigidì. Ma non fece nient'altro per cercare di fermarlo, anche se ogni cellula del suo corpo glielo chiedeva a gran voce.

Fu Jacob, così come l'aveva iniziata, ad interrompere la cosa.
"Ed ecco a voi Biancaneve Aurora Grimm, la temibile guerriera che affronterebbe una lotta all'ultimo sangue con un intero branco di lupi mannari senza battere ciglio, che non è in grado di respingere un bacio del cugino, anche se l'unica cosa che vorrebbe sarebbe avere il fratello al suo posto." Ironizzò saltando giù dal balconcino e lasciandola di sasso. "Sai Bianca? Sarebbe anche ora di comunicarlo a tuo padre: il momento è favorevole, visto quanto mi odia. Io non posso continuare a combattere da solo per tutti e tre. Ho già le mie, di battaglie da affrontare."


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Visto che li ho messi ad inizio capitolo e magari non tutti hanno letto l'altra mia storia di Grimm oppure non si ricordano granchè (in fondo è passato parecchio tempo), vi lascio i PV e qualche info sui personaggi. :)


Eleonore_Grimm Eleonore Grimm, purosangue, ex Corvonero, 19 anni, Auror

Daniel Daniel Freeman, purosangue, ex Tassorosso, 19 anni. Sta studiando in Turchia per diventare spezzaincantesimi.

Caos_Pagano Caos Pagano, mezzosangue, ex Tassorosso, 19 anni, magizoologo (e qua metto in chiaro: la sua passione per gli snasi e le creature magiche risale a molto prima che uscisse "Animali Fantastici", visto che "Grimm | Jager der dunkelheit" è del 2015 u.u)

Virginia_Petronovik Virginia Petronovik, purosangue, ex Tassorosso, 18 anni, discende da una famiglia molto famosa di pozionisti e alchimisti. 


DOMANDUZZA: so che siamo già a più di metà dell'anno scolastico quindi di sicuro qualche compleanno ormai l'ho saltato ma... quand'è il compleanno dei vostri OC?

ps: per chi volesse, ho aperto le iscrizioni per una nuova interattiva (questa volta niente famiglie purosangue coinvolte :P). Se volete darci un'occhiata potete cliccare QUI

  
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