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Autore: _AreyC    12/11/2017    5 recensioni
Seguirono secondi di silenzio interminabile in cui Yuuri si sentì come se tutto fosse stato messo al proprio posto, il suo sguardo si rivolse verso il più grande “Perché io, Viktor?” “Perché sei un opera d’arte, Yuuri Katsuki” aveva risposto l'altro con un sorriso sincero “È ora che qualcuno te lo faccia capire.”
 
||Hogwarts!AU||Hufflepuff!Yuuri||Durmstrang!Viktor||Slytherin!Yuri||Ravenclaw!Otabek||
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otabek Altin, Phichit Chulanont, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nome: Unconditional love

Personaggi: Yuuri Katsuki, Viktor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Otabek Altin, Pichit Chulanont

Pairing: ViktorXYuuri (Victuuri), accenno di Otayuri 

Raiting: Verde

Genere: Avventura, Fantasy, Fluff

Avvertimenti: Mini storia, Slash, AU

Note: Viktor frequenta il settimo anno a Durmstrang mentre Yuuri è al sesto ad Hogwarts

 

 

 



 

 

▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪







“Io non pretendo di sapere cosa sia l’amore per tutti,

ma posso dirvi che cosa è per me: l’amore è sapere tutto su qualcuno,

è avere la voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona.

L’amore è la fiducia di dirgli tutto su voi stessi,

compreso le cose che ci potrebbero far vergognare.

L’amore è sentirsi a proprio agio e al sicuro con qualcuno,

ma ancor di più è sentirti cedere le gambe quando quel qualcuno entra in una stanza e ti sorride.”

-Albert Einstein







Dopo la seconda prova, Viktor non gli si era allontanato nemmeno per un attimo. Quando usciva dal dormitorio era già li che lo aspettava appoggiato al muro e conclusa una lezione, lo trovava ad aspettare per accompagnarlo nella classe successiva. Pichit ormai dava di matto ogni volta che lo vedeva fuori dall'aula e Yuuri voleva solo sotterrarsi.
“È così dolce! È la tua guardia del corpo. Ma ti segue anche in camera? O magari nel lett-“
“Pichit! Piantala!” Sbottò il moro arrossendo, mancavano meno di cinque minuti alla fine della lezione di pozioni e non avrebbe fatto perdere punti alla propria casa per la bocca larga dell'amico.
“Quindi dopo cosa fate?” Continuò imperterrito il Thailandese sorridendo “Vi rinchiudete da qualche parte?”
Il giapponese ormai era rosso come la copertina del suo quaderno e ci appoggiò sopra la testa come se volesse mimetizzarsi. “Andiamo solo a fare un giro, probabilmente vicino al campo da Quiddich.”
“Oh accidenti, ho da fare! Devo davvero trovare qualcuno che vi faccia foto di nascosto.” Sbuffò rassegnato.
L'altro lo guardò sbalordito sollevando la testa e aggiustando gli occhiali sulla punta del naso “Stai scherzando, vero?”
Pichit annuì ma Yuuri lo guardò sospettoso, il sorrisetto sul suo viso non gli piaceva per niente.
“Pichit-kun quando fai così mi spaventi davvero” Confessò divertito.
“Oh ma dai!” Rispose allegro l'altro pizzicandogli la guancia “Tu mi adori e- oh guarda! Possiamo andare!” Scattò in piedi raccogliendo le sue cose e schizzò fuori dalla porta, non senza prima urlare un ‘Ciao Viktor'.

 

Yuuri uscì ancora perplesso e fuori, appoggiato al muro, c'era Viktor che ridacchiava ancora per gli scatti sovrumani di Pichit.
“Hey” sorrise imbarazzato il più piccolo avvicinandosi. “Tutto bene?”
“Oh si” sorride il più grande staccandosi dal muro e fiorandogli una guancia con la punta delle dita. “Tutto bene, andiamo?”

