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Autore: Nene_92    22/10/2017    9 recensioni
 INTERATTIVA - (ISCRIZIONI CHIUSE )
(la storia fa parte della serie "Grimm")
 
Inghilterra, 2022
Eleonore Grimm, durante un pomeriggio passato con i nipoti, racconta loro la fiaba di Cappuccetto Rosso. Quello che non si aspetta è di trovare, in mezzo al diario di Jacob, una misteriosa lettera che sembra essere indirizzata proprio a lei.
 
Durmstrang, 1802
Per la prima volta nella storia, Hogwarts viene lasciata fuori dal Torneo Tremaghi.
Quell'anno infatti, a giocarsi la Coppa saranno gli Istituti di Durmstrang, Ilvermony e Murrinh-Patha.
Tra i tanti studenti desiderosi di partecipare, si trovano anche loro: Jacob e Willhelm Grimm, i famosi fratelli delle fiabe "horror" babbane.
Hanno solo 17 anni, non sono ancora famosi. O almeno non lo sono ancora nel mondo babbano, visto che nel mondo magico la loro famiglia è invece nota da secoli come "il terrore dell'Europa".
Eppure, gli eventi che li travolgeranno quell'anno, saranno proprio lo stimolo che li porterà a scriverle.
.
Volete sapere come? Non vi resta che leggere.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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22


Chiedo scusa ma mi sono concentrata solo su alcune story line, quindi alcuni personaggi non compariranno in questo capitolo. Ovviamente si rifaranno nel prossimo. u.u



 
- Biancaneve* e Rosarossa -


C'era una volta una povera vedova, che viveva in una modesta casetta con le sue due bambine. Le aveva chiamate Biancaneve e Rosarossa perché erano simili ai boccioli rossi e bianchi dei rosai che crescevano davanti a casa sua: esse erano buone, pie, laboriose e gentili. Biancaneve era più tranquilla e remissiva, Rosarossa più spensierata e vivace. 
Le due bambine si volevano molto bene e si tenevano per la mano quando andavano fuori insieme.

Dicevano che non si sarebbero mai separate e che avrebbero sempre diviso fraternamente ogni cosa.





7 aprile 1803, Durmstrang, dormitorio maschile Ilvermony


"A-AH! Adesso come la mettiamo? Sarai costretto ad uscire allo scoperto!" Proclamò Patton con tono trionfante, sventolando ripetutamente sotto al naso di Liam una treccia d'aglio e finendo così per svegliarlo.

Nel momento in cui il wampus aprì gli occhi, per qualche secondo fissò - mezzo rincoglionito - il compagno di stanza, senza capire esattamente cosa stesse succedendo.
Poi gli gettò un'occhiataccia.

"Si può sapere cosa stai facendo esattamente?" Domandò assottigliando gli occhi "E toglimi quella cosa da sotto il naso!" Gli ordinò in un sibilo.
Ma Patton non si arrese. Anzi, prese quella richiesta come un'ammissione di colpa. "Vuoi che te la tolga perchè ti da fastidio vero?" Lo accusò "Ammetti pertanto di essere un vampiro!"

"Voglio che tu me lo tolga da sotto il naso perchè l'aglio puzza!" Gli sbraitò contro Liam, avendo ormai perso ogni briciolo di pazienza "Io stavo dormendo, maledizione a te e alle tue maledette idee!"
"Patton... se Liam fosse davvero un vampiro, a quest'ora la sua faccia sarebbe completamente buterata." Provò ad intervenire Tyler - che era stato svegliato soltanto poco tempo prima dalle loro voci, anche se ci aveva messo molto poco a capire la situazione - prima che la cosa degenerasse del tutto. "E non mi pare che lo sia." Cercò di farlo ragionare.
"Ma certo! Perchè si è unito al complotto delle piante, perciò queste non gli fanno più male! Come ho fatto a non pensarci prima?" Replicò il wampus.

