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Autore: Signorina Granger    20/09/2017    7 recensioni
[Raccolta di OS dedicate ai protagonisti di "Act II"]
Lavoro, amore, famiglia, amici... dopo essersi Diplomati ci sono molte cose che li aspettano, un'intera vita da vivere.
Ma forse godersela non sarà così semplice, dovendo fare i conti con la prima guerra magica.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Lucas & Kristal 

 
Lucas Kroll IMG_4961e Kristal Jackson IMG_4962




“Devo essere veramente una stupida, ti conosco da anni e nonostante questo continuo a darti retta, ecco perché il Cappello non mi ha smistata tra i Corvonero!” 
“Non capisco perché la fai tanto lunga Kris, sarà successo a tutti di perdersi, in vacanza!” 

“Vacanza? Sono in TUA compagnia Lucas, questo è più che altro un viaggio di lavoro. Allora, vediamo di capire dove siamo finiti.” 


Kristal si fermò, tirando fuori la cartina per spiegazzarla e cercare di capire quale linea della Metropolitana dovessero prendere per raggiungere Central Park. Si stava arrovellando sulle decine di linee colorate che affollavano la cartina mentre, accanto a lei, Lucas sembrava più che altro un bambino dentro un negozio di caramelle, ostinandosi a sorridere con aria allegra come se si stesse divertendo. 

“Ok, forse se prendiamo la 22 dovremmo arrivare, ma dobbiamo fare un cambio dopo cinque fermate… Ma perché non possiamo Smaterializzarci?” 
“E spuntare nel bel mezzo del parco in mezzo a fiumi di Babbani? No, grazie. E poi hai detto tu che prendere la metropolitana è divertente!” 

“Certo, quando non sei in compagnia di un bambino che non aiuta per niente a cercare di orientarsi in una città grande quanto la Scozia! Mio fratello prima di partire ti ha detto “mi raccomando, vedi di non farla perdere per Manhattan” e invece se non fosse per me saremmo finiti in Connecticut già da un pezzo.” 

“Aspetta… ma quello è Ladurée? Ci andiamo? Ho promesso a mia madre che le avrei portato una scatola di quei piccoli pasticcini colorati e deliziosi.” 
“Prima devo capire DOVE siamo. Qui la fanno facile, chiedi indicazioni e questi yankee ti rispondono “tra la quinta e la ventiseiesima”, secondo loro io dovrei sapere dov’è la ventiseiesima?” 

Kristal sbuffò, continuando a tenere gli occhi chiari incollati alla cartina ormai rattoppata per quanto era stata utilizzata nei giorni precedenti mentre accanto a lei Lucas continuava a fissare la famosa pasticceria e i colorati macarons che ne adornavano le vetrine. 

“In effetti ho un po’ di fame.” 
“Sono le due, abbiamo pranzato un’ora fa!”
“Sarà il jet leg…” 
“Ma se ci siamo Smaterializzati per arrivare qui?!” 

“Che c’entra, il fuso lo sento comunque!” 


*



“Kristal? C’è un ragazzo che chiede di te.” 

“Arrivo subito, grazie Peter… ha per caso detto come si chiama?” 

Kristal uscì dall’ufficio con un sorriso stampato sul volto, ben lieta di poter fare una pausa approfittando di quella visita inaspettata. 

“No, ha solo detto che cercava te. Hai detto di avere un fratello, no? Magari si tratta di lui.” 
“Oh, ne dubito fortemente, Kyle è Babbano come i miei genitori.” 

La Tassorosso scosse il capo, camminando a passo svelto per raggiungere l’atrio del piano. 

“Luke!” 

Quando scorse la familiare figura del suo migliore amico la ragazza sorrise, correndogli incontro per abbracciarlo:

“Sei sceso al terzo livello per salutarmi, che onore… Come va?”
“Non c’è male, qui invece?” 
“Bene, per me lavorare al Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici non sarà un problema, dopotutto ho molta esperienza alle spalle.” 

Kristal sorrise mentre scioglieva l’abbraccio con l’amico, che le rivolse un’occhiata torva:

“È un modo sottile per definirmi una catastrofe vivente?” 
“Sì, ma con molto affetto.” 

“Certo… hai tempo per fare una pausa e dedicarmi qualche minuto, Jackson?” 
“Naturalmente, andiamo a prendere un caffè.” 

Kristal annuì, prendendo l’amico sottobraccio per raggiungere l’ascensore mentre il ragazzo si lanciava una fugace occhiata alle spalle prima di parlare:

“Chi era il ragazzo che è venuto a chiamarti?” 
“Se lavora qui presumo che sia un mio collega, Lucas… Si chiama Peter. Perché me lo chiedi, lo conosci?” 