 

La loro meta era un grande albero vicino al campo da Quidditch che li nascondeva da occhi indiscreti, Viktor aveva scoperto quel posto per caso e ci aveva trascinato Yuuri più volte nei mesi precedenti.
Si sedettero con la schiena appoggiata al tronco e il più piccolo sorrise affondando le dita tra i ciuffi d'erba. Il solito silenzio piacevole li avvolse e presero a rilassarsi ad occhi chiusi. O almeno Viktor, Yuuri aveva gli occhi puntati sul volto dell'altro e non riusciva a distogliere lo sguardo. All'improvviso mormorò qualcosa a bassa voce senza neanche rendersene conto.
“Cosa?” Viktor aveva aperto gli occhi e lo stava guardando confuso.
Yuuri arrossì abbassando lo sguardo

“Posso acconciarti i capelli?”
Viktor lo guardò evidentemente sorpreso e sul suo viso si aprì un grosso sorriso “Da, konechno!
Il giapponese alzò la testa sorridendo timidamente e si mordicchiò il labbro inferiore quando Viktor scivolò davanti a lui. “Quando mia sorella Mari aveva i capelli lunghi mi chiedeva sempre di farle le acconciature più varie, mi è sempre piaciuto giocare con i suoi capelli.” confessò iniziando a pettinare delicatamente le ciocche argento con le dita, aveva un tocco così delicato che Viktor lo sentiva appena “Mi è dispiaciuto tantissimo quando li ha tagliati.”
“Io sono sempre stato una frana ad acconciarli” Ridacchiò il russo rilassandosi sotto le mani dell'altro “Non fraintendermi, adoro i miei capelli e amo vederli acconciati, ma ho imparato solo le cose più basilari come la coda o la treccia.”
Restarono in silenzio per un po’, le mani di Yuuri intrecciavano abilmente le ciocche argento e il più grande canticchiava un motivetto sotto voce con il sorriso stampato sulle labbra.
“Mi dispiace non averti ancora visto giocare sai?” Il più grande arricciò le labbra contrariato e gli lanciò un occhiata, Yuuri era totalmente concentrato su quello che stava facendo.
“Uhm.. beh Leo, il capitano, vuole piazzare un allenamento la prossima settimana” rispose tranquillo senza pensare alle conseguenze “Non ci sono partite per via del Torneo, ma non vuole trovarci fuori allenamento quando riinizieranno.”
“Ma è fantastico!” Viktor scattò leggermente, allegro “sarò sicuramente li a vederti.”
Yuuri si accorse di quello che aveva appena fatto: aveva involontariamente invitato Viktor a vederlo giocare e l'altro aveva accettato. Lo avrebbe avuto lì per tutta la durata dell'allenamento.
Si diede dell'idiota da solo e arrossì violentemente “I-io non.. non sono molto bravo..” Iniziò a balbettare preparandosi a chiudere l'acconciatura.
“Oh mio caro Yuuri, siamo tornati a quando balbettavi?” Ridacchiò il più grande porgendogli il fine elastico nero. Il giapponese lo prese e chiuse la treccia, poi si fermò a guardare soddisfatto la sua opera “Spero.. spero ti piaccia.”

Viktor mosse leggermente la bacchetta e due specchi gli apparvero in mano “Forza, aiutami” sorrise passandogliene uno. Yuuri lo prese e lo posizionò, in attesa. Viktor li guardò dallo specchio e schiuse le labbra in contemplazione. “Yuuri sono.. bellissimi.”