Tyler, davanti a quella nuova trovata, alzò gli occhi al cielo. Aveva sempre trovato le trovate di Patton alquanto divertenti, ma nell'ultimo periodo aveva iniziato a pensare che il ragazzo stesse un tantino esagerando.
Liam non era mai stato un ragazzo semplice. E se Powell lo avesse provocato troppo, la cosa avrebbe potuto rischiare di finire veramente male, per il ragazzo di colore.
In fin dei conti William, a differenza del suo compagno di casa, era anche un purosangue.

"Vado a farmi un giro." Annunciò Liam con tono infuriato, saltando giù dal letto "Vedi di farlo ragionare tu, altrimenti lo schianto. Io non ne posso più: non è possibile vivere in questo modo."
"Pff! In un duello ti batterei ad occhi chiusi e anche con le mani legate dietro alla schiena!" Replicò Patton gonfiando il petto "E comunque lo so che te la stai filando perchè non..."

Ma il wampus non riuscì a terminare la frase.
Senza dare alcun preavviso, Liam lo schiantò con un incantesimo non verbale.
Poi uscì dalla stanza, borbottando maledizioni contro il compagno di casa e sbattendo la porta.


-*-*-*-


8 aprile 1803, Durmstrang, biblioteca


"Che ne dici di una pausa?" Propose Madison, dopo aver raggiunto Kathleen in biblioteca e averle appoggiato sul tavolo un piatto pieno di biscotti.
"Dico che arrivi proprio al momento giusto: il mio stomaco stava reclamando qualcosa." Rispose la yowie alzando la testa dal voluminoso tomo che teneva tra le mani per indirizzarle un sorriso. "Ma si può mangiare qui dentro?" Aggiunse pensierosa, colpita dal dubbio.
"Se lo fanno anche loro" Replicò la dirawong indicandogli con l'indice un gruppetto di studenti dell'Istituto Nordico "direi che possiamo farlo anche noi."
"Oh beh, allora ti ringrazio." Commentò la Campionessa Australiana, allungando una mano verso il piatto per prendere un biscotto.

"Ma davvero non vi hanno detto ancora nulla sulla Terza Prova?" Domandò a quel punto Madison incuriosita.
"A parte il fatto che si terrà il 20 di maggio, assolutamente nulla." Rispose Kathleen scuotendo la testa "E' per questo che passo così tanto tempo in biblioteca: sto cercando di capire, tramite un confronto con le prove passate, cosa potrei trovarmi a dover affrontare." Le spiegò.

"Al 20 di maggio non manca poi così tanto..." Commentò la dirawong, inarcando un sopracciglio con aria perplessa "Quando pensano di dirvi qualcosa?"
"Sia la prima che la seconda prova le abbiamo affrontate senza sapere assolutamente nulla." Le ricordò però la Campionessa "Quindi potrebbe succedere la stessa cosa anche questa volta. Ormai non mi interessa più vincere - anche a livello di classifica sono ultima e lo sappiamo tutti chi vincerà questo Torneo, inutile negarlo - ma ci terrei ad arrivare quantomeno alla fine viva... cosa non scontata, visto quello che sta succedendo.


-*-*-*-


"Ehy! Ecco dov'eri finita!"

Dal momento che era finalmente riuscita a trovare Reyna, Heidi le si sedette di fianco, gettandole un'occhiata preoccupata.

Tuttavia la Black non si mosse.
Come se l'amica non fosse mai arrivata lì, continuò a fissare con aria vuota le fiamme del camino, che bruciavano riscaldando la stanza, stringendo tra le mani un foglio di pergamena.

"Rey... cosa c'è che non va?" Domandò a quel punto Heidi, allungando una mano verso di lei per cercare di farla tornare al presente.

Solo nel momento in cui l'Alastyn la sfiorò, la Kelpie sembrò risvegliarsi dal suo stato di trance.
Sbattendo le palpebre, si girò con aria confusa verso l'amica, che continuava ad aspettare pazientemente. Poi le mostrò il foglio che aveva in mano, una lettera con lo stemma dei Black.

