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Autore: mari05    05/11/2017    0 recensioni
Sua madre bussò proprio nel momento più sbagliato.
“Non è niente… è solo che…”
“Vuoi che ti aiuti?”
“Io quella roba non la prendo.”
“Se ti fa stare meglio…”
ATTENZIONE: il rating potrebbe DECISAMENTE cambiare durante il corso della storia.
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano le 3:30 quando Percy tornò a casa.
L’appartamento dell’Upper East Side era buio e silenzioso, gli unici suoni provenivano dalla strada, fuori.
Due passi svelti e si sarebbe trovato nella sua camera. Avrebbe dormito, e la mattina dopo sarebbe corso a scuola senza parlare.
Così sua madre non avrebbe fatto una sfuriata colossale.
Forse.
Stava aprendo la porta della sua camera, quando…
“Chi è morto si rivede” sospirò qualcuno dietro di lui.
Percy si voltò di scatto. Dietro di lui c’era Paul, un bicchiere d’acqua in mano, in pigiama.
Percy sospirò, sollevato.
“La mamma è tanto arrabbiata?” domandò.
Paul si guardò attorno, vago.
“Be’, diciamo che si è un po’ preoccupata, ma ho cercato di addolcirle la pillola dicendole che probabilmente eri con Annabeth e che quindi non correvi rischi”
“Oh”
Non sapeva davvero cosa dire. Grazie? No, sarebbe stato troppo… diretto.
Lo Stoccafisso tutto d’un tratto si fece serio.
“Alle 3:30, Percy? Sei serio?” Percy si morse il labbro. Sapeva che Paul avrebbe fatto quel discorso. Se non lo avete capito, Paul era proprio il tipo da discorsi imbarazzanti padre-figlio. “Capisco che non hai avuto un’adolescenza come le altre e che hai bisogno di… sfogarti, ecco, ma ti prego, non così. Tua madre sì, è arrabbiata, ma soprattutto preoccupata… Guardati, poi. Puzzi di alcol e fumo”
Percy strinse i pugni. Cosa ne  voleva sapere, lui? Lui non poteva neanche immaginare come si sentisse in quel momento, come si sentisse praticamente sempre. Lui era un semplice mortale. Era normale.
“Non sono affari tuoi” si limitò a sussurrare lui.
“Non sono affari miei? Sei parte della famiglia, Percy, ricordatelo. E il fatto che io non sia il tuo vero padre non significa che io non possa arrabbiarmi.”
L’aria si stava facendo elettrica. Mai Paul si era rivolto così al figlio di Poseidone. Di solito, quando quest’ultimo tornava tardi, si limitava a guardarlo più intensamente del solito, l’aria da “non sono affari miei, me ne devi parlare tu”. Ma ora… ora era tutto così esplicito. E a Percy questo non piaceva.
Perché non poteva fingere di fare il finto tonto, non poteva recitare la parte del ragazzino ottuso.
Ora doveva parlare.
Ora doveva gridare.
“Parte della famiglia? E quale famiglia, Paul? Quella felice che vi siete costruiti tu e la mamma, escludendomi completamente da tutto? No grazie. A questo punto è meglio farsi sbranare da un segugio infernale, credimi”
E, detto questo, entrò in camera sua e si chiuse a chiave.


Decise prima di andare a dormire di fare una doccia.
Non voleva che sua madre sentisse la puzza di fumo o di qualcos’altro, quando sarebbe andato a chiamarlo, la mattina dopo, per svegliarlo.
Inoltre, voleva che l’acqua calda facesse scivolare via tutti i brutti pensieri che lo tormentavano.
Perché cavolo Paul non si faceva gli affari suoi? Non era suo padre. Non aveva niente a che fare con lui.
Fingeva di capirlo, come se la dislessia, l’iperattività e il deficit dell’attenzione fossero cose che aveva provato sulla pelle proprio come lui. Fingeva di interessarsi al suo mondo, quello popolato da mostri, giganti, titani e dèi.
Al contrario di Percy, cercava di non recitare la parte del patrigno sulle sue, ma tentava invano di essere parte presente della sua realtà, quella realtà così distorta che il figlio di Poseidone avrebbe voluto abbandonare.
Si asciugò velocemente e si stese sul letto, cercando di lasciar andare i brutti pensieri.
Ma Percy Jackson non sapeva che quella sarebbe stata la notte più brutta della sua vita.


Alloorrrarahriahraihria!
Vi lascio con questo momento in sospeso, che, non vi preoccupate, verrà colmato a breve con un altro capitolo… spero che vi sia piaciuto e mi raccomando, RECENSITE! Non voglio che sia solo Vacca a farlo.

   
 
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