Yuuri aveva fatto una piccola treccia sul lato destro della testa che sulla nuca si andava a unire con una più grande e decisamente molto complicata che andava a finirgli sulla spalla sinistra. Il russo si girò verso di lui e sorride avvicinando il viso al suo “Non smetti mai di sorprendermi, Yuuri.”
Il giapponese sorrise timidamente e appoggiò lo specchio a terra accanto all'altro, poi si aggiustò gli occhiali sulla punta del naso nervosamente “Sono contento che ti piaccia.”
Yuuri non fece a tempo a rialzare lo sguardo che sentì le morbide labbra di Viktor sulle sue e solo in quel momento di accorse di quanto gli erano mancate. Il moro gli accarezzò dolcemente il viso con la punta delle dita e non tardò a ricambiare quel dolce contatto.
Fu un bacio semplice, non come il primo che si erano scambiati, ma comunque si ritrovarono senza fiato dopo pochi secondi entrambi convinti che fosse colpa del potere che l’altro aveva su di lui.
Viktor fece scontrare dolcemente i loro nasi e Yuuri sorrise guardandolo negli occhi, non si sarebbe mai stancato di osservarlo.
“Non hai idea da quanto stessi aspettando per farlo ancora, mio dolce Yuuri” Sussurrò prendendo la sua mano e lasciando un dolce bacio sul dorso.
L'altro sorrise in risposta e arrossì fino alla punta delle orecchie “Ecco.. forse un idea potrei avercela.” Le sue labbra si piegarono in una smorfia imbarazzata e abbassò lo sguardo. Entrambi avevano aspettato fin troppo.

 


~

 


Yuuri era nervoso a tutti gli allenamenti, ma a quello stava superando se stesso. Camminava verso il campo con Pichit, entrambi vestiti in divisa e continuava ad aggiustarsi gli occhiali nervosamente.
“Guarda che così li spezzi” scherzò l'amico lanciandogli un occhiata “Datti una calmata, è solo Viktor!”
“Oh Merlino, giusto!” rise nervosamente, sembrava stesse per avere una crisi ansiosa “È solo Viktor. È solo il cercatore più bravo sulla faccia della terra e io faccio solo pena. Perché preoccuparsi?”
“Non fai pena, Yuuri-kun. L'anno scorso siamo arrivati primi grazie a te, non sottovalutarti.” Il thailandese lo ammonì entrando in campo.
Yuuri lo ignorò e si avvicinò al resto della squadra, tutti sembravano concentrati su qualcosa -o qualcuno, Yuuri sapeva che la seconda opzione era corretta- sugli spalti.
“Oggi dobbiamo fare bella figura” Li avvisò il capitano guardandoli uno per uno, Yuuri sospirò quando fermò lo sguardo su di lui “Soprattutto tu, Katsuki. Il tuo ragazzo è venuto a vederci.”
Il giapponese arrossì e balbettò parole sconnesse tra loro, ma l'altro lo ignorò continuando “Avete capito? Viktor Nikiforov in persona è qui a vederci, dobbiamo fare bella figura!”
Dai vari membri della squadra si alzarono risposte entusiaste e cariche, Yuuri si sentiva solo sottopressione e in imbarazzo.

 

Una cacciatrice della squadra, Sasha Blouse, si avvicinò al baule e lo apri guardando il capitano.
Leo de la Iglesia, capitano della squadra da ormai tre anni, era un ragazzo della stessa età di Yuuri tanto gentile quanto bravo a Quiddich: alla fine della scuola aveva già programmato un colloquio con una squadra americana, i Fitchburg Finches.
Pichit, che aveva il ruolo di portiere, si avvicinò al baule mentre gli altri si alzavano in volo e lanciò la pluffa a Sasha preparandosi a liberare i bolidi e successivamente il boccino. Yuuri salì sulla scopa non appena i primi vennero liberati e guardò l'amico attento, in attesa. Non poteva permettersi di sbagliare, ne valeva dell'orgoglio di tutta la squadra.
Strinse forse il manico della sua Nimbus 1000 e non appena vide la pallina dorata scattare verso l'altro, si lanciò all'inseguimento. Quasi subito la perse di vista.