"Viene da mio padre." Le spiegò con rabbia "Gli sono giunte voci su ciò che sta accadendo qui, a Durmstrang. E vuole che io torni a casa, in Inghilterra." Concluse appallottolando la lettera, stringendo la mano a pugno.
"Ma tu non vuoi." Commentò Heidi "Anche se non posso comprendere il perchè: non mi hai mai raccontato molto, di tuo padre."
"Non c'è molto da dire." Replicò Reyna scuotendo la testa "In tutta la sua vita ha fatto sempre e soltanto scelte sbagliate, che però si sono ripercosse su di noi, la sua famiglia. E su di me. Lui dice che in Inghilterra sarò più al sicuro che qui, ma dicendo così dimentica cos'è realmente accaduto quando ero là." Affermò portandosi una mano al volto per asciugarsi una lacrima. "Paradossalmente, sono più al sicuro qui."

La Volklova avrebbe voluto fare molte più domande sull'argomento, visto che era la prima volta che l'altra ragazza si apriva spontaneamente così tanto con lei, ma capì che in quel momento non era la condizione migliore, per Reyna, di insistere.
"Quindi non te ne andrai come vuole lui?" Decise di chiedere semplicemente alla fine, sentendo un peso togliersi dal suo cuore. "E' egoista dirti che la cosa mi fa sentire sollevata? Tu ed Helene eravate le mie uniche amiche qui... e lei è già tornata a casa."

"No Heidi, non me ne vado. Ne deve passare di acqua sotto ai ponti prima che io accontenti mio padre."


-*-*-*-


"Scusa, è libero quel posto?"

Alla domanda di Camille, Clementine si girò con aria sorpresa prima di rispondere "Certo, accomodati pure... ma Livvy?"
"Grazie" Replicò la Serpecorno, sedendosi con grazia sulla sedia appena liberata dall'australiana "Diciamo che al momento preferisco lasciare Livvy un po' in pace. E' in camera sua."
"E' tutto a posto per lei?" Si interessò a quel punto Clem "Intendo Livvy... lo so che non sono affari miei ma... non ho potuto fare a meno di notare che ultimamente sembra sempre arrabbiata o triste."
"Beh, direi che il fatto che ha litigato con i Grimm non sia poi questo gran segreto." Si limitò a commentare Camille facendo spallucce, cercando di non sbilanciarsi troppo "E' sempre stata molto legata a loro, penso sia normale la sua reazione."
"Capisco..." Replicò l'australiana annuendo. "E sì, immagino che sia normale... però ho letto qualcosa sulla sua famiglia... e mi chiedevo se non potesse esserci... di più... sotto." Aggiunse in un sussurro, non sapendo neanche lei se fosse il caso di cercare di indagare ancora oppure far cadere il discorso.
"Intendi la maledizione delle Ravenwood?" Domandò Camille sospirando.

In fondo la famiglia materna di Livvy era nota da secoli per quel... problema.
Che la notizia fosse giunta anche in Australia non la sorprendeva più di tanto.

"Quindi è vera la questione della... scelta?" Domandò ancora Clementine "Che accade più o meno quando compiono la maggiore età e che rende il tutto irreversibile?"
"Da quel che so sì, è vera." Confermò la serpecorno.

La famiglia di Livvy non era famosa soltanto per le sue invenzioni. Ma anche per una maledizione scagliata sulla famiglia, ormai secoli prima, e che coinvolgeva soltanto le donne: compiuta la maggiore età, la ragazza si ritrovava a dover decidere se essere una strega della luce oppure delle tenebre.
E, una volta compiuta la scelta, non c'era più modo di tornare indietro.

Da quel che Camille sapeva, Livvy aveva sempre avuto paura di arrivare a quel fatidico momento.
E ripensando a tutti gli avvenimenti di quell'anno, si ritrovò a sperare che la sua amica, quando sarebbe arrivato il momento della "chiamata", compiesse la scelta giusta.


-*-*-*-


"Michael!" 