“No, mai visto in vita mia, ma dal modo in cui mi ha fulminato quando gli ho detto che ero passato a trovare te oserei dire che nutre una particolare simpatia nei tuoi confronti…” 

Kristal sbuffò, assestandogli una leggera gomitata ma senza riuscire a non arrossire:

“Non dire assurdità…” 
“Dico quello che penso, Kris. Facciamo così, digli che sono il tuo ragazzo, se si innervosisce saprai che ho ragione.” 
“Non ci penso neanche! E smettila di fare la comare!” 


*


“Come va?” 

Era china sulla stessa montagna di fogli da ore, non facendo altro che leggere, leggere e scarabocchiare annotazioni sui margini. 
Quando sentì la voce di Kyle la ragazza alzò lo sguardo, mentre il fratello si fermava accanto a lei, sfiorandole le spalle con le mani:

“Come al solito. C’è un sacco di roba da fare, al Ministero.” 
“Le cose continuano ad andare male?” 
“Già.” 

Kristal annuì, abbassando nuovamente lo sguardo sui fogli che doveva ancora finire di leggere mentre il fratello continuava a guardarla con leggera apprensione:

“Pensi che lavorare in quel “mondo” sia sicuro, Kris?” 
“Io penso che oggi nessuno sia al sicuro davvero, Kyle, neanche voi Babbani. Vivere in due mondi diversi non mi ha mai pesato tanto come in questi ultimi due anni.” 

“A me basta solo che tu stia bene, Kris. E non sopporto di non poterti più proteggere come quando eri piccola.” 
“A volte vorrei tornare ad essere quella bambina che si faceva coccolare dal fratellone, sai? Era tutto molto più facile.” 



*


“Davvero te ne vai?” 

Stava liberando la scrivania quando alzò lo sguardo sula fonte della voce, incontrandosi così il volto del collega che le stava davanti per poi abbozzare un sorriso:

“Diciamo di sì. Mi hanno chiesto se fossi disponibile a tenere sotto controllo i più grandi asili di Londra, sai, per via dei bambini Nati Babbani… nessuno sa meglio di me che danni si possano scatenare con la magia repressa di cui nemmeno si sa l’esistenza.” 

Kristal si strinse nelle spalle, riponendo con estrema cura la fotografia incorniciata che la ritraeva abbracciata a Kyle nello scatolone mentre di fronte a lei Peter restava in silenzio, limitandosi ad osservarla. 

“Dovrei passare lunedì mattina per riportare qui un paio di cose, ma per il resto ho finito. Ti cedo ufficialmente la mia scrivania Callaghan, dopotutto me l’hai inviata per mesi.” 
“Ti eri presa quella migliore, dopotutto.” 

Peter sorrise appena, stringendosi nelle spalle mentre la ragazza lo superava per uscire dall’ufficio. 
Kristal si fermò solo quando si sentì chiamare, voltandosi verso il ragazzo:

“Sì?” 
“Vuoi venire a cena con me?” 


*


Peter, seduto di fronte a lei, le stava dicendo qualcosa a proposito dei suoi anni a scuola, come lei stessa gli aveva chiesto di fare pochi minuti prima visto che non si erano mai nemmeno rivolti la parola all’interno del castello: lui aveva due anni più di lei, e non erano stati nemmeno compagni di Casa, lei Tassorosso e lui Corvonero. 

Kristal aveva, tuttavia, smesso di prestare particolare attenzione alle sue parole da un paio di minuti, continuando a distogliere lo sguardo dal ragazzo o dalla tazza di caffè che aveva davanti per lanciare occhiate criptiche ad un tavolo posto accanto alla finestra dall’altra parte della stanza, occupato da un paio di persone di cui aveva solo una fugace visuale. 
Le era sembrato di averle già viste, in effetti, in un primo momento. 

E più li guardava, più i suoi dubbi lasciavano il posto a delle certezze. 

Benché continuasse a dirsi che no, era assurdo, non potevano davvero essere loro, non potevano davvero essere tanto idioti… o forse sì, infondo lo erano. 
Del resto, chi li conosceva meglio di lei? 

“Vuoi scusarmi un minuto? Devo andare in bagno.”  La ragazza si stampò un sorriso sul volto mentre si voltava nuovamente verso il ragazzo per poi alzarsi e allontanarsi dal tavolo… e quando sparì dalla sua visuale invece che verso il bagno si diresse a passo di marcia verso il tavolo incriminato, sbattendo i palmi sulla superficie liscia e lucidata prima di sibilare qualcosa a mezza voce:

“Che. Cosa. Pensate. Di fare?” 

“Ciao Kris… ci prendiamo un caffè, come te immagino, visto che sei qui.” 