 

Aguzzò la vista concentrandosi su quello che gli stava intorno e svolazzò un paio di volte intorno al campo, si asciugò entrambe le mani -una per volta- sui pantaloni e prese un grosso respiro. ‘Andiamo, smetti di sudare' si impose mentalmente iniziando l'ennesimo giro del campo ‘Se non ti calmi farai solo un casino'.
“YUURI! ATTENTO!”
Si guardò intorno confuso, era Viktor che aveva parlato? Non fece in tempo a capirlo che un bolide lo colpì sul braccio facendolo gemere di dolore.
“Maledizione” gemette tornando con piedi per terra e tenendosi il braccio “Ci mancava questa.”
La squadra si era avvicinata per vedere come stava e Viktor era corso giù dagli spalti e gli si era praticamente buttato addosso “Che ti dice la testa?!” Sbottò il più grande strattonandogli la manica, non sembrava arrabbiato o altro, solo preoccupato “Non devi mai distrarre lo sguardo dal campo, mai!”
“S-Sto bene, è solo una botta” arrossì il moro tirando a se il braccio senza trattenere una smorfia di dolore “Passerà presto, non volevo farvi preoccupare.”
Leo si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla “Vuoi andare in infermeria Katsuki?”
“Si che ci vuole andare” Sbottò Viktor iniziando a trascinarlo verso il castello.
“No, no” Yuuri puntò i piedi fermando entrambi “Non serve, davvero. Posso giocare” Guardò Viktor e gli sorrise dolcemente “Sto bene, non preoccuparti.”
Il russo non era decisamente calmo ma lasciò la sua mano e sospirò “Sei così testardo” sul suo volto si aprì un leggero sorriso “Forza, vai a prendere quel boccino per me.”

 

Il giapponese sorrise convinto e annuì, strinse la spalla a Pichit in modo rassicurante e montò di nuovo sulla scopa. Poco dopo era di nuovo ad alta quota. Non si sarebbe fatto scappare il boccino, aveva un ottima resistenza e l'avrebbe dimostrato a tutti, soprattutto a Viktor.
Ormai era in aria da mezz'ora e i muscoli iniziavano a dolere, il non essersi allenato quell'anno stava iniziando a farso sentire.
Si guardò intorno per l’ennesima volta quando finalmente la vide, la pallina d'oro stava schizzando verso di lui ad alta velocità e il ragazzo partì per afferrarla allo stesso modo. Imprecò quando essa scattò in giù, ma non si arrese e planò verso il basso con una mano tesa. Bastarono solo pochi secondi. Quando Yuuri tornò con i piedi a terra stringendo tra le mani il boccino, Viktor si avvicinò urlando insieme al resto della squadra.
“Merlino Yuuri, sei stato fantastico!” Pichit gli buttò le braccia al collo abbracciandolo “Sei stato velocissimo! E la manovra che hai fatto? Wow!”
“Ottimo lavoro Katsuki” Leo gli sorride dandogli una pacca sulla spalla “Te la sei cavata bene. Puoi andare a cambiarti.”
Yuuri non riuscì a non arrossire travolto da tutti quei complimenti e mentre la squadra si allontanava per riprendere l'allenamento, alzò lo sguardo su Viktor.
Il russo lo stava guardando con un grosso sorriso e gli stava porgendo la mano guardandolo con dolcezza “Sei stato davvero bravo Yuuri, la virata che hai fatto in fondo era spettacolare.”
Il più piccolo sorrise timidamente e dopo aver messo a posto il boccino gli prese dolcemente la mano intrecciando le dita con le sue “Grazie Viktor, il tuo parere è importante per me.”
Viktor sorrise e gli baciò dolcemente il dorso della mano “A proposito di questo.. è vero che il tuo cane si chiama come me?”
Yuuri spalancò gli occhi, ci mise pochissimo a fare due più due. “PICHIT CHULANONT GIURO CHE SE NON IMPARI A FARTI GLI AFFARI TUOI TI BRUCIO TUTTI I LIBRI!” Sbottò rosso fino alla punta delle orecchie.
Il più grande scoppiò a ridere e attirò a se l'altro baciandolo la tempia “La trovo una cosa adorabile, mi ha anche detto che è uguale al mio Makkachin! Ho deciso, comprerò un criceto da Pichit e lo chiamerò Yuuri.”
“Viktor!” Esclamò l'altro piagnucolando tra le risate del più grande, ma un piccolo sorriso rassegnato e felice si apriva sul suo viso.