All'ennesimo richiamo di Ashton, lo yowie aprì gli occhi, cercando di concentrarsi su ciò che l'amico gli stava dicendo. 

Ma non ce la faceva, non ci riusciva proprio. 
Quello che aveva nella testa lo stava disturbando troppo. Gli tirava via troppe energie per poter anche solo restare in piedi, figurarsi restare concentrata su qualcosa. 

Michael iniziò a dondolare su se stesso, portando le mani sopra alle orecchie, in un vano tentativo di coprirsele e far cessare il rumore che gli rimbombava in testa. 
E ad Ash non rimaneva altro da fare che restare a guardare impotente: per quanto ormai avvezzo a quelle situazioni, gli lasciavano comunque sempre un senso totale di inadeguatezza: non sapeva bene mai cosa fare e come per cercare di aiutarlo.


"Mike!" Tentò di nuovo, avvicinandosi a lui e appoggiandogli le mani sulle spalle "Va tutto bene..."

Non ci credeva nemmeno lui, in realtà - soprattutto visto tutto ciò che era successo fino a quel momento - tuttavia non potè fare a meno di provare a rassicurarlo.

"No, non va tutto bene." Singiozzò però Mike "Sta per succedere di nuovo... sta per succedere qualcosa di molto brutto!"


-*-*-*-


"Sono il figlio di un re," disse, "ed ero stregato da quel nano cattivo che aveva rubato tutti i miei tesori, condannandomi a errare in questa foresta sotto forma di orso finché la sua morte non mi avesse liberato. Ora ha finalmente ricevuto il castigo che si meritava."
Così se ne tornarono alla casetta: Biancaneve sposò il bel principe e Rosarossa il fratello di lui, dividendo sempre ogni cosa.




"Non capisco..." Commentò Will perplesso, guardando il calderone che bolliva sul fuoco davanti a lui "Questa non mi sembra la procedura corretta per preparare il distillato della morte vivente." Le fece notare.
"Infatti" Confermò Bianca, girando per l'ennesima volta il mestolo dentro al calderone "L'altro giorno ero sovrappensiero e ho sbagliato alcuni ingredienti... ma l'effetto finale ottenuto è il medesimo." Spiegò indicandogli un topo che aveva usato come cavia "Guardalo Will: sembra che sia morto, ma in realtà sta soltanto dormendo." Commentò perplessa "Ho provato a somministrargli l'antidoto del distillato, ma non ha avuto il minimo effetto. E' per questo che ti ho chiamato e sto tentando di ricreare il composto: vuoi aiutarmi?"

"Ma certo" Sorridendo dolcemente, Will si sporse per baciarla: era da quando lei aveva trovato il coraggio, a Durmsburg, che non ne poteva più fare a meno.

Aveva la consapevolezza di essere innamorato di lei ormai da mesi e avere la certezza che Bianca lo ricambiava completamente - e che anche Jacob approvava - lo riempiva di felicità.

"Chissà, magari hai appena inventato una nuova pozione per la quale sarai ricordata nei prossimi secoli." Commentò divertito, baciandola di nuovo.


Peccato che quel momento iddiliaco fosse destinato ad essere interrotto.


"Bianca devo parlare con..." Esclamò infatti Livvy, dopo essere entrata nella camera della ragazza senza bussare, trovando così i due ragazzi abbracciati, ancora con le labbra unite.
"... te." Concluse quasi senza fiato, sgranando gli occhi, mentre nella sua mente le due immagini - quella davanti ai suoi occhi e quella alla quale aveva assistito per il Ballo del Ceppo - finirono inevitabilmente per accavallarsi.

Dopo qualche secondo di imbarazzo, Will si schiarì la gola e si staccò dalla cugina, incerto su come dover agire. O cosa dire.

"Livvy..." Tentò invece Bianca, alzandosi di scatto e cercando di raggiungere l'amica.
"Sei fidanzata con Jacob." Commentò l'americana con voce rabbiosa "Sei fidanzata con Jacob e te la fai alle sue spalle con suo fratello?"