Il suo tono minaccioso non sembrò scalfire né Kyle né Lucas, che continuarono a mescolare il contenuto delle rispettive tazze con nonchalance mentre la Tassorosso si tratteneva dal sfoderare la bacchetta e ucciderli entrambi seduta stante. 
Non doveva fare altro che contare, contare e rilassarsi, ricordarsi di essere in un luogo pubblico e pieno di Babbani… Doveva pensare a qualcosa di carino che la rilassasse, come i bambini con cui passava buona parte delle sue giornate, 

Ecco, i bambini erano perfetti.

“Certo, lo vedo. E ditemi, da quando avete cominciato ad andare insieme a bere i caffè, esattamente?” 
“Da un po’. Scusa, non dicevi che volevi andassimo d’accordo visto che siamo molto importanti per te?” 

I bambini Kris, pensa ai bambini!


“Certo Kyle, ma non intendevo che doveste coalizzarvi per spiarmi! Luke, glie l’hai detto tu, immagino.” 
“Scusa, ma mi ha fatto il terzo grado e ho ceduto, alla fine.” 

“Siete due inutili idioti, sparite immediatamente dalla mia visuale… non ho 13 anni, so badare a me stessa, non mi serve la scorta. Quanto a te.” 

La ragazza si rivolse al fratello, fulminandolo con lo sguardo mentre accanto a lui Lucas rimpiccioliva alla velocità della luce, facendosi improvvisamente piccolo piccolo di fronte al tono e allo sguardo dell’amica:

“Hai 30 anni!” 
“28, prego.” 
“Quel che è! Pensa alla tua vita, alla tua povera fidanzata invece che a me… so che ti sei sempre sentito in dovere di badare a me, ma non sono più la tua piccolina. E ora sparite, o vi avadakedavarizzo, anche se siete le persone a cui tengo di più.” 

La Tassorosso staccò le mani dal tavolo come se si fosse scottata prima di girare sui tacchi e allontanarsi, tornando a sorridere con la sua solita espressione cordiale mentre tornava dall’ignaro Peter e Kyle si voltava verso Lucas, confuso:

“Che cosa ha detto?” 
“È un modo per dire che ci ucciderà, Kyle.” 


*


“Non dovrei essere io, quello nervoso? Si direbbe che tu sia ben più agitata di me.” 

Peter sorrise, guardando la fidanzata con aria divertita mentre Kristal continuava a tamburellare le dita sul tavolo con impazienza, lanciando occhiate all’entrata del ristorante ogni due minuti. 

“Hai paura che possa non piacergli?” 
“No, ho paura che si comportino da imbecilli, gli riesce molto bene, credimi.” 
“Ce la farò, vedrai. Sono felice che tu voglia farmi conoscere la tua famiglia.” 

Poter sorrise e la ragazza ricambiò a fatica, quasi pentendosi di aver avuto quell’idea. Anzi, non era stata sua a dire il vero, si era semplicemente fatta convincere da suo fratello, che da un paio di settimane insisteva per conoscere il fantomatico Peter di cui tanto le aveva sentito parlare. 

Sul momento si era detta che non sarebbe stata di certo una tragedia, ma stava iniziando a ricredersi. 

Quando vide un paio di persone ben note entrare distese le labbra in un sorriso, facendo loro un cenno per attirarne l’attenzione prima di voltarsi nuovamente verso Peter, sorridendo con leggere nervosismo:

“Beh, in tal caso… ti presento la mia famiglia disastrata, Pete.” 

“La tua famiglia?” 

Kristal annuì, sorridendo con una punta di divertimento di fronte al tono e all’espressione smarrita del ragazzo, che probabilmente si aspettava di vedere i suoi genitori.

“Sì, ce l’hai davanti… lui è mio fratello Kyle, e lui è ovviamente Luke, già lo conosci di sfuggita.” 



*




“Sto iniziando a pentirmi di essermi lasciato convincere.” 

Kristal, in piedi davanti a suo fratello vicino al gate del suo volo, scosse leggermente il capo alle parole di Kyle, guardandolo con un velo di malinconia:

“È la cosa migliore. Te l’ho detto, che cosa fanno ai Babbani, e non voglio che ti accada nulla.” 
“E allora vieni con me anche tu. Hai detto che odiano le persone come te, no? Non è sicuro nemmeno per te stare qui, Kris.” 

“Poco ma sicuro… ma devo stare qui, questa è la mia casa, e questa è la nostra guerra, non la vostra. In un modo o nell’altro prima o poi finirà Kyle, e per allora tu starai lontano dalla Gran Bretagna. Dicevi sempre di voler vedere l’America, no?” 
“Sì, ma non in queste circostanze. Non ti voglio lasciare in questa situazione.” 

“Non sono sola Kyle... ma mi mancherai, non posso negarlo. Ti voglio bene, scrivimi… e cerca di non mangiare solo schifezze!” 
“Io sto partendo per andare dall’altra parte del globo e tu mi parli di alimentazione?” 