 


~

 

 

Non appena Yuuri vide il labirinto si lasciò travolgere dall'ansia, e se qualcuno si fosse perso li dentro? E se qualcuno ci fosse morto?
Pichit al contrario suo era super eccitato e lo trascinò a sedere in prima fila.
“Devi essere il primo a saltare addosso all'amore della tua vita quando uscirà, no?” gli sussurrò contento dandogli una piccola gomitata “Non essere nervoso, non succederà niente.”
Otabek fu il primo ad arrivare e lo vide avvicinarsi subito a Yuri che si torturava le mani nervoso, non riusciva a capire cosa si stessero dicendo ma era sicuro che il più grande stesse rassicurando l'altro.
Viktor arrivò pochi minuti più tardi e dopo aver scambiato qualche parola con alcuni compagni si avvicinò a lui e Pichit.
“Addirittura un labirinto” ridacchiò sedendosi accanto a Yuuri “Non ho un bel senso dell'orientamento, vedremo cosa ne uscirà fuori.”
Pichit ridacchiò stringendogli la mano “Buona fortuna Viktor.”
Il più grande gli fece un occhiolino poi spostò la sua attenzione su Yuuri e sorrise dolcemente “Non essere preoccupato per me.”
Il giapponese sorrise leggermente abbassando lo sguardo “Sembra così pericoloso” si morse una guancia dandosi internamente dello stupido. Era ovvio fosse pericoloso.
“Oh sciocchezze! Basterà girare un paio di volte a destra” ribadì l'altro con tono allegro “Tanto ci sarai tu qui ad aspettarmi, no?”
Yuuri annuì convinto e arrossì violentemente quando l'altro gli rubò un tenero bacio sulle labbra “Augurami buona fortuna”
“B-Buona fortuna V-Viktor” mugugnò a malapena guardando il più grande allontanarsi.
Accanto a lui Pichit sospirò “Questa va dritta nelle cartoline di Natale per la tua famiglia” Il Thailandese stringeva tra le mani una macchina fotografica nera che era evidentemente sbucata dal nulla.
Yuuri aggrottò la fronte “E quella da dove esce fuori?”
“Oh l’ho presa in prestito da Seung-gil” sorrise innocentemente passandola al serpeverde che lo stava guardando disinteressato “Grazie, ti scriverò per la foto”
Seung grugnì infastidito in risposta e si allontanò velocemente dai due, Yuuri ridacchiò “Molto loquace.”
“È solo riservato” Pichit lo difese alzando le spalle e sorrise malizioso. “Quindi state insieme.”
“Non lo so” Arrossì l'altro “Non ne abbiamo parlato. Oh guarda, ecco Cialdini!” chiuse il discorso con un cenno della mano e si fermò ad ascoltare il preside.
“Benvenuti all'ultima prova del Torneo Tremaghi! Viktor Nikiforov per Durmstrang e Otabek Altin per Hogwarts possiedono lo stesso punteggio mentre la signorina Crispino per Beauxbatons è indietro di pochi punti. I tre sfidanti dovranno affrontare varie minacce all'interno del labirinto e solo uno di loro uscirà con in mano la coppa dei campioni.” Poi si rivolse direttamente ai tre ragazzi “Se uno di voi sarà in pericolo, basterà puntare in alto la bacchetta e far uscire delle scintille rosse. Verrete soccorsi istantaneamente.”
I tre annuirono e il preside Cialdini unì le mani in grembo con un sorriso “Beh che dire, che vinca il migliore!”