Per un attimo, la bionda vide in quella frase un minimo appiglio, perciò cercò di spiegare "Ma no... Jacob lo sa... anzi, è stato lui a..."
"Ma certo che lo sa..."
La provocò però Livvy interrompendola.  "Jacob va con qualsiasi donna purchè respiri, è normale che non gli dia fastidio se la sua promessa sposa si comporta nello stesso modo.
"Livvy!" Tentò ancora Bianca, più o meno contemporaneamente all'esclamazione scandalizzata di Will.
"E chissà come sarà felice di saperlo, tuo padre." Li interruppe però ancora l'americana.
"Vuoi fare la spia ad Elijah?" Le domandò a quel punto Will, sgranando gli occhi "E tu ti definiresti nostra amica?"

"Non parlare di cose che non conosci Willhelm!" Strillò a quel punto Livvy, completamente fuori di sè. "Bianca è sempre stata più che un'amica per me: l'ho sempre considerata come una sorella, ho sempre condiviso tutto con lei! Ma questo è troppo!"
"Non ho scelto io di innamorarmi di Will e di essere ricambiata, Livvy." Replicò Bianca scuotendo la testa "Mi dispiace, ma non posso controllare i miei sentimenti."

"Cosa?" Domandò Will, completamente stralunato.
Si era accorto della cotta di Helene. Ma di Livvy... di Livvy mai.

"Tu sei già fidanzata con Jacob!" Insistette ancora l'americana ignorandolo, scuotendo la testa a sua volta.
"E anche se io rimanessi fidanzata con lui, a te cosa cambierebbe?" Esplose a quel punto Bianca "Noi Grimm possiamo sposarci soltanto tra di noi! Se mio padre non vorrà modificare il contratto, Will sposerà Erika! Non mi sembra che tu sia comunque prevista! Per quanto la tua famiglia possa essere legata alla nostra, Livvy, resta comunque una verità incontrovertibile, per quanto amara: tu non ne fai davvero parte. E non ne farai parte mai."


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maggio 2022, Londra, Villa Grimm


"Ragazzi... tutto bene?" Domandò Hans interrompendo la lettura, avendo visto sia la sorella che Daniel impallidire all'improvviso.

Eleonore, tremando come una foglia, si era infatti rannicchiata contro al petto del fidanzato, come in cerca di protezione.

"Forse, preso com'eri dalle vicende amorose dei nostri antenati, quel piccolo particolare ti è sfuggito." Lo prese in giro Ariel, prendendo una coperta e avvicinandosi alla cognata per coprirla, nonostante il clima mite di maggio.
"Cos'è che mi sarebbe sfuggito?" Domandò Hansel incerto, inarcando un sopracciglio con aria confusa.
"Distillato della morte vivente modificato, antidoto completamente inefficace." Rispose Daniel, accarezzando la schiena di Eleonore per calmarla "Una pozione che renderà famosi i Grimm per secoli: Hans, è stata Biancaneve ad inventare la Fluchschlafes, la maledizione del sonno."


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* so che il nome "Biancaneve" può trarre in inganno. In realtà lo stesso nome è stato usato più volte nelle fiabe dei Grimm per storie molto diverse tra loro, anche se esistono delle varianti per il titolo di questa fiaba.

In tale caso ho preferito mantenere Biancaneve per l'ambiguità che da esso deriva, visto che in questo capitolo ho introdotto anche la pozione che causa la 'maledizione del sonno', presa da Biancaneve e i sette nani (la stessa somministrata ad Eleonore con l'inganno in "Grimm | Jager der Dunklheit")

Altra cosa: so che nello scorso capitolo Eleonore e Daniel erano a casa di Caos e Virginia, nel mese di settembre. Qui sono tornata indietro di qualche mese. Spero sia chiaro il passaggio XD

Domanda della settimana: di quale personaggio vorreste scoprire nel dettaglio il passato (per MP)?
- Sascha
- Patton
- Reyna
  
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