Kyle sbuffò, roteando gli occhi prima di avvolgere la sorella in un abbraccio, lasciandole un bacio sulla testa:

“Fai attenzione, ok?” 
“Lo farò… se finirà bene tornerai presto qui, te l’assicuro.” 

Kristal si sforzò di sorridere, cercando di non prendere nemmeno in considerazione la seconda opzione mentre il fratello annuiva, non particolarmente convinto dalle sue parole:

“Lo spero. Ciao ragazzina.” 
“Ciao, vecchietto.”
 


*


Era in ritardo, di circa dieci minuti. 
Ma aveva smesso da molto tempo di farglielo notare, limitandosi a rivolgergli un’occhiata di rimprovero quando lui si presentava con un sorriso carico di scuse.

Quel giorno era particolarmente di buon umore, forse troppo anche per fare una ramanzina al suo migliore amico, che come da manuale la raggiunse al tavolo di corsa, la sciarpa messa male e i capelli leggermente scompigliati:

“Lo so, sono in ritardo, ma i folletti non mi mollavano più!” 
"Non eri tu quello che voleva lavorare a contatto con le creature magiche, Luke?” 
“Sì, ma non i Folletti, sono viscidi. Ma non parliamo di questo… come stai?” 

Il ragazzo sorrise all’amica, sfilandosi frettolosamente la sciarpa prima di sporgersi e darle un bacio su una guancia, ricevendo un sorriso:

“Bene, mi dispiace se non riusciamo a vederci molto di recente, ma il Ministero è decisamente in sobbuglio… Come sta Lisa?” 
“Mi chiedi come sta Lisa e non mi chiedi come sto IO?” 

“Beh, tu stai bene e lo vedo, ma la povera Lisa sta con te, quindi è sempre meglio chiedere…” 
“Bene, sta bene. Ma mia madre continua a chiedermi quando ti inviterò a cena, sembra gradire lantua compagnia più di quella della mi ragazza.” 

“Beh, Evangeline mi conosce da anni, se vuole spodestarmi deve mettersi in fila. Comunque... Noti niente di diverso?” 

Kristal piegò le labbra in un sorriso allegro, mentre l’amico quasi si allarmò a quella domanda: quando gli veniva posta, non riusciva mai ad azzeccare la risposta. Gli occhi verdi del ragazzo si catalizzarono sui capelli di Kristal, cercando di cogliere qualche possibile differenza… ma niente, sembravano proprio quelli di sempre. 
No, non notava proprio nulla di diverso, ma Kristal continuava a guardarlo, senza smettere di sorridere mentre gli occhi chiari dell’amico la osservavano con attenzione, arrovellandosi su cosa potesse essere cambiato rispetto all’ultima volta in cui si erano visti. 

Poi il suo sguardo indugiò leggermente più in basso rispetto al viso dell’amica, posandosi sulle sue mani appoggiate sul tavolo, davanti a lui.
In particolar modo, sulla sinistra. 

“Per l’intimo di Morgana… ti ha chiesto di sposarti? Finalmente una bella notizia, direi.”  
“Sì! Perciò, la domanda è semplice: mi farai da damigello, vero?” 

“Testimone mi suona meglio, ma sì, lo farò.” 


*



“Allora… volevo dirvi che, per un periodo, non verrò più a scuola.” 
“Perché?” 
“Devi andare via?” 

Kristal, seduta su una sedia, sorrise di fronte alle espressioni sinceramente tristi dei bambini che la circondavano, tutti che ascoltavano con attenzione ciò che la maestra stava dicendo:

“No Thomas, non devo andare via… starò per qualche mese a casa e poi tornerò.” 
“E perché devi andare a casa?” 
“Sei malata, maestra?” 

“No, sto benissimo… ma ho un bambino nella pancia e, sapete, bisogna riposarsi in questi casi, è successo anche alle vostre mamme.” 

Kristal sorrise, guardando i suoi “alunni” con sincero affetto mentre questo ammutolivano, iniziando a tempestarla di domande subito dopo, chiedendole se sarebbe tornata, se anche quando avrebbe avuto un bambino avrebbe ancora voluto loro bene eccetera. 

Stavano facendo quasi più domande di Lucas e di suo fratello, che quando avevano appreso la notizia erano, rispettivamente, uno quasi svenuto e l’altro l’aveva tenuta al telefono un’ora e mezza per farsi dire accuratamente come stesse e se andasse tutto bene.
Kyle le aveva chiesto se volesse che tornasse, e anche se gli mancava moltissimo, non lo vedeva dal giorno del suo matrimonio dopotutto, aveva declinato l’offerta, ricordandogli che non era ancora affatto sicuro per lui restare in Inghilterra.

Ma era riuscito a farsi promettere di essere tenuto informato, e Kristal era certa che il giorno del parto sarebbe corso a prendere il primo volo visto che di certo Lucas l’avrebbe aggiornato di nascosto per tutti i mesi successivi, informandolo di pressoché qualunque cosa.