 

Yuuri video Viktor rivolgergli un meraviglioso sorriso prima di correre insieme agli altri all'interno del labirinto. Trattenne il respiro quando le alte siepi si chiusero nascondendo la vista dell'interno a tutti gli spettatori.
Passarono dieci minuti, poi venti. Man mano che il tempo passava Yuuri si sentiva sempre più agitato. E se gli fosse successo qualcosa?
Accanto a lui Yuri sembrava si stesse trattenendo dal correre dentro o semplicemente dall'urlare, non stava fermo nemmeno un secondo e i suoi occhi scattavano da una parte all'altra. Yuuri si alzò di scatto quando vide l'altro scavalcare le due persone che gli erano davanti e lanciarsi verso la persona che era emersa dal labirinto. Il tassorosso si girò con il cuore in gola e il sollievo alle stelle, ma non era Viktor.
Otabek stringeva la coppa in una mano e con l'altra teneva Yuri vicino a se che gli si era aggrappato al busto.
Gli studenti di Hogwarts si alzarono esultando e corsero a elogiare il campione e a complimentarsi con lui, ma Yuuri e Pichit rimasero a guardare il labirinto, preoccupati.
Poco dopo le figure di Sara e Viktor emersero dalla grossa siepe e Yuuri corse verso il secondo sospirando “Stai bene!”
Viktor ridacchiò “Certo che sto bene, moye sokrovishche!” Il russo si avvicinò a Otabek sotto gli sguardi attenti di tutti gli alunni e gli porse la mano sorridendo “Complimenti, te lo sei meritato.”
l'altro abbozzò un sorriso e gli strinse la mano lanciando un occhiata a Yuri “Grazie Viktor.”
Il biondo guardò entrambi e fece una lieve smorfia che assomigliava quasi a un sorriso “Sei comunque stato bravo, tosser
Il più grande rise e si allontanò tornando verso Yuuri che lo stava guardando quasi imbronciato “Mi dispiace che tu non abbia vinto, Vitya. Te lo meritavi.”
L'altro sorrise dolcemente e gli accarezzò la mano prima di lasciarci un dolce bacio sopra “Io ho già vinto, Yuuri. Ho te e non desidero altro.”

 


~

 

 

Yuuri aveva sempre odiato gli addii e quello decisamente non faceva eccezione.
Mancavano due mesi alla fine della scuola e gli studenti di Durmstrang e di Beuxbatons stavano tornando alle rispettive scuole per lasciare il tempo agli studenti del settimo anno di affrontate gli esami.
Il giardino era pieno di ragazzi e ragazze che si salutavano: alcuni piangevano, altri si limitavano a sorridere e stringersi la mano. Si erano create davvero tante amicizie quell'anno e di sicuro non sarebbero crollate per la distanza.
Yuuri individuò subito Viktor, era in un angolo che parlava con Yuri e Otabek e sembrava davvero molto giù di morale
Si avvicinò al gruppetto con un lieve sorriso.
“Beh ecco il tuo cotoletto” sbottò il serpeverde afferrando Otabek per un braccio “Ci vediamo a casa Nikiforov” Il moro fece a malapena in tempo a salutarlo con un gesto della mano che il più piccolo lo stava già trascinando verso la parte opposta del cortile.
Viktor si girò verso di lui, il sorriso era sparito dalle sue labbra e un espressione imperturbabile aveva preso il suo posto “Non scordarti di me, Yuuri”
L’altro lo guardò sorpreso “Non potrei mai!”
“Mi scriverai?” Continuò l’altro rilassandosi un pochino.
“Certo che lo farò Vitya, ti scriverò ogni giorno”
I due si guardarono negli occhi per infiniti secondi, poi il più piccolo si decise ad agire. Appoggiò con delicatezza una mano sul collo dell'altro e lo attirò a se in un bacio quasi disperato. Viktor si agganciò con le mani alla sua giacca pesante e ricambiò con passione stringendolo a se, quasi come se volesse assorbirlo, diventare un'unica persona.
Si baciarono fino a quando entrambi non iniziarono ad avere bisogno d'aria e si strinsero l’uno a l'altro ignorando tutte le persone che gli stavano intorno e probabilmente li stavano guardando.
“Devi andare, Vitya” sussurrò il moro vedendo i compagni dell'altro andare verso la nave “Ti prometto che ti scriverò presto.”
Il può grande sospirò e gli lasciò un dolce bacio sulla fronte “Ci conto. Poi questa estate devi presentarmi Vicchan, no? E tu non puoi non conoscere Makkachin!”
Il giapponese sorrise dolcemente e annuì, incapace di dire altro. Si strinsero la mano ancora una volta e Viktor seguì i compagni sulla nave, ma non prima di avergli baciato dolcemente il dorso della mano.
Era doloroso vederlo andare via, vedere quella nave salpare.
Ma Yuuri era sicuro di una cosa, quello non era un addio.