*


“Ma sei sicuro che si faccia così? Secondo me è sbagliato.” 
“No, ti dico che il verso è questo, c’è scritto nelle istruzioni!” 


Kristal, comodamente stesa sul divano del salotto, teneva una rivista tra le mani, impegnata a leggere mentre, alle sue spalle, Peter e Lucas si stavano adoperando per riuscire a montare una culla. 
All’inizio aveva cercato di dare una mano, ma dopo pochi minuti aveva saggiamente deciso di lasciare la situazione in mano ai due e di mettersi comoda. 


“Sapete, ho abbastanza esperienza alle spalle da credere che Luke non abbia letto le istruzioni con questa poi così grande attenzione, forse bisognerebbe darci una seconda occhiata… e in ogni caso Luke, PERCHÉ sei qui? Non dovresti organizzare il tuo matrimonio, almeno in teoria?” 

“Sai bene quanto me che alla fine decide tutto la sposa, io non servo a niente, ci penserà Lisa. Nel vostro hai lasciato decidere a Peter solo le bomboniere!” 
“Solo perché il mio gusto è nettamente migliore, caro. In ogni caso non insisto, cercate solo di montarla in modo stabile, non vorrei crollasse.” 

“Prima o poi ce la faremo Kris… ora, questo DOVE va? C’è un disegno?” 
“No, ma penso sia la base. Ma perché è così difficile, mi sembra di essere tornato a scuola con la McGranitt, quando per quanto ci provassi non riuscivo a combinare un bel niente!” 



Lucas sbuffò, osservando le istruzioni con aria trova mentre la Tassorosso roteava gli occhi, evitando di chiedere perché non usassero semplicemente la magia invece di ostinarsi a voler fare tutto a mano come i Babbani.

Maschi. 


*


1975


“Posso tenerla?” 

Kristal annuì, mettendo con delicatezza la bambina tra le braccia del suo migliore amico, che era appena entrato nella stanza per salutare lei e la nuova “nipotina”. 

Lucas sorrise alla bambina, seduto accanto all’amica sul letto dell’ospedale:

“Ora mi vuoi dire come avete deciso di chiamarla?” 
“Daisy.” 

“Carino… è molto dolce.” 
“Lo so. Notizie di Kyle?” 
“Il suo volo era ieri sera, voleva arrivare per il parto ma temo che tu l’abbia battuto sul tempo… ma penso che stia arrivando. Scommetto che non vede l’ora di vederla.” 

“E io non vedo l’ora di vedere il MIO nipotino, se è per questo. Pete dov’è?” 
“Fuori, credo che sia ancora scioccato da quando tu lo hai preso ad insulti, ordinandogli di uscire dalla sala parto.” 
“In mia difesa posso dire di essere stata molto suscettibile durante il travaglio, penso sia comprensibile… e poi se permetti dà molto fastidio vedervi “sentivi male” assistendo al parto, non quando NOI soffriamo indescrivibilmente. Ma ne è valsa la pena.” 

Kristal sorrise alla figlia, sfiorandole il viso con un dito e ripensando a quando, da bambina, si era detta di voler avere una famiglia unita e magari anche abbastanza numerosa, un giorno. 
Una famiglia che non avrebbe mai messo da parte come i suoi genitori avevano sempre fatto con lei e Kyle: al primo posto avevano messo il lavoro, poi c’erano loro e avevano lasciato i figli solo al terzo. 

No, lei non sarebbe stata così, per niente.


“Kristal? Avete una visita.” 

Sentendo le parole dell’infermiera aveva alzato lo sguardo, ritrovandosi a guardare suo fratello in piedi sulla soglia della stanza, sorridendogli:

“Ce l’hai fatta, finalmente.” 
“Beh, avevi detto che avresti partorito la prossima settimana, mi avete battuto sul tempo. Come ti senti? Dov’è Pete?” 

“Qui fuori traumatizzato, poverino, dopo digli di entrare per favore… Comunque sto benissimo, fratellone, mai stata meglio credo.” 

Kristal sorrise mentre il fratello le si avvicinava, continuando a tenere gli occhi fissi sulla bambina che la sorella teneva in braccio. Lucas si alzò per cedergli il posto, sostenendo che sarebbe passato a vedere come stesse Peter per lasciarli da soli un paio di minuti.

Kyle sedette accanto a Kristal, sorridendo alla nipotina:

“Come si chiama?” 
“Daisy. Non è bellissima?” 
“Certo che lo è… mi sei mancata, piccoletta.” 

“Anche tu. Julia e il piccolo Ryan come stanno?” 
“Bene, Julia ti saluta e Ryan impara a camminare… avrei voluto portarlo con me per fartelo conoscere, ma è ancora piccolo.” 

“Se tutto andrà bene tra qualche anno la guerra finirà, Kyle, così se vorrai tornerai a vivere qui… e allora saremo di nuovo una famiglia.” 


*



“D’accordo, per oggi basta TV… è ora di andare a dormire.” 


Kristal entrò nel salotto trovando quattro bambini, due maschi e due femmine, seduti sul tappeto con gli occhi fissi sullo schermo della televisione. Alle sue parole si voltarono tutti verso la madre/zia, iniziando subito a protestare per poter vedere i cartoni ancora per un po’.

“Niente da fare, avete già guardato abbastanza… è tardi, ora si va a letto.” 
“Ma noi non siamo stanchi. Dormiremo dopo.” 

Sua figlia Daisy, di cinque anni, si strinse nelle spalle e poi si voltò di nuovo verso la TV, mentre accanto a lei Edward annuiva, sorridendo alla “zia”.

“Non penso proprio… è tardissimo, quasi mezzanotte, quindi si va a dormire.” 
La strega spense la TV prima di prendere Eloise in braccio, ignorando le proteste della figlia e di Edward mentre la bambina bionda la guardava con gli occhi sgranati:

“È già mezzanotte zia?” 
“Sì Elly… non vedi le lancette?” 

In realtà erano le nove, ma aveva solo quindici minuti per togliersi i bambini dai piedi mettendoli a letto prima che iniziasse Sabrina. 

Fortunatamente nessuno tra Daisy, Edward, Eloise e Lucas era in grado di leggere un’orologio, e finché poteva ne approfittava, ovviamente. 
Per quanto amasse i bambini si stava quasi pretendo di aver accettato di far dormire da loro i figli di Lucas, specie considerando che non c’era Peter ad aiutarla. 
“Come Cenerentola!” 
“Sì amore, come Cenerentola… quindi sarà meglio andare subito a dormire, non credi? Voi tre, venite.” 


*

1981


Sentendo suonare il campanello con tanta insistenza era quasi corso ad aprire, chiedendosi chi potesse fargli visita a quell’ora. Di chiunque si trattasse, avrebbe dovuto ringraziarlo per aver svegliato Eloise, che era diventata subito estremamente attiva e voleva giocare e fare merenda anche se erano le due del mattino. 

“Tesoro, no, non puoi mangiare adesso, è presto! Ma chi può essere a quest’ora?” 

Lisa sbuffò mentre prendeva in braccio la figlia di tre anni, ignorando le sue proteste mentre anche un Edward sorridente li raggiungeva, in pigiama e i con i capelli scuri spettinati, chiedendo se avessero visite. 

“Non lo so, vado a vedere.” 

Lucas sbuffò rumorosamente, camminando a piedi nudi sul parquet gelato per poi scendere le scale e raggiungere la porta d’ingresso, sperando vivamente che fosse importante. 

“Kristal? Che cosa ci fai qui a quest’ora? È successo qualcosa?” 

Nel trovarsi davanti la sua migliore amica, sorridente ma allo stesso tempo con gli occhi quasi lucidi, il Tassorosso si allarmò leggermente, spostandosi dall’uscio per farla entrare:

“Non sai niente? Merlino Luke, dove saresti se non ci fossi io…” 
“Chi è?” 
“Tranquilla, è Kris… di che cosa stai parlando? Stavo dormendo, fino a due minuti fa!” 

“Dormirai molto meglio da oggi, credimi… Pare che Tu-Sai-Chi sia stato sconfitto da un bambino, è finita, finalmente!” 


*


“Lucas, finisci di preparare la tavola… Sharon, aiutalo!” 
“Ok mamma…” 

“Martin, prendi il vino. Francis, renditi utile invece di poltrire, aiutami ad impiattare!” 

“Mamma, dovresti rilassarti, è la solita cena di Natale, non deve venire il Ministro!” 
“Beh, abbiamo ospiti. E se tra di noi siamo abituati al consueto caos di questa casa, gradirei che per questa sera tutto fosse in ordine.” 

Lucas si avvicinò alla madre per prendere i piatti, ritenendo gli occhi con esasperazione:

“Mamma, Kris ci conosce da anni, sa benissimo come vanno le cose qui dentro.” 
“Se hai ospiti è buon costume che sia tutto in ordine, Luke… ancora non mi capacito di come voi quattro torniate qui per neanche mezza giornata e si scateni così il caos, stamattina era tutto tranquillo.” 

Evangeline sospirò mentre tornava ad ultimare le portate, non rimpiangendo per niente i tempi in cui aveva tutti i figli in casa mentre questi l’aiutavano a preparare il tavolo e la cena, lasciando che i rispettivi consorti e figli nel caso di Lucas e Sharon aspettassero in salotto senza muovere un dito. 