 


~

 


Gli esami erano andati così bene che Yuuri stentava a crederci. Sia lui che Pichit erano passati con il massimo dei voti e l’amico aveva già deciso di intraprendere la sua carriera nel giornalismo. Il moro ovviamente non aveva ancora la più pallida idea di cosa fare.
Il viaggio in treno era una cosa che aveva sempre amato ma quella volta, consapevole che sarebbe stato l’ultimo, un moto di tristezza lo investì da capo a piedi. Il paesaggio era sempre meraviglioso e gli dispiacque immensamente non riuscire a coglierne la bellezza quella volta.
Pichit accanto a lui mugugnava disperato sulle varie cose che avrebbe dovuto fare una volta a casa ma Yuuri aveva smesso di ascoltarlo già da un po'. Viktor non aveva risposto alle sue due ultime lettere e non faceva altro che chiedersi se avesse fatto qualcosa di sbagliato nei suoi confronti. L'amico continuava a cercare di rassicurarlo dicendo di no ma lui ormai non ne era più così sicuro.
Aveva sentito i suoi genitori il giorno prima e sua madre e Mari li sarebbero andati a prendere entrambi, i genitori di Pichit non c'erano e il ragazzo si sarebbe fermato da loro alle terme per due settimane.
Il treno rallentava sempre di più e i due ragazzi si avvicinarono al portellone del vagone, pronti a scendere.
Una volta a terra Yuuri cercò la madre con lo sguardo e quando la vide si avvicinò velocemente per abbracciarla. Non fece a tempo a fare più di un paio di passo che una palla di pelo marrone gli si fiondò addosso abbaiando.
“Vicchan!” Rise Yuuri piegandosi e accarezzandogli dolcemente la testa, alzò la testa verso la madre e la confusione lo invase. Vicchan era accanto alla madre, legato al guinzaglio e scalpitava impaziente per andare a salutare il padrone. Ci mise poco a collegare.
Il ragazzo si alzò di scatto e si guardò freneticamente intorno, appena dietro la madre si trovava Viktor che, con le mani nelle tasche, si avvicinava sorridendo.
I suoi occhi si fecero lucidi e sotto i sospiri innamorati di Pichit, si fiondò tra le braccia del più grande.
“Sorpresa, mio dolce Yuuri” Sussurrò Viktor stringendolo dolcemente a se e accarezzandogli appena la nuca con la mano destra.
Il più piccolo lo strinse a se affondando la testa nel suo collo mentre Vicchan, allegro, saltellava intorno a loro.
“Ma come.. domani.. la partita..” Yuuri si allontanò leggermente da lui per guardarlo in faccia, sorpreso.
Il russo sorrise “Ho prenotato una stanza alle terme dei tuoi e vi ho portato i biglietti per la partita di domani sera” Gli accarezzò dolcemente la guancia “Poi beh, una bella vacanza mi ci voleva. Yuri e Nikolai mi raggiungeranno la prossima settimana”
Lo sguardo del giapponese si illuminò “Resti?”
“Quasi tutta l'estate, mio dolce Yuuri. Mi hai promesso il katsudon di tua madre, no?”
Yuuri spalancò gli occhi e si girò verso la madre e la sorella che per tutto il tempo erano rimaste li ad osservarli. Si avvicinò a loro arrossendo “Okaasan! Neesan!” Le abbracciò entrambe, poi prese Vicchan in braccio accarezzandolo dolcemente.
“Oh Yuuri, sono così felice che tu stia tornando a casa!” Hiroko incrociò le braccia sul ventre e sorrise dolcemente “Lui è il Vicchan di cui parli sempre, vero?”
Il giapponese arrossì annuendo e si girò verso Viktor che nel frattempo si era avvicinato. Il più grande si inchinò in forma di rispetto “È un piacere, signora Katsuki.”
La donna sorrise e si rivolse a Mari “Aiuta Yuuri con i bagagli, lui deve pensare ai nostri due ospiti!”
Le due donne si avviarono verso l'uscita del binario seguite da Pichit, Yuuri fece per avviarsi ma Viktor lo fermò appoggiandogli una mano sulla spalla. Il ragazzo si girò posando Vicchan per terra -che prese a giocare con Makkachin- e lo guardò confuso “Tutto okay?”
Il russo gli accarezzò dolcemente il viso e appoggiò la fronte alla sua “Non potrebbe andare meglio, scusa se non ho risposto le tue ultime lettere ma volevo fosse una sorpresa”
L'altro sorrise e dopo averlo guardato negli occhi per qualche secondo chiuse i suoi “Non preoccuparti, sono davvero contento che tu sia qui.”
Viktor fece scontrare dolcemente le loro labbra in un casto bacio e si allontanò quasi subito prendendogli la mano.
Lo guardò dritto negli occhi e lasciò un bacio sulle nocche “Ya tybyá lyublyu , Yuuri.
Il giapponese arricciò le labbra confuso, perché parlava in russo? Sapeva che lui non lo conosceva. Provò a chiedergli cosa significasse ma il più grande evitò l'argomento intrecciando le dita con le sue e trascinandolo verso l'uscita della stazione.
Yuuri dimenticò presto quelle parole, ma non passò troppo tempo che Viktor le ripeté. Dopo un paio di volte, finalmente cercò il significato di quelle parole e la terza non si fece trovare impreparato: gli rispose finalmente “Ia toye tybiá lyublyu, Vitya.” E tutto quello che seguì, fu un dolce bacio carico di sentimenti che si rivelò essere diverso dagli altri.








Heilà! 

Non ci posso credere, eccoci già qui con l'ultimo capitolo. 

È stata la prima storia completa che ho scritto e devo dire che concluderla, anche se ha pochi capitoli, mi ha lasciato un buco nel petto.

Di sicuro non sarà l'ultima cosa che scriverò, ho già molte idee in mente e ho intenzione di metterle in atto a breve.

Soprattutto la one shot sulla Otayuri a cui avevo accennato.

Volevo partire ringraziando le mie due beta che mi hanno aiutata a controllare il capitolo, ma volevo ringraziare (e soorattutto dedicarle il capito) Ylpeys che sopporta i miei scleri a qualsiasi ora. Grazie davvero. 

Okay, smetto con lo sproloquio e vi lascio al solito dizionario per le poche frasi straniere.

A presto, promesso. 

 

🇷🇺

Da, Konechno! -> Si, certamente 

Moye sokrovishche -> Mio tesoro 

Tosser -> Coglione 

Ya tybiá lyublyu -> Ti amo 

Ia toye tybiá lyublyu -> Ti amo anche io 

 

🇯🇵

Okaasan: Mamma 

Neesan: Sorellona 

 

 

Spero davvero che la storia vi sia piaciuta, aspetto i vostri pareri. 

A presto.

 

Vostra, Arey.

  
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