“Non capisco perché puntualmente ci sfrutti mamma, tecnicamente siamo ospiti anche noi!” 
“Sta zitto Francis, voi siete ospiti che è permesso sfruttare. Hanno suonato, qualcuno vada ad aprire!” 


“Vado io.”  Lucas sorrise, cogliendo al volo l’occasione per defilarsi e affrettandosi ad uscire dalla cucina, superando rapidamente il salotto per poi aprire la porta con un gran sorriso stampato sulle labbra, accogliendo amica e famiglia:

“Eccovi qui, entrate pure… Kris, tu sei abituata al manicomio che questa casa diventa quando siamo tutto sotto lo stesso tetto, ma preferisco mettere Peter in guardia. Ciao ragazzi!” 
“Tranquillo, l’ho già fatto io… dov’è tua madre? Voglio salutarla e ringraziarla per l’invito.” 

“Te l’ho detto, ti adora, credo pagherebbe centinaia di Galeoni pur di avere una figlia come te. Su, entrate, Evangeline Kroll muore dalla figlia di spupazzare i suoi “nipotini acquisiti”.” 


*


Edward Kroll  Image and video hosting by TinyPicEloise Kristal Kroll Image and video hosting by TinyPic  Daisy Callaghan Image and video hosting by TinyPic Lucas Kyle Callaghan Image and video hosting by TinyPic Lilian CallaghanImage and video hosting by TinyPic



Quando entrò in cucina trovò suo figlio Edward insieme al figlioccio Lucas impegnati a fare merenda, sorridendo calorosamente ai due bambini mentre gli si avvicinava:

“Ciao ragazzi… la zia Kris?” 
“È uscita con Elly, Daisy e Lily.” 

Edward fece spallucce mentre il padre si accigliava, chiedendosi dove potessero essere andate… non ricordava per niente che l’amica gli avesse detto qualcosa a proposito di uscire. 


Stava per chiedere ai due quanto tempo fosse passato da quando era andata via quando l’ex Tassorosso sentì la porta dell’ingresso aprirsi, udendo subito dopo la familiare voce dell’amica:

“Luke, siamo a casa!” 
“Parli con me o con tuo figlio?” 

“Con te! Ah, eccovi qui. Abbiamo fatto shopping.” 

Kristal comparve sulla soglia della stanza con un enorme sorriso stampato sul volto, la piccola Lily in braccio e una mano che reggeva diverse buste. Eloise sorrise al padre, avvicinandoglisi per farsi prendere in braccio. 

“Sì, lo vedo. Fammi indovinare, hai di nuovo comprato ad Elly un mare di cose, come sempre.” 
“Luke, è la mia figlioccia, la devo viziare, altrimenti a cosa servono le madrine? Ti ricordo che TU coccoli Luke all’inverosimile, e mio fratello non fa altro che viziare Daisy e Lily.” 

La strega si strinse nelle spalle, avvicinandosi al figlio per dargli un bacio su una guancia e farsi raccontare tutti i guai che aveva di sicuro combinato insieme ad Edward in sua assenza. 
Aveva deciso di chiamarlo come il suo migliore amico e suo fratello, non immaginando che quel nome avrebbe trasmesso anche l’indole a combinare pasticci del suo padrino. 


“Mamma, lo zio ci ha fatto vedere come si fa a far esplodere le lampadine!”  Il bambino rivolse un sorriso allegro alla madre, gli occhi azzurro-verde luccicanti di divertimento mentre lo zio sfoderava un sorriso angelico in direzione dell’amica, che gli rivolse un’occhiata torva:

“Molto educativo, direi.” 
“È stato divertente!” 

“Luke, stai trasformando il mio piccolo angioletto nella tua versione mignon, i tuoi fratelli non ti sono bastati?” 
“Potrei farlo di professione, formare piccoli combina guai… sarei senza dubbio eccezionale.” 


“Papà, domani mi fai vedere come si rompono i vetri?” 
“No! E sono sicura che tua madre sarebbe d’accordo con me. Luke, smettila, o alla McGranitt verrà un infarto quando Edward andrà ad Hogwarts, tra cinque anni.” 


*


“Ieri la mamma mi ha telefonato.” 
“Ah sì? E che cosa ti ha detto?” 

Kyle, seduto sul divano del salotto accanto alla sorella con la TV accesa, si voltò verso di lei mentre i figli giocavano davanti a loro, sul tappeto. 
Kristal si strinse nelle spalle, continuando a tenere gli occhi chiari fissi sullo schermo della TV e la testa appoggiata sulla spalla del fratello:

“Mi ha chiesto se a Natale andiamo da lei e papà a pranzo.” 
“E tu che cosa le hai detto?” 
“Che ne avrei parlato con te. Tu che ne pensi?” 
“Beh, da quando sono diventati nonni sono improvvisamente molto più affettuosi e presenti… forse si sentono solo in colpa in realtà, ma forse dovremmo andarci. Sono pur sempre i nostri genitori.” 

“Oh, per favore, tu per me sei stato molto più paterno di loro messi insieme. Non si sono fatti scrupoli a passare le feste lontani da casa per anni, poi intraprendiamo le nostre strade, ci sposiamo, si rendono conto di essersi fatti sfuggire i figli dalle mani e diventano nei nonni affettuosi. Non mi va giù.” 
“Lo so. Ma fallo per loro… Nessuno sa meglio di noi come sia crescere senza una parte fondamentale della propria famiglia, sono sicuro che tu non voglia che accada lo stesso ai tuoi figli.” 

“E infatti non succederà, mai. Io e Peter siamo molto presenti per loro, e hanno anche due zii estremamente presenti e affettuosi… ma forse hanno bisogno anche dei nonni.” 
“Beh, almeno pensaci, prima di escluderli dalla loro vita. Puoi farlo con la tua, ma credi che per loro sarebbe la cosa migliore?” 

Kristal esitò prima di annuire, rivolgendo un’ultima occhiata ai bambini prima di voltarsi verso il fratello, guardandolo con lieve scetticismo:

“Da quando sei diventato così coscienzioso, Kyle?” 
“Sono sempre stato estremamente riflessivo e coscienzioso, Kris.” 

“Ti prego, quando ero piccola lasciavi i cancelletti sulle scale aperti in continuazione, è un miracolo che sia ancora viva!” 
“Sorella ingrata.” 


*


Era seduta sul muretto accanto al cancello aperto, facendo dondolare distrattamente le gambe mentre teneva lo zaino colorato ancora sulle spalle. 
Guardò gli ultimi bambini allontanarsi, sorridenti, insieme alle rispettive madri o padri… come succedeva praticamente tutti i giorni era l’ultima rimasta ad aspettare all’uscita della scuola. 


Qualche minuto prima le si era avvicinata la sua maestra, chiedendole se non volesse aspettare dentro e magari chiamare i suoi genitori… ma la bambina aveva declinato, sostenendo con fermezza che suo fratello sarebbe presto arrivato a prenderla. 
No, lui non l’avrebbe mai lasciata lí da sola… e poi era abituata ad aspettare, sua madre ci metteva secoli per andare a prenderla fin dall’asilo. 

La bambina di nove anni fece vagare lo sguardo sul parcheggio che aveva davanti, sperando di vedere Kyle avvicinarsi. 
Quando vide una moto avvicinarsi sorrise quasi senza pensarci, alzandosi un istante dopo per corrergli incontro e fermarsi accanto al ragazzo, che si sfilò il casco dalla testa prima di sorriderle:

“Ciao principessa… scusa l’attesa.” 
“Sto morendo di fame, dovevi venire venti minuti fa!” 
“Dieci.” 
“Venti!” 
“Io ho diciassette anni, tu nove, so contare meglio di te e dico dieci minuti. Punto e basta… coraggio, mettiti il casco.” 

Kyle roteò gli occhi prima di porgere alla sorella il piccolo casco blu che le aveva comprato per farsi scorrazzare in moto con lui, aiutandola poi a salire davanti a lui. 

“D’accordo… andiamo a mangiare da qualche parte?” 
“Non hai fatto la spesa, vero?” 
“Sei una piccola saputella, lo sai?” 





“Comportati bene, ok? Sono sicura che ti divertirai… Hogwarts ti piacerà moltissimo, vedrai.” 

Kristal sorrise alla figlia più grande, sistemandole i capelli biondi cenere mentre le ragazzina ricambiava il sorriso, guardandola con affetto:

“Lo spero.” 
“Io adoravo tornarci, dopo le vacanze… anche se mi mancava lo zio Kyle, certo. Scrivimi domani mattina, non vediamo l’ora di sapere in che Casa verrai smistata.” 
“Sono curiosa anche io… Tassorosso come te o Corvonero come papà?” 

“O magari nessuna delle due, chissà. Ma ricorda: se per caso finisci, al banchetto, seduta davanti ad un tuo nuovo compagno di Casa che ti saluta vivacemente e sembra simpatico scappa. Non potrai più tornare indietro e passerai la vita a fargli da baby-sitter, ricordandogli di allacciarsi le scarpe, te lo dico per esperienza.” 

“Parli dello zio Luke?” 
“Ovviamente, di chi se no… sai quanto tenga a lui, ma prenderlo in giro è sempre molto gratificante.” 

“Poteva andarti peggio mamma, lo zio è bello. Mi sono spesso chiesta, in effetti, perché non ci sia mai stato niente tra di voi.” 

“Se lo sono chiesti tutti…  ma per me è solo il mio secondo fratello. Il mio pasticcione, smemorato, divertente e affettuoso fratellino.” 





   
 
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